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Autore: Spensieratezza    15/04/2020    2 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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Consolare Harry



POV RON

Non so perché ero a casa di Harry quel giorno. Ma c’ero.
Noi ci siamo un po' distaccati dopo la scuola, ma siamo ancora molto uniti, c’è ancora molto affetto tra di noi.
E non nego che quando riesco ad andare a casa sua, mi sento di nuovo me stesso.
Spesso però odio Ginny, mi rendo conto di odiarla.
Perché può avere Harry quando vuole. Come me un tempo. A tutte le ore del giorno.
Ma non è più come un tempo ora.
Ora siamo grandi, abbiamo una famiglia.
Tutti crescono, Ron, devi farlo anche tu.
Non devi essere un eterno bambino, come ti dice sempre Hermione.
 
Ero fuori in cortile a riflettere su tutte queste cose, quando sento gridare.
Corro subito a vedere che succede e vedo Al sollevare Harry a testa in giù.
No…questo è tutto sbagliato. Non dovrebbe essere così.
Entro giusto in tempo per acchiappare Harry prima che crolli sul divano.
Crolliamo entrambi.
Per qualche secondo mi sembra di nuovo una delle nostre avventure.
Da ragazzi.
Noi due da soli, in mezzo ai guai.
Ma Harry ha una famiglia ora.
Una famiglia che in questo momento lo sta facendo piangere!
 
Lo trascino fuori, parte di me, sa che sono l’unico che può calmarlo, farlo ragionare.
Vorrei poter comandare alla mia testa di non essere così felice a questo pensiero.
Ma non posso.
Lo guardo, lo consolo, gli dico le parole che vorrebbe sentire.
Tutte, tranne quelle che vorrei.

Ti amo..ti ho sempre amato..fin da quando eravamo ragazzi..di un amore platonico viscerale, che mi rendeva geloso ogni santa volta che sembravi dare attenzioni ad altri che non a me.
Ero geloso di Ginny, poi del torneo tremaghi. E infine di Hermione stessa. Ma non volevo ammettere a me stesso che ti amo.
Sono in crisi con Hermione, ma l’ho supplicata di aspettare a dirtelo.
Non voglio darti l’ennesima delusione e poi non capiresti. Come potresti capirlo.
Non posso dirti che è a te che penso ogni santo giorno, che ti vorrei insieme a me per la vita.
Se è un amore platonico, se non sono gay, è di certo l’amicizia più favolosa che ho avuto in vita mia, il sentimento più potente che ho mai provato e lo nutro per te, Harry. Solo per te.
E non sopporto di vederti soffrire pensando a dei maghi che sono morti vent’anni fa.
Guardami, Harry. Io sono qui.
 
Solo una di quelle parole esce dalle mie labbra e la sua reazione mi lascia di ghiaccio.
Mi avrà letto nella mente? Ma no, è impossibile.
La cosa più assurda è che non sapevo di desiderare le sue labbra così tanto..fino a quando non mi ha baciato.
Ma quello che non ti dicono mai, è che quando finalmente ottieni quello che vuoi..non reagisci come hai sempre pensato.
E la mia reazione è stata fredda. Di ghiaccio.
Non sapevo cosa fare.
E temevo anche di essere rifiutato.
Ma quando lui mi ha chiesto di non dirlo a nessuno, mi sono sentito cinico, spietato.
Sofferente.
Non voleva quel bacio. Si è aggrappato a me solo per consolazione.
Che stupido ad aver pensato che lui potesse amarmi!!
Torno dentro casa con un peso nel cuore.
Qualcuno lo stava stritolando cercando il punto in cui faceva più male.
Perché Harry? Ti ho amato tutta la vita, non ti bastava questo?
Perché hai dovuto rovinare la nostra amicizia?
 
 
 
POV HARRY.
“Al, sono papà. Tuo fratello è lì con te?”
“S-sì.”
“Ho fatto una telefonata alla scuola.”
Al si ghiacciò.
“Cosa ti hanno detto?”
“Qualcosa a proposito di strani sogni e possibili..altre vite. Trovo assurdo solamente credere alla metà di queste. Ma volevo parlarne con voi.  tornate a casa.”
 “Papà..io non credo che James voglia..”
“Per favore..”
Al chiuse gli occhi. Quella frase.
Per favore, Severus…
“Io..d’accordo. Giielo dico. Ma tu..devi promettere che non griderai.”
“Lo prometto. Se tuo fratello non mi rimette a testa in giù. Mi fa un po' male la testa.” Sorrise ancora.
Al sorrise.
“O-okay. Te lo prometto anch’io per lui.”
 
