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Autore: ShannaInLuv    05/05/2020    2 recensioni
Son passati sei anni da quando Bakugou Katsuki è partito, improvvisamente. Sei anni che nessuno lo vede, lo sente... si hanno sue notizie solo attraverso le imprese eroiche del telegiornale. Eppure, nonostante tutto, Bakugou è tornato: la notizia dell'incidente mortale di Red Riot è arrivata fino all'America. Ma non è solo per quello: alcuni fantasmi del passato andavano eliminati.
( Dal prologo)
«Come stai?»
Come aveva immaginato, Bakugou sbuffò, ringhiando tra i denti. Voltò il capo, guardando la pigra pioggia che cadeva sui marciapiedi, fuori dal bar.
«Non fare domande del cazzo. Cosa vuoi, Todoroki?»
«Il matrimonio di Midoriya e Uraraka.»
TodoMomo| IzuOcha Kacchako | altre possibili ship.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It's in the stars

It's been written in the scars on our hearts

We're not broken, just bent

 

And we can learn to love again
( Just give me a Reason; Pink ft Nate Ruess)

9. Epilogue - Second chance.
 

La cerimonia era appena finita, gli invitati e gli sposi, si stavano trasferendo uno ad uno verso il lussuoso giardino.
Ochaco non poteva credere di stare in quella villa immensa che sembrava essere grande quasi come una città; la mamma di Momo aveva insistito perché la cerimonia venisse effettuata nella grande mansione di famiglia Yaoyorozu - anche perché quella cerimonia contata circa due endo invitati, alcuni giornalisti inclusi - circondata da un ampio panorama di verde e colline - tutto di loro proprietà.
Il retro del l'immensa villa, che consisteva in un ampio giardino pieno di alberi di ciliegio e alcuni laghetti; era adesso pieno di tavoli e sedie - il tavolo dello sposo era posto al centro e tutti gli altri intorno - banchetti e addobbi eleganti.
Quando riscesero la piccola collina che portava dall'altare di un antico tempio giapponese sino  alla zona per banchettare, Ochaco era allibita di tanto lusso ed eleganza insieme. Nonostante conoscesse da anni Yaoyorozu, non poteva credere  a quello che vedeva.
«Waaa, è bellissimo!» strillò Ochaco, saltellando un poco. Immediatamente, sentì qualcuno darle un leggero buffetti sul braccio coperto dal kimono.
«Non saltellare così Faccia Tonda, o il moccioso finirà dritto nel laghetto.» la rimbeccò Katsuki, con un leggero sorriso in volto.
Ochaco gonfiò le guance, guardando poi il pargolo nelle sue braccia. Era ovvio che non si sarebbe dimenticata che in braccio aveva Shinji - e non quel moccioso! -. Dopotutto, si era offerta lei di badare ai gemelli durante la cerimonia degli sposi, anche perché era la madrina dei gemelli e non poteva certo trascurare i suoi doveri. Che persona irresponsabile sarebbe stata altrimenti?

Lanciò un'occhiata al piccolo Shinji di appena un anno: la stava guardando con i suoi enormi occhioni azzurri e aveva le guance leggermente arrossate. Allungò la mano verso di lei e gliele premette sulla guancia. Allora spostò lo sguardo verso il pargolo che teneva in braccio Katsuki: Amaya. Entrambi i fratellini avevano ripreso i capelli arruffati e bicolore di Todoroki ma, se il maschietto aveva avuto il dono gli occhioni azzurri della famiglia, la bimba aveva invece ereditato gli occhioni color pece della madre. Inoltre, se si osservava bene i capelli ancora corti dei bambini, si poteva notare una piccola differenza tra loro: Amaya aveva la parte sinistra bianca più visibile, mentre invece Shinji quella rossa. Erano bellissimi!

«Su,su Katsuki! Portiamo i bimbi dai loro genitori!» incoraggiò Ochaco, facendo sbuffare Katsuki, che la seguì non senza brontolare. Un mese prima, quando un'isterica Momo era preoccupatissima a chi lasciare i gemelli durante la cerimonia di unione, Ochaco aveva tranquillizzato l'amica che ci avrebbero pensato la madrina e il padrino, ovvero lei e Katsuki. 
Il ragazzo, ovviamente, non aveva apprezzato molto il fatto che "dovesse scorrazzarsi i gemelli", borbottando poi un: «Maledetto Metà e metà, mi ha teso una trappola con questa scusa del padrino! Lo sapevo che c'era sotto qualcosa!»

