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Autore: _Lightning_    19/03/2020    2 recensioni
Dall'ultimo capitolo (Karma): Non era divertente nel modo più assoluto.
Tony cercava di imprimersi quel concetto in mente a fuoco vivo, ma avrebbe avuto più fortuna a cercare di marchiare un toro imbizzarrito e in grado di fargli linguacce derisorie per la sua pessima interpretazione di un cowboy – e il livello di pericolosità era straordinariamente attinente alla realtà, anche se, più che un rodeo, quella era una corrida in cui sventolava un drappo rosso davanti agli occhi di Pepper.

[Irondad&Spiderson // Pepperony // Ironfamily // Avengers-Family // Canon + Non-canon compliant // Raccolta: Fluff/Comico // Missing moments // What If?] Capitoli: 15/?
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'As if it never happened'
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.8.

Make You Happy




Contesto: canonico, pre-Iron Man 2
Genere: fluff, missing moment, comico
Personaggi: Tony Stark, Pepper Potts
Prompt(s): //
Avvertimenti: reboot di una mia storia già pubblicata su EFP // pre-Pepperony
[1384 parole]



 

Tony roteò per l'ennesima volta sulla sedia girevole, spostandosi qua e là per il laboratorio con uno schema dell'armatura che fluttuava azzurrino davanti ai suoi occhi; di tanto in tanto evidenziava con un tocco di dita i componenti danneggiati nel corso dell'ultima missione, digitando su un'altra schermata i miglioramenti che progettava di apportarvi. Sopra alle note di un'energica canzone dei Van Halen, distinse lo scatto della porta che si apriva, e voltandosi vide Pepper che varcava la soglia con un cipiglio affatto rassicurante che lo mise sul chi vive. Il voluminoso fascio di documenti che stringeva tra le mani preannunciava tutta la tremenda drammaticità della situazione.

«Aveva detto che avrebbe visionato queste carte, mi sembra,» esordì infatti la donna.

Una vena d'irritazione ben camuffata solcava la sua voce, e aveva assunto una postura impeccabile che sarebbe stata più adatta a una divisa militare che all'elegante tailleur perla che indossava – cestinò quella considerazione estetica all'istante, foriera di pensieri sconvenienti.

«Credo di averlo detto, in effetti,» svagheggiò quindi, senza riuscire a celare del tutto il proprio terrore e aspettandosi la corte marziale da un momento all'altro.

Pepper compresse severa le labbra, con un'occhiata appuntita che lo convinse a smettere di agitarsi sulla sedia girevole. Allargò cautamente l'ologramma dell'armatura tra loro, quasi potesse fargli da scudo.

«E deve anche leggere i documenti per la Stark Expo...» continuò lei, poggiando il primo plico sul banco di lavoro lì accanto e abbassando gli occhi sul resto dei fascicoli.

«Sì,» annuì lui, ruotando con un gesto lento e misurato l'ologramma così da cambiare punto d'esame senza essere notato.

«... e firmare i contratti...»

«Certo,» concordò prontamente, arrischiandosi ad aprire lo schema circuitale dei propulsori in avaria.

«... e ovviamente prepararsi per il suo intervento alla conferenza di domani,» concluse lei, sollevando lo sguardo e cogliendolo in flagrante nell'atto di ingrandire un componente.

Le sue labbra si ridussero a una fessura sottile e Tony scagliò saggiamente via l'ologramma, piantando poi su un sorrisetto noncurante.

«Sarà fatto.»

Il sospiro di risposta che gli rivolse Pepper non suonò affatto convinto.

«Signor Stark, alla Scientific Inc. saranno presenti i maggiori esperti di ingegneria elettronica, fisica, matematica e quant'altro, quindi, per favore...»

«Sono io il maggior esperto in tutti questi campi, quindi mi limiterò a intrattenere cordialmente il mio pubblico,» rispose distrattamente Tony mentre riprendeva a giocherellare con una proiezione virtuale dello stivale dell'armatura.

