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Autore: Master Chopper    27/04/2020    1 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 7: Goodbye To This Danganronpa Fanfiction

 

 

Cosa gli bruciava le guance? Erano lacrime.

Cosa gli bruciava nel petto? Era rabbia, era dolore.

Nashi Jonetsu in quel momento si sentiva dilaniato da due fuochi, arso vivo su di una pira che non faceva altro che causargli quella sofferenza immane, e non riusciva a farla smettere. La stava toccando: era tra i capelli di Zetsu, sulla sua maglietta ora zuppa di sangue, tra i fori di proiettile. Ma più di tutto era sul suo volto che ansimava a fatica, combattendo contro un countdown che lo schiacciava sempre di più verso gli abissi del Tartaro.

Come una candela tremula che si stava per spegnere.

 

“ Zetsu !!” Anche Takejiro si fiondò sul corpo morente dell’amico, non preoccupandosi nemmeno di nascondere il suo volto rosso tra il cappuccio.

Quando però lo toccò, rabbrividì, contagiato dal freddo della morte: aveva subito compreso che non ci fosse più nulla da fare.

“ Ci ucciderà tutti !” Strillò impaurita Amari, e continuò ad urlare fino ad avere la gola dolorante.

Davanti a sé Ebisawa, eretto a scudo umano, guardava con lo stesso misto di paura e rabbia una persona tra di loro.

“ B-Bastardo… !” Il tremore nella sua voce non riuscì a fermare il suo odio.

Anche Kirigiri e Makoto si misero subito in guardia, rendendosi conto, anche se troppo tardi, che quella situazione fosse diventata drasticamente pericolosa.

Al centro dei loro sguardi intanto si era diramata una nube di fumo, probabilmente prodotta da ghiaccio secco, ed illuminata da riflettori colorati. Intanto nell’aria risuonava il suono di tamburi distanti, percossi da colpi netti, ma che riverberavano accompagnati da bassi distorti. Quel ritmo crescente non faceva altro che aumentare la frenesia in quell’aria dall’odore di sangue. Quando anche il terreno arrivò a rimbombare a tempo, la nebbia si diradò finalmente da una figura avvolta da luce e mistero, come un dio prossimo a rivelarsi.

 

“ Ammettetelo, avreste preferito continuare a dormire piuttosto che svegliarvi in questo incubo ?”

Una giacca lunga lo avvolgeva, ricoprendo ogni millimetro di pelle dalle caviglie ai polsi, terminando in alto con un collo così alto da avvolgere il volto fino al naso. Il colore era sempre il solito binomio, la dicotomia assillante di quel gioco omicida: metà bianco e metà nero. Il lato nero aveva un disegno a forma di fauce sogghignante all’altezza della bocca.

“ Ma ora è altamente sconsigliato tornare a nanna. Non azzardatevi a chiudere gli occhi: rischiereste di perdervi il più grande evento della storia dell’umanità, e sarebbe imperdonabile !”

Ora anche i suoi capelli erano divisi a metà tra quei non-colori, con un ciuffo nero perfettamente al centro e rivolto verso l’alto.

 “ UPUPUPUPUPUUUH!! Non ci credo! Sembra che siano passati due anni, invece siamo qui solo da poco più di un mese. Si vede proprio che attendevo questo momento più di ogni altra cosa al mondo !”

L’occhio destro era nero come un opale, mentre il sinistro si illuminava disumanamente di un color vermiglio innaturale, come se fosse ancora la reminescenza di quell’orso robotico a cui palesemente si ispirava. Un nuovo essere era nato, quanto più diverso dall’Ultimate Student che prima si trovava al suo posto.

“ Tu… chi diavolo sei ?!” Domandò ruggendo Kirigiri, trovandosi di fronte ad un pericolo mai visto prima.

“ Io ?” Quella creatura si indicò, e seppur la sua bocca fosse coperta, dal modo in cui arricciò il naso e socchiuse gli occhi parve proprio che avesse sfoderato un ghigno raccapricciante.

Non aspettava l’ora che qualcuno gli ponesse quella domanda.

“ Io sono COREX, l’ULTIMATE FANFICTION WRITER!! Piacere di conoscervi, gentaglia !”  

 

 

“ U-Ultimate ?” Ripeté Makoto, cercando in tutti i modi di mantenere il sangue freddo.

“ Al massimo sei un Ultimate Despair! Come Junko Enoshima, e come tuo fratello Bussho! Tu sei Tabata Korin !”

“ Non… !” Corex spalancò gli occhi eterocromatici con un raptus di follia. “ …non sbagliare mai più il mio nome. In questo gioco sono io che faccio le regole, ed in una storia non ti sogneresti mai di contraddire lo scrittore sulle regole che lui stesso ha creato.”

Tra i ragazzi, in evidente apprensione per il pericolo imprevedibile che pareva dovesse esplodere da un momento all’altro, si guardarono per cercare di capire cosa fare.

 

Intanto, come in una realtà a parte, Nashi abbracciava Zetsu senza provare più né paura né rabbia.

Semplicemente ascoltava in silenzio le parole del suo migliore amico, ciò con cui lo avrebbe lasciato prima di spirare.

“ Nashi …” Zetsu lo richiamò perché ormai i suoi occhi erano diventati ciechi, e sgorgavano solo stille di sangue dalle sue palpebre chiuse.

“… io ho sempre agognato il nulla. Però, quando ero con te… volevo continuare a vivere, non desideravo più morire.”

Durante la pausa in cui deglutì a fatica per poter proseguire, nuove lacrime copiose iniziarono a sgorgare lungo il volto dell’albino.

“Ed ora sono così triste… così triste… di star scomparendo.”

I due si strinsero forte in un abbraccio consolatorio, come se potessero colmare il vuoto lasciato nel loro petto in quel modo. Anche Nashi era triste, vulnerabile, fragile: avrebbe voluto dire come si sentiva, rassegnarsi della sua pateticità, ma all’improvviso quella voce morente ma forte lo bloccò.

“ Non diventare nulla… anche tu.”

Zetsu morì, ma in quell’esatto momento il mondo cambiò.

Solitamente si pensa che quando muore una persona cara, essa porti via tutta la luce e le cose che possono donarci felicità. Nel caso di Zetsu Jitsuke non fu così, perché Nashi si sentì rinvestire di un’energia che era tutto: colori, calore, vita, forza, desiderio e speranza. L’universo venne investito dalla luce in ogni suo anfratto buio, non lasciando più alcun’ombra ed infamia nemmeno nel cuore oscuro del ragazzo che ora abbracciava un cadavere.

Le lacrime cessarono come fa la pioggia quando torna a splendere il sole.

 

Ecco dove Nashi trovò la forza di sollevare la testa, risorgendo anch’egli come un uomo nuovo.

E da uomo nuovo a uomo nuovo, si parò di fronte a Corex per quel vero e ultimo duello finale.

“ Corex.” Lo chiamò con il suo vero nome, ma nulla era cambiato rispetto a prima.

“ Io ti fermerò qui ed ora !”

Persino la maschera di ghiaccio indossata dallo scrittore fece fatica a contenere la sorpresa quando Nashi gli si palesò davanti con un’espressione tanto determinata da essere spaventosa.

“ Ah sì? E se io invece non lo volessi ?”

“ Sono i patti che abbiamo stabilito prima.” Rispose prontamente il ragazzo. “ Se avessimo fatto luce su tutti i misteri, saremmo stati liberi di andarcene di qui… e non si tratta più di una questione di volontà… è più una promessa che ho fatto a tutti voi, tu compreso.”

Nei suoi occhi balenò uno scintillio pericoloso.

“ Una volta che sarò sicuro di non aver tralasciato nulla, per il rispetto di chi ha combattuto ed è morto insieme a me per svelare i misteri di questo mondo... allora, e solo allora, io terminerò te e questo gioco !”

Corex sostenne la sua occhiata, ed anzi sollevò il mento in segno di superiorità.

“ Tu sei solo una marionetta nelle mie mani, pagherai per aver sfidato i miei poteri !”

E così la sfida era stata lanciata: non c’erano più trucchi, inganni o controfigure. In quello scontro tutti stavano mettendo a rischio la loro vita per i loro ideali.

Speranza contro Disperazione.

O forse…

 

Per iniziare Corex lanciò una spudorata provocazione, indicando il corpo morto di Zetsu lasciato in un angolo: “ Spero non vi dispiaccia il cadavere di quello sporco traditore.”

I suoi ex-compagni volsero appena lo sguardo verso il cadavere, per poi sentirsi ammontare in corpo solo rabbia e disgusto.

“ Zetsu non era un traditore. L’hai costretto tu a tradirci !” Gridò Amari, recuperando la grinta necessaria.

“ È colpa tua se è morto !”

“ E comunque il fatto che sia morto qui dimostra che… anche tu ti puoi sbagliare.” Intervenne Takejiro. “È morto davanti a noi perché tu hai scoperto il suo tradimento solo ora. Non sai tutto… anzi, hai molti più punti deboli di quelli che ci vuoi far credere di avere.”

Quella frase, pronunciata con aggressiva malizia, venne fronteggiata dal mastermind con la solita superficialità.

“ No, in realtà io sapevo già del tradimento di Zetsu !” Dichiarò con semplicità disarmante.

Immediatamente i presenti furono sul punto di obbiettare, ma uno di loro mantenne la calma ed il sangue freddo.

“ È vero !” L’ammissione di Nashi fu, a dir si voglia, ancor più sorprendente.

L’albino chinò il capo per rivolgersi un ultima volta al suo amico morto. “ Ora mi sembra così evidente che Corex sapesse del tradimento di Zetsu, e per questo motivo mi ha permesso di scoprire la verità …” Tornò a fissare il mastermind con rabbia: “ Per farmi assistere alla sua morte proprio in questo momento, quando pensavo che l’avrei potuto salvare !”

Corex scoppiò a ridere sadicamente, gioendo di tutto quel dolore.

“ Già, già… mi fidavo della tua memoria, questo è chiaro, ma sapevo che un curiosone come te avrebbe letto La Trama e… avrebbe trovato qualcosa che aveva tralasciato.”

“ Nashi, di cosa parla ?!” Chiese confusa l’Ultimate Detective, al che il ragazzo si prese qualche secondo prima di aprire bocca.

