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Autore: 404    29/04/2020    3 recensioni
Due tipi di ragazze frequentano i calciatori, quelle che vedono il ragazzo dietro la divisa, quelle che vedono il calciatore. A lui era toccata la ragazza che vede lo stereotipo del calciatore…
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider, Taro Misaki/Tom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. POSSENHOFEN
 
Capodanno era arrivato in fretta. Come Ivy aveva previsto, Karl aveva presentato Laura come la ragazza con la quale stava uscendo. Per la precisione aveva detto “Lei è Laura la mia” e senza fare alcuna pausa si era affrettato a correggersi “la ragazza con cui…”
 
Dopo la conferma di Tom e il no di Holly, il tranquillo capodanno ad Amburgo, era diventato il tranquillo capodanno a una trentina di chilometri da Monaco. Nonostante non avessero avuto modo di conoscersi e di parlarsi, proprio Tom e Laura avevano dimostrato ai rispettivi tramiti una certa sintonia sul dove sarebbe stato carino andare e fermarsi pure qualche giorno, Possenhofen.
Per Karl non aveva molto senso, vista la distanza potevano dormire lì solo quella notte e poi a Monaco aveva casa libera, i suoi e la sorella erano andati ad Amburgo. Laura però trovava più comodo fermarsi e poi il suo intuito le diceva di non piacere al padre di lui, quindi a dormire là non ci pensava minimamente.
 
Nel pomeriggio decisero semplicemente di fare un giro nella zona del lago, dov’era situato il loro alberghetto molto caratteristico.
“E così sei la ragazza di Benjamin Price” Laura e Ivy stavano camminando a qualche metro dagli altri “Non avevo idea che fosse impegnato, è una cosa recente?”
“Qualche mese, ma ci sconoscevamo già da un po’”
“Sono sorpresa, non siete mai finiti su giornali o qualche sito di gossip”
“Fattore C!” Ivy rise “Quello che a te e Karl è mancato a Berlino”
“Quindi hai visto anche tu le nostre foto” Laura sospirò, per poi prendere tempo sistemandosi la sciarpa. In fondo si erano appena conosciute, ma istintivamente la trovava simpatica e la metteva a suo agio, così iniziò a spiegarle “Stavamo solo facendo colazione insieme nell’albergo dove entrambi alloggiavamo. Ero là per una conferenza e avevo aggiunto qualche giorno per vedere la città. Karl era a trovare degli amici e nel pomeriggio sarebbe ripartito, così stavamo parlando di...noi. A rate, viste le interruzioni, fra alcuni tifosi che lo avevano riconosciuto e qualche ragazza attirata dal tizio famoso. Poi è arrivato pure il mio ex e qualcuno ci ha fatto quelle foto che sono girate su internet, non ce n’eravamo nemmeno accorti.” Sospirò ancora “Da qualche parte hanno ipotizzato una tresca…che il famoso calciatore se la faceva con una impegnata e che il suo ragazzo li aveva beccati...sono mesi che non stiamo più insieme!”
Ivy le sorrise “Almeno in nessuna delle foto ti si vede in faccia”
Laura guardò davanti a sé “Loro comunque mi hanno riconosciuta” poco più avanti due compagni e una compagna d’università, che si erano uniti per capodanno, stavano tranquillamente chiacchierando con Tom “Solo loro, ma sono amici. Pensa che una compagna di facoltà ha fatto tutta una serie di commenti sulla misteriosa ragazzetta che si era imboscata in hotel con Karl Heinz Schneider!”
“Pensa che…” riprese Ivy ancora con un ampio sorriso “…quando io e Benji ci siamo messi insieme, due ragazze che abitano nel nostro stesso condominio hanno esultato con un finalmente. Mio fratello lo ha guardato e -sei sicuro di volerti prendere questa rogna?- Hermann invece ci ha messo un mese per crederci.”
“È Hermann quello che sarebbe dovuto venire con una ragazza, non Tom giusto?”
“Sì. Ma ti assicuro che con la sostituzione ci è andata di lusso” Ivy si riferiva a Pepe, ex compagno di squadra di Holly in Brasile, e da quella stagione tesserato dell’Amburgo “Come avevi detto prima?! Ragazza attirata dal tizio famoso: questo ci saremmo ritrovate. Ok, ammetto che ne ho pure conosciute di simpatiche alla ricerca della bella favola, ma non lei. Sembrava che Hermann avesse capito che lo stava usando, già quando Karl è venuto ad Amburgo l’ultima volta, invece lo ha nuovamente intortato, ma poi ci ha sbattuto nuovamente il muso... Ah ma evita il discorso, non solo con Hermann, anche con Pepe, quei due partirebbero a parlarne per ore. Sai, Pepe invece aveva una ragazza a casa, in Brasile intendo, che era interessata ai soldi che guadagna un calciatore. Ci è rimasto molto male. Che c’è?”
“Pensavo solo che…non è un buon periodo per le relazioni dei calciatori brasiliani, so che Rivaul, la stella del Barcellona, si è lasciato con la sua fidanzata storica…una mia amica è una sua grandissima ammiratrice.”
 
