Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: sagitta72    14/03/2020    3 recensioni
una presa forte mi causa dolore al braccio e mi giro di scatto:
- ahi... mi fai male!
- Ma che cavolo stai facendo! - i suoi occhi di brace mi guardano irosi e mi mettono paura
Cosa mai starà succedendo ad una ragazza scappata dal suo passato e salvata da qualcuno che però tutto sembra essere, tranne che un cavaliere dalle buone maniere?
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccomi qui con il secondo capitolo.

Volevo solo precisare una cosa, per ragioni di copione ho dovuto aumentare di un anno gli anni del personaggio maschile, altrimenti non poteva avere senso il proseguire della storia come l'avevo immaginata.

Di lui si sa poco e nulla di quello che ha vissuto prima di uscire allo scoperto, pertanto mi sono presa la libertà di romanzare nel suo passato, senza togliere però il ruolo che ha avuto e che continua ad avere nel vissuto dell'anime e del manga.

 

Capitolo nr 2

13 anni dopo.

 

Non so nemmeno io perchè sono qui. Forse credevo di trovare qualcuno? O forse i ricordi si stanno facendo largo tra i miei pensieri e la liberazione dalla redenzione mi fa percorrere i luoghi dove ho vissuto e ho trascorso momenti che non devo scordare, ma ricordare per ciò che ero e ciò che invece adesso sono?
Perchè poi, se qui posso solo ricordare il periodo in cui ero un essere spietato, un uomo senza scrupoli, un uomo che pensava solo a porre fine ad alcune vite e a fare del male a chiunque si avvicinasse per non portare voce della sua esistenza? Perchè sono qui?
Laggiù, nascosta tra le insenature c'è la mia prigione. Atena, tu mi sei sempre stata vicina, sei stata al mio fianco ad ogni mio passo, mi hai salvato e allo stesso tempo fatto vivere e creare un regno che poi ti ha voluto attaccare, ma non ti ha sconfitto. Era scritto che doveva essere così, mi dici, certo, ne sono convinto anche io, ma ciò non toglie il disprezzo che ho verso me stesso per quei giorni passati.
Questo mare, questa spiaggia, sono le stesse di tredici anni fa, con la stessa potenza delle onde, con lo stesso cielo grigio e tempestoso. L'unica cosa però che manca, è lei.
Sei tu, Olimpia.
Sei l'unico bel ricordo che ho di qui.
Chissà che fine hai fatto.
Chissà se ti sei salvata.
Chissà se in questi anni mi hai pensato o se anche tu mi hai odiato, per averti abbandonata. Ma forse è stato meglio così, io non ero l'uomo che sarebbe stato capace di amarti…

Ma che diamine sta succedendo?”
Mollo la legna per terra e corro verso la spiaggia, quel corpo che galleggia non riesco a capire se è vivo o privo di vita. Non faccio in tempo a raggiungere la riva, che lo ritrovo steso con metà corpo sulla sabbia e il resto nell'acqua che lo onduleggia, se non arrivavo in tempo, sicuramente le onde lo avrebbe riportato dietro con sé. Volto il corpo supino, lo prendo sotto le spalle e lo tiro verso l'asciutto, mi abbasso e scosto i lunghi capelli dal volto, è una ragazza, molto giovane, mi abbasso sul suo petto, provo a sentire il battito, ma non riesco a percepire nulla. Inclino la sua testa all'indietro e mi assicuro che la bocca sia sgombra all'interno di qualunque melma o alga che potesse aver ostruito le vie respiratorie. Senza pensarci su, effettuo una respirazione artificiale, completando con un massaggio cardiaco per cercare di rianimarla. Non manca molto che comincia a tossire e buttare acqua fuori dai polmoni, apre gli occhi un istante, si guarda intorno, poi perde nuovamente conoscenza. Ok meglio portarla da me, non voglio farmi vedere troppo in giro, se proprio è in pessime condizioni, con il buio la porto in ospedale e la mollo davanti al pronto soccorso, ma al momento vediamo se riesco ad evitare tutto questo.

