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Autore: JessicaBuriola    27/04/2020    1 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Venerdì 24 gennaio, ore 21:23

Quando Sofia aveva visto riapparire Draco in salotto, sottobraccio ad una donna dai lunghi capelli biondi, aveva sentito gelarsi il sangue nelle vene. Bellissima, elegante, posata, affascinante, proprio come il figlio, non c’erano dubbi su chi fosse: la famosa Narcissa Malfoy.
La ragazza aveva sentito montare dentro un imbarazzo incredibile, era a dir poco impresentabile. Pensò che fosse uno scherzo del destino, perché era successa la stessa cosa quando aveva conosciuto Draco: aveva i capelli raccolti alla ben e meglio in una coda, indossava un vecchio maglione informe color senape, fuseaux neri e degli imbarazzanti calzini a righe colorate.
Come se non bastasse, era ricoperta di farina, perché aveva deciso di preparare la pizza fatta in casa.
Sofia aveva immediatamente fulminato Draco con lo sguardo e l’uomo aveva sorriso un po’ preoccupato, accarezzandosi la nuca.
La cosa che non era passata inosservata a Narcissa, che aveva apprezzato; non era per niente facile tenere testa a suo figlio e lei lo sapeva bene.

Senza indugiare oltre Sofia, si era presentata: “Salve, immagino lei sia Narcissa, la madre di Draco. Mi dispiace accoglierla così…” Altra occhiata di fuoco al biondo. “Però non aspettavamo ospiti e stavo preparando la pizza. Magari avrei potuto cucinare altro…” Non le sembrava decisamente un tipo da pizza, anzi, sarebbe stata sicuramente meglio una cena di pesce a più portate.

“E perché mai? Mi piace molto la pizza e non se ne trova una decente in tutta l’Inghilterra, almeno ho l’occasione di mangiarla. Narcissa, il piacere è mio.” Allungò la mano affusolata verso Sofia e la ragazza la strinse senza mostrare timore, con energia, sorridendole.

“Io sono Sofia, piacere di conoscerla. Se vuole accomodarsi in salotto intanto, deve scusarmi, ma dovrei controllare delle cose in cucina. Draco, avrei bisogno anche di te se non ti dispiace. Subito.” Le aveva sorriso cordialmente e senza aspettare risposta dal biondo si era avviata con passo deciso verso la cucina.

Narcissa nel corso della serata non aveva finito di sorprendersi di come suo figlio sembrasse davvero splendere accanto a quella ragazza: i lineamenti del viso, sempre così tesi, erano rilassati, chiacchierava con disinvoltura, anche di cose futili, mentre un tempo si trattava sempre e solo di lavoro, cene, eventi, denaro, carriera. Però la cosa che l’aveva lasciata completamente senza parole era la complicità che legava i due, il modo nel quale si guardavano, come Draco, più o meno consapevolmente, cercasse di continuo un contatto con la ragazza, che fosse semplicemente per accarezzarle una mano, darle un bacio sui capelli o passarle un braccio intorno alle spalle per stringerla appena.

Era stato un bambino affettuoso nei suoi primi anni di vita, poi però Lucius aveva insistito per la linea dura, le aveva detto che stava crescendo un piccolo viziato rammollito, senza spina dorsale, che Draco, in quanto erede della loro casata, doveva essere preparato, ambizioso, feroce.
Lei si era lasciata convincere, perché aveva ricevuto la medesima educazione, l’educazione consona ad un vero purosangue.

“Incredibile il potere dell’amore, non credi anche tu, Narcissa?” Albus Silente le sorrideva benevolo.

Assorta nei suoi pensieri Narcissa non si era nemmeno resa conto di essere rimasta sola al tavolo con il vecchio professore.
“Sono le stesse parole che mi ha detto quando sono venuta da lei con Severus, proprio per salvare Draco da un cammino che non era il suo, ed oggi come allora, devo darle ragione.” La donna accennò un minuscolo sorriso. “Quanto è grave la situazione?”