James aveva assistito  a tutta la telefonata.
“Vuole che torniamo a casa vero?”
“Sì, beh..non si può dire che non ce l’aspettassimo..d’altronde non stavamo mica scappando di casa, vero?”
James esitò e Al gli sorrise, abbracciandolo, posando la testa sul suo petto.
“Ehi, se tu scappi, io ti seguo. Capito?”
James gli accarezzò i capelli.
“E lasciare sola Lily? Non ce lo perdonerà mai. “
“Questo è vero.”
“Sa tutto? Gliel’hanno detto?”
Al sospirò.
“Dice che ha chiamato la scuola e che gli hanno detto cose strane su sogni e altre vite e che non vorrebbe credere solo alla metà.”
“Maledizione. Al, mi dispiace tanto, è tutta colpa mia.”
Al scosse la testa.
“Era una bomba che sarebbe esplosa prima o poi. Forse è meglio che loro lo sappiano.” Disse baciandogli il polso.
“E…di noi..non lo sa, vero?”
Al sbarrò gli occhi.
“No, penso proprio di no.”
“Ok..forza, andiamo.”
 
 
 
 
*
“Quello che proprio non riesco a capire è come abbiate potuto pensare che sareste riusciti a tenercelo nascosto. Che non fosse di nostro diritto SAPERLO.” Disse Ginny.
I ragazzi stettero in silenzio.
“Noi c’eravamo quando loro erano VIVI. Avreste dovuto farlo per RISPETTO almeno.” Disse Ron.
“Ron, Ginny, lasciateli stare.” Disse Harry.
Lo guardarono allibiti.
“A parte quello che è successo, vi sentite strani? Avete ancora altre reminescenze del passato?”
“No..” dissero in coro.
“Nessun nuovo o vecchio ricordo?” chiese Harry.
“Dopo quelli che abbiamo già detto, no.” disse Al.
 
Harry si rimise a pensare a quello che gli avevano raccontato i suoi figli.

*

“Al…Al…no, ti prego..tu non devi..non devi..morire..”
“Non morire. NON AZZARDARTI A MORIRE. STUPIDO.”
“Non..non puoi fare niente per impedirlo.”
“Sì, invece! Bevi questa!”
James gli passò un recipiente come una ciotola, Al bevve avidamente, fidandosi.
Poi urlò.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH.”

Si tenne fermo il petto, poi stramazzò al suolo.
“No. Non è possibile. NOOOOOOOOOOOOOOO!” gridò James in ginocchio, tenendosi i capelli devastato.
“James, svegliati!!”
“NOOO!”


Uccidere spezza l’anima, ma lui non mi sta uccidendo, è la mia richiesta a lui, lui lo fa PER AMORE.
Come ha fatto tutto sempre quello che gli ho chiesto in questi anni.
Tutto PER ME.
Fallo amico mio, io ti perdono.
 
SOGNO DI AL: 

 “Non morire. NON AZZARDARTI A MORIRE. STUPIDO.”
Quanto dolore, quanta sofferenza amore mio, tutto per me, stai soffrendo per me, per una vita che oramai ha fatto il suo corso.
“Non..non puoi fare niente per impedirlo.”

Quanto sappiamo essere crudeli noi con chi amiamo di più! Dire alla persona che amiamo che non può fare NULLA per impedire la nostra morte, questa è vera crudeltà. Altro che mostri. Altro che..Voldemort.
“Sì, invece! Bevi questa!”
James mi passa il recipiente e io bevo.

Non posso fare a meno di fare tutto quello che mi chiede, mi fiderò SEMPRE di lui.
SEMPRE.
È la persona di cui mi fido di più al mondo.
Metterei la mia vita nelle SUE mani.
Grido.
Soffoco.
Non si può impedire il destino.

Addio, amico mio, mi dispiace da morire lasciarti solo.
Qualcuno si prenda cura di te, vi prego.



 
Lo odio come non ho odiato mai nessuno.

Non si rende conto che ora che mi trovo qui, desidero solamente fare una carneficina.
Uccidere TUTTI quelli che mi trovo qui davanti, qui attorno.
Non so chi mi da la forza di non farlo e di rispettare il suo ultimo desiderio.
Ti odio. Ti odierò per sempre,Albus.
GUARDAMI. Questo odio nella mia faccia sarà l’ultima cosa che vedrai.

Dovrai portartela dietro nella tomba, e nell’aldilà.
“AVADA KEDAVRA!!”



