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Autore: LazySoul    18/04/2020    2 recensioni
La storia è ambiantata al sesto anno.
I protagonisti indiscussi sono i pensieri e le emozioni provate da Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Pensieri che forse li porteranno ad avvicinarsi l'uno all'altra, oppure ad allontanarsi irrimediabilmente...
Estratto:
«Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è bastata?»
Ripensò a quello che gli aveva confessato sotto l'effetto del Veritaserum e le sue guance diventarono subito incandescenti per la rabbia e l'imbarazzo.
«Oh, Mezzosangue, pensi davvero che io mi possa accontentare di così poco?», mormorò lui, ora talmente vicino da farle percepire il suo odore.
E Hermione lo vide. Era lì, proprio davanti ai suoi occhi: il desiderio.
Malfoy la voleva.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di Sguardi'
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49. Ciclo


 

Hermione Granger si svegliò con un familiare dolore al basso ventre e una smorfia in volto.

Il crampo da leggero si fece più insistente, costringendola ad aprire gli occhi.

Il volto di Draco Malfoy, a pochi centimetri dal suo, la fece inorridire, mentre si ricordava della sera prima e di esser rimasta a dormire con lui nella Stanza delle Necessità.

Non avrebbe potuto scegliere una notte peggiore.

Si districò dalla presa del ragazzo intorno alla sua vita e si sollevò a sedere, ringraziando di trovarsi almeno in un luogo che le permettesse, con un semplice pensiero, di avere ciò di cui aveva bisogno in quel momento: un bagno, un assorbente e magari qualche medicina per alleviare il dolore al basso ventre.

Malfoy intanto, svegliato dai movimenti della Grifondoro, puntò gli occhi assonnati sulla schiena della ragazza seduta accanto a lui e, senza pensarci, allungò la mano per sfiorarla.

Hermione voltò il capo verso il Serpeverde, sorpresa di trovarlo sveglio.

«Perché non dormi?», le chiese, sbadigliando, il ragazzo, sollevandosi anche lui a sedere: «Stai bene?»

«Potrei stare meglio, torna a dormire, ci metto un attimo», disse lei, dirigendosi verso una porta accanto al camino, che Malfoy non ricordava di aver creato la sera prima.

Osservò la ragazza scomparire oltre quell'uscio poi, ancora confuso dal sonno, tornò a sdraiarsi sul divano, stiracchiandosi. 

Hermione Granger, entrata nel piccolo bagno, si abbassò gonna e mutande, osservando con sguardo ancora assonnato la macchia di sangue scuro che macchiava il suo intimo bianco, ma che, fortunatamente, non aveva sporcato la gonna della divisa.

Si sedette sul gabinetto per fare la pipì, lasciando che la gonna cadesse intorno alle sue caviglie, fu in quel momento che si ricordò di aver lasciato la bacchetta nella tasca del mantello.

«Draco!», chiamò, passandosi una mano sulla faccia, gemendo appena per un crampo particolarmente doloroso: «Malfoy, puoi portarmi la bacchetta?»

Il ragazzo, ancora sdraiato sbuffò: «Non puoi venire a prendertela?», chiese nel dormiveglia, infastidito dal tono poco garbato della Granger.

Il Serpeverde sentì un borbottio provenire dalla stanza in cui era entrata la Grifondoro, poi sentì scrosciare dell'acqua e capì che, oltre quella porta, ci doveva essere un bagno.

Hermione lasciò la gonna sulle piastrelle accanto al gabinetto e raggiunse Malfoy in mutande, fissandolo con tutto l'odio che poteva provare in quel momento: «Grazie per l'aiuto, stronzo», gli disse, prima di dirigersi verso il suo mantello e quindi la bacchetta.

Il ragazzo fece per ribattere, ferito nell'orgoglio da quell'insulto, ma notò la macchia scura che sporcava le mutande della ragazza e si bloccò.

Quello era il suo sangue, il suo sangue sporco e sbagliato.

Una smorfia schifata comparve sul volto del ragazzo: «Cosa ti è successo, Granger?», le chiese, dandosi immediatamente dello stupido per la domanda banale che aveva appena posto e di cui in realtà conosceva già la risposta.

