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Autore: Risa_chan    25/04/2020    2 recensioni
Era entrato in un’aspirale e non sapeva come uscirne, no, non voleva uscirne, perché Hinata prendeva un pezzo di cuore a chiunque incontrasse. Se lo prendeva e se lo portava via.
Ed eri felice di darlo.
* NO SPOILER FREE* *OIHINA*
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo due

 
 
 
Il ritiro a cui i Juan Carols stavano partecipando in Brasile era simile a tanti altri che si svolgevano durante la stagione.  Solitamente passava tranquillamente, tra riscaldamento, allenamento individuale e amichevoli con le squadre più forti di Rio.  La sera era dedicata al relax: Oikawa usciva a cena insieme ai suoi compagni;  quando potevano andavano  in spiaggia per fare il bagno e prendere un po’ di sole.

Niente di speciale.

Toruu non si sarebbe mai aspettato di finire per giocare a Beach volley con il famoso numero dieci del liceo Karasuno, non una, bensì due volte.
Dopo il primo incontro, aveva rivisto Hinata per disputare una partita di rivincita con la coppia “delle bevute”, poi avevano passato il resto del pomeriggio a godersi il mare e il sole sulla spiaggia.

La routine di Toruu si era riempita di novità, di eccitazione che lo aveva rinfrescato, rinvigorito. Ed era soltanto grazie ad Hinata: parlare con lui lo aveva riportato alle basi della pallavolo, gli aveva ricordato che non era solo fatica e riunioni lunghissime, ma era anche divertimento, riuscire a provare quella gioia folle, esaltante di fare un punto, o di riuscire a superare un limite, superare un nuovo ostacolo.

Non solo quello, Hinata lo aveva investito di un altro tipo di calore, di un’energia selvaggia, di una libertà che non aveva mai provato prima.
Chibi-chan gli aveva promesso di fargli da guida nella città, portandolo nei posti più belli di Rio, appena avesse avuto un giorno libero dal lavoro.
Dunque, eccolo lì, in tenuta da turista, con la macchina fotografica, capelli perfettamente pettinati, aspettando la sua guida.
Oikawa ostentava calma e indifferenza, osservando le persone sulla spiaggia prendere il sole.

“A chi vuoi darla a bere? Se stai contando i secondi?” lo prese in giro la vocetta che da qualche giorno non voleva sapere di starsene zitta.
 
L’arrivo di Shoyo, lo distrasse da una conversazione imbarazzante con la sua coscienza; in realtà lo distrasse da tutto, quando era con lui, Toruu non riusciva a pensare a niente. Hinata invadeva ogni sua cellula.
 Visitarono la via da Rua Visconde de Piraja e suoi negozi, poi, raggiunsero l’Avenida Atlantica; l’ultima tappa fu il monte Pan di Zucchero.
«Nel punto più in alto c’è una vista meravigliosa!» spiegò Hinata pigiato dentro la funivia.
Il volto di Hinata era bellissimo, il corpo era allenato ma manteneva la sua struttura esile; provò l’impulso di afferrarlo e stringerlo contro di sé per istinto di protezione, quando si accorse che il diretto interessato si era accorto di essere guardato.
Oikawa cercò di concentrare l’attenzione sul panorama nonostante sentisse gli occhi di Hinata puntati a dosso. Era una sensazione piacevole e strana allo stesso tempo.
Quando azzardò a distogliere l’attenzione dal vetro, si accorse che l’altro aveva azzerato le distanze appoggiandosi completamente al corpo di Oikawa senza la minima vergogna. Shoyo teneva alzato il volto lasciando scoperto l’incavo del collo in uno strano invito.
 “Puoi appoggiarti se vuoi, fare qualsiasi cosa…” sembravano dire i suoi occhi.
«Non mi rompo mica, Oikawa-san.»
«Cosa?»
«Non importa, ora dobbiamo scendere.»

Il pan di Zucchero è uncolle su una penisola che si estende da un estremo della baia di Guanabra all’interno dell’oceano Atlantico. 
Attraversarono il livello intermedio per raggiungere l’altra funivia che li avrebbe portati, al secondo livello, quello più alto. Era immerso nel verde, e con grande sorpresa di Toruu, c’erano costruzioni con all’interno dei negozi in cui acquistare souvenir.
Ma lo spettacolo più bello era il livello più alto: le montagne, i grattacieli bianchi immersi nel verde e la distesa infinita dell’oceano.

