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Autore: Riddle045    09/04/2020    0 recensioni
alcune piccole storie scritte da me, spero vi piacciano
Genere: Horror, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Affacciati alla finestra. Cosa vedi?" la candida voce fuoriusciva chiaramente dal telefono, la domanda era cristallina ed io corsi ad affacciarmi alla trasparente vetrata di camera mia "Vedo l'azzurro cielo; le nuvole di un delizioso rosa chiaro scorrono con pigrizia e oscurano un po' la verde distesa di campi primaverili. Ai bordi della stradina sterrata ci sono grandi alberi che coprono la vista. Vedo poche persone che corrono solitarie per tenersi in forma durante questo terribile periodo. Il sole, prima nascosto dalle delicate nuvole, ora fa capolino rischiarando le praterie con la sua calda luce rassicurante. Ma in tutto questo solo una cosa manca, siamo io e te. Mancano le nostre risate che risuonavano nel silenzio della valle, mancano i nostri corpi che prima si muovevano liberi e giocosi insieme. Manchiamo noi" dopo un riflessivo momento di pausa chiedo alla mia amata "Te invece cosa vedi?" aspetto un po', il tempo che lei impiega per raggiungere il piccolo oblò affacciato sulle stradine solitamente affollate della sua città. "Non ci sono più tante persone come una volta -inizia a descrivere con la sua delicata e femminile voce- i negozi di abbigliamento non sono più gremiti di persone, i negozi di scarpe sono vuoti, l'unico posto con un po' di vita al suo interno è il consorzio alimentare" sento che si interrompe un'attimo "I piccoli giardinetti hanno l'erba alta, nessuno si preoccupa più di tagliarla quindi lei cresce incolta senza preoccupazioni, nascono anche molti fiori, molte graminacee, mi danno solo allergia ma non è un grande problema. Il campo da calcio e lo stadio con la pista d'atletica sono vuoti come non lo erano mai stati, stessa cosa il parcheggio, ora poche macchine sono ferme la, ad aspettare il loro guidatore" sospiro piano e chiudo gli occhi, cercando di ricordare com'era la bella cittadina in cui ho passato tanti dei miei giorni "Il cielo com'è da te?" le chiedo con una punta di tristezza nella voce. "Non è bellissimo, ma nemmeno orribile. Ci sono molte nuvole che coprono il chiaro sole, è tutto un po' grigio, ma in questo periodo sta diventando più carino" sospiriamo entrambi "Mi manchi molto" le sussurro piano piano, quasi come se non volessi farmi sentire. "Anche tu mi manchi tantissimo, non ho mai desiderato così ardentemente un nostro incontro" aspetto un po' prima di risponderle, sono stanco, ho perso la voglia di parlare "Ti ricordi quando mi avevi costretto a fare shopping in tutti i negozi della tua via? A quel tempo ero frustrato, ma ora pagherei per una giornata del genere!" "Me lo ricordo bene amore. Anche a me mancano quei giorni, quei giorni che adesso mi sembrano così felici e lontani" tengo il mio sguardo incatenato all'orizzonte, sperando di riuscire a scorgere anche la più piccola punta di un palazzo, niente, solo i verdi prati accesi "Appena questa quarantena sarà finita ti farò fare così tanto shopping che ti pentirai di ciò che hai precedentemente ammesso, lo sai vero?" ridacchio un po', eccola, è lei la mia ragazza, quella che mi fa ridere anche nei momenti più bui, quella che trova la luce nell'oscurità. "Io invece ti porterò così tante volte in montagna che i tuoi polpacci diventeranno più forti di quelli dei nostri due padri messi insieme!" La sentii ridere, quel suono cristallino e dolce che mi faceva sciogliere il cuore "Continua a ridere, ti prego" gli dissi lentamente "Per te riderei ogni istante, ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette ogni settimana" mi rallegrai, ricordando il suo meraviglioso sorriso dai candidi denti bianchi. "Non voglio più chiudere questa