«Non lo vedi, Malfoy? Ho le mestruazioni», disse lei, dirigendosi verso il bagno con la bacchetta in mano.

La ragazza si sbatté la porta alle spalle e Draco guardò lo spazio sul divano accanto a lui e constatò che no, non c'erano macchie di sangue.

Hermione fece un semplice incantesimo "Gratta e netta", pulendo immediatamente il sangue che macchiava le sue mutande, poi prese uno degli assorbenti babbani, che si trovavano accanto al lavandino e lo posizionò con attenzione in modo da farlo aderire alle mutande in cotone. Nel regno magico le donne usavano pezze di stoffa che pulivano semplicemente con un incantesimo ogni volta che andavano in bagno, metodo effettivamente molto più ecologico rispetto agli assorbenti babbani, ma Hermione, che aveva un flusso molto abbondante i primi due giorni di mestruazioni, si sentiva più sicura con gli assorbenti.

Accanto al lavandino trovò anche un bicchiere d'acqua e un medicinale babbano, che le avrebbe alleviato il dolore alla schiena e al basso ventre. Avrebbe dovuto prenderlo a stomaco pieno, ma il dolore stava già diventando insopportabile, così decise di ignorare quel coniglio d'uso e ingoiò la pastiglia, bevendo poi un sorso d'acqua.

Osservò il suo riflesso allo specchio, notando il suo colorito pallido e dall'aspetto malaticcio, le occhiaie sotto agli occhi e i due nuovi brufoli sul mento.

Sospirò affranta e afferrò da terra la gonna, uscendo poi dal bagno.

Malfoy era seduto sul divano, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il capo sorretto dalle mani. Appena la vide uscire si alzò in piedi, raggiungendola: «Hey, tutto bene?»

Hermione emise un basso lamento di gola, portandosi entrambe le mani alla pancia: «Smettila di farmi domande idiote, Malfoy».

Il ragazzo mise da parte l'orgoglio, deciso a non offendersi per le parole dure della Granger: «Come posso aiutarti?»

Hermione si gettò sgraziatamente a pancia in giù sul divano: «Ti ho detto di smetterla».

Malfoy rimase in silenzio per qualche secondo, pensieroso, poi si rianimò e si diresse verso la cucina, deciso a prepararle un tè caldo.

Hermione non fece caso allo spostamento del ragazzo, mentre si contorceva appena e cambiava posizione, mettendosi sul fianco. Afferrò poi un cuscino che abbelliva un bracciolo del divano e se lo premette con forza contro il basso ventre, portandosi nuovamente a pancia in giù.

Ogni mese era la stessa storia, prima che l'antidolorifico facesse effetto doveva aspettare dai quindici ai trenta minuti e in quel lasso di tempo i crampi erano davvero spiacevoli. La sensazione era quella di avere una mano invisibile che stringeva il suo utero e ogni tanto lo torceva talmente forte da farle venire le lacrime agli occhi.

Malfoy sentiva il respiro irregolare della ragazza, il modo in cui ogni tanto tratteneva il fiato, per poi espirare con un leggero lamento di gola e non poteva fare a meno di sentirsi inerme. 

Aveva visto più volte quello stesso dolore, ma mai così da vicino. Sua madre di solito si chiudeva in camera per giornate intere quando arrivava quel periodo del mese, Pansy s'imbottiva di pozione Anti-dolore rubata dall'infermeria, così da non provare nulla e rimanere con lo sguardo vacuo il più a lungo possibile.

In quel momento, di fronte a quella sofferenza che non gli veniva celata in alcun modo, Draco Malfoy si sentì infinitamente piccolo e inutile.

L'unica cosa che poteva fare era finire di preparare il tè, aggiungerci lo zucchero e il limone, proprio come piaceva a Hermione, e starle vicino. 

Calò un silenzio teso tra di loro.

Hermione era un po' dispiaciuta per il tono antipatico che aveva usato di fronte ai tentativi gentili del ragazzo di farla stare meglio, ma non abbastanza da chiedere scusa, per il resto il suo cervello era troppo concentrato sul dolore per poter avere altri pensieri.