Ochaco e Katsuki, insieme ai gemellini, si diressero quindi verso la zona del banchetto, dove molti invitati erano già sparpagliati - per quanto la casa era grande, non sembrava fossero così tanti gli invitati, eppure erano circa duecendo! - e i domestici della famiglia di Todoroki e Yoayorozu, correvano qua e là. Ochaco intravide addirittura Endeavor qualche metro più in là, con Fuyumi e Ochaco era sicura che, da qualche parte, ci sarebbero stati Natsu Todoroki e Rei - la mamma di Shouto che, per l'occasione, aveva lasciato l'ospedale ed era venuta al matrimonio -.

Individuò poi, dall'altra parte del vialetto d'ingresso, l'amica che parlava con alcuni amici di famiglia Yaoyorozu, con di fianco il suo bellissimo marito. Entrambe le famiglie degli sposi tenevano molto alla cultura giapponese classica quindi, l'unica pretesa di Momo per il matrimonio era stata quella di una cerimonia tradizionale, e così anche il suo vestito; Momo indossava uno Shiromuku nella sua versione più innovativa:  il colore del bianco le risaltava la pelle diafrana e le si appoggiava sul corpo in morbide curve; la parte superiore del vestito presentava un eklegante scollo a cuore tempestato di brillanti, per poi scendere e trasfrormarsi nell'abito giapponese tradizionale. Inoltre era adornato con bellissimi fiocchi rossi e, anche i suoi capelli quasi interamente sciolti, erano bloccati da un lato con una forcina rossa a forma di fiore. 

Momo era davvero bellissima e l'espressione che aveva in visto era di felicità pura. Te lo meriti, Yaomomo. Sono così felice. Anche Todoroki aveva un insolito sorriso luminoso e il suo corpo ben scolpito si adattava al suo vestito tradizionale; il kimono era diviso in due pezzi: la parte sopra era bianca, abbinata alla sposa, mentre la parte sotto di un blu scuro.

«Sono così carini!» sussurrò Ochaco, quasi con le lacrime agli occhi. Elargì un grande sorriso a Katsuki e si avvicinò a lui, mentre il ragazzo la scrutava, tirandolo per una manica frettolosamente.

«Sei così smielata, Faccia Tonda che mi farai venire il diabete!» si lamentò. «Forza, consegnamo i mocciosi.» E, a quel punto, Amaya allungò le sue manine per tirare una ciocca di capelli di Bakugou, ridendo subito dopo. Katsuki bofonchiò qualche parolaccia ed Ochaco pensò che, se i bambini avessero iniziato ad usare il suo linguaggio, Katsuki Bakugou sarebbe presto finito in cenere - poi, ad incenerirlo sarebbero potuti essere in ordine: Shoto Todoroki, qualsiasi arma creata da Yaomomo oppure il fuoco di Endeavor .

«Bam-bam.» esclamò la bambina. Erano ancora piccoli per parlare, tuttavia sapevano già emettere alcuni suoni di riconoscimento per alcune persone. Amaya oltre a ma' e papa era riuscita anche a riconoscere loro due, chiamandoli come Bam e Ko!

I due ragazzi si diressero verso i nuovi sposi: a causa della gravidanza un po' tormentata di Yaomomo, avevano deciso di rimandare il matrimonio finchè non fossero stati in grado, poi, naturalmente dopo la nascita dei gemelli avevano aspettato ancora perché crescessero un po' e quindi eccoli lì, quasi due anni dopo, a compiere quella promessa tanto attesa.

«Yaomomo!» strillò Ochaco, facendosi rimproverare da Bakugou. I due sposi si girarono verso di loro e quando Momo vide i gemelli, quasi le si inumidirono gli occhi. «O dovrei dire signora Todoroki!» la canzonò e Momo arrossì appena. Incredibile, dopo due anni di relazione stabile, due figli e adesso il matrimonio, ancora arrossiva quando le sue amiche facevano qualche tipo di battuta su lei e Shouto.

«Buonasera, Katsuki. Ochaco.» salutò Shouto, allungando immediatamente la mano per solleticare il collo di Amaya - Shinji era già finito avvinghiato tra le braccia di Momo-.

«Buonasera un cazzo, Metà e Metà.» sbottò Katsuki, con la vena che pulsava pericolosamente sulla tempia. Lasciò la bambina al padre e sbuffò, girando i tacchi e dirigendosi verso la zona aperitivo. Ochaco ridacchiò.

