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Autore: JessicaBuriola    28/04/2020    1 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lunedì 27 gennaio, ore 11:23

Sofia camminava accanto a Narcissa, affascinata ed emozionata, non smetteva di guardarsi intorno, tutto quello che la circondava le sembrava essere uscito dalle pagine di un libro di fantasia: uomini e donne vestiti con strane tuniche e strani cappelli, gufi e civette in volo, negozi dalle vetrine colorate che vendevano calderoni, bacchette, scope volanti. Era a dir poco strabiliata.
Si fermarono di fronte ad un imponente edificio dalla facciata un po’ storta: la famosa Gringott.

“Eccoci arrivate, tieni la chiave a portata di mano Sofia, meno daremo nell’occhio meglio è. Appena finito è meglio che ti riaccompagni subito a casa.” E così dicendo Narcissa si incamminò verso l’ingresso, immediatamente seguita da Sofia.

La sala che si ritrovò di fronte era a dir poco imponente, ricoperta interamente di lucido marmo bianco e sovrastata da un enorme lampadario in cristallo. La cosa che però la affascinava maggiormente non era tanto l’edificio in sé, ma i piccoli impiegati che lì vi lavoravano: i folletti. Aveva letto di loro sui libri di Draco e l’uomo le aveva detto che erano creature molto intelligenti e scaltre delle quali, proprio per questo motivo, era meglio diffidare. A lei sembravano semplicemente buffi.

“Buongiorno. Le signore desiderano?” Uno dei folletti si sporse dall’alto bancone dietro il quale era seduto, guardando le due donne.

“Vorremmo accedere alle nostre camere blindate ovviamente, sono Narcissa Malfoy.” La donna guardò altezzosa la creatura che le stava di fronte.

“E la signorina che l’accompagna?” Il folletto spostò i suoi piccoli occhi su Sofia, che si sentì un po’ a disagio.

“Che ne dici se te lo spiego mentre ci avviamo verso le nostre camere blindate? Non sono una donna paziente, come ben sai.” Narcissa posò le due chiavi dorate sotto il naso del folletto. “Allora?”

Il folletto rimase impassibile ed esaminò quanto gli aveva dato la donna. “Da questa parte, prego.”

Le montagne russe erano di certo una barzelletta rispetto a quello che si ritrovò ad affrontare Sofia: mai, nemmeno nei suoi sogni più fantasiosi, avrebbe potuto immaginare una banca organizzata in quel modo.
Si fermarono prima alla camera blindata dei Malfoy e poi, numerose curve dopo, arrivarono di fronte a quella che doveva essere la sua.
Scese dal vagone, il cuore le batteva fortissimo, non sapeva nemmeno lei cosa aspettarsi: il folletto che l’aveva accompagnate inserì la chiave dorata, che un tempo per Sofia era stata semplicemente una collanina con la propria iniziale, e poi toccò la pesante porta; si sentì un interminabile rumore di ingranaggi e finalmente la camera blindata si aprì.
Sofia si ritrovò di fronte numerosi gruzzoli di strane monete dorate: entrò timorosa, guardandosi intorno, c’era anche qualche gioiello, ma quello che attirò la sua attenzione fu una scatola di cartone con dentro delle cartelline, una boccetta con uno strano liquido e quello che sembrava un album di fotografie.
L’istinto le suggerì che era quello che stava cercando.
 
Quando uscirono alla luce del sole, Sofia si sentì un po’ stordita, aveva fatto fin troppa esperienza del mondo magico per quella giornata. Narcissa aveva infilato la scatola con tutto il contenuto nella sua borsa, sotto gli occhi di una meravigliata Sofia, alla quale aveva spiegato i prodigi dell’incantesimo estensibile. La donna le porse il braccio, pronta a smaterializzarsi con lei, quando si sentì chiamare da una voce che conosceva fin troppo bene.

“Signora Malfoy, aspetti…” Una donna dal portamento elegante e fiero, decisamente bella, dai lunghi capelli scuri e gli occhi verdi, venne loro incontro.

