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Autore: LadyElle1203    16/04/2020    1 recensioni
[Dal testo]
"Corri. Respira. Tieni la mano sempre sul manico del pugnale.
Non fermarti se non quando tramonta il sole. Trova un rifugio sicuro, su un albero. Lontano dalla strada.
Non fidarti di nessuno. Tieni sempre gli occhi aperti, anche di notte.
Non fermarti mai nello stesso posto per troppo tempo.
Conserva i proiettili. Muoviti a piedi."
Pur essendo una FF su TWD con principalmente Daryl Dixon, posso dirvi che "non è come sembra". Fidatevi: lungi da me inserire un nuovo personaggio per farlo innamorare di Daryl. No. Daryl per me è asessuato!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 4

Dai, ammettilo…in fondo qui non è poi così male. Da quanto tempo è che non incontravi persone “normali”? O meglio…da quanto tempo è che non incontravi “persone”? Guardati intorno! Ci sono mura perennemente controllate, case con acqua corrente, c’è cibo…insomma…sei a casa. Lo so, lo so…tuo padre ti ha sempre detto di non fidarti, di stare lontano dai pericoli, di camminare senza mai fermarti…ma prova a ragionare: se davvero tu avessi dato ascolto a tuo padre, probabilmente adesso saresti nelle mani di quei figli di puttana che hai incontrato qualche giorno fa. Sicura che saresti riuscita a tenergli testa? Quelli sì che ti avrebbero uccisa e rubato tutto quanto.
Insomma…guardali! Michonne ha due figli! E’ una madre! C’è un prete!
Davvero pensi siano cattive persone?


