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Autore: danyazzurra    11/05/2020    4 recensioni
Sirius è appena morto ed Harry si trova dentro l'ufficio del preside. L'unica cosa che riesce a pensare è ad un mondo dove lui non ha dovuto mai soffrire così, dove non è stato la causa della sofferenza o della morte degli altri. Un mondo dove Peter non ha tradito i suoi genitori, ma davvero sarebbe un mondo migliore?
Come avrete intuito è una what if...cosa sarebbe successo se Peter non avesse mai tradito Lily e James? un'idea pazza che mi è balzata in testa!! Spero che proverete a dargli una possibilità e che leggerete e mi farete sapere!! un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Avevano scelto di andare verso Azkaban con delle piccole barchette ed ognuna avrebbe ospitato tre persone.
Le barchette erano l’ideale in quanto a dimensione, per l’invisibilità totale le avrebbero disulluse appena suo padre avesse dato l’ok, mentre per il mare agitato che circondava la prigione avevano fatto un incantesimo alle barche che avrebbe impedito loro di rovesciarsi.
Non avevano però potuto far niente per evitare di bagnarsi ed Harry in quel momento si sentiva bagnato come un pulcino.
“Quanto mancherà?” chiese Ron.
“Non ne ho idea… si vede solo mare a perdita d’occhio” rispose Daniel ed Harry cercò di aguzzare la vista e scorgere anche solo in lontananza le mura di Azkaban.
Girò la testa e vide la barca dove erano Ginny, Hermione e Luna, sembravano essere impegnate in una fitta discussione ed Harry se ne chiese il motivo.
Lui era così teso che l’idea di parlare gli faceva salire la nausea.
Guardò la barca dove suo padre e gli altri due malandrini viaggiavano, erano loro che avevano le coordinate, loro che tutte le altre barchette erano incantate a seguire.
Barchette, che a parte un altro paio molto vicine, non riusciva neanche a vedere.
“Sei agitato, Harry?”
“Un po’” rispose voltandosi verso Daniel.
“Ci riprenderemo Alyssa” lo rassicurò Ron “siamo in tanti, abbiamo la mappa e tu sai chi è fuori dai giochi”.
“Già” disse Harry, ma la realtà era che lui non aveva paura di Voldemort.
Non solo almeno.
Era come al suo terzo anno, ancora ricordava quanto ne era terrorizzato.
I dissennatori.
La paura della paura stessa.
Il cieco terrore che lo investiva quando si trovava nei pressi di quei maledetti esseri.
La voce di sua madre che lo chiamava.
Adesso però sua madre era con lui.
Sua madre non era morta quel maledetto trentuno ottobre, lui ormai conosceva la sua voce.
Le aveva parlato, l’aveva abbracciata ed aveva passato del tempo con lei.
Adesso aveva dei veri ricordi di sua madre, non più solo una voce che lo chiamava in punto di morte.
Senza contare che li aveva affrontati anche quell’estate e se l’era cavata egregiamente e allora perché gli sembrava come se il gelo che provava di fronte ai dissennatori gli stesse già invadendo la pelle e le ossa?
“Vedo qualcosa” disse Daniel e Harry si alzò in piedi di scatto.
Aveva ragione, era un puntino molto piccolo nella quasi alba che stava sorgendo, ma quella era senza dubbio Azkaban.
“Dobbiamo disilludere noi e la barca” ricordò Ron e Daniel annuì e muovendo la sua bacchetta pronunciò la formula.
Quando attraccarono Harry provò una sensazione strana, non vedeva la barca e non vedeva gli altri, ma sapeva che c’erano tutti, era come se potesse sentire ognuno dei loro cuori battere forte quanto il suo e forse era davvero un po’ così dato che tutti avevano un bracciale magico che li collegava agli altri e che funzionava un po’ come l’orologio dei Weasley, ma con delle differenze, fino a quando restava del colore neutro voleva dire che andava tutto bene altrimenti prendeva il colore che ognuno di loro aveva impostato alla propria persona e avvertiva gli altri tramite il calore.
