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Autore: Spettromonocromo    11/05/2020    0 recensioni
Mauro, Caer, Vaev e Aura, sono abitanti del pianeta Maevo, terra, dove si fondono tecnologia e magia.
Loro sono diversi, non hanno molti amici e si rinchiudono nei loro interessi speciali.
Non sono pazzi, hanno la Sindrome di Asperger, una forma d’autismo.
Tutto cambia quando si uniranno a una squadra di magibattaglie, grazie al loro allenatore
i quattro mostreranno al mondo quanto valgono veramente.
Ma un’antica minaccia sta tornando, riusciranno a fermarla?
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sfogliò una pagina, osservò i disegni, lesse i dialoghi, passò alla pagina successiva.
Si chiamava Caera, era una dragonessa di diciotto anni dalle scaglie blu, occhi azzurri e un corno sul naso.
"Caer!" esclamò una voce.
Era sua madre, una dragonessa simile a lei ma leggermente più alta.
La dragonessa appoggiò il manga sul letto e chiese: "Che c'è?"
"Non dovresti metterti a studiare?" chiese la voce.
"Finisco questo capitolo e inizio!" rispose.
"Senti... non credi che dovresti fare oltre a leggere questi fumetti giapponesi?" chiese la madre.
"Si chiamano manga." La corresse lei.
"Quello che è, non vorresti qualche amico?" chiese il genitore.
"Onestamente li vorrei... ma ti ricordi gli ultimi "amici" che ho avuto?" replicò.
"Si... ma questa volta sarà diverso!" esclamò la dragonessa adulta.
"Cosa te lo fa pensare?" chiese.
"Senti... nel centro sportivo qui accanto stanno organizzando una squadra composta da ragazzi con la Sindrome di Asperger, non vuoi farne parte?" domandò
" Io non so..." rispose la figlia.
"Mi prometti che almeno ci penserai?" chiese la madre.
"Va bene..." rispose
La dragonessa si mise a studiare, davanti alle pareti verdi della stanza erano presenti una scrivania piena volumi di manga e diverse action figure.
Studiò per un paio d'ore ma le parole della madre rimbombavano nella sua mente.
"Vado a farmi un giro!" esclamò mentre passava da quel soggiorno dal pavimento in piastrelle nere e pareti rosse.
"Figlia mia... io rispetto le tue passioni... ma ho paura che t'isolino dalle altre persone, vorrei tanto che tu avessi degli amici." Pensò la madre.
La dragonessa osservò le varie case avvolte da piante rampicanti e spiccò il volo.
Da lassù si poteva vedere l'intera città, sembra un dipinto formato da chiazze marroni e verdi.
Si fermò in volo a osservare la Torre dei Saggi, la maestosità e l'imponenza di quella torre la stupivano ogni volta.
"Il mondo sembra vastissimo visto da quest'altezza... chissà se qui incontrerò qualcuno come me? Forse è vero che dovrei farmi degli amici...
forse questa volta andrà diversamente" pensò.
La dragonessa planò verso un sentiero vicino.
"Magari stavolta ritorno a casa a piedi." Pensò.
Si mise a camminare, iniziò a osservare elementi del paesaggio che non avrebbe notato volando,
la bellezza della chioma degli alberi, i ciuffi d'erba e le diverse specie di fiori.
"Fermati Terry!" esclamò una voce.
Uno scorpo alto quanto un piede umano, la sua corazza marrone, con un pungiglione che arriva fino al ginocchio ai cui lati erano posti due occhi gialli.
Sia avvicinò un ragazzo con dei corti capelli rossi e gli occhi marroni, indossava una maglietta arancione e pantaloni neri.
"Scusa, mi dispiace, è uno scorpo molto curioso, quando incontra qualcuno di nuovo gli si avvicina per squadrarlo." Disse lui dispiaciuto.
"Non preoccuparti." Rispose lei.
La dragonessa accarezzò il drago per poi ritornare verso casa.
   
 
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