Aveva capito che Katsuki si comportava in quel modo solo perchè aveva paura: alla sua età, tenere in braccio un bambino dava da pensare e probabilmente aveva ragionato sul fatto che aveva ventinove anni e nemmeno un piccolo erede Bakugou. E poi, Ochaco sapeva perfettamente che Bakugou adorava i gemellini, be' a modo suo. E, confrontandoli con la piccola peste di Kaminari e Jirou, il piccolo Sen - di ormai cinque anni - o la piccola Miya di quasi un anno - Mina era rimasta incinta appena un mese dopo Momo - , sapeva che i gemelli Todoroki erano i suoi preferiti.

«Congratulazioni ragazzi.» fece lei, ricevendo un abbraccio da Yaomomo così stretto che pensò per un attimo di non poter più respirare. Naturalmente avrebbe dato un abbraccio anche allo sposo ma quello era Todoroki Shouto  e, anche se sapeva che con Momo era piuttosto espansivo... Ochaco non voleva testarlo. Allungò una pacca sulla spalla all'eroe numero Due. Salutò poi i gemelli e si voltò, decisa a scovare Katsuki.

Lo ritrovò, qualche minuto più tardi,  in piedi davanti a un mini laghetto, a parlare con Kirishima e Mina. Esitò, non volendo disturbarlo e girò i tacchi, continuando a vagare tra le persone. Sentendo un odorino delizioso - erano Takoyaki? - , si lasciò trasportare da esso fin dove un altro banchetto di cibo - in attesa del pranzo, ovviamente di lusso che si sarebbe tenuto dopo - era posto davanti a un'altro laghetto come quello in cui stava Katsuki con gli altri. Esitò - non si trovava a suo agio nel mangiare così spudoratamente davanti agli altri - e allora allungò una mano, deviando la direzione originaria, verso un bicchiere di Champagne poggiato lì - era l'ultimo - ma la sua mano cozzò contro qualcosa.

Velocemente, il bicchiere ondeggiò su sè stesso e poi scivolò di lato, versando tutto il contenuto sulla tovaglia bianca e sulla giacca di qualcuno. Il cameriere quasi imprecò, scusandosi con Ochaco - che intanto era arretrata e non lo stava minimamente ascoltando - e ordinò a un suo collega di portarne subito altri due bicchieri.

Ochaco sollevò lo sguardo, poi afferrò un fazzoletto e lo porse a Midoriya Izuku. «Scusami, Deku-kun.»

Midoriya tirò un sorriso come a dire "Fa' niente."  e poi la guardò. Ochaco aveva evitato il suo sguardo - ed era difficile, visto che era il testimone dello sposo - per tutto il tempo, e così aveva fatto anche lui con lei e Katsuki. Sapeva benissimo che Deku non gli serbava affatto rancore - e numerose volte gli era capitato di parlagliene - anche se la evitava il più possibile.

Era stata capace di distruggere anche il cuore di Deku, e questo non se lo sarebbe mai perdonata.

«Ochaco-chan,» aveva continuato a chiamarla così, dopotutto, ma questo non aveva fatto sentire meglio Ochaco per due anni, anche se ormai lo aveva accettato. E Deku diceva - a Todoroki, che poi ne parlava con Momo e lei glielo riferiva - di avere ormai accettato la cosa, di esserci passato oltre. Diceva che ancora gli voleva bene ad entrambi. « Non essere così dispiaciuta, è solo un vestito.» la rimproverò. Anche se Izuku sapeva che quello a cui stava pensando non era il vestito.

Il cameriere tornò, e porse loro due bicchieri di champagne, con altre mille scuse, sopratutto a Midoriya - Ochaco si disse che era per il fatto che lui fosse il testimone di nozze. Ochaco sorseggiò quello champagne così prelibato, tentando di tenersi occupata. Accidenti, non sapeva cosa proprio dire!

A quel punto ad interromperli fu una voce femminile: «Deku! Perdona se ci ho messo troppo, non trovavo il bagno, questa casa è enorme! » strillò. Incuriosita, Ochaco spostò lo sguardo verso la ragazza che si era appena diretta verso di loro: non indossava un kimono, bensì un normale abito da cerimonia e sicuramente, non era giapponese. Cercò di ricordare dove aveva già visto quei mossi capelli biondi e quegli occhi azzurri così brillanti nascosti dietro una montatura leggera.

A quel punto, la ragazza si era fermata tra di loro e aveva elargito un sorriso quando l'aveva vista. «Ommioddio, tu sei Uravity, vero?»