Disse: “ Chapter Two, Part Three …”   e ovviamente tutti lo guardarono senza comprendere.

Tutti tranne Corex, che continuava a ridersela di gusto.

“ Tu hai fatto in modo che questo Killing Game venisse trascritto come se fosse una storia, addirittura dividendola in capitoli ogni volta che avveniva un omicidio, e diverse parti.” Continuò Nashi.

“ Ma allora sei malato !” Esclamò Ebisawa, sconvolto da tutta quella pazzia. “ Che cosa pensi che sia la nostra vita? Intrattenimento ?!”

Il mastermind sorrise con un fare che voleva significare: “a questo ci arriviamo dopo”, e lasciò proseguire Nashi.

“ Ebbene, nel Chapter Two Part Three ho ritrovato un dialogo avvenuto proprio tra me e te, in presenza di Lilith.”

 

“ Andrebbe anche a te di farmi da beta-reader ?”

Il bruno rimase interdetto per via di quella richiesta.

“ N-Non sono un grande fan delle storie dell’orrore.” Ammise con un pizzico di vergogna, ma ugualmente volle rendersi disponibile all’amico.

Quello che però lesse sull’unico foglio mostratogli, fu una semplice scritta:

“ 2214W.” Lessero all’unisono i due ragazzi.

Ci fu qualche istante di silenzio, durante il quale Zayasu attese impassibile che qualcuno aprisse bocca.

“ E come… può essere una storia horror? Non mi sembra spaventosa.

 

“ Speravi che io la rileggessi in modo da capire il collegamento tra questa “storia” ed il mondo che ci circonda.”

“ Aspetta, ma… in che senso ?” Domandò Makoto, e a quel punto Nashi rivolse lo sguardo proprio verso di lui.

“ Se sottrai una cifra da ogni numero, ed invece sostituisci all’unica lettera quella che la precede nell’alfabeto… da 2214W ottieni 1103L! Ovvero un codice simile quasi del tutto con il vostro 11037 !”

I due agenti della Future Foundation rimasero a bocca aperta per questa rivelazione, soprattutto Kirigiri, che mormorò stupita: “ Anche questo si può leggere come LEON, se specchiato.”

L’albino però non aveva ancora finito: “ E proprio a proposito di codici… consideriamo che in quel momento anche Lilith era presente, e quindi ne è venuta a conoscenza! Solo che… dopo aver perso la memoria e poi riaverla ottenuta, l’ha comunicato per la seconda volta in modo diverso a Takejiro, per evitare di incombere in una punizione del mastermind.”

Il corvino sbarrò gli occhi, sentendosi chiamare in causa.

 

 

Ebisawa si asciugò una goccia di sudore sulla sua fronte, a dir poco esasperato:

“ Quindi questo bastardo non ha fatto altro che nascondere indizi su indizi come delle matriosche solo per portarci a questo momento! M-Ma perché?! Voglio una risposta !”

“ Una risposta che non sia la tua evidente psicosi !” Aggiunse Amari.

Corex non li ascoltava: continuava a ridere, ridere e ridere senza sosta anche quando ormai tutti avevano finito di parlare.

“ Faaantastico !” Sospirò infine, prendendo aria con la bocca. “ Sarebbe il momento perfetto per far risuonare New World Order… perché qui ed ora cambieremo il corso della storia, signori e signore.”

“ L’hai detto anche prima.” Notò Nashi, interrompendolo. “Ed ora mi rendo conto che tutto ciò che fai è riconducibile a quella roba sul Quinto Piano… La Trama. Che cos’è? A cosa ti serve ?”

“ Domanda: che cos’è? Risposta …” Sorrise giocosamente il mastermind. “ La Trama non è nient’altro che una storia scritta da un supercomputer dentro il quale risiede un’intelligenza automatizzata che replica il mio intelletto, dopo aver elaborato i dati che vengono filtrati dagli apparati come le telecamere e Monokuma. A suo modo quindi, controlla la torre e gli avvenimenti mentre sta venendo creata, trasformando in realtà l’immaginazione e viceversa… tutto questo senza dover necessitare di nessuno che la scriva !”

Riprendendo fiato, la sua espressione si fece di colpo seria.

“ Domanda: a cosa mi serve? La risposta ora è un po’ più complicata… ma posso intanto dire che è un prodotto che, una volta terminato questo gioco, verrà distribuito globalmente a coloro che in questo momento non sanno nemmeno chi noi siamo, e che cosa stiamo facendo. Si chiamerà Danganronpa F.F Limbo of Despair !”

“ Quindi è un modo per diffondere la Disperazione !” Lo additò Makoto. “ Una storia della Disperazione, nient’altro! Vuoi usarla per ipnotizzare la gente e far ripiombare il mondo di nuovo in ciò che ha causato Junko Enoshima sei anni fa …”

Questa volta fu il mastermind stesso ad interromperlo, lanciandogli un’occhiata di dissento mentre agitava l’indice.

“ Sempre con questa Disperazione… sempre con questa Junko Enoshima… è questo ciò odio di più di voi della Future Foundation! Siete attaccati a degli stereotipi del passato, vivete in un vecchio ordine mondiale, datato e fossilizzato !” Finalmente parve alterarsi, mostrando un’emozione del tutto nuova e molto più sincera di quelle presentate in precedenza.

I suoi occhi si erano assottigliati per formare due fessure strettissime, appena visibili tra il collo della giacca e i capelli caduti sulla fronte.

“ Questo è il più grande insulto che potessi ricevere, Makoto… ma fa niente. Sappi soltanto che io, a differenza vostra, sono proiettato verso il futuro e verso l’originalità: questa storia e questa torre sono un piano  che coltivo da anni proprio per gettare il mondo in una prospettiva mai vista prima! Questa è l’innovazione della mia… Fanfiction !

 

“ F-Fanfiction ?” Ripeté Takejiro, come tutti spaesato di fronte a quella parola tanto innocua, ma ora usata in un contesto assai spaventoso.

“ Non vorrai dire che… siccome tu sei uno scrittore di fanfiction …” Intuì Kirigiri, ed un’ombra di terrore le si dipinse negli occhi.

“ Sembra che tu abbia capito!” Il sorriso di Corex si estese a dismisura, ammirando quella paura come se fosse una luce magnificente che lo inondava.

“Per definizione una Fanfiction è un’opera scritta da un fan, fan-made per l’appunto, di una determinata opera, definita fandom.  Bene, io ho deciso di prendere come base la più avvincente delle storie… ovvero quella del nostro mondo: Danganronpa, la Hope’s Peak Academy, i Killing Game, la lotta tra Disperazione e Speranza, la morte di Junko per mano dell’Ultimate Hope… per poi aggiungerci un elemento mio, totalmente nuovo, che sconvolgesse la trama di base… e questo elemento siete voi!”

I sei presenti si guardarono l’un l’altro, sentendosi per la prima volta legati da un filo intrecciato: in molti lo avrebbero chiamato destino, ma per loro era una disgrazia.

“ E voi siete i miei personaggi in questa storia! Come tali, vi siete mossi fin’ora seguendo le mie direttive, ed ogni vostra singola azione è stata scelta in precedenza da me… proprio perché io sono il vostro autore. Sì, l’autore di questa fanfiction !”

“ Stai dicendo solo una marea di cazzate !” Esplose Ebisawa, gridando a squarciagola perché non ne poteva più.

“ Ogni nostra azione… sarebbe stata decisa da te?! Ma cosa ne vuoi sapere tu di noi? Come puoi capire cosa ci ha spinti a sopravvivere, o cosa ha spinto i nostri compagni ad uccidere ?!”

“ Ti stai riferendo ovviamente ad Umezawa e a Kumagai.” Lo fermò l’autore, per poi mostrare un’espressione contrariata.

“ Credi davvero che un incipit così bello come la morte di due amanti non sia stato deciso da una brillante mente come la mia, che conosce ogni strategia e tattica della narrazione? Ma andiamo, ovviamente Umezawa doveva avere l’idea del paracadute, che poi sarebbe stato distrutto da Monokuma solo per farlo sprofondare nella disperazione… e poi il salvataggio di Kumagai è stato davvero commovente! Davvero non lo capisci questo, Ebisawa? Ah, ma già… tu sei un personaggio stupido fine a se stesso, non hai mai voluto bene a nessuno seriamente se non ad Umezawa e ad Amari. Il classico buffone che rimane per ultimo per fare la spalla comica maschile, un po’ come Yasuhiro e Soda…”

“ Stai zitto !” L’Ultimate Radio Host a quel punto si tappò le orecchie mentre il suo viso si ricopriva di lacrime. Pareva stesse per esplodere da un momento all’altro per la rabbia, la paura e lo stress.

Tutto ciò non fermò il discorso pomposo del mastermind.

“ Come ha già capito Nashi, sia la sua stessa falsa esecuzione che il tradimento di Zetsu passato inosservato solo per finta sono riconducibili all’indizio 2214M… ovvero qualcosa che io ho detto moltissimo tempo fa. Non c’è respiro che voi abbiate compiuto senza che io lo avessi deciso in partenza. E ora non venitemi a dire che sono disumano, e che non posso prendere decisioni per gli altri… perché è ciò che avviene, è sempre avvenuto, e avverrà nel mondo fino al suo termine.”

Corex sghignazzò: “ Pensate che la storia dell’umanità non sia per niente paragonabile ad un libro scritto… ma invece vi sbagliate! E chi scrive quella storia, ovvero nessun’altro se non l’uomo, controlla le nostre azioni. Sapete cosa sono i memi? Al contrario dei geni, che sono ci appartengono sin dalla nascita e non possono venir modificati, i memi sono informazioni fatte appositamente per questo scopo: venir alterati per creare informazioni postume, la cosiddetta verità storica. Credete davvero che ciò che leggete nei libri di storia sia la verità al cento per cento? La nostra stessa esistenza si basa su di una selezione naturale di informazioni nel tempo… tutto qui !”

 

“ Dove diavolo… vuoi arrivare ?!” Disse Takejiro.

