Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Ashla    28/03/2020    2 recensioni
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 02/08/2023 (sì, ogni tanto vivo)
Storia interattiva
"Il progetto Arcadia è solo una menzogna.
X.A.R.E è fuori controllo ed è una minaccia che deve essere fermata.
Per questo ho spento il supercomputer, ma non è ancora finita: non finirà mai se io sarò in circolazione.
Loro mi cercheranno, ci cercheranno.
Ho fatto molti errori nella vita ma creare X.A.R.E è stato il peggiore, ho creduto nelle favole e ora il mondo è in pericolo..."
Un supercomputer, un mondo virtuale e otto giovani guerrieri pronti a difendere la Terra...
(Storia ripubblicata)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Repeat

 
 
Giovedì, mattina
 
 
Gabi si svegliò, le orecchi gli fischiavano, la luce del sole entrava soffusa dalle tende appena accostate rischiarando la stanza, il ragazzo si girò stropicciandosi gli occhi con aria assonata.
Riccardo e Anita attraversavano la strada ridendo.
Una moto sfrecciava verso di loro senza dare segni di volersi fermare.
La sua voce che gridava attenti, Anita che, spinta via, cadeva a terra.
Qualcuno suonava.
«GABI!!»
Male, nero.

Il ragazzo scattò seduto, i capelli sciolti gli caddero davanti al viso, li spostò e si guardò le mani: aveva sognato? No, non poteva essere un sogno, era troppo vivido, troppo reale.
Ma se era successo davvero perché era incolume? La moto lo aveva investito, perché non si era fatto nulla?
Perché era in camera sua?
E Anita e Riccardo dov’erano? Stavano bene?
La porta della sua stanza si aprì di scatto, il ragazzo sobbalzò e alzò lo sguardo: sua sorella, appoggiata sullo stipite, lo fissava con gli occhi spalancati respirando affannosamente, per un minuto nessuno dei due fiatò poi Anita urlò.
«Gabi!»
La minore dei Garcia si fiondò addosso al fratello, i due finirono distesi sul letto: lei gli si strinse contro abbracciandolo stretto con la testa nell’incavo del collo dell’altro che, parecchio confuso, fissava il soffitto.
«Stai bene! Ero così preoccupata per te! Il medico…»
«Aspetta, quale medico?»
Il ragazzo era riuscito a divincolarsi e, messosi di fianco come la sorella, la stava guardando.
«Non ricordi? L’incidente, noi…»
Gli occhi azzurri del ragazzo si spalancarono, se anche lei ricordava non era stato un sogno.
Si mise seduto e guardò la sveglia: erano le sei di giovedì…di nuovo.
«Come? Siamo tornati indietro nel tempo?»
«Non lo so, non mi interessa…stai bene!»
La ragazza si sedette e lo abbracciò, poco dopo la sentì singhiozzare, le passò una mano tra i capelli confuso: sua sorella non piangeva da due anni, che cosa stava succedendo?
«Eny?»
Anita si staccò, fece un respiro profondo, si asciugò le lacrime con il dorso della mano e sorrise dolcemente.
«Sto bene, fratellone. Sono così felice, stai bene!»
«Io non capisco…voi stavate attraversando la strada, la moto…»
Anita gli mise un dito sulle labbra imponendogli il silenzio.
«X.A.R.E ha attaccato, sei un maledetto gatto nero. Fortunatamente si è risolto tutto».
Il ragazzo la guardò confuso e lei cominciò a raccontare quello che era successo quella stessa mattina.
«Come? Allora come faccio ad essere…qui?»
Anita scosse la testa, non lo sapeva nemmeno lei, poi, nel silenzio, le pance di entrambi brontolarono per la fame, i due si guardarono e scoppiarono a ridere.
«Andiamo a far colazione, sorellina. Ci penseremo dopo al come».
«L’importante è che tu sia qui e stia bene…»
 
 
La porta della camera di Arion si spalancò all’improvviso: il ragazzo, scattò a sedere spaventato, Spotter aprì un occhio poi, visto chi era entrato, tornò a dormire.
«Arion!»
«KATH! Sono…siamo in pigiama!»
Esclamò il proprietario della camera, con le orecchie che gli fischiavano, coprendosi con il lenzuolo.
La rossa, anch’essa in pigiama e con i capelli in disordine, si fermò guardandolo meravigliata poi alzò lo sguardo al cielo e sbuffò.
«Bene! Non è la prima volta che ti vedo con il pigiama di Axel Blaze! Ti rendi conto di quello che è successo?»
«Eh?»
X.A.R.E, le ragazze su Arcadia.
L’incidente di Gabi.
I cavi che prendevano vita e lo attaccavano.
Il misterioso salvatore, il pallone da calcio.
«Ritorno al passato, ora!»