Ochaco annuì, imbarazzata. Anche se voleva precisare che in quel momento, tecnicamente, non lo era. Fu Deku a parlare, presentando la ragazza e toccandosi i capelli nervosamente. «Ehm, Ochaco-chan, lei è... Melissa, una mia amica, ti ricordi di lei?»

Oh giusto. Melissa. Quella scienziata.

Sorrise. «Ciao, da quanto tempo!»

«Un'eternità!» le diede man forte Melissa.

Nonostante Deku sembrasse imbarazzato -e lei troppo espansiva per lui -, decise che formavano una gran bella coppia. Li osservò mentre lei gli strattonava il braccio, continuando a raccontare di quanto fosse lussuosa quella casa e lui annuiva. Non sapeva se Deku e lei fossero fidanzati o si fossero frequentando ma era... contenta. Deku stava andando avanti davvero. E forse, un giorno, quella ragazza avrebbe potuto riparare i danni che lei gli aveva ingiustamente inflitto.

Salutò in fretta i due, girandosi. «Conto su di te, Melissa.» sussurrò.

***

Bakugou stava ascoltando disinteressatamente i commenti di quanto il cibo fosse di prima qualità, o di quanto le persone fossero snob - con questo era vivamente d'accordo, la casa fosse grande e altre sciocchezze. Mina e Kirishima, in un certo senso, erano perfetti l'uno per l'altra e, quando iniziavano a straparlare, chi li fermava più.

Katsuki fece vagare lo sguardo tra la folla: alcuni degli invitati indossavano abiti tradizionali, mentre altri dei classici vestiti eleganti. Doveva ammettere che Metà e metà e Coda di cavallo si erano davvero impegnati per organizzare quello stupido matrimonio... e pensare che quell'idiota ci aveva messo così tanto a capire quello che doveva fare! Aveva sorbito i suoi piagnistei e alla fine, per esasperazione, lo aveva aiutato.

Anche se poi gli era caduto in basso, scegliendo quel merDeku come testimone di nozze - ma, d'altronde, aveva scelto lui come padrino di quelle pesti e, tutto sommato , erano entrambi amici suoi, per quanto non gli piaceva ammetterlo -. Che poi, se qualche anno prima gli avessero detto che sarebbe diventato amico di Shouto Todoroki - e addirittura il padrino dei suoi figli - si sarebbe fatto una grande e grossa risata. Non sarebbe mai stato possibile... ma, d'altronde, erano eroi e le cose assurde gli capitavano ogni giorno. Oltretutto, Todoroki era stato l'unico ad averso perseguitato come uno stalker, appena due anni prima, chiedendo di tornare dall'america, informandolo di Kirishima, offrirgli un lavoro e tentando - a modo suo - di aiutarsi a costruirsi una vita.

E poi l'aveva incoraggiato ad abbandonare il suo rancore per Ochaco Uraraka. Questa - forse- era la cosa migliore che gli avesse consigliato. 

Era cresciuto tanto, da quando era adolescente, ma se c'era una cosa che non era riuscito a cambiare era il suo maledetto orgoglio: era ferito, stanco e deluso e non avrebbe mai pensato di poter lasciarsi andare nel perdono. Eppure, Todoroki gli aveva fatto capire che aveva sbagliato, che entrambi avevano torto e che, magari, dovevano concedersi una seconda possibilità.

Così, da due anni a questa parte Bakugou aveva lavorato tanto - e Ochaco di conseguenza. Avevano rincominciato a frequentarsi da circa un anno, dopo essersi presi il proprio tempo per pensare. Nel primo anno dopo il suo ritorno in America, lui ed Ochaco si erano visti e parlati sporadicamente: si vedevano nelle ronde, collaboravano, facevano due chiacchiere di circostanza e partecipavano alle riunioni della ex sezione A senza parlare di rancori e faccende vecchie. Poi, da un anno a quella parte, lui ed Ochaco avevano iniziato ad uscire insieme, come amici, e spesso tenevano i gemelli quando Coda di Cavallo o Todoroki erano troppo impegnati con il lavoro - o volevano concedersi una pausa con i marmocchi.

Poi, tre mesi fa, Katsuki l'aveva baciata. Inizialmente si era pentito di quella scelta, pensando che fosse presto - c'è una cicatrice immensa da suturare, ancora -, eppure Ochaco aveva reagito nel modo più inaspettato: «Katsuki. Che ne dici se iniziamo con calma, come all'accademia. Ti ricordi?» E quindi, eccoli lì, tre mesi dopo a quel matrimonio, insieme. Senza progetti, senza aspettative, solo... loro.