Il corvino digrignava i denti con ferocia, come un cane rabbioso tenuto saldamente stretto al guinzaglio. Non sapeva neppure lui però fino a quanto quella sicura lo avrebbe fermato: forse era addirittura questione di attimi prima che rischiasse la sua vita pur di mettere le mani attorno al collo di quel maledetto.

Corex inclinò il capo lateralmente con espressione confusa, e stranamente ci fu solo silenzio attorno a lui.

Nessuno poteva indovinare cosa gli passasse per la testa, tanto più perché dopo quello sproloquio si fosse zittito.

- Ci vuole far arrivare ad una verità che lui conosce bene…- Intuì Nashi, mentre rifletteva a sangue freddo.

Il discorso del mastermind sembrava volgere sulla volubilità delle informazioni nella storia, o meglio, di come essa possa venir riscritta a piacimento delle informazioni modificate che si vogliono inserire e svendere all’umanità.

 

“Questo è il più grande insulto che potessi ricevere, Makoto… ma fa niente. Sappi soltanto che io, a differenza vostra, sono proiettato verso il futuro e verso l’originalità: questa storia e questa torre sono un piano  che coltivo da anni proprio per gettare il mondo in una prospettiva mai vista prima!”

“Dalla fine de La Tragedia, la Future Foundation si è impegnata nell’eliminare ogni traccia della Disperazione, anche dalla storia.”

 

Il sentore che in quel mondo ci fosse qualcosa di storto, e molto più grande del piano di Corex, gli tornò alla mente analizzando queste due frasi.

A quel punto domandò:

“ Abbiamo appurato che volevi creare una storia con noi come personaggi. Ma perché? Cosa intendi con “portare innovazione” ?”

Gli rispose un accogliente sorriso da parte del ragazzo, il quale però si rivolse verso i due agenti della Future Foundation.

“ La Future Foundation ha portato avanti fin troppo questa saga dell’umanità, riempiendola di una trama trita e ritrita: la lotta tra disperazione e speranza! Ma… il vostro più grande sbaglio è stato voler rimuovere dalla coscienza comune il ricordo de La Tragedia.”

E mentre pronunciava quelle parole si fece di colpo serio, cosicché anche i presenti potessero percepire la gravità del suo discorso.

Gli Ultimate Students, destabilizzati, guardarono Makoto e Kirigiri in cerca di risposte. In realtà anche la lilla presentava un volto scosso, chiaro segno che non sapeva di cosa si stesse parlando.

“ Che significa… rimuovere il ricordo de La Tragedia ?” Domandò Amari. “ Abbiamo detto che è stato il più catastrofico evento della storia, che ha portato miliardi di morti, eccetera eccetera! Un qualcosa del genere non può venir dimenticato.”

“ Tu la pensi così adesso …” Un respiro flebile scivolò dalle labbra di Makoto, il quale aveva il capo reclinato per scappare a tutti quegli sguardi indagatori.

“ Ma se potessi dire con certezza di aver vissuto quell’incubo, stai certa che non vorresti più ricordartelo !”

“ Cosa vuoi dire, Makoto ?” Gli chiese allarmata l’Ultimate Detective. “ Dopo la fine de La Tragedia nessuno aveva avuto un’idea simile !”

“ È successo negli anni successivi all’attacco alla Second Hope’s Peak Academy, ovvero il periodo di tempo che tu hai rimosso grazie al Chesire C.” Il castano si premette una mano sulla faccia, come a volersi nascondere ulteriormente. “Avevamo appena realizzato che, per quanto credevamo che ci sarebbe stata la pace, degli orrori del genere provocati dalla Disperazione potevano sempre risorgere… quindi bisognava sradicare qualcosa di ancora più viscerale…”

“ Il ricordo.” Terminò per lui Nashi, sentendosi però afflitto da un senso di malessere profondo e intenso, simile al disgusto, ma più terrificante. “ Avete rimosso il ricordo di quel periodo per… far dimenticare a tutti cosa fosse la Disperazione ?”

“ Abbiamo forzato un Mandela Effect, sì.” Finalmente l’Ultimate Hope sollevò la testa, e ciò che balenava nei suoi occhi era qualcosa di assurdo.

Circondati da gocce di sudore freddo, i suoi occhi irradiavano coraggio ma allo stesso tempo paura. Determinazione e follia. La consapevolezza di star commettendo un’atrocità, ma sostenuto da una cieca fede.

“ La storia… la storia… !” Sbraitò il giovane, facendosi adesso rabbioso.

“ Nella storia le informazioni inutili vengono continuamente perse! È qualcosa di connaturato anche nell’essere umano: noi mutiamo, ci evolviamo, e perdiamo le tracce di ciò che eravamo un tempo. Se così non fosse saremmo ancora tutti primati… ma invece il potere dell’evoluzione e della selezione naturale è dalla nostra parte! Questa è la speranza: la forza di cambiare!! E per cambiare è stato necessario eliminare la Disperazione …”

 

“ Ma quale cambiare, e cambiare ?!” Lo interrupe solo l’urlo di Corex, il quale mai come ora era davvero in preda alla collera.

“ Non  vi siete stancati di riempire il mondo con la stessa storia, gli stessi blandi valori? La speranza che vince contro la disperazione… bla bla bla! Avete saturato l’aspettativa delle masse con due giochi, uno spin-off, un anime diviso in una maniera oscena ed  una specie di AU(?) che non si capisce nemmeno come si colloca nella timeline… E quante centinaia di storie, magari proprio fangame, o fanfiction, saranno state create con questo finale? Troppe !”

Per quanto il duo discorso fosse deragliato su di un qualcosa di incomprensibile, la convinzione di Corex non vacillava affatto.

“ Direi che è l’ora di farla finita. Uccidendovi tutti porrò fine anche a questa camera dell’eco globale piena di falsa speranza.” Terminò con voce bassa, ma tagliente. “ Questa è l’innovazione che ho promesso di portare.”

 

 “M-Ma …” Balbettò il radio host. “ Avevi promesso che ci avresti lasciati andare se avessimo risolto tutti i tuoi misteri.”

“ Purtroppo l’abbiamo fatto …” Ammise con amarezza Nashi, guardando il compagno.

“ Un’altra sua promessa era che, per uscire di qui, avremmo dovuto uccidere l’infiltrato… e, in base a come abbiamo ricostruito la vicenda, qui gli infiltrati siamo noi.”

“ Questo perché abbiamo preso parte a questo gioco per nostra scelta …” Intuì l’Ultimate Liar, stupito.

“ Ma allora …”

 

“ Avete però due modi di salvarvi da questo destino. Il primo è ovviamente superare il Killing Extra-Curricular Course uccidendo uno studente. Il secondo invece consiste nell’uccidere il mio infiltrato: in quel caso moriremo solo io e lui, mentre tutti i sopravvissuti saranno liberi di fuggire !”

 

“ Siamo noi gli infiltrati ?” Ebisawa non riusciva a crederci. “ Ma allora se morissimo …”

“ Morirebbe anche lui, e viceversa.” Constatò Kirigiri. “ Ma come sarebbe possibile tutto ciò ?”

“ Vi dimenticate che io ho pur sempre il totale controllo di questa torre. Prima di morire tutti insieme però La Trama invierebbe la mia Fanfiction su internet…” L’occhio rosato del mastermind brillò sinistramente.

“ E così tutto il mondo verrà a conoscenza della conclusione di Danganronpa: un finale senza che la speranza abbia vinto! La distruzione di questo fandom corrotto che avete creato.”

Takejiro non resse più, lanciando così un urlo disperato: “ Corrotto?! Ma si può sapere cosa vuoi da noi ?!”

La sua voce rimbombò nell’aula, vibrando tra i palchetti e tra le mura ricoperte da drappi e arazzi.

“ Ci hai rinchiusi qui dentro, costringendoci ad uccidere e a sacrificare la nostra umanità solo per una morale che tu pretendi sia giusta, e che vuoi mostrare al mondo… ma tu chi sei per farci questo?! Perché meritiamo di soffrire così tanto e poi addirittura morire per la tua volontà ?!”

“ Io sono il più puro di voi.” Rispose serenamente Corex, spiazzando il corvino dopo tutto quello sfogo.

“ Lo avete scoperto poco prima: tutti voi avete preso parte a dei Killing Game, certo, non per vostra scelta… ma comunque chi può dire quanti studenti abbiate sacrificato per restare in vita? Persino chi ora si considera un paladino della giustizia, la Future Foundation, ha le sue fondamenta solo su cadaveri, morte e distruzione di un ideale altrui. Siete tutti macchiati di un peccato che vi sporca l’animo… eppure vi permettete di definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.”

Guardò Makoto, Kirigiri, ed infine Nashi.

“ Volete eliminare la Disperazione, seppur essa sia ormai parte di voi. Ma non preoccupatevi! Io, che sono davvero coerente… eliminerò qualsiasi Disperazione e qualsiasi Speranza, così da porre fine a questa faida.”

“ Ci vuoi uccidere solo perché abbiamo partecipato ad un Killing Game che nemmeno ricordiamo ?!” Strillò Amari, non riuscendo a credergli “Ma allora tu?! Anche… tu sei sul nostro stesso livello !”

Sorprendentemente Corex schioccò le dita, per poi indicarla con un gesto teatrale.

“ Ed è qui che ti sbagli. Lo aveva spiegato prima Nashi …”

 

“ I giochi mortali sono stati sedici, ma come può confermare Makoto i sopravvissuti uniti alla fondazione sono stati quindici.”

 

“ Io non ho mai preso parte ad un Killing Game, ed anche considerando il K.E.C.C. non ho ucciso proprio nessuno. Sono pulito, integro, immacolato… e per questo… io non posso essere considerato l’antagonista di questa storia !”

Scoppiò in una risata folle, incontrollabile nella sua frenesia, mentre guardava con un misto di disgusto e divertimento chi aveva attorno.

“ Siete voi stavolta gli assassini! Lo capisci, Makoto?! Sei tu ciò che deve andare distrutto, stavolta !”

Il preside della Hope’s Peak Academy aveva gli occhi sbarrati come non mai, lasciando che la risata di Corex lo scuotesse da capo a piedi facendolo tremare.

“ Tu… se solo avessi saputo che ti saresti rivelato un simile bastardo …”  Mormorò una voce rauca e troncata dall’agitazione.

