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Autore: Inquisitor95    22/03/2020    1 recensioni
“Valerio e Mirco sono due ragazzi molto diversi, il primo viene da una bella famiglia piena d'amore, mentre il secondo viene da una famiglia distaccata. Valerio è un ragazzo semplice, mentre Mirco è caotico. Il destino di questi due ragazzi si intreccia nel momento in cui si presenteranno nella redazione giornalistica per il quale lavora Valerio e nel quale Mirco inizierà.
Due persone diverse che si troveranno a collaborare e mentre intorno a loro si muovono problemi e situazioni, entrambi troveranno nell'altro un amico e un confidente. Ma quanto i fili del destino si intrecciano e la ruota comincia a girare, non c'è modo di fermarla, e da un'amicizia potrebbe nascere ben presto qualcos'altro...”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mirco

Capitolo Ventotto

martedì 13 agosto

 

 

«Dai, Mirco! Fai un bel sorriso altrimenti come faccio a postare la foto? Penseranno che sei incazzato!» mi rimprovera Alessia, torno a guardare l'obiettivo del suo cellulare e mi sforzo di fare un sorriso, con un braccio la tengo stretta a me ma è più un gesto freddo e immaginario.

Nonostante sia il mio giorno libero mi sembra di avere tutto contro di me e sento la luna storta. Alessia però ha tanto insistito per farle fare un giro al centro commerciale che sono sicuro che se le avessi detto qualcosa in contrario avremmo finito per litigare di brutto.

“Non voglio assolutamente litigare oggi, ma sono molto stanco a volevo stare in Villa magari a prendermi un po' il sole ascoltando il silenzio che c'è nella periferia.” penso tra me e me nel momento in cui la ragazza scatta nuovamente la foto, spero che stavolta si veda il mio sorriso.

Alessia gira il cellulare così da poter vedere la foto scattata; ho il viso schiacciato contro i suoi capelli ma almeno vedo che c'è l'impegno di un sorriso. La ragazza sta valutando se pubblicare o meno quella foto quindi significa che in parte sono riuscito a fare un sorriso decente.

“Che pubblichi la foto senza rompere il cazzo! È la milionesima volta che scattiamo una stupida foto!” penso dentro di me, poi mi ricordo che non è colpa di Alessia se ho la luna storta e non posso prendermela con qualcuno.

«Secondo me se applichi questo filtro qui potrebbe andare bene.» dice Eva comparendo da dietro le spalle di Alessia e osservando bene la foto, prende il cellulare della migliore amica e comincia a giocherellarci un po'.

Ammetto di essere stato sul punto di sbroccare quando Alessia mi ha detto che sarebbe venuta anche Eva. Ho stretto i pugni e ho incassato la cosa come un uomo: le ho comunque detto che non mi sentivo molto bene di stomaco quindi per questo motivo non ero al massimo delle forze.

La risposta di Alessia è stata molto indicativa: «Se vuoi possiamo anche andarci un altro giorno. È un peccato però visto che sei di riposo e dobbiamo occuparci noi della spesa per la scampagnata di Ferragosto.»

Si è preoccupata più per i suoi impegni e per la spesa di dopodomani piuttosto che della mia salute o di come mi sentissi. Ma ormai dovrei esserci abituato, Alessia non si smentisce mai quando si tratta di queste cose.

«Avevi ragione tu, Eva. Guarda abbiamo preso già cinquanta “Like” in soli due minuti!» dice la ragazza bionda completamente entusiasta mentre camminiamo al suo passo lungo i larghi corridoi del centro commerciale.

Dall'altro lato del corridoio vedo una situazione analoga: una ragazza sta giocherellando col proprio cellulare mentre il suo fidanzato cerca di darle retta. Ci scambiamo un'occhiata da lontano e in qualche modo capisco che siamo nella stessa barca. Mi viene un mezzo sorriso.

“Probabilmente il mio problema sono proprio le donne. Quanto vorrei che Alessia fosse meno materiale e più profonda!” mi dico, ma subito allontano questo pensiero perché la ragazza mi ha ripreso a braccetto e stiamo nuovamente camminando.

Le getto un'occhiata: Alessia si è vestita molto elegante devo dire, una minigonna con un paio di stivaletti che mostrano le sue belle gambe lunghe, poi una canottiera sportiva che evidenzia le sue forme e lascia vedere il tatuaggio che la ragazza ha vicino la spalla, raffigura un mazzo di fiori.

