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Autore: Lady Brandon    25/03/2020    2 recensioni
L'ideale seguito della mia precedente ff "A second life", ambientata nel futuro ma con un occhio al passato, con una new generation che suo malgrado imparerà a guardare oltre i ruoli e comprendere l'animo umano.
La storia potrebbe non seguire fedelmente la narrazione dei libri.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Ormai era tutto pronto, mancavano pochi minuti e finalmente l'incantesimo del tempo dopo centinaia di anni probabilmente sarebbe stato attuato; nella stanza delle necessità al cui centro troneggiava l'armadio svanitore aleggiava un'atmosfera irreale, sembrava che persino i pulviscoli avessero smesso di fluttuare consapevoli della gravità del momento.
I Piton bisbigliavano sottovoce apparentemente ottimisti anche se gli occhi trasmettevano un messaggio diverso dalla voce, solo Jordan era fermamente e profondamente convinto che tutto sarebbe andato benissimo; Priscilla in jeans, camicia bianca e giacca blu appariva imbronciata con Gregor che la stava prendendo in giro affermando che non era da lei presentarsi con delle sneakers in pubblico; Neville teneva Gwen per mano incapace di dire quanto fosse orgoglioso di lei anche se era altrettanto preoccupato ma la ragazzina lo rassicurò dicendo che la dama bianca non avrebbe mai suggerito loro un incantesimo pericoloso; Harry e Winnie invece erano in disparte, silenziosi ognuno perso nei propri pensieri ma entrambi speranzosi di rivedere Kathryn tornare finalmente a casa.
"È ora, iniziamo o rischiamo di non stare nei tempi" la voce decisa di Gregor spezzò il silenzio mentre con un cenno della mano chiamava Jordan e Gwen, Severus strinse rapidamente una mano ad Hermione prima di prendere da parte Priscilla e dirle qualcosa sottovoce, la rossa ascoltò con attenzione prima di prendere un foglietto che lui le porgeva e annuire, Hermione assistette alla scena che solo poco tempo prima l'avrebbe irritata con semplice curiosità che fu subito fugata da Severus che tornato da lei le disse: " Ho dato un incantesimo a Priscilla dopo capirai, fa attenzione, ti amo" le sfiorò velocemente le labbra e andò da Jordan, a un osservatore poco attento poteva sembrare un saluto distaccato ma Hermione sapeva bene che se lui non si fosse barricato dietro la sua vecchia maschera di cinismo non avrebbe mai avuto la forza di lasciarla andare.
Anche Hermione si avvicinò al figlio: "Mi raccomando. Fai del tuo meglio" avrebbe voluto dirgli di fare attenzione, di lasciare perdere se avesse avuto problemi ma ne andava della vita di Kathryn, mai in vita sua si era sentita col cuore diviso a metà come in quel momento.
"Andrà tutto bene" Jordan parve leggerle nel pensiero.
"Forza iniziamo!" Gregor sollecitò i ragazzi che una volta posti davanti l'armadio gli puntarono contro le bacchette.
Gwen recitò la formula e subito un potente raggio di luce bianca scaturì dalla sua bacchetta andando a creare una spirale che vorticava velocemente intorno all'armadio a quel punto fu Jordan a pronunciare la sua parte di formula puntando la bacchetta direttamente sulla spirale di luce che smise di girare andando a canalizzarsi intorno all'armadio proseguendo poi il suo turbine più lentamente ed in modo circolare.
"È il momento andate!" ordinò Gregor.
Le due streghe si scambiarono una rapida occhiata avvicinandosi al portale ed entrandoci quasi contemporaneamente.
Fecero un passo avvertendo la sensazione di attraversare una cascata priva di acqua, di riflesso avevano chiuso gli occhi e quando li riaprirono si ritrovarono nella medesima stanza con l'unica differenza che erano sole.
"Ha funzionato?" chiese Hermione.
"Credo di si" rispose veloce Priscilla: "Ma ora dobbiamo andare" disse attivando il timer di un moderno orologio in uso tra i babbani.
"Non ti facevo così tecnologica" la apostrofò Hermione mentre raggiungevano a passo svelto la porta.
"Una clessidra era piuttosto scomoda non trovi?" le rispose ironica la rossa cominciando a correre.
"Dobbiamo uscire dal castello poi potremo smaterializzarci vicino al campo" disse la riccia iniziando a correre a sua volta.