“… allora ti avrei ucciso tempo fa, e non avrei mai accettato questo tuo stupido dono !” Takejiro esplose in quel grido di rabbia, aggrappandosi al palchetto come se volesse ribaltarlo o lanciarlo via.

I presenti rimasero stupiti da quella furia cieca, ma in particolare Nashi badò alle parole appena pronunciate:

“Dono ?”

“ Ah, giusto, giusto… ti vuoi rivelare proprio ora, che siamo giunti al finale.” Il mastermind non pareva molto colpito da quella reazione , e piuttosto decise di ignorarlo mentre fingeva di guardarsi le unghie con interesse.

“ Vogliamo dirlo, allora? E diciamolo… fratello.”

L’Ultimate Liar sferrò un pugno contro il palchetto, accompagnandosi con un’imprecazione mentre tutti attorno a sé trasalivano.

“F-Fratello ?” Incespicò Ebisawa “ Ma… questo vuol dire che …”

“ Sei tu.” Comprese allora Nashi, sentendosi ogni muscolo atrofizzato e la vista sempre più assente.

“ Sei tu la terza persona che non ha perso i ricordi grazie al Jabberwock Y.

 

 

“ Tu… sei il terzo Ultimate Hope Brother.”

Tabata Kurisu.” Quel nome venne pronunciato all’unisono da tre persone: il crudele e bianco mastermind, il grigio e perso Ultimate Memory, ed il cupo nero bugiardo.

“ Avrei preferito non saperlo mai… ti invidio, sai, Nashi ?” Il corvino lanciò un’occhiata triste al compagno.

Il cappuccio gli scivolò dalla testa, svelando dei capelli ora divenuti bianchi.

Improvvisamente anche tutti gli altri, tranne Makoto, si sentirono colpiti da una strana sensazione proveniente da ogni singola cellula nel loro corpo.

“ Non avere ricordi significa non avere nulla da nascondere. Ed io per tutto questo tempo ho detto di volervi aiutare, ma… come potevo, con questo peso sulla mia coscienza ?”

L’albino non riusciva a parlare: si sentiva imperfetto, ed incapace persino di dar voce ai suoi pensieri.

“ E cosa ci avresti nascosto ?” Provò a domandare Amari, sconfiggendo la sorpresa.

“ Tutto quello che con fatica avete ricostruito adesso, dopo quasi un mese: ricordavo di esser stato in classe con voi, ricordo dei giochi mortali quando ci hanno rapito alla Second Hope’s Peak Academy, ricordo di quando la Future Foundation ci ha salvati e siamo stati colleghi… ma prima di tutto, ricordavo di essere un Tabata anche io.”

“ Tu sei… la Speranza ?” Domandò con voce flebile Makoto, ora sull’orlo delle lacrime.

La risposta secca del ragazzo però gli tolse tutto: “ Io? No, io non sono la speranza di nessuno.”

Terminò con un sospiro che parve provenire direttamente dalla sua fredda anima, guardando per terra e non rialzando più lo sguardo per paura di fronteggiare il giudizio.

“ Ho mentito a voi e a me stesso… sono solo un bugiardo. Scusatemi.”

 

Come acqua sporca e torbida, stava emergendo a galla la più buia e pesta delle emozioni dai cuori degli ex-studenti, affondandoli ed affogandoli in un abisso senza più luce. Nessuna soluzione pareva accettabile, nessuno salvezza possibile. Non rimaneva più nulla da fare.

Era il fatidico momento in cui il cielo si contorce e si deforma come un foglio accartocciato, per poi crollarti addosso assieme a tutte speranze. Non brillavano stelle nell’oscurità, ma solo fiaccole mortuarie.

 

“ Oh, sì.” Corex inspirò a pieni polmoni quell’aria mefitica, rinvigorendosi e quasi estasiandosi. “ Questa sarà l’ultima disperazione capace di spegnere la speranza… dopodiché nessuno più proverà queste banali sensazioni.”

 

“ Speranza? Disperazione? Che cosa cambia… ormai ?” La paura aveva schiacciato Amari sempre più in basso, facendola restringere come in un guscio arido e pallido. “ Non abbiamo avuto libertà di scelta… nemmeno per un secondo.”

“ No, infatti !” Sorrise il mastermind. “Non avete il diritto di esercitare la vostra volontà di pensiero !”

 

“ E comunque non riusciremmo a fare davvero qualcosa che sia un nostro originale pensiero.” Ebisawa tremava convulsamente, venendo inondato dalle sue stesse lacrime. “ Volevamo inseguire la speranza, ma… siamo sempre stati controllati! E tutto questo ci ha portati soltanto… alla… morte…”

“ Da bravi personaggi vi siete fatti guidare dall’autore verso ciò che io ritengo più giusto, quindi gioite! Il vostro sacrificio sarà necessario per far rinascere questo mondo !”

 

“ La nostra sofferenza… a cosa è valsa davvero ?” Disse soltanto Takejiro, abbandonandosi senza più la forza di provare a ribellarsi.

“ A nulla, fratello! Nessuna delle vostre emozioni o sensazioni è mai stata significativa… se non per scrivere questa mia fantastica fanfiction !”

 

“ Fino ad ora… ho sbagliato.” Riusciva solo a ripetere Makoto, assillato da voci malefiche che gli dicevano di arrendersi dopo tutti quegli anni passati a lottare.

“ Che cosa abbiamo fatto a questo mondo ?” Kirigiri invece contrasse il volto in una smorfia di sofferenza pura, straziata dai sensi di colpa.

“ Solo il male.” Rispose Corex, atono. “ Avete ammalato il mondo, costringendolo a credere che una cosa fosse più giusta di un’altra, a costo di sacrificare i ricordi. Non si può rimuovere la memoria dal mondo mentre lo si lascia andare avanti: il progresso senza la memoria è un guscio vuoto… mentre la memoria senza un progresso è solo un inutile museo.”

 

Il giudizio era giunto.

“ E ora scriviamo questo finale insieme… scriviamo… l’Ultima Fanfiction di Danganronpa !”

 

Fine.

 

 

“No.”

 

“ C-Cosa ?!” Sussultò l’autore, proprio quando credeva che l’ultima pagina fosse arrivata alla conclusione.

Un gridò si levò tra la folla di pensieri accalcati, negando tutto ciò che era stato detto, ancora una volta con quel celebre:

“ NON È VERO, INVECE !”

Nashi stava sollevando la testa, e come il sole che torna a sorgere dopo una lunga notte, brillò di luce propria senza curarsi dell’oscurità in cui lo voleva gettare Corex.

“ Tu dici che questa è la fine… ma non mi importa.”

“ Come non ti importa?! Tu sei un mio personaggio, e-”

“No! Questa storia si sta concludendo… ma la nostra è appena cominciata !”

 

“ Nashi …” Sollevando un debole grido d’aiuto, la video maker guardò il suo amico implorandolo:

“ Ti prego, basta, facciamola finita. D’altronde… che scelta abbiamo ?”

Abbiamo la possibilità di cambiare il finale di questa storia, Amari! Possiamo scegliere di non seguire il suo copione !"

In quell’istante la voce di Nashi rappresentò per lei la luce alla fine del tunnel. Prendere una decisione è la cosa più difficile che un essere umano possa fare, ma non deve essere spaventato dalle possibilità e dalle scelte.

E tutto ciò che non voleva Amari Sako, era senza dubbio porre fine a tutta la storia della sua vita soltanto perché qualcun’altro lo aveva deciso.

“ Sì… ok.” Sorrise l’Ultimate Video Maker, tra le lacrime.

 

“ M-Ma …” Gemette il radio host, struggendosi dal dolore.

“ Io non ce la faccio… il peso della nostra vita è inutile! Non contiamo nulla !”

Combattere ed essere liberi significano la stessa cosa: scegliere che cosa fare della propria vita senza che nessuno ti controlli! Non è forse per questo che è morto Umezawa ?!”

Il ragazzo si sentì rinvigorito di colpo da un’energia positiva esplosiva, come se si trovasse di nuovo davanti ad Umezawa e a Kumagai in persona. Gli venne da piangere ancora più forte, ma stavolta non per la tristezza.

Ebisawa Shoko era deciso più che mai a credere nella propria libertà.

“ Va bene… allora ti seguirò.”

 

“ Come sarebbe a dire che tutti i nostri sforzi non sono stati inutili ?” Obbiettò il nuovo Tabata scoperto, nonostante non credesse più di essere l’Ultimate Hope.

“ Alla fine dei conti siamo rimasti nei palmi delle sue mani… come delle pedine.”

E Lilith allora?! Non ha forse fatto la differenza, stravolgendo i piani del mastermind?! Lei ha usato i suoi ultimi secondi di vita per farci capire che… in fin dei conti… noi possiamo cambiare il mondo ed il futuro !”

Convincersi che nessuno dei propri sforzi, uniti alle conquiste, alle sofferenze e a quell’esperienza allo stesso tempo distruttiva e costruttiva, fossero stati vani… era tutto ciò che Takejiro voleva sentirsi dire.

“ D’accordo, mi hai convinto.” Sogghignò con il capo chino, nascondendo così la felicità che gli brillava davvero negli occhi.

 

“ La colpa di questo mondo… del nostro passato… è così opprimente.” Piangeva senza più speranze l’Ultimate Detective, venendo affiancata dal vuoto sguardo del preside della Hope’s Peak.

“ Ho speso gran parte della mia vita credendo nella speranza… ma non mi sono reso conto del male che ho causato, privando della libertà altre persone.” Il peccato torturava entrambi gli agenti della Future Foundation.

Voi non siete il vostro passato! Voi siete le scelte compiute per salvare il mondo dalla distruzione !”

L’urlo di Nashi li attraversò entrambi come un fiume in piena, straripante di fiducia e amore. Amore verso l’umanità ed il suo potenziale di fare del bene, amore verso la vita e la potenza della scelta.

E loro, in fin dei conti, volevano scegliere di vivere ancora per rimediare a tutti quegli errori.

“ Grazie …” Ammise tra le lacrime Kirigiri Yoko, sentendosi riconoscente come non mai a quel ragazzo che aveva cambiato la sua vita.

