Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: JessicaBuriola    03/05/2020    1 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mercoledì 26 febbraio, ore 20:22

Erano passate circa due settimane dall’inizio del processo e sembrava non stesse andando così male, tralasciando il fatto che non sapessero a chi rivolgere le proprie accuse, oltre che contro il defunto Michael Serranti.
Prevalentemente avevano ascoltato Draco, essendo il sospettato principale, il quale in sostanza aveva raccontato quella che era la loro storia; poi avevano sentito Blaise e Theodore, come testimoni dei fatti accaduti quella notte ed infine il professor Silente, il quale era stato una voce autorevole, davvero fondamentale per la credibilità della questione, soprattutto per quanto riguardava lo stato di obscuriale di Sofia: aveva cercato di tranquillizzare i timori di tutti sulla sua pericolosità, parlando di come la ragazza, se accuratamente seguita, migliorasse giorno dopo giorno.

Sofia non aveva ancora messo piedi in aula perché tutti, a differenza sua, erano convenuti sul fatto che fosse la cosa migliore per preservare la sua sicurezza e la sua privacy, considerando che i giornali non parlavano d’altro che non fosse il processo.
Però sapeva per certo che una donna si era sempre recata in aula, non perdendo nemmeno un’udienza: Astoria Greengrass.
Aveva visto una foto di lei e Draco in un giornale, dove veniva elogiata la forza d’animo della donna.

Ovviamente il primo istinto era stato quello di buttare tutto nel fuoco, ma un attimo dopo era subentrato un pensiero differente. Guardando quell’immagine dove i due conversavano, probabilmente durante una pausa, era giunta alla conclusione che fossero davvero belli da vedere insieme, così eleganti e posati, imperscrutabili, una coppia da copertina. Forse avrebbe dovuto semplicemente abituarsi all’idea che chiunque avrebbe immaginato una donna come Astoria accanto a Draco e non una come lei, perché risultava più naturale, più giusto.
Sospirò.

Lunedì sarebbe toccato a lei, ormai era arrivato il tanto temuto momento. In quelle settimane aveva provato a lavorare con Narcissa e questo l’aveva stancata molto: la donna stava cercando di penetrare i suoi ricordi più profondi e questo le portava via, oltre che l’energia, anche la pazienza e la lucidità, portandola a discutere continuamente con Draco, anche lui stressatissimo dal processo e dalla costante preoccupazione nei suoi confronti. Quasi non si parlavano più. Di sicuro non ridevano più come erano soliti fare un tempo.
Sospirò di nuovo.

“Cosa sono tutti questi sospiri, a cosa pensi? Non fa un po’ troppo freddo qui fuori?” Theodore le si accostò, poggiandosi alla ringhiera della terrazza.

“Se non vuoi incupirti è meglio che non ti dica a cosa sto pensando.” Accennò appena un sorriso. “In realtà sono uscita perché non ne posso più di sentir parlare del processo, soprattutto dato che a breve sarà il mio turno.”

Oramai il Manor era diventato una specie di quartier generale, si ritrovavano tutti lì, per stare insieme, condividere opinioni, farsi coraggio e rimanere uniti. Nell’aria alleggiava il timore che quella persona sconosciuta, che stava rovinando loro la vita, stesse continuando a muovere i propri fili e che presto o tardi li avrebbe tirati.

“Sofi, credi ai miracoli?” La ragazza lo guardò un po’ perplessa. “Lo so, lo so, sembra un argomento da visionari, ma io ho cominciato piano piano a crederci, inizialmente per il fatto che io, Draco e Blaise siamo usciti vivi dalla guerra, insieme e dal lato giusto. Non lo avrei mai dato per scontato… Ho visto morire troppe persone quella notte.” L’uomo fece una pausa, la mente lontana, immersa in ricordi di anni passati. “Però, sai, ci credo ancor di più da quando ti conosco…” Le sorrise. “Probabilmente è stupido, ma ho questa sensazione profonda ed incrollabile che andrà tutto bene, non saprei spiegarti perché, ma è così.”

“Non è che per caso puoi farmi una trasfusione di questa magica sensazione? Ne avrei decisamente bisogno…” Gli fece un altro piccolo sorriso.