Una volta fuori dalle mura si smaterializzarono per riapparire a poche centinaia di metri dal vecchio campo di quiddich che Hermione rivide con commozione prima di alzare la bacchetta ed evocare il suo patronus che corse veloce verso l'area di gioco: "Se Kathryn lo vede capirà e spero ci sarà più facile trovarla" spiegò.
"Ottima idea" convenne Priscilla: "In ogni caso avviciniamoci alle uscite".
In quell'attimo esatto un boato si sollevò dagli spalti mentre la squadra di Grifondoro sollevava la coppa del torneo di primavera, tutti erano allegri e festanti tanto che i giocatori a fatica raggiunsero il tunnel a loro riservato per uscire all'esterno quando furono fermati da un fotografo che voleva immortalare il momento, il poveretto a fatica cercava di disporre i ragazzi mentre alcuni tifosi particolarmente sfegatati si erano intrufolati dietro facendo una gran confusione, Kathryn stava chiacchierando animatamente con una compagna quando lo vide, era apparso dietro al fotografo come un'ombra nera, quasi si sbracciava per farsi notare e dall'espressione non era lì per congratularsi.
La giovane lo raggiunse subito sotto lo sguardo curioso di alcuni ragazzi che avevano notato la sgradita presenza.
"È apparso il patronus di un unicorno, credo siano venuti a prenderti" disse spiccio Piton più cereo del solito.
La ragazza sgranó gli occhi, neanche il tempo di elaborare che qualcuno la tirò indietro urlando che il fotografo doveva scattare, lei sorrideva entusiasta quando il flash le esplose negli occhi ed immediatamente dopo raggiunse suo padre afferrandolo per una manica e trascinandolo fuori incurante degli sguardi che poteva attirare, un paio di minuti dopo erano fuori, Kathryn strizzò gli occhi per abituarsi alla luce e fu allora che vide due figure che correvano velocemente verso lo stadio.
"Hai ragione, sono venuti a prendermi" esclamò ancora aggrappata alla manica del professore avanzando veloce finché quando le figure furono più vicine lo lasciò: "Mamma!" gridò iniziando a correre a perdi fiato verso la donna coi capelli castani e quando la raggiunse si lanciò fra le sue braccia tese che subito la strinsero a sé iniziando a baciarla convulsamente, l'altra donna si fermò per un attimo accanto a loro per poi proseguire a passo spedito nella sua direzione.
Severus era come paralizzato di fronte alla scena a cui stava assistendo quando una mano sulla spalla lo spinse avanti: "Andiamogli incontro, fra poco in giro ci sarà troppa gente" gli intimò Albus Silente che lo aveva seguito fin dal momento in cui era apparso il patronus.
Fecero poche decine di metri prima di trovarsi davanti Priscilla che appariva un po' affannata ma perfettamente padrona della situazione: "Preside, è un piacere rivederla" tese la mano a Silente trascinandolo un po' in disparte e ignorando completamente Severus che dal canto suo era completamente ipnotizzato da quello che stava osservando, ormai erano abbastanza vicini, poteva vedere Kathryn che piangeva e rideva mentre parlava con la madre che non smetteva un attimo di accarezzarla e baciarla, e vedeva bene anche la donna: minuta, coi capelli castani ondulati, molto bella con il viso dolce ma non poteva essere lei no, non poteva. Quella donna assomigliava terribilmente alla Granger, la sua insopportabile allieva, ma non poteva essere lei si rifiutava di crederlo.
"Severus, Severus!" la voce di Silente lo fece sobbalzare: "Riconosci la signorina Arnaud, serpeverde al sesto anno attualmente".
Piton tese distrattamente la mano a Priscilla osservandola attonito, era senza ombra di dubbio quell'assillante viperetta che faceva di tutto per mettersi in mostra anche se quella che aveva davanti non era la stessa persona e come lui si limitava a studiarlo senza profferire parola dopo la stretta sfuggente che si erano scambiati.
"Severus, la signorina Arnaud mi ha comunicato che hanno pochissimo tempo, è arrivata l'ora di accomiatarci dalla nostra giovane ospite" comunicò il preside mentre Hermione e Kathryn si avvicinavano; la giovane corse subito dal padre abbracciandolo con trasporto: "Non voglio lasciarti" disse tra le lacrime.