“ Va bene… il mio impegno non terminerà qui.” Makoto Naegi invece strinse i pugni, sorridendo a più non posso mentre ricordava l’ultima volta in cui si era sentito pervaso da una simile speranza nel futuro.

Era stato forse contro Junko? O mentre aiutava Izuru Kamukura?

-No, questo è qualcosa di completamente diverso …- Si ritrovò a pensare l’Ultimate Hope.  -Non è nemmeno speranza !-

 

“ Cosa pensi di star facendo, così ?!” Sbraitò Corex, incredulo nel vedere la situazione ribaltata da parte a parte. Davanti ai suoi occhi ora quell’ultimate Memory era diventato una forza della natura, inarrestabile ed inesorabile nella sua marcia di distruzione.

“ La mia fanfiction è perfetta! Tutto è andato secondo i miei piani, e continuerà a farlo !”

Non è così, invece! Grazie al piano di Takejiro e Lilith, le votazioni del quinto Class Trial non sono andate per niente come volevi… Lilith è stata votata con il presupposto che fosse Junko Enoshima, un'accusa dalla quale sarebbe stata impossibile da difendere. Proprio per questo motivo hai dovuto ignorare del tutto le regole ed uccidere non uno, ma ben due innocenti !” Ribatté il ragazzo, provando a tutti la fallacia di quel cosiddetto “sistema perfetto”.

“ Non sei un dio… al massimo un deus ex machina.”

Colpito da quell’insulto sibilato con voce tanto tagliente, Corex sussultò mentre tutti i capelli gli si rizzavano sulla testa.

“ Come osi?! I-Io… cancellerò te, assieme alla Speranza e alla Disperazione per far ricominciare questo mondo senza degli idioti come te !”

Non è così, invece! Tu vuoi cancellare la disperazione per impedire al mondo di ripetere i suoi errori… ma non puoi farlo! Questo è disumanizzante: come puoi impedire ad una vita di essere vissuta?! Se sbagliare significa cadere, allora come chiami la forza che ci fa rialzare ?!”

Corex era, sorprendentemente, allo strenuo delle sue forze: stava sudando, era sfiancato, e nulla più andava secondo il suo volere.

Tuttavia rispose comunque.

“ Come la chiamo? È solo accanimento! Una falsa speranza, sporcata da degli ideali che vi sono stati impiantati !”

Ma a quel punto Nashi gli mostrò l’indice, per poi agitarlo mentre sorrideva beffardo.

Per la prima volta in vita sua da quando era iniziato quel gioco mortale, Corex fu spaventato da un ghigno, e tremò come una foglia quando esplose il seguente grido:

NON È COSÌ INVECE! Non è speranza: ci basta qualsiasi cosa pur di non arrenderci, di non vedere un vicolo cieco alla fine del nostro cammino… questa è disperazione nella speranza: è la FORZA DELLA DISPERAZIONE !!”

 

“ La Forza della Disperazione ?!” Ripeté attonito Makoto.

 

Nashi, ora illuminato da una luce diversa, qualcosa che nessuno di loro aveva mai visto o immaginava di vedere, riprese a parlare con voce ferma e sicura.

“ Questo è l’unico modo per andare contro i programmi di Corex, e quindi di scegliere il nostro finale: non avete detto forse che ogni storia è iniziata in una lotta tra Speranza e Disperazione, in cui l’una cercava di prevalere sull’altra? A questo punto allora, se un finale di Speranza non ha rappresentato davvero la fine di tutto… forse un finale dove la Disperazione prevale avrà buon fine !”

“ La Disperazione che prevale ?!” Sussultò Corex, ormai urlando ad ogni singola parola. “ M-M-Ma cosa… stai dicendo?! È impossibile !”

“ E perché? Non volevi proprio tu la novità ?” Gli rinfacciò sorridente Nashi, per poi fissarlo con determinazione. “In questo modo avremo un finale diverso, no? L’importante è prendere una posizione, e non lasciarsi sparire nel nulla.”

I suoi compagni lì attorno annuirono vigorosamente, e persino l’ultimate Hope non ebbe nulla da obbiettare.

“ Cosa… credi di essere ?” Disse il mastermind, con la voce ora ridotta ad uno stridio.

“ Il loophole, il bug… il plot twist che si rivolta contro di te.” Confessò Nashi.

“ Io sono l’Ultimate Desperation, la Forza della Disperazione !

 

Davanti agli occhi di Corex tutto morì, e piombò nel buio mentre cercava di inseguire la luce.

 

 

Il modo in cui era cresciuto Korin Tabata era del tutto inusuale, però lui non se n’era mai reso conto. Nato e vissuto in una scuola chiamata Second Hope’s Peak Academy, eretta su di un isola dove non c’erano case né abitanti, non conobbe mai chi gli aveva dato la vita.

Il personale docenti che si prendeva cura di lui, preferivano fargli pensare allo studio e alla coltivazione dei suoi innumerevoli talenti, piuttosto che rispondere alle domande che un qualsiasi bambino avrebbe posto. Tutto ciò che seppe mai della sua famiglia, era che i suoi genitori gestivano quella scuola e che ci fossero altri due suoi fratelli che stavano venendo cresciuti alla sua stessa maniera, ma in ali separate della scuola. Lui non poteva vederli, né conoscerli, e per questo non ne sentì mai la necessità.

In quella scuola venivano istruiti ragazzi considerati come la Speranza del mondo, con talenti eccezionali e grandi potenziali. Gli facevano compagnia, giocavano con lui e a volte gli dicevano come avessero incontrato effettivamente altri due bambini in quella scuola.

Korin non si sentì mai speciale rispetto a queste persone, perché nonostante lui fosse uno degli Ultimate Hope Brother, non sapeva che farsene di tutto quel talento. Quando nacque in sé la passione per la scrittura di fanfiction, si dedicò anima e corpo per diventare “speciale” e “normale” come tutti quei ragazzi che lo avevano circondato nel corso della sua vita.

Perciò fu molto entusiasta quando, una volta arrivato all’età giusta, poté frequentare una classe ed avere dei suoi compagni. Ovviamente loro non sapevano della sua vera identità, e così ottenne il cognome fasullo di Zayasu.

Un giorno di tre anni dopo, però, accadde ciò che mai aveva potuto immaginare.

La sua tanto sognata normalità venne distrutta e spazzata via da una mano malefica: gli Ultimate Despairs.

 

La scuola crollava sotto il suo stesso peso, mentre incendi ed esplosioni scatenavano urla di terrore negli studenti.

Korin guardò all’interno della sua classe: mancavano all’appello Nashi Jonetsu e Zetsu Jitsuke, e ne fu immediatamente preoccupato.

“ Vado a cercarli !” Gridò ai suoi compagni, venendo subito affiancato da Takejiro, Umezawa e Kumagai.

“ Ti aiutiamo noi !”

“ Dovete stare attenti a dove mettete i piedi !” Li ammonì Arima Robun, l’ultimate Event Planner, mentre Domen Ienobu, l’Ultimate Entertainer, apriva le finestre e controllava quanto sarebbe stato pericoloso saltare giù.

“ Ma dov’è andata Kirigiri ?!” Domandò in preda al panico Iwayama Koan, l’ultimate Weapon Collector, per poi trovare risposta in Fujima Wakuri, l’Ultimate Toxicologist. “L’ho vista arrivare poco fa, ma non è mai entrata in classe !”

“ Noi andiamo a cercare lei, allora !” Disse Yonamine Genjo, l’Ultimate Actor, venendo affiancato da Nishizaka Iki, l’Ultimate Web Personality e da Mitsuko Atsuki, l’ultimate Hexer.

Quelle ricerche disperate tra le fiamme e la devastazione si protrassero a lungo, mentre intanto il fumo rendeva l’aria irrespirabile.

Lo stuntman e la contorsionista si fiondarono sulle finestre per spalancarle, quando d’improvviso Takejiro Kurisu urlò: “ Ho visto qualcuno andare di là !”

Lui e Korin si lanciarono all’inseguimento, per poi arrivare davanti alla stanza dentro la quale si era appena rintanato qualcuno: l’ufficio della presidenza.

Aprirono la porta, e sorprendentemente trovarono solo un ragazzo della loro età.

Aveva gli occhiali e corti capelli biondi. Non appena vide quei due, i suoi occhi azzurri si spalancarono di un’innaturale sorpresa.

“ Voi …” Provò a dire, ma l’Ultimate Liar imprecò e corse in un’altra direzione.

“ Non sono nemmeno qui! Io continuo a cercarli !”

Rimasto ora solo con quel ragazzo sconosciuto, Korin assaporò il silenzio seppur tutto attorno imperversava l’inferno.

“ Voi siete Korin e Takejiro.” Disse infine il biondo, sorprendendo l’albino.

“ Gli Ultimate Hope Brother… i miei fratelli.”

“ Cosa?! Takejiro è mio fratello? E tu saresti il terzo ?”

“ Sì, mi chiamo Bussho… Tabata Bussho.”

Lo scrittore fu soggiogato per un attimo dalla confusione, ma presto tornò a pensare a qualcosa di ben più importante. “ Dov’è il preside, nostro padre? Cosa dobbiamo fare ?!”

“ Nostro padre è morto da tre anni.” Confessò il biondo con freddezza, seppur il suo volto non fosse per nulla imperturbabile mentre parlava. “Per tutto questo tempo ho svolto io il ruolo di preside, per questo sapevo che voi due foste i miei fratelli… me l’ha detto mia madre.”

E quando la nominò, una donna sbucò allo scoperto, facendosi vedere anche dal suo secondo figlio.

“ Korin …” Disse tra le lacrime, riconoscendo il sangue del suo sangue.

Il ragazzo iniziò a realizzare l’importanza del vedere per la prima volta in vita sua il volto di sua madre, quando un colpo d’ascia proveniente dalle sue spalle la centrò in piena testa, cancellando quell’immagine per sempre.

 

Un uomo con indosso una maschera a forma di orso bicolore, ora con l’arma conficcata nel cranio di sua madre, divenne così l’immagine che rimase davvero impressa nella sua mente per sempre.

Bussho urlò dal terrore, ma lui non ne ebbe la forza.

Vide suo fratello usare una spranga di ferro che aveva con sé per disarmare l’Ultimate Despair, così l’ascia che lui brandiva gli sorvolò la testa. Si riflesse per una frazione nella sua lama insanguinata.

