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Autore: Inquisitor95    18/03/2020    1 recensioni
“Valerio e Mirco sono due ragazzi molto diversi, il primo viene da una bella famiglia piena d'amore, mentre il secondo viene da una famiglia distaccata. Valerio è un ragazzo semplice, mentre Mirco è caotico. Il destino di questi due ragazzi si intreccia nel momento in cui si presenteranno nella redazione giornalistica per il quale lavora Valerio e nel quale Mirco inizierà.
Due persone diverse che si troveranno a collaborare e mentre intorno a loro si muovono problemi e situazioni, entrambi troveranno nell'altro un amico e un confidente. Ma quanto i fili del destino si intrecciano e la ruota comincia a girare, non c'è modo di fermarla, e da un'amicizia potrebbe nascere ben presto qualcos'altro...”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Valerio

Capitolo Ventisette

venerdì 2 agosto

 

 

Un dolce profumo riempie l'aria della strada nonostante il terribile e pesante puzzo del fumo dei gas di scarico delle altre auto, il suono di un tuono riempie la città e alzo lo sguardo verso il cielo e la distesa di nuvole grigie che lo riempiono. Un vento non troppo forte smuove alcune carte che qualcuno ha buttato per terra.

“Probabilmente pioverà, un bel temporale estivo. Ci vorrebbe proprio visto che nel pomeriggio sono in ufficio.” penso tra me e me, poi la vibrazione del cellulare mi fa distrarre dai miei pensieri.

Rispondo al messaggio da parte di Alice scrivendole che io sono già davanti al bar e che sto aspettando lei; pochi secondi dopo la ragazza risponde che mi vede e che mi raggiunge. Alzo quindi lo sguardo guardandomi in tutte le direzioni per cercare di localizzare la ragazza; la vedo distante dall'altro lato della strada, indossa un paio di shorts non troppo attillati e una canottiera con sopra il personaggio di un cartone animato, alle spalle ha uno zainetto piccolo e quando arriva davanti al negozio di scarpe non si sofferma minimamente, attraversa la strada e si trova davanti a me.

«Scusa il ritardo, ho avuto un piccolo imprevisto e non sono riuscita a fare prima. Come va?» chiede lei con tono amorevole, annuisco salutandola prima.

«Tutto bene, sono solo un po' stanco da ieri. Io e Rob abbiamo fatto nottata giocando col suo nuovo videogioco e non mi sono ancora ripreso. Fortuna che oggi lavoro nel pomeriggio almeno dopo pranzo posso riposare un po'.» le rispondo.

Cominciamo a camminare fianco a fianco, lei tiene le braccia al petto mentre io metto le mani all'interno della tasca del jeans. La gelateria si fa sempre più vicina a noi e non vedo l'ora di entrare così da fare colazione.

Alice però è chiaramente impaziente di sapere le novità che le sto portando. «Allora: mi vuoi dire che succede? Non ho dormito tutta la notte nell'attesa!»

Ridacchio appena e le dico di aspettare ancora pochi secondi, entriamo all'interno della gelateria e ci sediamo in uno dei tavolini più lontani dal bancone, ben presto il cameriere arriva da noi con un block notes per prendere la comanda e ci chiede cosa prendiamo.

«Cheescake alla fragola per entrambi.» ordina Alice prima che io possa parlare. «E per me una cioccolata calda. Tu cosa vuoi da bere?» chiede.

«Sono a posto così.» rispondo, il ragazzo a quel punto scompare dalla nostra vista e mi ritrovo nuovamente solo con Alice che mi fissa attentamente. «Non ti aspettare nulla di importante, non vorrei che ti facessi strane idee.»

«Vuoi parlare o devo cavarti io le parole di bocca?» mi ripete lei per l'ennesima volta, a quel punto decido di dirle le novità importanti che ci sono.

«Ho detto a Mirco che mi piacciono i ragazzi.» la butto lì come se fosse una cosa di poco conto anche se dentro di me sento lo stomaco ancora rivoltarsi per l'ansia che questa cosa mi ha generato.

Alice ha una reazione di blocco, il suo sguardo sembra spegnersi e continua a guardarmi come se aspettare ancora di sapere la notizia. «Mirco?»