Severus le prese il viso tra le mani costringendola a guardarlo: "E' tempo che tu torni a casa e poi non mi stai lasciando, stai tornando da me, fra poco saremo di nuovo insieme" le disse pacato ma con una nota vibrante nella voce.
"Si ma tu" la ragazza singhiozzava: "Io non voglio, tu.." si asciugò il viso con la manica prima di levarsi convulsamente la catenina che portava al collo e porgerglia: "Voglio che la tenga tu, per ricordarti che non sei solo".
"Kathryn non posso accettarla, è tua, è un ricordo importante" le disse profondamente colpito dal gesto.
"Per favore" lo pregò fra le lacrime: "Tienila!" disse mettendogliela in mano.
"Ora dobbiamo proprio andare" esortò Priscilla.
Hermione che fino a quel momento era rimasta defilata si avvicinò a quello che sarebbe diventato suo marito puntando gli occhi in quelli di lui: "Non lo avresti mai detto" esordì facendo spallucce "...grazie per tutto quello che hai fatto per la nostra Kathryn, ti amo" concluse posandogli un veloce bacio sulle labbra prima di prendere Kathryn per un braccio e avvicinarsi a Priscilla con cui si smaterializzarono.
Il professor Piton sentiva gli occhi di Silente puntati addosso: "Non dire niente" biascicò mentre fissava il ciondolo con l'unicorno prima di stringerlo nella mano e portarselo al cuore.
Le tre streghe si materializzarono davanti l'entrata del castello e subito Priscilla iniziò a roteare la bacchetta verso il cielo dove si stavano addensando enormi nuvoloni minacciosi "Che stai facendo?" chiese Kathryn; "Voi andate avanti, non rimane molto tempo" ordinò la rossa mentre estraeva dalla tasca il biglietto che Hermione riconobbe essere quello che la aveva consegnato Severus prima che varcassero il portale: "Sbrigati, non andiamo senza di te" le comunicò risoluta Hermione mentre Priscilla accelerava la lettura della formula puntando sempre la bacchetta in alto finché non ne scaturì un raggio bianco che colpì in pieno le nubi squarciando il cielo con un boato.
A poche centinaia di metri mentre dal campo di quiddich iniziavano ad affluire centinaia di studenti Silente stava eseguendo lo stesso incantesimo, come da accordi presi, sotto lo sguardo di Piton che assistendo alla scena un attimo prima del tuono assordante che avrebbe scatenato il più violento acquazzone mai abbattutosi su Hogwarts constatò tristemente: "Ci stai obliviando".
"E' necessario, l'hai ordinato tu stesso alla signorina Arnaud" gli comunicò il preside mentre iniziava a piovere, Severus annuì alzando il viso verso il cielo mentre stringeva in tasca il ciondolo di Kathryn.
Nel frattempo le streghe stavano correndo  verso la stanza delle necessità dove si trovava l'armadio incantato, quando vi giunsero il flusso di energia che ne delineava la sagoma iniziò ad affievolirsi, Kathryn fece appena in tempo a vederlo che sua madre e Priscilla afferrandola ve la trascinarono dentro senza tanti complimenti.
 
2020
Nella stanza delle necessità Gwen e Jordan iniziavano a dare segni di cedimento, l'energia intorno al portale stava diminuendo ma Gregor li stava rassicurando che erano nei tempi e che stava procedendo tutto come previsto; Severus era scuro in volto, iniziava a disperare quando sentì qualcosa di strano all'altezza del petto dove si trovava il taschino della camicia, si slacciò velocemente il froak coat estraendo il ciondolo con l'unicorno, era senza fiato quando incrociò lo sguardo di Gregor: "Questo è il..." si interruppe bruscamente sopraffatto da un violento capogiro.
Molti anni prima il ciondolo gli cadde da una tasca non sapeva da dove provenisse ma decise di conservarlo e senza un reale motivo prese l'abitudine di portarlo con sé ogni volta che doveva affrontare le missioni atte a sconfiggere il signore oscuro, finì per non separarsene mai, l'aveva con sé anche quando Nagini lo attaccò e credette di averlo perso al suo risveglio per poi vederselo restituire da Madama Chips alcune settimane dopo. Divenne un amuleto segreto, tanto che si sentiva un po' sciocco ogni volta che lo prendeva dalla scatolina di ebano intarsiato in cui lo teneva gelosamente riposto e rimaneva a fissarlo, c'era qualcosa in quell'oggetto che lo attraeva ma non sapeva darsi spiegazioni sul motivo; Si inventò persino la storia che raccontava ai suoi figli da piccoli pensando a quel ciondolo e decise di regalarlo a Kathryn come porta fortuna quando iniziò a frequentare Hogwarts e di farne fare uno identico anche per Jordan.
