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Autore: danyazzurra    13/04/2020    5 recensioni
Sirius è appena morto ed Harry si trova dentro l'ufficio del preside. L'unica cosa che riesce a pensare è ad un mondo dove lui non ha dovuto mai soffrire così, dove non è stato la causa della sofferenza o della morte degli altri. Un mondo dove Peter non ha tradito i suoi genitori, ma davvero sarebbe un mondo migliore?
Come avrete intuito è una what if...cosa sarebbe successo se Peter non avesse mai tradito Lily e James? un'idea pazza che mi è balzata in testa!! Spero che proverete a dargli una possibilità e che leggerete e mi farete sapere!! un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Draco Malfoy fu portato al cospetto del signore oscuro e subito si buttò in ginocchio davanti a lui.
Il capo chino e gli occhi fissi sul pavimento.
Pensava che non avrebbe dovuto mai più inchinarsi davanti a quel mostro e invece lo stava facendo di nuovo.
Lo faceva per lei.
“Draco, mi hanno detto che vorresti di nuovo servirmi” disse Voldemort con la sua solita voce profonda e Draco alzò la testa pur restando in ginocchio.
Annuì lentamente e vide il volto del signore oscuro aprirsi in un ghigno.
“Dovrei crederti, stavolta?”  
Draco annuì di nuovo e cercò di non far vacillare lo sguardo mentre sapeva che Voldemort gli stava entrando nella mente per cercare qualsiasi segno di tradimento.
Non doveva fare lo stesso errore di due giorni prima. Usare troppa occlumanzia e mostrargli la sua mente al pari di un foglio bianco sarebbe voluto dire tradimento, invece doveva epurare i suoi pensieri, mostrargli solo piccole cose.
Sapeva che lui gli stava facendo sentire l’invasione della sua mente apposta, sapeva che voleva mostrargli cosa avrebbe potuto fargli se avesse voluto, ma lui cercò di resistere.
Sentiva la paura trasformarsi da pelle d’oca a sudore freddo, ma non voleva cedere, doveva smettere di essere un vigliacco se voleva essere degno di Alyssa.
“Alyssa Potter… un pensiero ricorrente, vedo”.
Draco sobbalzò. Aveva pensato a lei.
Aveva pensato a lei, come aveva potuto essere così stupido?
“La odio” si giustificò “ha provato a portarmi dalla parte dei Potter”.
Voldemort lo guardò senza una particolare espressione poi spostò lo sguardo su un Mangiamorte “portatela” disse soltanto e Draco fu sicuro che il suo cuore si fosse fermato lì, in quel momento.
Abbassò lo sguardo cercando di non pensare a niente, ma il panico lo stava invadendo sempre di più.
Sapeva che se la stava facendo portare nella sala era perché aveva in mente qualcosa e Draco sperò che non fosse una prova di lealtà come aveva visto fare mille volte.
Ne era già rimasto disgustato da spettatore, non voleva esserne protagonista.
La sentì arrivare prima ancora di vederla e quando gli arrivò nel campo visivo dovette faticare molto per non far trasparire quello che provava.
Tutta la rabbia e il dolore nel vederla in quelle condizioni.
Il suo viso era pieno di lividi e dalle smorfie che faceva il suo volto ad ogni passo era sicuro che anche il suo corpo non fosse messo meglio.
Si chiese da quanto tempo la stessero torturando quando lui si era svegliato.
La costrinsero ad inginocchiarsi e stavolta Alyssa non riuscì ad opporsi e cadde carponi.
Draco si sentì pieno di rabbia soprattutto quando vide la soddisfazione nel volto di Voldemort, non che avesse qualche dubbio che l’ordine di torturarla fosse venuto da lui.
“Bene, giovane Malfoy” iniziò Voldemort “hai detto che la odi… dimostralo”.
Draco sentì il cuore lacerarsi, aveva ragione, una prova di fedeltà e dire che lui aveva fatto tutto per cercare di salvarla.