«Sì, il Secondo Assistente. Ti ho detto che sono uscito qualche volta con lui dopo lavoro e...» la ragazza frena le mie spiegazioni scuotendo il viso e allungando le mani verso di me per interrompermi.

«So benissimo chi sia! Ti ricordo che ti ascolto quando parli ed è già capito altre volte che lo nominassi e sai che ho una memoria di ferro.» risponde lei in un primo momento, non capisco dove vuole andare a parare.

«Quindi?»

«Ecco... anche per quel poco che mi hai detto di lui, non sono sicuro che sia stata una scelta saggia. Voglio dire, è sempre una persona che hai conosciuto in ambiente lavorativo e lo conosci da pochissimo tempo.» risponde la ragazza cominciando un discorso, fa una breve pausa nel quale arriva la nostra ordinazione e il cameriere lascia tutto sul tavolino; Alice gli passa una banconota per pagare così da non doverlo fare dopo.

«Che vorresti dire? So che non lo conosco benissimo però abbiamo parlato tanto delle nostre cose e... ho la stessa sensazione che ho avuto quando mi sono seduto con Rob alle superiori.» le dico ancora.

La ragazza però scuote il viso e non sembra per niente concordare con me. «Non credo che l'esempio di Rob sia l'ideale. Tra l'altro hai aspettato otto anni per dirglielo. Sì, va bene che probabilmente tutti noi lo avevamo già capito, ma è diverso. Noi ci conosciamo da anni, tu conosci questo ragazzo da pochi mesi... come sai che non sfrutterà questa cosa contro di te?»

Stavolta sono io a scuotere il viso. «Be' non credo che possa essere un problema. So che ci sono altri assistenti gay. Inoltre il Signor Cattaneo mi conosce bene ed è un uomo dalla mente aperta. Non è di certo una cosa che può sfruttare contro di me, ti pare?»

Il cameriere torna per l'ultima volta al nostro tavolo e mi sento molto irritato da questa nuova interruzione, ci limitiamo a ringraziare; prendo la forchetta da dessert che si trova nel piattino dove riposa una grossa e spessa fetta di cheescake ricoperta di glassa rossastra che cola in maniera invitante, ne assaggio un pezzo per sentire subito il dolciastro sapore della glassatura con il contrasto del gusto semi-dolce del formaggio.

«Non so, non mi convince tanto questo tipo. Magari è perché non l'ho mai visto: dovresti provare a farlo uscire con noi, magari chissà accetta...» dice lei, ma l'idea mi sembra una follia, invitare Mirco a uscire a bere per me è stato già abbastanza ansioso, figuriamoci invitarlo per uscire col mio gruppo di amici.

«Ci penserò su. Mi mette in ansia parlare con lui o invitarlo e prenderci qualcosa insieme.» rispondo sinceramente, a quelle ultime parole la ragazza mi guarda stranita e so già la domanda che porrà.

«Perché?» mi limito però a fare spallucce e lei cambia espressione, sembra incuriosita. «Vorrei dirti, almeno credo, che forse la sensazione che hai avuto nei suoi confronti non ti ricorda Rob. Magari lo colleghi più a Michele...»

Alzo la testa di scatto sapendo che sta insinuando qualcosa che non vorrei. «Non mi piace Mirco!» dico ridacchiando e alzando gli occhi al cielo, evito il contatto visivo e questo in qualche modo le serve da prova.

«Io penso che un pochino di piace. Magari lo “sfrutti” per dimenticare Michele, magari un po' ti piace fisicamente e sembra avere molti interessi comuni ai tuoi. Scrive, ascolta buona musica e andate molto d'accordo.» Alice comincia a psicanalizzarmi parlando proprio come una dottoressa, peccato che abbia poi scelto di fare l'avvocato. «Non ci sarebbe nulla di male se ti piacesse, però devi tenere conto che è fidanzato e questa cosa... potrebbe giovare a tuo favore se fosse fidanzato con un ragazzo. Ma si tratta di una ragazza questo la dice lunga sui suoi gusti...»

«Mica me lo voglio sposare o voglio che sia il mio compagno di vita eh!» alzo le mani per fermare Alice prima che continui il discorso. «Stiamo correndo troppo...» ma ancora una volta Alice capisce che sto cercando di sviare l'argomento e la risposta.

«A te piace Mirco?» chiede lei direttamente.