Gregor lo stava scuotendo leggermente quando si riebbe: "Severus che ti succede?" chiese il medimago.
"Io..." era ancora confuso ma gli mostrò il ciondolo: "Questo è di Kathryn, lo porta sempre al collo, ora è qui e poi ho ricordato cose, cose che non ricordavo prima, come è possibile? Che sta succedendo?".
Gregor si aprì in un luminoso sorriso: "Succede che sta funzionando! Non facciamo ci troppe domande su quello che accade nelle pieghe del tempo, non avremo mai risposte. Sta funzionando, conta solo questo!" gli allungò due vigorose pacche sulla spalla tornando accanto ai ragazzi proprio mentre il flusso di energia cominciava a lampeggiare, trattenne il fiato finché dall'armadio tre figure crollarono a terra la luce gli abbagliò per poi scomparire.
Kathryn ebbe come la sensazione di essere sospinta attraverso una cascata priva di acqua, d'istinto chiuse gli occhi trattenendo il respiro fino a quando non avvertì il vuoto sotto ai piedi ritrovandosi carponi su di un freddo pavimento in pietra, aprì gli occhi ma i capelli le impedivano di vedere intorno era ancora stordita quando qualcuno la sollevò di peso stringendola talmente forte da toglierle quasi il respiro, si divincolò quasi impaurita ma quando si trovò davanti suo padre e girando su sé stessa vide sua madre e Priscilla che si stavano rimettendo in piedi, Gregor, Jordan, Gwen, Winnie e Harry realizzò di essere finalmente a casa scoppiando in un pianto liberatorio mentre Severus raggiunto da Hermione la stringevano e sentì Jordan che si univa a loro piangendo a sua volta.
Non smetteva più di abbracciare ognuno di loro, raccontava di quanto le fossero mancati, della paura di non rivederli che la attanagliava ogni singolo giorno, di come fosse tutto uguale ma così diverso senza le persone che amava poi mano a mano che il tempo passava l'adrenalina iniziò a scemare e si acquietò; prese Winnie in disparte e senza che si lasciassero mai la mano parlarono della sera dell'incidente e di quello che era accaduto dopo che l'amica era stata ritrovata pietrificata: "Mi dispiace interrompervi ma avrete tutto il tempo per stare insieme nei prossimi giorni, ora è meglio andare siamo tutti un po' provati specialmente tu" Severus fece un cenno alla figlia che lo raggiunse senza farselo ripetere ma prima di lasciare la stanza delle necessità Kathryn si fermò a guardarsi intorno e poi esordì stancamente: "Papà, mamma io vorrei andare a casa, a casa nostra".
Severus ed Hermione si scambiarono un'occhiata d'intesa che non sfuggì a Priscilla: "Andate, prendetevi qualche giorno, qui penso a tutto io".
"Priscilla, siamo a fine anno…" obiettò il preside in modo poco convincente, ma la sua vice fu irremovibile guadagnandosi un tacito ringraziamento.
"Quindi è tutto sistemato, torniamo a  casa" Severus si rivolse alla sua famiglia che subito lo raggiunse per uscire.
"Kathryn".
 La giovane strega si voltò, Harry chiamandola le aveva sfiorato una spalla, lei lo fissava coi suoi occhi grigi che con quella luce sembravano gemme di ematite: "Kathryn mi devo scusare per tutto quello che ha fatto Albus, a parole non riuscirò mai ad esprimere quanto mi dispiace e quanto sono felice che tu sia tornata".
"Lo so zio Harry ma non è stata colpa tua" disse lei senza il minimo astio nella voce.
"Si invece" il tono di lui era triste: "Ma ora vai, i tuoi ti aspettano" le posò un bacio sulla fronte prima di salutarla e la guardò raggiungere la sua famiglia consapevole che il suo rapporto con Hermione non sarebbe più stato quello di prima infatti lei sfuggì il suo sguardo e una volta che sua figlia li ebbe raggiunti e tutti furono usciti si chiuse la porta alle spalle lasciandolo indentro.