Siamo in una torre.
E pensare che tutti pensano che una torre sia una fortezza inespugnabile, invece non è così.

A lungo mi rimarrà impressa l’immagine di questa torre, lo so.
Non la dimenticherò mai.

È diventata un simbolo di orrore, un simbolo di morte.
Un PASSAGGIO.
James…amico mio.
Fallo.
Lo so, mi odi, vuoi che io ti odi a mia volta.
Forse vuoi punirmi.
Ma io non potrò mai..MAI.odiarti.

So che anche il tuo odio di adesso, è simbolo del tuo dolore.
E io non potrò mai odiare la persona che amo e che sta soffrendo enormemente.
E anche adesso mentre muoio e mi sento così leggero
Non posso fare a meno di pensare, non alla mia stupida vita
Vuota e insulsa.

Ma a te, all’enorme dono che qualcuno ha voluto farmi.
Forse non lo meritavo, o forse sì.
Ma qualcuno per chissà quale motivo, ha pensato che io lo meritassi.
Meritassi TE.
Ed è questo che io ringrazio.
Chiunque egli sia.
 
“Ripetimi cos’hai detto, James, dopo l’ultimo incubo in cui hai sognato la morte di Silente.”
James ripetè quelle frasi che avevano costretto tutti a portarli dal professor Philip.

“Tu mi hai fatto questoooo. Mi hai COSTRETTO AD UCCIDERTI. SEI UN MOSTRO. UN MOSTRO.” 
“SEI MORTO! DOPO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE. TU SEI MORTO. HO FATTO TUTTO PER TE! TUTTO QUELLO CHE MI HAI CHIESTO!”


Harry si coprì la bocca con la mano e si inginocchiò a terra, abbracciando i due ragazzi.

Fu un’immagine molto tenera. Ron fece un debole sorriso.
Subito dopo fu Ginny ad abbracciare i due ragazzi.
“E poi..il professore ha creato un film per voi?”
“Sì.” Disse Al a disagio. “m-ma..lo ricordiamo poco, cosa ti ha detto lui?”
Harry lo guardò accigliato.

“Qualcosa a proposito del fatto che James ti abbia fregato la ragazza e tu ce l’avevi a morte con lui.”
I ragazzi sperarono che Harry non vide quanto erano sollevati.
“Mi dispiace tanto. Io quando vi ho dato quei nomi..non pensavo..mi sento..credetemi, io..”
“Papà…se era destino, lo saremmo stati anche se ci avessi dato dei nomi diversi.” Disse Al.
Harry annuì.

“Hai dei figli molto saggi. Sono sicura che hanno preso tutto da loro.” disse Hermione.
Ron si accorse che Hermione era lì. Sul divano e aveva una coda di cavallo riccia. Quando aveva cominciato a diventare invisibile per lui?
Harry annuì.
“Dai sogni che mi avete raccontato, sembra che Silente provasse per Piton un affetto molto profondo.” Disse.

“Perché ne sei così sorpreso, Harry? Non credo che l’abbia difeso anni e anni solo perché gli andava.” Disse Hermione, coccolando loro i capelli.
I ragazzi sopportarono le moine visto che la zia dopotutto era dalla loro parte.

“Sì..lo so ma..come abbiamo sempre faticato a credere al fatto che gli desse così tanta fiducia..fatichiamo ancora a credere a questo..insomma, era sempre un mangiamorte.” Disse Ron.
“Ehi, sarebbe DI ME che state parlando.” Disse James contrariato.
“E di me, puntualizzo.” Disse Al.
Rimasero tutti scioccati e Hermione diede un pugno sulla testa al marito.

“Ronald Weasley, è mai possibile che tu sia sempre così insensibile??”
Certo. Sono l’uomo più insensibile dl mondo. In fondo non mi sono appena fatto usare dal mio migliore amico per dimenticare che i suoi figli sono le reincarnazioni dei due maghi a cui lui era più legato.
 
 
Dopo la cena, Harry con una scusa si ritirò in camera sua, Ron andò da lui e lo vide nel lettone, sdraiato sopra le coperte, piangente.
Sembrava ancora un ragazzino che soffriva perché a Hogwarts lo prendevano in giro.
“Harry..sei sicuro che ti senti bene? A cena non hai toccato nulla.”
“Sono a posto così, Ron..”
Ron si sedette sul letto anche se sapeva che non poteva farlo, perché quello non era il suo letto.