chiamata" mi disse, le risposi subito "Nemmeno io" "Allora non facciamolo" "Ora non posso -le dissi rattristandomi- è quasi pronta la cena, devo andare ad aiutare mia mamma ad apparecchiare il tavolo" "Dopo torni?" sentii tutta la disperazione ed il bisogno intinsi nella sua voce, ebbi un colpo al cuore e non tardai a risponderle "Certo che tornerò, per te ci sarò sempre" Non la vidi, ma posso sentire nel profondo del mio cuore che stava sorridendo rassicurata dalla mia affermazione. Riattaccammo entrambi, il cuore in gola e la nostalgia intorno a noi. Scesi ed aiutai mia madre con la cena. La sera, prima di cadere tra le braccia di Orfeo, accesi di nuovo il telefono e chiesi alla mia amata se fosse ancora online, mi rispose subito positivamente ed entrammo in chiamata. "Come va? Cosa avete mangiato di buono?" le chiesi appena accettò la richiesta che il mio cellulare le aveva inviato. Mi rispose subito, la voce stanca, assonnata. "Abbiamo mangiato una leggera insalata, se mangio pesante fatico ad addormentarmi. Voi invece?" le risposi che mi madre e mio padre avevano cucinato le uova del nostro pollaio "Mi mancano le vostre uova fresche, appena ci rivedremo me ne dai un po'?" risposi annuendo "Ti darò tutte le uova che vorrai. Ma ora come stai? Sei stanca?" "Ho un po' di sonno, ma non ti voglio lasciare, voglio parlare ancora con te" il mio sguardo si addolcii, sorrisi immaginandola, i lunghi capelli neri scompigliati e sparsi nel cuscino, gli occhioni nocciola stanchi e semichiusi, la candida pelle fasciata nel delicato pigiama di raso a cui lei teneva tanto. Mentre scrutavo il mio aspetto, carnagione olivastra, occhi chiari come i capelli; ed il mio abbigliamento notturno, semplici boxer ed una maglia mezze maniche; pensai che come persone eravamo tanto diverse, ed era proprio questa diversità che ci aveva unito. Era la nostra curiosità, il voler sapere di più l'uno dell'altro, il condividere passioni diverse ed emozionanti che ci avevano fatti avvicinare, ed infine, innamorare. Continuai a sorridere dolcemente "Ci sentiamo domani va bene? Sei stanca, lo sono pure io, dobbiamo dormire, così domani saremo più attivi ed energici e potremo passare l'intera giornata a parlare tra noi. Ma la notte è lunga e devi usarla a partire da ora. Quindi dormi, io dormirò con te, come quando venivi a casa mia, anche se allora eravamo vicini fisicamente, ora lo siamo psicologicamente, siamo ancora più vicini, siamo due corpi che condividono lo stesso cuore e lo stesso pensiero" aspettai un po' in cerca della sua voce. "Va bene allora. Buonanotte amore mio" la sentii mormorare annebbiata dalla stanchezza. "Buonanotte, amore" mormorai a mia volta. Spensi la chiamata, e successivamente anche il telefono che appoggiai al comodino. Mi accasciai contro il materasso ed appoggiai il capo sopra al cuscino. Chiusi gli occhi e caddi nel mondo dei sogni. Quella notte ripercorsi col pensiero tutti i momenti felici che avevamo passato, quando andavamo alla spiaggia, al parco, quando prendevamo il gelato insieme, tutte le svariate volte in cui lei mi faceva ridere e quando io facevo ridere lei. Sognai il nostro primo incontro, il tempo passato da amici e la nostra dichiarazione avvenuta lo stesso giorno sotto una splendida luna piena. Ricordai anche ai momenti brutti, alle poche ma presenti volte in cui avevamo litigato, a quando per colpa dell'uno o dell'altra avevamo pianto, ai giorni passati ignorandoci. Poi mi venne in mente anche quando facevamo pace, solitamente cinque minuti dopo, non riuscivamo a stare lontani o immusoniti l'uno con l'altra. Ricordai tutto, tutti i momenti passati insieme, tutti i racconti, tutto, e alla fine lo capii, questo era vero amore. se vi è piaciuta lasciate un like, un commento e condividete! Matte
   
 
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