Era seduta sul suo letto a fissare il vuoto, i capelli ancora umidi dopo la lunga doccia che si era concessa, lo sguardo perso a fissare un punto indefinito della stanza, udendo la voce di sua madre che le chiedeva se fosse tutto a posto annuì meccanicamente senza neppure voltarsi, fu lei a girarle la testa con le mani mentre le diceva dolcemente: “Tutto ok? Ti va di dirmi a cosa stai pensando, sei lontanissima”.
Solo a quel tocco Kathryn si riscosse: “Ti ricordi quella sera in cui mi dicesti che quando tu avevi la mia età a Hogwarts erano altri tempi, tempi cupi e non sapevi neanche quanto visto che eri solo una ragazzina?”, Hermione annuì: “Bhe avevi ragione, io li ho visti esteriormente era tutto identico ad ora ma avevo l’impressione che fosse tutto più buio, ho parlato con persone che sapevo sarebbero morte da lì a pochi anni, volevo aiutarli ma non potevo e poi” inspirò profondamente prima di continuare: “Poi c’era papà, era davvero un’orribile pipistrello dei sotterranei e all’inizio non lo sopportavo, credevo fosse una battaglia persa, ero convinta che mi riconoscesse invece niente ma poi mi ha salvata anche se non sapeva neppure chi fossi e da lì”.
Hermione la interruppe bruscamente: “Ti ha salvata? Da cosa?”.
Kathryn si tirò indietro i capelli con noncuranza: “Niente una sciocchezza, fammi finire. Il punto è che da quel momento in poi quando ha saputo chi ero davvero è cambiato, all’inizio era diffidente ma poi piano piano è diventato come sono abituata a conoscerlo, abbiamo parlato di tante cose e me ne ha fatte capire parecchie perché era come se me le spiegasse dall’esterno infatti mi ripeteva che in effetti lui non era ancora mio padre”.
Hermione sorrise: “Questo è tipico di lui, sempre a puntualizzare”.
“Già” anche Kathryn sorrideva rilassata poi tornò seria e riprese a parlare: “Comunque a conoscerlo così mi sono sentita un verme per come mi sono comportata prima dell’incidente, era la persona più sola che ho mai conosciuto e credo che noi fossimo il suo sogno fin da allora un sogno segreto in cui non riponeva alcuna speranza ma quando ha saputo che si sarebbe avverato è stato come se tutto avesse nuovamente un senso per lui” dopo lo sfogo iniziale le raccontò anche degli incontri che aveva avuto con lei, delle lezione di volo e dell’ultima conversazione con Silente per poi concludere: “Ripensandoci ora che sono finalmente tornata a casa mi sono convinta che sia stata un’esperienza straordinaria, un’opportunità unica, certo non ne sarei stata così convinta se fossi rimasta intrappolata lì per sempre ma visto che sono a casa devo dire che mi fatto aprire gli occhi su tante cose”.
Hermione l’aveva ascoltata con attenzione e dovette convenire che sua figlia aveva ragione su tutto infatti anche per loro quell’esperienza, seppur drammatica, era stata fondamentale per aprirsi a prospettive diverse da quelle in cui si erano adagiati per anni: “Sei diventata molto saggia, pensi di raccontarle anche a papà tutte queste cose?”.
“Non so, prima dovrei scusarmi” rispose la giovane titubante.
“Se senti di doverlo fare scusati ma sappi che papà non è in collera con te per come ti sei comportata in passato” la rassicurò Hermione; Kathryn rifletté qualche secondo poi la baciò e corse giù per le scale.
Giunta in salotto trovò suo padre sul divano che sorseggiava del whiskey incendiario, appena la vide arrivare posò il bicchiere e le disse in un soffio: “Vieni qui” lei non se lo fece ripetere e si accoccolò accanto a lui che la circondò con entrambe le braccia: “Mi sei mancata”.
Kathryn respirò profondamente per ricacciare le lacrime: “Mi dispiace per come mi sono comportata prima, sono stata una stupida mi ci voleva questa avventura per capirlo”.
“Non ha importanza, conta solo che tu sia qui” la lasciò per prendere qualcosa dalla tasca: “Devo restituirti questo” disse agganciandole al collo il ciondolo con l’unicorno.
Kathryn si raddrizzò: “Te l’ho lasciato oggi prima di tornare, come fai ad averlo?”.
“Mi si è materializzato nella tasca poco prima che tornassi insieme a ricordi che non pensavo di avere, probabilmente perché in effetti non li avevo prima” le spiegò.