“Ho delle ipotesi e temo che, se si riveleranno corrette, il primo a pagarne le conseguenze sarà proprio Draco.” Il professor Silente si rabbuiò e Narcissa sentì un brivido freddo correrle lungo la schiena: ovviamente non lo avrebbe mai permesso.

“Accompagnerò io Sofia alla Gringott. Daremo meno nell’occhio, soprattutto se è vero che stanno tenendo sotto controllo mio figlio; ci andremo lunedì, mentre lui è al lavoro. Sarà al sicuro con me.” Sentenziò la donna.

In un tempo lontano non avrebbe mai fatto nulla del genere, immischiarsi in faccende che non le competevano e che per di più riguardavano una ragazza praticamente babbana. A volte però le circostanze cambiano. Narcissa voleva continuare a vedere suo figlio ridere, come lo aveva visto fare quella sera, e se aiutare quella ragazza così inusuale glielo poteva assicurare, lo avrebbe fatto senza alcuna remora.

Venerdì 24 gennaio, ore 23:36

“Dici che sono piaciuta a tua madre?” Sofia, stesa sul tappeto di quella che era diventata la loro camera, guardava perplessa le travi del soffitto.

“Decisamente. Non si è mai offerta di accompagnare Astoria da nessuna parte, nemmeno per prende l’abito da sposa.” L’uomo uscì dal bagno e guardò la ragazza stesa a terra, che corrugò appena la fronte. Forse nominare Astoria come se niente fosse era ancora prematuro, quindi tentò subito di cambiare discorso. “Che cosa ci fai lì a terra comunque?” Le sorrise, ormai abituato alle sue stranezze.

“Penso.” Lo affermò come se fosse la risposta più ovvia al mondo.

“E a cosa pensi?” L’uomo le si sedette accanto.

La ragazza continuò a guardare in su. “A noi. Più che a noi, ai mondi paralleli dai quali veniamo.”

“E…?” Draco la guardò interrogativo, cominciò a tracciarle il profilo del viso con l’indice.

Sofia sospirò, finalmente lo guardò negli occhi. “Ho paura di non essere adatta a tutto questo, non lo so, delle volte mi sembrava di venire da un pianeta completamente diverso dal tuo.”

“Perché è effettivamente così, anzi, fortunatamente è così Sofia…” La guardò dolcemente.

Come poteva non credergli se la guardava in quel modo? Per l’ennesima volta, ricacciò ogni dubbio nel meandro più remoto della sua testa. “Sei troppo lontano…” Accennò un piccolo sorriso.

“Rimediamo subito allora…” L’uomo ricambiò il sorriso, per poi baciarla.

Sofia lo prese per la maglietta, tirandolo a sé con decisione: si chiedeva se sarebbe mai arrivato il giorno nel quale ne avrebbe avuto abbastanza di lui. Ne dubitava fortemente. Gli salì in braccio e si tolse la maglietta con impazienza, aggrappandosi alle sue spalle forti; Draco per tutta risposta cominciò a baciarle il collo, facendola sospirare appena, le spalline del reggiseno avevano già ceduto sotto le mani esperte di lui. Gli passò una mano tra i capelli e lui tornò a baciarla con passione, mordendole appena il labbro: Sofia improvvisamente si fermò e gli prese il viso tra le mani, studiandolo attentamente, per poi spostargli il solito ciuffo ribelle dalla fronte, facendolo sorridere, e lui come era solito fare le baciò la mano, mano che lei andò a posare al centro del suo petto nudo. Poteva sentire chiaramente il battere frenetico del cuore di Draco, che si univa al ritmo del suo.

“Non ho mai amato nessuno così, lo sai?” Sussurrò piano.

“Nemmeno io Sofi… Nemmeno io. A volte ne sono quasi spaventato…” Draco poggiò la fronte a quella di lei.

Sofia ricominciò a baciarlo con più insistenza, per poi sentirlo scivolare dentro di lei, prendendolo piano,con movimenti lenti, scanditi dal ritmo dei loro respiri, occhi negli occhi.
   
 
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