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Autore: Leon92    11/05/2020    10 recensioni
Questa storia riprende 6 mesi dopo gli avvenimenti del capitolo 699. Ho deciso di scrivere questa storia perché sono rimasto parecchio deluso dal finale di questa serie che considero molto importante per me e che mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza. Cercherò di creare un finale che mi soddisfi e che spero soddisfi anche voi. Parlerò delle conseguenze del dopoguerra. Si parlerà della crescita di alcuni personaggi, soprattutto Naruto, ma si parlerà anche di amore, a volte non corrisposto e a volte scoperto in maniera del tutto imprevedibile.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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cap 43

“Ebbene maestro? Cos’ha intenzione di fare?” esclamò Naruto guardando il jonin dritto negli occhi “Adesso che le ho raccontato tutta la verità, riesce finalmente a comprendere cosa sto provando?  Tutto quello che ho fatto, il piano che ho realizzato… ho creato tutto per quest’unico scopo. Mi aiuterà, oppure, è intenzionato a contrastarmi?”

 

Kakashi riversò il suo sguardo sul suo allievo. Noto come i suoi occhi fossero divenuti freddi come il ghiaccio, quasi privi di ogni emozione. Tuttavia, brillavano di una violenta determinazione nel voler andare fino in fondo a tutto questo. Dopo qualche secondo, il jonin abbassò lo sguardo e con voce grave replicò:

 

“Io… io non lo so. Non so cosa sia giusta fare.” replicò Kakashi in piena coscienza “Nonostante io abbia compreso le tue ragioni, continuo a pensare che ci sia qualcosa di tremendamente sbagliato in tutto questo. Mi chiedo se… Davvero non c’è altro modo?”

 

Un sorriso amaro si formò sul volto dell’Uzumaki “Mi creda, maestro Kakashi, se ci fosse stato un altro modo non mi sarei mai spinto fino a questo punto. Mai!” Con un gesto quasi inconsapevole, Naruto portò una mano all’altezza del cuore e iniziò a stringerlo con forza, quasi a voler sopprimere il dolore lancinante che giaceva in profondità dentro di sé.

 

“Non ho altra scelta”

 

 

 

 



*      *      *

 

 

 

 

 

“Naruto non farà più parte del Team 7”

 

“No!” sussurrò Sakura fra sé e sé, nel mentre le parole del suo maestro risuonavano nella sua mente con sempre maggior vigore.

 

“La mia decisione è definitiva”

 

“No! No! No!” esclamo con più forza la kunoichi, scuotendo la testa nel vano tentativo di dimenticare ciò che aveva appena sentito.

 

“Ascolta Sakura…” Il jonin non fece in tempo a parlare che la kunoichi gli si scaglio addosso, tempestandolo di pugni sul torace.

 

“Perché, maestro, perché?” le urlò la ragazza in un fiume di lacrime “Perché l’ha lasciato andare? Pensavo che lei, fra tutti, sarebbe stato capace di fermarlo. Di farlo tornare in sé. Invece… perché? Anche lei è come Naruto e Sasuke. Non gliene importa niente del Team 7, non è vero? Perché siete tutti cosi egoisti? Perché? Perché?”  

 

Kakashi non proferì parola. Né tantomeno si oppose ai continui attacchi della sua allieva. La sofferenza che stava provando in quel momento era stata, in parte, generata dalla sua decisione di lasciar andare Naruto. Era giusto che fosse lui a pagare il prezzo di quel dolore. Per cui, lasciò sfogare la kunoichi su di sé senza opporre resistenza. Il jonin rimase sollevato nel constatare che i pugni di Sakura mancavano della loro solita forza. Ma anche cosi, quei pugni sembravano essere più dolorosi del normale.

 

Passo quasi un minuto prima che Sakura riuscisse a riprendere il controllo di sé. La giovane ninja arretrò di qualche passo dal suo maestro, cercando con tutte le sue forze di ricomporsi. Non doveva certo avere un bell’aspetto dopo quello sfogo.

 

“Va meglio adesso?” domandò Kakashi sorridendo in maniera impercettibile sotto la sua solita maschera.

 

Sakura non rispose, ancora troppo presa ad asciugarsi le lacrime. Si sentì una stupida per quello che aveva fatto. Aveva promesso a sé stessa di rimanere forte, di non crollare nuovamente come era già successo in passato. Eppure, aveva fallito e aveva mostrato nuovamente quanto facilmente le proprie debolezze riuscissero a prendere il sopravvento su di lei.  Un ninja dovrebbe essere in grado di controllare le proprie emozioni, ma in quel caso le risultava essere un’impresa titanica. Niente di tutto quello che stava accadendo era sotto il suo controllo. Era in balia degli eventi e dei propri sentimenti. In questo momento si sentiva “tradita”, un sentimento a lei fin troppo noto.

 

“Sakura?!” la chiamo il jonin, visibilmente preoccupato.

 

“S-Sto bene!” replicò la kunoichi finendo di ricomporsi. “Mi dica perché, maestro? Perché ha permesso a Naruto di lasciare il Team 7?”

 

La voce di Sakura risuonò calma e risoluta, nel mentre i suoi occhi smeraldini tradivano ansia e inquietudine. Kakashi le rivolse uno sguardo serio e ricolmo di tristezza.  

 

“Naruto mi ha raccontato tutto. Ogni cosa. Ho compreso le ragioni che l’hanno spinto ad agire in questo modo e… non ho avuto la forza di oppormi. Non ho potuto fare niente per convincerlo.”

 

Sakura abbassò lentamente lo sguardo. Il suo viso era coperto dai suoi capelli rosei e nessuna emozione traspariva dal suo volto. “Quali ragioni?” domandò pacata la kunoichi, stringendo i pugni.

 

Nessuna risposta arrivò. Il jonin si limitava a guardare la sua allieva dall’alto in basso con uno sguardo indecifrabile.

 

“Quali ragioni, maestro Kakashi?” insistette Sakura, aumentando notevolmente il tono di voce.

 

Kakashi sospirò sonoramente e disse: “Non voglio mentirti, Sakura. Naruto… lui non vuole che io ti riveli nulla. È stato abbastanza categorico su questo e io rispetterò la sua volontà.”

 

“Quindi è così che stanno le cose?” replicò la rosa con un sorriso di scherno sul volto  “Anche lei, come Sai, è passato dalla parte di Naruto? Ha deciso di aiutare lui e non me?”

 

“Non è cosi, Sakura!” si affrettò a rispondere il jonin, in evidente difficoltà “Credi davvero che io volessi lasciar andare via Naruto dopo tutto quello che abbiamo passato insieme? Pensi davvero che non abbia nemmeno tentato di dissuaderlo? Io… Vorrei davvero aiutarti Sakura, dico davvero. Però…”  

 

“Se ci fosse stato un altro modo…”

“…non mi sarei mai spinto fino a questo punto. Mai!”

 

“Non ho avuto altra scelta”

 

 

 

Io… non posso, Sakura. Non posso.” Le parole del jonin si facevano sempre più pesanti man mano che proseguiva il discorso. Desiderava ardentemente aiutare i suoi due amati allievi a riconciliarsi. Ma le parole pronunciate da Naruto pesavano sul suo giudizio al punto da non sapere più distinguere ci fosse giusto o sbagliato fare.

 

“Capisco” esclamò atona la kunoichi, indietreggiando ancora di qualche passo “Sono stata una sciocca a sperare che lei avrebbe fatto qualcosa per aiutarmi. Non avrei nemmeno chiedere le ragioni per cui Naruto ha deciso di andarsene dal Team. È più che evidente che quella ragione sono io.”

 

Kakashi non replicò a quell’affermazione. Per Sakura quel silenzio valeva più di qualsiasi assenso.

 

“Naruto… mi detesta. Mi odia profondamente per ciò che gli ho fatto quel giorno. Per essermi dichiarata a lui, tentando di riportarlo a casa. Sono stata causa di grande sofferenza, per via di quella dannata promessa. Ecco… sono queste le ragioni che lo hanno spinto ad andarsene, non è così maestro Kakashi?”

 

Il jonin sembrò essere in procinto di parlare, tuttavia non una nota usci dalle sue labbra. Si limitò semplicemente a distogliere lo sguardo da lei, guardando un punto imprecisato nel bosco.

 

Ormai spazientita dal lungo silenzio del suo maestro, Sakura volse i tacchi dalla parte opposta. Sapeva che non avrebbe ottenuto alcuna risposta. Indugiare ancora si sarebbe rivelata solo una perdita di tempo.

 

“Aspetta, Sakura!” replicò improvvisamente il jonin, rivolgendo nuovamente il suo sguardo su di lei. Sakura lo guardò a sua volta e, anche se il volto era coperto dalla maschera, poteva percepire l’immenso sofferenza che stava attanagliando il suo maestro.

 

“È vero! Naruto ha deciso di andarsene dal Team 7 per causa tua. Tuttavia, le reali ragioni che lo hanno spinto ad agire in questo modo non sono quelle che credi.”