Una volta in casa la sdraio sul tappeto vicino al camino, prendo una coperta e alcuni asciugamani con i quali le avvolgo i capelli per tenerli al caldo e farli asciugare il prima possibile. Dovrei spogliarla, come faccio ora. Vuoi salvarla? Spogliala, vuoi mica fare il difficile, tanto ne hai viste, non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima. Comincio a toglierle i jeans, la maglia, la canottiera, poi la copro con la coperta e le sfilo gli slip e il reggiseno. La avvolgo nella coperta e la sdraio sul divano, avvicinandolo poi un po' di più al fuoco, ma non troppo, per non esagerare con il caldo diretto. Sciacquo i vestiti sotto la doccia per togliere la salsedine e la sabbia, dopodichè li apoggio sulla sedia e li avvicino al camino, in modo da farli asciugare il prima possibile.
Mi avvicino e noto com'è pallida, respira con affanno, la scopro un pochino e verifico se il suo corpo possa avere delle ferite ed è come penso, ne trovo all'altezza del torace, nel fianco destro e dietro, sicuramente ha sbattuto contro qualche scoglio, meglio metterle l'unguento. Lo scaldo un po' tra le mani, non vorrei gelarla ancora più di quanto lo sia già, intanto mentre glielo spalmo mi continuo a chiedere che diamine ci facesse al largo, senza imbarcazioni vicine che diano a pensare che abbia naufragato. Beh, prima o poi si sveglierà e vediamo che giustificazione mi dà.
A questo punto e con questo freddo, mi conviene preparare un brodo caldo, fa bene a lei e fa bene anche a me! Tanto non è che ho molta possibilità di scelta, in frigo non c'è nulla, domani scendo in paese presto, vediamo cosa riesco a raccimolare.
Non faccio in tempo a finire di preparare il brodo, che sento movimenti provenire dal divano, le preparo il piatto e mi avvicino, ha uno sguardo impaurito, beh la capisco, in fondo non sa chi sono e dove si trova, ma non ho alcuna intenzione di dare informazioni su di me, anzi è lei che mi deve spiegare che cosa ci faceva in mezzo al mare.

Si è riaddormentata, non posso certo lasciarla sola qui sul divano, meglio che la controlli da vicino, se ha bisogno non la sento dalla camera e portarla di là non mi va di muoverla, dorme serena e le farei solo male appena la tocco. Non è la prima né l'ultima volta che dormirò in questa poltrona, tanto ormai il sonno è diventato un optional, se mi faccio 4/5 ore a notte è già tanto. La osservo, sento il respiro più leggero e tranquillo, vuol dire che sta meglio, per fortuna, non avevo certo voglia di portarla in ospedale e nemmeno di chiamare qualcuno per venire quassù. Nessuno sa della mia esistenza e di questo posto, vorrei tenerlo all'oscuro il più possibile. Certo che però mi sballa tutti i piani, devo rimandare di qualche giorno l'incontro che volevo avere, non posso lasciarla in questo stato, non mi fido. Ma guarda se adesso mi tocca fare pure l'infermiere, uff … mi scoccia terribilmente rinviare anche di poco, beh vorrà dire che potrò studiare meglio i miei diabolici piani.


Il sentiero è sempre lo stesso, le sue erbacce, le sue rocce, forse qualcosa si è modificato a causa delle intemperie del tempo, ma tutto sembra essersi fermato a quegli anni, a quei giorni in cui il mio peggiore incubo era restare nell'ombra, non avere un nome e non poter vivere con mio fratello e alla luce del sole come poteva fare lui. Proprio questo mi ha portato a organizzare il piano che volevo effettuare, che non mi è riuscito con lui, ma mi è riuscito nonostante lui.
Basta devo cancellare il passato, ora è tutto finito, tutto dimenticato, per lo meno è così che mi vogliono far credere i miei compagni, mio fratello e la stessa Dea, ma per me ci vorrà del tempo, molto tempo. Perchè di quel periodo non ho ancorta perdonato a me stesso il male che ho causato e non anche dimenticato il calore e l'unico vero affetto che anche solo per una notte, mi ha scaldato l'anima ed il cuore.....

Ok va bene, mi ha voluto ringraziare con una abbondante colazione, ma non lo doveva fare, non si doveva permettere, non è casa sua. Sono troppo adirato, già faccio fatica a guadagnarmi un po' di pane quotidiano, se poi ci mettiamo a sprecarlo con due dolcetti! Spero che i miei gesti, i miei occhi e la mia voce l'abbiano convinta a non farlo più, mi dispiacerebbe trattarla male, è pur sempre una donna, che tanto deve andarsene al più presto, anzi ora che torno la invito a riprendere la strada di casa, o di dove stava andando. Anche se non mi convince il fatto che non si ricordi, insomma, da qualche parte arriverà! Intanto le ho preso tre bei pesci che mi deve cucinare, visto che vuole tanto fare la donnina di casa per sdebitarsi.
Nel frattempo che passo veloce tra la piccola folla del porticciolo, vedo due tizi che fermano un po' di gente e ognuno di loro scuote la testa, questi imperterriti fermano tutti quanti incontrano nel loro cammino …

  • l'ha vista?

