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Autore: JennyPotter99    20/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "IL PRIGIONIERO DI AZKABAN"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo, i 5 amici partirono con l’espresso per Hogwarts.
Jenny notò che Draco ancora non si era ripreso: continuava a guardare fuori, con aria interrogativa.
-Tutto bene?- gli chiese, avvicinandosi a lui, poggiato al vetro davanti alla cabina che dava sui binari. -Sembri preoccupato per qualcosa.-
-Sto bene, è solo che ho una strana sensazione: insomma, quando quei tipi hanno iniziato ad attaccare il campo, mio padre non era nella tenda.- rispose lui, accigliato.
La ragazza intuì cosa stesse pensando.- Credi che lui sia uno di loro?-
-Non lo so, ma potrebbe essere possibile. Ormai non mi stupisce più niente.-
In quel momento giunse la signora con il carrello dei dolci.- Qualcosa dal carrello cari?-
Harry si alzò, prendendo le monetine dalla tasca.- Un pacchetto di gomme bolle bollenti.- le disse e nello stesso momento, notò arrivare una ragazza carina, dai lunghi capelli neri.
-Due brioche di zucca per favore.-
Draco notò che Harry era rimasto imbambolato a guardarla e, quando se ne andò, gli sventolò una mano davanti agli occhi fissi.- Ehi, terra chiama Potter!- esclamò ridacchiando. -Perché non ci parli?- gli chiese, sedendosi in cabina.
-Oh, non la conosco, insomma, ci siamo solo visti in giro.- balbettò lui, arrossendo.
Jenny non lo aveva mai visto così timido: aveva decisamente una cotta per quella ragazza.- Beh, posso chiederle come si chiama e se le interessi.-
Harry la guardò male.- Certo, così scapperebbe subito.- commentò, grattandosi la cicatrice, che ancora gli dava fastidio.
-Ti fa male?- gli domandò Hermione.
-Sto bene.- rispose l’altro, alzando le spalle.
-Sirius vorrebbe essere informato: di quello che Jenny ha visto alla coppa del mondo e del sogno.-
Hermione aveva ragione: Harry scrisse una lettera diretta a Sirius e la consegnò nel becco di Edvige.
Verso sera, arrivarono ad Hogwarts e dopo aver messo le divise, si diressero nella sala grande.
Notarono che alcuni posti erano stati lasciati vuoti: che avrebbero avuto nuovi ospiti?
-Benvenuti, benvenuti ragazzi ad un altro anno ad Hogwarts.- esordì Silente, avvicinandosi come sempre al suo leggio. – Ora che ci siamo tutti sistemati, vorrei fare un annuncio: quest’anno, questa scuola non sarà solo la vostra casa, ma anche quella di alcuni ospiti molto speciali.- spiegò, mentre Gazza entrò nella sala, con una buffa corsetta. Sussurrò qualcosa al preside e poi tornò alla porta. -Hogwarts è stata scelta per ospitare un evento leggendario: il torneo tremaghi. Per quelli di voi che non lo sanno, il torneo chiama all’appello tre scuole, per una serie di competizioni di magia: da ogni scuola, un mago o una strega viene selezionato per careggiare.- continuò, mentre i gemelli Weasley ascoltavano affascinati. -Voglio essere chiaro: chi è scelto se la vedrà da solo e fidatevi se vi dico che queste tre prove non sono per i deboli di cuore, ma ne riparleremo. Per ora, diamo il benvenuto alle incantevoli signorine di Beauxbatons e alla loro preside: Madame Maxime.-
In quel momento, dalla porta, entrò un gruppo di ragazze vestite di azzurro, che fecero un balletto classico e per magia, fecero volare per aria piccole farfalle argentate.
Tutti i ragazzi si misero a fissarle a bocca aperta.
Erano più grandi di Jenny ed Hermione, tranne per una, ovvero una bambina che fece una piroetta, mentre Silente fece il bacia mano alla preside.
Una gigantessa anziana, truccata molto, con dei capelli rossi a caschetto.