 

Sakura arrestò il suo cammino, guardando confusa il suo maestro. Cosa intendeva con reali ragioni?

 

“Stai commettendo un grave errore, Sakura. Hai dato troppe cose per scontato e, senza che te ne accorgessi, sei caduta dritta nella trappola di Naruto.”

 

Troppe cose per scontato? Trappola? Di che diavolo sta parlando pensò confusa la kunoichi fra sé e sé.

 

“Ti sei fatta ossessionare dalle sue parole, da ciò che è successo quel giorno e dalla vostra promessa. Questo ti ha impedito di vedere oltre, di capire le reali intenzioni di Naruto.”

“Cosa… cosa sta cercando di dirmi?” domandò la rosa sempre più confusa. Le parole del suo maestro apparivano prive di senso, eppure, qualcosa dentro di sé le suggeriva che, fra quelle stesse parole, vi si celava la verità, la risposta a tutti i suoi dilemmi.

 

“Mi dispiace, Sakura. Più di così non posso aiutarti. Ho promesso a Naruto di non dirti nulla. Questo è il massimo che posso fare per te.”

 

Sakura ripensò più volte alle parole pronunciate dal jonin. Gli ci sarebbe voluto del tempo per interpretare la verità celata dietro il suo messaggio. Ma il tempo era un lusso che al momento non aveva. Naruto sarebbe partito da un momento all’altro e non poteva permettersi di aspettare oltre.

 

“Se non può dirmi la verità, maestro, allora mi dica cosa dovrei fare? In che modo dovrei agire?”

 

Kakashi avanzò di qualche passo verso di lei, la guardo negli occhi e con tono secco ma deciso esclamò:

 

“Lascialo andare”

 

Sakura si pietrificò di colpo. Il suo maestro aveva ripetuto le stesse identiche parole che Hinata le aveva pronunciato la sera prima. Entrambi la pensavano allo stesso modo e questo fece infuriare la kunoichi ancor più di prima.

 

“No!” replicò di rimando la rosa, senza pensarci due volte.

 

“Cerca di ragionare, Sakura. Arrivati a questo punto, penso sia la cosa più sensata da fare. Lascia partire Naruto in santa pace e vedrai che con il tempo le cose si sistemeranno.”

 

“Ah, sì? È in che modo si sistemeranno?”

 

“La lontananza fra due persone può affievolire qualunque tipo di sentimento, che si tratti di amore oppure di odio. Vedrai che, con il tempo, la rabbia e il rancore che Naruto prova nei tuoi confronti scompariranno. Potreste persino tornare ad essere amici come un tempo. Ma questo potrà accadere solo se mantieni le distanze da lui.”

 

“Tsk! Dunque, è questo che propone di fare?” replicò astiosa Sakura avanzando a sua volta verso il jonin “Dovrei affidarmi semplicemente alla speranza che un giorno Naruto possa perdonarmi per gli errori che ho commesso. Quindi, secondo la sua logica, dovrei semplicemente starmene seduta ad aspettare affidando il tutto al caso?”

 

“Hai forse un’idea migliore? “

 

“Ho intenzione di parlare con lui e, in qualche modo, riuscirò a risolvere questa situazione una volta per tutte” esclamò Sakura decisa.

 

“L’ultima volta che hai parlato con lui non è andata affatto bene e lo sai. Perché questa volta dovrebbe essere diverso? Niente di quello che farai o dirai potrà fargli cambiare idea su di te.”

 

“Si sbaglia!” esclamò Sakura con gli occhi che emanavano scintille “Molte cose sono cambiate.” Il volto della kunoichi assunse improvvisamente un colorito scarlatto.

 

“Ma lei non può capire” replicò Sakura con voce flebile, nel mentre il suo corpo iniziava ad avere spasmi per le lacrime che nuovamente si facevano largo sul suo volto. “Io non ho alcuna intenzione di stare ferma a guardare mentre… mentre Naruto…”

 

Nel tentativo di nascondere le sue debolezze, Sakura tentò la fuga attraverso il bosco lì vicino. Doveva a tutti i costi trovare Naruto prima che fosse troppo tardi. Ma Kakashi glielo impedì, afferrandola prontamente per un braccio.      

 

“Ti prego, Sakura! Pensa a quello che stai facendo. Non riuscirai mai a convincerlo. Rischi solo di peggiorare le cose. Perché vuoi insistere? Perché non vuoi rispettare la sua decisione. Perché non lasci andare?”

 

“Perché io lo amo” urlò Sakura con quanto fiato aveva in corpo.

 

Come folgorato, Kakashi lasciò la presa sulla ragazza. Il suo occhio sano, completamente spalancato dallo stupore, si riverso negli occhi smeraldini e brillanti della sua giovane allieva.

 

“Cosa… Cosa hai detto?” biascico il jonin ancora incredulo.

 

“Ho detto che… io amo Naruto. Provo dei sentimenti per lui” esclamò timida Sakura con il volto sfigurato dalle lacrime.

 

Kakashi rimase senza parola. I suoi pensieri ritornarono a Naruto e a tutto ciò che gli aveva raccontato poco prima.

 

Ma allora…

 

Naruto si sbagliava

 

Forse… forse non è troppo tardi

 

Kakashi si avvicinò alla kunoichi, poggiando le mani sulle sue spalle. Ancora turbato, il jonin chiese:

 

 

“Sakura! Quello che hai appena detto… è la verità?”

 

“C-Certo che lo è” ammise Sakura con imbarazzo e timidezza “Non potrei mai mentire su una cosa del genere. Non… non di nuovo.”

 

“Questo… questo è… be…inaspettato” replicò Kakashi, anch’egli un po’ in imbarazzo.

 

“Gia! Ammetto che è stato inaspettato anche per me. Eppure questa è la verità.”

 

“Dunque è questo che vuoi fare? Vuoi andare da Naruto e dichiararti (di nuovo)?”

 

Sakura semplicemente annui. “So che non è un granché come piano. Ma è tutto quello che ho. Per questo non posso lasciarlo andare così. Non prima di aver fatto qualcosa. Non prima di avergli rivelato i miei sentimenti.”

 

“Temo che sarà più complicato di quanto pensi.”

 

“Perché? Teme forse che gli mentirei di nuovo, come l’ultima volta?” replicò Sakura, rifiutandosi di rivivere nuovamente quello che era accaduto allora sotto la neve e il gelo.

 

“Quello che penso io non ha alcuna importanza, Sakura. Quello che importa è cosa penserà Naruto riguardo tutto questo.”

 

“Che vorrebbe dire?” domandò la rosa non capendo.

 

“Pensi davvero che Naruto crederà alle tue parole? Dovrebbe credere che ti sei improvvisamente scoperta innamorata di lui soltanto adesso? Dopo che lui ti ha allontanata?”

 

“So che non sarà semplice. Può darsi che Naruto non mi crederà all’inizio. Ma… questa volta le cose andranno diversamente. Questa volta il mio sentimento è reale. Naruto lo capirà. Lui, più di tutti, sa quando una persona mente o dice la verità. Mi guarderà negli occhi è capirà che il mio amore per lui è…”

 

 “Non accadrà!” replicò secco il jonin, lasciando basita la kunoichi.

 

“Ascolta, Sakura! Le cose tra te e Naruto sono cambiate drasticamente. Non è soltanto la tua amicizia con lui ad essersi rovinata. Naruto… lui non si fida più di te. Questo è uno dei motivi che lo ha spinto a lasciare la squadra.”

 

“Non… non si fida… di me?!”

“Gia! È stato proprio Naruto a dirmelo. Non importa quanto sia vero o intenso il tuo sentimento nei suoi confronti. Lui continuerà a non crederti. Niente di quello che dirai riuscirà a fargli cambiare idea.”

 

“N-No! Mi rifiuto di credere a una cosa simile” replicò timorosa la kunoichi. C’era davvero la possibilità che Naruto potesse non credere alle sue parole? Che potesse paragonare i suoi sentimenti ad una menzogna?

 

“N-No! Questo… non può essere. Naruto… lui capirà. I miei sentimenti per lui non sono solo parole e bugie. Il Naruto che conosco io sa riconoscere la verità semplicemente guardando negli occhi una persona.”

“Questa volta no, Sakura. Forse non te ne sei resa conto ma… Naruto è cambiato. La guerra lo ha cambiato. Non è più lo stesso ragazzo di un tempo. La prova evidente di questo è stato il suo rifiuto di diventare Hokage. Il Naruto di un tempo non avrebbe mai fatto una cosa simile. Adesso è più maturo, più razionale e meno impulsivo nelle scelte da fare. Inoltre, qualcosa mi dice che questo suo improvviso cambiamento è derivato anche da ciò che è successo quel giorno. La tua dichiarazione, che lui ha riconosciuto come mera bugia, lo ha in qualche modo… spezzato.”