Draco Malfoy invece era deciso a non fare lo stronzo, non quando la ragazza, per la quale cominciava a provare un profondo rispetto e affetto, stava così male. Era difficile però, soprattutto quando tutto quello a cui riusciva a pensare era alla macchia di sangue che aveva visto poco prima sulle mutande di Hermione.

Si avvicinò al divano con la tazza calda tra le mani e il volto contorto in un'espressione corrucciata. Notò con gioia che le mutande erano tornate bianche.

«Ti ho preparato del tè», disse, attirando su di sé lo sguardo lucido della Grifondoro.

Dopodiché aggiunse anche due parole che non aveva mai detto prima, o meglio, che non aveva mai pronunciato con convinzione a nessuno prima di allora: «Mi dispiace».

Hermione si asciugò una lacrima solitaria dal viso e prese la bacchetta per fare un veloce Wingardium leviosa e spostare la tazzina dalle mani di Malfoy al tavolino basso alle spalle di quest'ultimo. 

Poi gettò le braccia intorno al collo di Malfoy e, ignorando i crampi, lo baciò: «La prossima volta che chiedo il tuo aiuto non fare lo stronzo», gli disse, con una smorfia sofferente in volto.

«Non penso di potertelo promettere, ma ci proverò», concesse Malfoy, posando le mani sulle cosce nude della ragazza, iniziando ad accarezzarle con delicati gesti circolari.

Sentì sotto le sue dita i muscoli tendersi per una decina di secondi, per poi rilassarsi.

«Non augurerei una sofferenza simile neanche al mio peggior nemico», sussurrò Hermione, appoggiando la fronte contro la spalla del ragazzo.

«Cosa si prova?», chiese di getto Malfoy, incuriosito.

Hermione sollevò nuovamente il capo, così da guardarlo dritto negli occhi: «Posso dirti cosa provo io, ma non è uguale per tutte; alcune ragazze non soffrono, altre invece soffrono molto più di me», mormorò.

La Grifondoro rimase in silenzio per qualche secondo, stringendo le labbra in una linea sottile e chiudendo gli occhi. Malfoy sentì nuovamente le cosce della ragazza tendersi, per poi rilassarsi.

«É come avere un coltello conficcato qua», disse indicando una zona in basso a destra rispetto all'ombelico: «Fa male, ma un male quasi sopportabile, se non fosse che ogni tanto, una mano invisibile gira il coltello, aumentando esponenzialmente il dolore».

Hermione chiuse nuovamente gli occhi, le si tesero i muscoli delle cosce e trattenne il respiro.

«E quando il coltello viene girato, allora anche la schiena, tutto il basso ventre e le cosce fanno male».

Draco accarezzò il volto della ragazza di fronte alla quale si era appena inginocchiato e la osservò con ammirazione.

«Grazie per il tè», aggiunse lei, prima di estrarre nuovamente la bacchetta e far levitare la tazza dal tavolino alle sue mani.

Mentre Hermione soffiava sulla superficie fumante della bevanda, Draco non potè fare a meno di raggiungere un luogo molto buio della sua mente e domandarsi se ricevere il Marchio Nero gli avrebbe fatto altrettanto male.

La sera prima non aveva raccontato proprio tutta la verità alla Granger, a proposito del Natale che lo attendeva.

Certo, suo padre era davvero ad Azkaban e sua madre era seriamente impazzita, ma ad aspettarlo la vigilia di Natale ci sarebbe stata un assemblea di Mangiamorte presieduta dal Signore Oscuro in persona e, in quel momento, lui avrebbe ricevuto il dono più grande di tutti: il Marchio Nero.

Fu strappato ai suoi pensieri, quando Hermione gli diede un bacio a fior di labbra: «Hai messo il limone e lo zucchero. Ma allora mi ascolti quando parlo!»

Malfoy sollevò gli occhi al cielo, sbuffando: «Me l'hai detto ieri sera, non una vita fa».

«Sai che ore sono?», gli chiese lei, continuando a sorseggiare il suo tè, sentendo il caldo della bevanda riscaldarle lo stomaco.

