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Autore: Jack Cassfrez    15/04/2020    1 recensioni
Le avventure di una famiglia speciale, con una fervida immaginazione e troppi flaconi di detersivo.
Con la cortese partecipazione di Dalius, Jennie e Melanie Cassfrez -che in realtà non si chiamano davvero così- e un flacone di detersivo ormai vuoto. E sì, è vuoto perché me lo sono bevuto per scrivere 'sta roba.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jennie's POV

Vengo svegliata da una luce sparafleshata in faccia. Apro gli occhi e mi ritrovo Dalius che mi punta una torcia dritto negli occhi. La prendo e la lancio dalla finestra.
Mi alzo, poggiando la tazza del cesso a terra e accarezzandola. Mi rivolgo a mio fratello "bro, sai che non sono razzista verso il detersivo, ma perché è ovunque? Abbiamo una lavastoviglie invisibile che vomita qua dentro?". Non fa in tempo a rispondere che si sente un tonfo provenire dal salotto. "Cosa è successo?" grida Dalius.
"La mia maglia è caduta" sentiamo rispondere.
"Sembrava più pesante di una maglia" dico. Jack appare dal corridoio "beh sì, c'ero io dentro".
Melanie arriva "Hey ragazzi, che è successo ieri sera?". Alziamo tutti le spalle contemporaneamente e ci dirigiamo in cucina, dove Dalius prende il cane fra le mani e lo alza in aria, parlando mezzo in falsetto "Culo, cos'è successo ieri sera? Tu sai sempre tutto, parla bello!". 
Gli do del cretino e vado a sfondare la porta del bagno, che arriva addosso al tipo per terra. La appoggio sul muro e tiro su il tipo. Dice di chiamarsi Kevin. "Sei sobrio?"  gli chiedo.
"Moderatamente funzionale" risponde. Lo spingo in cucina dagli altri, dove annuncio che ho fame. "Voglio ficcarmi un kebab giú per la gola!~"Canticchia Kevin a voce dannatamente alta.
Annuiamo e ci buttiamo fuori dalla finestra perché le porte sono inutili. Ci mettiamo in mezzo alla strada, dove saliamo sulla prima auto che passa, buttando fuori il guidatore, partendo alla ricerca del kebab alle cinque di mattina.
Mi metto alla guida, con accanto a me Dalius; dietro ci sono Melanie e Jack, mentre Kevin è chiuso nel bagagliaio perché canta. Partiamo verso l'avventura, prendendo tutte le strade che troviamo. Ci fermiamo davanti ad un supermercato ed entriamo.
"Ma io volevo il kebab!"
Melanie si blocca "Aspe- tu chi sei?" 
"Kevin" 
"E da dove esci?" chiedo io.
"Dal vostro bagno" 
"Oh, okay. Dividiamoci. Io, Belli Capelli e il ritardato che parla con i cani di qua. L'emo boy e Capelli Blu di là. Fra mezz'ora esatta ci vediamo alla cassa 11. Via via via!"  Grido come se fossero una mandria di bufali.
"Jennie ti ha dato chel ritardato!" sussulta Dalius indicando Jack, "ovviamente io sono Belli Capelli, quindi Melanie è... emo boy?".
"Ma sei scemo? Sono io emo boy, idiota. Santa Elisabetta, Melanie ha dei capelli favolosi e tu parli con Culo. Secondo te chi è chi?" risponde scazzato Jack.
Dalius esita "ma io..." per poi mettersi a piangere e correre via. Io e Melanie lo seguiamo, lasciando gli altri due soli soletti.
Ci troviamo nel reparto cereali. Prendo le due scatole più sbrilluccicose e colorate che trovo e mi giro, trovandomi Melanie in cima allo scaffale e mio fratello che cerca di tirala giù prendendola per una caviglia. Ce la fa, ma con lei cade anche lo scaffale che gli arriva addosso.
Alzo le spalle e vado a cercare il latte, ma un carrello sparato a massima velocità mi taglia la strada. Guardo meglio e noto che dentro ci sono Jack e Kevin tutti incastrati. Prendo il latte e torno dallo scaffale caduto.
I miei adorabili fratellini sono riusciti a liberarsi ma ora si stanno prendendo a pedate, così li trascino a prendere le ciambelle. 
In lontananza si sente uno schianto, probabilmente un carrello.
Finiamo di fare la spesa, in un modo o nell'altro, e ci mettiamo a fare colazione su un tavolo fuori. I miei cereali prendono fuoco e li lancio da qualche parte.
Risaliamo in auto, stavolta con Jack alla guida (con un' espressione tale e quale a chi un volante non lo ha neanche mai visto) e io al posto del passeggero. Appena mette in moto, mio fratello grida "chissà come ho fatto!" e partiamo. Ora che ci penso, nessuno ha fatto scuola guida qui.

   
 
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