Non saprei cosa rispondere, in effetti. Come dice lei, abbiamo molte cose in comune e molti interessi soprattutto. Anche caratterialmente penso che siamo molto simili; valutando il lato estetico poi non posso nascondere che lui sia un bel ragazzo: alto, biondo con gli occhi verdi e pieno di tatuaggi, una cosa che in qualche modo mi affascina a tal punto da desiderare anch'io un tatuaggio nonostante non abbia mai voluto effettivamente farlo.

«Mi interessa come persona. Per questo credo che per me potrebbe essere un buon amico e io... be' io sono un buon amico per tutti.» dico cercando di scherzare con lei.

Alice scuote il viso facendo una mezza smorfia e un sorriso. «Sei un buonissimo amico, il migliore che io abbia e che si possa desiderare. E Mirco o chiunque altro dovrebbe essere onorato di esserti vicino, quindi... se ti sei sentito di dirgli di te, allora va bene.» dice lei.

Ma il tono della sua voce lascia trasparire che la frase continua con “ma fai comunque attenzione”. Un avvertimento velato, mi piacerebbe molto poterle fare incontrare Mirco, magari un giorno capiterà davvero.

La ragazza finisce per prima la sua fetta di dolce mentre io mi ritrovo ad essere ancora a metà porzione; nel frattempo all'esterno sento un altro tuono rombare nell'aria, segue un leggero scroscio, sia io che Alice ci voltiamo verso la vetrata vedendo che una leggera pioggia comincia a cadere dal cielo, decidiamo di ignorarla.

«Dobbiamo comunque trovargli un nome. Non possiamo di certo parlarne in pubblico nominandolo a destra e a sinistra se facciamo certi discorsi eh...»

Alice alza gli occhi pensierosa e ci mette pochi istanti a decidere quale potrebbe essere il nome in codice perfetto. «Che ne pensi di “Tu-sai-chi”? Non è il massimo ma almeno non è un nome. Oppure lo chiamiamo Osvaldo. O perché no, Ambrogio. Ti piace?»

« Tu-sai-chi andrà più che bene! Non voglio un Osvaldo o un Ambrogio. E usare questi due nomi mi fa troppo ridere!» rispondo sinceramente, la ragazza fa una mezza risata e finalmente mi posso dedicare anch'io al terminare la mia porzione di torta mentre i miei pensieri continuando a vagare sugli avvertimenti della mia amica.

Ma io sono troppo testardo per poterle dare ascolto e una parte di me vuole essere ancora più vicino a Mirco di quanto non sia già, ho già un migliore amico... e forse Alice non ha tutti i torti quando dice che cerco qualcosa di più. Ma so anche che Mirco non è quel genere di ragazzo...

“Quindi nel caso in cui dovessi farmi strane idee mi ricorderò di stare coi piedi per terra e tutto andrà bene.” penso tra me e me, infine io e Alice restiamo ancora un po' nella gelateria, poi decidiamo di separarci visto che lei deve andare allo studio dell'avvocato dove fa il tirocinio, io invece posso tornare a casa e godermi un po' la mia stanza e il mio salotto in totale tranquillità scribacchiando qualche idea sul mio taccuino degli appunti.

Dopo pranzo riesco a riposare e ho anche il tempo di farmi una bella doccia fredda prima di andare poi a lavoro dove il pomeriggio trascorre velocemente nell'attesa che Mirco mi raggiunga poi per completare il suo turno di lavoro. Quando il ragazzo arriva in ufficio gli faccio un saluto con la mano mentre lui mi fa cenno col viso.

«Ehi. Come va?» chiede lui amichevolmente avvicinandosi alla scrivania, alza il cinque in aria aspettando che io ricambi il saluto e dopo mi fa cenno di dargli il pugno.

«Tutto bene, oggi è arrivato un po' di lavoro e il telefono non smetteva di suonare. Almeno mi sono passato un po' il tempo. Invece te come va?» chiedo, sembra piuttosto sfuggente come se non volesse scendere nei dettagli ed evita il contatto visivo con me.

«Sì, tutto bene anch'io.» si limita al dire freddamente, annuisco capendo che non è in vena di parlare e quindi gli faccio un cenno ritornando poi al lavoro.