Il suo accompagnatore era rimasto stranamente in silenzio accanto a lui, quando di solito era sempre rumoroso e allegro.

«Avevi ragione, è un bello spettacolo, Chibi-chan»
Hinata non sembrò ascoltarlo perché disse: «Non sono solo pallavolo, Oikawa-san.»
Toruu fu investito da una scarica elettrica, cos’era stato? L’atmosfera era cambiata di nuovo all’improvviso, senza che potesse fare nulla a riguardo.
Chibi-chan lo stava portando dove lui voleva, quando lui voleva, non importava quanto provasse ad alleggerire con frivolezze la tensione che c’era fra loro.
Credeva di essere lui il direttore di quel gioco; stava iniziando a credere che non fosse affatto così.

˜˜˜
 
Sulla spiaggia vicino all’albergo di Toruu di solito giocavano un gruppo di amici di Hinata. Erano le stesse persone con cui lo aveva visto la prima volta.
 Toruu li raggiunse dopo il suo allenamento con la squadra.
Quando finalmente si era riscaldato, Hinata guardò l’orologio e disse che era ora di andare. Lo prese per il braccio trascinandolo via.
«Dovremo cambiarci e fare una doccia o faremo tardi.»
«Per cosa?» chiese.
Negli occhi di Hinata poteva scorgere un luccichio pericolosamente vicino alla seduzione: «Ti voglio portare in un posto speciale, esci con me sta sera?»
«Se lo chiedi così, non posso dirti di no.»
 Shoyo volle mantenere il segreto nonostante i tentativi di carpirgli qualche cosa.
Presero un treno che lì portò nella zona portuale di Rio verso una piazzetta circondata da vecchi palazzi dalle pareti ricoperte da coloratissimi murales. Dovettero farsi strada nella folla trovare un posto abbastanza in alto per osservare quello che accadeva sulla piazza.
Stava per iniziare uno spettacolo musicale di qualche genere.
«Ogni sera qui ci sono spettacoli di Samba, mi hanno detto che sono bellissimi,» spiegò, «Qui si rispetta la samba.»
Capì il significato quando lo spettacolo cominciò: non era un concerto comune; non era la musica che si poteva sentire in un bar o in una discoteca.
Era musica che parlava della storia di chi tanto tempo fa fu trasportato lì con la forza e reso schiavo. La musica era un linguaggio universale ma allo stesso tempo era composta da un misto di lingue e voci che parlavano di disperazione ma anche di speranza e di bellezza.
Dopo lo spettacolo andarono a bere qualcosa in un locale lì vicino.
L’atmosfera tra di loro era decisamente cambiata, più intima, sedevano vicini sorseggiando un drink ghiacciato.
«Non avevo idea che ti piacesse questo genere musicale;» disse Oikawa.
Hinata scoppiò a ridere: «Non sono esperto, ma è una cosa che devi fare se vuoi conoscere Rio.»
«È piuttosto caratteristica, ne avevi già visti?»
«No, me ne ha parlato Boris,» rispose Hinata.
Nella testa di Toruu suonò un campanello di allarme: «Boris è…»
Hinata arrossì così tanto che il colore della pelle assomigliò pericolosamente al colore dei suoi capelli. Tuttavia aveva in mente qualcosa che doveva assolutamente fare perciò continuò.
«È un musicista che ho frequentato e mi ha consigliato cose da vedere.»
Hinata giocava con la cannuccia del suo drink muovendola su e giù, gli occhi fissi sul bicchiere.
«Sulla spiaggia, dopo gli allenamenti e le partite, incontri tanta gente; capita qualcuno che ti chieda di fare un giro con lui, soprattutto la sera.»
«E Boris ti ha chiesto di fare un giro con lui?»
«Sì,» Hinata si sporse oltre il bordo dello sgabello e gli sussurrò ad un orecchio, «ho accettato.»
Un tizio sconosciuto, si era guadagnato il primo posto nella sua lista di persone sgradite.
Già s’immaginava la scena: un tizio moro e abbronzato che si avvicinava a Hinata con un “Ciao! Te lo ha detto nessuno che sei carino? Ti va di fare un giro con me?”
Shoyo, però contrariamente alle sue aspettative, aveva capito le sue intenzioni ed aveva accettato. Sapeva cosa Boris voleva perché era quello che voleva lui.
Shoyo si era esposto in maniera inequivocabile, ma Toruu non voleva lasciarsi andare a quei sentimenti.
La conversazione tornò alla pallavolo e Kageyama, manco a farlo a posta.
Gli occhi di Shoyo brillavano quando discuteva di pallavolo…
«Adesso giochi con chiunque non solo con Tobio-chan?»
 Hinata annuì.
 «Ho deciso che voglio imparare a fare qualsiasi cosa,» spiegò, «è importante per me anche connettermi a più giocatori possibili, ecco perché gioco sempre con chiunque voglia giocare con me.»
…però brillavano ancora di più quando parlava di Kageyama.
«Ci siamo promessi di incontrarci quando saremo diventati entrambi più forti…» disse Hinata.
C’era qualcosa di speciale nel tono di voce, nell’espressione che Hinata aveva quando parlava del suo ex compagno. Era stato la sua unica possibilità per tanto tempo, il primo a capirlo, a condividere la stessa fame di imparare e di vincere.  D’altro canto Hinata era stato la luce dopo il tunnel per Tobio-chan.
 
