Coppia:
Draco Malfoy/Luna Lovegood
Prompt: Amarla esigeva coraggio, ma lui è sempre
stato un codardo.
“Che
intenzioni hai, Lovegood?”
domanda, lo sguardo ostentatamente fisso su istruzioni che finge solo
di
leggere.
“Non
hai sentito?” replica
lei, una nota strana –
stupore? –
nella voce. “Dobbiamo lavorare a
coppie.”
Lo
sta prendendo in giro –
Draco indaga i suoi occhi ma vi legge solo sincerità.
No,
è costretto ad ammettere
tra sé – è seria.
Darebbe
tutto per vederla accostarsi nuovamente a lui.
Da
quel giorno Luna siede
sempre al suo tavolo durante Pozioni. Spesso mentre preparano gli
ingredienti
fa commenti curiosi sulle varie creature di cui utilizzano artigli,
ciuffi di
pelo e zanne – gli si rivolge come se fossero amici.
Draco
resta quasi sempre in
silenzio, ogni tanto dà un cenno d’assenso.
Vorrebbe
ascoltarla parlare di mooncalf che danzano e di nargilli nel vischio.
La
tensione nella sala da
pranzo è palpabile, ma né sua madre né
suo padre esplicitano il loro disappunto
nel sentire che lui e Pansy si sono lasciati.
“Sono
certa che troverai
un’altra ragazza degna di te, Draco” conclude sua
madre dopo un silenzio di cui
non saprebbe indicare la durata. “La maggiore dei Greengrass,
Daphne…”
Draco
smette di ascoltare, mantiene
lo sguardo sul piatto. Sa quali requisiti hanno in mente: nemmeno la
guerra li
ha portati a rinnegare le loro convinzioni.
Per
lui è diverso, ma gli
manca il coraggio di dichiararlo.
Secondo
Luna, Villa Malfoy è piena di gorgosprizzi. Forse ha ragione.
“Non
mi inviterai alla festa
di Lumacorno.”
Luna
sorride triste – la sua
non è una domanda.
“È
solo una stupida cena,
non ha importanza…”
Lei
scuote la testa. “Non è
un problema. Ma non mentire, attirerai i Jarvil.”
Non cerca di fermarla quando gli volta le spalle. Vigliacco.
La
vede accanto al tavolo dei dolci, scherza con Scamander. Non guarda
verso di
lui.
“Astoria
è carina.”
Lascia
cadere l’alchemilla.
“Astoria
Greengrass. Ha due
anni meno di te.”
“Perché
mi parli di
Astoria?” chiede, ignorando l’occhiata dubbiosa
rivoltagli dal professore.
“Non
crede nella purezza del
sangue, ma è di una famiglia importante. Ai tuoi genitori
piacerebbe,
probabilmente.”
Draco
la fissa a bocca
aperta, incapace di ribattere.
S’incrociano
in mezzo alla sala. Luna gli sorride, lui si sente morire.
“Tieni.”
Abbassa
lo sguardo: Luna gli
sta porgendo un ciondolo. L’osserva, confuso.
“Cos’è?”
“Un
artiglio di Kneazle”
risponde lei, sollevandolo per farglielo indossare. Draco non si oppone
al
gesto, ma tiene lo sguardo puntato su Luna e non sul dono.
L’anno
è finito, a momenti
saliranno sul treno – ognuno nel suo scompartimento, Astoria
lo attende – e le
loro vite prenderanno definitivamente svolte diverse.
“Addio,
Draco” lo saluta
lei, rivolgendogli il sorriso storto che ha
imparato ad amare. Se
l’aspettava: ha imparato a conoscere
l’onestà disarmante di Luna, sapeva che
non avrebbe finto che la loro relazione sarebbe continuata fuori da
Hogwarts. Sa
che non cercherà di forzarlo verso qualcosa di cui non
è convinto – non gli
chiederà di opporsi alla sua famiglia.
“Addio,
Luna” riesce solo a
mormorare, quando lei è già sul treno.
Amarla esigeva coraggio, ma lui è sempre stato un codardo.
NdA
Lo Kneazle
è un piccolo
felino con “l'inquietante abilità di riconoscere i
tipi molesti o sospetti e si
può contare sul fatto che guidi il suo padrone a casa se i
due si smarriscono,
infatti ha un eccezionale senso dell'orientamento”.
Tra le citazioni
di
Rosmary
più di una mi gridava “Draco” oppure
“Luna”, ma questa in particolare mi ha parlato
subito di loro due. Draco è un vigliacco e su questo non ci
piove – in genere
scrivendo di loro vado per un lieto fine almeno sottinteso, mi
è
dispiaciuto doverli spezzare stavolta. È giusto
così, però, soprattutto vista
la citazione.
Trattandosi
di una flash non ho potuto davvero mostrare perché Luna
e Draco, a mio parere, funzionino: il punto fondamentale è
che
Luna non ha pregiudizi, lo accetta così com'è con
tutte
le sue paure.