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Autore: Saeko_san    17/04/2020    1 recensioni
Un'ombra si risveglia alla Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, a Venezia, qualche giorno dopo l'uccisione di un importante imprenditore della zona.
Un patto di collaborazione viene stretto tra l'ombra e una giovane ragazza, in cerca di vendetta.
| written between 2009 and 2010 |
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9:
Frate Ballon
 
5 marzo 2002. Venezia, Campo dei Frari, sestiere di San Paolo. Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, sala del Capitolo.
 
Manes, Lixa e Paolo avevano cercato un vocabolario di cirillico e lo avevano trovato, nella piccola biblioteca presente all’interno del chiostro della chiesa, nel punto opposto rispetto alla sala del Capitolo; ma non riuscivano comunque a capirci nulla, perché i caratteri antichi erano difficili da associare a quelli moderni e non riuscivano a ricostruire tutte le parole. L’unica cosa che erano riusciti a capire dai grafemi più comprensibili, presi casualmente assieme a frasi smezzate, era che l’Interdictae Artis Membrana era stata trascritta in cirillico perché chi l’aveva ideata aveva usato troppo “sangue” per arrivare alla sua conclusione nella lingua d’origine. Non erano riusciti a capire altro. Avevano provato anche a cercare delle documentazioni che parlassero di quel documento di “magia nera”, ma non era servito ugualmente a nulla.
 
-È inutile- sbottò Paolo.
 
Manes lo guardò; era quasi incredibile come fosse entrato nel patto che lui e Lixa avevano stretto. Visto l’intenso coinvolgimento che il ragazzo provava, sia per l’ombra che per la ragazza, aveva quasi senso inserire una seconda clausola che lo riguardasse: infatti Paolo aveva il compito di aiutare sia Lixa che Manes e fare in modo che il patto venisse rispettato.
Era entrato in quell’avventura solo due giorni prima e si era già dato tantissimo da fare: aveva aiutato Manes a cercare tra i documenti della polizia qualcuno che corrispondesse al ricordo di Manes, anche se non era ancora uscito fuori niente. E ora stava aiutando lui e Lixa a cercare di tradurre quel documento.
 
“E tutto perché la ama” pensò Manes. Aveva capito che Paolo provava amore per Lixa; e lei sembrava ricambiare.
 
-Però…- provò a dire, ma Lixa lo interruppe sconsolata.
-Paolo ha ragione, Manes. È inutile-.
-Cosa è inutile?-.
 
Una domanda di una voce estranea al discorso li fece sobbalzare. Si voltarono e sulla soglia della Sala del Capitolo s’era affacciato Frate Ballon, quel frate grasso che Manes riconosceva anche dai suoi ricordi, solo più anziano. Era l’unico frate che sapeva che stessero cercando di imparare in un lampo il cirillico, dato che era stato lui a procuragli il vocabolario, indicando lo scaffale giusto all’interno della piccola raccolta di testi della Basilica.
Era anche l’unico, lì dentro, a sapere dell’esistenza di Manes. L’unico che non si era mostrato confuso nel vedere i suoi occhi e i suoi capelli e l’unico che non si era spaventato osservando la sua trasformazione in ombra; d’altronde, era difficile nascondere la sua presenza all’uomo che gestiva qualsiasi cosa dentro il piccolo mondo dei Frari.
“In qualche modo anche lui è entrato a far parte del nostro patto, anche se implicitamente” pensò l’ombra.
 
-È inutile che proviamo a imparare il cirillico senza avere una base; non riusciremmo comunque a tradurre questo documento- concluse Lixa.
-Ne siete sicuri?-.
-Sì, frate Ballon- affermò sconsolato Paolo.
 
Manes non aveva aggiunto nulla e continuava a guardarlo. Ispezionava i suoi pensieri: “Questi ragazzi. Ci hanno provato. Forse…”, ma il prete lasciò il pensiero in sospeso, perché posò il suo sguardo su Manes. Frate Ballon aveva un paio di occhi neri e profondi come pozzi, tant’è che per un attimo l’ombra si sentì trapassata dall’intensità del suo sguardo.
 