“Non ho mai sopportato di vederti così..sono sicuro che te l’ho detto..”
“No, non l’hai fatto..”
Mise la testa sotto la piega della coperta e a Ron fece tenerezza.
“Harry..”
La mia mano non dovrebbe arrivare ai suoi capelli in una lenta carezza..non dovrebbe..
“Harry..”

“E se loro mi odiassero, Ron..se James ricordasse..e mi odiasse?”
“Io non credo che neanche Piton ti odiasse..”
Togli quella mano, Ron, toglila.
“Neanche i tuoi figli ti odiano, Harry..ti vogliono bene..e anch’io..
Harry alzò la testa come un gatto, mentre la mano di Ron era ancora arruffata nei suoi capelli, poi si alzò e mise la testa sulle sue gambe.

Dio..uccidimi adesso.. pensò Ron terrorizzato.
“Non te ne andare..” disse Harry come se gli avesse letto nel pensiero.
“Lo sai che non lo farò..non l’ho mai fatto..”
 
Mi potessero perdonare in cielo..ma in quel momento, mentre il mio migliore amico stava soffrendo..io semplicemente..i miei pensieri non erano così puri come avrebbero dovuto..oh sono un pessimo amico.
“Ron, lascia..oh..”
Hermione. Era lei che aveva parlato e che con ogni probabilità era venuta per dirgli di lasciar stare Harry.
Perfetto. L’imbarazzo era completo.
“Come sta?” mimò.

Ron fece una scrollata di mano come a dire di lasciar perdere.
Cercò di alzarsi, ma Harry lo trattenne seduto con la mano. Ron si sentì assurdamente felice.Una vampata di gioia lo travolse.
Hermione sembrò non perdere la compostezza.
“Harry..va tutto bene?” gli chiese dolcemente, avvicinandosi e Harry con grande disappunto di Ron, alzò un po' la testa.

“Herm..oddio, mi dispiace farmi vedere così..”
“No..no, va tutto bene, stai tranquillo..sei tra AMICI.” disse Hermione, inginocchiandosi anche lei vicino a Ron.
 
Amico.
Amici.

Non dovrebbe pugnalarmi così tanto questa parola adesso.

Eppure allo stesso tempo è confortante vedere lui che prende le dita di lei tra le sue e le stringe mentre poggia di nuovo la sua testa sulle mie gambe.
Oh, e pensare che una volta mi ha infastidito tutto questo. E pensare che adesso dovrei sentirmi colpevole nei confronti di Hermione per il bacio di poco prima, ma sono solo felice che siamo in tre, qui, e ora.

Harry, è grazie a te che io e Hermione ESISTIAMO.
È grazie a te, se io amo io , te e lei , insieme.
Abbiamo un senso solo se ci sei anche tu.



Ron ed Harry a teatro, mani che si sfiorano

Harry e Ginny, Ron ed Hermione, avevano organizzato una piccola uscita per andare a teatro, un teatro babbano, tutti insieme.

Erano passati tre giorni da quando James aveva attaccato suo padre e Ginny ed Hermione avevano deciso di fare quest’uscita per tirare un po' su il morale a Harry, che negli ultimi giorni era davvero “un morto vivente.” Parole di Ginny.

Harry concordava con le sue parole ma quello che non immaginava Ginny, era il vero motivo. Non era infatti perché i suoi figli forse erano le reincarnazioni di due dei presidi che avevano fatto la storia e che l’avevano tanto influenzato e scombussolato la vita quand’era adolescente, ma il fatto che… aveva baciato Ron!

Aveva baciato Ron e la cosa lo stava dilaniando. Si sentiva una merda, nei confronti della sua amica d’infanzia e anche nei confronti di sua moglie, soprattutto era sconvolto da quanto questa cosa fosse stata talmente forte da aver avuto il potere di..quasi cancellare, oscurare, la parte riguardante i suoi figli.
Ma quindi era davvero così forte questa cosa?
No, non poteva essere davvero innamorato di Ron, del suo migliore amico.
La cosa peggiore poi, era mantenere il segreto!

Non era più abituato a farlo, non da quando gli chiedeva Silente di farlo ed era una cosa orribile.
Avrebbe dovuto convivere con questa cosa per tutta la vita?
Ma poi la sua amicizia con Ron, sarebbe sopravvissuta?
Non poteva neanche confidarsi con Hermione, lei avrebbe saputo cosa dirgli, cosa fare..ma..adesso con lei non poteva farlo, perché il problema riguardava proprio suo marito!
Che sciagura!!
E poi questa bella pensata dell’uscita a teatro.