“Come, mio signore?” sentì la voce graffiargli la gola e vide Alyssa voltarsi verso di lui.
Aveva le lacrime agli occhi, probabilmente era sicura che lui si sarebbe opposto, non si aspettava che lui volesse saperne di più.
“Qualcuno gli dia una bacchetta” ordinò Voldemort e vide tutti i Mangiamorte più vicini a lui tirare fuori la propria e porgergliela.
Draco ne prese una sentendola pesante come piombo nelle sue mani.
Sapeva che se fosse toccata ad Alyssa probabilmente avrebbe tentato il tutto per tutto, quasi sicuramente avrebbe provato ad attaccare qualche mangiamorte per liberare lui e se stessa, ma Draco non era così.
Quella bacchetta lo intimoriva o meglio era quello che sapeva Voldemort stava per chiedergli che lo spaventava.
“Purtroppo la ragazza mi serve viva, ma direi che una Cruciatus potrebbe essere interessante per vedere se quello che dici è vero” il suo tono era quasi divertito e infatti Draco sentì Bellatrix ridere.
La sua risata isterica. Quel suono disgustoso pari solo ad un gesso che stride sulla lavagna.
Si chiese come potesse restare indifferente, come potesse essere così tanto fedele al suo signore da non muoversi neanche per difendere suo nipote.
Eppure era così, non aveva mai avuto un ricordo di lei sana di mente, sua madre l’aveva sempre amata, ma da quando la ricordava sua zia aveva sempre e solo amato il signore Oscuro.
E sicuramente lo avrebbe guardato morire senza battere ciglio e lui non voleva morire, ma non riusciva neanche a sacrificare Alyssa.
“Forza, Draco” lo spinse lei continuando a ridere, ma Voldemort alzò una mano e anche lei si zittì.
C’era un tale silenzio che Draco ne fu quasi assordato.
Sentiva lo sguardo di Alyssa su di sé, ma non aveva il coraggio di guardarla, qualsiasi decisione avesse preso avrebbe pesato su entrambi per sempre.
Arrivato a quel punto gli sembrava stupido desistere, ma come poteva far quello alla ragazza che amava?
Per un attimo gli venne in mente Black, lui e il suo onore non l’avrebbero mai fatto, si sarebbe fatto uccidere prima di fare una cosa del genere.
Prima di fare del male ad Alyssa.
“Allora, Draco?” chiese Voldemort con voce melliflua “mi domando come mai tu prenda tempo se la odi così tanto”.
Era inutile fingere. Voldemort non era uno stupido e le sue parole dimostravano che aveva compreso, che sapeva che non era l’odio a riempire il cuore di Draco.
Strinse quella bacchetta con così tanta forza che pensò gli si sarebbe sbriciolata tra le mani e poi la lasciò cadere a terra.
Si prostrò fino a sentire il pavimento toccare la sua fronte.
“Mi dispiace, mio signore” disse soltanto “io non…”
Non riuscì neanche a finire la frase che un dolore inimmaginabile gli spezzò il fiato. Era già stato maledetto da Voldemort, ma questa volta doveva essere davvero arrabbiato perché le ossa sembravano potessero sbriciolarsi da un momento all’altro e la sua mente chiedeva solo pietà.
Quando la maledizione si interruppe Draco rimase a terra boccheggiante cercando di riprendere fiato.
“Ti stai prendendo gioco del tuo signore, giovane Malfoy?” chiese Voldemort, ma Draco non riuscì a trovare il fiato per rispondere.
Sentì dal fruscio della sua veste che si stava alzando e quando nel suo campo visivo entrarono i piedi dell’Oscuro signore capì che si era fermato davanti a lui.
“Ti renderò le cose più semplici” gli disse e Draco pensò che non prometteva niente di buono “maledicila e io ti libererò” gli disse e Draco alzò la testa sorpreso.