Arion spalancò gli occhi mentre i ricordi tornavano a galla, Kathryn lo guardava battendo il tempo con un piede, il ragazzo guardo l’ora.
«CHE COSA!?»
«Siamo tornati indietro nel tempo».
«Come?»
«Non lo so!»
La ragazza si portò le mani fra i capelli e cominciò ad andare avanti e indietro per la stanza mentre cercava di pensare nonostante le fischiassero fastidiosamente le orecchie.
«Non capisco! Ho disattivato la torre come al solito, tu hai fatto qualcosa di strano?»
«Ecco…io…»
Kathryn lo guardò confusa, il ragazzo le fece posto sul letto invitandola a sedersi poi cominciò a raccontarle quanto era accaduto.
 
 
Anita uscì di casa per prendere la posta, qualcuno la chiamò: Riccardo le correva incontro, decisamente in anticipo rispetto al solito.
Il ragazzo si fermò a qualche passò da lei e la fissò preoccupato, Anita sorrise.
«Sta bene! Gabi sta bene! Non so come ma sta bene!»
Riccardo si lasciò scappare un sospiro di sollievo prima di sorridere felice, la ragazza gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia.
«Grazie, se non ci fossi stato tu, io…»
Non finì la frase, arrossì: Riccardo l’aveva stretta a sé.
«Anita, io…»
«Riccardo, io…»
«Prima tu!»
Esclamarono i due in coro, per qualche secondo nessuno dei due parlò poi il maggiore, preso coraggio, annullò le distanze e la baciò.
Per un attimo Anita non capì più nulla poi si riprese e, stringendogli le mani, ricambiò felice.
Qualcuno tossicchiò infastidito.
I due si separarono, rossi in volto, e si girarono: Gabi sull’uscio di casa li guardava con aria scocciata, tamburellando con il piede per terra.
«Beh? No, ma tranquilli…continuate pure…»
Arrossirono ancora di più, il maggiore dei Garcia sospirò e, gettando via la maschera, scoppiò a ridere.
«Era ora! Quanto ci avete messo? Sei anni? Dovevo quasi mo…»
«Non ti azzardare a finire la frase!»
Esclamò Riccardo correndo ad abbracciare l’amico mentre una lacrima gli colava lungo la guancia, Anita li raggiunse e si unì all’abbraccio.
«Eravamo così preoccupati!»
Il centrocampista scoppiò in lacrime, Gabi sospirò e cominciò a fargli pat pat fra i capelli scambiando un’occhiata complice alla sorella che cercò di non ridere.
Aitor e Roxanne attraversarono con calma la strada e, arrivati sul marciapiede dove la ragazza aveva trovati Sol, si fermarono e cominciarono a guardarsi intorno.
Entrambi si erano svegliati con le orecchie che fischiavano tremendamente e, dopo aver visto l’ora, si erano chiamati confusi per poi giungere all’unica soluzione possibile: erano tornati indietro nel tempo, anche se non sapevano come.
I due amici si erano poi dati appuntamento per andare a scuola insieme in modo da potersi confrontare liberamente e, in quel momento, stavano aspettando il capitano dell’Istituto Galattico, finalmente liberi da quel fastidioso fischio.
«Sol!»
Il ragazzo, appena sceso dall’autobus, sorrise al richiamo e venne loro incontro.
«Rox! Aitor! Che ci fate qui?»
Il sorriso sulle labbra dei due amici si spense, guardarono stupiti il calciatore che, accortosi del loro cambiamento d’umore, li fissava a sua volta confuso.
«Non dovreste andare a scuola?»
«Ci stiamo andando, non ti ricordi?»
«Sol, non ti ricordi cosa è successo?»
Sol guardò la ragazza capendoci sempre di meno.
«Quando?»
«Oggi, o meglio…oggi che non è oggi».
«Non sto capendo Aitor, perdonami».
Aitor e Roxanne si guardarono esterrefatti, perché Sol sembrava essersi completamente dimenticato dell’attacco di X.A.R.E?
«X.A.R.E».
«Cosa? Che ha combinato? Ragazzi potete spiegarmi, non capisco».
I due si guardarono confusi ancora una volta poi Roxanne sospirò e cominciò a raccontargli dell’ultimo attacco.
 