«Oggi sei strano. Sicuro di stare bene? Se vuoi possiamo andare via...» dice lei con un sussurro e cercando di mostrarsi preoccupata, ma Alessia non sa fingere quando si tratta delle cose che le interessano. Stringo i denti e penso in fretta ad una risposta da darle.

«Ormai che siamo qui... cerco di trattenermi quanto posso.» mi limito a rispondere con naturalezza, la ragazza annuisce e si volta verso Eva parlando insieme a lei della nuova collezione uscita in un negozio di vestiti.

Sempre più velocemente ci spostiamo verso la sezione alimentari del centro commerciale e qui tiriamo fuori la lista di cose di cui dobbiamo occuparci noi. Ci dividiamo quindi i compiti: Alessia ed Eva si occupano delle spezie e delle bevande mentre io mi occupo della carne e del necessario per poter accendere un bel barbecue.

Attorno a me c'è gente in preda alla follia degli acquisti delle ultime ore, molti solitamente festeggiano la notte precedente al giorno di Ferragosto mentre altri, come noi, decidono di occuparsi della scampagnata nel giorno più caldo dell'estate.

Nuovamente ritrovo la stessa coppia di prima col ragazzo che ancora sta cercando di sfuggire alle grinfie della propria fidanzata e delle foto che lei sta facendo ai banconi. Ci passo accanto visto che poco più avanti si trova il grande banco della carne e sento alcuni sprazzi di conversazione.

«Mi stai facendo sentire ridicolo, la vuoi piantare di fare foto a qualunque cosa?» dice lui stringendo i denti, la ragazza sembra notevolmente infastidita e mette su un'espressione che mi ricorda tanto Alessia quanto la contraddico e subito segue la lite.

«Faccio quello che voglio! Se voglio scattare una foto la faccio senza problemi, ok? Non sei tu a dirmi quello che posso e non possa fare!» gli risponde lei, il tono di voce della ragazza è piuttosto acuto e questo richiama le attenzioni di alcuni presenti che però evitano la coppia.

Mi ritrovo a fissare quei due e il loro battibecco con assenza, come se stessi in qualche modo vedendo immagini che ho già vissuto con Alessia, ho perso il conto di quante volte negli ultimi mesi mi sono ritrovato nella stessa posizione del ragazzo che alla fine le chiede scusa.

La ragazza si allontana di alcuni metri, ha un'espressione offesa e il ragazzo resta qualche istante fermo a guardare il vuoto. Non so per quale motivo ma non riesco a smettere di fissarlo, come se lo show non fosse ancora finito.

Il ragazzo in questione si accorge delle mie occhiate, stavolta lo sguardo che mi lancia non è divertito o di finta disperazione, bensì di complicità.

Sembra accadere tutto molto lentamente ma in realtà si tratta di pochi secondi: vedo gli occhi del ragazzo indicarmi qualcosa, non riesco a capire cosa quindi mi fa un brevissimo cenno con la testa ad indicare un punto non molto distante.

Giro il viso per ritrovare svariati banconi e moltissime persone, ma una sensazione nella mia testa mi dice che vuole che io lo segua in quella direzione, poco più avanti mi rendo conto che ci sono i bagni del centro commerciale.

Giro nuovamente di scatto la testa per rendermi conto che il ragazzo è sparito, in mezzo alla folla non riesco più a trovarlo ma di certo non è con la ragazza visto che lei sta parlando al cellulare adesso e sembra non essersi accorta di nulla di quello che è appena successo.

“Quel ragazzo... cosa vuole da me?” mi ritrovo a pensare; una parte di me in preda alla curiosità vuole seguire il misterioso ragazzo fino ai bagni.

Sto quasi per muovermi in quella direzione mentre con la mente continuo a vagare. “Non può avermi invitato al bagno... è fidanzato con una ragazza. Sicuramente ci sarà un altro motivo per avermi fatto cenno.”

Ma per quante spiegazioni io possa inventare in pochi secondi, nulla mi toglie dalla mente gli scambi di sguardi. “Che diavolo sto dicendo? Non dovrei neanche prendere in considerazione l'idea di seguire un ragazzo in un bagno! Figuriamoci pensare a strane idee...”