“Che cosa?” chiese incerto. Poteva aver capito bene?
Da libero avrebbe potuto agire, avrebbe potuto liberare Alyssa, ma in cambio doveva maledirla.
Doveva scagliarle un’imperdonabile e lo sarebbe stato nel vero senso del termine. Lei non avrebbe mai potuto perdonarlo.
“Non amo ripetermi, Draco” gli disse mentre con un cenno della bacchetta Draco si sentì rimettere in piedi.
Era sicuro che se non fosse per la magia le sue gambe avrebbero di nuovo ceduto.
“Cosa mi dici, giovane Malfoy, dammi di nuovo la tua lealtà ed io ti riporterò ai vecchi splendori”.
“Io… grazie, mio signore”.
Sentì lo sguardo di Alyssa su di sé e desiderò poterle dire che non stava cedendo davvero, ma non riuscì a guardarla.
Era sicuro che se avesse incrociato quegli occhi verdi e delusi avrebbe ceduto.
“Allora, non indugiare, Draco, fai felice il tuo signore”.
Draco prese un respiro. Fare del male ad Alyssa gli sembrava una cosa impossibile, ma se lo avesse fatto e fosse stato liberato sarebbe cambiato tutto.
Si voltò verso di lei e la guardò.
Come aveva immaginato i suoi occhi verdi erano pieni di lacrime, ma non piangeva, lo guardava solo con rimpianto e delusione e Draco non sopportava di vedere quello sguardo in lei per cui riportò gli occhi su Volemort.
“Io… se mi permettete, mio signore… io come ho detto prima avrei un’idea per prendere il prescelto e darvi la vittoria che meritate”.
Draco boccheggiò ritrovandosi senza fiato, una mano invisibile gli stava stringendo il collo così forte che l’aria non riusciva a passare.
Provò a dire qualcosa, ma solo qualche verso gutturale uscì dalle sue labbra.
“Pensi che abbia bisogno di te, Draco? Credi che non riuscirei a prendere Potter senza di te?”
Draco avrebbe voluto dirgli che in fondo non c’era riuscito finora, ma sapeva che gli sarebbe costato la vita anche solo pensarlo, per cui continuò a tenere la mente edulcorata mentre scuoteva la testa.
Voldemort lo rilasciò e Draco si portò la mano al collo cercando di inalare aria e riprendersi.
“No, mio signore” disse con voce strozzata “ho solo avuto un’idea ed io nasco per servirvi”.
Voldemort strinse i suoi occhi rossi sul ragazzo “sentiamo” disse e fece un gesto a due mangiamorte accanto a lui che afferrarono Draco e lo rimisero in piedi.
Draco era sicuro che senza le mani dei mangiamorte probabilmente sarebbe caduto di nuovo a terra.
“Ti ascolto, ma non approfittare oltre della mia pazienza”.
Draco guardò un’ultima volta Alyssa e vide i suoi occhi verdi splendere di rabbia come due fari nella notte.
Si chiese se l’avrebbe mai perdonato per quello che stava per fare.
“Pozione Polisucco” disse con voce incerta “prendetele dei capelli, preparate la pozione polisucco e poi la prenderò io… la conosco abbastanza e ho imparato a conoscere i suoi amici, sono sicuro di poter passare per lei…”
“Tu, brutto stronzo…”
Con uno slancio di forza che Draco non sapeva dove la stesse trovando Alyssa si gettò verso di lui, ma prima che potesse raggiungerlo un incantesimo la fece cadere e rotolare come in preda ad una crisi epilettica.
Draco lo conosceva, era l’incantesimo Elettro e Voldemort non aveva neanche dovuto pronunciarlo. Era bastato un movimento della bacchetta.
Si morse il labbro e strinse la mascella fino a sentire i denti scricchiolare per cercare di non urlare ciò che la sua mente gridava: Basta. Basta. Basta.
Gli sembrava non finisse mai quando finalmente Voldemort alzò la bacchetta.