Forse per certe cose richiamava il marchio nero che bruciava, ma non gli sembrava il caso di farlo notare a sua madre che si era impegnata insieme a Mary per effettuare quell’incantesimo.
Il colore abbinato ad Harry era il verde e lui si chiese se fosse perché avrebbero immaginato come si sarebbe sentito.
“Merlino, se è strano” il sussurro di Ron gli arrivò dalla sua destra.
“Zitto, Ron” Daniel era invece alla sua sinistra.
Gli altri non ne aveva idea, li avrebbe visti davanti alla prigione dove tutti si sarebbero di nuovo palesati.
La salita gli parve infinita, ogni ciottolo gli sdrucciolava sotto le scarpe rischiando di farlo continuamente scivolare e persino l’aria sembrava avere un cattivo odore in quel posto.
Arrivarono davanti alla prigione ed Harry vide piano piano tutti i suoi compagni ritornare ad essere visibili, ma in confronto alla maestosità di quella prigione sembravano tante piccole formiche.
Sentì una mano calargli sulla spalla e si voltò incrociando gli occhi di suo padre “sai che non puoi essere tu, vero?”
Harry per un attimo trasalì. Non ci aveva pensato, eppure era così chiaro.
Era il ragazzo più ricercato del mondo magico. Chiunque l’avesse riconosciuto avrebbe chiamato Voldemort.
E letteralmente chiunque l’avrebbe riconosciuto.
Annuì e guardò suo padre “almeno fammi più carino” scherzò e James sorrise “impossibile… sei già bellissimo, sei uguale a me” scherzò.
Harry vide sua madre alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa “James, veloce” lo ammonì e l’uomo non se lo fece ripetere due volte.
Harry sentì i capelli crescergli fino a sfiorargli il collo e anche il naso e le labbra si mossero ed era sicuro che il bruciore che aveva appena sentito agli occhi fosse il risultato di un cambiamento anche in essi.
Cercò automaticamente gli occhi di Ginny, non sapeva neanche lui perché, ma voleva vedere il suo sguardo.
Come lo avrebbe visto.
Ginny lo guardò un secondo assottigliando gli occhi ed Harry emise un lieve sorriso, ma lei spostò lo sguardo con un’espressione che pareva disgustata.
Eppure non capiva, adesso sicuramente, non aveva niente del suo aguzzino.
 “Andrà tutto bene” gli disse Lily che si era avvicinata ed Harry sorrise sentendosi per un attimo come se qualcuno lo stesse scaldando dall’interno.
Forse, pensò mentre ricambiava il sorriso della madre, questa volta sarebbe riuscito a combattere l’oblio che gli provocavano i dissennatori.
“Siamo tutti pronti?” chiese suo padre.
Era poco più di un sussurro, ma tutti si voltarono verso di lui e annuirono.
I ragazzi si radunarono attorno a lui mentre gli adulti cominciavano ad entrare.
“E’ vero?” gli chiese Neville?
“Volete davvero liberare i gemelli?”
Harry vide Daniel voltarsi di scatto verso l’entrata, ma nessuno degli adulti parve dare loro attenzione.
“Sei pazzo?” domandò retorico “nessuno deve saperlo o ci impediranno di farlo”.
“Forse farebbero bene” si oppose Hermione.
“Voglio venire anche io”.
La voce di Ginny fece zittire tutti.
Sapevano che questo rischiava di provocare una litigata di proporzioni epiche e non era per niente il momento.
“Vedremo” disse Harry precedendo Ron e qualsiasi cosa stesse per dire.
“Sono i miei fratelli” si oppose lei guardandolo con quegli occhi castani che sembravano emettere lampi di fuoco da come erano arrabbiati.
“Vediamo come te la caverai ora” aggiunse soltanto e la sua voce determinata fece stringere gli occhi a Ginny.
Harry si maledì mentalmente, era la prima volta che si rivolgevano la parola, o anche solo che si guardavano da quando lei gli aveva confessato cosa le fosse successo nei giorni di prigionia e lei adesso lo stava guardando come se si sentisse tradita.
Eppure non poteva fare altrimenti. Lui l’amava e non poteva pensare di perderla.