Riesco ad isolare questo pensiero e scuoto il viso per togliere tutti gli altri spingendoli fuori dalla mia testa; mi concentro unicamente sulla carne da comprare e su quello che ho scritto nella lista fatta da Alessia e armato di tutto il necessario me ne scappo via col pensiero che probabilmente è stato tutto frutto della mia immaginazione.

“Immaginazione che non si è mai spinta tanto!”

Il tormento dei miei pensieri finisce poco più tardi quando mi ritrovo con Alessia ed Eva e anche loro hanno fatto gli acquisti necessari, ormai pomeriggio inoltrato sento un languore allo stomaco che mi sta bruciando per la fame. «Credo che dovremmo fermarci a pranzo, ragazze. O il mio stomaco veramente non mi lascerà tregua.» dico alle due bionde quando ci incamminiamo verso l'area ristoro, devo cercando di essere abbastanza credibile ma i crampi per la fame sono più che reali!

«Sì, è una buona idea» concorda Alessia.

Durante il pranzo l'argomento principale resta il Ferragosto mentre tengo le due ragazze all'oscuro di quanto è successo prima; una cosa senza valore e che mi sarò immaginato ma che non riesco proprio a dimenticare per quanto assurdo sia stato.

Prendo il cellulare in mano scorrendo velocemente per i social senza particolare interesse mentre le due ragazze cominciano a spettegolare di alcune loro amiche che non vedevano da un sacco di tempo. Mentre scorro col dito le ultime foto postate trovo ovviamente quella di Alessia, la mia espressione fa davvero pena!

Scorro ancora più in basso e qualcosa coglie la mia attenzione, riconosco subito il profilo di Valerio sui social e vedo che ha pubblicato un aggiornamento di stato nel quale indica la sua posizione attuale e segna proprio il centro commerciale nel quale mi trovo ora.

Alzo la testa di scatto come se potessi vederlo, mi farebbe molto piacere in effetti visto com'è iniziata la giornata e sono sicuro che parlare anche cinque minuti con lui mi farebbe stare bene visto che capisce sempre come mi sento.

C'è solo un modo per scoprire se è ancora qua.

°Mirco:

E così ti stai facendo un giro eh?

E non mi inviti mai?

°Valerio:

Ehi ciao, sì sono ancora in giro

Ci sei anche tu?

°Mirco:

Sì, sono con la mia tipa.

Però se ti va possiamo prenderci un caffè io e te

°Valerio:

Va bene, cinque minuti liberi ce li ho.

Ci vediamo davanti la Caffetteria?

°Mirco:

Accollata!

Senza aspettare ulteriormente metto via il telefono e mi alzo in piedi, questo naturalmente coglie l'attenzione delle due ragazze che mi guardano incuriosite. «Ma dove stai andando?» chiede Alessia, probabilmente ho l'aria di chi se la sta dando a gambe.

«Arrivo, sto andando alla Caffetteria per incontrare un amico. Non manco molto, vi lascio alle vostre cose da femmine nel frattempo!» dico scherzando, Eva capisce la battuta e fa una risatina mentre Alessia non sembra per niente convinta di quello che le ho detto.

Tuttavia non proferisce parole e resta in silenzio annuendo a basta. Cammino a passo spedito verso la Caffetteria che si trova a pochi metri di distanza, supero negozi con una strana felicità dentro al solo pensiero di incontrare Valerio fin questo momento.

Tralasciando le volte in cui siamo usciti dopo il lavoro, non credo ci siamo mai incontrati fuori, tranne all'ospedale.

Svolto l'angolo del corridoio arrivando alla luogo dell'incontro girandomi verso destra e sinistra per ritrovare Valerio. Improvvisamente mi accorgo di lui ma solo perché è l'unico che mi sta salutando e mi chiama per nome.

Il ragazzo come sempre ha un look curato a partire dai capelli che sono in ordine, indossa una camicia elegante a mezza manica e un paio di jeans molto diversi dal tipico pantalone al quale sono abituato a vedere.

«Ehilà fratello, come va?» gli chiedo amichevolmente alzando il braccio in segno di saluto, ci diamo il cinque e poi battiamo i pugni. Valerio sembra piuttosto scosso.