  • La riconosce?

  • Non è' passata di qua?

  • Ehi tu – ad un tratto mi fermano

  • dici a me? - mi volto ad osservare questi loschi individui

  • Si a te, da dove arrivi?

  • Che ti importa – questo tizio farà una brutta fine se non si toglie di mezzo

  • se te lo chiedo è perchè ho bisogno di informazioni

  • sono andato a pescare … - i tre pesci che porto dietro le spalle ne sono la prova – ed ora che lo hai saputo ho esaudito la tua richiesta?

  • Non fare lo spiritoso – mi parla un altro che arriva dietro di lui

  • non era mia intenzione, infatti – stringo il pugno pronto a colpirli se non mi lasciano in pace.

  • è proprio perchè arrivi dalla spiaggia ..

  • dal porto … - lo correggo

  • ok dal porto – tira fuori dalla tasca una fotografia e me la fa vedere – hai visto mica questa ragazza? - si gratta la barba incolta - I suoi genitori la stanno cercando. - chissà perchè lo sguardo smentisce le sue parole

  • manca da due giorni di casa – afferma l'altro

  • - guardo la foto, la riconosco, ma qualcosa mi dice di non fidarmi – non so se sia lei, ma ho visto una ragazza un paio di giorni fa mentre ero a pesca, me la ricordo perchè l'ho vista uscire vestita dall'acqua, non è normale una che nuoti vestita, volevo andare in suo aiuto ma è corsa via.

  • Dove? Mi sai dire il punto? - chiese tutto trafelato, mentre l'altro si passava la lingua sui denti con uno sguardo quasi assassino

  • Laggiù – indico il faro – stava salendo su un traghetto ... non so per dove, chiedete a loro dove portano

E senza attendere alcuna risposta, proseguo per la mia strada, strada che ovviamente cambio per non dare a loro opportunità di vedere in quale direzione mi dirigo.

Spero che non l'abbiamo mai trovata, che lei si sia potuta salvare dalle loro grinfie. Non pensavo che potesse andare a finire in quel modo, avrei voluto proteggerla, ma non mi è riuscito nemmeno con leio. Addirittura speravo anche che mi sentisse, che da quel promontorio udisse le mie grida, i miei richiami, non posso credere che li abbia ignorati, non ne sarebbe stata capace, non dopo …

La osservo mentre mi racconta di sua madre, di sua zia, di quei mascalzoni che volevano fare di lei a 17 anni, il divertimento di quei porci e maniaci che si divertono a pagare per un'ora di sesso, magari uomini sposati e chissà, già padri di famiglia. Mi schifa tutto questo, è vero io sto tramando per eliminare ben tre persone, non una, ma tre, ma mai e poi mai farei una cosa orribile come questa, nonostante mi stia per macchiare di omicidio.
Il cielo stasera è limpido e pieno di stelle, fa freddo, l'aria salmastra che arriva fin quassù mi inebria le narici e resterei ore ad assaporarla guardando l'orizzonte, ma è meglio rientrare, meno vedano movimenti quassù meglio è.

E adesso che ci fa qui? Ma non si era messa a letto, perchè è tornata di qua!” Io già pazienza ne ho poca, ci si mette pure lei a fare sempre di testa sua, adesso mi sente. Peccato che come mi avvicino, la vedo così rapita dal sonno e con quel viso roseo e sereno, che non riesco a svegliarla, ma la prendo in braccio e la porto in camera, adagiandola sul letto. Le sue braccia si stringono ancora di più al mio collo, sento la pressione su di esso e vedo i suoi occhi aprirsi. Mi guarda, la guardo. Mi sorride, io no. Voglio allontanarmi, non mi piace la sensazione che sto provando. Lei mi attira verso di sé, alza il viso e mi bacia, mi bacia ancora, mi accarezza le labbra con le sue, stringendo la presa ancora di più sul collo. Sospiro, vorrei ritrarmi, ma non riesco, non ne ho le forze, non so perchè, ma non riesco a resisterle e corrispondo per un attimo ai suoi baci, ma d'impulso poi mi ritraggo e lei resta sorpresa e alquanto imbarazzata, molla la presa, sussurra le sue scuse e si volta di lato dandomi le spalle. Resto lì fermo, spiazzato, confuso, incavolato con lei per aver osato farmi questo, ma anche con me per negarmi quella piacevole compagnia. Perchè si, è vero, nonostante io non la voglia qui con me per ragioni che non posso dirle, la sua presenza però mi piace e colma il vuoto che altri mi hanno lasciato. Mi abbasso verso di lei, le sposto i capelli dietro l'orecchio, lei si volta lentamente, mi guarda timorosa, io le accarezzo una guancia con il dorso dell'indice e ….