 

“S-Spezzato?” biascicò la kunoichi con un nodo alla gola. Con le sue azioni e le sue parole, era davvero riuscita a spezzare Naruto fino a cambiarlo?

 

Kakashi annui, rimanendo in silenzio.

 

“C-Comunque stiano le cose, questa volta sarà diverso” esclamò Sakura cercando di convincere sé stessa “Mi dichiarerò ancora una volta e…”

 

“… e cosa?” intervenne Kakashi a bruciapelo, interrompendo il flusso di parole della rosa. “Pensi che, dopo che ti sarai dichiarata, tutto si sistemerà come per magia? Pensi che Naruto dimenticherà tutto il dolore, le bugie e ti perdonerà come se nulla fosse? Guarda Sakura che questa non è una favola dove alla fine c’è il per sempre felici e contenti. Non è una storia d’amore o una qualsiasi fanfiction. Questa è la realtà! È la fottuta realtà! È nelle realtà le persone non perdonano così facilmente.”

 

“M-Ma…”

“Hai continuato a dire imperterrita che vuoi dichiararti a Naruto, che il tuo sentimento è reale e che tutto si sistemerà. Be’, io penso che stai solo illudendo te stessa. Non si sistemerà un bel niente. Anzi, peggiorerai le cose in maniera irreversibile.”

 

“Io… io non mi sto illudendo” replicò Sakura alzando il tono della voce “Come potrei peggiorare le cose più di quanto non lo siano già?”

 

“Tu stai puntando tutto sui sentimenti di Naruto. Pensi che lui contraccambierà il tuo amore. Ma, come ti ho appena detto, Naruto è cambiato. E questo significa anche che i suoi sentimenti per te potrebbero essere cambiati. Se così fosse, quale pensi che sarà a sua reazione davanti alla tua dichiarazione?”

 

“Io… io non lo so. Non so che reazione avrà Naruto alla mia dichiarazione” rispose la kunoichi con tutta la sincerità e la schiettezza di cui disponeva. “Non so se i suoi sentimenti per me sono cambiati. Non so se crederà alle mie parole. Non ho la certezza che riuscirò a sistemare le cose. Non so un bel niente” ammise Sakura mentre il suo corpo iniziava a tremare per via dell’ansia e della frustrazione del momento.

 

 “Io so solo che devo fare qualcosa. Voglio dichiaragli i miei sentimenti perché… sento che è la cosa giusta da fare. Quello che è accaduto quel giorno…”

 

 

 

“… lo rimpiangerò per sempre. Se allora avessi capito i miei sentimenti, le cose sarebbero andate diversamente. Se tutto fosse andato nel vero giusto, adesso io e Naruto saremo felici. Insieme!”

 

 

 

“Ho avuto un’occasione… e l’ho sprecata. Se adesso mi tirò indietro e non gli dichiarò i miei sentimenti… il rimorso mi attanaglierà per tutta la vita. Capisce, maestro Kakashi? Io…”

 

“Non ho altra scelta”

 

Le stesse parole pronunciate da Naruto poco prima adesso fuoriuscivano dalla voce flebile e incrinata di Sakura. Kakashi non fece a meno di pensare che c’era ancora un forte legame fra i due ragazzi. Qualcosa che difficilmente sarebbe stato spezzato.

 

“Io… capisco cosa vuoi fare, Sakura. Stai seguendo il tuo cuore in modo da non avere rimpianti in futuro. È molto coraggioso…” esclamò Kakashi parlandole con dolcezza “… ma è anche imprudente perché… rischi di perdere tutto.”

 

“P-Perdere tutto?!”

“Agire in questo modo significa ignorare le conseguenze che deriveranno dalle tue azioni. Se deciderai di dichiararti, rischierai di risvegliare ancor di più la rabbia di Naruto e, se questo dovesse accadere, non avrà più alcuna possibilità di riconciliarti con lui. Questo perché… Naruto non ti perdonerà mai. Mai! Dimmi, è questo quello che vuoi? Sei davvero pronta a pagare le conseguenze delle tue azioni?”

 

Sakura non replicò. Il suo timore peggiore era di affrontare Naruto all’apice della sua furia. Il suo sguardo freddo e carico di rabbia le faceva venire i brividi. Ancora adesso faticava a credere che Naruto l’avesse guardata in quel modo. La kunoichi non sapeva se avrebbe avuto la forza di sostenere ancora quello sguardo.

 

“Se decidi di lasciarlo andare, potresti avere ancora una possibilità di riconciliarti con lui. Per questo ti chiedo di desistere dai tuoi propositi. Tu sei molto legata a Naruto e sono sicuro che non accetteresti di perderlo per sempre. Dunque ti chiedo: Sei davvero disposta a correre il rischio?”

 

Sakura abbassò il capo. La perplessità e il dubbio erano dipinti sul suo volto. Cosa avrebbe dovuto fare?

A ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria.

Nessuna frase sarebbe stata più azzeccata di questa. La reazione di Naruto sarebbe potuta essere uguale alla sua e, quindi, il suo sentimento venire ricambiato. Ma se la sua reazione fosse stata contraria, allora, avrebbe significato perdere Naruto per sempre.

 

“Non è sbagliato agire secondo i propri desideri, Sakura. Ma, in questo caso, credo che dovresti riflettere un attimo e pensare a ciò che davvero desidera Naruto. A cosa lo fa soffrire, a cosa lo rende felice e cosa sarebbe giusto fare per lui.”

 

Kakashi non poté vedere il volto della sua allieva. Teneva il viso chino coperto dai suoi capelli rosei. Poteva solo immaginare cosa stesse pensano o provando in quel preciso momento. Il dubbio, la paura, la sofferenza, il dolore di perdere per sempre la persona più importante della sua vita. Il jonin ripensò a Naruto e a ciò che gli aveva chiesto di fare.

 

“La ringrazio del consiglio, maestro Kakashi…” sussurrò flebile la kunoichi, quasi avesse deciso di arrendersi.

 

Spero tu sia contento, Naruto

 

Forse sono riuscita a convincerla

 

Ti lascerà andare, proprio come desideravi

 

“… ma…” Sakura alzò lo sguardo sul suo maestro. Anche se i suoi occhi erano lucidi dalle lacrime versate, essi rifulgevano di una luminosa aura di determinazione.

 

“… penso proprio che correrò il rischio.”

 

“C-Cosa?” replicò il jonin rimasto completamente di stucco.

 

“Preferisco dichiararmi e rischiare di perderlo, piuttosto che sperare che il tempo risani la nostra vecchia amicizia. Sopprimere i miei sentimenti… se lo facessi… vorrà dire che in realtà io non l’ho amato. È questa è una menzogna. Significherebbe mentire a lui e… a me stessa. No! Non lo farò mai! Non rinnegherò di nuovo i miei sentimenti, come è successo allora. Andrò fino in fondo, costi quel che costi e se il prezzo da pagare e perdere Naruto per sempre, allora, cosa sia.”

 

La prontezza di riflessi del jonin, questa volta, non fu sufficiente ad arrestare la fuga della giovane kunoichi. Ancora basito per le parole appena pronunciate dalla sua allieva, non poté far altro che vederla andare via in direzione del villaggio. Kakashi non tentò nemmeno l’inseguimento. Semplicemente la lasciò andare. Non sarebbe comunque stato in grado di fermarla dai suoi propositi.

In un moto di rabbia, il jonin scaglio un pugno feroce contro un’albero che era nelle vicinanze.

 

Maledizione, Naruto!

 

Stai cercando di distruggere il tuo legame con Sakura

 

Ma non hai pensato che lei… potesse ricambiare il tuo sentimento

 

Forse ho commesso un errore

Avrei fatto meglio ad aiutarla invece di…

 

Con il sangue che gli colava dalle nocche, Kakashi osservò nuovamente il punto in cui Sakura era sparita.

 

“Mi dispiace tanto, Sakura. Non credevo che il tuo sentimento per Naruto fosse così forte. Avrei dovuto dirti la verità e porre fine a questa faccenda, invece di agire nel modo che mi aveva indicato Naruto. Pensavo di fare il bene di entrambi, invece… Adesso tu lo cercherai ovunque per il villaggio. Ma sarà tutto inutile. Non riuscirai a trovarlo.”

 

 

 

 

 

 

 

*      *      *

 

 

 

 

 

 

“Che hai intenzione di fare con Sakura?”

 

“Uh? Che vorrebbe dire?” domandò NAruto rivolgendo la parola al suo maestro.

 

“Sakura verrà a cercarti, lo sai bene. Vorrà parlare con te e chiarire questa storia.”

 

“Tsk! Dubito che accadrà” replicò Naruto scrollando le spalle “Gli ho detto così tante cose orribili ieri sera che dubito vorrà avere ancora a che fare con me. Chiunque altro al suo posto non mi rivolgerebbe nemmeno la parola. Dunque, perché preoccuparsi?”