Era già stata usata una volta per colpa sua e, adesso che era lì, non sarebbe più successo.
“Andiamo” disse Daniel tirandogli una piccola pacca sulla spalla ed Harry vide che il suo amico aveva già intuito i suoi pensieri.
“Dobbiamo raggiungere gli altri o appena si accorgeranno di averci perso le nostre madri impazziranno” affermò ed Harry annuì soltanto e si affrettò a seguire Daniel entrando dentro la prigione.
Si sentiva già soffocare, era come se quel posto avesse la capacità di togliere tutto l’ossigeno.
Quasi come se l’acqua che circondava la prigione riempisse anche l’interno.
Era quasi tentato di prendere l’algabranchia che si erano portati dietro, ma non credeva che la situazione sarebbe migliorata.
“Di qua” disse Daniel che aveva usato l’incanto tre punti per raggiungere i loro genitori e tutti lo seguirono.
Si misero a correre cercando di essere il più silenziosi possibile, era strano che all’entrata non ci fosse nessuno, ma forse l’uomo all’interno, che i suoi genitori avevano citato, aveva fatto un lavoro migliore di quello che pensavano.
Quando li raggiunsero videro Sirius e Remus voltarsi verso di loro e il secondo gli lanciò un’occhiataccia, sapeva che l’intuitivo Remus si era accorto subito che loro mancavano.
“Vi chiederei dove eravate…” iniziò Sirius.
“Ma dobbiamo stare in silenzio”. Daniel interruppe suo padre con un sorriso furbo e Sirius scosse la testa sorridendo a sua volta rassegnato e si incamminò mentre Remus gli sussurrava qualcosa che sembrava essere “sono i tuoi geni”.
I ragazzi stavolta seguirono immediatamente gli adulti.
Vi era un silenzio totale mentre percorrevano il corridoio che li avrebbe portati alle scale e successivamente alla cella di Alyssa e probabilmente di Draco che avrebbero liberato insieme a lei.
Sicuramente, a quell’ora, il sole era sorto completamente, ma dentro Azkaban sembrava esserci una notte perenne.
Harry era oppresso da quel posto e vi era appena entrato, non riusciva ad immaginare come stesse sua sorella.
“Mangiamorte… dietro quest’angolo” sussurrò James.
“Quanti?” chiese Sirius.
“Tre, dobbiamo buttarli giù prima che riescano ad emettere un solo fiato”.
I tre malandrini impugnarono la bacchetta più saldamente mentre James passava la mappa alla moglie e poi senza emettere un fiato svoltarono l’angolo.
Nemmeno il tempo di dire una parola che tre grossi tonfi risuonarono nel silenzio generale ed i malandrini riapparvero.
“Schiantati” disse Remus.
“Legati” aggiunse Sirius.
“E silenziati” concluse James con un sorriso teso.
Erano riusciti ad eliminare quei tre mangiamorte senza alcun danno, ma per quanto ancora sarebbero riusciti a restare invisibili?
Il percorso per le scale non fu privo di rischi, più volte spuntarono mangiamorte e guardie sul loro cammino, ma in un modo o nell’altro riuscirono sempre ad eliminarli in silenzio.
“Secondo le indicazioni del collaboratore la cella di Alyssa e Draco è in quest’ala della prigione” disse James indicandolo sulla mappa e cercando il nome della figlia, ma fino a quando non si fossero avvicinati era impossibile notarlo, vi erano troppe persone, troppi nomi.
“Tu sai chi non ci sarà” aggiunse Remus, odiava usare quel nomignolo, ma non sapevano se Voldemort avesse messo qualche incantesimo sul suo nome.
Un modo per scoprire i nemici.
“Però sicuramente sopra ci saranno dissennatori e molti più mangiamorte di quelli che abbiamo incontrato fino ad adesso” avvertì Lily guardandoli negli occhi uno per uno.
“Voglio che sappiate una cosa” intervenne Sirius “quando arriveremo di sopra ci saranno molte persone che si lamenteranno per il dolore e l’angoscia delle torture subite e vi pregheranno di aiutarle” guardò prima il figlio e poi il figlioccio “non dovete farlo” li ammonì.