Non era stato quello il suo primo pensiero, si era chiesta se il padre di Karl, pensava lo stesso di lei. Lo aveva incontrato solo una volta, brevemente.
Al suo ritorno a Monaco da Berlino si era detta di andarci piano con Karl, ma tutto invece era stato così naturale. Era andato a prenderla all’Università alcune volte. Lo aveva aspettato in prossimità del campo dall’allenamento. Erano usciti insieme. Qualche cena. Qualche spuntino. Un localino tutt’altro che mondano. Lunghe passeggiate. Messaggi e videochiamate quando lui era in trasferta. Parlavano di tutto e di niente. Non era male avere un ragazzo che lavorava spesso nei fine settimana, poteva concentrarsi sullo studio, riposare. Durante la settimana diventava più complicato, ma era tutta organizzazione. Avere un posto dove vedersi, tutto per loro, sarebbe stato più pratico, ma lei divideva un appartamentino con altri studenti, lui stava con la sua famiglia e non era una cosa fra liceali, qualunque cosa fosse.
In poco tempo avevano consolidato una loro routine, ma senza che la loro vita fosse prevedibile o monotona. Facevano colazione insieme due volte a settimana vicino all’Università. Dopo i pettegolezzi causati dalle foto, quando la raggiungeva cercava di farlo con una certa discrezione. I suoi coinquilini le piacevano, ma li conosceva dalla settimana prima che iniziassero i corsi, era meglio essere cauti. Solitamente lei studiava e lui o leggeva o ascoltava qualche audio delle sue lezioni di lingue. Le prima volte si infastidiva quando la distraeva, finché aveva capito che lo faceva solo nei momenti in cui aveva davvero bisogno di un break.
Laura aveva finito col constatare che l’unico stereotipo del calciatore ricco e famoso in lui, risiedeva nella sua auto. Ma in fondo era una cosa da qualunque ragazzo che se la potesse permettere. E Karl aveva constatato che su quello, Laura, ci poteva tranquillamente passare sopra, le piacevano le auto.
Si era sorpresa di scoprire che lui aveva una libreria preferita e si era innervosita per il modo in cui flirtava con la commessa, per poi scoprire che non aveva fatto nulla del genere, ma che erano amici da molto tempo e l’aveva portata lì per farle conoscere. Karl aveva gongolato, finché era venuto fuori che le due ragazze avevano una passione comune, i mercatini di Natale, accordandosi per andarci tutti e tre, senza chiedere la sua opinione.
Un pomeriggio erano andati a casa di lui. La sorella era a studiare a casa di una compagna, la madre ad Amburgo, mentre il padre a una riunione. Si era trattenuta più del dovuto, avevano vagliato insieme alcune facoltà universitarie e poi c’era stato il sesso. Lui l’aveva rassicurata, non avrebbe fatto tardi, l’avrebbe accompagnata in auto. Così si era trattenuta ancora un po’. Quando erano andati alla vettura aveva insistito per guidare lei. Le prime volte si era trattenuta, poi Karl aveva trovato varie scuse, fra traffico e parcheggi complicati, non immaginando che in realtà se la cavava meglio di lui. Quel giorno però, come coi mercatini di Natale, non gli aveva dato possibilità di dire no, ma mentre stava aprendo la portiera eccolo, Rudi Frank Schneider. L’aveva squadrata in un modo che non le era affatto piaciuto. Non che le avesse detto qualcosa in particolare, non che fosse stato scortese, eppure…
 