-Se volete, posso tradurvela io- concluse il vecchio prete.
-Lei conosce il cirillico?- chiesero all’unisono Paolo e Lixa.
-Certo. Chi pensate abbia inserito un vocabolario di quel genere in quella piccola biblioteca?-.
-Anche questo è vero- convenne il ragazzo.
-Allora ce lo potrebbe tradurre lei?- chiese Lixa, con gli occhi che le brillavano.
-Lixa, non possiamo chiederglielo, non fa parte del patto-.
 
A quel punto Manes doveva necessariamente intervenire.
 
-Ma che dici, Manes? Forse, con il suo aiuto possiamo farti tornare den…- uno sguardo veloce agli occhi di Manes e Lixa si corresse -… tornare dalla tua mamma-.
-Sì, ma se ci fosse scritto qualcosa di troppo pericoloso? E se frate Ballon, dopo aver tradotto quel documento, lo ritenesse troppo pericoloso e si rifiutasse di darcelo?-.
-Ho un’idea- disse Paolo.
 
Fece avvicinare i due amici a lui, facendo capannello lontano dalle orecchie dell’uomo, e disse sottovoce:
 
-Possiamo far tradurre l’Interdictae Artis Membrana a frate Ballon senza farlo entrare a far parte del patto. Non diremo cosa Manes ha promesso in cambio del favore di Lixa. In fondo non è a conoscenza delle origini di Lixa e Manes potrebbe essere l’incarnazione di un suo ipotetico antenato-.
-Buona idea!- sussurrò Lixa.
 
Manes osservò con curiosità con quanto fervore lei avesse sottolineato quel complimento e come Paolo arrossì.
 
-D’accordo, se la mettiamo sotto questi termini, si può fare- convenne poi l’ombra.
 
Si voltarono e comunicarono la loro decisione a frate Ballon. L’anziano prete ascoltò attentamente ciò che gli raccontarono e quando ebbero finito un suo pensiero limpido, chiaro, concreto, arrivò a Manes: “Mi stanno nascondendo qualcosa. La loro storia non è completa”. Manes immaginava che quell’uomo ci sarebbe arrivato subito; poteva essere un uomo di chiesa, chiuso in quelle quattro mura da tanto tempo, ma non era certo uno stupido o un ingenuo.
“Proverò comunque ad aiutarli”.
Manes tirò un sospiro di sollievo, poiché immaginava che fosse difficile aiutare un’ombra; lo leggeva negli occhi della gente, perfino in quelli dello stesso Paolo. L’unica che non sembrava avere un problema personale con lui (un’ombra) era di certo Lixa.
 
***
 
Dominìc Ballon era un vecchio frate bontempone, nato in Russia, a Vladivostok – dall’altra parte del mondo –, ma possedeva origini francesi, e preferiva essere chiamato con il cognome, che qualificava anche la sua mole. Ma era anche un uomo intelligente che, nonostante avesse deciso di diventare frate per poter vedere il sorriso sul volto di sua madre, aveva un animo pieno di curiosità e interessi particolari; inoltre, non si tirava indietro di fronte ad una sfida.
Per questo aveva deciso che avrebbe tradotto quel documento di molta importanza per quei tre ragazzi. Era l’unico in quella chiesa a sapere dell’esistenza di quell’ombra e aveva anche fatto in modo di tenerla abbastanza nascosta.
Un’ombra che aveva il nome di “Manes”; “spirito vitale”, in latino. Era incredibile quanto quel nome si addicesse all’ospite della chiesa. Quell’essere era pieno di vita, di voglia di realizzare il suo desiderio primordiale, cioè quello di tornare da sua madre – come un bambino preadolescente che si è ritrovato sperduto in luogo oscuro: la prima cosa che fa è cercare sua madre, poi inizia a correre e a usare tutti i mezzi per poterla raggiungere.
Era curioso come Manes stesse facendo proprio questo: prima si era risvegliato come ombra della chiesa; un buco nero di ricordi che non erano suoi, un mondo che non conosceva gli si spalancava davanti agli occhi; perciò aveva sicuramente provato il desiderio di ritornare il respiro della chiesa; quindi aveva preso una forma umana, che però risentiva di quel richiamo.
Anche questo richiamo aveva un modo curioso di mostrarsi: un paio di occhi azzurrodorati e due ciocche di capelli verdi. Aveva trovato un buon mezzo per poter tornare anima semplice e pura, semplice figlio di quell’edificio chiamato chiesa: una ragazza e un ragazzo, uniti dal caso, lo avrebbero aiutato a tornare in un quadro che era diventato parte integrante di quella basilica.
 