Alzò una mano per fermare le loro proteste “vogliamo salvare Alyssa e non possiamo rischiare, ma vi prometto che torneremo più organizzati e stavolta libereremo ognuno dei nostri”.
Harry sospirò, sapeva che aveva ragione, ma non era sicuro di riuscire a restare indifferente a quello che avrebbe visto o sentito di sopra.
Vide Daniel stringere i pugni e capì che la pensava alla stessa maniera.
Sicuramente liberare Alyssa era la priorità di entrambi i ragazzi, ma non riusciva a non pensare a cosa stessero passando quelle persone.
“Voglio che me lo promettiate”.
Sirius stava continuando a guardarli ed Harry cercò Daniel con lo sguardo e lo vide annuire pur controvoglia per cui seguì il suo esempio e anche tutti gli altri ragazzi li imitarono.
Harry vide i suoi genitori rilassare impercettibilmente le spalle e quasi sorrise, si stavano preoccupando per lui.
Non si sarebbe mai abituato ad avere dei genitori, persone che si preoccupavano per lui come i Dursley avevano fatto con Dudley quel giorno con i Dissennatori.
Non erano ancora arrivati in cima alle scale che come evocati dai suoi stessi pensieri un gruppo di cinque dissennatori apparve davanti a loro.
Subito il gelo afferrò il cuore di Harry e per un attimo le urla di sua madre nella sua testa lo fecero vacillare.
Cercò sua madre con gli occhi impugnando più saldamente la sua bacchetta e la vide concentrata che stava emettendo il suo patronus. Una cerva argentea fuoriuscì dalla bacchetta di sua madre ed Harry si concentrò su quella immagine.
“Expecto Patronus” disse lasciando che il proprio cervo fuoriuscisse dalla sua bacchetta e cavalcasse verso i Dissennatori.
I due cervi insieme si unirono sgominandoli tutti e facendoli fuggire.
Harry incontrò lo sguardo di suo padre. Era commosso e lo stava guardando come se lo stesse vedendo veramente per la prima volta.
Non fece in tempo a dire niente però perché i loro incantesimi avevano appena attirato tutti i mangiamorte nelle vicinanze.
Iniziarono a combattere sperando che non avessero dato l’allarme, loro erano una quindicina e sicuramente in inferiorità numerica contro i mangiamorte che stavano arrivando da tutte le parti, ma erano sicuramente più arrabbiati e motivati.
“Dobbiamo cercare di arrivare alle celle” urlò suo padre schiantando uno dei tanti mangiamorte che li stava attaccando.
“Voi andate e noi vi copriamo” ordinò Remus parando un incantesimo che gli avrebbe fatto perdere una gamba.
Harry guardò gli altri ragazzi mentre cercava di avvicinarsi al corridoio che avrebbero dovuto imboccare.
“Gioco finito” disse un mangiamorte parandoglisi davanti.
Harry evocò uno scudo prima di mettere in atto uno dei vari incantesimi imparati in quei pochi mesi.
“Andiamo” gridò guardando Ron ed Hermione che stavano combattendo vicini.
I due ragazzi continuarono a combattere avvicinandosi a lui.
“Forza” gridò a Daniel e lanciò un incantesimo per aiutarlo dato che stava combattendo con due mangiamorte contemporaneamente.
Neville si parò davanti a Luna e le permise di arretrare e Ginny elettrificò l’ennesimo mangiamorte prima di correre verso di loro.
Diedero un’ultima occhiata verso i genitori, sembravano arrivare sempre più mangiamorte.
“Dobbiamo andare” intimò Neville “prima andiamo, prima torniamo da loro”.
Harry riflettè nei pochi secondi che aveva prima che qualcuno li notasse.
Neville aveva ragione. C’era un motivo se nelle guerre vi era l’avanguardia.
“Sì, andiamo” disse stringendo la mascella e pregando con tutto se stesso di rivedere i suoi genitori.
Lasciarli indietro era la cosa più difficile che avesse mai fatto.