“Tutto bene?” la voce di Ivy la riportò alla realtà.
“Sì, certo. Tu hai conosciuto i genitori di Benji?”
“Sì e no!” le sorrise “Tecnicamente la risposta e sì, ma non alla domanda che mi hai fatto!”
“Che?”
Ivy rise “Tu volevi sapere se come ragazza di Benji ho conosciuto i suoi, ed è no. Ma li ho conosciuti…prima che ci mettessimo insieme. Abitiamo nello stesso condominio. Però non so se adesso lo sanno. Sei preoccupata all’idea di incontrare la famiglia di Karl? Non ne hai motivo, sulla carta sei la ragazza perfetta per suo padre”
Laura la guardò con sorpresa, cosa che non sfuggì a Ivy, ma non le servì chiedere spiegazione.
“L’ho visto una volta e…”
 
Laura stava finendo di prepararsi per andare a cena. Avevano prenotato in un ristornate vicino all’Hotel, con menù alla carta per non essere impegnati in un infinito cenone e poi decidere, se rimanere lì oppure uscire.
“Mi sembri pensierosa” Karl si stava abbottonando la camicia “Non ti piace la compagnia?”
“Oh no, i tuoi amici mi sono simpatici. Ivy mi sembra una ragazza molto dolce, non la pazza squinternata che mi avevi descritto! Poi con Tom ho fatto un programmino per dopodomani niente male e i miei amici hanno deciso di tornare per fare il giro con noi.”
“Come potevamo fare noi invece di fermaci qui anche domani notte.”
Laura lo guardò malissimo “Nessuno ti ha obbligato a stare qui!”
“Oh non ricominciare. Mi piace stare con te in Hotel, solo che potevamo approfittarne per goderci casa mia, tutto qui.”
“Casa dei tuoi! E poi…a tuo padre non piaccio, quindi non ci sto là.”
 “Ah è questo il problema allora!”
“Non ti stai affrettando a negare.”
“Oh ti prego, sembra una frase uscita da una soap.”
“Ah sì? Sai questo cosa significa?! Che tu guardi le soap! Oh Santo Cielo!” Laura si mise a ridere “Tu le guardi davvero!”
“No io…sei pronta? Possiamo andare?”
Laura lo squadrò in maniera vistosa “Prima di preoccuparti se sono io a essere pronta o meno, non dovresti finire di prepararti tu? E poi è ancora presto”
Karl sorrise come un ragazzino sorpreso a fare qualche marachella. Poi quel sorriso mutò in qualcosa di ancor meno innocente “Visto che è presto…” e le accarezzò i capelli
“Non così presto!” gli mostrò la lingua “Non abbiamo tempo per quello che hai in mente!”
“Neanche una cosina veloce come…”
Laura avvertì calore. Non poteva credere che era bastato così poco, per farle venire una gran voglia di rendere vana tutta la preparazione per la serata. A fatica, ma riuscendo a non darlo a vedere, mantenne il controllo. Si infilò gli occhiali, classico segnale che…non c’era trippa per gatti, come diceva lei.
 
La cena si era presentata fin da subito allegra e rilassata. I calciatori avevano fatto qualche foto col alcuni del personale del ristorante e con qualche altro cliente, ma tutto in maniera non invadente.
Laura fissava Ivy e Benji. Erano una bella coppia, in tutti i sensi. Affiatati, si punzecchiavano, avevano una certa intesa, un feeling negli sguardi e nel linguaggio del corpo e belli da vedere insieme. Eppure, non avevano così tante cose in comune, alcune, ma erano anche molto diversi e tutto l’insieme faceva sì che si incastrassero bene, non facendoli scontrare oltre il limite.
Si chiese come apparissero lei e Karl. Aveva più cose in comune con Tom, ma forse sarebbe stato un rapporto troppo idilliaco con uno come lui.
 