“Mi ha preso forse per un vile spacciatore, signorina?” La guardò scandalizzato, facendola finalmente ridere.

“Che scemo…” Questa volta gli regalò un sorriso pieno, che quasi subito lasciò il suo viso. “Sai vorrei davvero che fosse come dici tu, ma mi sembra solo di portare distruzione, di stravolgere le vite di tutti, e non so, le persone muoiono, mentono, ci sono processi e siamo tutti in pericolo, mi sento tutt’altro che un miracolo… Io…”
Si ritrovò a piangere ed imbarazzata cercò di asciugare le lacrime con le mani, si sentiva incredibilmente stupida e debole.

“Ehi, Sofi… Non dire assolutamente queste cose, vieni qui.”

Theodore senza indugiare l’abbracciò, stringendola delicatamente e lei si ritrovò a piangere tutte le lacrime accumulate in quelle settimana, tra le sue braccia.
 
Draco si chiedeva che fine avesse fatto Sofia, ormai era uscita da un po’, avrebbe finito per congelarsi in terrazza. Si alzò dal tavolo, dirigendosi verso il salotto in penombra, totalmente impreparato alla scena che si trovò di fronte: sì, Sofia si trovava ancora sul terrazzo, ma di certo non stava soffrendo il freddo, avvinghiata com’era a Theodore.

Serrò la mascella e un moto d’ira, misto a gelosia, gli salì direttamente dallo stomaco, strinse forte i pugni. Chiuse gli occhi e s’impose di calmarsi. Sapeva che Sofia aveva cominciato a parlare con Theodore, era stato proprio Draco a chiedergli di intervenire, perché aveva confessato all’amico che la ragazza si stava chiudendo sempre di più in sé stessa e che questo lo allarmava, ed era stato sempre Theodore a suggerire che forse il comportamento di Sofia dipendesse dal fatto che lei stessa non volesse preoccupare ulteriormente Draco.
Sospirò.

Si trovò a pensare che probabilmente uno come Theodore sarebbe stato migliore per Sofia: nessuna zona d’ombra, era trasparente, genuino, affidabile, empatico. Di fatti con Theodore, Sofia riusciva a parlare, mentre con lui no. Ma che gli prendeva? Era difficile per tutti, soprattutto per lei, e lui sapeva solo comportarsi da idiota geloso. Datti una calmata. Piuttosto, perché non sei capace di starle vicino come sta facendo lui?
Sospirò di nuovo.

Guardò nuovamente verso il terrazzo: Sofia lo aveva visto e stava venendo verso di lui. Proprio lui. Era lui che amava. L’ingiustificata ira di poco prima venne immediatamente sostituita dal bisogno di stringerla, di sentire il suo profumo e di baciarla, ovunque.

Il tempo di un attimo: urla dalla cucina, rumore di ceramiche rotte, Theodore che si para davanti a Sofia e schianta qualcuno alle spalle di Draco, Draco che sfodera prontamente la bacchetta e si volta, chi sono, quanti sono? Lampi di luce corrono per tutta la stanza, non volano fatture per ferire, ma per uccidere. Sofia terrorizzata si fa piccola, in un angolo, le braccia sopra la testa, come se le servisse a proteggersi.
Non vede più Draco, Theodore è parato di fronte a lei, impedendole la visuale. Theodore che cade, ricoperto di sangue, lei grida, ma nessuno la sente. Gli tocca il petto disperata, le mani coperte del sangue di lui, si leva il maglione, cerca di tamponarlo come può, ma non serve a niente. Urla, piange, inorridita.

“Non te ne andare, non te ne andare…” Gli tocca il viso, lo scuote, lui respira piano. “Ti prego…” Calde lacrime le rigano le guance, le spazza via con le mani, sporcandosi del suo sangue.

Poi la sente, quella scarica lungo la spina dorsale, il corpo vibra, sempre più forte, perché dovrebbe reprimerla questa volta?
E così si lascia andare, in fin dei conti è la sua natura: un turbine nero, incontrollabile.
Buio.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: JessicaBuriola