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Autore: LadyElle1203    12/04/2020    1 recensioni
[Dal testo]
"Corri. Respira. Tieni la mano sempre sul manico del pugnale.
Non fermarti se non quando tramonta il sole. Trova un rifugio sicuro, su un albero. Lontano dalla strada.
Non fidarti di nessuno. Tieni sempre gli occhi aperti, anche di notte.
Non fermarti mai nello stesso posto per troppo tempo.
Conserva i proiettili. Muoviti a piedi."
Pur essendo una FF su TWD con principalmente Daryl Dixon, posso dirvi che "non è come sembra". Fidatevi: lungi da me inserire un nuovo personaggio per farlo innamorare di Daryl. No. Daryl per me è asessuato!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 1

Corri. Respira. Tieni la mano sempre sul manico del pugnale.
Non fermarti se non quando tramonta il sole. Trova un rifugio sicuro, su un albero. Lontano dalla strada.
Non fidarti di nessuno. Tieni sempre gli occhi aperti, anche di notte.
Non fermarti mai nello stesso posto per troppo tempo.
Conserva i proiettili. Muoviti a piedi.


Le parole di Emyr risuonano nella sua testa come una filastrocca, mentre Alisia continua la sua marcia verso un punto indefinito. L’importante è non fermarsi, continuare a camminare, a cacciare. A sopravvivere.
Era rimasta sola, senza più nemmeno quell’unico punto fermo che era suo padre: erano passati anni, ormai, da quando aveva scambiato due parole con un essere umano. Si era ritrovata a poco più di quattordici anni sola in un mondo che, ormai, non esisteva più: intorno a lei solo zombie, morte e desolazione.
Suo padre, prima di morire, le aveva insegnato come sopravvivere, come cacciarsi il cibo, come accendere un fuoco non troppo visibile, come arrampicarsi su un albero: le aveva insegnato tutto questo perché sapeva che sarebbe morto. Non per mano di uno zombie, ma perché un fottuto cancro al cervello lo stava divorando ancor prima che si scatenasse l’inferno.
Sua madre, d’altro canto, aveva deciso di mollarlo quando scoprirono del tumore: se n’era andata così, di punto in bianco, senza nemmeno salutarla, quando Alisia aveva appena sei anni.
Lei e suo padre si erano ritrovati soli, a badare l’uno all’altro: i dottori avevano detto ad Emyr che non sarebbe sopravvissuto all’estate. Di estati, invece, Emyr ne aveva passate tante vincendo ogni singola battaglia, giorno dopo giorno, senza mai cedere. Ora, invece, consapevole che la sua dolce Alisia era in grado di farcela, aveva mollato.
Fargliene una colpa? E perché mai? Le aveva insegnato a stare al mondo, sia quello precedente che quello attuale. L’aveva instradata verso ciò che avrebbe potuto incontrare: mostri, umani, animali.

Corri. Respira. Tieni la mano sempre sul manico del pugnale.
Non fermarti se non quando tramonta il sole. Trova un rifugio sicuro, su un albero. Lontano dalla strada.
Non fidarti di nessuno. Tieni sempre gli occhi aperti, anche di notte.
Non fermarti mai nello stesso posto per troppo tempo.
Conserva i proiettili. Muoviti a piedi.


Alisia osserva la luce del cielo che sta cambiando, voltando poi lo sguardo verso Ovest. Intorno a lei il silenzio, interrotto di tanto in tanto dal gorgogliare di qualche zombie nei paraggi. Si osserva intorno, spostandosi dalla strada ed addentrandosi nella foresta alla ricerca di un albero abbastanza alto e protetto. Ma in quel lato della Virginia gli alberi sono bassi e sottili: impossibile arrampicarsi senza cadere e rompersi l’osso del collo.
- Merda. – bisbiglia Alisia, per poi sospirare e cominciare a scavare a mani nude. Tanto vale crearsi un piccolo accampamento in quella specie di radura ed aspettare che la notte passi in fretta.
Dopo aver scavato una piccola buca dove poter accendere il fuoco, Alisia si alza e comincia a radunare dei rametti e delle foglie, per poi gettarle nella piccola buchetta e, grazie ad alcuni fiammiferi, accende il fuoco. Quando poi calerà davvero il buio, quel fuoco dovrà morire: come suo padre, come il mondo civilizzato, come gli zombie. Come la paura. Come tutti.

Corri. Respira. Tieni la mano sempre sul manico del pugnale.
Non fermarti se non quando tramonta il sole. Trova un rifugio sicuro, su un albero. Lontano dalla strada.
Non fidarti di nessuno. Tieni sempre gli occhi aperti, anche di notte.
Non fermarti mai nello stesso posto per troppo tempo.
Conserva i proiettili. Muoviti a piedi.


La notte è arrivata, ed Alisia getta sulle fiamme la terra che prima ricopriva la buca. Si avvolge in un poncho di lana, si appoggia ad un albero ed osserva un punto nel buio, in attesa che arrivi il giorno: quella notte non c’è tempo di dormire. Domani, forse. Ma non stanotte.
Di notte la foresta sembra prendere vita, un’altra vita: i gufi cantano sugli alberi e svolazzano di ramo in ramo; gli zombie camminano sulla strada gorgogliando e spostandosi senza sosta. I fiumi scorrono lenti.
Ma Alisia rimane immobile come a diventare parte integrante di quell’albero che la sta sostenendo dritta, conficcandole nella schiena piccole schegge che, prima o poi, il suo corpo deciderà di espellere.
Respira lenta, silenziosa, mentre il suo cuore batte piano, lento, regolare: come un rubinetto che perde, goccia dopo goccia il suo cuore pompa la giusta necessità di sangue per il suo organismo. Suo padre le ha insegnato come stare al mondo, in questo mondo che ci vuole animali ma rimanendo comunque umani.

Nota dell'autrice
E' la prima volta che mi cimento in una FF ispirata ad una delle mie serie tv preferite, ovvero The Walking Dead. Ci ho sempre pensato, ma non ho mai trovato il coraggio di andare a "toccare" personaggi come quelli di questa serie. Ho voluto provarci, nella speranza di non aver fatto un disastro.
L'ispirazione mi è venuta trovando un'immagine tratta dal videogioco "The last of us" (da qui, infatti, il titolo). Si, okay, ho inserito Daryl tra i vari protagonisti...MA non è come può sembrare (e cioè che il nuovo personaggio va ad inciuciare con Dixon). No. Assolutamente NO. Daryl sarà una figura importante per Alisia, ma non in senso amoroso.
Nella speranza di aver stuzzicato la vostra curiosità, ci rivediamo al prossimo capitolo.
- LadyElle - 

 
   
 
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