«Glielo ripeto ancora: quest'evento è fondamentale per raccogliere sponsor e finanziatori per la Expo e...»

Tony la interruppe con uno sbuffo che non riuscì a trattenere oltre:

«... e ci saranno tutti quei barbagianni incompetenti della comunità scientifica pronti a lanciarmi bigliettoni da mille pur di essere coinvolti nell'evento, per poi appisolarsi dopo le mie prime tre parole, quindi tutto ciò che ha appena detto è bello, fantastico, meraviglioso... e irrilevante,» concluse, picchiettando pigramente su una giuntura della placca frontale che s'ingrandì all'istante.

«Come sempre. Ora, se vuole comunque farmi il favore di visionare almeno i documenti, visto che è da stamattina che rimanda...» il tono di Pepper si irrigidì in modo allarmante, e avanzò minacciosamente di un passo verso di lui, già pronta a schiaffargli in mano ore e ore di lavoro d'ufficio.

Tony concluse che era arrivato il momento di attivare il piano d'emergenza: fece un rapido gesto a mezz'aria e il reticolo digitale svanì.

«Pausa pranzo!
» annunciò a gran voce, e schizzò dalla sedia verso le scale con uno scatto da centometrista, tallonato dalla voce di Pepper:

«La sto rincorrendo da ore e i documenti vanno messi agli atti entro mezzanotte; venga subito a...»

«Pepper, ho capito: ho molto, noioso lavoro da sbrigare, possibilmente in fretta, più probabilmente all'ultimo minuto, ma se non mangio qualcosa morirò prima di arrivare alla scrivania!» la interruppe, schivando il fascio di carte che lei aveva tentato di appioppargli per l'ennesima volta e defilandosi all'istante su per le scale.

«Se non torna entro due minuti la vengo a cercare io!» la sentì urlare, ma lui era già sparito in cucina.

Si avvicinò speranzoso al frigo, con una voglia di gelato che gli solleticò le papille gustative, ma quando spalancò lo sportello la sua espressione traboccante aspettativa crollò su se stessa: il deserto afghano gli avrebbe offerto più scelta, ne era certo. Vagliò le possibilità: una bottiglia di clorofilla, una bomboletta di panna spray, frutta e verdura in abbondanza, fin troppo salutari, e una risma di yogurt multicolori nell'angolo. Quelli gli stuzzicarono un po' l'appetito, se non altro per l'aura di proibito che emanavano: prenderli avrebbe significato sfidare l'ira funesta di Pepper... la tentazione era terribilmente forte, ma rischiava già l'incenerimento per svariati motivi e decise di non peggiorare la propria situazione precaria. 

Alzò quindi gli occhi al cielo, chiudendo insoddisfatto il frigo e rassegnandosi al digiuno – o ad arrivare in volo al Burger King più vicino – o da Randy's Donuts. Fece per uscire dalla stanza, quando si bloccò sulla soglia, folgorato. Tornò indietro, riaprì il frigo, afferrò la bomboletta di panna e se la scolò direttamente in gola senza alcun ritegno. Pepper scelse proprio quel momento per arrivare.

«Signor Stark, tempo scaduto, adesso deve preparare la scaletta del– ma che diavolo sta facendo?!»

Tony mandò giù di colpo la panna rischiando l'asfissia e alzò un sopracciglio.

«Mangio. Non si vede?» alzò le spalle e riprese a tracannare la panna.

Pepper chiuse gli occhi, si spalmò una mano in faccia, sospirò rassegnata e poi li riaprì.

«Tony.»

«Bfì?» rispose lui, con la bocca piena.

«Lei è assolutamente indecente

«L'ho sempre saputo e lo reputo un vanto, e poi... ce n'è ancora di questa roba? In assenza di gelato... ehi, dovrebbero inventare un gelato ispirato a me!» s'interruppe più volte di colpo, dopo essersi quasi messo fuori gioco con il gas residuo della bomboletta ed averla gettata nell'inceneritore della cucina, provocando un schioppettio per nulla rassicurante che si costrinse ad ignorare.