Il folle omicida però non si arrese, e caricando il biondo a testa bassa scagliò di lato anche suo fratello.

Kurisu cozzò la testa contro lo stipite della porta, e presto anche la sua vera visuale si riempì di sangue.

Ai suoi piedi quel tale stava strangolando a mani nude Bussho, il quale impotente allungava una mano verso di lui con gli occhi fuori dalle orbite.

Nonostante il fuoco ed il sangue alla testa, tutto il mondo per Kurisu non era mai sembrato più freddo e silenzioso di così. Afferrò l’accetta che l’assassino di sua madre aveva lasciato cadere e…

“MUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORI! MUORI !!”

Svuotò i suoi polmoni con quell’urlo furente, mentre ora il suo intero corpo prendeva fuoco e pareva dissolversi tra le ceneri che turbinavano in aria, assieme agli schizzi di sangue.

Dopo una manciata di secondi aveva compiuto quella che ai suoi occhi parve una magia: la trasformazione di un essere umano, un organismo pesante e animato dalla vita, in un ammasso di carne maciullata. Ora la sua opera ricadeva a pezzi sul corpo di suo fratello, privo di conoscenza e fortunatamente salvo da quello spettacolo grottesco.

Proprio quando lo scrittore fu sul punto di rimanere solo con i propri pensieri per impazzire in pace, una voce alle sue spalle lo richiamò.

“ Tu sei …” Era una ragazza con i capelli rossi legati in una coda alta, e lo guardava con stupore ed un’espressione sollevata, nonostante lui fosse zuppo di sangue e con un’arma in mano.

“… sei Corex ?”

Quel nickname che lui stesso aveva scelto lo colpì con forza, proprio quando non avrebbe mai immaginato che la felicità potesse esistere.

“ Dobbiamo andare via di qui! Stanno rapendo tutti gli Ultimate Students.”

Poi si accorse di Bussho. “ Lo porti con te ?”

 

Poco dopo stavano correndo verso la costa, lasciandosi l’edificio distrutto alle spalle. Kurisu non si degnò nemmeno di guardare un’ultima volta la sua casa, il luogo che non aveva mai potuto lasciare per tutta la sua vita. Stava portando suo fratello sulle spalle, mentre la rossa imbracciava l’ascia.

Quando arrivarono sulla scogliera, nel mare in tempesta brillava come una stella in mezzo al cielo una barca a motore.

Lei però trasalì, per nulla contenta di quella scoperta perché intanto due Ultimate Despairs li avevano raggiunti. Anche loro erano armati, e a giudicare da quanto vedeva in lontananza, tutti i loro compagni stavano uscendo in massa dalla scuola per riversarsi su di loro come un’onda di terrore.

“ V-Vai …” Sussurrò lei, stringendo i pugni attorno all’arma e dandosi la forza necessaria per sostenere quella paura.

“ Cosa ?” L’albino riuscì a malapena a pronunciare quelle parole, perché lei lo spinse per farlo cadere all’indietro. Ruzzolò stretto a Bussho per tutta la caduta, ferendosi e graffiandosi mentre lasciava impronte di sangue sulla terra. Quando terminò la sua corsa sul molo che ospitava la barca, guardò su.

Il cielo stava formando una coltre di nubi proprio sopra la cima della scarpata, dove la ragazza lo guardava, proteggendolo con lo sguardo.

“ Vai !” Urlò allora, e tutti i muscoli di lui lo obbligarono ad alzarsi in piedi. Mentre però caricava suo fratello sulla barca, percepì in cuor suo la nascita di un affetto che mai aveva provato, né verso i suoi fratelli e tantomeno verso sua madre.

“ Come ti chiami ?!”

“ Lilith !”

“Lilith… Lilith !” Gridò a pieni polmoni per sovrastare il boato del mare e del cielo. “ Io giuro che, ovunque tu sarai, ti salverò !”

 

Era passato diverso tempo, ormai.

I due fratelli, rifugiati in una fogna come ratti o barboni, sentivano sopra le loro teste il mondo distruggersi, crollare, bruciare.

“ Dove vai ?!” Chiese un giorno Bussho, vedendo suo fratello uscire dal loro riparo.

“ A salvare qualcuno.”

Dopo qualche giorno tornò con quella ragazza rossa che li aveva salvati. Si chiamava Lilith, e Korin disse di averla trovata in una base degli Ultimate Despairs, coperta dalla testa ai piedi di sangue. Ciò nonostante lui non voleva farle nessuna domanda. I tre vissero insieme mentre la Disperazione rievocava il suo diritto all’esistenza, venendo fronteggiata dalla Future Foundation, una reminescenza dell’originale Hope’s Peak Academy. La loro guerra durava ancora ed ancora.

 

Ciò continuò fino a che, improvvisamente com’era nata, tutta quella distruzione venne dimenticata da tutti. Non si sentivano più boati o esplosioni, ma solo voci. I tre, che a lungo avevano vissuto sotto terra, sentirono come sopra le loro teste tutto avesse ripreso il proprio corso senza più alcuna minaccia per l’umanità. Quando uscirono in superficie lo trovarono dapprima strano, e poi persino impossibile.

“ È davvero nato il paradiso, dove prima c’era l’inferno ?” Si domandò Lilith, e quella domanda tormentò Bussho per i seguenti anni.

Perse il sonno, e poi la ragione. Divenne ossessionato da quella che lui definiva ingiustizia: l’ingiusta ripresa del mondo, che aveva cancellato la loro sofferenza e con essa, il ricordo della loro esistenza.

Nessun Ultimate Hope Brother era necessario per il mondo, perché l’attentato alla Second Hope’s Peak era stato nascosto nella polvere, sotto il tappeto. Bussho era terrorizzato dall’idea di venir dimenticato dalla storia.

“ Zayasu! Io e te… dobbiamo risvegliare questo mondo! Dobbiamo lanciare un segnale che dica: “noi esistiamo”! Lo capisci questo ?!”

Annuì in silenzio, assieme a Lilith: fu tutto ciò che fece finché suo fratello non ebbe terminato i suoi sforzi. Al termine di quei tre anni, il Killing Extra Curricular Course era pronto.

Bussho entrò nella stanza del Quinto Piano in cui suo fratello si era rinchiuso da giorni: era davanti ad un gigantesco computer con delle scritte che iniziavano ad apparire senza sosta.

“ Cosa fai ?”

“ Scrivo l’ultima fanfiction… di Danganronpa.” Le mani si serrarono in automatico attorno al collo di lui. Sangue del suo sangue, ma allo stesso tempo un perfetto sconosciuto.

Tabata Kurisu quel giorno uccise anche se stesso, rinascendo come Corex.

“ E io ?” Lilith, rimasta in disparte, non aveva paura della morte. “ Ora morirò anche io ?”

“ Non se mi sarai utile …”

 


“No! Posso accettare tutto, ma non la Disperazione !”

L’urlo del mastermind risuonò nella stanza del processo, segnando il ribaltamento totale della situazione.

“ Voi… voi come potete pensare di cambiare il mio finale? Non lo avete capito che La Trama controlla le vite di tutti, compresa la mia ?!”

“ E allora basterà distruggerla.” Rispose con serenità Nashi, aggiungendo infine un secco: “… e ucciderti.”

Corex sbiancò dalla paura, e per la prima volta indietreggiò. I suoi muscoli si erano mossi istintivamente in un atteggiamento di autodifesa non appena aveva visto la cerchia degli Ultimate Students stringersi attorno a sé.

Un secondo dopo stava correndo verso una porta che mai nessuno aveva notato.

 

“ Abbiamo vinto !” Festeggiò Amari, ma Nashi dovette mal volentieri interromperla.

“ No, non ancora, ma la fine di tutto questo è vicina. Dividiamoci: voi distruggerete il computer che scrive la fanfiction al Quinto Piano, mentre io mi occupo di Corex.”

“ Non ti lascio solo.” Lo affiancò Makoto, con sguardo risoluto. “ Per quanto non capisca questa disperazione che ti spinge ad andare avanti, mi hai aperto gli occhi su molte cose.”

“ Anche io !” Si aggiunse Kirigiri.

Al contrario, Takejiro poggiò le mani sulle spalle di Ebisawa e Amari, tirandoli a sé.

“ E allora noi andiamo a distruggere quella ferraglia !”

L’Ultimate Desperation annuì, lasciando i tre con un sorriso che significava fiducia.

Prima di andarsene, però, non poté non dedicare un ultimo sguardo al cadavere di Zetsu: giurò di averlo visto sorridere con fierezza.

Con velocità fulminea lui e i due agenti si lanciarono all’inseguimento del mastermind. Una volta rimasto con gli altri, l’Ultimate Radio Host sussultò in preda ad un’illuminazione.

“ Ho il modo per uscire di qui !”

 

Intanto Nashi rincorreva su per un’interminabile rampa di scale quel puntino bianco e nero che era il suo obbiettivo. Sentiva le sue gambe diventare sempre più forti e scattanti, come se stesse lasciando impronte fumanti lungo i gradini.

- Deve trattarsi della fine dell’effetto del Chesire C.! Sto ritornando alla mia reale forma !- Intuì, ma non ebbe tempo per riflettere sulla memoria recuperata.

  “ Ma perché scappa ?” Domandò Makoto. “ Non dovrebbe essere in grado di ucciderci ?!”

“ Seguendo la sua mentalità …” Rifletté Kirigiri. “ Ci sta attirando in trappola !”

“ Lo penso anche io! Ma non possiamo di certo fermarci !”

Poco dopo aver pronunciato quelle parole, Nashi raggiunse la fine della salita: si trovava ora in un’ampia stanza vuota, con una parete fatta di soli pannelli di vetro che permettevano di vedere l’esterno.

Si trovavano ad un’altezza impressionante, così tanto che guardare il sole tramontare sembrava quasi di osservare un oggetto sprofondare in un baratro.

Il cielo violaceo e purpureo era attraversato dalle prime nuvole scure, preannunciando la notte.

“ Tutto secondo il copione.”

