Avete presente il sollievo?
Quella sensazione di appagamento che vi inonda come un caffè lungo la mattina presto quando arrivi in ritardo a scuola?
É la stessa sensazione che ho provato mentre cercavo di uccidermi.
Sollievo.
Sentivo tutto il dolore scorrere via da me.
Ad ogni respiro il sangue fluiva più lento, fuori dalla mia prigione di carne e ossa.
Ho chiuso gli occhi e ho sperato di non riaprirli mai più.
Però li ho riaperti.
Ed ero nel mio letto.
Un maledettissimo sogno.
Ma la voglia di uccidermi è rimasta.
Anzi, ad essere completamente sincero, non è mai andata via.
Così ho scritto una lettera a Reb, dispiacendomi per non aver portato a termine il piano e augurandogli di riuscirci da solo.
Poi ho cercato di infilzarmi la giugulare.
Ma mentre ci tentavo, improvvisamente, mi è passata la voglia.
Allora sono rimasto nel letto a fissare il soffitto e a maledire la mia codardia, punendomi per questo.
Ed ecco che Robyn mi ha salvato, chiedendomi di andare al Burger King.
Mi sono rivestito in fretta e sono fuggito da casa, superfelice.
Niente poteva andare storto, pensavo.
Robyn mi ha baciato dolcemente quando ci siamo visti, il mio cuore si è riempito d'amore di nuovo.
Stavamo in un tavolo semi nascosto a baciarci e mangiare quando improvvisamente è spuntato Eric.
Ed era una furia.
E lì ho ricordato che gli avevo spedito una lettera suicida e che molto probabilmente si era preoccupato da matti.
E sicuramente si era precipitato a casa mia... Per poi scoprire che non mi ero suicidato, bensì ero andato al Burger King con Robyn.
Aveva tutte le ragioni del mondo per essere furioso con me.
Ma gli è passata subito quando ha visto i segni rossi ai miei polsi, freschi.
Quando si è reso conto che mi ero punito.
Dopo che Robyn se ne andò, mi ha baciato d'istinto, piangendo, maledicendomi per averlo fatto spaventare.
Perché la sua più grande paura era quella di perdermi.
Mi sono sentito veramente in colpa.
Mi sento ancora in colpa.
Scusami Eric, se non sono forte come mi vorresti.
Ma lo sarò.
Andremo fino in fondo.