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Autore: Saeko_san    24/04/2020    1 recensioni
Un'ombra si risveglia alla Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, a Venezia, qualche giorno dopo l'uccisione di un importante imprenditore della zona.
Un patto di collaborazione viene stretto tra l'ombra e una giovane ragazza, in cerca di vendetta.
| written between 2009 and 2010 |
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11:
Il pedinamento
 
10 marzo 2002. Piazza della Ferrovia, Hotel “Universo e Nord”. Hall dell’albergo.
 
Antonio Cisano, con una sigaretta tra le dita, un jeans nero, mocassini neri tirati a lucido e maglioncino grigio scuro, era appoggiato su una delle vetrine che di fronte alla sala d’aspetto; la hall era silenziosa e vuota, l’uomo che lavorava solitamente dietro al banco della reception si era allontanato un attimo.
Quando finì la sigaretta Cisano schiacciò la cicca nel posacenere posto accanto a lui, si avvicinò alla porta di vetro automatica, attese che si aprisse e uscì. Arrivò davanti alla scalinata della stazione; erano appena le dieci di mattina ma nonostante ciò era gremita di persone, combriccole, scolaresche in visita e persone anonime, che passavano inosservate.
Si voltò. Un traghetto della linea pubblica era appena arrivato, pronto per andare a Piazza San Marco. Decise di prenderlo repentinamente, fece velocemente il biglietto e riuscì a salire sul battello prima che questo partisse; il viaggio fu abbastanza breve.
Mentre arrivavano in vista di Piazza San Marco, Cisano si sentì osservato. Si guardò in giro; c’erano solo sei persone con lui sul battello: una signora con un piccolo cane dal morbido pelo bianco in grembo, un anziano con la nipote e una comitiva di tre ragazzi, due ragazzi e una ragazza, con un’età che probabilmente andava dai tredici ai quindici anni. Erano ormai tre giorni che aveva deciso di iniziare ad uscire allo scoperto, muovendosi tra le calli di Venezia e facendo in modo che quella città tornasse ad essere sua, come lo era quando andava all’università con Livio; non era la prima volta che gli capitava di scorgere quei ragazzi che erano con lui ora sul traghetto. La ragazza era alta per l’età che dimostrava, aveva i capelli biondo rossicci e gli occhi scuri, uno dei due ragazzi aveva i capelli rossi e gli occhi grigi e l’altro aveva i capelli ricci e neri e gli occhi blu. Portava una fascetta da calciatore blu sulla testa.
Parlavano allegramente, ma qualche volta i loro sguardi indugiavano verso la sua parte. Decise che doveva trattarsi solo di coincidenze, in fondo l’accento puramente veneziano dei tre indicava che abitavano nella città sulla laguna, semplicemente facevano la stessa strada tutti i giorni.
Egli non si sentiva comunque tranquillo, perché quando scese dal battello i ragazzi iniziarono a correre verso di lui, lo superarono e sparirono tra la gente che passeggiava tranquilla per la piazza. Quella era la cosa più strana che gli fosse mai capitata di vedere.
 
***
 
Tre giorni avevano impiegato, per trovare l’albergo, identificare Antonio Cisano, pedinarlo ed escogitare un piano per attirarlo nella chiesa; cosa che non era ancora riuscita ai tre ragazzi che si trovavano sul battello dove era appena salito il signor Cisano, il nuovo direttore della Ca’ de Delizie. Quel giorno Lixa, Paolo e Manes non avevano deciso di seguire l’imprenditore di origine napoletana; dovevano andare semplicemente a Piazza San Marco per cercare alcuni documenti relativi alla Ca’ de Delizie nella Biblioteca Marciana, si erano perciò ritrovati sullo stesso battello quasi per caso.
Per il momento era una fortuna che l’imprenditore napoletano non conoscesse ancora il volto della nipote del suo predecessore alla Ca’ de Delizie; nessuna presentazione ufficiale, niente di niente. Quando avevano visto Cisano salire sul battello erano certamente rimasti di sasso, poiché neanche a volerlo avrebbero potuto incontrarlo così facilmente.
Fecero finta di niente, per non destare sospetti, dato che l’uomo li aveva già scorti un paio di volte negli ultimi tre giorni ed era probabile che li avesse riconosciuti. Per combinazione anche Cisano scese a Piazza San Marco.
I tre ragazzi si guardarono e poi presero la rincorsa, superando il direttore della casa dolciaria che si era voltato a guardarli. Si confusero tra la gente, fecero il giro della piazza e poi arrivarono alla biblioteca. Antonio Cisano era svanito praticamente nel nulla, come un fantasma alla luce del sole.
Una volta dentro l’edificio, iniziarono dunque la loro ricerca; dovevano capire quale fosse il movente che aveva spinto l’amico di vecchia data a uccidere lo zio di Lixa.
 
-Lixa, Manes! Venite a vedere-.
 