Come preannunciato, Corex sogghignò ed i tre scoprirono di esser già parte dove lui voleva che fossero. Un’esplosione proveniente da sopra le loro teste squarciò il soffitto, facendo piovere detriti su di loro. Al contempo, una porzione di pavimento si sollevò e come un ascensore si diresse verso l’alto.

“ Nashi !!” Urlarono all’unisono i due agenti: Makoto era rimasto diviso dalla parete di detriti, ricadendo lungo le scale, mentre Kirigiri era stata inghiottita dal soffitto per colpa di quel meccanismo.

Il mastermind esplose in un’agghiacciante risata, confrontando ora il suo solo e unico avversario.

“ Cosa hai fatto a Kirigiri ?”  Domandò l’albino, contraendo il volto per la rabbia mentre avanzava.

“ Io ?” Corex si indicò dissimulando innocenza. “ Considerala l’ultima esecuzione: quella piattaforma attualmente le sta facendo risalire la torre, sempre più in alto… e quando avrà raggiunto la sommità, verrà sparata in cielo come un fuoco d’artificio.”

Sogghignò perversamente: “ A meno che tu non riesca a trovare un modo per salvarla, bhe… l’atterraggio non sarà dei migliori.”

“ Nashi, sta attento !” Makoto si stava scavando una strada tra le macerie, ma al momento riusciva solo ad assistere alla scena tramite un minuscolo spiraglio.

“ È solo un’altra trappola !”

Ma il suo urlo non raggiunse il ragazzo, perché lui si era già fiondato sull’avversario come un animale inferocito.

“ Tsk… patetico.”

Contro ogni previsione, Corex non aveva più l’atteggiamento spaventato di poco prima, ed ora sfoderando un sorriso placido attese fino all’ultimo secondo l’attacco. Lo evitò, per poi sferrare un calcio in pieno petto al ragazzo, scaraventandolo in aria. Non appena però fu di nuovo a portata, lo afferrò dalla giacca e lo tirò a sé per colpirlo con un pugno al volto.

Nashi ricadde sul muro di macerie dopo un volo di qualche metro.

Con il panico in volto, si tastò il naso sanguinante e barcollò in avanti.

“ E sarebbe questo il combattimento finale che vuoi regalare ai lettori ?”

 

“ E sarebbe questo il combattimento finale che vuoi regalare ai lettori ?” 

Quando lessero queste parole sullo schermo del gigantesco computer, i tre ragazzi poterono a stento crederci.

“ Quindi è vero… siamo stati fino ad ora solo personaggi.” Rimuginò Amari, rimanendo quasi ipnotizzata da quanto stava leggendo.

“ Se davvero questo coso controlla la torre, allora è stato programmato per farci saltare in aria non appena avremo raggiunto l’ultimatum! E… manca pochissimo !” Strallava invece allarmato Ebisawa.

Aveva appena provato a scagliare una sedia contro quello schermo, ma a nulla era valso il suo sforzo.

“ È dannatamente indistruttibile !”

“ Forse… non dobbiamo distruggerlo.” Suggerì Takejiro, facendo un passo avanti.

“ Cosa ?” Domandò la video maker, contraria. “ E tutto quel discorso di finire questa storia ?”

“ Hai detto bene: è una storia.” Agendo nel suo enigmatico silenzio, il corvino prese in mano la tastiera, porgendola alla ragazza. “ Quindi ci basta cancellarla.”

Anche se inizialmente dubbiosa, Amari acconsentì al suo piano. Purtroppo però, dopo una lunga ricerca, iniziò a dare i primi sintomi di cedimento.

“ È protetta da molti codici… non ce… la faremo mai prima dello scadere del tempo !”

“ Ma che dici?! Pensa positivo come hai sempre fatto !” La rimproverò Takejiro, per poi continuare a darle indicazioni.

“ Ora quel codice lo abbatti facendo così …”

Nonostante la praticità al computer di Amari si stesse rivelando fondamentale per abbattere quelle barriere informatiche che lui conosceva bene come distruggere, d’improvviso la ragazza iniziò a smettere di rispondere ai suoi comandi.

“ Amari ?” Nel momento in cui Ebisawa la richiamò, avvicinandosi al suo corpo fermo, quella si voltò di scatto.

“ Non ce la… faremo mai.” Mormorava, ripetendosi senza capo né coda e con lo sguardo perso nel vuoto.

“ Ebisawa, falla allontanare da lì !” Ordinò allora Takejiro, per poi prendere la ragazza e sollevandole il volto. Nei suoi occhi vitrei vide qualcosa di spaventoso: la perdita della luce che poco prima l’aveva fatta rialzare con speranza davanti alla disperazione.

“ Dev’essere una specie di ipnosi di protezione.” Osservò, sentendosi subito in colpa per aver esposto la ragazza a quel rischio. “ E va bene, me ne occuperò io !”

“ Eh?! E se dovesse succedere anche a te ?” Sussultò preoccupato il radio host, guardando il suo compagno rimboccarsi le maniche con un tremante e nervoso sorriso.

“ Bhe… d’altronde sono l’Ultimate Hope Brother… a qualcosa servirà la Speranza che mi hanno inculcato sin da piccolo !”

 

Il pavimento di quella stanza così vicina al cielo era ormai segnato da diversi schizzi di sangue. Ogni colpo di Corex sembrava spezzare la volontà di Nashi, spedendolo ogni volta sempre più a fondo nella sua impotenza. A nulla erano valsi i richiami di Makoto, e le sue urla di sofferenza e dolore non avevano di certo impietosito l’autore.

“ Questo è ciò che ogni scrittore vorrebbe fare ai suoi buchi di trama.” Sospirò Corex, vedendo il suo avversario brancolare in avanti senza più nemmeno la forza di mantenere la schiena dritta.

“ E adesso… ti cancellerò !”

Il suo pugno tuttavia affondò nel vuoto. Nashi aveva roteato in tempo su se stesso per sottrarsi al colpo, e una volta fatto ciò sfruttò la rotazione per assestare una gomitata al volto di Corex.

Il ragazzo tentennò per l’impatto destabilizzante, così non poté far niente quando Nashi lo afferrò dalla testa e, tirandolo a se, gli inflisse una ginocchiata al centro della colonna vertebrale. Il mastermind sentì l’eco dell’urto riverberare persino nel suo cervello.

Sputò bile e saliva in preda allo stupore, per poi distanziarsi dal suo avversario.

Non avrebbe mai osato dirlo, ma quella sensazione che di nuovo si stava impossessando nel suo corpo era paura: il boato dei suoi sogni che crollavano e diventavano polvere al cospetto di Nashi, che ora si stagliava su di lui.

Il sangue contornava quegli occhi dello stesso dolore, sporcando anche i capelli candidi e la camicia lacera.

“ Come… hai fatto ?!”

“ Il tuo problema principale è che dimentichi, Corex… esatto, dimentichi. Mentre io, invece, sono l’Ultimate Memory, e nessuno possiede una memoria che possa rivaleggiare con la mia.” Dopodiché il ragazzo si indicò la guancia, dove prima era stato colpito innumerevoli volte.

“ Ho incassato tutti i tuoi colpi per impararti, o meglio, memorizzare ogni tua singola mossa: so come ti muovi ormai, quindi prova a colpirmi ancora e vediamo se ci riesci !”

La pupilla di Corex si restrinse, mentre intanto digrignava i denti per sopportare il dolore e l’umiliazione che bruciava dentro sé.

Si lanciò all’attacco come aveva sempre fatto, ma stavolta nessuna combinazione di calci, pugni o prese riuscorono anche solo a sfiorare il suo nemico: Nashi si abbassava, schivava, sottraeva e contrastava ogni mossa, quasi senza nemmeno doverlo guardare.

“ Visto ?” Domandò senza più alcuna tensione il ragazzo, per poi sparire dalla visuale del nemico con un gioco di gambe illusorio.

“ E ora lascia in pace Kirigiri !”

Corex percepì la forza di due braccia cingergli la vita, ma non ebbe nemmeno il tempo di reagire, perché un istante dopo si sentì sollevato all’indietro. La parte superiore del suo corpo venne schiacciata contro le finestre di vetro grazie alla reverse supplex.

Nashi però vide il frutto dei suoi sforzi venir annullato, sorprendendosi di come l’avversario non avesse accusato danni: Corex aveva sollevato le mani alle sue spalle per neutralizzare l’urto e fermare quella proiezione.

“ MUORI !” Il mastermind pestò con entrambi i piedi per terra, riuscendo a sollevare il ragazzo alle sue spalle. Ne afferrò le gambe, immobilizzandolo, dopodiché saltò all’indietro.

Il cranio di Nashi cozzò violentemente contro il pannello di vetro, incrinandolo in un urto assordante.

“MUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORIMUORI !”

Sangue scorreva tra le crepe, ora che la sua testa stava venendo usata per sfondare quel resistente, ma sicuramente non indistruttibile, vetro. Tutto ciò che rappresentava una barriera per proteggerlo dal vuoto stava venendo ridotto in frantumi, mentre le urla di Corex rimbombavano nell’aria e nella sua mente ottenebrata.

 

- La follia dell’uomo sta nel ricercare il proprio dio, il proprio desiderio !- Pensava intanto l’autore, deridendo quella semplice mentalità per la quale colpevolizzava solo gli ideali del mondo.

“ Io ucciderò la speranza! Io ucciderò la disperazione! Io ucciderò tutto !”

Aveva visto davanti ai suoi occhi la fine del mondo e la sua rinascita, come se si fosse trattato di una questione di volontà: la volontà degli uomini poteva davvero terminare la vita, così come la volontà di altri la poteva ricostruire?

- Ma allora in che razza di mondo viviamo? Basta solo un punto di riferimento per muoversi in un mare di tenebre, ed immaginarsi le isole che vogliamo? Esistono regole? Esiste giustizia ?-

La stretta si era fatta più forte.

- Le regole di questo gioco della vita le facciamo noi.-

Quella dannata stretta infine gli frantumò le costole all’altezza dei fianchi, e non avendolo compreso se non quando il dolore lo fece impazzire, Corex vomitò sangue con una smorfia sorpresa in viso.

Nonostante avesse continuato a schiacciare Nashi tra la sua schiena ed il vetro, lui non aveva mai allentato la presa attorno…

- Non mi stava solo cingendo con le braccia !- Si accorse allora il mastermind, rabbrividendo dall’orrore.