«Devo dire che stai bene vestito come una persona normale! Sono sempre abituato a vederti con camicia e pantalone che quasi non credevo tu avessi altri capi all'interno dell'armadio!» dice lui sarcasticamente.

Gli faccio una smorfia ma devo ammettere che ha ragione: da quando ho iniziato a lavorare a fine maggio mi ha sempre visto con abiti eleganti da ufficio e non essendo mai usciti insieme è raro che mi abbia visto senza.

Allargo la braccia come per lasciarmi ammirare mentre lui sta al mio gioco e con gli occhi scende dall'alto verso il basso: porto una t-shirt di un gruppo rock, un pantalone che arriva fino a metà polpaccio e scarpe da ginnastica, tutto sui toni del nero e del rosso, colore richiamato dal cappello con visiera che porto sui capelli.

«Che ne pensi?»

«Devo dire che stai molto bene. Ci avviciniamo al banco?» chiede Valerio senza sprecarsi in troppi complimenti, non mi aspetto che me ne faccia ma devo dire che mi fa piacere essere giudicato “molto bene” da un ragazzo gay.

“Loro sono tipo i guru della moda o qualcosa del genere anche se Valerio è totalmente diverso rispetto a qualunque altro ragazzo gay che io abbia mai incontrato o conosciuto. Sembra quasi essere normale...” penso tra me e me.

Nel frattempo il ragazzo si è già allontanato di qualche metro avvicinandosi al bancone, gli sono subito dietro e ne approfitto per rispondere al suo complimento. «Signor Valerio, anche lei devo dire che sta abbastanza bene senza le solite camice bianche pantalone nero o, quando osa di più, grigio scuro!» dico con sarcasmo e il ragazzo scoppia a ridere. Anch'io mi avvicino al banco e faccio cenno al banconista di raggiungerci.

«Tu cosa prendi?» chiedo prima che possa ordinare.

«Credo che opterò per un caffè al ginseng. Mi sembra di essere quasi pronto per addormentarmi e stasera a lavoro mi aspetta una serata lunga e solitaria.» risponde lui alludendo al fatto che io sia di riposo, gli faccio un mezzo sorriso.

Il banconista si avvicina finalmente a noi e gentilmente ci chiede cosa prendiamo. Rispondo io per entrambi prima che Valerio possa parlare per sé. «Un ginseng per lui e un orzo macchiato per me invece.»

Sento lo sguardo di Valerio addosso e un certo sarcasmo nei suoi occhi. «Non comportarti come se fossi il maschio della situazione, so ordinare anch'io un caffé.» mi dice, ma riesco a leggere quasi quasi che gli fa piacere che io abbia ordinato anche per lui.

«Non ti ho mica dato della femminuccia!» dico in risposta e segue un'altra risata. «Che stavi facendo qui?» chiedo prima che i caffè siano pronti.

Il cameriere ci serve immediatamente dei bicchieri d'acqua fresca. «Ero in giro con i miei genitori. Mia madre ha il turno notturno mentre mio padre è in ferie visto che la scuola è chiusa ad agosto.» risponde, non credo mi abbia mai detto che suo padre fosse un professore, o almeno do per scontato che si tratti di quello.

«Io invece ero con Alessia e una nostra amica. Abbiamo fatto un po' di spesa prima di Ferragosto. Fortuna che l'ufficio è chiuso in quei giorni. Ho proprio bisogno di una bella pausa dal lavoro!» rispondo a mia volta.

A quel punto i caffè sono pronti e il cameriere ci avvicina due sotto-tazzine che però mette capovolti, sopra di essi poggia le due tazzine invertendo i caffè: a me viene dato il ginseng mentre a Valerio il mio orzo macchiato.

Ci troviamo entrambi immobili per circa due minuti lunghissimi mentre osserviamo i due caffè. «C'è qualcosa che non va, non credi?» chiedo pensando che sia solo una cosa che disturba me. Ma Valerio sembra capirmi al volo.

Toglie i due caffè poggiando le tazzine momentaneamente sul bancone e gira a faccia in su i sotto-tazzine, subito dopo ci poggia nuovamente i caffé. «Sì, ora però sento che il mio disturbo ossessivo compulsivo è stato perfettamente appagato!» risponde il ragazzo.

