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Autore: LadyElle1203    14/04/2020    1 recensioni
[Dal testo]
"Corri. Respira. Tieni la mano sempre sul manico del pugnale.
Non fermarti se non quando tramonta il sole. Trova un rifugio sicuro, su un albero. Lontano dalla strada.
Non fidarti di nessuno. Tieni sempre gli occhi aperti, anche di notte.
Non fermarti mai nello stesso posto per troppo tempo.
Conserva i proiettili. Muoviti a piedi."
Pur essendo una FF su TWD con principalmente Daryl Dixon, posso dirvi che "non è come sembra". Fidatevi: lungi da me inserire un nuovo personaggio per farlo innamorare di Daryl. No. Daryl per me è asessuato!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 3

- Dì un po’, ti sei bevuto il cervello o cosa?
- Non sappiamo minimamente chi sia!
- Che cazzo ti dice la testa, eh?

Alisia è seduta su quei gradini da ore, ormai, e non può fare a meno di non sentire le urla provenire da quella casa.
Una casa. Due case. Almeno trenta abitazioni in quella città: Alexandria.
Quel Daryl le aveva detto che qui sarebbe stata al sicuro, ma quando sono arrivati davanti al cancello la reazione dei suoi amici non è stata piacevole: a lui lo hanno praticamente assalito, mentre a lei è stata sequestrata ogni cosa e le hanno legato le mani.
Per precauzione, ha detto una donna di colore, probabilmente il capo di quella comunità.
L’hanno trascinata fino a quei gradini, ordinandole di sedersi e di aspettare, mentre quel Daryl, la donna di colore, un prete ed una ragazza dai lineamenti latini sono entrati nell’edificio. Fuori, a tenerla d’occhio, c’è una ragazza bionda con uno strano tatuaggio sul collo.
Alisia sospira tenendo lo sguardo basso.
Sei stata un’incosciente, Ali. Non hai pensato. Hai preferito agire d’istinto…e adesso guardati: non hai più le tue armi, il tuo zaino, e per di più ti hanno anche legata.
La voce di suo padre le risuona nella testa come una punizione: perché non ha seguito le regole? Perché ha voluto seguire quell’uomo in un posto mai sentito nominare?
Alexandria. Che razza di posto è? Una comunità? Un covo criminale? E se adesso decideranno di ucciderti? E se decidessero di ributtarti per strada, ma senza le tue cose?
Merda.
- Michonne, non potevo lasciarla lì. – la voce bassa e roca di Daryl arriva in risposta ad una tale Michonne che, a giudicare dalla voce, dovrebbe essere la donna di colore.
- Da quando ti preoccupi di raccattare persone per strada? – la voce dovrebbe essere quella della ragazza dai lineamenti latini.
- Mi ricordava…lei
Alisia, sempre a testa bassa ad osservarsi la punta degli stivali, decide di mettersi meglio in ascolto: a quanto pare Daryl ha deciso di portarla lì perché gli ricorda qualcuno.
Merda, pensa ancora Alisia, sospirando.
- Daryl…- la voce di Michonne sembra dispiaciuta.
- Era in pericolo. Ed è sola.
- Daryl, come sai che era in pericolo?- un’altra voce maschile, forse del prete.
- Mentre ero a caccia ho assistito alla scena: la ragazza si è lanciata nella mia parte di foresta, e dopo qualche minuto sono sbucati fuori dei figli di puttana che l’avevano vista. Se ne sono andati, ma si sono diretti nella stessa direzione in cui stava andando lei.
- Cosa?! E se vi avessero seguiti?! – Michonne è furiosa.
Merda.
- Non ci hanno seguiti, Michonne.
Poi il silenzio, assordante e pressante.
Lasciatemi andare, porca puttana.
Dei passi, e la ragazza bionda la prende per un braccio tirandola su in piedi. Dall’edificio cominciano ad uscire le quattro persone entrate poco prima, che si mettono ad osservarla in silenzio: tutti con le braccia incrociate sul petto, tutti con gli occhi fissi su di lei.
Alisia li osserva ad uno ad uno cercando di capire quale potrebbe essere la prossima mossa.
