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Autore: Inquisitor95    01/04/2020    1 recensioni
“Valerio e Mirco sono due ragazzi molto diversi, il primo viene da una bella famiglia piena d'amore, mentre il secondo viene da una famiglia distaccata. Valerio è un ragazzo semplice, mentre Mirco è caotico. Il destino di questi due ragazzi si intreccia nel momento in cui si presenteranno nella redazione giornalistica per il quale lavora Valerio e nel quale Mirco inizierà.
Due persone diverse che si troveranno a collaborare e mentre intorno a loro si muovono problemi e situazioni, entrambi troveranno nell'altro un amico e un confidente. Ma quanto i fili del destino si intrecciano e la ruota comincia a girare, non c'è modo di fermarla, e da un'amicizia potrebbe nascere ben presto qualcos'altro...”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Valerio

Capitolo Trentacinque

sabato 7 settembre

 

 

Quando parcheggio il pick up nel vialetto vedo subito che c'è anche la macchina di Rob, il ragazzo però mi sta aspettando fuori visto che all'interno del mezzo sentirebbe caldo. Quest'estate sembra non voler finire nonostante ormai siamo nei primi giorni di settembre. A me sinceramente ha stancato e non vedo l'ora che arrivino le piogge, ma d'altronde non ho mai amato il bel tempo.

«Ehi lavoratore, com'è andata?» chiede lui venendomi contro, raccolgo le mie cose e sbuffo per via dell'appiccicosa camicia che si è attaccata alla pelle.

«Non ne parliamo, guarda. Solite follie da sabato. Essendo che Mirco deve partire abbiamo dovuto lavorare il triplo per cercare di tenere tutto pronto, nonostante tutto però continuo ad avere la sera libera.» dico tra me e me, nel fine settimana si preparano le edizioni più corpose del giornale ed è strano che mi abbia lasciato libero in una serata come questa, specie visto il concorso tra pochi giorni.

“Anche se considerando che sono le otto, direi che sono largamente in ritardo sulla mia tabella di marcia.” penso tra me e me, Rob da bravo ragazzo prende la ventiquattro ore e la pila di documenti che mi sono portato a casa, domani è lunedì Mirco non sarà a lavoro e quindi se ho la possibilità di anticipare altro a casa voglio coglierla.

Naturalmente Rob cerca di indagare sull'origine di tutti questi documenti e mentre sto per aprire la porta di casa mi chiede delle informazioni: «Perché tutte queste carte?»

Giro la maniglia entrando all'interno dell'abitazione e sento già l'aria più leggera dopo un'intensa giornata di lavoro. Rob mi segue subito.

«Mirco deve partire martedì, così oggi è il suo “ultimo” giorno di lavoro. Gli sono stati dati i giorni di riposo in modo da permettergli di prepararsi la valigia in vista della partenza. Volevo avvantaggiarmi un po' essendo che nei prossimi giorni non ci sarà.» rispondo cominciando a salire i gradini delle scale, in caso non c'è nessuno visto che non c'è alcun mezzo di trasporto fuori.

«Proprio come facevi fino a qualche mese fa.» dice Rob ridacchiando, la sua vorrebbe essere una battuta ma in realtà è proprio vero: fino a prima che arrivasse Mirco mi portavo il lavoro a casa e continuavo a lavorare.

«Un breve ritorno alle origini. Fortunatamente è questione di pochi giorni e comunque ti ripeto, il grosso lo abbiamo già fatto insieme.»

Camera mia è leggermente in disordine proprio come l'avevo lasciata stamattina: con le coperte del letto ancora alla rinfusa e alcuni vestiti sulla scrivania. Indico a Rob un punto libero per lasciare tutti i documenti e poi velocemente raccolgo alcune cose per farmi la doccia.

«Ci sto due minuti. Intanto accendi la console.» gli dico, prima dell'arrivo degli altri abbiamo progettato di giocare un po' anche se non ho particolarmente voglia di farlo.

Non è necessario mettere neanche della musica mentre sono sotto la doccia, ci sto meno di tre minuti esatti senza bagnarmi i capelli o perderei altro tempo per asciugarli. Velocemente mi infilo gli indumenti casalinghi che avevo raccolto da camera mia e con i piedi scalzi torno in camera ritrovando Rob seduto sul letto.

Per un breve momento penso a Mirco e alla volta in cui è venuto qui a casa mia, con molta nonchalance si era tolto la maglietta restando a petto nudo. In praticamente otto anni d'amicizia con Rob sarà capitato si e no una volta e dopo anni e anni di conoscenza.