Alyssa rimase a terra e Draco non riusciva a smettere di guardarla.
Cercava di rialzarsi, la conosceva ed era sicuro che non volesse farsi vedere in svantaggio, ma le sue braccia la tradivano ed ogni volta ricadeva giù divertendo i molti mangiamorte che erano lì.
Draco li guardò con rabbia, avrebbe voluto prenderli tutti per il collo e sbatterli contro il muro, ma non poteva, lui era più furbo di così.
Non doveva scoprirsi del tutto. Già Voldemort aveva capito i suoi sentimenti, non poteva fargliene capire la profondità.
“Bella, credo proprio che tuo nipote sia davvero molto innamorato della mezzosangue Potter” disse rivolto alla Mangiamorte che come sempre non lasciava il suo fianco e Bellatrix rise di nuovo.
Draco avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non sentire sua zia ridere.
Voldemort lo guardò di nuovo e Draco sapeva che lo stava valutando “prendetele dei capelli” disse senza distogliere lo sguardo dal ragazzo.
“Ci vuole un mese per quel tipo di pozione, spero non sia un tuo modo per prendere tempo o la pagherai con la vita”.
Draco chinò la testa “non lo è mio signore” disse soltanto e Voldemort annuì.
“Rimettetela in piedi” ordinò “il nostro Draco deve ancora eseguire l’ordine”.
Draco sentì i denti dolergli per come li stava stringendo.
Si buttò in ginocchio “mio signore, io credevo… pensavo… con l’idea della Polisucco…”
“La ami così tanto, Draco? Una mezzosangue ed oltretutto una Potter? Mi chiedo cosa direbbe il nostro caro Lucius”.
Draco strinse più forte la bacchetta.
Alyssa aveva ragione, gli aveva detto che non avrebbe dovuto contare troppo sulla fiducia che pensava di riuscire a suscitare in Voldemort.
La vide cercare di liberarsi delle mani dei Mangiamorte che la stavano tenendo su, era sicuro che se l’avessero lasciata lei sarebbe caduta di nuovo, ma non pareva importarle, lo stava solo guardando con rabbia, con una rabbia con cui non lo aveva mai guardato e Draco si sentì morire.
Le cose non sarebbero mai più state le stesse tra di loro.
Sentì Voldemort ridere e capì che si era tradito di nuovo, solo Alyssa riusciva a farlo sentire così scoperto, solo con lei non riusciva a fingere.
“Mi chiedo se il tuo amore fanciullesco sia così forte da sacrificare la tua libertà” lo provocò Voldemort.
Draco si trovò di nuovo a confrontarsi con Daniel, sapeva che lui sarebbe morto pur di non toccarla, ma la libertà… Solo pensare che avrebbe potuto essere libero, aiutarla.
Farle del male una volta per garantirle un futuro.
Era certo che Voldemort l’avrebbe torturata fino a quando non avesse ottenuto informazioni da lei e quando, come sapeva, lei non avesse detto niente e lui avesse ottenuto la pozione polisucco lei sarebbe morta.
Morta e lui non lo avrebbe sopportato.
A volte il coraggio e l’onore Grifondoro non erano la cosa giusta. A cosa sarebbe servito che Daniel la salvasse da una maledizione se poi non poteva liberarla? Se poi, avrebbe dovuto guardarla morire?
Lui invece…
Le puntò la bacchetta contro e la vide cercare di metterlo a fuoco. Era già sofferente, forse non se ne sarebbe accorta, forse avrebbe perso subito i sensi.
“Fallo” disse lei all’improvviso e lui sentì la bacchetta tremargli nella mano.
Quegli occhi verdi. Quelle iridi nelle sue. Come poteva tradirle? Come poteva farlo?
“Fallo!” ripetè e Draco vide Voldemort con un ghigno.
Maledetto. Che tu sia maledetto.
“Anzi, uccidimi proprio visto che hai appena venduto la tua anima al demonio”.
