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Autore: flyerthanwind    22/04/2020    0 recensioni
Storia di ragazzi, scosse e vite spezzate.
Storia di sussurri, incertezze e amore.
Dal testo:
D'un tratto le allacciò le braccia intorno alla vita e la fece volteggiare sul marciapiede, come si fa con i bambini. Rose rise di gusto e osservò i passanti guardarli come se fossero due ragazzi scappati da un istituto psichiatrico.
La madre di Rose osservava divertita la scena dietro la finestra della propria abitazione. Aveva sempre pensato che quei due fossero un po' matti, quando stavano insieme. D'altra parte non riusciva a spiegarsi come Jeff prendesse dei voti alti solo quando studiava con Rose e come Rose uscisse di casa solo per stare con Jeff. Supponeva che non l'avrebbe capito mai.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Orde di psicologi, negli anni, hanno dovuto lottare contro gli istinti suicidi. La situazione più comune era il volersi lanciare dalla finestra. Orde di psicologi hanno dovuto combattere con depressi di vario tipo per impedire loro di lanciarsi perché c'è sempre un'altra via d'uscita; ma quella era una situazione diversa.

Rose non voleva uccidersi, non ne aveva la minima intenzione. Se lo avesse voluto avrebbe seguito sua madre nella tromba delle scale o si sarebbe fermata in casa, aspettando che qualcosa le crollasse addosso. Rose non voleva morire, e quell'ultimo anelito verso la vita avrebbe potuto spezzargliela.

Si era lanciata dal secondo piano, né troppo alto né troppo basso, le probabilità di sopravvivenza erano considerevoli. Peccato non aver calcolato che ci fosse un terremoto in corso e che gli edifici sembrassero fatti di cartapesta. Era caduta slogandosi una caviglia, una diagnosi ottima se si considera l'opzione morte; infine, nel tentativo di fuggire, era passata troppo vicino a una casa traballante e qualcosa le aveva colpito la testa.

Quando, circa sei ore dopo, si risvegliò in ospedale, scoprì al suo capezzale un terrorizzato Jeff che si teneva la testa tra le mani. Il primo istinto fu quello di abbracciarlo, grata di trovarsi accanto un volto familiare, ma fu investita da un mal di testa lancinante e trattenuta da aghi infilate nelle vene non appena provò a mettersi a sedere.

«Oddio grazie» sussurrò il ragazzo guardandola negli occhi. Si accorse in quel momento di avere un sondino nel caso e che chiaramente qualcosa non andava. Non era solo svenuta, non poteva. Si guardò intorno per riconoscere l'ambiente ma le tende erano tirate e dal caos che si sentiva all'esterno doveva trovarsi vicino a un cantiere aperto.
Non sapevo ci fosse un cantiere dietro l'ospedale...

Fu in quel momento che realizzò.

Quello non era l'ospedale a cui era abituata, probabilmente era all'aperto, e i lavori erano conseguenza del terremoto.
Si era lanciata da una finestra e un detrito l'aveva colpita, una volta a terra. Jeff si era rifiutato di spiegarle qualcosa in più, ma dalla faccia sconvolta che aveva doveva essere un detrito piuttosto grosso.

Di sua madre non si sapeva nulla. Suo padre era stato allontanato con la forza da casa loro dato che non sapeva nemmeno quando esattamente fosse caduta. Non sapeva nulla eppure stava per rientrare in casa e salvare la parte restante della sua famiglia.

Marisol non parlava più e i genitori di Jeff, arrivati poco dopo l'accaduto, se ne stavano occupando mentre il padre gironzolava tra le case nella speranza di sentire qualcosa. Qualsiasi cosa. Un grido, un tonfo, un sibilo, uno spostamento d'aria. Un motivo per far credere ai soccorritori che lì ci fosse qualcuno da salvare.
Aveva iniziato lui stesso a spostare le macerie della loro abitazione, ancora in piedi ma troppo danneggiata per risultare agibile.

Non aveva più nulla. Nulla.
Sarebbe stata sistemata in una tenda di quelle che ti danno giusto per poterti nascondere mentre piangi. E lei non voleva. Ne era terrorizzata.

Jeff parve leggerle nel pensiero perché le sorrise cautamente, dicendo: «Non preoccuparti, piccola Rosie, ho minacciato chi di dovere per farti stare in tenda con noi».

Rose sorrise di rimando alle sue parole mentre gli occhi luccicanti la riportavano ai tempi andati, quando Jeff la difendeva a spada tratta dagli altri bambini. E decise che andava bene così. Che suo padre si adoperasse per ritrovare sua madre, che Marisol stesse con gli adulti e che lei potesse riposarsi, cullata dolcemente dalle braccia di Jeff.

Era tutto distrutto, ma il momento era quello giusto.
   
 
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