Li aveva appena ritrovati non poteva pensare di perderli di nuovo, ma doveva farlo, doveva pensare che erano dei maghi bravissimi e loro dovevano liberare Alyssa.
Svoltarono per un altro corridoio e di nuovo il freddo lo invase, il pensiero di aver lasciato i suoi genitori non lo aiutava, gli sembrava di essere senza scappatoia.
Sarebbero morti, tutto sarebbe andato male, non avrebbero mai liberato sua sorella.
Un cavallo bellissimo gli passò accanto ed Harry riuscì a ritrovare la lucidità escludendo dalla propria mente i pensieri di poco prima.
Conosceva quel patronus. Era quello di Ginny, era stato lui stesso ad insegnarle ad evocarlo.
Si chiese se fosse stato così anche in quel mondo.
“Resta concentrato, Harry” gli intimò lei guardandolo negli occhi e lui fece per ringraziarla, ma lei non glielo permise e con uno scatto lo superò.
Cominciarono a sentire lamentele, pianti ed erano come colpi al cuore di Harry, ogni preghiera era un affondo, ogni mano che fuoriusciva dalle celle per pregarli era una lama che gli percorreva la pelle.
Vide anche gli occhi degli altri provati.
Fissavano tutti avanti a loro come se avessero troppa paura per guardare di lato, per rischiare di vedere una faccia nota o un viso di un amico o un conoscente.
“Ci siamo quasi” disse Daniel con gli occhi puntati sulla mappa che gli aveva passato James.
Si fermarono un secondo per vedere quale corridoio prendere e fu solo per un colpo di fortuna che Harry notò la luce di un incantesimo riflettersi sul braccio argenteo di Neville.
“GIU’” urlò buttando a terra Hermione che era accanto a lui.
Un lampo di luce verde passò sopra le loro teste e in un attimo fu di nuovo battaglia.
Mangiamorte spuntavano da dietro l’angolo che avrebbero dovuto prendere loro, erano sempre più numerosi e si facevano sempre più avanti impedendogli di avanzare.
“Merda” urlò Neville vedendo Luna cadere distesa a pochi metri da lui.
Subito il bracciale di Harry gli bruciò sulla pelle assumendo il colore azzurro.
Luna era in pericolo mortale. Maledizione.
Abbattè l’ennesimo mangiamorte e si voltò verso la ragazza, non sembrava particolarmente ferita, ma Harry sapeva che nella magia niente era come appariva.
“Vai” intimò a Neville “ti copro io”.
Lui non se lo fece ripetere due volte e si buttò letteralmente verso di lei.
Riuscì a scansare le maledizioni correndo a zig zag e quando arrivò da lei si gettò accanto a lei.
“Sta bene?” chiese Harry cercando di tenere alto lo scudo, ma Neville non rispose.
“Ci penso io” intervenne Hermione affiancandolo “tu cerca di avanzare” gli disse ed Harry annuì lasciando che fosse lei a difendere i due ragazzi.
Lanciò un’ultima occhiata a Luna, odiava doverla lasciare in quelle condizioni, ma non potevano bloccarsi tutti lì. Hermione li avrebbe aiutati e i mangiamorte avrebbero seguito loro.
Per impedirsi di ripensarci si buttò in avanti con talmente tanta veemenza che battè una spalla contro il muro.
Sibilò di dolore, ma non gli importava, era come se all’improvviso vedesse solo il suo obbiettivo davanti agli occhi.
Doveva liberare sua sorella.
“Ci sono, Harry” disse Daniel sbattendogli attorno.
Lui si voltò per vedere dove fossero tutti gli altri e vide che anche Ron e Ginny si stavano facendo lentamente strada per andare da loro.
Schiantò un altro mangiamorte.
“La vedi nella mappa?” chiese a Daniel con voce concitata sentendo di nuovo la pelle d’oca.
Stavano arrivando altri dissennatori.
Dovevano correre, prenderli e scappare.
La situazione stava degenerando. Non sapeva come fossero messi gli adulti, ma loro non avrebbero retto a lungo.
