Oscillo il calice.
Il liquido arancione
scorre sul vetro, creando diverse onde.
Mi porto il bicchiere
alle labbra.
Un sapore dolce mi
invade la bocca, per poi sentire quel leggero pizzicore sulle lingua.
Guardo il paesaggio,
comodamente seduta sul muretto del mio balcone.
Chiudo gli occhi per
qualche secondo, il tempo di un altro sorso.
Li riapro e guardo l’orizzonte.
Mi manchi.
E' l'unico pensiero che
mi invade la testa.
Vorrei urlare, gridare a
tutti che vorrei che fossi qui.
Con me.
Un altro sorso.
Domani sono due anni e
mezzo che te ne sei andata.
Già.
Solo.
Non riesco neanche io a
dare una definizione al tempo trascorso senza di te.
Ci sono giorni in cui mi
sembra che fosse ieri, quando abbiamo bevuto il nostro ultimo prosecco assieme.
Altri, invece, mi sembra
passata una vita.
In questi anni sono
cambiate tante cose e ne sono successe altrettante.
Io sono cambiata e ho
dovuto affrontare tutto da sola.
Avrei avuto bisogno di
te.
Ho bisogno di te.
Un altro sorso.
Sorrido contro il vetro
del bicchiere, prima di allontanarlo definitivamente dalle mie labbra.
Cosa sarebbe successo se
tu fossi stata qui?
Cosa sarei io adesso se
tu fossi stata accanto a me?
Non lo so.
Non riesco a immaginarmi
questi due anni con te.
Mi viene da ridere.
Trattengo a stento una
risata, riappoggiando le labbra al bicchiere.
Bevo un altro sorso.
Non riesco a capire bene
quanto io sia cambiata in questo periodo.
Ma so di esserlo.
La tua scomparsa mi ha
fatta crescere, ancora di più di quello che io già non fossi.
I primi tempi ero divisa
in due.
Vivere come gli altri si
aspettavano oppure essere libera.
Altro sorso.
Scelsi la libertà.
Alcol, sesso e una
relazione che mi faceva stare bene.
Ma questo solo in
apparenza.
Dentro ero sempre alla
ricerca di qualsiasi cosa che mi facesse sentire viva.
Il tuo ricordo era
sempre li, piantato nella mia testa.
Davanti agli occhi.
Mi stringeva il cuore,
così forte da farmi versare milioni di lacrime.
Ho trascorso molte notte
a piangere.
Forse troppe.
Riappoggio il bicchiere
sulle labbra, senza distogliere lo sguardo dal nulla.
Il dolce liquido non
giunge più alla mia bocca.
Appoggio il calice sul
muretto.
Perchè non sei qui a
bere con me?
Come ti era passata per
la testa l'idea di lasciarmi da sola?
Pensavi che io sapessi
cavarmela da sola?
Mi hai sempre
sopravalutata.
Io non sono in grado di
sopportare questo peso sul petto.
Posso fingere.
Devo fingere.
Per me stessa e per i
nonni.
Lo promisi a loro.
O per lo meno, glielo
feci capire quando decisi di vivere in questa casa da sola.
Anzi, mi correggo.
Con Pepa.
Chiudo gli occhi e appoggio
la testa alla parete.
Mi hai lasciato anche il
tuo cane.
Dovevi proprio fidarti
di me, vero?
Le mie labbra stendono
in un piccolo sorriso.
Come padrona faccio
schifo, eri meglio tu.
Io mi limito a tenerla
in vita e a giocarci ogni tanto.
E' più lei che si prende
cura di me.
Sai che quando la guardo
mi vieni in mente?
Sospiro.
Mi passo una passo tra i
ricci, in cerca di un appiglio.
I ricordi fanno troppo
male.
E' ora di tornare alla
vita.
Domani non verrò a
trovarti.
Non lo faccio mai.
Sicuramente ci saranno i
nonni e forse la zia.
Mi alzo e stiracchio le
gambe, che si sono intorpidite per la scomoda posizione.
Prima di afferrare il
calice, alzo lo sguardo verso il cielo.