“Ti sei ricordato anche di me?” chiese speranzosa.
“No, ho dato a Priscilla la formula per un oblivion potenziato per cui sono convinto che quei ricordi siano persi per sempre” fece una pausa: “Ma era necessario, capisci cosa voglio dire?”.
“Si certo” tagliò corto la ragazzina: “Comunque posso raccontartelo io cos’è successo anche se preferirei dirti una cosa più importante” tacque in attesa di un suo invito a continuare.
“Dimmi” la strinse un po’ di più.
“Volevo scusarmi per come mi sono comportata prima, negli ultimi tre anni sono stata sciocca e gelosa non avevo capito niente di te, di come sei, anche della mamma, non avevo capito tante cose e mi sono comportata come una vera stupida. Vorrei che tu mi perdonassi” avevo detto tutto d’un fiato e dovette deglutire una volta finito.
“E tutte queste cose le hai capite stando due mesi nel passato?” il tono era un po’ ironico e se ne pentì subito: “Scusa Kathryn, capisco perfettamente cosa vuoi dirmi e non era mia intenzione sminuire i tuoi sentimenti solo che mi mette un po’ in imbarazzo sapere di non avere ricordo di un periodo della mia vita; Per quanto riguarda il resto non c’è proprio nulla da perdonare piuttosto, visto che siamo in vena di confidenze” la costrinse a guardarlo: “Fa in modo che non accada mai più una cosa del genere, in vita mia non ho mai avuto tanta paura come quando temevo di non rivederti più”.
Nell’udire quelle parole Kathryn si sciolse in un sorriso e gli buttò le braccia al collo: “Anch’io papà, ti voglio bene!”.
Quella notte finalmente tutti i membri della famiglia Piton dormirono serenamente come non capitava da tempo.
St. Ives, agosto 2020
Con gli occhi chiusi si stava godendo il tepore del tardo pomeriggio adagiata su di una sdraio posta nell’ampia veranda, ogni tanto una folata di brezza marina le scompigliava i capelli solleticandole il viso abbronzato ma lei pareva non esserne infastidita completamente assorta dalla musica che le trasmettevano gli auricolari infilati nelle orecchie; Una spinta sulla spalla la fece bruscamente ridestare dal torpore cui si era abbandonata, si voltò verso suo marito con sguardo vacuo abbandonando la musica che la stava cullando: “Che c’è?” chiese un po’ scocciata.
Lui senza muoversi dalla sdraio dove era accomodato e senza distogliere gli occhi dal libro che stava leggendo rispose annoiato: “I tuoi figli si stanno sgolando dalla spiaggia per chiamarti, vedi cosa vogliono”.
Hermione si alzò con un sospiro proprio mentre un acuto di Jordan che strillava ‘mammaaaa’ la fece sussultare, si affacciò alla ringhiera della veranda urlando a sua volta: “Cosa avete da strillare?! Vi si sente fino a Londra!”.
I ragazzi null’affatto colpiti dal rimprovero la guardavano dal basso frementi: “Possiamo andare al campo di beach volley a fare una partita coi ragazzi?” fu Kathryn a parlare.
“Si ok” corsero via immediatamente costringendola a urlare di nuovo: “Non tardate, stasera ceniamo presto” li vide girarsi facendole un cenno di assenso mentre si allontanavano, si appoggiò alla ringhiera di ferro battuto mentre li guardava confondersi in mezzo ad una decina di altri ragazzini e sorrise passandosi una mano tra i capelli particolarmente crespi ed indomabili a causa della salsedine, indossava un semplice bikini azzurro che risaltava in maniera particolare sulla pelle color biscotto, lo sguardo ora si era posato sulle onde mentre la mente vagava alla ricerca delle parole della canzone che stava ascoltando poco prima finché una sensazione fin troppo nota la costrinse a incrociare le braccia al petto voltandosi di scatto, suo marito le aveva appena slacciato il sottilissimo bikini ed ora era davanti a lei con sguardo sornione, le accennò appena un sorriso prima di baciarla con passione, a quel punto lei lo sospinse all’interno del villino lasciando finalmente cadere il costume ed iniziando a slacciare i piccoli bottoncini della camicia di lino bianca così da lasciare anche lui coperto solo dal costume nero attillato;  cominciarono a baciarsi e sfiorarsi con una passione crescente finché senza staccarsi si ritrovarono in camera, Hermione si lasciò cadere sul letto liberandosi degli slip azzurri, Severus in un attimo le fu sopra e la prese con foga mentre lei lo accoglieva con urgenza, pochi istanti dopo erano sdraiati l’uno accanto all’altra ansanti ma placati dalla passione che li aveva travolti dopo i mesi di preoccupazione e distanza che avevano dovuto subire.