La situazione resta silenziosa per svariati minuti, alzando nuovamente lo sguardo mi ritrovo i suoi occhi addosso, come se stesse cercando di dirmi qualcosa.

«Sembri pensieroso. È successo qualcosa?» chiedo preoccupato alzandomi dalla mia postazione e avvicinandomi alla sua.

Mi fermo aspettando una sua risposta appoggiandomi alla parete accanto, Mirco non sembra del tutto convinto ma cerco di spronarlo a parlare. «Se non vuoi parlarne non è un problema, solo che sembri così serio che mi fa strano vederti così...» il ragazzo mi rivolge un'occhiata e fa un breve sospiro decidendo finalmente di parlare.

«Si tratta di mio padre. Non è successo di nulla di grave, almeno spero. Non è tornato a casa stanotte e non abbiamo sue notizie da ieri pomeriggio...» lascia la frase in sospeso, nonostante Mirco lasci intendere di odiare il padre, sembra chiaro che stia in pensiero adesso.

«È capitato altre volte o è la prima volta?» mi viene spontaneo chiedere, il ragazzo scuote il viso e con gli occhi sembra perdersi nel vuoto.

«Non è la prima volta. Sono relativamente tranquillo, ma comunque è anomalo stare in pensiero per un bastardo del genere! Stupido figlio di puttana...» dice Mirco sussurrando gli insulti con un tono amareggiato, sul suo viso compare un mezzo sorriso, guarda lo schermo pochi istanti e poi torna a guardare me interrompendo il suo lavoro.

«Sai è da un paio di giorni che stavo pensando alla confessione che mi hai fatto. Riguardo te...» lascia nuovamente la frase in sospeso come se si aspettasse che io la completi. «Non credo che sia una cosa da dire alla leggera, se me l'hai detto vuol dire che hai stima in me...»

Annuisco per conferma. «Credo che tu sia una grande persona e che tu sia maturo abbastanza. Soprattutto, hai una mente aperta e non è una cosa comune; credo di aver trovato un buon amico in te.» gli dico.

Mirco fa un largo sorriso mostrando vera felicità. «Sono lieto che tu abbia trovato la tua serenità di parole con me, stessa cosa vale anche per me.» risponde a sua volta e sono io adesso a sorridere come un cretino alle sue parole.

“Certo che è davvero bello quando sorride. Sembra davvero sincero e spensierato, un'altra persona rispetto a pochi istanti prima.” penso tra me e me.

Con la mente cerco di distrarre i miei pensieri come se potesse in qualche modo leggerli sul mio viso e torno a parlare d'altro. «Comunque devo averti colpito se addirittura sono finito nei tuoi pensieri.» dico cercando di scherzare un po' con lui, lui ridacchia soddisfatto e annuisce mordicchiandosi poi le labbra.

Devo ammettere che è un gesto nuovo per lui, non credo di averglielo mai visto fare ma probabilmente potrebbe essermi sfuggito. «Oh sì sei spesso nei miei pensieri.» scherza a sua volta con un pizzico di malizia nella voce. Ritorna serio per qualche istante. «Posso farti una domanda?» chiede molto serenamente.

«Certo, a meno che non sia di natura sessuale. Non sono ancora pronto a rispondere sui dettagli della cosa!» dico mettendo le mani avanti, lui scuote il viso e io sono sollevato che non volesse fare quel genere di domande.

«Hai mai pensato di diventare donna? O di farti l'intervento insomma... hai capito!» chiede senza troppi problemi utilizzando un tono di voce contenuto, sembra una curiosità personale ma trovo che sia una domanda semplice.

«Non è nella lista dei miei programmi. Sono felice di essere un ragazzo e mi trovo bene nel mio corpo maschile. Certo, se fossi nato donna probabilmente avrei avuto molti meno problemi, ma immagino che il mio destino sia questo.» dico in conclusione e lui sembra soddisfatto della mia risposta gettando una rapida occhiata al computer.

«Molti ragazzi o ragazze cambiano sesso perché non riescono ad esprimere se stessi in quello che hanno. Tu invece sembri molto tranquillo.» dice lui e ancora una volta torna a guardare me.