Oikawa sapeva che nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di Kageyama.
Lo sapeva.
Neanche un cieco avrebbe potuto ignorare cosa erano l’uno per l’altro: era ciò che li spingeva a migliorare, a esprimere la parte migliore di sé.
Si stava cacciando in una situazione pericolosa: cosa gli avrebbe impedito di prendere un aereo, appena possibile, per correre da lui? Una volta provato cosa significava stringerlo tra le braccia, sentire il suo odore…non avrebbe potuto farne a meno.
Era entrato in un’aspirale e non sapeva come uscirne, no, non voleva uscirne, perché Hinata prendeva un pezzo di cuore a chiunque incontrasse. Se lo prendeva e se lo portava via.
Ed eri felice di donarlo.

“STUPIDO, STUPIDO!”

«Tobio-chan è proprio speciale per te,» disse Oikawa, sentendosi sconfitto per l’ennesima volta.
Hinata lo guardò curioso: «È un giocatore eccezionale ed è dannatamente figo ma…»
«Non intendo come giocatore, intendo proprio come persona speciale per te,» lo interruppe Oikawa.
«È diverso,» rispose Hinata guardandolo con gli occhi assurdamente profondi, e quell’espressione seria di pura determinazione, «È come per te, Iwazumi-san, no?»
«Iwa-chan ed io, siamo amici d’infanzia e abbiamo giocato per anni insieme…»
«Non mi riferisco alla pallavolo, ma avere una relazione, stare insieme.» 
Oikawa sgranò gli occhi dalla sorpresa: «Come te e Tobio-chan?»
«Sì certo, in quale altro modo vorresti intenderla?»

Era evidente che nessuno dei due aveva mai avuto l’intenzione di nascondere il fatto che uscissero insieme.

«Non abbiamo avuto nulla del genere.»
«Non è che lo stai raccontando a te stesso?» scimmiottò lui memore di ciò che Toruu gli aveva detto a proposito del suo passaggio al Beach volley.
«Nanerottolo impertinente!»
Shoyo alzò le spalle e sorrise malizioso: «Forse. Però è palese che Iwazumi-san sia innamorato di te.»
 
Questa, proprio non se l’aspettava.

 

RISA NOTEBOOK


Non sono mai stata in brasile  per questo h cercato informazioni su internet,  su siti di viaggi e su un video vlog di un ragazzo che ha visistato il Pan di Zucchero. Come scrivo al intenro del capitolo, sul livello intermedio, ci sono delle costruzioni ma non riuscindo a capire di cosa trattasse (i cartelloni in portoghese non auitavano :P), ho deciso di optare per la cosa che penso di più verosimile, ovvero negoz di suvenir. Anche nel percoso che fanno Toruu e Shoyo, sono stata volutamente  vaga: troppi dettagli possono stancare, ed essendo comunque informazioni di seconda mano.
 Spero che vi piaccia, e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!

Kiss
Risa

 
   
 
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