 
«L’importante è che tu stia bene, poi cercheremo di capire cosa è successo».
Eden sorrise parlando al cellulare con Gabi, le orecchie ormai non le fischiavano più, poi si fermò di scatto: Michael la precedeva di poco.
«Scusami Gabi caro, devo chiarire una cosa. Dopo non mi sfuggi però…»
La ragazza, salutato l’amico, corse per raggiungere Michael che, sentendola arrivare si fermò a guardarla leggermente confuso.
«Park…»
«Michael! Gabi sta bene! Ora ti devo della spiegazioni riguardo a X.A.R.E e al suo attacco…»
La ragazza si interruppe alla vista della faccia sorpresa dell’altro.
«Michael?»
«Gabi sta bene…ottimo? Ora, finalmente, decidi di parlarmi delle cose che non esistono?»
Eden spalancò gli occhi, nessuno parlò, Michael, dopo qualche secondo, le schioccò le dita davanti alla faccia e lei si riscosse.
«Non ricordi? Di oggi?»
«Cosa? La giornata è appena iniziata».
Il mondo crollò addosso alla ragazza: Michael sembrava essersi dimenticato dell’ultimo attacco di X.A.R.E.
 
 
Anita e Riccardo, accanto a Gabi, si fermarono nonostante il semaforo fosse verde.
Il motociclista arrivò e si fermò, i due cominciarono ad attraversare senza staccare lo sguardo dall’uomo, che, a sua volta, li guardava confuso.
«Ci avrà scambiati per idioti».
Sospirò Gabi arrivato al marciapiede incolume, i due fecero spallucce e ripresero a parlare tranquillamente.
«Mister codine rosa, sei vivo!»
Aitor, Roxanne e Sol correvano loro incontro raggianti per la felicità, il numero quindici della Raimon si gettò tra le braccia di Gabi poi, dandosi un po’ di contegno, si allontanò.
«Ti meravigli? Lo dico sempre che sarai tu la causa della mia rovina».
Il maggiore dei Garcia sorrise ironicamente cercando di nascondere all’altro quanto era felice di quel benvenuto.
«Sono la causa di rovina di molti, guarda Rox».
La ragazza sorrise scuotendo la testa poi abbracciò Gabi e Anita, Sol strinse la mano di Gabi.
«Sono felice che tu stia bene».
«Sol non si ricorda dell’attacco e…Zucchero filato? Devi dirci qualcosa?»
Domandò Aitor con un sorriso malizioso avendo notato le mani intrecciate dell’amica e di Riccardo, anche Roxanne e Sol lo notarono e la maggiore sorrise felice appuntandosi mentalmente di chiedere all’amica come fosse successo e, soprattutto, quando.
La ragazza si avvicinò ad Aitor con la sua stessa espressione, il ragazzo arretrò lievemente, lei gli sussurrò qualcosa nell’orecchio in modo che nessun’altro potesse sentirla.
«E tu? Ti dovrò forse shippare con mio fratello?»
«ANITA!»
Aitor, arrossito, saltò all’indietro, Anita scoppiò a ridere, gli altri li fissarono confusi.
«Uno a uno, palla al centro».
«Non lo dire più! Non ci pensare neanche!»
La voce di Aitor si era fatta quasi acuta e tutti scoppiarono a ridere, il ragazzo mise il broncio.
«Dai, Ai…»
«Non mi parlare tu!»
Gabi fissò confuso il minore che, dandogli le spalle, cominciò a camminare a passo spedito verso la scuola ormai rosso come un peperone.
«Ma…»
«Non fare domande fratellone, non fare domande…»
 
