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Autore: JessicaBuriola    05/05/2020    1 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Giovedì 02 aprile, ore 08:30

Una settimana di coma e di convalescenza, per un totale di un mese di ospedale. Oggi la dimettevano: era stato incredibilmente liberatorio potersi levare quelle orribili camice ospedaliere.

Era viva. Per miracolo. Sentì la voce di Theodore risuonarle nella testa: “Visto? Che ti dicevo? Sei un miracolo!”. Le spuntò un sorriso. Era quello che più di tutti le aveva tenuto compagnia in quelle settimane, essendo un medimago.

In realtà il miracolo era avvenuto grazie ad un uomo in particolare: Albus Silente. Il vecchio professore, con una prontezza in totale disaccordo con la sua reale età anagrafica, era riuscito a proteggere il corpo di Sofia con un potente incantesimo di protezione. L’obscuriale invece, quell’entità che tanto aveva tormentato la sua vita, era andato distrutto e con lui tutto il potenziale magico che possedeva. Adesso era una babbana a tutti gli effetti, anzi una magonò, come aveva avuto la cura di sottolineare Astoria.

Astoria che si era presentata in ospedale la settimana prima.
 

Sofia si trovava nel giardino interno, per godere del timido sole di fine marzo, seduta su una panchina, gli occhi chiusi; un’ombra inaspettata le si era parata davanti e quando li aveva riaperti era rimasta piuttosto interdetta, trovandosi di fronte un’elegante e slanciata figura, Astoria.
La donna si era seduta accanto a lei.


“Ho sentito che stai finalmente meglio. Mi fa piacere.” Così aveva esordito, lasciando Sofia piuttosto sorpresa. Se solo la ragazza avesse frequentato Hogwarts a suo tempo, avrebbe conosciuto la casata di appartenenza di Astoria, ed anziché sorprendersi si sarebbe preparata alla stilettata certa che avrebbe seguito quelle parole, apparentemente cordiali. “So anche che il tuo potenziale magico è andato perduto. Peccato.”

“Sei venuta ad informarmi delle mie condizioni per caso? Vorrei farti presente che le conosco bene, grazie.” Probabilmente Sofia sarebbe stata una grifondoro, tagliente, per niente spaventata di contrattaccare.

Astoria infastidita dal tono, aveva curvato quasi impercettibilmente le sopracciglia. “No. Sono qui per ringraziarti. Hai salvato Draco in fin dei conti.”

Sofia si morse la lingua, ricacciando indietro lo scaricatore di porto che troppo spesso si impadroniva della sua persona in queste situazioni. “Non credo ti offenderai se sono poco incline a credere a questi ringraziamenti così sentiti. Senza togliere il fatto che non vedo cosa c’entri con te il fatto che le accuse contro Draco siano cadute. Cosa vuoi?”

Insolente. Astoria si chiese cosa potesse trovare in lei, uno come Draco: certo era bella, non lo poteva negare, di una bellezza non canonica, un po’ selvaggia, inconsueta. Probabilmente quel suo modo di fare così sfacciato e anticonvenzionale lo intrigava, era sempre stato un cacciatore.

“Draco è diventato capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale come ben saprai, un posto di rilievo al quale ha sempre ambito, perché implica relazioni con le maggiori personalità di spicco in tutto il mondo magico. Infatti farà le veci del Ministro stesso in numerose occasioni.”

Sofia stava seriamente cominciando a perdere la pazienza, prese un lungo respiro, intenzionata a mandarla a quel paese con una certa eleganza, ma Astoria riprese prontamente la parola.

“Sai come si chiamano i figli di maghi che non sviluppano la propria magia? Maghinò. Una condizione… Triste, da esclusi. Conosci il mondo magico ma non ne fai parte, perché sei privo di magia, inutile per la società.”

Ed ecco arrivare la vera e propria pugnalata. Era venuta a sbatterle in faccia quella verità della quale era già ben consapevole, una verità che in quelle settimane aveva sempre cercato di zittire, grazie soprattutto alle rassicurazioni di Draco e alla forza del loro amore.