Il calore del suo corpo mi scalda l'animo, mi inebria la mente, comanda i miei sensi.
Steso su di lei non mi sazio mai delle sue labbra, del sapore della sua bocca, del profumo della sua pelle. Le sue mani timide e insicure mi accarezzano lentamente la schiena e tutto ciò mi eccita, mi piace, voglio che questo momento non finisca mai. Anche io con lentezza esploro il suo corpo, bacio ogni centimentro della sua morbida pelle, giovane, inesperta ed inesplorata. Percepisco la sua inesperienza e questo mi porta ad amare quel corpo con più passione e meno frenesia dettata dal solito sesso selvaggio di quando uno ha solo voglia di sfogare i propri istinti.
Con lei è diverso. In questo momento è tutto diverso.
In questo momento sono IO, con i propri desideri e tra le braccia di qualcuno che non nega la mia esistenza, ma che la rende partecipe della sua.
Mi lascio andare, non ho alcuna intenzione di pensare alle conseguenze per me e per lei, la voglio, l'accarezzo sui fianchi, mi abbasso a baciare la pancia, le alzo il maglione e man mano che con le labbra salgo verso il suo collo, glielo sfilo del tutto. La sento rabbrividire, non capisco se dal freddo o dall'eccitazione, ma io la stringo a me e la scaldo con il fuoco che si sta accendendo sempre di più, fino a quando i nostri corpi nudi e bramosi, hanno voglia di unirsi.
Sento il suo sussurro nel mio orecchio “non l'ho ..” ed io la blocco “shhh .. tranquilla, l'ho capito” e così lentamente e delicatamente entro in lei.
Per tutta la notte ci siamo amati insaziabilmente, non ne avevamo mai abbastanza, le nostre mani si cercavano di continuo, le nostre bocche erano assetate dei nostri baci e i nostri corpi mai stanchi di accogliere e di possedere quello dell'altro.

Ora che sei qui tra le mie braccia, in questo piccolo letto, stretta tra il muro ed il mio corpo che ti stringe a sé come per paura che tu possa svanire da un momeno all'altro, non riesco a prendere sonno, tu mi stai confondendo le idee, Olimpia, tu saresti capace di trattenere ciò che invece dovrò compiere. Vorrei tanto restare qui con te.
Le stelle ti hanno mandato da me perchè i nostri destini dovevamo incontrasi, tu scappi ed io pure. Anzi no, non sto scappando, peggio, devo fingere di non esistere, di non essere mai nato e lui vive tranquillo senza pensare un istante al dolore che io possa provare.
Ancora dormi stretta tra le mie braccia, il sole filtra dalle tendine, è piuttosto alto, è giorno inoltrato ed io devo andare. Faccio rapidamente la doccia, torno in camera e mi vesto silenziosamente, cerco di non fare troppo rumore non vorrei che ti svegliassi, se lo facessi e mi guardassi con quegli occhi limpidi e sinceri, so già che mi bloccheresti dal compiere ciò che oggi mi sono prefissato di fare e infatti non appena arrivo alla porta:

  • dove vai? - chiedi in un sussurro

  • ho un impegno – mi volto a metà, non voglio guardarti, ma di traverso vedo i tuoi occhioni che assonnati e socchiusi mi guardano ed il tuo colorito e le labbra rosee semichiuse in un timido sorriso, mi bloccano e mi tentano, ma faccio leva sulle mie forze e girando le spalle – devo incontrare una persona per un lavoro, torno presto...