 

“Pensi davvero di contare così poco per lei?” lo incalzò il jonin, parandosi davanti al lui “La patetica scenata che hai fatto ieri sera avrebbe potuto funzionare con chiunque, tranne che con Sakura. Lei tiene moltissimo a te, più di quanto pensi. Sono più che sicuro che lei verrà cercarti, che tu lo voglia o no.”

 

Naruto guardò di sottecchi il jonin, che a sua volta non distoglieva lo sguardo da lui. Sospirò profondamente, quasi sfinito da quell’assurda situazione.

 

“Pensavo che agire in quel modo sarebbe stato sufficiente per tenerla alla larga da me. Ma ora… non ne sono più così sicuro.”

 

Improvvisamente, Naruto girò la testa in un punto imprecisato nel bosco, in direzione del villaggio. Qualcosa doveva aver attirato la sua attenzione. Kakashi guardò a sua volta nella stessa direzione del ninja biondo. Nulla si muoveva se non il fruscio delle foglie. Nulla si udiva se non il rumore degli animali selvatici che abitavano la zona.

 

“Si sta muovendo” sussurrò Naruto continuando a fissare dritto davanti a sé.

 

“Uh? DI che parli, Naruto? Non c’è nessuno qui a parte noi due” sentenzio il jonin dopo essersi guardato intorno. Che i suoi sensi di ninja si fossero indeboliti per il troppo riposo?

 

“Maestro Kakashi!” esclamò Naruto girandosi nuovamente nella sua direzione “Sono sicuro che Sakura verrà a cercare prima lei. Vorrà di certo sapere cosa ci siamo detti.”

“Molto probabile” sentenzio il jonin, incrociando le braccia “Ma, come ti ho promesso, non le dirò nulla. Non verrà mai a sapere le tue reali intenzioni. Anche se…”

 

“Devo chiederle un ultimo favore. Deve dissuadere Sakura dal cercarmi” 

 

“C-Cosa? È come dovrei fare?” domandò il jonin esterrefatto “Non posso andare da lei e fermarla come se niente fosse. Non mi ascolterà.”

 

“So che sarà difficile, se non impossibile. Tuttavia, le chiedo comunque di provarci. La supplico!” esclamò Naruto con fare serio.

 

“Accidenti, Naruto!” replicò il jonin, seccato da quell’assurda richiesta “Va bene! Va bene! Ci proverò se è questo che vuoi.”

 

“La ringrazio maestro… per quello che sta facendo per me. Le devo molto.” Naruto gli sorrise. Kakashi vide chiaramente quanto quel sorriso fosse carico di dolore e rammarico. Kakashi annui, consapevole ora dei grandi tormenti e pensieri che turbavano l’anima del suo allievo.

 

“Bene! Credo sia arrivato il momento di andare. Ho una sfida a cui non posso mancare.” La tristezza che poco prima attanagliava il ninja biondo sembrava essere sparita di colpo. Adesso il suo volto traspariva euforia e determinazione per l’imminente battaglia.

 

“Davvero? Una sfida? E contro chi sarebbe?” domandò Kakashi incuriosito.

 

“Rocklee! A quanto pare mi ha disegnato come suo nuovo rivale. Un po’ come lei e il maestro Gai. Vuole mettersi alla prova in modo da diventare più forte.”

 

 

“Ahahah! Dici sul serio? Non vorrei essere nei tuoi panni. Gai mi ha tartassato con le sue assurde sfide per quasi vent’anni. Se davvero vorrà seguire le sue orme, temo proprio che non te lo scrollerai più di dosso.”

 

“Può darsi. Ma, da quel che so, lei ha sempre accettato le sfide del maestro Gai. Se le trovava cosi seccanti, avrebbe anche potuto trovare un modo per levarselo dai piedi, non crede? Ma non l’ha mai fatto.”

“Eheh! È vero!” confermò il jonin, sorridendo sotto la maschera “Non ho mi accettato le sue sfide perché volevo dimostrarmi superiore a lui. L’ho fatto perché, in qualche modo, riusciva sempre a tirarmi su di morale.”

“Dopo la morte do Obito e Rin… lui è stato l’unica persona che mi è stata vicino. Gai, con il suo modo di fare stravagante e lunatico, riusciva a farmi sentire… meno solo. Mi ha aiutato quando nessuno era al mio fianco. Quindi, glielo dovevo. E inoltre… devo ammettere che le sue sfide sono sempre state un passatempo divertente.”

 

“Eheh! Lo immagino” replicò Naruto sorridendo a sua volta. “Be, io vado maestro. Ci vedia…”

 

“Aspetta un attimo, Naruto!” lo chiamò il jonin, fermando l’imminente corsa del ragazzo.

 

“Se dovessi fallire?”

 

“Uh?” bofonchiò Naruto, voltandosi leggermente verso il jonin nel tentativo di capire.

 

“Se non dovessi riuscire a fermare Sakura? Cosa farai?”

 

Naruto parve pensarci un attimo. Dopodiché, dette le spalle al jonin e con noncuranza disse:

 

“Non si preoccupi, maestro Kakashi. Comunque vadano le cose, io e Sakura non abbiamo più nulla da dirci. Non lascerò che lei mi trovi. Non glielo permetterò.”

 

“Be, trovo l’impresa alquanto difficile. Hai stabilito di partire questa notte e, come puoi notare, è appena sorto il Sole. Sakura ha l’intera giornata a disposizione per cercarti e, sfortunatamente per te, il villaggio non è così grande da renderti introvabile. A meno che tu non sia dotato del dono dell’invisibilità, temo proprio che alla fine finirai per incontrarla, che tu lo voglia o no.” 

“Io non credo” replicò Naruto con l’aria di chi la sapeva lunga “Sa maestro, negli ultimi tempi ho continuato ad allenarmi, anche se Tsunade me lo aveva proibito per via dell’operazione al braccio.” Naruto alzò il braccio ricoperto di bende, osservandolo con estrema attenzione. “Non riesco ancora a far fluire il chakra come vorrei e, di conseguenza, la mia forza ne ha risentito. Finora sono riuscito a creare Rasengan incompleti e, attraverso quei fallimenti… ho realizzato un’amara verità. I miei colpi non saranno più potenti come prima, perché adesso non potrò più contare sul chakra di Kurama. La Bijudama che ho usato durante la guerra si è rivelata molto utile in battaglia.”

 

 

“Senza Kurama e senza il suo chakra, non riuscirò più a scagliare un colpo di tale potenza. Così, ho preso una decisione. Ho deciso di portare tutte le mie vecchie tecniche ad un nuovo livello. Dato che con il Rasengan stavo ottenendo scarsi risultati, ho deciso di applicarmi su una tecnica che non richiede particolari sforzi fisici per essere utilizzata: la modalità eremitica.”

 

 

 

“Interessante! Ti sono venute delle idee su come diventare più forte usando quella modalità?” domandò Kakashi incuriosito.

 

“Be… qualche idea mi è venuta” ammise Naruto con falsa modestia, grattandosi il capo. “Comunque, per mettere in pratica quello che ho in mente mi ci vorranno mesi, se non anni di allenamento.  Negli ultimi 3 mesi ho passato quasi tutto il tempo in modalità eremitica, soprattutto quando ero impegnato nei lavori di ricostruzione per il villaggio. Grazie all’immensa forza fisica di cui potevo disporre, riuscivo a sollevare interi pilastri come niente. Inoltre, è stato un buon allenamento che ha permesso al mio corpo di irrobustirsi.”

 

“Capisco!” disse il jonin “Tuttavia, non dev’essere stato facile. So che mantenere la modalità eremitica richiede parecchia concentrazione.”

“In effetti, capitava spesso che tornassi in tenda completamente esausto. A volte non riuscivo neanche a muovermi dal letto per l’eccessiva fatica a cui avevo sottoposto il mio corpo. Ed è stato proprio lì che l’ho scoperto.”

 

“Uh? Scoperto cosa?”

 

“Sa che la modalità eremitica fornisce la capacità di percepire il chakra altrui a chilometri di distanza, proprio come i ninja sensitivi?”

 

“Si! Jiraya mi aveva accennato a questa capacità, anche se non sono sicuro che la tecnica sia la stessa usata dai ninja sensitivi. Quindi?”

 

“Che lei ci creda o meno, ho imparato a percepire il chakra altrui anche senza entrare nella modalità eremitica” esclamò Naruto pieno d’orgoglio per l’impresa eseguita. “Quando mi accasciavo esausto sul mio sacco a pelo, mi accorgevo di percepire ancora la loro presenza anche dopo aver annullato la trasformazione. Tutte le persone con cui lavoravo la mattina… potevo percepire il loro chakra, ovunque fossero.”

