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Autore: May Begood    27/04/2020    3 recensioni
Nel dormitorio della U.A. High School, oltre a nuove mosse speciali nascono anche le prime esperienze d'amore. Le ragazze della sezione A lo sanno bene, ma tutte loro reagiscono in modo diverso agli sguardi curiosi dei compagni di scuola.
Dal capitolo 8:
"Il panico misto ad un'incontenibile curiosità apparve sul viso di tutti i ragazzi, che avevano man mano circondato Kirishima: la novità era stata percepita da chiunque, perfino i professori potevano aver notato la complicità apparentemente innocente che lo univa a Mina, dunque era normale che al centro dell'attenzione ci fosse Eijiro."
Le coppie sono tutte HET:
- Kirishima x Mina
- Tokoyami x Tsuyu
- Kaminari x Jirou (accenno alla Momojirou)
- Ojiro x Hagakure
- Bakugo x Ochaco
- Todoroki x Momo
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mina Ashido, Momo Yaoyorozu, Ochako Uraraka
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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23. ♡ Dichiarazione ♡

 


 

Con l'avvicinarsi degli esami per il giovane Todoroki iniziava un periodo di isolamento e allenamenti sempre più rigidi al fine di riuscire a concludere con i riconoscimenti che meritava. Aveva già superato la fase di ribellione estrema che gli suggeriva di andare contro il volere del padre, lo studio era troppo importante per lasciarsi fermare dal proprio orgoglio. Doveva superare gli esami finali per sé stesso. 
Terminate le lezioni e i doveri di uno studente rispettabile, si allontanava per recarsi in una ricca biblioteca e restare in religioso silenzio a contemplare i propri appunti già riscritti in modo comprensibile. 
Era passata già una settimana da quando aveva trasformato completamente la propria routine, poco tempo per un abitudinario come Todoroki.

Anche lì incontrava le stesse persone, sedute allo stesso posto. C'erano soprattutto studenti della sua età e della sua stessa accademia, ma non essendo un gran socializzatore Shoto preferiva non confrontarsi direttamente con loro e concentrarsi da solo sullo studio. Aveva pensato di chiedere a Midoryia e Iida di unirsi ai suoi pomeriggi, ma notava che a quell'ora entrambi avevano qualcos'altro da fare; in particolare Midoryia scompariva negli uffici dell'Accademia senza dire nulla a nessuno e ricompariva il giorno dopo con una scusa stupida.
Todoroki non ci badava, anche se considerava strano quel comportamento. Intanto avrebbe potuto chiederlo a chiunque altro; quel giorno non l'aveva fatto perché aveva bisogno di massima concentrazione per risolvere quei calcoli, possibilmente senza l'aiuto dei fratelli.

Occupato il solito posto e preso il solito quaderno cominciò a sfogliarlo, percorrendo con la mente tutti i collegamenti che riusciva a fare finché non trovava un nodo a bloccargli il flusso di pensieri.

Non appena incappò in un calcolo più difficile, Shoto decise che necessitava di una pausa e controllò l'ora sul proprio cellulare.

Di solito non dimostrava una tale attenzione per la tecnologia, ma era un regalo che i fratelli gli avevano fatto quando era entrato alla U.A. - non che avessero dubbi, ma per il bicromato era stato un periodo particolare, perché associava quell'evento al padre e non riusciva a viverlo serenamente. Così Fuyumi e Natsuo avevano pensato bene di incoraggiarlo con quel regalo. 
Ed era stato utile, aveva la rubrica piena di numeri di nuovi amici che rispondevano con entusiasmo alle sue solite e brevi domande, del tipo quando chiedeva occasionalmente se ci fossero nuove comunicazioni da parte della scuola. Nonostante con il tempo si fossero formati dei gruppetti, Shoto aveva notato che avrebbe potuto rivolgersi a chiunque per qualsiasi cosa, erano ragazzi sempre disponibili.

E avere una vicina di banco come Yaoyorozu rendeva tutto anche più facile.

Shoto aveva portato distrattamente una mano al mento, assumendo la sua tipica aria da pensatore, quando gli venne in mente che, sì, la volta dopo avrebbe potuto chiedere a Yaoyorozu di accompagnarlo in biblioteca; in questo modo avrebbe avuto un punto di riferimento per lo studio, con cui confrontarsi non appena sorgeva un dubbio, e sarebbe stata anche una compagnia molto tranquilla.

Ma avrebbe accettato? 
Ultimamente Yaoyorozu trascorreva molto tempo in compagnia delle altre.
Il fatto che delle compagne di classe stessero insieme era più che comprensibile, ma Shoto aveva sentito i suoi amici - fra cui gli stessi Midoryia e Iida - parlare di un certo gioco che stava andando molto in voga nelle aule, un gioco che aveva a che fare con scommesse, foto e appuntamenti al buio. 
Midoryia era arrossito, Iida ne era rimasto sconvolto e aveva proclamato come rappresentante della classe che avrebbe preso provvedimenti, soprattutto perché la notizia di quel gioco si stava diffondendo nelle altre aule ed era già arrivata nell'aula dei professori grazie all'intervento di Midnight.

La reazione di Shoto a tale notizia era stata alquanto... perplessa. Aveva assunto un'aria incuriosita e si era semplicemente chiesto: perché?