“Preside devo dire che il clima marittimo le fa decisamente bene” esordì Hermione ridente.
Severus si voltò con sguardo arcigno: “Mi stai forse dando del vecchio? In ogni caso con te mi fa bene ogni tipo di clima”; “Eh si devo concordare” rispose dopo qualche minuto Hermione e scoppiarono a ridere insieme.
“Ok, vado a farmi una doccia i ragazzi potrebbero tornare a momenti. Ricomponiti” stava per alzarsi quando lui la trattenne per un braccio fissandola intensamente: “Non ti ho detto quanto sei stata straordinaria negli ultimi mesi, io ho vacillato, per un attimo mi sono sentito perso, se non ci fossi stata tu non so cosa avrei fatto, ho sempre saputo che sei la mia forza e ne ho avuto l’ennesima conferma”.
“Ho vacillato anch’io e non ti immagini quanto, sono stata anche cattiva a volte ma non ho mai pensato che avremmo potuto dividerci come invece hai fatto tu” gli disse con una punta di acidità che lo costrinse ad abbassare lo sguardo mortificato, vedendolo lei si addolcì passandogli una mano fra i capelli prima di proseguire: “Non ti stavo accusando di nulla più che altro è una constatazione del fatto che dopo tanti anni sei ancora un orso testone, non sei più solo siamo noi: tu, io, Kathryn e Jordan. Nessuno di noi sarà mai solo nella difficoltà, potremmo anche allontanarci e vacillare ma l’amore che ci unisce avrà sempre la meglio su tutto, è chiaro una volta per tutte?” terminò con un dolce sorriso.
Severus non poté fare altro che annuire sopraffatto dall’emozione che gli avevano scatenato dentro quelle parole e dandosi dello stupido per aver avuto bisogno dell’ennesima conferma dell’amore che li univa.
Quella sera dopo una cena frugale si avviarono tutti e quattro lungo la battigia per una passeggiata serale mentre il sole tramontava, sulla spiaggia non c’era quasi più nessuno solo qualche bagnante solitario che si godeva il mare ormai scevro di gente; i ragazzi camminavano innanzi a loro fermandosi di tanto in tanto ad osservare qualche conchiglia prima di proseguire, Hermione e Severus camminavano lentamente mano nella mano scambiandosi chiacchierando del più e del meno, l’atmosfera di quiete fu spezzata da un urlo dei ragazzi che iniziarono a correre indicando due figure a poche decine di metri che erano sbucate da dietro i campi da beach volley dirigendosi nella loro direzione.
Hermione strinse gli occhi per cercare di mettere a fuoco ma suo marito la precedette: “Sono Priscilla e Gregor, non gli aspettavamo per domani?”.
“Si” confermò la strega: “Probabilmente hanno deciso di anticipare non fa molta differenza comunque” concluse accelerando il passo per raggiungerli anche se Jordan e Kathryn li stavano già accogliendo con tutti gli onori, soprattutto Gregor che ogni anno quando si recava a trovarli portava sempre un regalo ad entrambi e si sbizzarriva ad inventare con loro nuovi giochi acquatici.
Una volta raggiunti, gli amici si scambiarono i soliti convenevoli prima che Hermione chiedesse: “Vi aspettavamo per domani, come mai avete anticipato è successo qualcosa?”.
I nuovi arrivati distolsero lo sguardo prima che il medimago si decidesse a spiegare: “Non proprio, diciamo che abbiamo delle sorprese e non stavamo più nella pelle” concluse sorridendo.