«Penso che se qualcuno non si trovi bene col suo corpo o con la sua sessualità abbia il diritto e la libertà di poter cambiare. Io mi sono sempre trovato bene con me stesso e con quello che sono; certamente ne ho passate tante a scuola o in generale con i ragazzi.... ma credo che ognuno abbia le proprie storie da raccontare quindi non penso di essere tanto diverso da chi ha altri problemi.»

Mirco ancora una volta annuisce soddisfatto della mia risposta, sento il suo cellulare suonare e lui gli lancia un'occhiata ma non sembra volersi curare di chi sia stato a mandargli un messaggio.

«Mi sembra un bel pensiero. Ad essere sincero a me sembra strano; ma io non posso capire perché parlo per ignoranza, lo ammetto.» dice scherzosamente.

«Che intendi?» chiedo a mia volta.

«Io sono un ragazzo come tanti, per me è difficile immaginare di non sentirmi bene col mio corpo. Se fossi nella stessa situazione non saprei proprio come gestirla: cambiare sesso implica un sacco di casini...» dice lui in risposta cercando di esprimersi come meglio crede, ma penso di aver capito quello di cui parla.

«Cambiare nome, dire ai tuoi conoscenti che non sarai più un uomo ma una donna. E poi l'intervento rappresenta l'inizio di un percorso molto difficile e insidioso. Immagino tu volessi dire questo?» chiedo per conferma e lui annuisce restando però serio.

Improvvisamente sembra ricordarsi di qualcosa di divertente, mette su un sorrisetto e socchiude gli occhi come per guardarmi male. «Perché pensavi che volessi farti domande di natura sessuale?»

La mia testa per non reagisce subito al fatto che stia scherzando e in un breve momento mi eclisso. «Scusa, non stavo insinuando nulla. Solo che...» non saprei cos'altro rispondere o aggiungere e in questo preciso momento mi sento in difficoltà come mai prima d'ora con lui.

Mirco si alza dalla sedia ridacchiando e si avvicina a me con le braccia larghe, stringendomi poi in un affettuoso abbraccio. «Su dai, stavo scherzando. Non prendertela a male. Non sono una merdaccia come lo sei tu!» dice lui continuando a scherzare, mi lascio abbracciare ancora confuso dal suo scherzetto.

«Sei uno stronzo invece!» gli rispondo balbettando qualcosa. Sentiamo dei passi avvicinarsi e pochi istanti dopo compaiono Davide e Paolo proprio accanto alle nostre scrivanie trovandoci in quell'abbraccio affettuoso.

«Che sta succedendo qui?» chiede Davide piuttosto confuso mentre sciogliamo quel semplice gesto di affetto.

Prima che possa farlo io è Mirco a rispondere. «Avete interrotto un tentativo di stupro ragazzi, non ve lo posso perdonare!» scherza Mirco dandomi una pacca sul fondoschiena, la cosa mi mette incredibilmente a disagio e mi sento davvero in imbarazzo come se mi trovassi nudo davanti a centinaia di persone.

I due assistenti appena arrivati però capiscono lo scherzo di Mirco come se ci fossero abituati. «Stavamo andando a cena. Vi unite a noi o volete che vi lasciamo continuare?» chiede Paolo, gli facciamo cenno che li seguiamo ma prima dobbiamo completare un lavoro al pc.

«Quei due non li reggo proprio. Davide in particolare. È ancora arrabbiato perché gli ho soffiato il posto al progetto e il mese prossimo parto mentre lui resta qua.» dice Mirco confidandomi il suo astio nei confronti dell'altro assistente, annuisco capendo esattamente quello che intende.

«Sì, Davide è arrabbiato ma gli passerà. Ormai credevo che si fosse abituato al fatto che il Signor Cattaneo preferisce qualcuno dei suoi assistenti anziché lui.»

Ma Mirco scuote il viso. «Quello non se ne farà mai una ragione. Lascialo pure crogiolare nel suo odio. Finisco questa cosa comunque e poi andiamo a cena. Mi puoi aspettare qualche minuto?» chiede il ragazzo rimettendosi a lavorare e velocemente digita una serie di lettere.

«Sono qui.» gli dico in risposta limitandomi ad aspettare che finisca il suo lavoro. Il ragazzo mette in stand by il computer e si alza avvicinandosi a me e passandomi un braccio attorno alla spalla spingendomi lungo i corridoi.

«Andiamo! Ho una fame da lupi.» dice infine.

  
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