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Autore: Inquisitor95    14/03/2020    1 recensioni
“Valerio e Mirco sono due ragazzi molto diversi, il primo viene da una bella famiglia piena d'amore, mentre il secondo viene da una famiglia distaccata. Valerio è un ragazzo semplice, mentre Mirco è caotico. Il destino di questi due ragazzi si intreccia nel momento in cui si presenteranno nella redazione giornalistica per il quale lavora Valerio e nel quale Mirco inizierà.
Due persone diverse che si troveranno a collaborare e mentre intorno a loro si muovono problemi e situazioni, entrambi troveranno nell'altro un amico e un confidente. Ma quanto i fili del destino si intrecciano e la ruota comincia a girare, non c'è modo di fermarla, e da un'amicizia potrebbe nascere ben presto qualcos'altro...”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mirco

Capitolo Ventisei

mercoledì 24 luglio

 

 

Un istante lungo un'eternità: è quanto dura il mio “ah” seguito dal silenzio. Rifletto velocemente cercando di dire qualcosa che non lo offenda o che magari possa essere interpretato come tale da lui. Chiudo nuovamente le labbra e annuisco molto lentamente come per prendere tempo. La mia mente comincia poi a vedere la situazione analiticamente e formula una risposta adeguata.

«Se è per questo allora hai ragione, immagino che sia una cosa importante da condividere. Non è solo un simbolo, è qualcosa di più importante per due persone.» ci penso qualche secondo in più e credo di aver dato una cazzo di ottima risposta che non potesse ferirlo, oltre che all'essere sincera. Valerio sembra apprezzarlo.

«Per me come per molti altri ragazzi è difficile vivere con questa cosa. Per me è davvero importante il matrimonio, è come raggiungere un traguardo e tagliare la linea per primo: ti senti potente e vincente.» dice continuando.

Ne approfitto per bere qualche altro sorso dalla bottiglia riprendendola in mano e stringendo con l'altra mano la stecca di legno del biliardo: attraverso gli occhi di Valerio riesco a leggere che si aspetta un mio pensiero più profondo al riguardo, forse anche più personale. Come una conferma che tutto vada bene.

«A Lily piacciono le ragazze, questo mi pare di avertelo già detto. Lei è praticamente la mia migliore amica, mi capisce bene ed avendo entrambi gli stessi gusti ci viene facile parlare di questo. Per me non è mai stato un problema cosa le piacesse o chi potesse essere. L'ho sempre voluta bene per la splendida persona che è.» dico quando dopo l'ennesima sorsata vuoto completamente la birra. La poggio nuovamente nell'angolo e mi chino in avanti per prendere la mira così da colpire la palla nera.

«Dirlo a qualcuno fa comunque un po' di paura, ho notato.» dice lui alludendo a qualcos'altro, immagino che di lui sappiano anche altre persone. Valerio è un tipo abbastanza composto, forse in qualche sua movenza è strano, non proprio maschio, però è un bravo ragazzo.

«Per me non cambia nulla, te lo posso assicurare. Però hai avuto un gran bel coraggio a dirmelo. Apprezzo che tu abbia trovato la tua serenità di parola con me.» dico sinceramente, scocco il colpo e colpisco la palla facendole fare più tocchi contro le pareti, alla fine si avvicina al buco ma senza cadere mentre la bianca le resta a portata di tiro.

Valerio si sostituisce al mio posto, analizzo ogni suo movimento del viso, trattiene un sorriso con grande fatica, probabilmente non per il fatto che io gli abbia posizionato la palla vicino la buca. Il ragazzo fa scoccare l'asta e colpisce l'ultima palla facendola entrare.

Ritorna quindi in piedi e alza la mano come per invitarmi a battere il cinque. Ricambio e subito dopo chiudo la mano in un pugno che ricambia ancora. «Avevi detto che non mi avresti fatto vincere. Grazie per avermi permesso di imbucare la palla finale.» dice lui.

«È stato un caso, non era mia intenzione farti vincere, te l'ho già detto. La prossima volta non sarai tanto fortunato.» dico restando serio, il ragazzo sembra credere alla mia bugia, nelle mie parole c'è anche l'invito ad una futura sfida.

«Posso chiederti da quanto tempo lo sai di essere attratto dai ragazzi?» chiedo a Valerio quando abbandoniamo il tavolo da biliardo e ritorniamo seduti tranquillamente. Il ragazzo alza gli occhi pensieroso.