L’attenzione di Hermione che li stava studiando attentamente venne improvvisamente catturata da un dettaglio che poteva passare inosservato, Priscilla portava al dito un anello d’oro bianco con uno smeraldo strepitoso circondato da almeno una dozzina di piccoli brillanti scintillanti, d’istinto le afferrò la mano sgranando gli occhi: “E questo? E’ un anello di fidanzamento! Per Merlino, vi sposate!” esordì fremente di conferma che arrivò immediata da entrambi mentre lei già buttava le braccia intorno al collo dell’amico dimostrandogli tutto il suo sincero entusiasmo subissandolo di domande mentre suo marito e Priscilla restavano immobili osservandosi senza profferire parola mentre Gregor spiegava che il matrimonio era fissato per il 25 agosto nella tenuta della sua famiglia in Germania e non solo loro erano invitati ma volevano fossero i loro testimoni, ovviamente Hermione accettò entusiasta mentre Severus si limitò ad annuire.
“Ragazzi ovviamente abbiamo bisogno anche di voi” disse Gregor ai giovani Piton: “Kathryn sarà la prima damigella” la ragazzina rimase a bocca aperta per la sorpresa “Mentre a Jordan affideremo gli anelli” il ragazzo rimase un po’ perplesso prima di  annuire.
Hermione sprizzava gioia da tutti i pori: “Torniamo a casa, dobbiamo brindare!”.
“Noooo mamma, è ancora presto, passeggiamo ancora un po’” protestarono i ragazzi iniziando a correre lungo la spiaggia; “E’ vero, è ancora presto proseguiamo” concordò Severus avviandosi tallonato da Priscilla che lo affiancò dopo pochi passi sussurrandogli a bassa voce: “Tu non ti congratuli con me?”.
Lui le rispose con un’altra domanda: “Quindi te ne vai?”.
“Ah è per questo” affermò la strega prima di proseguire asettica: “No. Gregor ha ottenuto un dottorato di tre anni a Londra, si trasferirà in autunno e poi vedremo, potremmo continuare a fare i pendolari, con la magia non è un gran sacrificio e poi non ho intenzione di lasciare Hogwarts visto che sarò la prossima preside” terminò fissandolo negli occhi con un sorrisetto ironico che lui ricambiò prontamente: “Ne sei proprio sicura?”.
Priscilla lo prese sottobraccio continuando a camminare, un po’ più rilassata dopo quella che aveva percepito come la tacita benedizione del suo mentore, di quello che col tempo era diventato il suo migliore amico: “Sai, l’attuale preside non lo dice ma so che mi reputa indispensabile per il buon andamento della scuola”.
“Si dice in giro che ti stimi molto e che non potrebbe far andare avanti il castello senza di te” replicò il mago mascherando con l’ironia quello che altrimenti non sarebbe mai riuscito a dire: “Quindi si, credo che un giorno sarai preside ma non tanto presto”.
“Il più tardi possibile spero” rispose stringendogli un po’ più forte il braccio rivelando un sorriso che le illuminò il volto.
Hermione e Gregor li seguivano poco distanti osservandoli; “Chissà cosa si staranno dicendo” chiese curioso il medimago.
“Sicuramente stanno commentando l’annuncio del matrimonio a modo loro, non sono tipi da baci e abbracci, sempre così controllati, pacati, introversi non sono come noi” si strinse nelle spalle: “Eppure li amiamo alla follia” concluse scambiando un sorriso col vecchio amico che di slancio le prese la mano ed accelerò improvvisamente il passo gesticolando in direzione dei ragazzi mentre chiamava: “Jordan. Kathryn. Venite qui!”.
Quando furono di nuovo tutti insieme Gregor scambiò un’occhiata con la futura moglie e annunciò: “Siete così contenti per il matrimonio che quest’anno non volete il regalo che vi ho portato?”.
I ragazzi ancora ansanti per la corsa iniziarono a saltellargli intorno chiedendo che regalo fosse al che lui dopo essersi accertato che sulla spiaggia erano oramai completamente soli estrasse la bacchetta e lanciò in cielo un piccolo fuoco d’artificio, i fratelli Piton avevano ancora gli occhi rivolti verso l’alto quando Gregor li prese per le spalle: “Dovete guardare là” volgendoli indietro verso i campi da beach volley da dove erano spuntati due folletti vestiti di bianco che correvano veloci verso di loro, Kathryn e Jordan strinsero gli occhi prima di gridare a turno: “Winnie!”, “Gwen!”.
In un lampo i quattro ragazzi furono insieme in un tripudio di urla, abbracci e risate sotto gli occhi commossi degli adulti che videro in quel momento un metaforico passaggio del testimone, una generazione magica era terminata mentre un’altra si stava appena affacciando alla vita con l’augurio di non conoscere mai paura, oscurità e guerra ma solamente serenità, luce e pace.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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