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Autore: _Lightning_    12/04/2020    3 recensioni
Dall'ultimo capitolo (Karma): Non era divertente nel modo più assoluto.
Tony cercava di imprimersi quel concetto in mente a fuoco vivo, ma avrebbe avuto più fortuna a cercare di marchiare un toro imbizzarrito e in grado di fargli linguacce derisorie per la sua pessima interpretazione di un cowboy – e il livello di pericolosità era straordinariamente attinente alla realtà, anche se, più che un rodeo, quella era una corrida in cui sventolava un drappo rosso davanti agli occhi di Pepper.

[Irondad&Spiderson // Pepperony // Ironfamily // Avengers-Family // Canon + Non-canon compliant // Raccolta: Fluff/Comico // Missing moments // What If?] Capitoli: 15/?
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'As if it never happened'
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Contesto: happy post-Endgame
Genere: fluff, demenziale
Prompt(s): Pasqua
Personaggi: Tony Stark, Pepper Potts, Peter Parker



 
«Sei assolutamente sicura?»

Pepper si trattenne dal roteare gli occhi al cielo per la settima volta.

«Sì, esattamente come lo ero due minuti fa.»

Tony storse la bocca in una mezza via tra il broncio e il sospetto, guardandola negli occhi con la massima serietà – il che, vista la sua condizione, aveva un che di paradossalmente comico.

«Con “sicura” intendo: hai perlustrato i dintorni via satellite? Hai controllato le telecamere di sorveglianza sul vialetto? Hai ingaggiato una squadra di ricognizione dei marines per assicurarci che non ci sia nessuno nel raggio di cento miglia?»

A quel punto Pepper si puntò un pugno sul fianco – un preavviso molto eloquente che precedeva le due mani sui fianchi, a loro volta segnale di un’ebollizione in corso con scarse speranze di contenimento – e fissò suo marito cercando di non sbottare a ridere.

«Tony, per l’amor del cielo: chi vuoi che passi nei boschi della Georgia la mattina di Pasqua?»

«Non saprei, ma ne va della mia salute, tesoro: lo sai che il mio cuore non reggerebbe altri scossoni e ti ricordo che ho giurato di non chiederti più nulla che avesse a che fare col mio organo cardiaco bizzoso,» replicò pronto lui, ancora con quell’espressione grave in volto, ora minata da un sorrisetto che gli delineava appena le guance.

«Piantala di fare il melodrammatico e vai a far divertire tua figlia, prima che inizi a piovere come ogni Santa Pasqua,» concluse però lei, piantando il secondo pugno sul fianco.

Tony sospirò, inclinando all’indietro il capo e fissandola con lo stesso disappunto di un bambino che si vede negare la gita al luna park. Si raddrizzò l’orecchio da coniglio che continuava a piegarsi sulla sua testa, dandogli un’aria perennemente seccata, e scrollò le spalle inglobate dalla stoffa morbida bianca e viola del costume, palesando un’evidente insofferenza a star chiuso là dentro con quel cappuccio in testa. Le puntò contro un indice inglobato da una zampa enorme, pelosa e completa di cuscinetti, e Pepper dovette pressare le labbra per mantenere un contegno – lui la fulminò con lo sguardo.

«Sia ben chiaro: è l’ultima volta che Morgan guarda Le Cinque Leggende. E non ho alcuna intenzione di parlare in accento australiano! [1]»

«Oh, suvvia, un costume non ha mai ucciso nessuno,» lo spronò Pepper, piazzandogli fermamente in mano il cestino in vimini con le uova colorate e girandolo a mo' di pupazzo per le spalle per indirizzarlo verso la porta.

«La dignità sì, però!» protestò lui a gran voce, assecondandola pur riottosamente.

Pepper in tutta risposta gli assestò un’altra spintarella ben mirata sulla coda da coniglio, facendolo sobbalzare e rischiando così di mandare in fumo la nottata passata a decorare uova su uova all’insaputa di Morgan. La quale, al momento, dormiva ancora ignara della sorpresa e del fatto che il suo nuovo idolo di turno l’avrebbe aspettata in giardino per guidarla nella caccia pasquale.