Merda.
La donna di colore fa un passo verso di lei, fissandola in modo truce.
- Hai un gruppo?
- Ho già risposto al tuo amico.
- Non me ne frega un cazzo. Rispondi a me.
Alisia sospira. - No. Sono sola.
- Quanti zombie hai ucciso?
- Ho perso il conto.
- E quante persone hai ucciso?
- Una sola.
- Perché?
- Per pietà.
Michonne si volta lentamente verso Daryl, per poi tornare a fissare Alisia.
- Daryl ci ha detto che ti stavano seguendo. Chi?
- Non lo so. Dei tizi mi avranno vista sulla strada.
- Dove eri diretta?
- Perché tutte queste domande?
- Rispondi!
Alisia sospira sollevando appena la testa verso l’alto.
Tranquilla, Ali. E’ tutto okay. Stai calma e non reagire: sei disarmata, ricordalo.
- Andavo verso Nord. So che sulla strada c’era un centro abitato, una volta. Avevo bisogno di provviste.
- Perché ti stavano seguendo?
- Non lo so, già te l’ho detto.
Michonne la osserva dritta negli occhi con i muscoli tesi e la mascella contratta.
- Senti…se avessi voluto far del male al tuo amico lo avrei già fatto. Mi ero accorta della sua presenza molto prima che mi trovasse. – Alisia fa mezzo passo verso Michonne, bisbigliando e fissandola dritta negli occhi.
- Davvero…non lo so perché mi stessero seguendo. Riconsegnatemi la mia roba…ed io me ne andrò subito. Mi dimenticherò di questo posto.
Michonne rimane immobile a fissare quella ragazzina di fronte a lei, per poi voltarsi di spalle e raggiungere gli altri distanti qualche metro.
Alisia sbuffa e si agita in modo nervoso. – Oh, andiamo! – dice, scuotendo la testa.
- Sta zitta! – le dice la ragazza bionda parandosi di fronte a lei. Alisia intravede Michonne parlottare con Daryl e gli altri, e nel suo cuore comincia a farsi largo una strana agitazione.
- Ho il diritto di sapere cosa volete farmi! – prosegue Alisia in evidente stato di agitazione.
Ali, calmati e respira. Respira. Respira.
Alisia chiude gli occhi e comincia a respirare lentamente: non deve perdere la calma. Non ora. Non adesso che è disarmata.
Respira. Respira. Respira.
Dei passi verso di lei, e quando rialza la testa Michonne e Daryl sono di fronte a lei. Le tolgono la corda dai polsi, per poi riconsegnarle lo zaino ed il coltello
- Vogliamo fidarci. Daryl ha ragione: lì fuori è pericoloso, e tu sei sola.
- So badare a me stessa. – risponde Alisia riponendo il coltello nella fodera e sistemandosi lo zaino sulle spalle.
- Non siamo disposti a ributtarti lì fuori sapendo che quei tizi ti stanno cercando. Da come li ha descritti Daryl, meglio se non li incontri nuovamente.
-…ti prego…lasciatemi andare.
Michonne le mette le mani sulle spalle e, per la prima volta da quando si trova lì, accenna un sorriso.
- Sono io che ti chiedo di rimanere. Tutti noi vogliamo che tu rimanga.
Alisia fa correre lo sguardo prima su Michonne e poi su Daryl: entrambi sembrano tranquilli e sereni.
- Rimarrai qui, ma ad una condizione: sarà Daryl a prendersi cura di te. Se lui esce, tu vai con lui. Se sbagli, è lui a prendersi la responsabilità delle tue azioni.
-…un babysitter?- domanda Alisia, sconcertata e visibilmente irritata.
- Daryl mi ha detto che nel bosco te la cavi…e lui comincia ad essere troppo vecchio per scorrazzare in giro. Ha bisogno di un successore. – Michonne la osserva decisa.
Alisia sospira e comincia a muoversi avanti ed indietro, braccia incrociate sul petto e occhi che schizzano sulla donna e sull’uomo.
- Rimanere qui…?
- Si. – risponde Daryl.
- Non…io non…
- Qui sei al sicuro. – dice Michonne, visibilmente più rilassata.
Alisia li osserva ancora per qualche minuto, per poi allungare un braccio verso la donna.
- Mi chiamo Alisia.
La donna le sorride. – Io sono Michonne. Benvenuta ad Alexandria.
   
 
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