“Ma dove cavolo gli è venuta fuori quest’idea? È un’idea di Hermione, sicuro!” disse Harry, una sera a Ginny.
Beh, perlomeno voleva dire che Ron non aveva detto nulla a Hermione sul fatto che l’avesse baciato! Era una cosa positiva, almeno, no?
O forse no?
Ginny era scoppiata a ridere e aveva risposto:
“Perché non un’idea di Ron?”

“Ron che va a teatro? Naaa. Fuggirebbe a gambe levate.” Aveva risposto Harry, seduto sul divano, evitando di dare voce al suo vero pensiero, che era IMPOSSIBILE che Ron volesse passare del tempo con lui, dopo quello che aveva fatto e che se poteva scegliere tra il teatro e Harry, sarebbe scappato a gambe levate da quest’ultimo.
Ginny aveva riso, concordando, e si era accucciata a lui, stringendosi a lui sul divano.

E lui voleva fuggire da una simile dimostrazione di fiducia immeritata, si irrigidì, ma era la sua punizione ed era giusto che la scontasse fino in fondo.
Se lo meritava.
Dopo quello che aveva fatto.
 
 
 
*

Quando arrivarono al teatro, Hermione era in piedi ad attenderli, Ron era poco più in là.
“Ehi, Harry.” Salutò, ma non lo guardava.
Guardami, cazzo. L’avevi detto tu, ma adesso sei tu a non farlo.
“Ron, non credi che la mia montatura degli occhiali sia un po' storta?”

Sembrò non averlo sentito, ma a Harry sembrò di registrare un irrigidimento delle sue membra.
“Ron?” lo richiamò.
“RON! Harry ti sta parlando.” Lo rimproverò Hermione.
“Ahh..sì, scusa. Stavo..” ritirò il suo cellulare, fingendo di star vedendo chissà cosa. e finalmente lo guardò.
“Io non vedo nulla.”

“Nulla? Ne sei certo? Guarda meglio.
Gli lanciò un’occhiata penetrante, cercando di infondergli un rimprovero silenzioso..per cosa? Neanche lui lo sapeva.
Lo sguardo di Ron sembrò vacillare sotto quel verde stupefacente, ma la sua risposta non cambiò.
“N-ssi. Forse sono leggermente storti.”

“Fa vedere! A me non sembra.” Si mise in mezzo Hermione e al moro sembrò di rivedere la vecchia ragazzina saccente che tanto amava. “Io non noto nulla, mi spiace Harry..ma per sicurezza..” lo trascinò in un angolo mormorando “Reparo.” Non era preoccupata che i babbani la vedessero, il movimento fu velocissimo, ma se anche qualcuno la avesse vista, non avrebbe riconosciuto la cosa che teneva in mano, come una bacchetta magica. La cosa non mancava di sconvolgerla ancora dopo anni, la gente talmente non credeva nella magia da non riuscire a vederla neanche quando ce l'aveva sotto gli occhi.
“Va tutto bene?” chiese Ginny quando fecero ritorno.
“S-sì. Era colpa degli occhiali. Mi davano mal di testa.”
“Non me ne hai mai parlato.”

“Non volevo ti preoccupassi, c-comunque ora va molto meglio.” Disse Harry facendo un sorriso che sperò sembrasse convincente.
Ron gli mandò un’occhiata penetrante a cui il moro però stavolta non ricambiò.
 
 
 
 
Durante la visione del teatro, ebbe come un lampo di genio. Era vicino a Ron, ma il rosso sembrava fare di tutto per ignorarlo e al banco aveva visto una cosa che ne era certo, il rosso sarebbe impazzito.
Tornò al suo posto, con indifferenza, apprestandosi a gustarsi il cambiamento di espressione.
Per qualche secondo il rosso non disse NULLA, ma poi Harry notò che Ron sgranava gli occhi guardando il contenitore di popcorn che teneva in mano.

Quelli sono popcorn al cioccolato BIANCO??”
Harry non potè fare a meno di sorridere. Era bello vedere che alcune cose non cambiavano.
No, era BELLO vedere che dopo tanti anni e dopo quello che era successo, era ancora in grado di farlo sorridere….

“Serviti pure.” Disse Harry, sentendo una fitta al dolore ricordandosi quando gli aveva già detto una cosa simile. Il loro primo anno sul treno. “Anche voi, non fate complimenti!!” disse ancora agli altri.
Questo sembrò sciogliere un po' il nervosismo di Ron, che tornò a essere un pochino più disinvolto.
“Non ho capito molto bene la trama..me la spiegheresti, Ron?” gli chiese cercando di modulare la voce per sembrare disinvolto quando invece il cuore gli batteva forte.
Ron lo accontentò e spiegò sommariamente la trama.