Paolo, come al solito, era stato il primo a trovare qualcosa. Eppure era passata appena un’ora da quando erano entrati; il suo strillo di richiamo aveva fatto agitare la bibliotecaria sulla sedia che, per quanto giovane, era particolarmente ligia al dovere, come tutti i veneziani; d’altronde, in biblioteca si sta in silenzio.
La ragazza e l’ombra rimisero a posto i fascicoli che avevano preso e si avvicinarono all’amico, passando proprio davanti a lei, che gettò loro un’occhiataccia degna di un’acida nonnina.
Il ragazzo teneva stretto nella mano destra due articoli di giornale e nella sinistra un grosso fascicolo verde.
 
-Quest’articolo risale a venti anni fa, al 1982. C’è appena un trafiletto che parla di un piccolo imprenditore di origini campane, Antonio Cisano appunto- iniziò a dire Paolo, abbassando di colpo la voce –che, sembra, finanziò il primo negozietto che vendeva i dolci della Ca’ de Delizie. Inoltre l’articolo dice che il signor Cisano e il signor Tosca erano vecchi amici d’infanzia-.
 
Lixa strappò di mano al ragazzo il pezzo di giornale. Fissò la foto di suo zio trentenne davanti al primo piccolo negozio, più simile ad un buco, che sorrideva. Indugiò un attimo sull’immagine prima d individuare una persona affacciata alla vetrina: vi riconobbe Antonio Cisano, anch’egli di vent’anni più giovane; anche in quella foto era vestito di nero, esattamente come in tempi odierni, mentre il signor Livio portava degli abiti color panna e il suo sguardo era rivolto dritto dritto nell’obiettivo. Il suo amico dentro al negozio era invece di profilo rispetto alla macchinetta fotografica e guardava appena verso la posizione del fotografo. I suoi occhi verdi si confondevano con quelli che erano gli antenati degli spumoni al pistacchio, che una volta non avevano la morfologia di una meringa ma erano bensì liquidi, come se fossero stati sorbetti.
 
-Ma se erano stati amici d’infanzia- disse la ragazza con gli occhi lucidi di rabbia –Perché l’ha ucciso?-.
-Per sapere questo forse è meglio che guardi l’altro articolo- disse Manes guardando Paolo.
 
Come al solito l’ombra aveva anticipato i suoi pensieri. Lixa tese la mano per prendere il fascicolo verde che l’amico teneva sottobraccio.
Il fascicolo conteneva diversi articoli e trafiletti di giornale; il primo che Lixa vide risaliva a dieci anni prima, quindi esattamente dieci anni dopo la fondazione della Ca’ de Delizie. Ma per la maggior parte vi erano, in quel primo foglio contenuto nel fascicolo, pubblicità di detersivi, cibi e c’era anche un inserto che offriva un lavoro. L’articolo di cui parlavano Paolo e Manes era solo un piccolo trafiletto, senza foto e con un titolo minuscolo.
Era un riassunto di ciò che era accaduto una decina di anni prima, nel 1992: Antonio Cisano, visto da alcuni gondolieri, aveva cercato dar fuoco al negozio, che si sarebbe dovuto trasferire il giorno dopo alla data di pubblicazione dell’articolo in quella che sarebbe diventata l’ubicazione definitiva dell’azienda.
Cisano aveva poi accusato Tosca di avergli letteralmente rubato la metà dei guadagni della produzione dolciaria. Accusava lo zio di Lixa di avergli “rubato” persino l’idea di aprire un’azienda dolciaria di alto livello; Antonio Cisano era stato poi rispedito a Napoli due giorni dopo, poiché mancavano delle prove vere e proprie che confermassero la sua azione dolosa ai danni della Ca’ de Delizie. Livio Tosca non aveva dichiarato nulla se non di non aver mai pensato di essere tradito da un suo amico.
Quando finì di leggere, Lixa guardò prima Paolo e poi Manes. Si soffermò su quest’ultimo. “Lui saprà già il contenuto dell’articolo. Lo ha sicuramente letto nella mente di Paolo. Come posso chiedergli di continuare a vendicare mio zio dopo questo?”.
Manes si avvicinò e poi l’abbracciò.
 
-Vendicherò comunque tuo zio- le disse all’orecchio.
-Come puoi continuare a farlo?-.
-Diciamo che i tuoi occhi erano molto espressivi- disse l’ombra –Nonostante la tua mente rimanga, diciamo, “muta” alla mia, poco fa i tuoi occhi erano dannatamente espressivi. Diciamo che ho capito la tua domanda implicita-.
-Quindi il patto rimane valido?-.
-Sì- confermò Manes, sciogliendo l’abbraccio.
 
Aveva avvertito una punta di gelosia nei pensieri di Paolo e non voleva disturbare l’amico.
 
-E poi- aggiunse –Io non tornerei da mia madre, se sciogliessimo il patto, no?-.
-Ma potrei continuare a…- provò a dire Lixa ma Manes la interruppe.
-No, no! Io posso contare sul fatto che tu mi aiuterai a entrare nel quadro solo se manteniamo il patto-.
 
