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Autore: funny1723    17/03/2020    0 recensioni
Dal testo:
"In vita sua, Draco Malfoy non avrebbe mai pensato che prima o poi si sarebbe trovato ad abbracciare Hermione Granger. Dopotutto ad Hogwarts i rapporti fra lui e la strega erano sempre stati piuttosto…tesi, ecco."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Haunted heart'
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I LOVE HER STILL, I ALWAYS WILL








I want her back and then she wants me too,
I'm sorry for the things I didn't want to do,
I want her back and I, I want her to know,
I








In vita sua, Draco Malfoy non avrebbe mai pensato che prima o poi si sarebbe trovato ad abbracciare Hermione Granger. Dopotutto ad Hogwarts i rapporti fra lui e la strega erano sempre stati piuttosto…tesi, ecco.
Draco non era mai stato completamente certo del perché, ma la Granger lo innervosiva. All’inizio, quando era un ragazzino sciocco e arrogante, aveva pensato fosse a causa delle sue origini. Una mezzosangue ad Hogwarts, una mezzosangue che aveva il diritto di camminare per i suoi stessi corridoi, di mangiare nella stessa stanza in cui mangiava lui. Ripugnante.
Poi però crescendo le cose erano cambiate, Silente era morto, Narcissa era diventata l’ombra di se stessa, Piton se n’era andato, il Signore Oscuro era stato infine sconfitto. E Draco si era ritrovato solo.
Tutto era andato perduto.
All’inizio era stata dura per lui accettare il cambiamento, dopotutto aveva passato gran parte della sua vita a credere di essere migliore di chiunque altro solo grazie al cognome che portava, ma alla fine non è questa l’eterna bellezza dell’uomo?, il costante mutamento dell’essere.
E così, come un bruco che esce farfalla dalla crisalide, Draco si era evoluto.
Con il cambiamento era arrivata la consapevolezza e con essa la vergogna. Dopo Hogwarts, dopo tutto quello che era accaduto, Draco si era ritrovato sempre più spesso con un solo pensiero a corrodergli la mente: Hermione Granger. Lei che era sempre stata più forte e nobile di quanto lui non sarebbe mai potuto essere, lei che si era dimostrata più coraggiosa, più pura, più forte.
Hermione era stata l’eroina perfetta: umile e intelligente e caparbia; la dimostrazione umana che i muscoli non vincono sul cervello e che la purezza del sangue non determina le capacità di una strega.
Draco ripensava spesso e con orrore agli anni che aveva passato insultandola, odiandola, credendosi migliore di lei. Lui che era stato immobile quando Bellatrix l’aveva seviziata (più per paura che per ideale), lui che quando la battaglia finale era giunta aveva battuto la ritirata, lui che non aveva niente da perdere e che comunque aveva perso tutto.
E alla fine aveva capito, aveva capito che Hermione non lo innervosiva a causa delle sue origini; ad innervosirlo erano il bagliore nei suoi occhi ogni volta che sapeva la risposta ad una domanda di un professore, il modo in cui i suoi capelli si increspavano ogni volta che pioveva, il broncio che faceva quando i suoi amici non la ascoltavano…
Sostanzialmente,  Hermione Granger lo innervosiva perché lo attraeva.
Quando lo aveva capito si era sorpreso nello scoprire che l’unica cosa che questa consapevolezza suscitava in lui era sollievo. Niente imbarazzo, niente vergogna, niente orrore. Solo sollievo.
All’idea di quello che avrebbe detto Lucius se fosse stato lì e avesse saputo, gli fece venire da ridere.
Aveva pensato all’inizio di cercare di contattarla, chiederle scusa, fare ammenda; ma alla fine il tempo era passato, inesorabile, e Draco si era ritrovato ad essere un uomo con in testa il ricordo degli errori di un ragazzo che pian piano andavano sbiadendo.
E quindi no, dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che aveva – e soprattutto non aveva – fatto, Draco non si sarebbe certo aspettato di ritrovarsi un giorno ad abbracciare Hermione Granger. Eppure, eccolo lì. Certo, andava però detto che vista la situazione il loro non si poteva esattamente definire un contatto volontario, anzi, era più che altro un’imposizione dovuta al poco spazio.
Draco cercò di tenersi più saldamente al bracciolo del treno sopra alla sua testa, mentre Hermione spostava la testa il più possibile lontana dal suo petto.
Quando aveva sentito qualcuno premersi contro di lui nel momento in cui il treno aveva iniziato a riempirsi, si era infastidito molto, ma quando poi abbassando la testa aveva scoperto che suddetta persona altri non era che Hermione Granger il suo cuore aveva fatto una capriola.
Lo stesso però non era successo alla strega, che nel momento in cui aveva notato che il corpo contro cui era schiacciata di altri non era che di Malfoy, aveva messo su un’espressione inferocita e con nonchalance gli aveva gentilmente e con grazia pestato un piede.
Hermione cercò di spingersi ancora più lontana, rischiando di finire in braccio alla vecchietta seduta dietro di lei.  
“E smettila Granger, non vedi che non puoi andare da nessuna parte? Vuoi rischiare di fare cadere qualcuno?”  
Fra tutte le cose che avrebbe mai pensato di dirle se per caso avesse avuto la fortuna di rincontrarla, quella non era di sicuro in cima alla lista (o in generale nella lista).
Hermione alzò un sopracciglio. Sembrava infastidita dalla sua presenza, ma non…disgustata. Nei suoi occhi non c’erano accuse silenti, non c’era rancore. Era come se dopo quello che era accaduto, dopo la Guerra, dopo Silente, dopo Malfoy Manor, lei comunque non lo ritenesse un mostro. Draco sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
“Forse se tu non puzzassi come una ciminiera io non sarei costretta ad allontanarmi per poter respirare, no?”
Alzò un sopracciglio e strinse le labbra come fosse un’insegnante davanti ad un alunno che non aveva fatto i compiti. A Draco venne quasi da ridere.
“Sei ancora terribilmente irritante, eh?”
“E tu sei ancora terribilmente maleducato?”
Mentre il treno curvava, facendo sbilanciare tutti i passeggeri e costringendo di conseguenza Hermione ad appoggiarsi a lui, Draco si ritrovò a sorridere.
Forse non tutto era perduto in fondo.      
 
   
 
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