-E ora, i nostri amici dal nord!- esclamò Albus.- Accogliete i fieri figli di Durmstrang e il loro preside: Igor Karkaroff!-
Jenny voltò lo sguardo verso la porta e vide entrare dei ragazzi con dei bastoni, che, battuti a terra, facevano scintille.
Dopo di loro, il preside, Igor Karkaroff, ovvero un uomo dalla barba nera lunga e una chioma di capelli dello stesso colore.
Accanto ad egli, con grande sorpresa di Ron, il cercatore più bravo del mondo.
-Accidenti è lui: Victor Krum!- esclamò Ron, con la pelle d’oca.
Igor e Silente si abbracciarono, come due vecchi amici, nel frattempo che tutti si fossero accomodati.
Però, ad un certo punto, in cielo iniziarono a cadere fulmini e saette, anche se nessuno si spiegava il perché.
Dall’angolo della stanza, vicino al tavolo dei professori, un uomo alzò la bacchetta verso il soffitto e lo fece tornare normale.
Si trattava di un misterioso uomo con capelli biondi, l’occhio sinistro di vetro e con una protesi al posto della gamba.
Si avvicinò a Silente e gli strinse la mano.- Questo stupido soffitto.- commentò egli, sedendosi insieme a loro.
-Quello è Alastor Moody.- disse Ron. -L’Auror.-
-Chi sono gli Auror?- domandò Jenny.
-Persone che lavorano al Ministero della magia per combattere le arti oscure. Molte celle di Azkaban sono piene grazie a lui, ma degli ultimi tempi è più svitato di un tappo.- spiegò l’amico.
Jenny lo osservò bere qualcosa da una fiaschetta e poi fare una smorfia strana.
Mentre stavano cenando, i fratelli Potter videro avvicinarsi al leggio lo stesso uomo visto alla coppa del mondo, il vecchietto che aveva ingiustamente incolpato Draco per aver evocato il marchio nero.
-Il signor Barty Crouch, in quanto giudice, ha un annuncio da fare riguardo al torneo tremaghi.- disse Silente.
-Dopo attente riflessioni, il Ministero ha concluso che per ragioni di incolumità, a nessun studente al di sotto dei 17 anni deve esser concessa la partecipazione al torneo tremaghi.-
Alcuni ragazzi iniziarono a borbottare che non fosse giusto, creando caos.
-Silenzio!- gridò Silente, facendo tacere tutti.
Poi, dal nulla, il preside fece apparire una meravigliosa coppa alta quanto lui.
All’interno si accese un caldo fuoco di colore blu.
-Il calice di fuoco.- disse Albus. -Chi intende partecipare al torneo, scriva il proprio nome su un pezzo di pergamena e lo getti nelle fiamme prima di giovedì sera. Da allora, il torneo tremaghi, è iniziato.-
***
Dato che Jenny aveva solo 14 anni e quindi avrebbe fatto da spettatrice, non si preoccupò molto del torneo, ma di seguire le lezioni.
Non le andava tanto a genio Moody, ma doveva farselo andare bene, perché si rivelò essere il nuovo professore di Difesa contro le arti oscure.
La mattina dopo, infatti, tutti raggiunsero l’aula e presero posto.
-Non so se è più inquietante la gamba di metallo o le cicatrici che ha in viso.- esordì Draco, sedendosi accanto a lei.
-Secondo me l’occhio che si muove.- commentò Jenny, anche se non aveva affatto paura di lui.
Data la protesi d’acciaio, si sentiva chiaramente quando passava: la terra tremava e si udivano dei boati.
Si mise davanti alla lavagna e prese un gesso.- Alastor Moody.- disse, scrivendo il suo nome.- Ex Auror, contento del Ministero. Quando si parla di magia oscura, io credo in un approccio pratico.- continuò, scrutando tutti gli alunni con il suo occhio.- Chi sa dirmi quante sono le maledizioni senza perdono?-
A Draco non piaceva particolarmente quel tipo di argomento, ma ne sapeva qualcosa.- 3, signore.-
-E perché si chiamano così?-
-Perché sono imperdonabili.- rispose Draco. -L’uso di una di queste…-
-Ti procura un giro di sola andata per Azkaban, esatto!- concluse il professore.- Secondo il Ministero siete troppo giovani per sapere queste cose, non sono d’accordo! Dovete essere addestrati e preparati!- esclamò.- Weasley!-
Ron sobbalzò.- Sì?-
-In piedi!-
Il ragazzo si alzò dalla sedia un po' titubante.