Tony le rivolse un’ultima occhiata esageratamente afflitta, nonostante Pepper sapesse benissimo che, sotto sotto, si sarebbe vestito così anche tutti i giorni, pur di stupire e rendere felice Morgan. E sapeva anche che erano anni che cercava di indurla ad amare Toy Story pur di avere la scusa per costruirsi un’armatura in stile Buzz Lightyear… solo per rimanerci male – ovviamente in segreto – nello scoprire che il suo personaggio preferito era invece Bullseye. Geralt, sospettava, era stato una sorta di naturale ed eccentrica conseguenza di quella rivelazione. [2]

Pepper scosse tra sé la testa, osservandolo mettere piede sul portico quatto quatto, in linea col suo costume da coniglio, come se là fuori ci fossero dei cacciatori in agguato pronti a freddarlo sul posto. Uscì anche lei, ma fece appena in tempo a chiudersi la porta alle spalle per tagliargli la ritirata, che finì a sbattere contro la sua schiena ricoperta di tessuto morbido e sintetico dal sentore di plastica scadente. Si scostò arricciando il naso, e scoprì ben presto il motivo della paralisi di Tony: parcheggiata nel vialetto, c’era una vecchia Subaru verde bottiglia. E dietro al volante si scorgeva un sorridente Peter Parker, che al momento sembrava oscillare tra la confusione più totale e l’ilarità repressa.

Pepper fu pronta a piantare le mani sulla schiena di Tony, facendo pressione per impedirgli la fuga precipitosa a cui aveva già dato inizio e sibilandogli un secco “non essere ridicolo”, seguito da un altrettanto secco “lo sono già”.

«Ehm… salve?» salutò impacciato Peter, scendendo dalla macchina e sbattendo la portiera dietro di sé mentre continuava a sopprimere sul nascere un sorrisetto ben comprensibile. «Ecco... sono arrivato mezz’ora fa, ma non sapevo se foste svegli così ho, uh, aspettato un po’, perché volevo farvi una sorpresa per Pasqua, ma non così presto; arrivare qua è stato un incubo, pensavo di rimetterci una gomma, su questi sentierini, e forse, in effetti, me ne servirebbe una nuova… comunque, buona Pasqua!» sciorinò in fretta e furia, mentre si avvicinava cautamente con le mani che si rincorrevano nel parlare strusciando di tanto in tanto sui jeans un po‘ sbiaditi.

«Tu,» esordì invece Tony, serissimo, con le orecchie che s’inclinarono in un’angolazione quasi minacciosa mentre avanzava di un passo. «Peter Benjamin Parker, ragno di quartiere, braccio destro di Iron Man: tu scorderai immediatamente tutto ciò che stai vedendo. E che vedrai. E che potresti vedere. In blocco. Dico sul serio, non costringermi a ingaggiare dei Men in Black per compiere il lavoro sporco,» concluse, in una posa che sarebbe stata anche autoritaria, non fosse stato per quella tenuta decisamente ridicola.

Peter, in tutta risposta, non poté fare a meno di ridacchiare – o meglio, farsi quasi esplodere le guance per non farlo e fallire miseramente; Pepper, più allenata, si frenò sul nascere, passando un braccio attorno alla vita di Tony e facendo un cenno di saluto al ragazzo, che ricambiò pronto.

«Signor Stark,
» cominciò poi, sempre con un sorrisetto sotto i baffi, «le ricordo che giro in calzamaglia anch’io, e in effetti ce l’ho giusto con me per… beh, perché non si sa mai; sa, qui nei boschi... insomma, se vuole compagnia per la mascherata e per nascondere le uova… a Morgan farebbe piacere, no?»