Vide sua zia alzare la bacchetta verso di lei, aveva osato offendere il suo signore e padrone, ma Voldemort alzò una mano e lei si limitò a guardarla con rabbia.
“Fallo! Ti ho detto di farlo… per favore”.
Per favore? Forse aveva capito.
Chiuse gli occhi, prese un respiro e lo fece.
E mentre la vedeva contorcersi i suoi occhi avrebbero voluto sanguinare, mentre la sentiva urlare le sue orecchie avrebbero voluto perforarsi per non udire più.
Non importava che la sua maledizione fosse debole perché non voleva farlo, l’unica cosa che importava era che l’aveva fatto.
“Proprio come immaginavo” disse Voldemort e Draco sentì il suo cuore saltare un battito, sapeva che aveva appena dato ragione a Voldemort, che ai suoi occhi aveva appena preferito se stesso e messo da parte l’amore per Alyssa.
 
***
 
Harry non aveva avuto dubbi di trovare Hermione in biblioteca, la cosa che gli era sembrata strana era che fosse circondata di uccellini cinguettanti che le volavano intorno.
Si fermò per un secondo sulla porta e non poté fare a meno di sorridere dell’amica, ma lei lo notò e con un colpo di bacchetta fece evanescere gli uccellini.
“Peccato, erano carini” scherzò Harry sedendosi accanto a lei.
Alzò la copertina di uno dei libri che erano aperti davanti a lei e lesse il titolo aggrottando le sopracciglia “questo titolo non lo saprei neanche pronunciare correttamente” scherzò ancora ed Hermione sospirò.
“Quindi hai saputo” disse semplicemente, facendo capire ad Harry che era inutile girarci intorno e lui annuì “se può consolarti credo abbia già capito di aver fatto una stronzata”.
“Non mi consola, ma grazie” affermò Hermione abbassando di nuovo gli occhi sul libro.
Harry si sistemò meglio sulla sedia, non era mai stato bravo a parlare di sentimenti, ma Hermione era come una sorella per lui e non poteva vederla stare male.
“Sai, Hermione, nel mio mondo tu e Ron non state insieme… a dir la verità è stato un po’ strano all’inizio… non avevo mai pensato a voi in quel senso”.
Hermione alzò gli occhi e li fissò in quelli verdi del suo migliore amico “quindi vorresti dirmi che probabilmente non era destino?” chiese e sembrava quasi che la risposta le importasse davvero.
Harry mise una mano sulla sua “in realtà voglio dire esattamente il contrario. Siete davvero belli insieme e spero che anche i miei Hermione e Ron lo capiscano prima o poi, per cui…”
“Oh no, Harry Potter, non provare a fare lo sdolcinato e a mettere paroline buone per il tuo amico perché deve solo ringraziare che non gli abbia fatto prendere fuoco il sedere”.
Harry non riuscì a non sorridere per la scena che Hermione gli aveva appena fatto sovvenire davanti agli occhi.
“Io credo che dovreste parlare…”
“Lo faremo quando tu parlerai con Ginny” lo sfidò ed Harry piegò la testa con un sorriso furbo “allora sei già in ritardo”.
“Hai parlato con Ginny?” si stupì Hermione.
“Sì signora” rispose Harry e scosse la testa vedendo l’amica con le labbra aperte “mi fa piacere avere tutta questa fiducia da parte tua” scherzò.
“Non è quello, è che pensavo che… dopo quello che…”
Harry la fermò poggiando di nuovo la mano sulla sua “è una battaglia difficile quella di domani, Herm” le disse come se quello spiegasse tutto.
“Volevo che non mi restassero cose in sospeso”.
“Harry, non è da te parlare così”.
“Già” disse Harry “gli specchi sono pronti?” chiese cambiando argomento.
Hermione prese uno dei due specchi e lo passò ad Harry “prontissimi” disse con un sorriso ed Harry annuì.