Perché tutti avrebbero dovuto fare quel gioco per mancare di rispetto a qualcun altro? Perché si perdevano tutti in complicazioni sentimentali che richiedevano una determinata sensibilità, tra l'altro sconosciuta al bicromato?

Inizialmente Shoto aveva pensato che non valeva il suo interesse: niente di tutto ciò che stava accadendo lo riguardava.

Finché un giorno quella lettera non comparve...

Si era allontanato solo un momento, aveva approfittato di una pausa per rispondere alla chiamata di sua sorella. Quando poi era tornato al solito posto aveva notato il timido foglio fare capolino tra le pagine del solito quaderno. Era senza dubbio una cosa inusuale, Shoto non aveva idea di cosa si trattasse. 
Conteneva un orario e un luogo nei pressi della scuola, un luogo che Shoto aveva già sentito, ma non ricordava dove. Seguiva il messaggio vero e proprio:

"Non sono capace di mettere per iscritto ciò che provo per te...

Spero che tu venga alle scale dietro la scuola e mi dia occasione di parlarti.
Attendo questo momento da mesi..."


Shoto rilesse più volte quelle righe, non riusciva a dargli un senso: non sapeva chi fosse, di conseguenza non sapeva come interpretare quel messaggio e pensò semplicemente che fosse una richiesta di aiuto, o uno scherzo, o qualcosa di estremamente importante per il suo futuro.
Shoto non aveva capito che fosse una dichiarazione d'amore e si presentò al viale all'ora stabilita.

 

Vide una ragazza dall'aspetto felino; non la conosceva, eppure il modo gioioso in cui lo guardava gli fece intuire che stesse aspettando proprio lui.

Shoto le mostrò il biglietto, tradendo una certa perplessità che l'altra interpretò in senso positivo. E infatti, con voce rotta dall'emozione iniziò:

  «Todoroki, tu non puoi conoscermi, ma io sono Nanao Me, della G... Oh... sono così emozionata, pensavo che non saresti venuto...»

Nanao inspirò ed espirò profondamente prima di andare avanti. Shoto, ancora perplesso del fatto che una studentessa del Dipartimento di Supporto fosse interessata a parlargli, continuava a tenderle il biglietto.

  «Spesso in biblioteca siamo stati vicini, seduti alla stessa scrivania, ma non ho mai potuto rivolgerti la parola, né ho avuto il coraggio di offrirti qualcosa... te ne vai sempre prima di me. Ma stavolta sono riuscita a parlarti, finalmente...»

La ragazza stringeva i pugni alto al viso, ignorando ancora il biglietto.

  «Ecco, Todoroki: vorrei confessarti i miei sentimenti. Provo qualcosa di molto forte nei tuoi confronti, non mi era mai capitato prima d'ora, anzi, tu sei il primo ragazzo per cui provo tutto questo e... e so che probabilmente ti servirà tempo per conoscermi, ma posso aspettare fin quando non capirai...»

La voce di Nanao divenne tremula, e Shoto non fu in grado di capirne il motivo.

Quindi era una specie di dichiarazione d'amore? Quella ragazza gli stava offrendo il proprio cuore?

Ma...

Perché gli stava dicendo quelle cose? Si aspettava qualcosa in cambio?

Todoroki abbassò finalmente il braccio e strinse il biglietto fra le dita, accartocciandolo. Non sapeva come gestire la situazione. Era confuso, ma non imbarazzato, anzi voleva che quel momento finisse al più presto.

Era a disagio.

Era come se Nanao si fosse disturbata per fargli sapere che ai distributori vendevano anche patatine al gusto di pomodoro: non gli interessava, non era nulla che poteva smuovere in lui la minima reazione. A lui neanche piacevano le patatine al pomodoro.

Però Nanao attendeva. Attendeva qualcosa, una risposta, un cenno, un sorriso, e non ottenne nulla di queste cose.

  «E quindi? Cosa hai concluso?»

La ragazza del Dipartimento di Supporto spalancò gli occhi, incredula. Balbettò un "C-cosa?" e deglutì con le lacrime agli occhi, causate inizialmente dall'emozione poi dalla prima delusione d'amore.

  «È quello che hai da dire? Insomma... vuoi davvero rispondermi così? Io... io ti ho detto che...»

Quella gelida indifferenza, Nanao non l'avrebbe mai più dimenticata.

Se solo fosse stata lei ad aver capito Shoto, forse l'approccio avrebbe potuto essere più efficace.

Aveva avuto la conferma che Todoroki fosse diverso dagli altri ragazzi, ma aveva scoperto che poteva anche essere una cosa non del tutto positiva.

Interpretò male quell'atteggiamento, lo avrebbe odiato per il resto della sua vita, finché una persona più gentile non glielo avrebbe fatto dimenticare. 
E fuggì per l'imbarazzo e per l'umiliazione. Mentre la ragazza della G scendeva le scale, Shoto la vide voltarsi verso qualcosa, o qualcuno: Yaoyorozu era con le spalle al muro, aveva fra le braccia alcuni quaderni su cui aveva chinato il viso.
La sua espressione gli procurò un dispiacere: vedeva chiaramente che era rimasta delusa da lui.


 

   
 
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