Hitmen for Hire.
L'abbiamo chiamato così.
Abbiamo girato il primo filmato, è stato davvero divertentissimo.
Prenderemo il primo premio in montaggio audiovisivo, me lo sento.
In fondo non siamo nient'altro che quello che vorremmo essere:gli incubi dei furbetti che si sento gangstar, i cappellini bianchi, i pezzi di merda.
Per la fretta, io ed Eric ci siamo scambiati i trench coat.
Il suo mi arrivava a stento a metà coscia, il mio gli sfiorava le caviglie.
Recitare il monologo è stato... Imbarazzante.
Ho avuto bisogno di tre takes.
Le mie guance avvampavano, ridevo per nascondere il mio disagio.
Eric è molto più naturale di me, devo ammetterlo.
Sembra nato per questo ruolo.
Siamo pronti per sfondare come stelle del cinema.
Si, il cinema dell'oltretomba.
Si avvicina Natale e la mia solitudine diventa sempre più imponente e dolorosa.
Niente può lenire questo dolore infame.
Ogni tanto ripenso a Robin, ma cerco di non farlo perché l'epilogo è sempre lo stesso: lacrime e tagli.
Le mie braccia sono piene, il mio cuore non lo sarà mai abbastanza perché ci sarà sempre gente pronta a calpestarlo.
Ho bisogno di essere amato.
Ho fottutamente bisogno di amare ed essere amato.
Ma faccio paura, le ragazze fuggono quando mi vedono passare.
Sono un mostro.
Un mostro con un cuore che batte ancora ma sempre più flebilmente.
Un cuore che ha bisogno di un'ultima scossa prima di completare la sua corsa.