Scoppiamo entrambi a ridere e prendo per primo la mia tazzina sorseggiando il caffé bollente. «Dava troppo fastidio anche a me.» rispondo a mia volta.

Valerio annuisce facendo un mezzo sorriso ma senza risponde altro, anche lui beve il suo caffé ma lentamente visto che sembra essere molto più caldo del mio. Finisco per primo e mi rivolgo al cameriere. «Posso avere un bicchiere d'acqua frizzante?» dico passandogli l'altro.

«La tua fidanzata non si preoccuperà se ti allontani senza di lei?» dice Valerio improvvisamente, per la testa mi passa quello strano scambio di sguardi col ragazzo di prima che aveva litigato con la tipa. In qualche modo la cosa mi mette a disagio davanti a Valerio.

Come se potesse captare qualcosa, chissà cosa potrebbe pensare di me se lo sapesse. «Darà di matto se non torno tra poco. Alessia è molto gelosa e certe volte questa cosa mi pesa parecchio! Solitamente litighiamo e poi ritorniamo a fare la pace.» rispondo.

«Fare la pace?» chiede Valerio alludendo a qualcosa di sessuale, ridacchio insieme a lui mentre mi avvicino alla cassa e pago per entrambi, nuovamente prima che Valerio possa tirare fuori il portafogli.

«Sei una palla! Volevo offrire io stavolta!» dice lui mentre ci allontaniamo entrambi dal bancone, gli faccio una smorfia e insieme ci incamminiamo nella strada che porta nuovamente all'area ristoro.

«Sarà per la prossima.» taglio corto e poi rifletto su cosa poter rispondere alla sua domanda. «Sai bene che sotto l'aspetto sessuale le cose con Alessia non vanno bene. Ho le palle talmente gonfie che potrebbero esplodermi!» dico sinceramente e il ragazzo sembra a disagio. «Mica è un problema? Voglio dire, non credo di metterti in imbarazzo, dovrei essere io quello imbarazzato nel dire che si svuota facendosi ancora di seghe!»

La mia sincerità fa scoppiare Valerio in lacrime per le risate senza riuscire a respirare quasi, mi lascio prendere in giro volentieri, in qualche modo mi fa dimenticare gli strani momenti prima di incontrarlo qui.

Siamo sempre più vicini ai tavolini dell'area ristoro e vedo Alessia ed Eva che stanno ancora parlando tra di loro, la prima però si accorge del fatto che mi sto avvicinando insieme ad un ragazzo e mette subito un'espressione stranita nel vedermi tornare in compagnia.

«Ale, lui è Valerio. Il ragazzo di cui ti ho parlato, lavoriamo insieme.» dico presentando alla mia fidanzata il ragazzo che ho accanto; quello torna composto e serio allungando la mano mentre la ragazza risponde a sua volta.

«Molto piacere, mi chiamo Alessia. Lei è una nostra amica, Eva.» si presentano entrambe ma Valerio stringe la mano solo della prima visto che la seconda bionda riceve una chiamata e si alza dal tavolo.

«Piacere anche per me.» dice il ragazzo, cerco di incrociare il suo sguardo come per capire a cosa sta pensando visto che ha assunto un'espressione diversa.

Quando Valerio risponde alla mia occhiata però non riesco a capire cosa pensa e la cosa mi mette una strana preoccupazione. «Possiamo tornare a casa, se vuoi.» dice Alessia rivolgendosi a me. «Se non stai troppo bene meglio non restare in giro a lungo.» dice continuando.

“Giusto! Ho detto ad Alessia non stavo bene con lo stomaco. Di certo le sembrerà strano che io mi sia preso un caffè non stando molto bene. Ormai ho fatto la cazzata!” penso tra me e me mentre la bionda si alza, nello stesso tempo vedo che Eva ritorna da noi.

«Credo sia giunto anche per me il momento di andare o i miei penseranno che io sia scomparso. Un buon proseguimento di pomeriggio allora.» dice Valerio salutandomi frettolosamente e guardando che ore sono attraverso lo schermo del cellulare.

«Ci sentiamo, allora.» dico io, lo vedo allontanarsi e mi obbligo a girarmi così da prestare attenzioni ad Alessia nonostante i miei occhi continuino a cercare Valerio. Tuttavia una semplice domanda mi assale la mente e mi annebbia i pensieri: “Perché?”

  
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