“Mmh! Che strano” bofonchiò Kakashi, riflettendoci su. “Potrebbe essere stata la forza dell’abitudine ad averti involontariamente fatto apprendere questa abilità, oppure parte del chakra eremitico è ancora dentro di te, permettendoti cosi di percepire il chakra anche senza usare la modalità completa. Solitamente ai ninja sensitivi servono anni di allenamento e meditazione per riuscire a padroneggiare la tecnica. Come sei riuscito ad imparare così in fretta una tecnica così complessa?”

 

“Eheh! Si dimentica che io sono pur sempre Naruto Uzumaki. Posso fare qualunque cosa” replicò il ninja biondo mettendosi le braccia ai fianchi e ridendo a più non posso. Tuttavia, la risposta parve non convincere il jonin. Come poteva Naruto aver padroneggiato una tecnica simile in un così breve lasso di tempo?  Persino i ninja più abili e talentuosi faticavano a distinguere il chakra di una persona da quello naturale. Ogni cosa su questa terra possiede il proprio chakra, la propria essenza vitale. Riuscirne a distinguerne i flussi era come scindere le varie correnti presenti in un immenso oceano pieno d’acqua. Kakashi guardò Naruto con più attenzione. Era più che certo che il ragazzo non stesse utilizzando la modalità eremitica.  Se davvero poteva percepire il chakra altrui così facilmente, allora, doveva esserci qualcosa di strano sotto.

 

“Comunque, posso percepire il chakra solo entro una certa distanza. Quando usavo il chakra di Kurama, potevo percepire la presenza di tutti in un’area grande quanto un continente. Usando la modalità eremitica posso ricoprire un’area grande come il Paese del Fuoco. Adesso, senza ricorrere a nulla e concentrandomi, posso percepire il chakra in un’area grande quanto il Villaggio della Foglia.”

 

Naruto guardò il suo maestro con aria eloquente. Sembrava stesse cercando di dirgli qualcosa. Improvvisamente, intuì la verità.

 

“Ma certo! Adesso capisco” il jonin aggrottò le ciglia, quasi contrariato da quella scoperta “Quando hai detto che Sakura non sarebbe riuscita a trovarti…  significa che…”

“Esatto, maestro” replicò Naruto mentre un sorriso sinistro si formava sul suo volto “In questo momento riesco a percepire il chakra di Sakura anche se è a chilometri di distanza da noi.”

 

“Quando prima ti sei voltato verso il villaggio e hai detto di aver sentito muoversi qualcosa… ti riferivi a lei, non è così?”

 

Naruto annui. “Considerando la posizione in cui si trovava quando l’ho sentita spostarsi…penso si trovasse nell’ufficio dell’Hokage.”

 

“Tsunade l’ha trattenuta il tempo necessario perché mi permettesse di parlare con te. Ora dove si trova?”

 

Naruto chiuse gli occhi per qualche secondo, per poter localizzare meglio il chakra della ragazza. Dopodiché, gli aprì di scatto e con voce rauca ed allarmata disse:

 

“Merda! Sta venendo verso di noi. Come diavolo faceva a sapere che mi trovavo qui?”

 

“Ti conosce meglio di quanto pensi, Naruto. Non riuscirai a liberarti di lei così facilmente” replicò soddisfatto il jonin, ricevendo in rimando un’occhiata torva dal suo allievo.

 

“Non importa! Ho ancora tempo per allontanarmi prima che arrivi. Devo sbrigarmi!”

Ma prima che il ninja biondo potesse fare anche solo un passo verso la direzione opposta, Kakashi si sposto fulmineo davanti a lui, guardandolo con aria truce.

 

“Solitamente i ninja sensitivi non usano le loro capacità per scopi personali. Hai intenzione di spiare Sakura abusando cosi del tuo nuovo potere?”

 

“So bene che percepire il chakra altrui equivale a spiare. Non c’è bisogno che me lo dica, maestro” replicò Naruto sostenendo lo sguardo del suo insegnante. “Comunque si… abuserò del mio potere per tutto il tempo che sarà necessario. Solo per questa volta. Lo giuro.”

 

Naruto tentò di riprendere il suo cammino, cercando di passare il jonin che gli si parava davanti. Ma l’uomo non glielo permise, afferrando il ragazzo per la spalla sinistra.

 

“Si faccia da parte, maestro Kakashi” urlò Naruto cercando di liberarsi dalla presa.

 

“Smettila, Naruto!” replicò Kakashi con voce affettuosa “So cosa stai cercando di fare. Ti ho anche detto che ti aiuterò, ma… mi chiedo se tu non stia commettendo un errore. Perché non provi a parlare con Sakura e non gli dici le cose come stanno? Sarà più facile se…”

 

“No!” sentenziò Naruto. Kakashi non poté guardarlo negli occhi, ma percepiva distintamente il corpo tremante del ninja biondo di fianco al suo. “Niente di tutto questo è facile. Niente! Se avessi potuto… No! Ormai è troppo tardi! Non voglio incontrarla! Non voglio parlarci… non di nuovo… non dopo quello che ho fatto…”

 

Kakashi lasciò la presa, sospirando in segno di resa. Le ultime parole che Kakashi udì prima di vedere Naruto sparire nella folta boscaglia alle sue spalle furono:

 

 

“Ho fatto la mia scelta e non ho intenzione di tornare indietro. Non renderò tutto questo vano. Sakura potrà cercarmi fino ai confini del mondo, ma non riuscirà ad avvicinarsi a me. Non glielo permetterò!”

 

 

 

 

 

 

 

*      *      *

 

 

 

 

 

 

 

“Yawn! Accidenti che sonno.”

 

“Hai l’aria stanca, Shikamaru. Ti vedo pallido.”

 

“Mai quanto te, Sai.” replico il chunin di rimando, mettendosi una mano in bocca nel tentativo di soffocare l’ennesimo sbadiglio della giornata.

 

“Fammi indovinare. Hai passato le ore piccole a sistemare casa tua dopo la festa di ieri sera?”

 

“Avete trasformato casa mia in un porcile. Se mia madre lo scoprisse… Brr! Non so cosa sarebbe capace di fare.”

 

“Be, almeno eri in piacevole compagnia. Temari è una ragazza in gamba e non si tira mai indietro quando si tratta di aiutarti.”

 

“Temari è peggio di mia madre. Te lo garantisco. Ieri sera mi ha trattato come se fossi il suo zerbino. Non faceva altro che comandarmi e dirmi fai questo o pulisci quello. Certe volte mi tratta come se fossi un moccioso. Non lo sopporto!”

“Però devi ammettere che la sua presenza ha dato i suoi frutti.” Replicò il giovane Anbu con il suo solito sorriso. “Sei ti fossi occupato da solo di sistemare casa tua, la tua innata pigrizia avrebbe preso il sopravvento e a quest’ora ti ritroveresti ancora a casa tua cercando disperatamente di rassettarla alla bene e meglio.”

 

“Uff! Va bene!” ammise Shikamaru alzando le mani in segno di resa “Ammetto che l’influenza che Temari a su di me riesce in qualche modo a soverchiare la mia pigrizia. La forza di carattere di quella ragazza mi spaventa e mi affascina allo stesso tempo. È assurdo! Comunque, non credo riuscirei mai a vivere insieme a lei. I nostri caratteri sono troppo diversi e finiremo per litigare ogni santo giorno.”

 

“Interessante!” esclamò Sai strofinandosi il mento con fare pensieroso “Quindi stai già pensando al grande passo.”

“C-Cosa?” esclamò Shikamaru arrossendo violentemente “Ehi! I-Io non ho detto questo.”

 

“Ma non puoi negare di averci pensato” replicò l’Anbu con semplicità, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

 

“N-No… io non… cioè… Aaaaah! Al diavolo!” si affrettò a concludere seccato Shikamaru, voltandosi dall’altra parte.

 

“Devo dire che è interessante osservare le tue reazioni. Il rapporto che c’è tra te e Temari è molto facile da comprendere. Chiunque capirebbe che voi due siete fatti l’uno per l’altro. Al contrario di certe persone di mia conoscenza… Perché devono complicare una così bella e semplice come l’amore?”

 

“Senti un po’, tu. Da quand’è che sei diventato un esperto in materia?”

 

“Non lo so! Studiando i sentimenti umani, devo aver letto troppi libri sull’argomento e cosi…”

 

“Piantala di dire sciocchezze. Niente è mai semplice quando c’è di mezzo l’amore.”

 

“Eheh! Credo tu abbia ragione.”

 

“Su! Dobbiamo sbrigarci. È già mezzogiorno e l’Hokage ci sta aspettando” esclamò Shikamaru affrettando il passo. Durante il tragitto, i due ragazzi parlarono del più e del meno. In particolar modo, il principale argomento di discussione verteva su quanto accaduto la sera prima. Fino a che, una voce a loro famigliare li chiamo alle loro spalle.

 

“Ehi, ragazzi!”

 

I due ragazzi, sentendosi chiamare, arrestarono il passo. Voltandosi, videro Naruto arrivare in tutta fretta.