Ed anche se lui non aveva la sua faccia era sicuro che presto qualcuno avrebbe avvertito Voldemort.
“Attento!” urlò Daniel e lo spinse lontano venendo investito dall’incantesimo.
Harry si voltò verso il mangiamorte e gli inviò un incantesimo così potente che questo finì contro il muro, poi si inginocchiò a fianco del suo amico.
“Maledizione!” urlò Daniel tenendosi il braccio “è il destro… è quello della bacchetta…” disse con il fiatone per il dolore.
Harry si chinò su di lui “scusami, Daniel… scusa, io… sono ancora un casino” si scusò cercando di comprimere la ferita.
“Merda! Merda! Merda!” imprecò strappandosi un pezzo di maglia e legandoglielo stretto attorno al braccio “Stai perdendo troppo sangue e troppo velocemente” disse con rabbia.
Non era un guaritore e sapeva poco anche di medicina babbana, ma sicuramente quel braccio non andava bene.
Finalmente arrivarono anche Ron e Ginny e il ragazzo s’inginocchiò e voltò immediatamente il braccio di Daniel mentre Ginny ed Harry tenevano mangiamorte e dissennatori lontani da loro.
Guardò verso Hermione. Neville stava ancora cercando di guarire Luna mentre Hermione si occupava dei mangiamorte.
“Non reggerà a lungo” disse Ginny seguendo lo sguardo di Harry e lui si voltò verso di lei “idee?” le chiese in un misto di sarcasmo e curiosità.
Ginny non rispose subito, si spostò sulle gambe e rispose all’incantesimo di un mangiamorte, poi si voltò verso Harry.
“Ah, adesso ti interessano le mie idee?” chiese con la voce piena di rabbia.
“Ti sembra il momento per parlarne?” la sfidò e guardò i suoi occhi.
Quegli occhi castani e così battaglieri e fieri che Harry non riusciva a non ammirare. Lei li spostò di nuovo.
“Merlino, non posso guardarti”.
Harry sentì un colpo al cuore, ma non disse niente perché due dissennatori si calarono velocemente verso di loro.
Immediatamente il suo Patronus prese forma e insieme al cavallo di Ginny riuscì a respingerli.
“Quindi? La tua idea?” domandò Harry e Ginny lo guardò “andiamo noi” rispose Ginny “io e te andiamo da Alyssa e la portiamo qua…”
“Impossibile” la voce di un Daniel dolorante interruppe Ginny.
“Io non resto qua” si oppose e Ginny si voltò verso di lui “Hermione non può farcela da sola e Ron deve aiutare Neville…” prese un respiro “hai visto il bracciale? Luna…”
“Ma io vengo con voi” Daniel la interruppe di nuovo e per dimostrare le sue parole si alzò in piedi, quando però strinse la bacchetta dovette stringere i denti per il dolore.
“Non sei in grado”.
“Ron mi ha guarito” si oppose Daniel e Ginny per tutta risposta gli tirò uno schiaffo sul braccio che riprese a sanguinare “lo vedo” disse soltanto e Daniel la guardò in cagnesco “maledizione” si arrabbiò “magari potevi evitare di colpirlo” la rimproverò “sì, perché è proprio quello che faranno i mangiamorte” lo provocò e Daniel serrò la mascella, ma non disse niente.
Ron gli prese il braccio “devi cercare di stare fermo mentre ti guarisco… sono incantesimi di base, non ho pozioni dietro” si fermò un attimo pensieroso “ce l’ha Hermione” disse illuminandosi.
Harry intanto aveva ricominciato a combattere e si voltò verso Ginny “va bene” le disse “avviamoci” la ragazza sorrise ed Harry si voltò verso Daniel “non provarci… ne abbiamo parlato a casa e voi ci raggiungete appena li avrete stesi tutti”.
Daniel sospirò, ma annuì e passò la mappa ad Harry “vi raggiungiamo in cinque minuti”.
Ginny ed Harry annuirono e dopo un’ultima occhiata agli amici imboccarono il corridoio.
