Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Dolceninfa    12/05/2020    3 recensioni
Sasuke è un uomo di trentacinque anni alle prese con la sua carriera ed una figlia adolescente. Nulla va male nella sua vita che sembra seguire dei binari preimpostati, fino a quando una sera accade qualcosa che lo sconvolge. La perdita del padre fa riaffiorare spiacevoli ricordi e per la prima volta diventa vulnerabile.
Una vita perfetta scombussolata da qualcosa di imprevedibile.
"Si voltò frettolosamente, l'espressione del viso pungente, quando finalmente i suoi occhi neri incontrarono quelli dell'uomo accanto a lui. E si bloccò, come se avesse perso la parola. Nemmeno il cielo nelle sue giornate migliori aveva un azzurro così bello ed intenso."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il suono dei tasti cliccati era l'unica melodia nella stanza. Sasuke guardava lo schermo del pc con aria seria, quasi contrita, mentre completava quella mail importante sui dati di fine settimana. L'attività lavorativa stava richiedendo uno sforzo maggiore. Era persino arrivato al punto di considerare l'idea che avessero bisogno di un aiuto, cosa che però nessuno di loro voleva ammettere ad alta voce. Gli Uchiha erano diffidenti, quindi molto difficilmente avrebbero permesso l'ingresso di un estraneo ai piani alti. Il trillo del suo cellulare lo destò da quei pensieri.

Naruto: Ho voglia di vederti.

Si leccò il labbro inferiore instantaneamente, quando lo sguardo si posò su quelle lettere.

Mi manca. La sua coscienza non sapeva mentire. Non lo vedeva da pochi giorni, ma ne sentiva già la mancanza ed un pò lo infastidiva quell'attaccamento a lui. Non poteva affezionarsi in così poco tempo.

Sasuke: Anche io.

Non si sbilanciò molto, eppure non se l'era nemmeno sentita di ignorare quel messaggio. Non voleva ammettere che gli avesse fatto piacere ricevere notizie di Naruto, ma neppure fingere che la sua presenza gli fosse indifferente. E come se lo avesse evocato, il cellulare prese a squillare annunciando l'arrivo di una chiamata. Solitamente non rispondeva al telefonino durante le ore di lavoro. Se c'era un'emergenza, Sakura o Sarada sapevano di doverlo contattare in ufficio e solo per loro si rendeva reperibile. Quindi si trovò a compiere un'eccezione quando premette sul tasto di ricezione.

-Dobe sto lavorando- la voce era asciutta, tentando a tutti i costi di mascherare l'emozione di risentirlo

-Ehm teme...sono fuori al tuo ufficio. La tua segretaria dice che non può disturbarti, ma volevo solo salutarti- se lo immaginava imbarazzato, probabilmente a scompigliarsi i fili dorati.

-Sei dove?- chiese un pò alterato nel tono, la bocca che diveniva asciutta. Deglutì. Naruto era fuori al suo ufficio.

-Dietro la tua porta, non vorrei chiamassero la sicurezza. Eddai, fammi entrare. Solo qualche minuto-

Sasuke si alzò di scatto, non appena quello menzionò la sicurezza. Nonostante una parte di lui, quella malvagia, avrebbe quasi quasi voluto godersi la scena, l'altra, quella possessiva, provava fastidio nell'idea di vedere il suo Naruto portato via come un delinquente. Spense la chiamata, dirigendosi verso la porta con ampie falcate. Quasi la spalancò e si accorse che realmente il biondo era là per lui con una faccia da ebete, forse per il modo brusco in cui aveva interrotto la comunicazione.

-Entra, dobe- ordinò senza alcun preambolo. Lo vide quasi scodinzolare verso di lui, come un cagnolino a cui il padrone ha appena donato un osso. Richiuse la porta alle spalle e lo fulminò con lo sguardo -Ti sembra normale presentarti sul mio posto di lavoro?-

-Eddai...che sarà mai...non sarà la prima volta che un amico ti viene a trovare, no?- lo disse con tranquillità, come se effettivamente non ci fosse nulla di male. Ma per lui era davvero la prima volta. Le uniche persone che andavano a trovarlo in ufficio facevano parte della sua famiglia, oltre Suigetsu. Però quest'ultimo era anche l'avvocato della compagnia, per cui non lo si poteva definire solamente un amico. Naruto sembrò indovinare la risposta, perchè spalancò i suoi occhi azzurri di sincera sorpresa -Sono la prima persona che ti viene a trovare?-

-Taci. Solitamente non permetto ad estranei di presentarsi qui. Solo la famiglia e gli appuntamenti di lavoro-

-Ouch. Sei sempre così freddo, Sas'ke- quello accusò il colpo e subito si pentì di averlo definito estraneo.