«Eccovi qui!» trillò Ochaco, dirigendosi verso di loro con un sorriso radioso in volto. Katsuki pensava che gli fosse successo qualcosa di particolarmente felice perchè Ochaco non si sorrideva più spesso come una volta: in questi due anni gli aveva confessato che stava cercando di lavorare su sè stessa e che mai si sarebbe perdonata per quello che era successo con lui e... Deku. Negli ultimi tre mesi Ochaco era un po' più radiosa, e oggi più del solito. E Katsuki trovò strano pensare che, adesso, l'unica cosa che desiderava era vedere la Vecchia Ochaco. Ma sapeva che si sarebbe voluto un po', per entrambi.

«Siamo sempre stati qui, Faccia Tonda.» 

«Ochaco, sei particolarmente felice! E' successo qualcosa?» s'interessò subito Mina, con un tono sopreso e felice. Lei e le ragazze stavano cercando di aiutare Ochaco come meglio potevano e questo Katsuki ne era profondamente grato. Si ritrovò a pensare che, molti anni prima, era stata proprio Mina ad aiutarli a mettersi insieme.

«Non proprio.» rispose Ochaco. Si voltò verso Katsuki e sorrise. «Ho solo scoperto che un vecchio amico adesso sembra felice.»

Katsuki sapeva esattamente che stava parlando di Deku. Grugnì e poi camminò verso Ochaco prima che Mina iniziasse con il suo interrogatorio su chi fosse questo misterioso amico;  la afferrò e le circondò la vita con un braccio, tirandosela via. «Mi ha detto Todoroki che c'è una stanza al secondo piano che possiamo usare.» mormorò, malizioso.

Ochaco divenne estremamente rossa in viso. «Todoroki-san- cosa?»

Katsuki grugnì. «Non fare la pudica, Faccia Tonda, perchè non lo sei.» e lasciò cadere il discorso sul perchè Todoroki Shouto gli avesse inviato un messaggio con scritto che la stanza numero quattro, al secondo piano, era libera.

«Katsuki...» mormorò Ochaco. «Grazie.» I suoi occhi erano diventati improvvisamente lucidi e Katsuki capì che stava din nuovo pensano a tutta quella merda che si erano lasciati alle spalle.

Katsuki sbuffò. «Basta cazzate.»

Era la loro seconda possibilità, e non l'avrebbe certo sprecata a parlare di cose passate. Ci stavano provando, a superarle. Ne avevano parlato, milioni di volte, arrivando di nuovo a quel punto.

Sia Katsuki che Ochaco sapevano però che quella era la loro felice seconda possibilità. E che questa volta non l'avrebbero sprecata.

***
 

EYOOO
Perdonatemi se ci ho messo tanto - e il capitolo non mi soddisfa nemmeno pienamente - ma ho avuto dei problemini di cuore anche io, lol. Almeno ho scritto un finale felice ( adoro i finali tragici, solitamente). Passiamo ai ringraziamenti!


Ringraziamenti:
Un grazie enorme a tutti coloro che hanno seguito questa storia ( e che la leggeranno in futuro, ovviamente!) e che sono arrivati con me fin qui. Questa storia è stata importante per me perchè ho passato gli ultimi anni a tentare di scrivere senza riuscirci realmente. Non iniziavo e completavo un'opera da molto tempo - e voi mi avete aiutato a farlo!- 
Non sapete quanti racconti ( originali ) ho iniziato e non sono riuscita a concludere, con il sogno di finirli e poi spedirli a qualche casa editrice. Addirittua, sono ferma su una storia da due anni in cui mi mancano gli ultimi capitoli. Davvero assurdo.
E quindi, tornando a scrivere con questa storia mi è stato dato uno sprint per continuare con la scrittura.
Grazie!
E sicuramente non mi aspettavo che questa storia piacesse così tanto! Ne sono felice <3
Detto questo, tornerò . Per chi è interessato a leggere di più sulla coppia BakugouxOchaco ai tempi dell'accademia e di come è sbocciata, ho iniziato una nuova storia prequel ( anche questa non sarà molto lunga): When we were young. Ho messo il link del primo capitolo.
E niente, poi ho in testa un po' di One Shot su questa saga ( non so se avete notato, è diventata ufficialmente una serie); sul "finale" di Deku, missing moment che qui non vengono raccontati e piccole cose che pubblicherò pian piano. ( Ho un'agenda piena di appunti).
E quindi niente, magari ci sentiremo in futuro <3
Un abbraccio enorme, Shanna!
Plus Ultra!

   
 
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