Parlava di due amici che si perdevano di vista, dopo la scuola, tutto il film verteva sulla capacità dei due di riuscire a ritrovarsi.
 
Il film fu una valanga di angst e struggimento mai visto.
Gli amici sembravano più amanti che semplici amici e Harry lo pensò soprattutto durante il musical, quando i protagonisti cantavano all’altro, non presente, quello che avrebbero dovuto dirgli ma che non trovavano il coraggio di DIRE.

Spesso Harry guardava Ron, durante questi atti, per accorgersi che l’amico però non guardava mai lui, ma una volta quando alzò lo sguardo di colpo, Ron lo stava guardando.
Distolse subito lo sguardo,imbarazzatissimo.
 
Più lo spettacolo andava avanti, più una specie di languida dolcezza, di struggente tristezza, si impadroniva di lui. Non sapeva come spiegarselo, sapeva solo che quando si arrivò al punto che i due amici si ritrovarono e parlavano della riconquista della loro amicizia e di quanto fosse stato CRUDELE e DOLOROSO allontanarsi, Harry sfiorò piano le dita della mano di Ron, che era vicino alla sua, da non sa più quanto tempo.

Più che sfiorarle, sembrava quasi una carezza, per qualche secondo si sentì malissimo, pensando che sarebbe stato di nuovo frainteso, temeva di farsi guardare come fosse un alieno, ma Ron dopo un attimo solo di smarrimento, lo sorprese, stringendogli le tre dita della mano, forte, con un’intensità tale da fermargli il cuore.
Non era solo uno stringergli le dita, era molto più di questo. Lo stava rassicurando che lui non se ne sarebbe mai andato. Che sarebbe rimasto per sempre con lui.
Come quando erano bambini.

Si sentì prendere da una specie di svenimento per come si era emozionato. Ringraziò solo l’oscurità della sala, che impediva agli altri di vedere il suo sconvolgimento.
 
 
 
 
*

Quando tornarono a casa, e faticava ad addormentarsi, continuando a pensare a quella semplice stretta, che però lo aveva reso FELICE, ricevette a sorpresa un messaggio da Ron.
Harry,  volevo solo dirti che io ci sarò sempre quando avrai bisogno di me.
Non ti abbandonerò mai.
 
Non dovevano delle semplici manifestazioni d’affetto, farlo sentire in quel modo.
Non dovevano.
Si alzò, sperando di non svegliare Ginny.
Andò in salotto e si sedette sul divano, tornando a leggere ripetutamente il testo del suo messaggio.
E pianse.
Pianse per l’emozione e perché oramai si era reso conto della verità.
Era innamorato di Ron.

Sono fottuto.



La serenata di Ron


“Ti è piaciuto così tanto fare l’eroe??? Sei contento ora che hai quasi rischiato la vita senza consultarmi?” Harry era furibondo e si mise ad attaccare Ron, davanti agli altri auror, in mezzo alla sala ricreazione.
“Harry…ci stanno guardando tutti.”
“Non mi interessa! Sei un maledetto egoista, ecco quello che sei! Avrei dovuto esserci anch’io!”

“Non puoi esser dappertutto. Ti avevano affidato un altro caso, non mi andava di appesantirti il lavoro, ecco.”
Harry lo guardò pieno d rabbia.
“Qual è il tuo problema, Harry? Non dobbiamo per forza svolgere le missioni insieme, eh, guarda che la scuola è finita.”
Quelle parole sembrarono ferire Harry più di ogni altra cosa.
“Vai al diavolo.” E dicendo così lo lasciò li davanti a tutti.
“Maledizione….Harry, Harry, torna qui.”
 
Harry continuò a d ignorarlo e anzi gli sbattè la porta in faccia.
“Harry! Oh al diavolo.” Ed irruppe chiudendosi la porta alle spalle.
“Che succede, Ron? Si direbbe quasi che irrompere attraverso una porta chiusa non sia troppo da undicenne per te?”
Per qualche attimo Ron sembrò in confusione, poi parve lottare per impedire alla sua mente di indugiare su qualcosa di molto sgradevole.
“Fuffi..ma certo- Grazie per avermi ricordato quell’odioso cane proprio in quel momento.”
“Te la sei cercata. Come..come hai potuto…”

“Senti, mi dispiace per quello che ho detto..ho pensato....”
“No, tu non hai..pensato..”
Harry alzò la testa a guardarlo. I suoi occhi mandavano fiamme.
“Come puoi continuare a tenermi fuori..mi hai fatto fare quella piazzata davanti a tutti..dio, che vergogna..” disse, mettendosi le mani sugli occhi.
“Ehi, io non mi sono vergognato.” Disse Ron sorridendo, avanzando verso di lui.
“Come?” disse lui stranito.