 

“Ehi, amico! Credevamo che fossi già partito” replicò Shikamaru, felice di aver potuto rivedere ancora il suo compagno.

 

“Ma che ti è successo? La tuta che indossi è in uno stato pietoso” esclamò Sai osservando il ninja biondo dalla testa ai piedi. “Non dirmi che hai combattuto contro qualcuno?”

 

“Ahahah! Non preoccupatevi.” Si affrettò a rispondere Naruto con il suo solito sorriso a trentadue denti. “Si trattava di una piccola faccenda in sospeso fra me e RockLee. Nulla di cui preoccuparsi.”

 

“Se lo dici tu” replicò Sai non del tutto convinto della risposta. Neanche durante gli allenamenti più duri aveva visto Naruto ridursi cosi.

 

“Che ci fai qui?” domandò Shikamaru portando le braccia a petto.

 

“Tsunade aveva detto che avresti preparato tu i documenti e che me gli avresti consegnati in mattinata.”

“I docum… Ah! Sì! Certo! Gli ho qui con me” Shikamaru frugò nella cartella che aveva con sé. Dal suo interno estro una piccola busta, ancora sigillata, e la porse al ninja biondo.

 

“Ecco il lasciapassare! Con questi sei libero di spostarti come vuoi all’interno dei paesi partecipanti all’Alleanza Ninja. Non che tu ne abbia bisogno. Ormai tutti quanti nel mondo ninja conoscono il tuo nome, l’eroe della Grande Guerra Ninja.”

 

“Eheh! Lo so. Però, ho deciso che in questi anni mi muoverò in incognito e, se dovessi avere qualche rogna, non voglio rischiare di far saltare la mia copertura solo per questioni burocratiche o di confine. Anche il maestro Jiraya portava un documento simile quando partiva per i suoi viaggi in giro per il mondo.”

 

“Sei previdente. Comunque, siamo in tempo di pace e tutti i grandi paesi vanno d’accordo fra loro. Dubito lo userai spesso.”

 

“Non è detto!” replicò sai rivolgendosi a Shikamaru “Non si può mai sapere quando potrà scoppiare un’altra guerra. Non bisogna abbassare la guardia. Soprattutto tu, Naruto. Anche se sei riconosciuto come l’eroe che ha salvato tutti, devi continuare ad essere vigili e a tenere gli occhi ben aperti.”

 

Naruto annui nel mentre inseriva la busta datagli da Shikamaru nella sua borsa ninja. Dopodiche, rivolse un caldo sorriso ai suoi due amici dicendo:

 

“Non sono venuto solo per questo. Ho colto l’occasione per venirvi a salutare come si deve, dato che ieri… be… sono andato via dalla festa in anticipo. Vi chiedo scusa per come mi sono comportato. Non era mia intenzione coinvolgervi in questa storia.” Naruto si inclinò leggermente in avanti, come era solito fare quando si scusava. I due ragazzi compressero senza troppi indugi quanto il ragazzo fosse rammaricato per quanto accaduto.

 

“Non preoccuparti di questo“ rispose Shikamaru, mettendosi le mani in tasca “So il motivo per cui l’hai fatto.”

 

Naruto guardò esterrefatto Shikamaru mentre lo osservava accendersi una sigaretta in assoluta tranquilla. Dopodiché, rivolse uno sguardo accusatorio nei confronti di Sai.

 

“Non prendertela con Sai. Non mi ha detto nulla” replicò il chunin, sbuffando fumo dalla bocca “Ieri ero troppo brillo per capire cosa stesse realmente succedendo. Ma, ragionandoci a mente fredda, sono riuscito a realizzare il tutto.”

 

Naruto non replicò. Si limitò semplicemente a rivolgere uno sguardo duro e penetrante nei confronti del compagno.

 

“Noi due ci conosciamo dai tempi dell’accademia, Naruto. Era ovvio che prima o poi ci sarei arrivato. Inoltre, ti sei scoperto da solo senza che te ne rendessi conto. L’ho capito dal modo di fare e dal modo di parlare che hai avuto ieri sera. Le accuse che hai rivolto contro Sakura sono senza dubbio veritiere. Tuttavia, nel temere che il tuo piano fallisse, hai voluto esagerare come al tuo solito. È stato tutto troppo… “troppo!”. Anche per i tuoi standard, Naruto.”

 

Naruto e Sai si fissarono l’un l’altro con sguardo complice. Entrambi erano stupefatti dalle incredibili capacità deduttive di Shikamaru.

 

“A differenza del nostro amico qui presente…” esclamò Shikamaru indicando con fare annoiato il giovane Anbu “… io non sono affatto un esperto in amore. Eppure, sono riuscito a capire i tuoi propositi semplicemente usando la logica.”

 

“Tsk! Stai forse insinuando che Sakura potrebbe capire cosa sto cercando di fare?”

 

“In circostanze normali: Si! Ma… ora come ora, dubito riuscirebbe a capire come stanno le cose. Sakura è una ragazza intelligente e razionale. Fino a che non entrano in gioco le sue emozioni. A quel punto non riesce più a ragionare lucidamente e agisce d’impulso. Sono pronto a scommettere che in questo momento ti starà cercando per cercare di sistemare le cose. Ma, qualcosa mi dice che tu non vuoi che le cose fra voi due si sistemino, non è così?”

 

Naruto abbassò il colpo, cercando di non far trapelare alcuna emozione dal suo volto.

 

“Non temere” esclamò Shikamaru posandosi la sigaretta sulle labbra “Sakura non riuscirà a scoprire il tuo gioco. Le motivazioni, lo scopo per cui vuoi tenerla lontana da te… è qualcosa che va al di là della sua comprensione. Ma soprattutto… è qualcosa che non si aspetterebbe mai da un tipo come te, Naruto. Quindi, non hai di che preoccuparti.”

 

“Credi che…” sibilò Naruto con voce bassa e rauca “… credi che io stia a sbagliando, Shikamaru? Nel voler agire in questo modo…”

 

Shimamaru rivolse una veloce occhiata all’Anbu di fianco a lui. Da quando Naruto era arrivato non aveva quasi rivolto la parola all’Uzumaki, ne aveva fatto domande. Questo significava che il ninja era già al corrente della situazione e probabilmente… non era d’accordo con lui.

 

“Francamente parlando…” iniziò il Nara, finendo di inquadrare la situazione “Non credo tu stia sbagliando.”

 

La risposta di Shikamaru stupì entrambi i ninja. Tenevano gli occhi spalancati e la bocca semiaperta dallo sgomento.

 

“Se fossi stato al tuo posto probabilmente avrei fatto lo stesso. Anche se in maniera diversa.” Il ninja posò una mano rassicurante sulla spalla del nnija biondo e continuò “Prima o poi avresti dovuto intraprendere questa strada. Era solo una questione di tempo. Perciò, smettila di crucciarti in questo modo. Sappiamo entrambi che non hai avuto scelta.”

 

Naruto annui leggermente, non del tutto convinto delle parole di Shikamaru. Sapeva benissimo di non aver avuto altra scelta. Eppure, in cuor suo, sapeva di star mentendo a sé stesso.

Resosi conto dello stato d’animo del compagno, Sai decise che era arrivato il momento di cambiare discorso.

 

“A proposito…” esclamò l’Anbu avvicinandosi ai due ragazzi “… ora che ci penso, ieri sera sei andato via senza neppure aprire i nostri regali.”

 

“R-Regali? Davvero?” Naruto sembrò destarsi dallo stato apatico in cui era caduto. I suoi occhi ora brillavano come quelli di un bambino e il suo corpo iniziò a fremere per via dell’adrenalina che gli pulsava nelle vene.

 

“Certo” replicò Shikamaru dandogli manforte. “La festa di ieri sera l’abbiamo organizzata anche per festeggiare la tua promozione a chunin. Non era solo una festa d’addio.”

 

“Sei avessi aspettato fino alla fine sarebbe uscita anche una torta. Invece sei andato via prima che il bello potesse arrivare. Un vero peccato.” replicò Sai dispiaciuto.

 

“Gia! Sarebbe stato una festa grandiosa” continuò Shikamaru mentre un sorriso mellifluo cresceva sul suo volto. “Tutto il villaggio ne avrebbe parlato. I giornali avrebbero scritto un articolo su di te intitolato: Naruto Uzumaki, l’eroe della Grande Guerra Ninja, il ninja più forte di Konoha, raggiunge finalmente il grado di Chunin. Chi l’avrebbe mai detto?”

 

“Ah-Ah! Molto divertente, Shikamaru” replicò Naruto in tono sarcastico.

 

Senza perdere altro tempo, Sai prese dalla sua borsa ninja il pacchetto confezionato che aveva precedentemente preparato e lo porse delicatamente al compagno.

 

“Auguri per la tua promozione, Naruto.”