Nonostante l'aria stasera sia umida e calda, Rob tiene la maglietta e guarda con fare disperato il condizionatore d'aria. «Vuoi che lo accendiamo qualche minuto?» chiedo, lui annuisce e ridacchio prendendo il telecomando.

Iniziamo a giocare e io mi siedo al suo fianco sul letto le cui coperte sono ancora alla rinfusa. Tuttavia Rob capisce ben presto che sono abbastanza svogliato e distratto quindi cerca di darmi tregua durante la “caccia al soldato”, una delle modalità di questo gioco.

«Sei piuttosto silenzioso, sicuro che vada tutto bene?» chiede Rob, io annuisco e faccio una smorfia, non ho particolari pensieri per la mente ma lui insinua il contrario.

«Sì, sì. Ogni tanto penso a Michele, sai? Mi verrebbe di scrivergli, ma non sono sicuro che mi potrebbe rispondere. O meglio, lo farebbe senz'altro. Però le cose tra noi due sono state strane in questi mesi che ci siamo risentiti...»

«Ma non è che per caso ti piace di nuovo?» chiede lui, mi giro di scatto guardandolo stranito e scuoto il viso ridendo. «Sicuro? Hai gli occhi a cuoricino ormai da qualche settimana... forse mesi. E corrisponde proprio quando Michele e è partito a luglio quindi ho fatto due più due.» dice il ragazzo continuando a scherzare.

In fondo, dentro di me, so che Rob ha ragione a metà: mi sento strano ormai da qualche mese e forse la causa di tutto questo non è Michele...

«In realtà non c'entra lui. Ho la testa un po' per aria... è vero.» dico premendo con foga i pulsanti, vedo che il ragazzo si gira verso di me e forse vedendo la mia espressione seria decide di mettere il gioco in pausa.

«Che ti succede, Vale? Mi stai facendo preoccupare e non sei il tipo di persona che si tiene tutto dentro.» il ragazzo fa una breve pausa, poi in qualche modo collega gli eventi e prova ad indovinare: «C'entra Mirco?»

Dentro di me sento una stretta talmente forte da farmi girare lo stomaco, fa male il solo pensiero, figuriamoci quanto mi costa parlarne. Nella mia mente si presenta l'immagine del nostro bacio, semplice ma passionale allo stesso tempo. Un bacio che non significa nulla visto il momento di debolezza in cui è stato scambiato.

“Non voglio dirglielo, voglio che sia solo mio. Voglio che questo momento resti intimo. Rob è il mio migliore amico... capirebbe sicuramente la situazione. Ma questa cosa... voglio che sia solo mia.” ripeto tra me e me.

La mia espressione evidentemente troppo pensierosa però fa scattare automaticamente la risposta affermativa alla domanda di Rob che continua a chiedere. «È successo qualcosa? Mi dicevi che siete usciti insieme e che state instaurando un buon rapporto. Avete litigato?»

Scuoto il viso con grande difficoltà nonostante sia la verità. «Io credo di provare... della simpatia, per lui.» riesco a buttare fuori, ma il modo in cui l'ho fatto è talmente tanto goffo da farmi sentire uno stupido.

Per questo motivo, Rob non riesce a capire. «Sì, lo so. Mi hai già detto che è un tipo apposto...» i nostri sguardi si cercano e si trovano. E lì Rob capisce il vero significato delle mie parole e quanto mi costa ammetterlo. «Oh... intendi che ti piace?» lo dice con semplicità, talmente tanto facile che quasi sembra poco interessante.

«Non è solo questo. Voglio dire, sì è davvero un bel ragazzo, biondo e con gli occhi verdi e ha quel fascino da cattivone...» alzo gli occhi al cielo mentre ne parlo come per imprimere nella mia mente la sua immagine.

«Be sì non è male...» dice Rob con un commento poco convinto, sia Rob che gli altri non lo hanno mai incontrato di presenza ma quando ho pubblicato la foto che ero con lui al ristorante immagino che lo abbiano visto.

«Però credo che da parte mia non si limiti solo a questo. Non c'è solo attrazione fisica...» continuo la frase che ho lasciato in sospeso e vedo Rob totalmente concentrato sulle mie parole, mi sprona a parlare con lo sguardo e la cosa mi fa tremare la voce.

«Credo di essermi innamorato di lui.» dico con un ultimo sussurro, è talmente tanto breve come frase che non sono riuscito a sentirla neanche io; è come se l'avesse detta qualcun altro e io l'abbia ascoltata distrattamente.

Perché non c'è nulla di sbagliato nell'amare una persona, il problema è quando sai che quella persona non può corrispondere allo stesso amore. Rob sembra praticamente leggermi nel pensieroso e silenziosamente annuisce come se stesse dando credito ai miei pensieri.