“Se vuoi saperlo, era davvero fico, amico! Mi sei sembrato ancora l’Harry scapestrato e isterico che ho conosciuto. Era davvero, davvero forte.”
“Io sono sempre lo stesso..” protestò lui.

“No. Non direi così e questo prima ancora della cosa di Al e James..non credo tu te ne sia reso conto, amico..ma prima..anni fa, eri più..passionale.  Si può dire?” a Harry sembrò quasi arrossire. “Dicevi sempre ogni cosa che ti passava per la testa, anche se questo voleva dire gridare addosso ai tuoi amici perché non ti scrivevano.”
“Ero penoso. E patetico.”

“Eri VERO! E passionale.  Da un po' di anni invece..ti tieni nascoste le cose e..rancorizzi, oh non credere che non lo sappia. Hai imparato a contare fino a dieci ma non è sempre un bene, prima di fare una cosa la pensi cento volte..hai perso un po' della tua energia, amico. “

“Scusa tanto se sono cresciuto, Ron!” disse seccato. “E con il tempo non puoi restare un adolescente per sempre. E già che parliamo di me, quante volte siete venuti a trovarmi, tu e Hermione? Quante in questi anni? Durante le feste e a volte durante le vacanze, ma non sempre, giusto a volte..siamo rimasti anche due o tre anni senza vederci o sentirci, sentirci a volte per MESI.”
“E finalmente l’hai detto!”
“Cosa? Ma che diav..

“Non ce l’hai MAI detto! Diosanto, Harry, io ero convinto che non ti importasse! Non hai MAI – DETTO - nulla!”
Che diavolo avrei dovuto fare? Pregarvi di venire a trovarmi qualche volta? Se vuoi venire vieni..altrimenti no! “
“Però una volta ti scocciava se per un’estate non ti scrivevamo.  Forse ho pensato che non ti importasse!”

“Sei sempre stato poco arguto su queste cose! Sbaglio o ci hai messo anni per accorgerti di Hermione?”
“Non tanto quanto ci ho messo a capire che eravamo in crisi.”
Harry rimase di stucco.

“Ecco..PER QUESTO non volevo dirtelo, Harry. Per questa faccia. La tua delusione..dio, non l’ho mai sopportata. Ho sempre CERCATO di renderti orgoglioso di me, ma quello che facevo non era mai abbastanza. Sbaglio sempre qualcosa. Non volevo dirti della missione perché pensavo che avessi già troppi pesi sulle spalle e invece tu te la prendi con me.”
“Beh, mi DISPIACE se la mia amicizia ti stressi così tanto, se io così sono così difficile da gestire, RON.”
“Harry, ma cos’hai capito..”
“Vattene. Per favore.”

Ron si morse il labbro, poi rovesciò il cestino, dandogli un calcio e facendolo cadere per terra, dopodichè, sbattè forte la porta del suo studio.
Harry si mise le mani nella testa.
Ma che stavano facendo?
Litigavano come due adolescenti..peggio..come una coppia di sposini e i suoi figli..i suoi figli forse si erano reincarnati nei suoi vecchi presidi.
 
 
 
 
 
*

 Oh mia vecchia menestrella, oh mia cara margherita…”
“Harry, per favore, fallo smettere!” pregò Ginny.
“Lascialo perdere. Prima o poi si stancherà.” Disse Harry, sbirciando dalla tenda della sua finestra.
“Erano ANNI che non faceva qualcosa di così tanto stupido da ricordarmi perché lo chiamavo idiota! Non poteva aspettare altre sei o sette ore?” sbuffò Ginny guardando il cielo scuro della sera.
“Ron è fatto così..imprevedibile..”

“Davvero, che è successo, avete litigato per caso?”
Mia cara margheritaaaaa, cogli quel bel tulipano, coglilo giallo come i tuoi bei capelli,
“Una specie..diciamo che Ron..spesso non da peso alle parole..
“Oppure cogli questi nontiscordar di mè…
“Che cosa ti ha detto? Harry! Dimmelo!”
Harry deglutì.

“Qualcosa riguardo al fatto che non siamo più a scuola, non dobbiamo per forza essere inseparabili anche a lavoro. Beh, non erano proprio testuali parole ma una specie."
Ginny sospirò.
“E a te non è piaciuto.”
Per non dimenticarti mai di meeeeeeeeeeee!”
Ginny si coprì le mani con le orecchie.