 

“Grazie, Sai!” Naruto iniziò euforico a scartare il regalo che aveva fra le mani. Considerate le dimensioni del pacchetto, non doveva trattarsi di qualcosa di estremamente ingombrante. Poteva trattarsi di una scatola piena zeppa di attrezzi ninja nuovi di zecca. Senza indugiare oltre, Naruto sollevò il coperchio della scatola… lentamente il suo smagliante sorriso scemò nella più cocente delle delusioni.

 

“Sai… ma questo è… è un…” Il ninja biondo sollevò lentamente il contenuto della scatola e lo avvicinò a sé con fare incredulo. Shikamaru non riuscì a trattenere una risata davanti allo spettacolo che gli si parava davanti.

 

“Questo… è un semplice libro” constatò l’Uzumaki rigirando l’oggetto fra le sue mani in modo da fuorviare ogni dubbio.

 

“Ti piace?” domandò l’Anbu in assoluta tranquillità, fiero del regalo che aveva fatto.

 

“C-Certo!” replicò secco l’Uzumaki cercando di non far trasparire la sua delusione. Naruto studiò il libro con maggiore attenzione e, nel mentre scandagliava la copertina color arancio che ricopriva l’oggetto, si accorse di un piccolo quanto cruciale dettaglio.

 

“Ehi, Sai! Ma… questo libro non ha nessun titolo in copertina.”

 

L’Anbu annui. “Perché non provi ad aprirlo?”

 

“Uh? O-OK!” Naruto fece per aprire il libro, ma quest’ultimo non si aprì. “Ehi! Ma… che scherzo è questo? Il libro non si apre. Sembra quasi che le pagine siano tutte incollate fra loro.”

 

“Wow! Fammi un po’ vedere” Shikamaru prese il libro dalle mani di Nauto e lo analizzò con cura. “Interessante! Guarda bene, Naruto. Le pagine non sono incollate. Il libro non si apre per via del sigillo posto al centro della copertina. Vedi questi segni circolari? Sono parte di un sigillo e avvolgono interamente il libro impedendone l’apertura. Se non sbaglio… questo genere di sigilli possono essere rilasciati solo da coloro che li creano. In questo caso, solo il legittimo proprietario può aprire questo libro. Ho indovinato, Sai?”

“Si! Quando facevo parte della Radice usavo questo sigillo per farsi che le informazioni potessero passare da una mano all’altra senza venire essere in qualche modo rubate o alterate. Tuttavia, il sigillo che vedi in questo momento è ancora incompleto. C’è ancora una cosa da fare. Naruto! Potresti poggiare il palmo della mano sulla copertina del libro?”

 

“C-Certo!” Naruto poggiò la mano priva di fasciature sulla copertina.

 

“Ora non muoverti” Sai prese a fare rapidi sigilli con le mani e infine pose il palmo della sua mano sopra quella di Naruto. In quel momento, il sigillo prese vita, cambiando la sua forma originaria e assumendone una completamente nuova.

 

“Cos’è successo?” domandò Naruto ancora confuso da quanto accaduto.

 

“Ho semplicemente completato il sigillo. Da questo momento in poi, questo libro potrà essere aperto solo dal legittimo proprietario. Che in questo caso saresti tu. Perché non provi di nuovo d aprirlo?”

“Ok!” Questa volta Naruto riuscì ad aprire il libro senza nessuna difficolta. “Si è aperto!”

 

“Il sigillo riconosce l’impronta digitale del suo proprietario e anche la tipologia di chakra a cui esso appartiene. Una sorta di sistema di sicurezza. Non male, vero?”

 

“Però… tutte queste pagine sono vuote” constatò Naruto sfogliando velocemente il libro “Questo il libro è completamente in bianco”

 

“Infatti lo è!” replicò l’Anbu scrollando le spalle come se fosse una cosa ovvia.

 

“E quindi… cosa dovrei farci?” domandò Naruto non comprendendo ancora il senso di quel regalo.

 

“Il libro è tuo. Quindi, puoi farci quello che vuoi. Ad esempio, puoi usarlo per disegnarci sopra, come faccio io. Oppure puoi usarlo per appuntarti delle cose, come teorie o segreti delle tue tecniche ninja. Oppure… potresti usarlo per scriverci una storia.”

 

“Ahahahah! Ti prego, Sai!” intervenne Shikamaru ridendo di gusto. “Questo testa bacata faticherebbe al leggere anche il libro più semplice. Figuriamoci scriverne uno.”

 

“Ehi!” protesto Naruto, come offeso da quell’affermazione.

 

“Perché no? Dopotutto, chiunque può scrivere una storia. Basta solo avere un pizzico di creatività e la determinazione nel volersi mettere alla prova. Inoltre, dimentichi che il ninja leggendario Jiraya era anch’egli uno scrittore di successo. Quindi, perché Naruto non potrebbe fare lo stesso?”

 

“Sai! Il maestro Jiraya scriveva romanzi erotici.”

 

“Lo so! È allora?”

 

“Tsk! Lascia perdere. Comunque, dubito che Naruto scriverà mai una storia. Dico bene, Naruto?”

 

Il ninja biondo continuò a fissare le pagine bianche di quel libro senza curarsi minimamente di ciò che dicevano i due ragazzi. “Una storia…” sussurrò Naruto fra sé e sé, come immerso in un profondo stato di trance.

 

“Sapete! Il maestro Jiraya scriveva spesso durante i suoi viaggi. Ripeteva spesso che la scrittura aveva in sé l’incredibile potere di aprire le menti delle persone, immergendole in mondi fantastici dove tutto era possibile. Molti ninja sono diventati famosi proprio grazie ad essa. L’immaginazione, la fantasia… sono queste le chiavi che permettono ai grandi ninja di creare delle tecniche formidabili. Basta solo avere l’intuizione giusta. Scrivere potrebbe rivelarsi utile durante il mio viaggio. Quindi, perché non provare?”

 E dopo aver riposto accuratamente il libro nella sua borsa ninja, Naruto disse sorridente: “Grazie mille, Sai!”

 

Naruto sembrò essere davvero soddisfatto del regalo ricevuto e questo fece sorridere di cuore il giovane Anbu. Shikamaru, dal canto suo, sbuffò non troppo convinto dicendo fra sé e sé: “Bah! Se lo dici tu…”

 

“Ora tocca a te” esclamò Naruto tutto contento, porgendo entrambe le mani in direzione di Shikamaru. “Su! Forza! Dov’è il mio regalo?”

 

Shikamaru guardò con aria seccata l’espressione da ebete del ninja biondo. “Tsk! Va bene! Va bene!” sbuffò il chunin, nel mentre buttava a terra il mozzicone di sigaretta che aveva appena finito di fumare.

 

“Sei fortunato che ho deciso di portarli con me, nel caso ti avessi incontrato” replicò Shikamaru, mettendo una mano nella sua borsa ninja. Da essa ne usci una piccola scatoletta nera dallo spessore di 2 o 3 centimetri. Naruto prese la scatoletta e la osservò con cura. A giudicare dal peso e dalle dimensioni doveva trattarsi di un’oggetto ben più piccolo del libro che gli aveva regalato Sai.

 

“Che aspetti? Aprilo, forza!”

 

Naruto annui e, senza indugiare oltre, sollevò il coperchio della scatoletta. Ciò che vi trovo al suo interno gli fece letteralmente spalancare la bocca dallo stupore.

 

“N-No! Non può essere!” biasciò Naruto incredulo. Sentiva le mani tremare mentre stringeva a sé il contenuto della scatola. “S-Shikamaru! Questi… questi… non possono essere gli stessi…”

 

“Si, invece!” replicò secco Shikamaru fissando il contenuto della scatola con profondo affetto.

 

“Sono le lame di chakra appartenute al maestro Asuma.”

 

 

 

Naruto rimase senza parole. Per quale motivo Shikamaru gli stava regalando il ricordo più prezioso che possedeva del suo maestro?

 

“Shikamaru… io… non posso… non posso accettare!” esclamò Naruto deciso, rimettendo delicatamente e con cura le lame nella loro scatola e restituendole al ragazzo.  

 

“Non osare!” replicò Shikamaru guardando Naruto con fare minaccioso “È stata una mia scelta. Perciò, non azzardarti a restituirmele.”

 

“Ma… perché? Queste lame sono un ricordo del maestro Asuma.”

 

“Lo so benissimo. Non c'è bisogno che tu me lo dica.” Replicò il chunin a tono, senza però perdere la sua compostezza.

 

“Devi tenere moltissimo a loro. Quindi, perché? Perché hai deciso di darle a me?”

 

Shikamaru rivolse un profondo sguardo alle lame che Naruto teneva fra le mani. Ogni volta posava gli occhi su di loro, gli venivano in mente i tempi trascorsi insieme al maestro Asuma e il dolore incommensurabile di averlo visto morire davanti ai suoi occhi.

 

                                            

 

“Ho conservato queste lame con estrema cura da quando il maestro Asuma è morto. Da quando le ho con me, non ho fatto altro che pensare a cosa avrei dovuto farne. Non avevo intenzione di tenerle in una teca e di vederle arrugginire con il tempo. Cosi, ho pensato di abbinarle al mio stile di combattimento.”