 

Peccato che non è stato così, vero Olimpia?
Chissà per quanti giorni mi avrai atteso prima di capire che non sarei mai più tornato.
Quante volte ti ho chiamata da quella prigione, quante volte ho atteso il tuo arrivo, ma non saresti mai potuta venire da me, era impossibile che sentissi i miei richiami, le mie urla.
Ti ho pensata tanto quando creavo quel mondo sommerso, qualche volta ho fatto ritorno tra le acque, guardavo la casa in lontananza, non vedevo segni di vita, per ore restavo ad attendere di vederti, ma non è mai accaduto, fino a quando la ragione ha preso il sopravvento e mi ha fatto capire che sicuramente tu avevi preso il tuo cammino e raggiunto la meta che ti eri prefissata ed io dovevo solo terminare ciò che avevo pianificato.
Dopo 13 anni ormai ti sarai fatta la tua vita, sarai sposata, avrai dei figli, mi avrai dimenticato, com'è giusto che sia.
Anche io ti ho dimenticato per un periodo, troppo preso dalla brama di potere, di conquista, di distruzione.
Ora che tutto è passato, che la serenità e la pace sono tornate al Santuario, tra me e mio fratello, sono venuto qui, per ricordarti, per vedere se è rimasto qualcosa di quel periodo, se il mio rifugio, il nostro rifugio è ancora come allora. Ho bisogno di toccare questo posto, ne ho bisogno per caricare il mio animo di quell'amore che ho distrutto sul nascere.
Ed è incredibile come il tempo si sia fermato quassù, la casa è ancora in piedi, un po' rovinata nei muri esterni, ma è normale, anzi che non è crollata del tutto. Attraverso i vetri riesco ad intravedere che la mobilia interna è la stessa di quei tempi, ma come è possibile che non sia caduta in rovina? È tutto in ordine, pulito, l'avrà trovata qalcuno? Sarà abitata? Sì, sarà senz'altro così.
Sospiro, meglio andare via, non vorrei che qualcuno pensasse che sono qui per rapinarli, ci manca pure questo al mio bagaglio di vita, così non mi lascio mancare nulla! Ma soprattutto nessuno sa che sono venuto fin qua e non vorrei lo sapessero, soprattutto mio fratello, che non ama che io torni nei luoghi che mi possano portare solo brutti ricordi, anche se ….. l'ultimo ricordo che ho di questo posto, è l'unico che porterò dentro al mio cuore con amore e gratitudine.
Proprio mentre sto per raggiungere il sentiero che porta al paese, sento un fruscio alle mie spalle:

  • chi siete? - una giovanissima voce mi blocca.

  • …. - mi volto e mi trovo una ragazzina che con la legna in mano mi guarda preoccupata – non aver paura – alzo il palmo verso di lei – ero solo di passaggio.

  • si è perso? - chiede timorosa, nei suoi occhi si legge il timore che ha nei miei confronti

  • no – resto fermo, non voglio spaventarla

  • …...– mi guarda

  • sono solo passato a visitare i posti dove sono cresciuto – le sorrido

  • …. - continua ad osservarmi, fissa negli occhi

  • Non volevo spaventarti, piccola – le sorrido – mi dispiace. Non temere vado via, non ho nessuna cattiva intenzione – le sorrido nuovamente tranquillizzandola, ma lei è ancora seria che mi fissa, uno sguardo che mi tocca.

  • Lei conosce questo posto? - avanza di un passo verso di me, la sua voce è un sussurro e i suoi occhi così profondi, hanno un che di familiare

  • si – non riesco a capire perchè, ma comincio a percepire una strana sensazione – tanti anni fa, ben 13 anni fa, ho abitato in questa casa.

  • …. - lei spalanca gli occhi, la legna le cade dalle mani e si blocca a guardarmi

  • Che ti succede? - le domando preoccupato, è impallidita e il suo respiro è più affannoso – ehi non ti senti bene? - faccio per fare un passo e avvicinarmi in caso cadesse

  • lei …. lei … abitava qui ? - io accenno un sì' col capo – quindi … lei è tornato! - indietreggia di un passo

  • …. - mi stavo avvicinando per prenderle la legna, ma mi blocco. com'è possibile che mi conosca?

  • Emily! - sento passi affrettati – Emily! Con chi parli?!

La donna si avvicina, abbraccia la figlia alle spalle e preoccupata guarda verso di me, ha timore che qualcuno possa fare loro del male! Voglio rassicurare anche lei, mi avvicino per fare le mie scuse se mi sono sporto fin quassù, ma quando i nostri occhi si incontrano le parole muoiono in gola.
Lei è qui davanti a me. Mi guarda incredula.
Ed io …. beh io ….in un sussurro:

  • Olympia...
     

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: sagitta72