Pepper vide chiaramente l’espressione di sconforto sul volto di Tony tramutarsi repentinamente in qualcosa di molto diverso. Un brillio sagace negli occhi, unito a un sogghigno a dir poco machiavellico. Il che, con quel costume da dolce coniglio addosso, assunse una sfumatura decisamente grottesca e inquietante. Gli fece cenno di avvicinarsi e Peter, messo in lieve allarme da quel cambio d’atteggiamento, lo fece. ma con molta circospezione.

«Giusto, ragnetto. Giustissimo, anzi: direi che è un’idea grandiosa, e te lo dice un genio,» asserì, suscitando un lampo di preoccupazione sul volto di Peter e facendo alzare gli occhi al cielo a Pepper.

Gli strinse appena il fianco e lo squadrò dal basso, in modo molto eloquente, ma lui la ignorò a bella posta continuando a incarnare i panni di novello villain di turno costretto in abiti ridicoli ma ancora deciso a far sfoggio della propria malvagità.

«Uh, allora prendo… prendo il mio costume, ok?» azzardò Peter con un sorrisino puntando un pollice dietro di sé, verso la macchina, ma Tony scosse sornione il capo e incrociò le braccia con fare risolutivo.

«Nah, niente Spider-Man, oggi: c’è uno standard di assurdo da rispettare, qui. E ho giusto il costume perfetto per te…»
 

§

 
Pepper bevve soddisfatta un altro sorso di tè, distogliendo brevemente gli occhi dalla lettura per puntarli fuori dal portico, verso il lago dal cui soffiava una brezza tiepida. C’era un che di ridicolmente adorabile nel vedere un Iron Man-coniglio e uno Spider-Man-pulcino intenti a discutere animatamente mentre sceglievano i posti strategicamente più inimmaginabili per nascondere le uova – arrivando a sfruttare gli aiutini ragneschi di Peter per fissarle in luoghi di certo irraggiungibili per una bambina di sette anni.  Sarebbe stata una lunga, lunghissima caccia, quell’anno…

Sorrise tra sé, trattenendosi dal toccarsi la faccia per non sbavare i baffi e il naso da coniglio che Tony si era impuntato nel disegnarle personalmente in faccia con la matita da trucco “per avere parità assoluta in famiglia”, a detta sua. Lei non si era opposta con troppa veemenza e aveva accettato ridendo che Tony sfogasse su di lei il suo estro artistico sotto lo sguardo divertito di Peter – che non poteva certo prendersi troppo sul serio, avvolto in quel costume di un giallo brillante, scartato per quella Pasqua in favore del coniglio.

Si sentiva a dir poco ridicola, è vero, soprattutto se pensava alle facce e ai commenti di chi li conosceva solo come una nota donna in carriera compita e due supereroi dediti alla protezione della Terra. In realtà le venne da ridere, a pensare ai titoli scandalistici con loro tre conciati così in copertina; e quando infine Morgan mise piede sul portico, in pigiama e spettinata, e cacciò un urletto di gioia nel vedere quella mascherata di Pasqua tutta per lei, pensò che ne valeva decisamente la pena.


 
*


 

Note:

[1] Nel film d’animazione Le Cinque Leggende il Coniglio Pasquale è doppiato in originale da Hugh Jackman, appunto australiano (e anche Wolverine, tanto per rimanere in tema Marvel).
[2] Geralt è l’alpaca che si vede e viene nominata in una scena tagliata di Endgame. E RDJ ha davvero degli alpaca, per inciso :’)
NB. -Il titolo è una ripresa di Alice nel Paese delle Meraviglie, "Follow the white rabbit". Grazie a Miryel per avermelo suggerito <3
-Nel caso vi steste chiedendo da dove ho preso spunto per tutto ciò... beh, scopritelo qui.


Note dell'Autrice:

Cari Lettori... non ho nulla da dire su questa esplosione di demenzialità partorita in una mezza giornata (e a suon di vinello, e si vede), se non Buona Pasqua a tutti voi <3
Grazie a tutti voi che avete commentato, seguito, letto e aggiunto alle liste, e spero di avervi strappato un sorriso :)

-Light-

 
   
 
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