«Probabilmente da sempre, da bambino magari ero troppo giovane per capirlo ma fin dalle materne preferivo giocare con le bambole.» risponde il ragazzo con un velo di imbarazzo, mi esce spontaneamente una risata e lui sembra sciogliersi di più dalla tensione.

«Scusa non volevo ridere, però è davvero divertente l'immagine. Non ricordo con cosa giocavo da piccolo, ma credo di aver sempre preferito i dinosauri. Mi dicevi di conoscere la tua migliore amica fin dalle materne: giocavate insieme?» chiedo, improvvisamente sento la gola secca e il disperato bisogno di bere qualcosa. Vedo che Valerio ha ancora metà birra dentro la sua bottiglia.

«Sì, in effetti. Immagino siamo diventati amici proprio perché giocavamo insieme. Non ho mai detto a nessuno cosa provassi fino a qualche settimana fa. Ma Alice e gli altri lo hanno sempre saputo, in fondo.» risponde Valerio.

Senza chiederglielo, allungo la mano per prendere la bottiglia dalle sue mani e bevo alcune sorsate poggiando la bocca senza farmi problemi. Immagino che questo possa anche dire a Valerio che non ho paura che standogli vicino possa cambiare idea sui miei gusti, come probabilmente ne è convinto Leonardo.

Il ragazzo è abbastanza stranito quando gli porgo nuovamente la sua bottiglia e gli faccio una smorfia. «Che fai? Non dirmi che ti impressioni se abbiamo bevuto dalla stessa bottiglia.» gli dico canzonandolo.

Quasi come pensasse che io mi sia offeso, il ragazzo riprende la bottiglia in mano e beve qualche sorsata arrivando a vuotarla insieme a me.

Prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca e l'accendino e ne accendo una dando alcune boccate. «Hai avuto un gran coraggio. Non credo che sia da tutti riuscire a dire una cosa così importante. Io probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di dirlo!» cerco di fare una battuta e mi appoggio sullo schienale, Valerio fa un mezzo sorriso in risposta.

«Sapessi quante volte ho sentito questa frase! Non intendo dal vivo, ma ammetto di essere iscritto in qualche sito di chat. C'è gente strana certe volte, ma spesso anche tipi apposto e pare che la frase che hai appena detto tu sia la più gettonata.» dice lui.

Colgo questa sua confessione per scherzare ancora un po' in modo da dimostrare definitivamente di non avere problemi. «Sito di chat eh? Dì la verità: porno a tutta forza? Immagini di cazzi e culi in giro per il social?»

«No, macché. O meglio, ci sono anche i porno, direi una cazzata se dicessi di non averli mai visti.» ammette il ragazzo, annuisco soddisfatto della confessione.

«E bravo il nostro assistente, sembravi tanto santerello ma finalmente vedo il tuo lato più oscuro: mi piace!» dico scherzando un po' con lui, credo che Valerio sia totalmente a proprio agio adesso e lo vedo dalla postura più rilassata, anche lui si poggia sullo schienale.

Nuovamente sento il cellulare vibrare nella tasca del pantalone e approfitto dell'attimo di silenzio per vedere anche l'orario.

°Franz:

Dove sei? Ti sei dimenticato dell'appuntamento

nella Villa o sei morto?

°Mirco:

Di che stai parlando? Quale appuntamento?

°Franz:

Non hai letto i messaggi sul nostro gruppo.

Ho visto adesso. Sei un coglione.

Stiamo giocando a poker, ti va?

°Mirco:

Cazzo fratello, mi piacerebbe ma ormai si è fatto

tardi. Magari per la prossima?

°Franz:

Va bene, ho capito. Sei da Alessia.

Alla prossima.

Le mie dita si bloccano prima di poter scrivere che non sono con Alessia e che sono al pub con un mio amico. Alzo appena lo sguardo in maniera furtiva e noto che anche Valerio ha gli occhi sul proprio cellulare.

“Non voglio che Franz sappia che sono con Valerio. Voglio che resti una cosa mia!” mi ritrovo a pensare, evito quindi di rispondere ulteriormente al ragazzo mentre con la testa penso alla mia reazione.

«Si è fatta l'una passata. Comincio ad essere stanco...» dice il ragazzo sbadigliando appena, in effetti anch'io mi sento davvero stanco dopo il pomeriggio con Alessia.