“Ron vuole liberare i gemelli” le disse a bruciapelo ed Hermione inarcò le sopracciglia così tanto che sparirono sotto i suoi ricci.
“Come pensa di fare?”
“Hai presente la mappa del malandrino?” le chiese ed Hermione lo guardò un po’ incerta.
“Certo, ma…”
“E’ stata un’idea di Daniel a dire il vero, prendere una mappa della prigione ed immettere lo stesso incantesimo, così riusciremo a vedere i corridoi vuoti e quelli dove dissennatori e guardie non ci sono”.
Hermione storse la bocca “una mappa della prigione c’è sicuramente, nella biblioteca di Hogwarts c’è tutto, ma è una cosa folle… Azkaban non è come questa scuola, ha mille celle e decine e decine di corridoi tortuosi da cui potrebbe sempre spuntare qualcuno e non potete camminare fissando la mappa per essere sicuri che non appaia nessuno all’improvviso”.
Harry abbassò la testa. Sapeva che la sua amica aveva ragione, che era pericoloso, che potevano mandare a puttane la missione di salvataggio di sua sorella, ma la realtà era che anche lui voleva vedere Fred e George liberi. Se lo meritavano.
“Staremo attenti” disse semplicemente e quando la vide aprire di nuovo bocca la fermò con la mano “Herm, tu hai ragione come sempre, ma sai anche che io non mi fermerò… come sempre” scherzò con un sorriso “pensi di potermi aiutare con l’incantesimo?”
Hermione scosse la testa “vorrei, Harry, ma neanche io riesco a studiare un incantesimo così complicato in una sera”.
Harry sospirò “però…” gli venne in soccorso Hermione e lui puntò di nuovo lo sguardo su di lei speranzoso “potresti chiedere a chi la mappa del malandrino l’ha creata”.
Harry trattenne il respiro. Suo padre?
Non si parlavano da quando Alyssa era stata catturata.
“Io non lo so”.
“Harry Potter stai svicolando?”
Harry si contorse le mani nervoso “no, è che…”
Era cosa? Perché non voleva vederli? Solo perché non riusciva a gestire il suo dolore ed il loro? O perché aveva paura che gli dicessero che non era stato un fratello maggiore degno del loro Harry?
Che non era riuscito a salvare la loro bambina?
Sospirò e si alzò in piedi “grazie, Hermione” disse baciandole la testa e lei sorrise, ma poi parve pensare a qualcosa “aspetta” lo bloccò poi prese la bacchetta e appellò qualcosa.
Pochi secondi dopo si ritrovò in mano quella che sembrava una mappa e la passò ad Harry “vai da tuo padre” gli disse “dagli una possibilità” aggiunse mentre Harry abbassava lo sguardo sulla cartina di Azkaban.
 
***
James fece oscillare il liquido dentro la tazza davanti a sé e lo osservò ondeggiare “mi dispiace, Sir” gli disse soltanto e l’amico davanti a lui scosse la testa.
Erano in sala grande ed erano seduti a quello che per anni era stato il tavolo dei Grifondoro. Era da dopo l’attacco ad Hogwarts che ogni tavolo era uguale all’altro, ma per James e Sirius continuava ad essere un’abitudine dura da mandare via.
Remus era accanto a Sirius e giocava con un piccolo bimbo dai capelli blu. Il bambino di cinque anni faceva volare il suo piccolo campione di Quidditch con un rumore che somigliava a quello di un aereo.
“Dispiace a me, credevo davvero che Regulus ci avrebbe aiutato…” si passò le mani sul viso, come se volesse togliersi l’immagine del fratello dagli occhi “è solo un vigliacco”.
“Sai, Felpato, forse dovresti capire il suo punto di vista” gli disse Remus “in fondo stanno davvero facendo una missione importante”.
Sirius si voltò verso il suo amico “lo difendi?” chiese sorpreso “rifiuta di aiutarci” gli disse come se stesse parlando con un bambino che non aveva compreso fino in fondo quello che stava dicendo.