“Harry! Dovrà passarti prima o poi questa nostalgia. Dura anni! Insomma, non sei felice di quello che abbiamo costruito?”
“Cosa dici? Certo che lo sono. Il punto è che..lui spesso non pensa..”
“Che novità! Beh, vai a parlargli così chiarite, no?"
In quel momento irruppe Al e cominciò a sbottare.

“Vi prego, non lo sopporto più! Sto cercando di studiare e James ride della mia mancanza di concentrazione! Mi deride!”
Harry sbuffò e si preparò ad affrontare il suo destino.
“Digli che la cotta nei tuoi confronti non è ricambiata. Sii molto chiaro su questo.” disse Ginny.

Harry rabbrividì, sperò solo che sua moglie avesse fatto solo una battuta e dentro di sé sapeva che lo era, ma non potè fare a meno di rabbrividire.
“Sì, vai prima che attacca con l’altra canzone! Adesso fa pausa solo per cercarne una più terrificante!”
 
Quando uscì sulla soglia, si trovò Ron con la chitarra che cercava tra varie pergamene.

“Ron!! La vuoi finire di fare il cretino? E che sono tutti quei fogli?”
Ci provò a essere minaccioso e arrabbiato ma suonò più che altro divertito e vedere Ron con fogli in bocca e metà sui capelli sopra cumuli di neve, lo fece scoppiare a ridere.
“Sei uscito finalmente!!”

“Guarda qua, sei praticamente svestito! In mezzo alla neve! Vuoi prenderti una malanno? E non hai paura che la neve macchi questa roba?” disse cercando di raccogliere tutti i fogli.
Ron fece un gran sorriso e a Harry mancò un battito.
“Se uno vuole ottenere delle cose, deve affrontare dei rischi! E almeno sei uscito.”
“Sei stato al gelo, a suonare canzoni terribili, solo per parlare con me?”

Harry avvertì altri battiti e non capiva se fu per quella realizzazione o per quel sorriso.
“Andiamo, non sono così terribili!” si difese lui.
“Rimettile subito dentro. A quanto ne so, per scrivere questa robaccia, ci hai speso sudore.” Disse cercando di rimetterglieli nella borsa ma Ron si palesò davanti a lui.
Maledetto… pensò Harry.
“Vieni con me sul monte Talyner domani?”
Harry lo guardò accigliato.

“Sei venuto fin qui per dirmi questo?”
“Lo trovi sdolcinato?”
“È molto più di questo. Non dicono che il monte Talyner è un monte che ricorda le sfumature del monte rosa?”
“Ohh andiamo, non sarai classista, per caso. IN realtà ha dei bei cristalli, dicono, e vorrei fare delle foto anche a certi fiori e animali.”

“Fiori? Animali? Ok, sei ufficialmente fuori di testa.” Disse Harry ridendo.
Ron gli mollò uno scappellotto sulla testa.
“Era per fare un’avventura insieme.”
A quelle parole Harry si adombrò.
“Lo fai solo perché..”
“Se dici *per farti perdonare, * ti mollo un pigno.”
Harry lo guardò sbalordito.

“Certo che voglio farmi perdonare! Ma non basta questo ad obbligarmi alla compagnia di qualcuno con cui non voglio passare la compagnia. Beh è un po' astruso ma ci siamo capiti vero?”
Harry lo guardò e un sorriso si formò sul su volto.
“D’accordo, accetto.” Disse infine. “Solo io e te?” disse con un pizzico di speranza.

“Solo io e te.” Disse Ron, con un pizzico di autorità che Harry trovò molto sexy.
Per pochi istanti il bacio che gli diede di sfuggita fece capolino su Harry, ma cercò di scacciare il pensiero.
Smettila, Harry. È stata una fantasia, nulla più.
Neanche lui ci sta più pensando.
















Note dell'autrice: negli incubi, Al e James si riferivano all'altro con "amore mio" non "amico mio" nei flashback ho modificato così, perchè è come i ragazzi hanno raccontato a Harry, non potevano dirgli i veri sogni xd cmq i flashback fanno parte del capitolo 20, gli incubi di James

ragazzi non so dirvi quanto mi abbia emozionato e fatto star bene scrivere la parte sul teatro <333 li shippo troppo.
Non temete. Farò il possibile per non far soffrire Hermione xd non assicuro per Ginny! LOL
se le energie reggono, stasera ne scrivo un altro ^_^
   
 
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