 
Durante la pausa pranzo il gruppetto si riunì in giardino per parlare: Anita e Riccardo si sedettero vicini mentre Aitor, memore dell’insinuazione della compagna di classe, cercò di stare il più lontano possibile da Gabi.
«Quindi…cosa è successo?»
Domandò Roxanne quando ci furono tutti, Arion scosse la testa.
«Ottimo, non sappiamo neanche cosa sia successo».
Sbottò Eden, Riccardo la fissò confuso: da quando erano arrivati a scuola l’amica era tesa, si era sciolta solo un attimo per stritolare Gabi con un grande abbraccio ma, poi, era ritornata a guardare fuori dalla finestra pensosa.
«Già, e poi…perché Sol non si ricorda dell’attacco?»
Alla domanda di Anita, Eden spalancò gli occhi e Riccardo, nel vedere la reazione, capì.
«Non ricorda neanche Michael?»
La ragazza annuì, il silenzio si impadronì del gruppo.
Il cellulare di Arion squillò.
«È Kath!»
Il ragazzo mise in vivavoce e tutti gli si avvicinarono, tranne Aitor che preferì rimanere dov’era, Gabi lo guardò male.
«Aitor, non fare il bambino…vieni qui».
Il ragazzo fece spallucce ma, vinto dalla curiosità, si avvicinò cercando di ignorare Anita che ridacchiava.
«Ehilà!»
«Trovato qualcosa Kath?»
La rossa sospirò alla domanda di Arion poi negò.
«Uffa!»
«Ho avviato un’analisi del super computer e, intanto, sto tornando a casa… quando finite le lezioni ci troviamo al laboratorio!»
Il gruppo annuì e la chiamata finì.
«Quindi…Sol si ricorda di X.A.R.E ma non dell’ultimo attacco e Michael ora sa che esiste X.A.R.E ma non sa che cosa sia?»
«Così sembra, Rox cara. Sono stata troppo precipitosa con lui oggi e se già prima sospettava, ora…»
«Non ti preoccupare Eden!»
«Aspetta una mia risposta, Anita. Vuole sapere tutto».
«Oggi, quando saremo tutti insieme, cercheremo un modo per dirglielo. Tranquilla Eden, non sei sola!»
Esclamò Arion sorridendole, tutti furono d’accordo con lui, la campanella suonò: le lezioni stavano per ricominciare.
 
 
«Ragazzi!»
Kathryn e Sol, seduti sulle scale che portavano alla collina della torre, salutarono il gruppo proveniente dalla Raimon.
«Trovato qualcosa?»
Domandò Riccardo mentre la ragazza abbracciava Gabi e lanciava un’occhiata complice ad Anita.
«Yes! L’analisi ha dato dei risultati inaspettati! Per festeggiare sono andata a prendere la merenda per tutti!»
Esclamò la rossa indicando il sacchetto che Sol teneva tra le mani, tutti la guardarono confusi e lei sorrise raggiante poi si avviò verso la torre facendo loro segno di seguirla.
Durante il tragitto nessuno parlò, la ragazza cominciò a parlare entrando nella catapecchia che portava al laboratorio.
«C’è un programma, sto cercando di capire cosa sia ma ho due certezze: all’inizio non c’era ed è stato quello a risolvere tutto! Però non capisco co…»
La ragazza, entrata nella stanza del super computer, si fermò di colpo con un urletto di sorpresa e Arion, subito dietro, le andò a sbattere facendola quasi cadere, tutti entrarono e si bloccarono spalancando gli occhi per la sorpresa.
«FEY!»
Il ragazzo proveniente dal futuro, ma con abiti fin troppo contemporanei per i suoi standard, stoppò il pallone con cui stava palleggiando e salutò i nuovi arrivati con un ampio sorriso.
«Ragazzi! Vi trovo bene! Gabi, Arion, come state?»
La domanda fu ignorata, tutti, tranne Kathryn, cominciarono a parlare insieme e Fey, ridacchiando, alzò una mano per ottenere il silenzio.
«Anche io sono felice di vedervi!»
«Kath, tesoro, hai visto?»
Sussurrò Eden affiancando l’amica sorridendo, il sorriso le morì sulle labbra quando vide l’espressione seria sul volto dell’altra, anche gli altri lo notarono e l’atmosfera si raffreddò, tutti smisero di sorridere.
«Ehi, Kath, come stai?»
Fey si avvicinò alla ragazza, tutti li guardarono in attesa e, per qualche secondo nessuno si mosse, poi la rossa stupì i presenti e gli tirò uno schiaffo sulla guancia per poi andarsene senza dir nulla.
«Kath! Aspetta!»
Il ragazzo proveniente dal futuro, con una mano sulla guancia colpita e lo sguardò ferito, fermò Arion.
«Lasciala andare…»
Nessuno parlò per qualche minuto poi Gabi parlò.
«Se sto bene è merito tuo, grazie».
«Sì, grazie Fey! E ora dicci, resterai?»
Fey sorrise lievemente e annuì.
«Certo! Vi dirò di più! Da lunedì sarò ufficialmente uno studente della Raimon!»
Tutti spalancarono gli occhi e sorrisero entusiasti della novità prima di tornare a tempestarlo di domande.
«E ora…perché te ne sei andato via così?»
Alla domanda di Eden calò l’ennesimo silenzio, Fey si mise a fissare il pavimento.
«Ecco, io…»
«La verità è che stava male e aveva bisogno di cure che solo nel futuro poteva ricevere».
Wonderbot entrò nella sala facendo sobbalzare tutti, Fey lo guardò confuso dopo aver visto che era da solo.
«Wonderbot! Aspetta…in che senso?»
L’orso, alla domanda di Aitor, andò accanto al ragazzo proveniente dal futuro e gli diede una piccola pacca sul braccio.
«Nel senso che è un incosciente…»
 