“Devono stanare tutti gli Horcrux” replicò Remus.
“Ma il loro aiuto ci avrebbe davvero fatto comodo”.
“Libereremo lo stesso Alyssa”.
Remus e Sirius guardarono James che continuava a non dire niente, ma fissava solo il caffè come se invece che berlo potesse ridargli la sua bambina.
“Jam…”
Lui alzò gli occhi “vado a letto” disse alzandosi “domani arriverà presto e Lily è sola…”
“Papà” la voce di Harry lo interruppe, nessuno dei tre uomini si era accorto che il ragazzo si fosse avvicinato da come lo aveva fatto in silenzio, quasi non volesse disturbare i tre amici.
Ed era davvero così, anche se in quel momento non avevano niente dei malandrini spensierati che Harry aveva visto nel ricordo di Piton, erano comunque una visione per Harry, erano lì ed erano insieme come lui aveva sempre sognato di vederli.
Tutti alzarono gli occhi su Harry e Sirius e Remus lo guardarono con tenerezza, mentre Teddy cominciò ad agitare le braccia e chiamare Harry, ma lui aveva occhi solo per suo padre.
Lo fissò nei suoi occhi nocciola, quegli occhi che sembravano poter parlare da come erano espressivi, ma che in quel momento erano così spenti.
“Posso parlarti?” gli chiese quasi dubbioso. Come se avesse paura della risposta che poteva dargli James.
“Certo” rispose suo padre e scavalcò la panca per uscire con suo figlio, ma si fermò non appena furono fuori dalla sala grande “senti, Harry, so che ti dovrei delle scuse…”
“Scuse?” lo interruppe Harry “e per cosa?” si stupì, si guardò intorno per un secondo poi sospirò tornando a guardare il padre.
“Sono io che mi devo scusare, continuo a non essere l’Harry di cui avete bisogno, lui avrebbe preso in mano la situazione e forse Alyssa non sarebbe neanche stata catturata, forse sarebbe riuscita a tenergli Malfoy lontano…”
“E forse Merlino aveva le ruote” lo interruppe James ed Harry spalancò gli occhi. Aveva davvero appena fatto una battuta?
James sorrise e gli mise le mani sulle spalle “continuo a fare un errore dietro l’altro con te, ma sono tuo padre e continuerò a farne…” s’interruppe ma continuò a fissare Harry negli occhi “continuo a dimenticare che tu non mi hai mai conosciuto, ma io non potrei mai darti la colpa di niente…” si separò da lui ed emise un verso con il naso che Harry non era sicuro se fosse uno sbuffo od una risata “Godric! Tu non lo sai, ma Harry ed Alyssa ne hanno combinate così tante che se avessi dovuto essere arrabbiato con loro ogni volta penso che ancora dovrei iniziare a riparlargli, ma sono preoccupato, muoio di paura per Alyssa perché nonostante sia sempre stata in prima linea in questa guerra adesso è in mano a Voldemort… e Voldemort potrebbe decidere di usarla in qualsiasi maniera, per cui…” strinse i pugni e guardò di nuovo Harry “scusami, scusami perché dimentico sempre che tu non mi hai conosciuto e non sai come quando sono preoccupato e terrorizzato tenda ad isolarmi, ad arrabbiarmi, a dare in escandescenze, ma assolutamente…” prese un respiro “assolutamente mai devi pensare che stia dando la colpa a te”.
Harry guardò suo padre cercando di combattere con le lacrime che gli invadevano gli occhi.
“Sei mio figlio tanto quanto Harry e ti amo tanto quanto lui o Alyssa” chiarì “Merlino… dovevo immaginare che avessi ereditato i sensi di colpa di tua…”
Harry non ce la fece più e con uno slancio abbracciò suo padre che lo circondò a sua volta con le braccia “non voglio più sentirti fare discorsi come quello di prima” lo rimproverò, poi lo staccò da sé, ma continuò a tenergli le mani sulle spalle per essere sicuro che lo guardasse negli occhi “dico davvero, Harry” e lui sorrise annuendo e perdendo la sua battaglia con le lacrime.
