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Autore: dirkfelpy89    03/04/2020    1 recensioni
"Torno su EFP con questa storia ambientata temporalmente come un seguito della mia fic “Otto Piccoli Maghi” ma chiaramente questa fic si può leggere tranquillamente anche senza aver seguito l’altra"
Dopo la tragedia di Marlott's Island la vita nella comunità magica è tornata alla normalità. Almeno fino a quando non viene trovato morto il Presidente del Wizengamot inglese. Accanto al cadavere un messaggio "4o" Cosa significa? Perché questo crimine orrendo?
Seguite Harry Potter ed i suoi auror alla caccia di una nuova minaccia che rischia di compromettere il Mondo Magico inglese ed il suo Ministero.
Genere: Avventura, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Cap 7, CHI?

22 Gennaio 2019

Bianco.
Tutto bianco. Perché?
”Rose?”
No voleva dormire.
”Rose, sei sveglia?”

La ragazza lentamente aprì gli occhi. Era sdraiata su un letto in una stanza che non conosceva. Dove si trovava?

“Rose, amore. Oh cielo, grazie!”
Finalmente Rose riuscì a mettere a fuoco le due persone sedute ai due lati del letto. A destra, visibilmente provato, c’era August, a sinistra sua madre Mary.
“Ciao” borbottò Rose. Adesso che era sveglia si sentiva piuttosto intontita e con un gran mal di testa.

August si chinò e le diede un bacio “Siamo stati in pensiero, hai dormito per circa 22 ore!”
“Dove sono?”
“Al San Mungo. Tuo padre è andato in ufficio ma tra un'oretta dovrebbe...”
Solo allora Rose si ricordò cosa fosse successo. Si drizzò sul letto e chiese “La signora Granger? I signori Weasley?”

“Stiamo bene, grazie”
Rose volse la testa verso la porta e trasalì. Hermione Granger era appoggiata allo stipite della porta e sorrideva verso la ragazza “August, Mary potreste lasciarci un attimo soli?”

I due obbedirono alzandosi silenziosamente ed Hermione si mise a sedere, occupando il posto di August.
“Ministro, cosa è…”
“Cosa è successo? Non posso dirti tutto perché altrimenti i medimaghi mi ucciderebbero!” rispose la donna sorridendo “Posso dirti però che, dopo circa un minuto dall’esplosione, grazie al patronus che hai inviato al quartier generale auror Harry ed altri due auror si sono materializzati ed hanno messo in fuga gli aggressori. Anche se dovrei dire l’aggressore, visto che uno di loro è rimasto ucciso nello scontro”
“Come avete fatto a…”
“L'esplosione ci ha buttato addosso al divano. Ci siamo fatti male certo, ma è servito a salvarci, il divano ci ha fatto da scudo”

Rose aggiustò i cuscini, in modo da stare più eretta “Ed Edward?”
Hermione osservò un attimo di troppo la finestra.
“Non… non ce l’ha fatta… vero?”
Hermione annuì, poi osservò intensamente la ragazza “Hai battuto la testa ed hai perso molto sangue. Riposati, recupera le forze”
“Posso già…”
“No” rispose Hermione, in tono definitivo “Riposerai oggi e domani. Rientrerai solo se avrai passato gli esami medici, non possiamo permetterti di rientrare in campo troppo presto”

Rose cercò di protestare ma lo sguardo duro della Granger la fermò e lentamente, stancamente, annuì.

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Nella piccola stanza sembrava fosse scoppiata una bomba. Joe si era stravaccato sul divano malridotto. Gli occhi umidi, lo sguardo perso nel vuoto aveva una bottiglia di whisky incendiario quasi finita in una mano e la bacchetta nell'altra.
Philip invece era in piedi, lo sguardo imperscrutabile rivolto verso il camino.

Alle 15 in punto le fiamme del camino si tramutarono diventando di un verde chiaro.
L’incappucciato uscì dal camino bestemmiando.

“Mancava tanto così” esclamò tirando un calcio rabbioso ad una sedia scompagnata che finì rovinosamente a terra, pochi centimetri a destra di Philip “E voi due stupidi idioti vi siete fatti battere sul tempo”
Joe si riscosse e borbottò “Erano troppi. Arthur era stato ferito da quella ragazza. Quando gli auror si sono materializzati… Io…”

“Ma comunque abbiamo ucciso due Capi-Ufficio! Se consideriamo anche gli altri assassinii…” intervenne Philip, degnando il nuovo venuto di uno sguardo infuocato.
“Abbiamo solo compiuto metà dell’opera. Uccidili tutti e la comunità magica andrà in malora. Lasciane anche uno solo vivo… e la gente avrà comunque un faro di speranza!” rispose l'incappucciato.

“Spegniamo questo faro, allora!” esclamò Philip “I nostri compagni devono essere vendicati! Non possiamo fermarci proprio ora”
Joe non rispose, si limitò ad annuire e dare ancora un sorso alla bottiglia. L’incappucciato rimase in silenzio, soppesando la situazione “Avrò bisogno di tornare dai 10 di Scozia. Non so fino a quanto siano contenti di come è andata la cosa ma devo comunque tenerli aggiornati. Lo farò domani”
L’incappucciato volse le spalle ai due, prese una manciata di polvere volante e la gettò nel camino.