Cercò di svicolare oltre Pepper per piazzarsi in salotto, ma la donna lo trattenne con stretta ferrea per un lembo della t-shirt e prese a sospingerlo senza troppe cerimonie verso le scale. Tony si rassegnò a lasciarsi guidare docilmente, ora un po' distratto dalla fame che la poco salutare dose di panna aveva acuito. Sprofondò con un sospiro nella sedia, fissando con aperto disgusto la marea di documenti accatastati sulla scrivania. Forse preferiva la clorofilla.

«A più tardi,» trillò vittoriosa Pepper.

«Se sarò vivo!» le gridò dietro, strascicando le parole.

Riportò lo sguardo alle scartoffie che minacciavano di sommergerlo.

«Jarvis?» chiamò in un sospiro. «Un po' di musica: molto forte, molto alta e molto in fretta.»


 

§



Era ormai pomeriggio inoltrato quando, con un doloroso crampo alla mano che preannunciava un tunnel carpale, finì di firmare tutti i documenti e di stilare il programma della conferenza. Crollò quindi sfinito sulla scrivania e fissò lo schermo del PC che mostrava l'armatura di Iron Man ancora in attesa di un aggiornamento. Mugugnò un'imprecazione che si perse nei borbottii esasperati del suo stomaco, sul punto di autodivorarsi per la fame. La playlist di Jarvis era scivolata nell'ultima ora in un loop vagamente melenso e melanconico, con le note di Aftermath che gli stavano conciliando il sonno; spense il concerto con un gesto esausto della mano, accogliendo con sollievo il rinnovato silenzio.

La porta del laboratorio si aprì giusto in quell'istante, e udì i tacchi di Pepper ticchettare sul pavimento.

«È venuta a ritirare il mio cadavere?» bofonchiò, senza alzare la testa dal tavolo.

«Non sia melodrammatico,» commentò lei serenamente, senza arrestare la propria avanzata.

«Se è così, voglio che sia lei a fare l'autopsia,» annunciò imperterrito.

Qualcosa si posò con un tonfo sulla scrivania.

«Altro lavoro? Nooo...» gemette, coprendosi la testa col primo fascicolo vagante che gli capitò a tiro.

«Dopo vada a riposarsi,» lo invitò Pepper, più dolcemente.

«Lo farei senz'altro... ma sarò occupato a prendere a pugni i cattivi, che dubito si prenderanno una vacanza proprio stasera,» ribatté lui sconsolato.

Pepper alzò gli occhi al cielo – non la vedeva, da sotto il suo fortino di carta, ma era sicuro che l'avesse fatto – poi gli posò una breve carezza incoraggiante sulla spalla prima di uscire nuovamente. Tony rialzò lo sguardo e impugnò di nuovo la penna con fare sconfitto, per poi bloccarsi, il volto attraversato da un gran sorriso.

Sopra la pila di documenti troneggiava un'enorme coppa di gelato con panna.


 

*


 



Note dell'Autrice:

Cari Lettori!
Ecco la seconda incursione nel mio oscuro passato, che vi invito nuovamente a non andare a rispolverare, per carità di Dio. Di nuovo Pepperony, ovviamente, sebbene non ancora "sbocciato" a questo punto del canon, ma sappiamo tutti che Tony e Pepper sono sposati da almeno dieci anni già nel primo Iron Man – e non si accettano obiezioni a questo fatto.
Un grazie enorme a tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli, a chi ha aggiunto la storia alle proprie liste, e a chi legge semplicemente <3
Nella speranza di avervi rallegrato la giornata, vi dico alla prossima, più presto che mai <3

-Light-

P.S. Come per tutti questi reboot, il titolo è un omaggio a MIKA <3 Sono perfettamente consapevole che vi sia una sua canzone chiamata Ice Cream, che sarebbe forse più in tema con la storia, ma contiene talmente tanti doppisensi che ho preferito evitare :')

 

   
 
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