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Autore: Frottole    26/03/2020    1 recensioni
James Sirius Potter era sempre stata una persona considerevolmente ragionevole. Chiunque, chiunque fosse passato sotto suo esame aveva un´etichetta. O un nome. O una ragione. Come Sean, Nally, Fred. Abby. Come Harry Potter. Come lui. Draco Malfoy.
Finché non era arrivato il giorno della gita, al suo settimo anno, di metá dicembre... dove James aveva cominciato a vedere e…non era piú riuscito a chiudere gli occhi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Cataclisma
 


James Sirius Potter era sempre stata una persona considerevolmente ragionevole. Certo, il suo nome al completo e anche la sua testa calda erano una garanzia, ma sapeva ragionare sulle cose.
E sulle persone.
Chiunque, chiunque fosse passato sotto suo esame aveva un´etichetta. O un nome. O una ragione. La sua famiglia ce l´aveva, i suoi migliori amici, la sua stessa fidanzata ce l´avevano.
Giá. Abby. Il suo piccolo terremoto a due gambe. Una piccola bambolina che lui aveva sempre amato portare sul palmo, al sicuro, vicino al cuore, nell´anima, dove meritavano di stare le persone buone come lei.
Finché non era arrivato il giorno della gita, al suo settimo anno, di metá dicembre.
E James non avrebbe mai anche solo immaginato di poter aprire ancora di piú gli occhi. Di poter far parte di una prospettiva cosí grande. Di un piano cosí infinito, che gli aveva permesso di guardare. Di far parte di quelle miliardi di sfaccettature in cui si componeva il mondo.
Quello fuori dalla sua portata. Quello fuori dal suo mondo. Quello sicuro. Quello che gli aveva donato un nome e una personalitá. Un viso e una garanzia.
James aveva sempre creduto che fosse nato per essere quello che era in quel preciso istante: il figlio ribelle di Harry Potter e Ginevra Weasley. Il primo che aveva varcato la soglia di Hogwarts dopo la Guerra Magica e soprattutto l´unico che avesse mai potuto rimettere in piedi i Malandrini.
Le risse, i locali giú al paese e il Quidditch erano stati scritti nel suo destino ancor prima che succedessero, come una storiella divertente che uno prova gusto a raccontare quando nasce qualcuno e mescolando mamma e papá "vedi poi che bella merdata viene fuori".
E James si era lasciato etichettare, proprio come aveva sempre fatto lui con tutto il resto delle altre persone per tutta la sua vita. Aveva un gruppo di amici che erano la fine del mondo e con cui si divertiva un casino, era il capo della squadra di Quidditch del Grifondoro e aveva tutta la famiglia Weasley al completo.
Cosa poteva desiderare piú dalla vita?
In realtá non se lo era mai chiesto. Oltre Hogwarts, i Wealsey, i suoi amici e la sua fidanzata, James non si era mai chiesto cosa gli piacesse davvero. Cosa desiderasse oltre quel velo che si era messo sugli occhi da quando aveva cominciato a pensare.
Finché poi qualcuno non aveva bruciato quel velo con una sigaretta e lui, quasi per sbaglio, aveva appena aperto gli occhi. E proprio lí, oltre quel velo spesso quanto la sua vita, aveva visto lei.
Proprio con quella stessa sigaretta che le penzolava leggermente dalla bocca – con un piccolo neo sull´archetto a forma di cuore.
A James non gli erano mai piaciute le opere d´arti, sempre cosí complesse e fredde – vuote – ferme. Belle da mettere soggezione ad un solo sguardo, pronte a farti sentire stupido nel non capire la loro bellezza.
Ma effettivamente a primo impatto Syrma Malfoy era proprio cosí; bianca e rigida come il marmo, dai lineamenti quasi scolpiti – impressi nella pietra – asimmetrica, quasi poco armoniosa.
James aveva tanto sentito parlare dei Malfoy a casa sua, quando all´espresso per Hogwarts lui e la sua famiglia avevano incontrato quella di lei, la copia sputata di suo padre ancor peggio di suo fratello. Lo stesso naso all´insú, gli occhi grigi grandi e inespressivi, la bocca piena ferma imbronciata come monito a chiunque oltre suo padre le rivolgesse la parola.
James ricordava bene la divisa perfettamente in ordine messa ancor prima di salire sul treno e una cascata di capelli biondi oltre le spalle fragili, con le gambe sottili fasciate da un paio di leggere calze di seta nera. Non che James sapesse all´epoca cosa fossero un paio di calze di seta, ma ricordava di aver sentito zia Angelina dire qualcosa a proposito. Qualcosa che aveva a che fare con i soldi e la faccia tosta di Draco Malfoy.
E solo con il passare degli anni James aveva capito che Syrma Malfoy non era affatto come suo padre… ma neanche come chiunque altro. Lei era l´unica a cui non aveva affibiato un´etichetta, un nome o un perché.
Carl Baston era un fottuto armadio figlio di puttana perché suo padre gli aveva sempre urlato in faccia quanto facesse schifo come figlio di uno dei piú grandi giocatori di Quidditch in Gran Bretagna. Ma integratori e allenamenti continui non gli avevano impedito le umiliazioni durante le partite e la faccia infelice e drogata di sua madre.
Sammy Paciock era Sammy Paciock perché era un imbranato emarginato che da piccolo era caduto in un pozzo e ci era rimasto tre giorni, mentre i suoi genitori e tutta la comunitá magica lo cercavano disperati.
Come Sean, Nally, Fred. Abby. Come Harry Potter. Come lui. Draco Malfoy. Ma non lei, no. Non la sua Malfoy.
E proprio durante quella gita, con lei, contro di lei, James aveva cominciato a vedere e…non era piú riuscito a chiudere gli occhi.
   
 
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