 
«Tu sei Kathryn, giusto?»
La ragazza, appoggiata alla balaustra, sobbalzò, era così immersa nei suoi pensieri da non essersi neanche accorta che qualcuno stava salendo la scala; si asciugò una lacrima fuggiasca e si girò a guardare il nuovo arrivato.
«Ah, giusto. Simeon AYP».
La ragazza accettò la mano che il ragazzo gli poneva cercando di capire perché il nome gli risuonasse famigliare.
«Sono un amico di Fey, dal futuro».
A sentire il nome dell’altro, la rossa si rabbuiò ma almeno riuscì a capire con chi aveva a che fare: era un ultra evoluto che, dopo un passato da cattivo, si era redento dopo aver conosciuto Arion e gli altri.
«Sei arrabbiata con Fey? Ti capisco, però non dovresti. Non se lo merita».
Kathryn strinse le mani intorno alla balaustra.
«Dico davvero. Forse il modo non è dei migliori, ma non voleva farvi stare in pensiero».
«Non voleva farci stare in pensiero, ma davvero? E se ne va via così? È il miglior modo per far stare in pensiero qualcuno!»
«Ora capisco…»
«Cosa?»
«Nulla, Kathryn…Ti assicuro che aveva un valido motivo, posso spiegartelo? Però non mi devi interrompere».
I due si guardarono poi Kathryn annuì e si sedette a gambe incrociate subito imitata dall’altro.
«Bene, sai già che entrambi siamo, eravamo, ultra evoluti. Quando nasci ultra evoluto hai dei poteri sì, ma hai anche una speranza di vita molto bassa, in pochi arrivano ai vent’anni. Ma è stata trovata una cura e, dopo la partita contro Arion e gli altri, io mi ci sono sottoposto subito ma lui, con la scusa di stare un po’ nel presente, no. Aveva sfruttato troppo i suoi poteri, si era affaticato e il suo corpo cominciava a cedere. Quando è tornato nel futuro stava a mala pena in piedi, ci è voluto un bel po’ prima che si rimettesse in sesto: per voi sono passate poche settimane, per noi quasi due mesi».
Kathryn, man mano che lo ascoltava, diventava sempre più pallida.
«Perché…»
«Perché è Fey e non voleva farvi preoccupare, anche nel futuro non ha smesso un attimo di pensare a voi, nonostante dovesse riposare».
 