“Fino ad allora state qui e cercate di non combinare guai” detto questo sparì nuovamente nelle fiamme verdi.

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Harry gettò gli occhiali sulla scrivania. Non ne poteva davvero più di quella faccenda.

“Abbiamo scoperto qualcosa che potrebbe rivelarsi interessante” disse Arthur Marlon, seduto proprio davanti ad Harry, lo sguardo attento posato su un foglio di pergamena piuttosto lungo “Abbiamo parlato con diversi orfanotrofi del paese e… Billy Parrott ed Arthur Joffrey hanno frequentato lo stesso orfanotrofio… il St James Orphanage, Nottingham”
Harry si riscosse e lesse il foglio che Arthur stava porgendo “Interessante. Domani dovremmo dare un’occhiata”

L’uomo osservò l’orologio. Erano le 2 e 20, Ginny l’avrebbe ucciso.
Stiracchiandosi buttò un’occhiata all’altro fascicolo “Per quanto riguarda la morte di Hugo Stones? Si sa qualcosa?” Quello era il caso che più colpiva Harry: Hugo era stato una delle prime persone ad accoglierlo al Ministero e non poteva credere che fosse morto proprio dentro il suo studio.

“N...n..no” rispose il ragazzo, soffocando uno sbadiglio. Harry sorrise “Penso sia il momento che tu vada a casa”
“Ma n...n...no io sto b...b..bene”
“Oh avrai la tua buona dose di nottate senza sonno. Stasera direi che basta, abbiamo una buona pista dopotutto. Vai a casa”

Arthur non se lo fece ripetere due volte. Recuperò la sua divisa, salutò il superiore ed uscì dall’ufficio di Harry.
Pace.

Harry si alzò, brontolando per il mal di schiena. Raccolse il mantello, chiuse il suo ufficio, salutò i pochi colleghi rimasti per il turno di notte e finalmente uscì dal Dipartimento Auror.
Si diresse agli ascensori sbadigliando e buttò un occhio alla grande insegna “Ufficio dell’Applicazione della Legge sulla Magia”

E così, improvvisamente, Harry ebbe un’illuminazione. Tutti i più importanti Capi-Ufficio erano stati attaccati. Tutti tranne Lucas Hardy.
Quando Hermione venne eletta Ministro della Magia la scelta di nominare Lucas Hardy come suo successore era parsa a tutti come giusta e saggia.

Lucas, 56 anni, era stato a lungo vice di Hermione Granger, aveva affrontato Voldemort e la tragica vicenda di suo figlio non aveva fatto altro che, paradossalmente, aumentare la sua fama. Ed allora… allora perchè?

Harry fece dietrofront, estrasse la bacchetta, la puntò sulla porta dell’Ufficio e mormorò “Alohomora”.
La lucida doppia porta in mogano si aprì senza un cigolio. L’uomo sussurrò “Lumos” ed entrò.
Conosceva molto bene quegli uffici e non ebbe difficoltà a trovare quello di Lucas.

“Alohomora”bisbigliò ancora una volta ma la porta rimase chiusa. Perché?
Harry estrasse da una tasca del mantello un lungo pugnale contorto, simile a quello regalatogli da Sirius anni fa. Fece passare il coltello tra lo stipite e la porta fino a quando un sonoro “TAC" non indicò che la serratura era stata forzata.

L’ufficio di Lucas Hardy era sicuramente bene arredato: le pareti erano state dipinte con una tinta azzurro chiaro, i mobili erano tutti palesemente nuovi e moderni.
Harry si diresse immediatamente alla scrivania, aprì e rovistò tutti i cassetti ed i numerosi plichi presenti sulla scrivania in radica di noce ma non trovò niente di compromettente.
Terminata l’analisi della scrivania passò alla libreria. Tutti i tomi (per lo meno più di un centinaio) erano perfettamente organizzati con il dorso di ciascun libro allineato al centimetro.
Tutti tranne uno.

L’uomo sfiorò quel libro che spiccava per pochi centimetri sugli altri ed anche questa volta sentì un chiaro “TAC”
Nella parete accanto alla libreria si era appena aperta una piccola conca.

Respirando a fatica Harry si avvicinò a quella piccola apertura nel muro e vi infilò la mano. Estrasse alcuni piccoli fogli di pergamena: la maggior parte era composta da corrispondenza privata (piuttosto piccante da quel che Harry riusciva a leggere) ma fu un minuscolo foglietto di carta ad attirare la sua attenzione.

I 10 sono d’accordo. Ho parlato con i 4 O, il piano può continuare

“Bene signor Potter. Abbassi la bacchetta, molto lentamente” Le viscere di Harry collassarono. Si voltò e vide Lucas Hardy puntare la bacchetta contro di lui.

“La curiosità è un peccato molto grave”

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Perdonate per il ritardo ma sono stato senza computer per diverse settimane e quando sono tornato avevo perso i file di questa e altre fic. Mi ci è voluto un po’ per riprendere il tutto ed “approfittando” di questo periodo particolare sono tornato su questo meraviglioso sito. odio lasciare le cose a metà.

Che dire, capitolo fondamentale. Sa un po’ di cliché forse, ma aspettate il prossimo e le cose saranno più chiare :)
Come sempre vi ringrazio per seguire questa mia fic e invito chiunque a lasciare un parere, fosse anch’esso negativo !
Un saluto, a presto :)
  
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