«Cazzo...» commenta con grande fatica, il tono di voce che si ha dopo un'intensa giornata di lavoro o in palestra e finalmente sospiri perché è finita. «Questo si che è un bel problema. Voglio dire... lui non lo sa, giusto?»

Scuoto il viso. «Sei il primo che lo sa. Probabilmente neanche io volevo ammetterlo a me stesso, la verità è che ho talmente tanta paura di perderlo che in qualche modo ho sempre sotterrato questa cosa. È da un po', in effetti, che credo di saperlo. Ma dire che “ne sono innamorato” rende tutto più difficile e pesante. Non credi anche tu?»

Rob non risponde subito, si limita a guardarmi per qualche secondo, poi sospira pesantemente ricambiando il mio sguardo, prova empatia nei miei confronti, perché mi conosce e sa quello che sento.

«Cosa intendi fare?» chiede lui.

Alla sua domanda non ho una risposta ben chiara, non c'è nulla che io dovrei. «Che intendi? Non posso di certo andare da lui e dirglielo. Mirco non è quel tipo di ragazzo, inoltre anche se si è lasciato con la fidanzata, non significa di certo nulla.» dico con voce tremante.

Per la mia mente passa ancora una volta la scena del nostro bacio, è come l'immagine di un film, riesco a vederla e rivederla più volte senza mai riuscire a credere che sia accaduto per davvero. Mirco si è trovato in un momento di debolezza, quel bacio non significa nulla, me lo ripeto.

“Devo togliermelo dalla testa.” mi dico riflettendo in quei pochi istanti prima che Rob mi risponda ancora. Lo capisco fin dal principio, so perfettamente che devo lavorare sulla mia testa e non sul ragazzo.

«Dovresti capire cosa voler fare. Con questo non intendo che dovresti dirglielo o meno. Cioè, ovviamente se lo vuoi fare nulla ti vieta di farlo, ma pensa alla sua reazione.» dice Rob con tono riflessivo, riesco a definire meglio le sue parole; non mi sta dicendo che Mirco potrebbe arrabbiarsi ma neanche il contrario.

Mi sta semplicemente consigliando di immaginare la sua reazione, in un momento di debolezza forse lo accetterebbe. Ma vista la decisione di partire comunque con la sua ex per il viaggio di lavoro, credo che si stia in qualche modo facendo forza da solo. In qualunque delle ipotesi nel quale io dica a Mirco dei miei sentimenti, non vedo un buon finale.

«Io non voglio perderlo.» dico lentamente. «Tu sai che non sono molto popolare, e dopo la storia con Michele sento forse di non essere ancora pronto a relazionarmi con un ragazzo in quel modo. Mirco è una brava persona, anche se all'esterno non sembrerebbe. Non voglio rovinare tutto.» Rob ascolta le mie parole in muto silenzio e nel momento in cui i nostri occhi si incrociano ancora sa cosa rispondermi.

«Allora non perderlo. Goditi ogni momento con lui, ogni attimo rubato che passate insieme. Sia a lavoro che fuori dal lavoro; tu sei una persona speciale con un cuore grande, sarebbe uno stupido a lasciarti andare. Chiunque vorrebbe esserti amico se ti conoscesse, lui non sarà da meno.»

Parlare con Rob mi mette un'incredibile carica di buon umore oltre che di autostima, stringo i pugni sentendomi pervaso da una scarica di adrenalina talmente tanto forte che adesso potrei saltare sul letto e saltellarci sopra.

«Tu sai di non volerlo perdere soprattutto come amico. Questo conta più di ogni altra cosa.» dice lui continuando. «Quindi sii forte per te stesso e non per lui e vedrai che le cose andranno bene.» dice lui concludendo.

Ci sono tantissime cose che vorrei dire, ma sarebbe tutte uguali tra di loro, mi sfugge quindi un sorriso e socchiudo gli occhi. «Grazie...» proprio quando sto per ringraziarlo sento il suo cellulare squillare e vedo che si tratta di Max.

«Pronto?» dice lui interrompendomi. Annuisce un paio di volte e attraverso l'altoparlante potente del cellulare di Rob sento che il ragazzo dice che sta arrivando insieme ad Emilia e che passano prima da un posto.

Nel frattempo sento il campanello della porta suonare e immagino che si tratti di Alice che è già arrivata. Esco dalla porta facendo segnale al ragazzo e scendo di fretta le scale fino ad arrivare alla porta che apro ritrovandomi la mia migliore amica davanti.