-Che ci fai qua?- cambiò discorso

-Te l'ho detto, volevo vederti- si giustificò un pò meno baldanzoso. Sasuke allora si avvicinò e bruciò la distanza, stampandogli un bacio sulle labbra. Comunicare le sue emozioni gli risultava difficile, non era abituato ad esprimersi a parole o rivelare i sentimenti. Era cresciuto con l'idea che le dimostrazioni valevano di più delle mere parole. E a Naruto sembrò bastare quel suo modo per fargli capire che realmente non lo considerava un estraneo, perchè rispose al bacio e lo sentì sorridere a fior di labbra.

-Mi pare tu sia felice di avermi qui- lo stuzzicò il biondo, alludendo alla sua erezione che si era risvegliata solo per un bacio. A Sasuke nacque un sorriso spontaneo. Si ritrovò a scuotere il capo, però addolcito.

-Ti sarei grato se andassi via. La tua presenza qui mi impedisce di lavorare- gli rispose

-Dovrei sentirmi onorato?- lo provocò

-Pensa quello che...-si bloccò. La porta venne aperta e sulla soglia comparve Itachi che chiaramente non si aspettava di trovare il fratello in compagnia di un altro uomo ad un palmo di distanza da lui. Sasuke si allontanò di scatto da Naruto e quel gesto fu rivelatore su chi fosse l'uomo agli occhi del maggiore degli Uchiha.

-Sasuke, perdonami, non sapevo tu fossi in compagnia- Itachi non si scompose. Richiuse la porta alle spalle ed avanzò verso i due con passo sicuro. Tese la mano verso Naruto, mettendo sul viso la sua migliore espressione cortese -Itachi Uchiha, fratello maggiore di Sasuke- si presentò, professionale, ma anche cordiale

-Naruto Uzumaki...ehm...un amico...?- il biondo lanciò un'occhiata a Sasuke, indeciso su come definirsi ed il moro avrebbe volentieri voluto sotterrarsi. Conosceva bene Itachi da sapere che in quel momento l'altro era sotto esame e lui gli aveva rivelato più informazioni di quelle che avrebbe voluto. Però Itachi era dannatamente bravo nel non far scorgere il suo atto di indagine.

-Hai bisogno di qualcosa?- intervenne lui, rivolgendosi al fratello

-Volevo parlarti di alcuni documenti...questioni di lavoro- spiegò quello non proseguendo oltre, chiaro che la questione non prevedesse la presenza di un'altra persona.

-Allora tolgo il disturbo- si intromise Naruto, sorridendo.

Disturbo. Come stonava quella parola riferita a lui. Sasuke si rese conto che non lo avrebbe mai considerato tale.

-Naruto ti va di cenare con noi stasera?-

A Sasuke si seccò la gola. Osservò Itachi come se fosse un fantasma. Aveva realmente chiesto ciò che aveva sentito? Dalla sorpresa negli occhi di Naruto capì che non se lo era sognato. Ma poi vide gli occhi azzurri accendersi di gioia e allora gli sembrò la proposta più giusta da fare.

-Mi piacerebbe se venissi- si accodò quindi al fratello, recuperando la parola

Naruto portò la mano a grattarsi il capo -Sarebbe fantastico, ma mi sono appena ricordato che stasera è il mio turno stare con la piccola peste- spiegò -Passo già poco tempo con lui, se gli dò buca, potrebbe seriamente odiarmi- aggiunse

-Oh non sapevo avessi un figlio, ma puoi portarlo, se vuoi- Itachi non si scompose, al che Naruto non fece più alcuna resistenza

-Ci sarò- Lo sguardo azzurro finì su di lui e Sasuke si sentì più felice di quanto avrebbe creduto.

-Ti invio l'indirizzo più tardi- gli promise

-A più tardi allora- disse, salutandoli entrambi e lasciando la stanza.

Adesso Sasuke era rimasto solo sotto lo sguardo indagatore di Itachi.

-Quindi, cosa volevi dirmi?- chiese, portando l'argomento su questioni lavorative.

-Potremmo finanziare un film- disse l'altro, accantonando quanto successo prima.

-Un film?- Sasuke sembrava ancora più sorpreso della proposta di invitare Naruto a cena.

-Ne abbiamo i fondi. Nostro padre ci stava già pensando prima di morire. Secondo lui ci avrebbe portato ad un gradino più alto. Se entriamo nell'industria cinematografica, le azioni triplicherebbero-

-Ma anche la mole di lavoro, nii san*- lo appellò in modo affettuoso. Itachi fece un sorriso ammorbidito – Facciamo già fatica ora a sostenere il ritmo e non ti nego che ho pensato dovessimo assumere qualcuno-

-Non possiamo farci affiancare da qualcuno che non è della famiglia- intervenne il maggiore

-Lo so, ma siamo oberati di lavoro. Se dovessimo fare pure questo passo, ci ritroveremmo a dover installare una camera da letto, perchè non usciremmo più da questo palazzo- spiegò e Sasuke vide il fratello aggrottare le sopracciglia.