 
«Ma tu sei veramente un incosciente».
Sbottò Aitor rompendo il silenzio che si era venuto a creare dopo il racconto di Wonderbot, tutti erano troppo stupiti per dire qualcosa.
«Non vi preoccupate, alla fine non mi è successo niente. Sto bene!»
«Però potei dircelo, ti avremmo potuto aiutare!»
Alle parole di Arion, l’ex ultra evoluto scosse il capo.
«No, Arion. Vi avrei fatti preoccupare e voi avevate altro cui pensare…Comunque X.A.R.E si sta facendo troppo audace».
«Scusa Fey, come hai fatto a far ripartire il giorno?»
«Esatto, e perché né Sol né Michael si ricordano dell’attacco?»
Alle domande di Anita e di Eden tutti annuirono: si stavano chiedendo la stessa cosa.
«Grazie al Ritorno al passato che ho sviluppato mentre ero nel futuro».
Il ragazzo cominciò a spiegare di come, aiutato da altri, aveva creato un programma capace di far tornare, una volta disattivata la torre, all’inizio il giorno tutti senza far verificare nuovamente l’attacco e, allo stesso tempo, facendo dimenticare a tutti, esclusi coloro che erano andati almeno una volta su Arcadia, ciò che X.A.R.E aveva causato durante l’attivazione della torre.
«Quindi è per questo che io mi ricordo di X.A.R.E ma non dell’ultimo attacco».
«E Michael non si ricorda dell’ultimo attacco e di tutto quello che è successo in quel frangente grazie al Ritorno al passato…»
«Esatto, se qualcuno, durante un attacco, dovesse scoprire l’esistenza di X.A.R.E e di Arcadia basterebbe solo far partire il programma per risolvere la questione. Così il nostro segreto rimarrà al sicuro».
Per un po’ nessuno parlò mentre tutti pensavano a quello che avevano appena scoperto.
«E il fischio alle orecchie? Oggi ci siamo svegliati tutti con le orecchie che fischiavano».
Alla domanda di Arion, Eden, che aveva abbassato la testa pensando a come risolvere con Michael, la rialzò.
«Piccolo effetto collaterale, dovrò trovare una soluzione».
«Beh, da ora avrai tutto il tempo che vuoi, no?»
Fey annuì felice ad Anita, poi ad Arion venne in mente una cosa.
«Ma come hai fatto a tornare qui? Che cimelio hai usato?»
«Beh, ovvio…il promemoria della partita di oggi!»
Silenzio…
Arion, Aitor, Gabi e Riccardo si guardarono, impallidirono, guardarono l’ora e si fissarono nuovamente.
«La partita! Cavoli ce ne siamo dimenticati!»
Arion uscì dalla stanza correndo seguito dai compagni di squadra, Roxanne guardò l’orologio: mancavano quarantacinque minuti all’amichevole che, fortunatamente, si giocava alla Raimon.
«Incredibile, si sono dimenticati del calcio, segniamoci la data sul calendario…»
Ridacchiò Anita, gli altri la imitarono e poi, tranquillamente, uscirono diretti verso la scuola.
 
 
 
 
Angolo dell’autrice!
 
Sì, Anita e Riccardo hanno capito che con X.A.R.E non si scherza, che la vita è effimera e quindi è meglio non rimandare XD
Riccardo è una donna con il ciclo, anzi…peggio…io non ho tutti questi sbalzi d’umore!
Vi lascio qui la prima versione della riunione “Garcia e Di Rigo”: Il centrocampista scoppiò in lacrime, Gabi sospirò e cominciò a fargli pat pat fra i capelli scambiando un’occhiata complice alla sorella che cercò di non ridere. Dal balcone di fronte una vecchietta, che aveva osservato tutta la scena; rientrò confusa: non c’erano più i giovani di una volta...
Si vede che sta quarantena mi fa male, ci sono delle parti assurde in questo capitolo…chiedo pietà.
Cercherò di limitarle xD
Sì, dovevano volare schiaffi…
Che ne dite? Piaciuto almeno un po’?
E poi, ci ho proprio preso gusto, le nostre girls!
Anita
Eden (con i capelli leggermente più chiari)
Roxanne
Kathryn 
Spero che vi piacciano e siano abbastanza simili alle vostre bambine!
Ora si comincia a fare sul serio!
Ciao!
Aiko
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Ashla