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Autore: JessicaBuriola    05/05/2020    1 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lunedì 02 marzo, ore 14:21

Sofia aveva passato l’intera mattinata seduta di fronte a tutto il Wizengamot riunito, rispondendo alle più svariate domande che le avevano posto sulla sua storia personale, su come avesse conosciuto Micheal Serranti e poi Draco e su tutti gli eventi avvenuti a Venezia; le avevano chiesto anche del lavoro che stava facendo per tenere sotto controllo il proprio potenziale magico, sotto la guida attenta di Albus Silente. Aveva risposto pazientemente, cercando frequentemente con lo sguardo il conforto di chi l’aveva accompagnata lì quel giorno: Narcissa, che le faceva cenni di incoraggiamento quasi impercettibili con il capo; Blaise che molto meno elegantemente alzava i pollici; il professor Silente che con sguardo sereno la incitava a proseguire; Theodore che le regalava sorrisi calorosi e Draco, che nemmeno per un attimo aveva staccato da lei quei suoi imperscrutabili occhi grigi.

Draco che l’aveva raggiunta nei bagni durante la pausa: era entrato quasi con prepotenza, ignorando le lamentele di una signora di mezza età intenta a lavarsi le mani. Aveva camminato con passo deciso verso di lei, che era rimasta a guardarlo senza reagire, e l’aveva stretta a sé, senza dire niente. Sofia aveva chiuso gli occhi, cercando di imprimere ulteriormente nella memoria il calore del suo corpo, il suo profumo, il battito del suo cuore. Poi lo aveva guardato e gli aveva sposato il solito ciuffo di capelli ribelli dalla fronte, accennando un piccolo sorriso: come sempre lui le aveva baciato la mano, con un sorriso che non aveva minimamente raggiunto il suo sguardo.

Narcissa prese posto accanto a lei, le posò appena una mano sulla spalla. Le due si guardarono e Sofia sentì una fiducia incrollabile pervaderla: ce l’avrebbero fatta.

“Ben ritrovati. Cominciamo con la parte più delicata di questo processo, che si svolgerà a porte chiuse e alla presenza di poche persone per ovvi motivi di sicurezza. Restano in aula: il sottoscritto, in quanto Primo Ministro, la signorina Hermione Granger, mia segretaria personale e redattrice degli atti del processo, la Presidente della Corte, la signora Mia Farrell, il Vice Presidente della corte, il signor Oliver O’ Brien, l’imputato Draco Malfoy, il professor Albus Silente ed alcuni auror, incaricati della sicurezza generale, la signora Narcissa Malfoy, in qualità di legilimens e la testimone, Sofia De Benedetti, nata Stevenson. All’attenzione della Corte vengono fornite le seguenti prove: un ricordo frammentario, già visionato, di un patto infrangibile stretto tra l’accusato della difesa, Micheal Serranti, e un non identificato membro del Ministero, vertente su uno scambio di informazioni in cambio di denaro; dei documenti comprovanti il legame di sangue tra la signorina De Benedetti e i coniugi Stevenson e dei documenti bancari che testimoniano ingenti trasferimenti di denaro, intercorse tra soggetti che stiamo cercando di identificare con la collaborazione del personale della Gringott. Abbiamo l’ausilio di un pensatoio che ci aiuterà nella visione dei ricordi della testimone. Quando le parti sono pronte, le invito a procedere.”

Sofia prese un lungo respiro e chiuse gli occhi. Narcissa fece altrettanto, per poi riaprirli e puntare la bacchetta verso la giovane, estremamente concentrata e determinata.

 
Sofia, il giorno della sua laurea, alza la tesi in segno di vittoria, zia Maria le mette la corona d’alloro in testa, si abbracciano in lacrime.

Sofia, sola in un angolo del cortile della scuola, guarda gli altri bambini rincorrersi per il cortile, uno di loro la indica e urla “stramba!”. Gli altri ridono.

Sofia, nascosta nell’armadio, si copre le orecchie, le urla di sua madre sono insopportabili, cerca di cantare una canzoncina per non sentirle.

Sofia, sta servendo una birra ad un ragazzo bruno seduto al bancone, lui le sfiora appena una mano, le dice che è bellissima e lei arrossisce imbarazzata, sorridendogli.

Sofia, ad una recita scolastica: è calato il sipario, tutti gli altri ragazzi dopo gli inchini corrono dai rispettivi genitori, lei si guarda intorno e vede solo la responsabile del proprio Istituto.

Sofia, dall’armadio sente la voce di suo padre e subito dopo quella sprezzante di Serranti che urla “AVADA KEDAVRA!”.

Sofia, al parco con i suoi genitori, Gregory la spinge sull’altalena e Melania le scatta delle foto, dicendo: “Guarda come vola in alto la mia bambina!”.

Sofia, stesa a letto, guarda Draco dormire, percorre attentamente i lineamenti del suo viso, finché l’uomo non si sveglia, le sorride e la bacia.