-Dominìc, che cos’è quel pezzo di carta?- una voce interruppe il filo dei suoi pensieri.
 
Una dolce voce femminile. Alzò lo sguardo. Davanti a lui c’era sorella Vanessa insieme a Federico.
 
Sorrise a entrambi dicendo: -È solo un semplice foglio che ho trovato nella sala del Capitolo. Mi sarà utile per appuntare i conti che desiderava Luigi-.
-Sai che dobbiamo andare alla messa del pomeriggio… vuoi che dica a Marta di sostituirti?-.
-Sì, grazie. Sei molto gentile-.
-Di nulla- disse la suora.
 
I suoi occhi verdi guizzarono ancora una volta sul foglio di carta che teneva in mano, poi prese Federico per le spalle e cercò di condurlo nella sala dell’altare, alla navata principale. Ma Federico si fermò, dicendo qualcosa alla sorella Vanessa e raggiunse nuovamente frate Ballon.
 
-Dimmi, Federico-.
-Non lo faccia, frate Ballon-.
 
I suoi occhi neri si immersero nei suoi.
 
-Fare cosa?-.
-Aiutare quel ragazzo che sta con Paolo. So che lei sa che c’è un ragazzo con gli occhi azzurri e oro che sta sempre con Paolo. Ho sentito l’altra sera che l’avrebbe aiutato. Non lo faccia-.
-E perché?-.
-Perché… perché è pericoloso. Lo sento-.
 
Gli occhi neri del ragazzo potevano sembrare anche oscuri e bui, ma in quel momento esprimevano il desiderio di essere ascoltati. Frate Ballon sorrise.
 
-Grazie per il consiglio, Federico-.
 
Il ragazzo annuì in maniera grave, si lasciò andare ad un sospiro e poi se ne andò.
15 anni, orfano, ragazzo introverso, Federico aveva trovato la sua madre ideale in Vanessa; sorella Vanessa aveva ritrovato il figlio che aveva perduto nel parto, un parto che l’aveva portata a divorziare e a farsi suora. Questi erano Federico e Vanessa; questo era Federico. Aveva avvertito un pericolo, qualcosa che non ci sarebbe dovuto essere nella sua vita, aveva visto giusto, perciò aveva cercato di avvisarlo.
Anche frate Ballon avvertiva il pericolo.
Aveva deciso di ignorarlo.































Note di Saeko:
salve salvino a chiunque sia arrivato sino a qui! Sono contenta di essere arrivata sino a qui e posso dirvi che siamo circa a metà della storia. Abbiamo scoperto alcune cose e visto l'inserito di un nuovo personaggio (e la menzione di altri personaggi secondari, che però sussistono in ogni caso). La storia ha ormai preso la sua forma e man mano gli elementi introdotti nel prologo cominciano a prendere forma e posto nella narrazione - manca poco è verrà presto detto qualcosa anche in merito al bracciale di perline lavorate.
Passo ad alcuni ringraziamenti, come sempre d'obbligo:

ad alessandroago_94 per la sua costanza e per essere passato al capitolo precedente;
a _Lightning_ per aver letto e recensito il prologo e per aver inserito questa storia tra le seguite;
Estel_naMar per continuare a leggere e recensire questa storia con costanza;
LadyTsuky per aver inserito questa storia tra le seguite;
Elgas per essere passata a recensire un altro capitolo dell'altra mia long.

Vi ringrazio davvero molto, i vostri commenti e le vostre impressioni, così come consigli e critiche sono sempre ben accetti e mi permettono di crescere e migliorarmi. Perciò grazie davvero, di cuore.
A questo punto levo le tende, spero di aver "allietato" questo venerdì 17 e ci vediamo domenica!

Saeko's out!
  
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