 

 

 

“Durante la guerra ho fatto qualche prova e devo dire che… i risultati sono stati alquanto deludenti. Alla fine riuscivo ad usarle solo come semplici lame affilate senza poterne però sfruttare il reale potenziale. In fondo, il maestro Asuma era un guerriero che combatteva in prima linea, mentre io mi sento più a mio agio nelle retrovie grazie alla Tecnica del Controllo dell’ombra. Sono stato molto indeciso sul da farsi. Fino al momento in cui ho saputo della tua promozione a chunin. Allora ho pensato… che forse tu ne avresti fatto un uso migliore.”

 

“Un’uso migliore?”

 

 “Hai sempre combattuto in prima linea, proprio come faceva Asuma. Le lame di chakra esprimono il loro vero potenziale attaccando direttamente, piuttosto che a distanza. Inoltre, proprio come il mio maestro, possiedi il chakra del vento. Ciò significa che, quando infonderai il tuo chakra in queste lame, incrementerai la loro forza d’attacco sfruttando cosi al massimo le loro potenzialità. Una volta presa la mia decisione, sono andato da un artigiano esperto e le ho fatto sistemare a dovere per l’occasione.  Sono tornate affilate come un tempo.”

 

“Ok! Ma… continuo a non capire. Avresti potuto benissimo fartene forgiare di nuovi. Perché hai voluto regalarmi proprio le sue?”

 

“Tanto per cominciare, il materiale di cui sono composte queste lame è estremamente raro. Non sono in molti a possedere armi ninja di questa qualità. Oserei dire che esse potrebbero rivaleggiare con le lame dei spadaccini leggendari. Ma non è questo il motivo per cui l’ho fatto.” replicò Shikamaru guardandolo dritto negli occhi.

 

“Tu punti a diventare Hokage, Naruto, e anche se hai deciso di rifiutare per ragioni a me sconosciute, sono più che certo che arriverà il giorno in cui deciderà di ricoprire quel ruolo. Hai un lungo cammino da percorrere e nuovi ostacoli da superare. Devi diventare forte, molto più forte di come lo sei ora. Queste lame ti aiuteranno nel percorso che hai deciso di intraprendere, te lo garantisco. Inoltre, in qualche modo, il pensiero che le userai in battaglia mi rende felice. E come se Asuma vivesse ancora attraverso di te. Dopotutto, entrambi possedete la Volontà del Fuoco” concluse il ninja facendo l’occhiolino e sorridendo.

 

Le parole di Shikamaru colpirono profondamente il giovane Uzumaki, che lo fissava ancora più basito di prima. Adesso percepiva dentro di sé l’enorme senso responsabilità e fiducia che Shikamaru gli aveva trasmesso attraverso quel gesto carico di significato.

 

“Io… mi prenderò cura di loro” replicò Naruto annuendo e mostrando tutta la sicurezza di cui disponeva “Grazie di cuore, Shikamaru! E grazie anche a te, Sai! I vostri doni sono fantastici.”

 

I due ninja semplicemente annuirono. Sprecare ulteriori parole sarebbe stato superfluo a questo punto.

Ad un tratto, Naruto iniziò a guardarsi attorno con fare circospetto. Shikamaru non ebbe bisogno di interpretare il comportamento del compagno. Sapeva cosa stava facendo e da chi si stava guardando.

 

“Credo sia arrivato il momento di andare” esclamò Naruto in tutta fretta. “È stato bello rivedere entrambi prima della partenza. Mi mancherete!”

 

“Anche tu ci mancherai. Naruto!” replicò Shikamaru abbracciando Naruto con affetto.

 

“Aspetta un secondo, Naruto!” intervenne Sai improvvisamente agitato “Prima che tu vada… ho bisogno di farti un’ultima domanda.”

 

“Uh? Va bene!” replicò Naruto ancora con il sorriso sulle labbra. “Però sbrigati. Non posso più restare qui. Ho… ancora delle cose da fare.”

 

L’ultima frase pronunciata da Naruto appariva molto come una scusa. Ma entrambi i ninja decisero di non darci molto peso. Probabilmente Naruto aveva ancora degli affari urgenti da sbrigare prima di lasciare il villaggio.

 

“Riguarda… la promessa, ricordi?”

 

Shikamaru rivolse all’Anbu uno sguardo obliquo. Di che promessa stava parlando?

L’espressione allegra di Naruto cambiò radicalmente. I suoi occhi divennero freddi e del tutto inespressivi. A guardarlo adesso, smembrava essere tornato lo stesso Naruto della sera prima.

 

“Certo che ricordo” replicò Naruto guardando l’Anbu dritto negli occhi. “Dunque?”

 

Dopo qualche attimo d’esitazione, Sai continuò: “Voglio sapere… cos’hai intenzione di fare a riguardo?”

 

Attimi di silenzio calarono, nel mentre i 2 ninja continuavano a scrutarsi l’un l’altro.

 

“Eheh! È insolito che proprio tu mi faccia questa domanda, Sai” esclamò Naruto con un sorriso sinistro stampato in volto. “Se non erro noi due avevamo fatto un patto. Ma… dato che tu sei venuto meno alla tua parte dell’accordo, di conseguenza, io non sono tenuto a fare proprio niente.”

“Questo è vero! Pero…” Sai cercò in tutti i modi di controbattere, ma in cuor suo sapeva che non c’era niente che avrebbe potuto fare per convincerlo del contrario.

 

“Se quel giorno fossi rimasto in silenzio..." 


"... probabilmente avrei gestito le cose in modo diverso. Questo lo sai bene. Tuttavia, posso garantirti che il risultato finale sarebbe stato lo stesso.”

 

Anche se si era tenuto in disparte, Shikamaru poté sentire l’Anbu digrignare i denti per la rabbia. I pugni stretti e il volto tirato erano il chiaro segno della frustrazione e dell’impotenza che provava in quel momento.

 

“Mi… Mi dispiace, Naruto! Io non volevo che…”

L’Anbu si bloccò quando sentì l’abbraccio di Naruto arrivare all’improvviso.

 

“Non rammaricarti, Sai! Io non servo alcun rancore nei tuoi confronti. Dopotutto, sei mio amico.”

 

Sai non replicò alle parole di Naruto. Nel mentre lo vedeva allontanarsi, lo guardò negli occhi e li capì che davvero Naruto non servava alcun sentimento d’odio nei suoi confronti. Eppure, nonostante le sue parole, l’Anbu si sentì terribilmente in colpa per quanto stava accadendo.

 

“Ci si vede fra qualche anno, ragazzi! Mi raccomando, prendetevi cura di voi.”

 

Quelle furono le ultime parole che udirono prima di vedere la sagoma di Naruto sparire lungo le vie del villaggio.

 

“Che tipo!” esclamò Shikamaru, riprendendo a camminare.

 

“Già!” rispose l’Anbu con tono triste e apatico.

 

“Lungi da me intromettermi negli affari altrui, ma… Di cosa stavate parlando prima tu e Naruto? Voi due vi siete fatti una promessa?”

 

“A dire la verità, non la definirei esattamente una promessa. E se mai lo è stata… è qualcosa che riguarda solamente lui.”

 

“A giudicare da come ti ha guardato, ho come la netta sensazione che di qualunque cosa si tratti… deve avere a fare con Sakura, giusto?”

 

“Ottima intuizione, Sherlock!” replicò l’Anbu sfoggiando un leggero sorriso. "Si tratta di qualcosa che avrebbe dovuto fare molto tempo fa."

 

“Promesse… Promesse...”

 

 

 

“È come una maledizione”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti ragazzi :)

Spero stiate tutti bene, soprattutto in questo particolare periodo.

Mi dispiace essere sparito di nuovo e soprattutto mi scuso per non aver risposto alle recensioni. Ho avuto dei problemi da affrontare durante febbraio e marzo. E quando finalmente sono riuscito a sistemare tutto, è scoppiata la pandemia. Quindi, capitemi. Non ero in vena di scrivere :(

Comunque, a parte questo, prima che tutto torni alla normalità (sperando che tutto torni alla normalità) ho voluto cogliere l’occasione rilasciando un altro capitolo di questa storia.

Ovviamente avrei potuto farlo prima (mea culpa). Però restando sempre a casa, con persone che ti stanno sempre intorno… No! Non c’è la faccio proprio. Ma questo è solo un mio problema XD

Tornando a noi, spero che il capitolo vi piaccia. Come sempre è molto criptico in certe cose. Ma è una cosa voluta ;) Infine, perdonate gli infiniti errori grammaticali.

Ringrazio tutti coloro che continuano a seguirmi dopo tutto questo tempo. Ringrazio chi ha recensito il capitolo e chi ha inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate. Grazie a tutti :)

 

Un saluto e alla prossima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leon92

   
 
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