Harry si fermò un secondo con la mappa in mano e si guardò intorno, doveva orientarsi fino a quel momento non aveva neanche guardato la mappa, ma era fatta alla stessa maniera di quella di Hogwarts per cui in meno di un minuto capì dove andare.
“L’ho vista” disse e vide gli occhi di Ginny illuminarsi “andiamo, la cella è ad un centinaio di metri”.
Senza riflettere le prese la mano e se la trascinò dietro, ma quando se ne accorse si irrigidì “Oddio, scusa” disse lasciandole la mano, ma Ginny non glielo permise e la strinse più forte “non lasciarmi” lo pregò e lo disse con una voce quasi supplichevole.
Come se davvero lo volesse con sé.
Harry le sorrise, ma lei distolse di nuovo lo sguardo lasciando Harry sempre più confuso.
Harry avrebbe voluto chiederle il motivo di quel comportamento, ma in quel momento la cosa più importante non erano i suoi sentimenti.
Appena arrivarono nel corridoio dove era la cella della sorella Harry barcollò e si appoggiò al muro, davanti a loro c’erano almeno quindici dissennatori.
Harry vide anche Ginny accasciarsi, il suo viso divenne pallido e le loro mani giunte divennero fredde.
Quindici dissennatori erano troppi per Harry, la sua infanzia e tutti gli orrori che aveva visto con il ritorno di Voldemort gli cominciarono ad opprimere la mente.
Cercava gli occhi di Ginny per non perdere del tutto la lucidità, ma lei sembrava non volerlo degnare di un’occhiata.
I dissennatori si avvicinarono velocemente ed Harry vide Ginny mettersi le mani sulle orecchie come se delle urla che poteva sentire solo lei la stessero assordando.
Doveva prendere la bacchetta, doveva evocare il suo patronus, doveva farcela.
Cercò di alzarsi, ma il volto cereo e appena morto di Cedric lo fece cadere di nuovo.
Vide i Dissennatori sempre più vicini e lui sentiva sempre di più l’angoscia attanagliargli il cuore.
Sentì di nuovo il bracciale scaldarsi e pensò che qualcun altro stava rischiando di morire, ma a loro sarebbe andata forse peggio.
Forse sarebbe stato preferibile morire al destino che li attendeva.
Vide uno dei dissennatori chinarsi su di lui e tutto divenne nero.
***
“Innerva”.
Harry aprì piano gli occhi.
“Svegliati, Potter, forza”.
Harry puntò lo sguardo sulla persona che gli stava parlando e vide gli occhi grigi di Draco.
“Malfoy” disse e Draco si allontanò da lui rialzandosi in piedi “alla buon ora, Potter… sei stato svenuto tre importanti minuti…”
Tre minuti?
Harry si alzò a sedere di scatto “Ginny… i dissennatori”.
Draco sorrise “non è successo niente alla tua bella. Ed i dissennatori li ho mandati via io con un Patronus…”
“Certo, ti pare che il principino Malfoy abbia un brutto ricordo che lo ossessioni” lo schernì alzandosi in piedi e raggiungendo Ginny, ma Draco lo fermò per l’avambraccio “tu non mi conosci” gli disse soltanto ed Harry si scosse il braccio “hai ragione, ma io non credo alla tua facciata di mangiamorte pentito e il fatto che non ti prenda a cazzotti come fa Daniel non significa che mi fidi di te”.
Draco strinse la mascella e lo guardò mentre faceva rinvenire Ginny.
Lei aprì gli occhi proprio nell’attimo in cui Harry  si voltava verso Draco “un attimo… come hai capito che sono io?”
“Ti ho visto per mano alla tua bella… non preoccuparti il tuo viso è sempre disgustoso” lo rassicurò ed Harry respirò di sollievo.
“La cella di Alyssa è la terza a sinistra”.
Harry aiutò Ginny ad alzarsi proprio nel momento in cui degli affaticati Ron, Hermione e Daniel li raggiunsero.
“Li abbiamo messi tutti fuori gioco” affermò Hermione nel cui viso spiccava un brutto taglio.
“Neville sta cercando di tornare di sotto con Luna” aggiunse Ron.