In quell'istante comparve sulla parete alle loro spalle, accanto al camino un vecchio orologio a pendolo: indicava le sette meno dieci di mattina.

Hermione sospirò: «A breve dovrò andare».

Fu in quel momento, mentre continuava a massaggiare le cosce della Granger, che il Serpeverde si rese conto di non sentire più i muscoli tendersi ogni pochi minuti.

«Stai meglio?», chiese, sperando di non ricevere risposte aspre dalla ragazza.

Hermione annuì: «In bagno ho preso una medicina babbana per alleviare i crampi, deve aver già fatto effetto».

Rimasero in silenzio per qualche secondo, fu la Grifondoro a spezzarlo per prima: «Immagino che per qualche giorno non verremo più qui».

Il Serpeverde aggrottò le sopracciglia, preso in contropiede dalla sua affermazione: «Perché?»

Le gote di Hermione si colorarono di un rosa acceso: «Perché ho le mestruazioni», disse, osservandolo con aria confusa.

«E allora?»

«E allora, non so se mi andrà di fare sesso con le mestruazioni, Malfoy!»

Il ragazzo annuì lentamente, soppesando le parole della Granger: «Potremmo vederci comunque. Nemmeno ieri sera abbiamo fatto sesso», disse riprendendo ad accarezzarle le cosce: «È non mi sembra sia andata male, o sbaglio?»

Hermione, piacevolmente sorpresa dalle parole del biondo, sorrise: «Effettivamente siamo riusciti a sopravvivere senza lanciarci contro maledizioni senza perdono».

Malfoy scoppiò a ridere: «Vero, siamo stati bravi».

Rimasero in silenzio per qualche secondo, a guardarsi negli occhi, a studiare i reciprochi volti e i reciprochi sorrisi.

«Prima o dopo cena?», chiese Hermione, per poi bere in poche sorsate il tè ormai tiepido.

«Dopo?», propose il biondo, controllando l'orologio alle sue spalle.

Dovevano andare nei rispettivi dormitori al più presto, per non rischiare di essere scoperti insieme da qualcuno.

Hermione si sporse per dargli un bacio a fior di labbra: «Va bene».

Malfoy fu il primo ad alzarsi, spostandosi da davanti la ragazza, che una volta in piedi, indossò nuovamente la gonna della divisa.

Uscirono dalla Stanza delle Necessità poco dopo è percorsero un tratto di strada insieme.

«A questa sera», la salutò il biondo, sollevando appena le labbra in un sorriso.

«A dopo, furetto», disse la ragazza, prima di dirigersi verso la torre Grifondoro.

Malfoy rimase a guardarla allontanarsi. Solo quando riprese la discesa verso i sotterrai, realizzò che non aveva provato il minimo fastidio, quando Hermione l'aveva chiamato "furetto".



 

****

Ciao a tutti*!

Eccoci alla fine di un altro capitolo e come al solito farò le tipiche domande di routine e le dovute specificazioni e/o commenti.

Cosa ne pensate del capitolo? 

Vi è piaciuto? 

Non vi è piaciuto? 

Vi aspettavate qualcosa di diverso?

Cosa pensate che succederà? 

Ci sarà il lieto fine?

Ora che ho finito con le domande, vi lascio una mia breve riflessione.

Ho aspettato di avere il ciclo per scrivere questo capitolo, perché volevo calarmi il più possibile nel personaggio di Hermione. 

(Spero apprezziate la mia dedizione e il mio impegno)

Mi auguro di non aver traumatizzato nessuno parlando in modo così esplicito delle mestruazioni, sono una cosa naturale che non trovo mai o quasi mai nelle fanfiction e mi chiedo sempre il perché le scrittrici e gli scrittori decidano di non parlarne. Quindi sì, in poche parole, sono la paladina delle mestruazioni e ne vado fiera.

Per chi fosse interessat* a qualche spoiler o a sapere prima quando pubblicherò i capitoli, non dovete fare altro che seguirmi su Instagram (il nome è lazysoul_efp).

Detto ciò vi auguro un buon pomeriggio!

Un bacio,

LazySoul

 
  
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