«Permesso?» chiede lei con un tono scherzoso, in questo momento sono talmente tanto felice e sicuro di quello che devo fare che non riesco a trattenermi dall'abbracciarla. «Ehi che ti prende? Non ci vediamo solo da ieri.» dice lei ricambiando però il mio abbraccio con affetto.

«Lo so. È solo che sono felice di vedervi, avevo proprio bisogno di una bella serata tra amici.» dico invitandola ad entrare. «Rob è di sopra. Emilia e Max stanno arrivando a quanto ho capito, prepariamo il salotto.» le dico, avremo tutta la casa per noi visto che i miei genitori sono fuori città per una notte.

La serata passa molto in fretta, forse anche troppo; quando arrivano Max ed Emilia ordiniamo subito le pizze come nostro solito, poi montiamo la postazione da gioco direttamente sul tavolo della cucina visto che è il più grande. Facciamo progressi nella campagna di gioco che sta dirigendo Max e dopo cena arriviamo al checkpoint così da poter staccare e spostarci in salotto dove ci aspetta il film scelto per la serata.

«Valerio ma tu quando hai le ferie? Non mi pare che quest'anno tu ne abbia ancora avute. O sbaglio?» chiede improvvisamente Emilia poco dopo che abbiamo iniziato a guardare il film. La guardo distrattamente mentre una delle giovani protagoniste viene massacrata dal killer di turno.

«Ho fatto due settimane a inizio marzo. Probabilmente avrò altre due settimane o qualcosa di più ma immagino se ne parlerà verso fine novembre. Naturalmente dovrò fare i conti anche con quelle di Mirco essendo noi due gli Assistenti del Signor Cattaneo.

«Be' forse cade a pennello allora. Avevamo pensato di fare un viaggetto tutto insieme. Magari a inizio dicembre, qualche settimana in un bel posto in montagna con la neve e il clima di natale in arrivo.» dice Emilia rispondendo alla mia affermazione, l'idea mi sembra buona.

Non capita spesso di fare viaggi con i miei amici, per lo più si è trattato di brevi week-end fuori città o a mare o a seconda dell'occasione. Quest'anno penso mi servirebbe proprio un viaggetto tranquillo.

«Mi piacerebbe molto, potrei chiedere informazioni al Signor Cattaneo ma credo che ancora sia presto per parlargliene.» dico tra me e me ma in realtà non è poi così distante; settembre e ottobre passeranno lentamente ma il mese di novembre quasi sempre è più scarico di lavoro.

Come se tutte le notizie importanti uscissero da primavera fino all'autunno mentre in inverno il mondo si ferma. Naturalmente c'è sempre da fare, ma il carico è più leggero, fortunatamente.

«Sì dai, così appena possiamo prenotiamo il volo intanto. Poi c'è da pensare anche agli alloggi e al giro che dobbiamo fare. Io e Max avevamo già dato un'occhiata a qualcosa, ti passiamo i file che abbiamo scaricato e vedi se c'è qualcosa che ti può interessare magari.» dice la ragazza indicando se stessa e il nostro amico, Max annuisce senza parlare visto che è più concentrato sul film rispetto a noi altri.

Annuisco mentre rifletto sul fatto che ormai da qualche mese Max ed Emilia si sono avvicinati molto, addirittura stanno seduti vicini vicini quasi come se fossero due fidanzatini. Ma tra i due c'è ancora dell'imbarazzo ed è come se non si decidessero di fare il passo più importante.

Rob si accorge delle mie occhiate e sento il suo sguardo pesante addosso al mio, mi giro verso di lui ritrovando i suoi occhi e mi fa un mezzo sorriso; c'è molto che vorrebbe dire, anche in riferimento all'argomento di prima. Ma qualunque aggiunta sarebbe superflua.

Mi volto verso Alice, anche lei concentrata sul film e sul come l'assassino sia riuscito nell'intento di uccidere un'altra vittima prima della presentazione ufficiale del film. Vorrei tanto parlare di Mirco con lei, vorrei tanto sapere cosa avrebbe da dire, lei potrebbe capire di più il mio punto di vista ma è meno riflessiva di Rob e quindi influenzata dal mio stato d'animo, penso che gliene parlerò, prima o poi.

Sospiro con leggerezza in quanto mi sembra di vivere un momento eterno: sono con i miei amici, tranquillo, felice; non mi importa del resto e smetto persino di pensare a Mirco e ai problemi che ho con lui.

Quel bacio scambiato tra di noi non significa nulla, me lo sono ripetuto fino allo svenimento, fino a farlo diventare la mia verità. E anche se ho capito di essere innamorato di Mirco, questo non dovrà influenzare la mia vita o la mia amicizia con lui. Per il mio bene, ma anche per quello suo.

E chissà, domani in fondo è un altro giorno...

  
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