“Non mi fraintendere, magari troverai comunque il tuo posto accanto a Draco, insomma non credo tu voglia farlo rinunciare ad un sogno che per lui finalmente si realizza. Certo sarà strano spiegare alle più alte personalità di tutto il mondo magico che la donna che gli sta accanto è una magonò, senza contare il fatto che per te sarà altrettanto strano adattarti ad un mondo che probabilmente già prima ti sembrava estraneo… Strano ma non impossibile, d’altronde i tempi sono cambiati, viviamo in una società magica molto più aperta e moderna rispetto al passato.”

Astoria aveva uno sguardo soddisfatto, mascherato da un sorriso benevolo. Il colpo era andato a segno, le spirali della serpe si erano attorcigliate attorno alla preda, stritolandola.

 
 
Sofia da quel giorno non aveva fatto che pensare a quella conversazione, insistentemente, sviscerandola, ritrovandosi addirittura a fare quelle liste di pro e contro che tanto odiava. Purtroppo però non era servito a niente, perché da qualsiasi angolazione guardasse, non c’erano dubbi sul fatto che Astoria avesse ragione.
Non faceva più parte di quel mondo: per breve tempo era stato anche un po’ suo, ma ora apparteneva solo a Draco.

Giovedì 02 aprile, ore 23:47

Finalmente era tornata a casa da lui. Si trovava proprio lì, stesa sul divano, con la testa posata sulle sue gambe, il respiro leggero, il suo dolce profumo che lo circondava: Draco si sentiva di nuovo completo. Le accarezzò con dolcezza i capelli, non aveva praticamente seguito il film che stavano guardando, perché non riusciva a toglierle gli occhi di dosso o a smettere di toccarla. Aveva il timore che se si fosse distratto, sarebbe scomparsa, come dissolta nel nulla, esattamente come credeva fosse successo quando aveva visto l’obscuriale esplodere.

Un dolore lacerante lo aveva letteralmente spezzato a metà, si era sentito risucchiare in un buco nero dal quale non sarebbe riuscito a riemergere, ne era certo. Aveva rivissuto ripetutamente quella scena nei suoi incubi, svegliandosi tremante, coperto di sudore. Però Sofia era viva e Draco, ancora una volta, doveva tutto ad Albus Silente.

Tutta quella brutta storia era finalmente finita: Oliver O’Brien, il suo vecchio capo, era stato processato ed arrestato e con lui i mercenari che avevano cercato di ucciderli per ben due volte. Proprio il direttore dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale era risultato essere la talpa che cercavano, il burattinaio che aveva mosso tutti i fili. Era stato capo auror nelle Prima Guerra Magica, proprio nella squadra della quale faceva parte il padre di Sofia, che allarmato da suoi strani comportamenti aveva cominciato a tenerlo d’occhio e che per un caso fortuito aveva scoperto il suo segreto, assistendo al patto infrangibile tra lui e Micheal Serranti: O’ Brien, convinto che ormai Voldemort avrebbe vinto, aveva deciso di agire da spia, passando informazioni preziose ai mangiamorte, dietro pagamento, assicurandosi così anche un posto di rilievo nel nuovo mondo magico che si prospettava. Aveva fatto male i suoi conti: il bene aveva trionfato e lui si era ritrovato con dei sospetti concreti che aleggiavano attorno alla sua persona, motivo per il quale, approfittando della propria posizione, aveva dirottato le accuse verso il padre di Sofia. Il resto ormai era storia.

Sofia si era appisolata, sembrava dormire piuttosto tranquillamente, anche se l’aveva trovata stranamente silenziosa negli ultimi giorni. Scivolò con delicatezza di lato, per poi alzarsi e prenderla in braccio, avviandosi verso la camera.

“Mhmm… Draco…” Sofia bofonchiò, senza aprire gli occhi.

“Shss, è ora di andare a dormire.” Il biondo sussurrò dolcemente, le baciò la fronte per poi stendersi tra le lenzuola fresche con lei.

La ragazza brontolò qualcos’altro, si sgranchì appena, per poi accoccolarsi nuovamente contro il suo petto. Draco la strinse protettivo a sé.

Aveva capito che era preoccupata perché purtroppo il suo potenziale magico era andato perduto e di conseguenza aveva paura di non potersi adattare a quella vita. Lui però era certo che avrebbero trovato una soluzione, un compromesso, come sempre avevano fatto per stare insieme. Per l’ennesima volta il loro amore si sarebbe rivelato più forte di tutto il resto.
   
 
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