“Lui che ci fa qua?” chiese invece Daniel che pur tenendo la bacchetta saldamente in mano si portava il braccio al petto come se ancora avesse dolore.
“Avete liberato lui prima di Alyssa?” domandò Ron stupito.
Harry sospirò “a dir la verità senza di lui probabilmente io e Ginny saremmo due vegetali”.
“Dissennatori?” chiese Daniel ed Harry annuì “almeno quindici e…”
“E torneranno se non vi sbrigate”.
“Un attimo” disse Daniel come se solo in quel momento avesse avuto un illuminazione “ma tu come mai non sei in una di queste celle?”
Harry si voltò di scatto verso Draco. Daniel aveva ragione.
“Hai venduto la sua pelle per la tua?” chiese Daniel inorridito e parve vedere la colpa nel suo viso perché i suoi occhi si illuminarono di una furia che Harry non aveva mai visto.
Fece un passo in avanti, ma Hermione gli si piazzò davanti e gli mise una mano sul petto.
“No” disse fermandolo.
“Su una cosa ha ragione, dissennatori e mangiamorte non staranno lontani a lungo” pur senza spostare gli occhi da Draco.
Lo stava guardando al pari di un escremento.
“Portiamola via e andiamo” ordinò.
Harry strinse i pugni, la voglia di picchiare Draco era così forte che si ritrovò a valutare se potevano perdere cinque minuti e rischiare la vita di tutti per togliersi la soddisfazione di spaccare la faccia a quell’idiota.
“Harry” lo ammonì Hermione, sicuramente quella che per Harry era la sua sorella per scelta aveva intuito cosa stava pensando.
“Spera solo che stia bene” gli disse e si voltò senza dire più niente.
Tutti lo seguirono, ma Draco fermò Ginny per un braccio “tu mi devi un favore” le disse e Ginny spalancò gli occhi “stai scherzando, vero?” chiese guardandolo con una rabbia tale che Draco per poco non indietreggiò.
“Io ti ho aperto la cella… varrà almeno qualcosa”.
Ginny si scosse il braccio “hai dieci secondi” gli disse e Draco annuì “dille che mi dispiace” le disse “dille che pensavo davvero di liberarla e che sostituirò i suoi capelli”.
“I suoi capelli?”
Ginny si sentì chiamare e si voltò intimando al fratello di aspettare un attimo.
Draco scosse le spalle “lei lo sa” le disse “tu diglielo e basta”.
“Malfoy…”
“I dieci secondi sono passati” la interruppe “ora andate, io farò in modo di tenervi lontani tutti i mangiamorte che potrò”.
Ginny lo guardò un altro secondo. I suoi occhi grigi sembravano spenti e il viso era magro e provato come se fosse stato in prigione anche lui, eppure era lì, libero davanti a loro.
C’era qualcosa di strano, ma non aveva tempo di capirlo per cui annuì soltanto e se ne andò.

COMMENTO: ECCOMI QUA!! NON HO MOLTO DA DIRE TRANNE CHE SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO!! SIAMO FINALMENTE AL MOMENTO DELLA BATTAGLIA, MA, COME CREDO VI FOSTE GIA’ IMMAGINATI, SERVIRA’ PIU’ DI UN CAPITOLO PER QUESTA BATTAGLIA E QUESTO E’ IL PRIMO : )) SPERO CHE VI SIA PIACIUTA…COME DICO SEMPRE DESCRIVERE UNA BATTAGLIA E’ DAVVERO DIFFICILE E TANTO DI CAPPELLO ALLA ZIA ROW CHE NE HA DESCRITTE DIVERSE!! SPERO DI ESSERMELA CAVATA UN POCHINO E CHE MI FARETE SAPERE!! INTANTO RINGRAZIO LE FANTASTICHE PERSONE CHE NELLO SCORSO CAPITOLO MI HANNO FATTO SAPERE IL LORO PARERE CHE PER ME E’ STATO FONDAMENTALE OVVERO: LILYSCORPIUS / LILYY / NAG95 / ARYELLE E ELES818!! SPERO MI FARETE SAPERE ANCORA!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!!
   
 
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