«Sì anch'io. Mi sa che la nostra serata finisce qua, anche perché domani ho il turno di mattina e volevo essere in ufficio un po' prima, sincero. Tu che turno hai?»

«Da pomeriggio fino a sera. Ci vediamo domani allora.» dice infine Valerio, detto questo ci separiamo e ognuno torna alla propria auto, l'ultima cosa che vedo è che Valerio sembra davvero molto tranquillo.

Durante il tragitto verso casa rifletto ancora sulla confessione del ragazzo sui suoi gusti sessuali e di come nel giro di pochi mesi non solo lui si è ritrovato a dire cose personali ma anch'io: gli ho detto dei miei problemi con Alessia a letto e delle problematiche della mia famiglia.

“In pochi mesi abbiamo fatto da zero a cento chilometri! Non credevo davvero che esistessero ancora persone del genere.” mi ritrovo a pensare mentre lascio che la musica della radio suoni senza soffermarmi sulla canzone in riproduzione.

“Mi sembra tutto così strano; Valerio probabilmente è il primo ragazzo gay che mi capita davvero di conoscere, i due Matteo non li conto neanche. Mi sembra di conoscerlo da un sacco di tempo.” continuo a riflettere.

Svolto l'angolo della strada e per la testa mi passano decine e decine di domande e curiosità che vorrei chiedere al ragazzo, fargli domande più personali, sulle sue relazioni e su molto altro. Grazie a Lily so più o meno come funzionano le cose tra due ragazze ma in qualche modo sentirle da qualcuno che ci è veramente dentro è più interessante.

Quando arrivo sotto casa però i miei pensieri mutano e diventano più inquieti. “Ma alla fin fine cosa me ne faccio di sapere come scopano due ragazzi? Non ci vuole molto, uno dei due lo prende in culo mentre l'altro lo da. Non può essere tanto diverso da un rapporto tra un ragazzo e una ragazza.” penso ancora.

Decido di mettere un punto ai pensieri quando finalmente mi ritrovo disteso sul letto e osservo il tetto della mia camera mentre il ventilatore mi rinfresca appena con l'aria della calda notte d'estate: anche se mi ritrovo con solo gli slip indossati sono completamente sudato.

La mia mente trova quiete e cade nei sogni dopo pochi minuti ma non prima di aver controllato l'orario. Quando del cellulare suona mi sembra che sia passato troppo poco tempo ed ho l'impeto di spegnerla e tornare a dormire se non fosse che sono già le otto e ho bisogno di farmi una bella doccia fredda anche per “raffreddare” tra le gambe!

Una volta preparatomi vado in ufficio ma senza riuscire a rispettare il mio desiderio di andarci prima dell'inizio del mio turno effettivo; la giornata passa piuttosto lentamente finché poi alle tre del pomeriggio non viene Valerio e le successive tre ore passano troppo velocemente.

Ridiamo e scherziamo come sempre e tra una cosa e l'altra capita di fare una battuta su qualcuno dei ragazzi che ci sono all'interno dell'ufficio. Valerio mi risponde senza problemi, a bassa voce ovviamente e io mi accerto che non ci sia nessuno ad ascoltare prima di fare un domanda.

Quando il mio turno giunge a termine quasi quasi mi dispiace lasciare Valerio là da solo. Tuttavia ne approfitto per andare alla tavola calda di Lily e parlare un po' con lei. Saluto quindi il mio nuovo amico e una volta uscito dal parcheggio mi muovo verso la periferia.

A “L'Angolo del panino” non c'è ancora molta confusione essendo appena le sette e io mi ritrovo a non avere particolarmente fame. Lily è in turno ovviamente e mi fa accomodare su un tavolo senza troppi giri di parole.

Prende la mia ordinazione e dopo averla poggiata sulla finestra che da sulla cucina, la ragazza torna da me soffermandosi qualche minuto per parlare.

«Allora? Com'è andata a lavoro?» chiede lei molto gentilmente. Annuisco senza proferire parola visto che la mia mente gravita su un altro punto.

«Sì, tutto ok. Giornata del cazzo ma è andata bene. Sapevi che la nuova squadra di calcio è entrata nella semifinale? Era una delle notizie più interessanti di oggi!» dico rispondendo alla ragazza, lei fa un mezzo sorriso dopo di ché decido di attuare il mio piano.