-Qual è la prima maledizione senza perdono?- gli domandò.
-Mio padre me ne ha insegnata una.- balbettò egli. -La maledizione Imperius.-
-Certo, tuo padre la conosce bene quella, ha causato qualche problema al Ministero una volta e questo ve ne mostrerà la ragione!-
Moody si avvicinò alla propria scrivania dove, in delle piccole teche, teneva vari tipi di insetti.
Ne prese uno, in particolare un amblipigi, un insetto appartenente alla famiglia degli aracnidi: poteva sembrare un comune ragno, ma aveva più zampe e le chele più lunghe e sottili.
-Ciao, mio piccolo tesorino.- gli sussurrò, mettendoselo sulla mano e puntandogli contro la bacchetta.- Engorgio.- con quell’incantesimo, lo fece ingrandire di una misura in più.- Imperio.-
Successivamente, il professore fece muovere l’animaletto per la stanza, spostandolo a suo piacimento.- Molti maghi e streghe giurano di aver eseguito gli ordini di Voi sapete chi, perché sotto la maledizione imperio.- spiegò, riportando l’insetto nella sua mano. -Forza, un’altra?-
Nessuno però alzò la mano e Moody sospirò.- Signorina Potter, si avvicini prego.-
Sentendosi chiamare, Jenny lo raggiunse alla cattedra.
-La maledizione Cruciatus: particolarmente orrenda.- disse l’uomo, poggiando l’animale sul tavolo.- Crucio.-
Non appena Jenny voltò lo sguardo verso l’esserino, esso iniziò a fare versi di dolore, come se quell’incantesimo lo stesse facendo soffrire.
La ragazza non riusciva a guardare, era troppo orribile, ma non riusciva a fermarlo, come bloccata.
-La smetta!- esclamò Draco, sentendo tutto ciò che sentiva lei. -Non la vede che la far star male, la smetta!-
Allora il professore tolse la bacchetta, mettendo fine alla maledizione.
Prese poi il ragno e si diresse da Draco, mettendoglielo davanti. -Forse tu puoi dirci qual’ è l’ultima maledizione senza perdono, signor Malfoy.-
Draco era talmente disgustato che nemmeno lo guardò e scosse la nuca.
-Avada Kedavra!- recitò Moody, uccidendo definitivamente l’animale.- L’anatema che uccide. Si sa che solo una persona è sopravvissuta ad essa, ed è in questa stanza.- commentò, poggiando il suo occhio di vetro contro Harry.
Non appena la lezione fu finita, Jenny afferrò la sua borsa e corse fuori dall’aula, scendendo velocemente i gradini che portavano al corridoio.
Prese un bel respiro e cercò di dimenticarsi dell’accaduto: era stata la cosa più brutta che avesse mai visto.
-Jenny, stai bene?- le chiese una vocina alle sue spalle.
La ragazza si voltò e vide Neville, preoccupato per lei.
Gli sorrise appena.- Sì Neville, grazie.-
-Ti capisco sai? Tanto tempo fa, un Mangiamorte usò a maledizione cruciatus sui miei genitori.- balbettò lui.
-Cosa?- sussurrò Jenny, incredula.
-Stanno bene, insomma, almeno non sono morti, sono ricoverati in ospedale da quando ero piccolo.- spiegò, per poi dirigersi ad un’altra lezione.
-Aspetta Neville! Quando è successo?- gli domandò.
L’amico si voltò appena.- 31 ottobre 1981.-
La stessa data in cui erano morti James e Lily: non poteva essere solo una coincidenza.
   
 
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