In tutto il tempo con Karl erano apparsi vari dubbi che, incredibilmente, proprio Ivy senza saperlo le aveva portato un minimo di chiarezza. Quando era sesso e conoscenza andava tutto bene, quando aveva iniziato pian piano ad avere un vero rapporto, non aveva potuto fare a meno di chiedersi se un vero futuro fosse possibile.
Avevano gusti molti diversi, obiettivi diversi. Ma perseguivano ciò che volevano nello stesso modo. Impegno, dedizione, fatica, tenacia. Karl non aveva le idee chiare per l’università, cosa che inizialmente aveva visto come una cosa negativa, invece le aveva mostrato altro di lui, un ragazzo che non era disposto a fare qualcosa tanto per farla o accontentare qualcuno. Il suo prendersi tempo non era stata una scusa, ma un modo per affrontare con serietà una cosa importante. Era stata colpita dal modo in cui si impegnava nello studio delle lingue, non era solo per tenere buono il padre, in parte sì, ma aveva preso la cosa come un’occasione da non sprecare.
 
“Ci sono molti piatti con pesci di lago, dicono che qui sono ottimi, sono la specialità del locale” Benji era stato il primo ad aprire il menù.
“Ma è ottima anche la carne, ho letto varie recensioni…” Karl sorrise a Laura “…hai molte alternative.”
La cosa la fece sorridere. Karl era molto attento. Le prime volte che erano usciti insieme, aveva quasi pensato che fosse solo perché erano agli inizi, invece era proprio così. 
“Non sei un’amante del pesce?” Ivy le era seduta proprio di fronte.
“No, non mi piace. Tu hai deciso che prendere? Non mi so decidere.”
“Dipende da che prende Benji, sai se non arriva in fondo glielo finisco io.”
Laura spalancò gli occhi “È così che funziona?”
“No…” Benji lanciò uno sguardo alla sua ragazza “…si fionda sul mio piatto prima.”
“Non fare quella faccia…” Karl le mise la mano sulla spalla “…a me tocca ordinare un dolce alla crema perché a te fanno gola, ma se vai oltre due o tre assaggi ti nauseano.”
“Ehi tu comunque più di metà non potresti per la dieta del calciatore!”
“Aspetta, aspetta, aspetta!” Hermann aveva immediatamente alzato le antenne “Quindi metà dolce alla crema la possiamo mangiare?”
“In realtà no. Uno sgarro ogni tanto o qualche volta al mattino ancora, ancora…”
“Benji non rovinarmi l’illusione!”
 
“Laura, adesso che ho avuto modo di conoscerti bene…”
“Bene? Dopo un pomeriggio in cui avete pure parlato poco…”
“Schneider questi non sono fatti tuoi!” Hermann probabilmente non se ne rendeva conto, ma in determinate circostanze non usava il solito Karl. Quando giocavano insieme e la partita diventava seria, oppure quando, fuori dal campo, stava per colpire. Cosa che, invece, gli amici avevano ben capito “Dicevo, Laura, cara mia aspirante nuova migliore amica…cosa ha fatto il nostro Karl Heinz, quando lo hai conosciuto, per farti pensare che era un perfetto coglione?”
“Che?” Tom aveva spalancato gli occhi divertito.
“Scommetto che ha fatto il piacione!” Ivy rise
“Allora Laura…” provò a incalzarla
“Be’, Hermann, se ti ricordi che facoltà frequento te lo dico”
“Biotecnologie mediche!”
Tutti si misero a fissarlo
“Che c’è?” Hermann sorrise beffardo.
 
Biotecnologie mediche era esatto. Laura non se lo aspettava. Karl invece finiva sempre col dire, semplicemente, biologia. Con pure uno sguardo mezzo colpevole per non ricordare la dicitura esatta. Sempre più vicino degli strafalcioni delle prime volte. Termini con assonanza simile, ma lontane da ciò che faceva.
Era chiaro che non erano argomenti che suscitavano il suo interesse, così ogni volta che aveva una lezione in laboratorio che la entusiasmava, Laura faceva il possibile per evitare di annoiare Karl. Eppure lui insisteva sul farsi raccontare la giornata, neanche se lo sentisse, e forse era così, lui si accorgeva sembra quando era molto elettrizzata. Eppure non si frequentavano da così tanto tempo. Forse non avrebbe mai condiviso tutta quella passione per provette, vetrini, batteri, microscopio. Era stato divertente vederlo in difficoltà nel non riuscire a pronunciare cirofluorimetro, non appena sentito, ma dopo un po’ “Che apparecchiatura ti ho detto di aver usato?”
“Ehm…”
Era capitato poi di vedere qualche partita insieme alla tv e lui aveva sperato di fare un po’ il galletto, ma era cascato male, Laura se ne intendeva, eccome. A tattiche, moduli e strategie forse anche più di molti allenatori o cronisti, riuscendo ad analizzare gli errori commessi.
Lei però si era ben presto resa conto di averlo sottovalutato anche nell’aspetto culturale. Non aveva finito il liceo per il rotto della cuffia, ma con una votazione alta. Era bravo in molte cose, aveva anche lui una mente analitica, buona memoria e la capacità di fare sovrapposizioni storiche e letterali, inserendo tutto nel giusto contesto.
Era quindi strano che quelle due parole, biotecnologie mediche, proprio non gli entrassero in testa. Laura ci avrebbe messo un po’ per capire, che in realtà adorava quando lei faceva quel mezzo broncio, ma era ancora presto. 
 