Lo sguardo azzurrodorato dell’ombra bloccò la ragazza, che stava per ribattere.
 
-Ma ora credo che Paolo debba farci vedere qualcos’altro- disse poi.
 
“Ha intercettato di nuovo i miei pensieri” pensò il ragazzo, arrossendo; si sentiva un po’ spiato in presenza di Manes. O forse, semplicemente, non sopportava la confidenza che avevano lui e Lixa.
Poi si sedettero su una scrivania che si trovava lì vicino e Paolo mostrò il resto del contenuto del fascicolo verde.
 
-I due articoli che avete visto sono dello stesso autore. Si chiama Mirco Lostello. Questo fascicolo parla di lui, di come s’interessò alla storia della Ca’ de Delizie e particolarmente al tentato incendio della Ca’ de Delizie e di come i suoi articoli in merito furono presi in poca considerazione. Alcuni non superarono neanche la censura. Comunque, dieci anni fa, questo Mirco aveva trentacinque anni. Ora ne ha quarantacinque e vive a Burano. Nel suo ultimo articolo, cinque anni fa, parlava del deperimento del “buco” che era stato la prima sede della Ca’ de Delizie. Racconta che quel posto è stato bruciato sette volte in tre anni e che quindi è stato reso inagibile per i vari incendi. Eppure- Paolo rovistò tra alcuni fogli nella cartellina verde e ne tirò fuori uno ingiallito dal tempo –Alcune ricerche di Lostello dimostrano che Antonio Cisano non si trovava a Venezia in quel periodo, ma che era partito per andare in America. Poi c’è qualcosa che non quadra- aggiunse dopo una pausa.
-Che cosa?- chiese Lixa.
-Ci sono dei fogli che sono di qualche mese fa, più precisamente del luglio 2001. Sono semplici appunti, nei quali il signor Lostello dice che Antonio Cisano è tornato dall’America il 15 luglio 2001, che ha venduto la casa che aveva vicino al porto di Napoli, chiuso il piccolo negozio di ferramenta di suo padre e che poi ha comprato, il 28 agosto 2001, una casa a Murano. Ma tra questi nuovi appunti e gli ultimi scritti c’è una distanza di cinque anni-.
-Beh, forse- disse Manes –Mirco Lostello ha sempre mantenuto i suoi contatti per le sue ricerche, nonostante siano passati cinque anni e abbia smesso di scrivere per il giornale-.
-Sì, questo è molto probabile- convenne Paolo –Però forse sarebbe meglio parlare con il signor Lostello-.
-Potremmo andare domani- propose l’ombra.
-No, io non posso- disse Lixa d’improvviso.
 
Sia Manes che Paolo la guardarono sorpresi.
 
-Mi sono dimenticata di dirvi che domani, all’ora di pranzo, parto-.
-Per dove?- ragazzo e ombra avevano chiesto all’unisono.
-Per Aosta. Vado lì in campo scuola. Sto via cinque giorni. Torno il 16. Ho dimenticato di dirvelo-.
-Non fa nulla- disse Manes.
 
“Come sarebbe a dire che non fa nulla?” chiese Paolo. Lo aveva pensato volontariamente per chiedere una domanda a Manes, una muta domanda che necessitava di risposta. L’ombra fu brava a mascherare la risposta, perché disse, mentre fissava Paolo:
 
-In fondo abbiamo tutti bisogno di staccare un attimo da questa faccenda. Lixa, hai bisogno di riposo. E anche tu Paolo. Io non ne necessito quanto voi dal punto di vista fisico, ma devo riposare la mente. Sappiamo dove si trova Antonio Cisano, dove si trova Mirco Lostello e il movente che ha indotto Cisano a uccidere Livio Tosca-.
 
Manes fu inamovibile sulla sua decisione, ma in realtà non ci fu molto bisogno di essere ostinati. Erano tutti e tre stanchi e decisero che sarebbero andati dal signor Lostello quando Lixa fosse tornata dal suo viaggio scolastico.
Così uscirono dalla Biblioteca Marciana; fuori c’era la signora Laura, la vicina di Lixa, che aspettava la ragazza.
Mentre le due donne si avviavano verso il Ponte dei Sospiri, Manes e Paolo salivano sul traghetto che li avrebbe riportati verso il Piazzale della Ferrovia e da lì alla Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari.
























Note di Saeko:
dopo una settimana per me estremamente pesantuccia (nonostante il lockdown sto continuando a lavorare da casa) sono riuscita a revisionare anche questo capitolo; anche se il titolo è "Il pedinamento", in realtà non c'è racconto del vero e proprio pedinamento da parte dei ragazzi nei confronti di Antonio Cisano. Spero comunque che sia risultato di vostro gradimento e che il testo non presenti errori.
Un ringraziamento speciale ad alessandroago_94 e a Miryel per essere passati a leggermi e recensirmi.
Grazie a chiunque mi abbia sopportato sino a qui e, beh, ci si vede domenica.

Saeko's out!
  
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