-C'è ancora qualche Uchiha che potrebbe aiutare- disse d'un tratto Itachi

-A chi pensi?- domandò Sasuke che non riusciva a capire a cosa si riferisse il fratello

-Sarada-

Sasuke si trovò a spalancare gli occhi- Non se ne parla. E' poco più di una bambina e voglio che rimanga tale almeno per i prossimi tre anni-

-E' la prima del suo corso. Ed ogni volta che le propongo un argomento su statistiche ed economia aziendale, ragiona esattamente come noi. E' capace ed è di famiglia-

-Ha la scuola, i suoi studi-

-Sarebbe part time. Non toglierebbe tempo alla scuola od i suoi studi. Apprende in fretta e questo sarà il suo futuro un giorno-

Sasuke si massaggiò le tempie -Devo prima parlarne con Sakura ed essere sicuro che la cosa possa interessare a Sarada-

-Le interessa, ne abbiamo già parlato- lo informò

Sasuke sospirò -Rimane allora sapere l'opinione della madre. Non posso prendere decisioni da solo-

Itachi annuì -Concordo. Ma ti assicuro che non influirà sul suo rendimento, nè sulla sua età. Sarà un'occasione per fare esperienza e si aggiunge al cv-

-Tornando alla proposta, non avresti lanciato la bomba, senza avere anche in mente il film- Sasuke riprese il comando della conversazione, al che Itachi annuì

-Si tratta di un artista emergente. Nome d'arte Deidara. E' conosciuto per le sue sculture, ma da poco ha iniziato anche a dedicarsi al cinema. Potrebbe essere il suo capolavoro e il nostro lancio. Dagli un'occhiata- il maggiore Uchiha mise una pila di fogli sulla scrivania -Non ti attardare troppo, abbiamo una cena a cui presiedere – lo vide chiaramente sorridere, facendogli quell'unica battuta.

-A dopo- tagliò corto lui, non volendo imbarazzarsi di fronte al fratello.

 

La giornata lavorativa finì prima di quanto avesse sperato. Aveva informato Naruto di dove si trovasse la sua villa e aveva avvertito Sakura della presenza di ospiti per quella sera. Non l'avrebbe mai ammesso, ma si sentiva entusiasta all'idea di quella cena. Era come dare inizio a qualcosa e si sentiva pronto per quel passo, anche se non ne avevano mai parlato.

Si è presentato sul luogo di lavoro, non lo fai se non hai intenzioni serie. La sua voce interna esprimeva i suoi pensieri e quel concetto lo faceva sentire più tranquillo.

Quando il campanello della porta suonò, si sentì come un ragazzino al primo appuntamento.

Datti una calmata, sei un uomo. Si ammonì da solo e, ricomponendosi, andò ad aprire con la sua espressione severa e gelida di sempre. Sasuke aveva deciso di indossare un completo elegante: pantaloni neri e camicia bianca senza cravatta. Stesso ed identico outfit lo aveva scelto Itachi, il che rendeva veramente difficile distinguere i due. Non erano gemelli, ma ci andavano vicino. Sakura invece aveva optato per un tubino verde, semplice ma elegante. L'unica a differenziarsi in quella famiglia era Sarada che con un semplice jeans ed un maglioncino era più simile ad una persona normale.

Ciò che si trovò davanti il minore degli Uchiha furono due individui di sesso maschile che sembravano la stessa persona nella versione giovane e adulta. Il figlio di Naruto era la fotocopia del padre. Il ricordo dell'Uzumaki a quel viaggio di Suna era tornato più chiaro da quando ne avevano parlato e il ragazzino era esattamente come lui rimembrava fosse il padre a quel tempo. Forse giusto lievemente più giovane, ma la sorpresa fu grande. Il ragazzo aveva un'espressione imbronciata sul volto, mentre l'adulto sorrideva gioioso. Entrambi indossavano dei jeans ed una felpa, decisamente un contrasto enorme con l'eleganza che si respirava in quella casa.

-Sas'ke...spero non siamo in ritardo...- esordì Naruto, mostrando una bottiglia di vino come presente per quell'invito.

-Non dovevi- disse subito, prendendo il dono e spostandosi per farli passare

-Ti presento mio figlio -il biondo mise una mano abbronzata sul capo altrettanto biondo del figlio -Boruto Uzumaki- Il ragazzino sembrava alquanto scocciato

-Papà mi scompigli i capelli, smettila- reagì Boruto infastidito

Sasuke si sentiva quasi di troppo tra quei due. Il tono del ragazzo lo aveva destabilizzato. Sarada non si era mai rivolta a lui così, quindi capì che tra padre e figlio non dovesse correre una buona aria.