Si era sorpresa quindi della perfetta uscita di Hermann, che per tutto il pomeriggio sembrava più interessato a contendersi con Pepe le attenzioni della sua compagna d’università.
“Ok…” rise ancora Hermann “…me lo aveva giusto ripetuto lei adesso” e ovviamente si riferiva proprio alla sua amica, che tra l’altro frequentava tutt’altra facoltà.
“Io sarei più interessata a cosa l’ha fatta ricredere” la non velata malizia di Ivy fece apparire un sorrisetto troppo gongolante in Karl, tanto che Laura non riuscì a evitare di fulminarlo con lo sguardo.
“Ah ma che mi stupisco a fare?!”  Laura guardò Ivy “Cosa mi potrei mai aspettare da uno che quando corre sembra un super-saiyan!”
All’improvviso il silenzio assoluto.
“Ecco cosa mi ricordava!” rotto poi dalla frase di Ivy e la successiva fragorosa risata di Hermann.
“Che sarebbero i super-saiyan?” Karl non era l’unico a non averne idea, pure Benji, Pepe e uno dei compagni d’università avevano aggrottato la fronte.
“Ma che…vivete in una grotta?” Ivy fissò il suo ragazzo “Quando torniamo ad Amburgo ci penso io a farti fare un’adeguata cultura.”
 
Durante il resto della cena erano finiti col parlare di vari argomenti, i racconti degli aneddoti più assurdi e disparati erano stato oggetto di grande ilarità. Ma niente era riuscito a superare Super-Saiyan. Ci era andato vicino forse il racconto di Pepe su una ragazza che in Brasile, aveva puntato Holly e si era introdotta a un ritiro, finendo però nella camera sbagliata.
“Capitano queste cose ai ritiri?” Laura si era messa a fissare Karl molto infastidita “E magari tu ne approfitti pure!”
“Ma no io…” e poi la ragazza era scoppiata a ridere. Prima della notte a Berlino probabilmente non avrebbe avuto alcun dubbio, ma questo era prima, prima di loro due!
 
Si erano tutti divertiti a cena ed erano usciti prima di mezzanotte per vedere i fuochi d’artificio sul lago. Due passi, qualche chiacchiera ancora e poi a letto.
Il mattino seguente si erano alzati tardi e avevano salutato gli amici di Laura di ritorno a Monaco, sapendo che li avrebbero rivisti il giorno seguente, per visitare insieme il Castello e quella zona.
Laura ci teneva particolarmente essendo molto affascinata dalla storia che lo riguardava, ma non avendo mai avuto occasione in precedenza.
Poi in serata avrebbero messo fine a quella piccola fuga fuori città. Sarebbero tutti andati a Monaco, chi in città, chi all’aeroporto.
 
[SUPER-SAIYAN- Quando Laura dice a Karl che quando corre sembra un Super-Saiyan si riferisce al famoso anime giapponese “Dragon Ball” in alcuni personaggi, durante i combattimenti si “trasformano”, i capelli si alzano in verticale diventando biondi.
IL CASTELLO- Il castello che da cui è affascinata Laura è una proprietà privata non visitabile, ma si può vedere esternamente passeggiando nel vicino boschetto. Costruito nel 1536, distrutto durante la guerra dei trent’anni e poi ricostruito. Ha avuto vari proprietari tra cui Massimiliano duca di Baviera, padre di Elisabetta d’Austria, meglio nota come Sissi, e di Maria Sofia di Baviera moglie dell’ultimo re di Napoli.]
  
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