«Stavo pensando, ti ricordi di quando mi hai detto che ti piacevano le ragazze?» chiedo restando serio in volto, Lily fa un'espressione stranita e un mezzo sorriso e mi fissa con i suoi occhi scuri.

«Io ti avrei detto cosa? Ti ricordo che mi hai trovato nel bagno delle femmine mentre mi stavo baciando con una! Non credo si possa dire che “io te l'abbia detto”.» dice lei, ridacchio perché mi ero dimenticato di quel ricordo.

Annuisco battendo il pugno sul tavolo. «Cazzo sì! Ero riuscito a convincere Stefania Taralli della 3°B a farsi scopare nel bagno. Tra tutte le mattine dovevi proprio scegliere quella per sbaciucchiarti con una?» le dico a mo' di rimprovero, Lily sbuffa a ridere incredula e mi sguardo con gli occhi spalancati.

«Serio? Tu volevi scoparti una nel nostro bagno! Eri tu l'intruso della situazione, guarda. E poi te la sei portata comunque nel bagno del piano di sopra e te la sei fatta lo stesso, quindi non lamentarti.» dice in risposta, vorrei contraddirla ma mi ritrovo ad alzare le mani e ad accettare la sconfitta perché ha ragione.

«Un giorno fortunato.» commento, aspetto qualche istante per poi continuare a parlare. «Però grazie a Stefania Taralli siamo diventati più amici. Il nostro rapporto è diventato più solido, se non ti avessi scoperta probabilmente non me lo avresti mai detto e chissà...»

«Probabilmente in un altro universo le cose sono andate diversamente e non siamo amici!» dice sarcasticamente, le sue parole però mi colpiscono perché si tratta proprio della Teoria delle Stringhe di cui mi parlava Valerio diversi giorni fa: esistono infiniti universi, tutti diversi dal nostro.

«Chi può mai saperlo. Sinceramente non ci tengo a scoprirlo.» dico, faccio un'altra pausa e riprendo. «Pensi mai a questa ipotesi? Hai avuto modo di condividere con me questa parte importante della tua vita, come facevi a sapere che ti potevi fidare di me? Prima di allora non avevamo un rapporto così tanto stretto...»

«Non saprei dirti.» mi risponde Lily facendo spallucce, capisce che sto cercando di approfondire l'argomento quindi si affretta a continuare. «Sei un bravo ragazzo, questo l'ho capito. Hai una facciata da duro, sei molto forte e credo che nulla finora ti abbia mai fatto piangere. Hai preso bene anche la situazione tra i tuoi genitori; sei un uomo con le palle! Credo che sapevo che avresti capito.»

«Capito cosa? Che il mondo è pieno di gay e lesbiche? Mi bastano i film porno per saperlo?» dico cercando di fare una battuta, la ragazza scuote il viso e alza gli occhi al cielo con un sorrisino stampato sulla faccia.

«Sei un'idiota quando fai così! Però penso tu abbia capito a cosa mi riferisco.» dice lei, effettivamente annuisco: lei ha capito che si poteva fidare di me, ha capito che sarei stato dalla sua parte. “Forse anche per Valerio è stato così?”

«Come mai tutte queste domande?» chiede infine Lily, avevo già dato per scontato che mi avrebbe chiesto qualcosa e quindi mi ero già preparato una scusa fin da stamattina.

«Stavo riflettendo. Uno degli articoli che ho letto parlavo proprio dell'outing di un ragazzo alla propria famiglia. Tu sei come una sorella per me e mi ha dato molto da pensare questa cosa.» dico molto tranquillamente, evito però lo sguardo di Lily che si gira di scatto verso il campanello che ha appena suonato.

«Torno subito.» dice alzandosi, prende il vassoio con le patatine fritte e la bibita che ho ordinato e me lo porta soffermandosi ancora qualche minuto. «È un discorso molto profondo. Ma sembra che ci sia altro che vuoi chiedermi?» intuisce lei.

«Non nel particolare. Voglio dire...» le parole si fermano mentre sto per dirlo. Non voglio dire di Valerio e della sua confessione neanche a Lily, per lei non ho segreti ma una parte di me non vuole che lo sappia.

“Voglio tenere Valerio solo per me. Come se fosse una cosa mia.” mi ritrovo a pensare, probabilmente Lily vede anche la mia incertezza sul viso e inclina il viso capendo che le sto chiaramente nascondendo qualcosa.