Alisia è seduta su quei gradini dall’alba: non è riuscita a chiudere occhio per tutta l’adrenalina che le scorre ancora nelle vene. Sono due giorni che è lì ad Alexandria, due giorni in cui ha la possibilità di dormire, eppure qualcosa nel suo profondo la continua a far rimanere sull’attenti, in guardia da chiunque le si avvicini anche solo per un “ciao”. Osserva tutti con occhi guardinghi, difficilmente prende parte alle aggregazioni di gruppo. Rimane ai margini sempre sorvegliata da Daryl che, però, spesso durante la giornata sparisce per poi ricomparire la sera. Risultato: Alisia è bloccata lì, su quei gradini di marmo, senza potersi muovere. Michonne è stata chiara: lei, ora, è una responsabilità di Daryl.
Ci mancava solo un babysitter. Merda.
Sbuffa, poi sospira, si passa una mano tra i capelli ormai divenuti lunghi, si stropiccia il viso e sbuffa ancora.
- Ciao.
Una voce giovane e cordiale la riporta bruscamente alla realtà, facendole mettere in pausa i mille pensieri e flussi di coscienza che l’accompagnano da quando è rimasta sola.
Di fronte a lei si materializza la figura di una bambina di circa sette, otto anni. Ha la pelle candida, occhi azzurri, piccole lentiggini sul naso e sugli zigomi. Ha i capelli castani, lunghi e con una treccia a sinistra. Indossa una camicia a quadri, stivali da cowboy ed un cappello da sceriffo. Alla cintura è legata una fondina con una Python più grande di lei, mentre sulla schiena tiene ben salda la fodera di una spada.
- Ciao. – risponde Alisia, osservandola dritta negli occhi. Quella ragazzina è abbastanza inquietante eppure così dolce.
Ma cos’è la dolcezza, al giorno d’oggi?
- Tu sei quella nuova, giusto? – le domanda, poggiando una mano sulla pistola. Ha lo sguardo duro, molto simile a quello che Michonne le aveva rivolto il giorno del suo arrivo.
- Esatto.
- Ti ha trovata mio zio.
- Tuo zio?
- Zio Daryl.
Alisia annuisce. Perché improvvisamente questa situazione mi sembra assurda?
- Sai dove è finito? Michonne mi ha affidata a lui. – domanda Alisia volgendo velocemente lo sguardo verso un punto alle spalle della bambina.
La bambina solleva le spalle con noncuranza. – Zio Daryl non si fermai mai molto, qui. E’ sempre in mezzo ai boschi.
- E Michonne lo sa?
La bambina annuisce.
- E allora perché mi ha affidata a lui, se lui non è qui a controllarmi?
La bambina alza di nuovo le spalle.
- Perché zio Daryl deve controllarti?
- Non lo so. L’ha deciso Michonne.
- Vuoi farci del male?
- Non sapevo nemmeno della vostra esistenza.
La bambina inclina la testa da un lato, continuando a fissarla in modo inquietante.
- Dì un po’, ragazzina…hai un nome? – domanda Alisia, sospirando e poggiando la guancia su una mano.
- E il tuo qual è?
Alisia abbozza un sorriso e scuote la testa. – Te l’ho chiesto prima io.
- Te lo dirò se prima mi dici il tuo.
- Alisia.
La bambina la osserva con la testa piegata da un lato. – Solo Alisia?
- Alisia McDougall. E tu?
- Io mi chiamo Judith Grimes.
- Piacere di conoscerti, Judith Grimes.
- Perché sei sola?
- Non l’ho scelto io di essere sola.
- Hai intenzione di scappare?
Alisia rimane in silenzio osservando ancora la piccola Judith: perché improvvisamente ha sentito un brivido lungo la schiena? Perché all’improvviso il suo cuore ha cominciato a battere forte?
Calmati, Alisia. Respira…respira…respira…
- Pensi questo? – domanda Alisia, dopo un lungo respiro e dopo qualche minuto di silenzio.
Judith solleva ancora le spalle, chinando la testa di lato e fissandola senza espressione. – Non sei obbligata a restare.
- Beh. Tecnicamente si: se tuo zio non ritorna, io da qui non posso muovermi.
- Parlerò con mia madre: la convincerò che sei a posto.
- E chi è tua madre?
- Michonne.
Alisia sta per rispondere quando, in lontananza, si sente il rombo di una moto: i cancelli vengono aperti ed una vecchia moto tutta ammaccata fa il suo ingresso ad Alexandria, a bordo della quale c’è Daryl con la balestra sulla spalla e carico di scoiattoli ed opossum. Parcheggia la moto poco dopo il cancello d’ingresso, per poi caricarsi sulla spalla il cibo cacciato e dirigersi, a passo lento ma deciso, verso loro due.
- Ciao zio Daryl. – dice Judith sorridendo.
- Ehi, Spaccaculi. – risponde l’uomo chinandosi alla sua altezza ed abbracciando la bambina.
Che io gli ricordi sua figlia?
- Dov’è tua madre? – le domanda.
- E’ al Consiglio.
- Bene. – poi osserva Alisia, ancora seduta sui gradini di casa ad osservare la scena. – Tu. Vieni con me. – dice, poi, indicando la ragazza.
- Perché? – domanda Alisia indurendo la mascella e sentendo i muscoli del collo irrigidirsi.
- Perché si. Andiamo. Questi scoiattoli non si scuoiano da soli.
Alisia sbuffa, alzandosi e seguendo Daryl.
- Dì un po’ Judith…tuo zio è sempre così scorbutico?
- Lo è. – risponde la bambina incamminandosi con loro verso un edificio di legno, dietro la chiesa. – Io ora devo andare. Piacere di averti conosciuta, Alisia McDougall. – dice, poi, Judith incamminandosi verso un altro edificio.
Alisia la segue con lo sguardo, rimanendo sempre più sconcertata da tutta questa situazione: quella bambina, ad otto anni, si comporta come un adulto. Lei, ad otto anni, pensava solo a giocare con le bambole. Come può il mondo essere cambiato così tanto? Davvero i bambini dovranno crescere in questo modo, ignari del vero significato di spensieratezza ed infanzia, perdersi quel bellissimo momento della vita di un essere umano fatto di piccoli capricci, di risate sguaiate, di “mostri del solletico”?
- Ehi. – la voce rude di Daryl la catapulta nuovamente nella realtà. Alisia lo osserva quasi disturbata, mentre l’uomo le porge il bottino di caccia osservandola con occhi socchiusi. – Va’ nell’edificio laggiù, di fianco al depuratore dell’acqua: lì ci sono le cucine comuni. Scuoia gli animali ed eviscerali.
Alisia lo osserva spaesata e senza capire: davvero è questo quello che dovrà fare? Scuoiare animali?
- Cos’è? Non sei capace? – prosegue Daryl con una punta di arroganza e superiorità.
Alisia non risponde, voltandosi di spalle e raggiungendo l’edificio indicatole da Daryl. L’uomo sbuffa, per poi entrare nell’edificio di legno e raggiungere il resto del Consiglio.
Sono tutti riuniti attorno ad un tavolo e stanno discutendo sul futuro di Alisia all’interno di Alexandria.
- Daryl. – lo accoglie il prete, inclinando la testa in avanti.
- Gabriel.
- Stavamo discutendo di Alisia. – dice Michonne con il solito tono autoritario.
- L’avevo intuito. – risponde Daryl sedendosi di fronte a loro. – Quindi?
- Quindi non ci convince.
- Perché?
- E’ qui da due giorni, ma non fa nulla per integrarsi.
Daryl abbozza un sorriso ironico. – E ti stupisci? Era abituata a stare sola.
- Sì, ma prima di tutto questo avrà avuto qualcuno…o pensi sia nata sotto una quercia? – domanda ancora Michonne, sarcastica.
- L’hai praticamente obbligata a restare. A te piacerebbe?
Michonne sbuffa e si tira all’indietro su una sedia scuotendo la testa.
- Sentite…lo dico a mio discapito ma…se Daryl ci ha visto qualcosa, in quella ragazza…voglio fidarmi. – dice la ragazza latina, fissando Daryl negli occhi ed accennando un sorriso.
- Grazie, Rosita. – Daryl inclina la testa in avanti.
- Dov’è adesso? – Gabriel si guarda intorno e punta lo sguardo fuori dalla finestra.
- L’ho mandata a scuoiare gli scoiattoli. – Daryl indica con la mano fuori dall’edificio. – Ma domani vorrei portarla fuori con me a caccia.
- No. – dice Michonne duramente.
- Perché? Hai detto che è una mia responsabilità…me ne occuperò io.
- E se dovesse aggredirti?
- Michonne, ma l’hai vista? Daryl è il doppio di lei. E lui è troppo furbo per farsi fregare così. – dice Rosita, senza nascondere un sorriso divertito.
- Voglio tenerla d’occhio.
- Allora tanto vale che la chiudi in cella.
- Daryl, solo perché ti ricorda Beth non significa che sia come era lei. – dice Michonne, visibilmente irritata. Daryl la osserva con occhi furenti, alzandosi lentamente e piazzandosi ad un niente dal suo viso.
-…non c’entra un cazzo…
- Non sei lucido. – sibila Michonne.
- Tu non sai un cazzo. – sibila Daryl, allontanandosi ed uscendo dall’edificio.
   
 
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