Le mani di Nashi si erano strette attorno ai suoi vestiti e alla sua carne, arrivando a stringere in quella morsa direttamente le sue vertebre: così facendo aveva spremuto i suoi muscoli ed i suoi nervi nell’intento di raggiungere le ossa.

Corex sentì ogni sua energia vitale venir sottratta, mentre il dolore sostituiva qualsiasi suo pensiero e rendeva ogni singolo decimo di secondo un’esperienza agonizzante.

“ Tu non hai il diritto di uccidere proprio niente …” Fu tutto ciò che sentì quando il ragazzo alle sue spalle gli sussurrò all’orecchio.

Lui reagì con un grido disumano per sovrastare l’illusione della sconfitta, e sollevando un braccio riuscì ad afferrare il nemico dai capelli. Successivamente, con tutta la sua forza lo scagliò per terra davanti a sé, facendolo addirittura rimbalzare contro il pavimento, che si crepò nell’urto.

Dopodiché Corex si lasciò andare ad un sospiro profondo che liberò uno spruzzo di sangue e saliva. Crollò per terra, osservando il corpo inerme di Nashi, il quale non si muoveva più.

Semplicemente per prendere un respiro di sollievo si lasciò distendere accanto a lui, con la sua testa al suo fianco. Quando chiuse gli occhi, ebbe fatica a sognare.

- Perché non vedo più il… mio obbiettivo? Dov’è la mia storia ?-

Il braccio di Nashi si sollevò verso il cielo, solo per poi far cadere il gomito come una ghigliottina sul naso di Corex.  La poderosa gomitata gli sfondò il setto nasale, causando uno zampillio energico di sangue, ed il ragazzo fu costretto a rotolare sul fianco in preda al dolore.

- Sta davvero… finendo? E cosa ci sarà dopo ?-

In quella posizione fetale ed indifesa non riuscì a sottrarsi al calcio di Nashi, il quale lo centrò sull’orecchio.

L’occhio destro di Corex divenne rosso scarlatto all’improvviso, e di colpo un fiotto di liquido di quello stesso colore gli riempì un lato della faccia.

Dall’occhio sinistro invece iniziarono a sgorgare lacrime.

“ N-Non voglio… che finisca … così.”

Con un calcio in pieno petto Nashi lo scaraventò direttamente sulla crepa nel vetro.

“ Ho compreso molto bene quello che hai voluto spiegarci prima, ma sai…” Sibilò con voce tagliente mentre si avvicinava.

“… tutta questa storia mi ha insegnato che bisogna lottare per far sì che nessun altro possa decidere quando la tua vita debba finire. Però è naturale che, per quanto tu possa lottare, c’è il rischio di perdere: d’altronde la storia si fa proprio così, guardando l’utile piuttosto che il superfluo, i vincitori piuttosto che gli sconfitti.”

Un pugno spinse Corex ancor di più contro il vetro, stavolta facendolo pericolosamente incrinare.

“ Ed io non lascerò che qualcuno mi fermi dal creare la storia che verrà, perché qui ed ora terminerò il passato con il mio finale!” Attraverso quell’urlo di libertà ed energia della vita, Nashi sferrò una raffica di colpi senza nemmeno un attimo di tregua.

L’eco dei suoi pugni rimbombò come cannonate contro il cristallo. Ad ogni percossa Coerx lanciava un urlo lancinante, finché persino la sua voce non venne soffocata quando la sventagliata di colpi non si fece più forte.     

 

Dopo una quantità di tempo segnata da innumerevoli crepe sul vetro, Nashi si immobilizzò di colpo.

Il mastermind provò a parlare, ma un rantolio di disperazione gli fuoriuscì dalla bocca.

L’albino si accovacciò, distendendo le braccia in avanti e preparandosi a scattare.

“ N-No… ti prego.” Lo supplicò per l’ultima volta Tabata Kurisu, ma non sentì nemmeno che suono avesse la propria voce.

Più veloce di un fulmine, Nashi aveva dato sfogo ad una potenza esplosiva nelle sue gambe, colpendo in pieno petto il suo avversario come un proiettile usando tutto il suo corpo. L’accelerazione e la spinta furono tali da disintegrare l’intera vetrata in una costellazione di frammenti di vetro che brillarono nell’aria.

 

Nashi sospirò a cuor leggero: ci volle poco prima che quella brezza leggera si trasformasse in una corrente d’aria, nel momento in cui iniziò a precipitare in caduta libera nel mezzo del nulla.

L’aria sfrecciava sul suo corpo come un coltello, e gli sollevò persino le palpebre, costringendolo a vedere Corex allontanarsi come una meteora.

Intanto alle sue spalle accadde qualcosa di incredibile: un’esplosione scosse la torre dalle sue fondamenta, percorrendola fino alla cima e facendo schizzare nel cielo vari frammenti grossi come palazzi, che perforavano le fiamme e le nubi di cenere nera. Quella trappola mortale stava collassando su se stessa: era il crollo dell’inferno.

Improvvisamente Nashi percepì sopra di sé uno spostamento d’aria colossale, e sollevando lo sguardo vide la parte superiore della torre piombare verso il basso in procinto di schiacciarlo.

Tutto ciò passò subito in secondo piano quando i suoi occhi vennero catturati da un altro obbiettivo. Stabilizzò il suo volo unendo le braccia ai fianchi, e così divenne davvero un proiettile che lacerava nell’aria senza peso: era libertà, era potenza.

Quando la raggiunse allungò la mano, ed incontrò la sua.

 

A quel punto anche Kirigiri, che si era persa nel cielo, sorrise e si strinse a lui.

“ Sapevo che saresti tornato a salvarmi… un’altra volta.” Disse lei.

“ Ci siamo salvati a vicenda, un’altra volta.” Rispose lui.

 

La punta della torre non cadde al suolo, ma si incastrò nel cielo, ed in quel punto si scatenò una seconda esplosione capace di rendere tutta la volta celeste di un nero impossibile. Passò appena un secondo, dopodiché il cielo stesso si infranse come una vetrata, e da una crepa lì in alto, filtrò la più potente luce solare che mai si fosse vista sulla faccia della terra.

I due ragazzi compresero allora di essersi sbagliati per tutto quel tempo: non erano sul punto di veder tramontare il sole, ma di vederlo sorgere. All’alba di quel nuovo futuro, loro erano stretti in un abbraccio mentre precipitavano verso il suolo.

Tuttavia non aspettarono molto, perché ben presto un grido squarciò persino il boato di quella distruzione. Piombarono su di loro Makoto, Takejiro, Amari ed Ebisawa, tutti a bordo di un deltaplano gigante che estendeva le sue ali per scampare alla morte.

“ Umezawa! Hai visto che ce l’abbiamo fatta ?!” Urlò l’Ultimate Radio Host al cielo che stava andando in frantumi sopra di loro, rivelando sempre di più i raggi del sole in quella finta terra di morte e desolazione.

“ Sì, ce l’abbiamo fatta …” Sorrise l’Ultimate Desperation, per poi cadere in un profondo sonno, sapendo di potersi risvegliare in un posto migliore, senza più incubi o falsi sogni di ricordi perduti.

E ora l’unico ricordo che non poteva perdere, e che stava portando verso il giorno nuovo, alla luce del sole, era: “Non vi ho dimenticati !”

Insieme, i sopravvissuti volarono verso un mondo senza K.E.C.C. e senza Class Trial. Si lasciarono la tomba di tutti i loro preziosi amici persi alle spalle, e così tutto finì con un poderoso e tremendo sussurro.

 

 

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Per la penultima volta ;]

IN PRIMIS: La fenomenale artista che ha realizzato i disegni di Nashi e Corex è, con mio sommo vanto, una mia adorata amica. Potete (e dovreste) seguirla su instagram. Non smetterò mai di ringraziarla per il bellissimo regalo (non solo di compleanno, eh) che ha fatto a me e a questa storia.

Sono particolarmente legato a questo finale: è qualcosa che ho costruito nel corso degli anni, ogni tanto aggiungendo ed aggiustando parti e dialoghi. Alla fine mi sono ritrovato con un bricolage di parti che avevo già scritto in precedenza ed ho dovuto sistemare nel capitolo, è stato molto divertente.

Qualche curiosità: Innanzitutto questo non è l’ultimo capitolo, ma domani uscirà l’epilogo per porre definitivamente fine alla storia. Sto già lavorando ad un “continuo”, scritto a quattro mani con la mia ragazza e che verrà tradotto in inglese per poter venir presentato anche nella lingua più parlata del mondo (questo perché il fandom di Dangarnonpa italiano è sicuramente più morto rispetto a quello americano, per quanto io spero che a Novembre la Spike Chunsoft rilasci un nuovo titolo ed i fan si risveglino).

Perché “continuo”? Perché la trama non sarà strettamente legata, come un sequel, a questa storia. Questo per il motivo della traduzione inglese: non ho voglia, né tempo di tradurre questa storia, quindi presenterei a chi non sa l’italiano un sequel di cui però non può conoscere il prequel. Mi pare un’ingiustizia.

Parlando di altro:

Per costruire la filosofia di Corex, e tutto ciò che anima il mondo a partire dalla scelta della Future Foundation, mi sono ispirato a questa playlist (un’analisi dettagliata del simbolismo sociale, e di come il geniale autore Hideo Kojima aveva predetto l’evolversi della società grazie all’internet 2.0 più di dieci anni fa, in Metal Gear Solid 2: i video in questione sull’argomento sono intitolati “The Most Profound Moment In Gaming History”) e ad uno dei miei libri preferiti, ovvero “Il Gene Egoista” di Richard Dawkins.

Non dico di leggervi il libro di Dawkins (anche se ve lo consiglio, assieme a “1984” di Orwell, sempre perché è stata una delle mie principali ispirazioni), ma sicuramente guardando il primo dei due video consigliati avrete una visione più chiara dell’argomento, in quanto è stato spiegato in maniera nettamente superiore.

Detto ciò, vi consiglio di leggere l’epilogo di domani con il suo angolo autore conclusivo. Ci saranno alcune sorprese, spiegazioni e ringraziamenti, nonché una mia considerazione sul fandom.

Alla prossima!

   
 
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