Suo padre gliele tolse con i palmi delle mani “ed ora cerca di riposare un po’ che domani sarà una dura giornata…”
“Non provi nemmeno a dirci di non venire?” si stupì Harry.
“Servirebbe?”
Ed Harry sorrise, amava suo padre, ma non avrebbe mai immaginato, neanche nei suoi sogni più segreti che fosse un padre perfetto.
O forse era solo perché da malandrino sapeva che avrebbero trovato comunque il modo di andare e allora era meglio tenerli sotto controllo.
I Malandrini. Quello gli fece venire in mente che doveva chiedergli dell’incantesimo.
“Senti, papà, a proposito di domani… con Daniel avevamo pensato di fare una specie di mappa del malandrino con la cartina della prigione” gli disse alzando la mano dove vi era la mappa quasi accartocciata.
“Per avere un po’ di vantaggio, sapere dove sono le guardie…”
“E’ un’idea” disse James e sembrava che la sua mente fosse già al lavoro.
Prese la cartina che Harry gli porgeva “dacci un po’ di tempo” disse soltanto e rientrò nella sala grande, sicuramente per farsi aiutare dai suoi amici.
Harry sorrise guardando suo padre e cominciando a capirlo un po’ di più.
Per i suoi affetti si annullava, quando i suoi figli o Lily erano in pericolo era capace di diventare un leone e quando gli davi una nuova speranza, si risollevava come un fiore a cui dai acqua fresca.
Amava cominciare a capirlo e amava che anche lui lo capisse.

COMMENTO: ALLORA PRIMA DI TUTTO BUONA PASQUA IN RITARDO A TUTTI!! SECONDA COSA SPERO CHE STIATE TUTTI BENE IN QUESTO BRUTTO PERIODO!! TERZA PARLIAMO DEL CAPITOLO INIZIAMO DA DRACO, CHI MI SEGUE ANCHE NELLE ALTRE MIE STORIE SA CHE A ME LUI PIACE E NON E’ UNO STRONZO CHE FA DEL MALE ALLE DONNE, MA E’ COMUNQUE UN SERPEVERDE, LUI NON AGISCE DI PANCIA COME AVREBBERO FATTO HARRY O DANIEL, LUI HA VALUTATO CHE FOSSE MEGLIO ESSERE LIBERO, CHE QUELLO CHE HA FATTO GLI AVREBBE PERMESSO DI SALVARLA!! PER QUANTO RIGUARDA HARRY DEVO FARE UN DISCLAIMER ANCHE SE CREDO NON CI SAREBBE BISOGNO, COMUNQUE HERMIONE CHE SI FA VOLARE INTORNO GLI UCCELLINI E’ PRESO DAL PRINCIPE MEZZOSANGUE…CHI LO AVREBBE MAI DETTO EH? ;) HO SEMPRE AMATO IL RAPPORTO DI FRATELLANZA CHE HANNO HARRY ED HERMIONE ED INFINE IL CHIARIMENTO CON IL PADRE… I DUE ANCORA NON SI CONOSCONO BENE ED E’ NORMALE CHE LA LORO RELAZIONE SIA UN PO’ ALTALENANTE, MA SI VOGLIONO BENE ED E’ QUESTO L’IMPORTANTE!! RINGRAZIO TANTISSIMO MA DAVVERO TANTO LE PERSONE CHE HANNO RECENSITO E CHE MI HANNO INCORAGGIATO OVVERO: SHIORI F / ARYELLE / LILYY / NAG 95 / MA AILING / CHIARA POTTER 02 / PEPPENEGLIA E LUNASTORTA 97!! GRAZIE DI CUORE!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!!
   
 
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