Sofia, seduta nell’armadio, tra i vestiti dei suoi genitori, un uomo apre l’anta: è Serranti, le punta una bacchetta contro. “Che ne facciamo della bambina, la uccido?” Nessuna traccia di pietà nella voce, si volta verso un altro uomo…

 
Un lampo di luce vola verso Sofia, il professor Silente e più veloce, estrae prontamente una bacchetta e una bolla circonda Narcissa e la ragazza, proteggendole. Hermione Granger è altrettanto veloce e schianta uno degli auror, autore di quell’ingiustificato attacco.

Draco corre immediatamente verso Sofia, è senza bacchetta, gliel’hanno tolta in via precauzionale, si guarda intorno: comprende che quelli non sono veri auror, solo ora riconosce un paio di facce, le stesse che ha visto la notte che li hanno attaccati al Manor. Un lampo di luce lo sfiora, riesce ad evitarlo per un soffio nascondendosi dietro una delle panche.

Narcissa si è parata davanti a Sofia, respinge gli attacchi: la ragazza è debole, fatica a comprendere cosa le stia accadendo intorno, le si chiudono gli occhi e sente una voce che conosce già, profonda, rauca.

Il capo di Draco. Oliver O’Brien. Ha schiantato il Ministro e la Presidente della Corte ed ha superato i banchi indisturbato, mentre tutti gli altri sono impegnati a fronteggiare l’attacco di quelli che altro non sono che i mercenari ingaggiati da lui. Si dirige verso Draco. “Malfoy, non ne uscirai vivo, fosse l’ultima cosa che faccio. È tutta colpa tua, hai rovinato tutto, per amore, proprio tu.”

Sofia non ha più alcun controllo del proprio corpo, sente che la sta lasciando, quel brivido così familiare la percorre da testa a piedi. Trema, ormai senza controllo: ed eccolo, un turbine nero la avvolge, si alza, irrefrenabile, lasciando tutti senza parole, increduli.

Cala impietosamente su O’Brien, l’uomo non ha nemmeno il tempo di urlare, il suo corpo viene sollevato in aria, come se fosse posseduto da qualcosa, si muove con scatti scomposti.

Tutti guardano verso l’alto sconcertati, non sapendo cosa fare.

“SOFIA! ASCOLTAMI, TI PREGO!  LASCIALO…” È Draco, guarda verso quel vortice buio, le mani in alto. “Sofi non sei questo… Ritorna… Torna da me. Mi avevi chiesto di indicarti la strada… Sono qui.”

Quel turbinio nero, informe, fluttuante, sembra comprendere quanto gli viene detto. Si ferma ed O’ Brien ricade a terra, privo di sensi.

Improvvisamente irrompe nella stanza una squadra di veri auror. Prima che chiunque possa dire qualsiasi cosa, prontamente e all’unisono, attaccano l’enorme massa nera, che si dissolve, con un boato che fa esplodere i vetri di tutte le finestre.

Un urlo disumano. Draco cade sulle ginocchia, inorridito.
 

Stava passeggiando sulla spiaggia del lido di Venezia, era solita andarci sempre con Francesco. Le piaceva molto, soprattutto d’inverno, perché era un’ambiente un po’ brullo, quasi selvaggio, le metteva serenità. Quante volte si era seduta su uno di quei tronchi abbandonati portati dalle onde?

Una figura le si sedette accanto: era sua madre. Si sorprese.

“Sofia… Quanto sei bella, sei così cresciuta.” La donna le accarezzò i capelli, sorridendole.

“Mamma…” Le si riempirono gli occhi di lacrime e la donna l’abbracciò.

“Oh tesoro, sei stata così coraggiosa, sono fiera di te. E lo è anche papà. Guardalo… Finalmente può andare…” Melania indicò alla figlia un uomo poco lontano, che alzò una mano, salutandole con un sorriso.

“Dove va?” Sofia guardò interrogativa la madre.

“Finalmente può riposare in pace, grazie a te, al tuo coraggio, alla tua determinazione. Ci hai reso giustizia.” La donna le sorrise dolcemente, per poi guardare verso l’uomo che camminava sul bagnasciuga, ormai sempre più lontano.

Anche Sofi lo seguì con lo sguardo, percependo una nuova serenità nascerle dentro. Sì, aveva reso giustizia alle persone che avevano dato la propria vita per lei: sua madre, costretta in una condizione paragonabile quasi alla morte, e suo padre e zia Maria, che non c’erano più. Persone che l’avevano amata profondamente e avevano cercato il meglio per lei, fino al loro ultimo respiro.

L’alba di un giorno nuovo si rifletteva sul mare calmo di fronte a lei: un nuovo inizio, privo di quegli incubi che l’avevano tormentata per tutta la sua vita.

Una famigliola passeggiava sulla spiaggia: la bambina, in mezzo a mamma e papà, teneva loro le mani e veniva sollevata con la forza delle braccia. Le sembrava di volare e quindi rideva e i suoi genitori con lei.

Così voleva ricordarsi con i suoi genitori: felici, pieni d’amore l’uno per l’altro ma soprattutto liberi.
 
   
 
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