Sofia ed Astoria si guardarono, le presentazioni non erano necessarie: nella mente di entrambe si delineò in maniera inequivocabile chi l’altra fosse ed entrambe rimasero sconcertate, perché non potevano essere più diverse, proprio come le due anime dell’uomo che amavano.

“Astoria come avrai intuito sono di fretta, quindi…” Narcissa sembrava seccata.

“In realtà speravo potessimo parlare.”

“Credo sia una questione tra te e mio figlio, perciò non capisco di cosa tu voglia parlare con me. Tra le altre cose ti faccio notare che sono in compagnia e siamo per strada, non mi sembra il momento più opportuno.” E così dicendo la donna prese saldamente Sofia sotto braccio. “Se ci vuoi scusare. Buona giornata.”

Gli occhi verdi di Astoria e quelli nocciola di Sofia ebbero il tempo di incrociarsi un’ultima volta, prima che quest’ultima si smaterializzasse con Narcissa.

Lunedì 27 gennaio, ore 19:02

Si ritrovavano in mano prove inutilizzabili: le carte presenti nella scatola si erano rivelate essere i documenti di nascita di Sofia, che attestavano la paternità dei suoi genitori e prove di ingenti trasferimenti di denaro, avvenuti durante la Prima Guerra Magica. I
l problema era che le persone tra le quali erano intercorsi erano sotto pseudonimi. Per sapere a chi appartenessero avrebbero dovuto far partire necessariamente un processo, che non si sarebbe mai aperto con quelle scarne evidenze.
La boccetta conteneva sì un ricordo, il quale però, a causa della cattiva conservazione, si era rovinato: si poteva vedere a malapena un giuramento infrangibile, stretto tra Micheal Serranti, probabilmente l’artefice dei pagamenti, ed una figura che doveva essere del Ministero, perché il patto verteva sul passaggio di informazioni certe che questa persona prometteva, in cambio di denaro appunto.
Purtroppo però le immagini erano molto confuse e non si udiva bene la conversazione.

La chiave continuava a rimanere la mente di Sofia, che si era fatta silenziosa da quando era rientrata con Narcissa; la ragazza era intenta a sfogliare l’album di fotografie che aveva trovato all’interno della camera blindata: c’erano foto dei suoi genitori da giovani, probabilmente ai tempi della scuola, del loro matrimonio e anche di loro tre, a Venezia. Tutte ovviamente si muovevano, i due le sorridevano o la salutavano, a seconda delle foto. Si ritrovò a tracciare i contorni dei loro visi e a pensare che la sua famiglia era stata un qualcosa di reale, nonostante i suoi pochi ricordi confusi.

Chiuse l’album e sospirò, un altro pensiero si era fatto prepotentemente strada nella sua mente, e riguardava la bellissima donna che aveva incontrato quella mattina. Non le era servito chiedere nulla, perché era chiaro che fosse la famosa Astoria.
Non avrebbe potuto immaginarla diversamente, era davvero perfetta per stare al fianco di un uomo come Draco.

Perfino quella “gita” nel mondo magico, che inizialmente l’aveva entusiasmata, ora le lasciava l’amaro in bocca: ancora una volta le era stato messo sotto il naso come il mondo nel quale era cresciuto Draco fosse totalmente diverso dal suo, c’erano così tante cose che faticava a capire ed anche solo ad immaginare, cose che per lui erano normalità da quando era venuto al mondo.
Come avrebbero fatto a far combaciare tutto questo?

Senza contare che non riusciva a fare nessun progresso con quello che doveva essere il suo potenziale magico, nonostante le quotidiane esercitazioni con il professor Silente che pazientemente l’assisteva.
Era bloccata dai ricordi che faticava a sollecitare e che erano indispensabili, ora più che mai.

Si alzò esasperata, aveva bisogno di Draco, di averlo vicino e di sentirlo dire che sarebbe andato tutto bene. Cominciava a farsi tardi e non era ancora arrivato, strano.
Improvvisamente le si materializzò una figura di fronte: era sì una Malfoy, ma non quella che si aspettava di vedere. Narcissa, i lineamenti tesi, gli occhi che sembravano spuntare scintille per quanto erano agitati.

“Hanno arrestato Draco.”
 
   
 
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