«Non è che stai pensando di andare con i ragazzi eh!? Poi chi si sopporterebbe Alessia!» scherza un po' la ragazza, ridacchio insieme a lei e scuoto il viso.

«Sarebbe uno spreco per il ben di Dio che ho tra le gambe!» mi vanto insieme a lei, la ragazza fa una mezza smorfia e le vengono i brividi alla schiena mentre ci pensa.

«Sei un porco!»

Rido ancora un po' con lei e poi sentiamo entrambi la porta della tavola calda che si apre e vediamo comparire due cliente. Lily mi getta subito un'occhiata e la lascio tornare al suo lavoro mentre mangiucchio le patatine fritte.

“Forse dovrei farmi meno domande. Lily ha creduto in parte alla mia versione dei fatti però non chiederà se capisce che non voglio parlarne troppo. Inoltre non mi tradirebbe mai parlandone con Alessia; lei si che sarebbe veramente stressante da gestire. Anche se in fondo credo che andrebbe d'accordo con Valerio.

Qualche minuto più tardi esco dalla tavola calda e me ne torno a casa per qualche oretta prima di passare a prendere Alessia, stasera giocata alla Villa insieme agli altri e staremo un po' di tempo tutti insieme.

Quando torno a casa sento l'ambiente quasi del tutto vuoto, mia madre che come sempre sta sulla sua poltrona davanti la televisione in cucina; Gabriella invece è a lavoro mentre mio padre sarà rinchiuso in qualche bar a ubriacarsi e a maledire il mondo e i suoi errori.

«Ciao ma'.» saluto la donna senza soffermarmi sulla porta e lei mi ricambia con un debole rantolo, vado in camera mia dove mi chiudo a chiave; mi avvicino alla piccola scrivania tirando fuori dal cassetto e le cuffiette che collego al cellulare e avvio la playlist con la musica a tutto volume.

Tolgo la camicia e il pantalone restando con la slip e mi butto sul letto qualche minuto, poi mi addormento e i minuti si trasformano in ore quando sento il cellulare cambiare motivetto e la vibrazione mi sveglia dal mio coma!

«Ehi amore...» rispondo con la voce roca appena leggo il nome di Alessia sullo schermo, approfitto per vedere anche che ore si sono fatte: sono le dieci di sera passate.

«Oi, sono pronta. Tu a che punto sei? Che hai?» chiede velocemente accorgendosi che ho la voce strana. Ritardo a rispondere e mi passo la mano sugli occhi e sul viso.

«Niente, mi ero mezzo appisolato. Il tempo di vestirmi e della strada e arrivo.» dico rispondendo velocemente, la sento mugugnare qualcosa e poi chiudiamo il telefono visto che tra pochi minuti ci vedremo.

Quando sono sotto casa di Alessia vedo che la bionda ragazza esce dalla porta e che alla finestra c'è l'ombra del padre che la tiene d'occhio; ho il finestrino abbassato e il braccio che sporge fuori con una sigaretta tra le dita dal quale fuoriesce un leggero fumo.

Alzo appena la mano inclinando il polso e facendo un saluto all'uomo che appena vede il mio gesto scompare dalla finestra. Mi sfugge un sorriso, almeno però gli è passata un po' l'incazzatura dall'ultima volta.

«Ehi!» dice Alessia appena sale in macchina, si tiene la borsetta stretta e si avvicina a me per salutarmi, ricambio il bacio sulle labbra e poi metto in moto. «Hai già cenato?» chiede lei, ormai però conosco il tono circospetto di Alessia e quando lo usa non è mai un bene.

«Sì, ho mangiucchiato qualcosa. Nulla di speciale, non avevo molto fame.» dico senza troppi dettagli, non è una cosa al quale do molto peso l'essere andato da Lily e neanche lei gliene darebbe.

«Che hai mangiato di bello?» chiede ancora mentre ci muoviamo lungo la strada che porta alla parte della periferia più esterna alla città. “Sempre più sospetta.”

«Sono stato da Lily, ho mangiato delle patatine fritte. Nulla di speciale, te l'ho detto.» dico insistendo, la ragazza sempre farsi bastare quella risposta a forza, mi viene il dubbio che abbia saputo che ero da Lily prima ancora che io glielo dicessi.

“Devo averne parlato con Lily, ovviamente.” giungo a conclusione, e questo mi conferma i passi che ho compiuto oggi: ho fatto bene a non parlare di Valerio.

  
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