-Venite, vi presento gli altri- fece da Cicerone, conducendoli verso la sala dove avrebbero cenato e dove il resto dei presenti attendeva.

-Boruto?!?- la voce sconvolta e sorpresa di Sarada lo incuriosì. Sua figlia non si scomponeva mai, era la prima volta che la vedeva così in difficoltà.

Sta arrossendo. La sua coscienza notò quel rossore, cosa che mise in moto il suo radar indagatore.

-Sarada chan...Sakura san...non avevo idea che fosse la vostra casa...-anche il Naruto in miniatura sembrava sorpreso ed imbarazzato quanto la figlia. Interrogò Sakura con gli occhi, ma la donna stava abbracciando il suo ospite adulto.

-Naruto, che bello vederti! Non avevo idea fossi tu l'ospite di Sasuke-

-Ma quindi vi conoscete tutti qui?- domandò lui esasperato.

-Io e Naruto abbiamo frequentato lo stesso istituto da ragazzi- spiegò Sakura -Siamo cresciuti insieme-

Osservò la figlia per cercare una risposta a quel rossore, ma dato che Sarada aveva deciso di chiudersi in un silenzio tombale, a cui non riusciva a trovare motivazione, fu sempre la donna dai capelli rosa a svelare il mistero -Boruto e Sarada sono nella stessa classe-

-Ma guarda un pò che coincidenza- intervenne Itachi che fino a quel momento era rimasto in disparte -E tu e Naruto come vi siete conosciuti?- aggiunse, facendolo deglutire

-Ci siamo conosciuti una sera nel mio club- fu Naruto a prendere parola.

Sasuke vide Sakura sgranare gli occhi verdi e mimare un "è lui", che gli bastò a comprendere l'intuizione esatta della donna.

-Beh che dite, ci mettiamo a tavola?- fu Sakura a proporre quella soluzione, intervenendo per salvarlo dalla momentanea immobilità dovuta alle troppe informazioni che avrebbe dovuto processare. E così la cena iniziò.

*

*

*

Sarada non era stata molto entusiasta all'idea di cenare con degli sconosciuti. Aveva saputo solo che un amico di suo padre, non Suigetsu, sarebbe venuto con il figlio e la madre le era apparsa fin troppo esaltata per quello. Non le era stato difficile capire che chiaramente la parola amico era stata usata con leggerezza. Era al corrente dell'orientamento sessuale del padre e tutto ciò che desiderava, era la sua felicità, ma mai in alcun momento avrebbe mai potuto pensare che si sarebbe trattato del padre di Boruto.

Era seduta tra sua madre e Boruto. La vicinanza a lui la metteva in agitazione. Non era riuscita a spicciare parola da quando lo aveva visto. Aveva avvertito solo il suo cuore battere come se avesse corso per chilometri e le guance avvampare. Odiava quelle risposte del suo corpo, che non riusciva a controllare, la facevano sentire quasi debole.

-Naruto era un terribile combinaguai- la madre rise, mentre raccontava episodi sulla sua adolescenza. Doveva ammettere che il padre di Boruto le sembrava molto simpatico e, dagli aneddoti che stava ascoltando, somigliava incredibilmente al figlio -Una volta lo hanno sorpreso a colorare la statua del fondatore dell'istituto. Però ciò che faceva più ridere, erano i suoi tentativi di fuga, finivano tutti in maniera tragica- la sentì ridere e così anche lo zio, mentre suo padre le pareva più sconvolto

-Suvvia Sakura chan, non tradirmi così- fu il flebile lamento dell'uomo, anche se agli occhi di Sarada anche lui sembrava divertito

-Certo che vi conoscete davvero bene- disse Itachi con disinvoltura

-A quei tempi avevo una cotta terribile per lei. Me la sarò portata da quando andavamo alle elementari- ridacchiò, ma Sarada avvertì un cambio nell'atmosfera e proveniva da suo padre. Forse aveva capito male. Se a Naruto piaceva sua madre, allora non doveva essere intimo con il padre. Oppure era comunque così? Si sentì in confusione. D'altronde la sua stessa esistenza era la prova che non esistono certezze o solo bianco e solo nero.

-Quindi possiedi quel club?- si intromise Itachi, forse per rompere quel mutamento dell'atmosfera

Naruto annuì -Ne sono il titolare, ma non è l'unica cosa di cui mi occupo, sono anche un personal trainer- spiegò quello

-Per caso lavori nella palestra degli Hyuuga?- domandò lo zio

-Si si, sono proprio io- fece il biondo

-Ecco, ero convinto di averti già visto-

Sarada si estraniò da quel botta e risposta, concentrandosi sul dolce. Di tanto in tanto lanciava qualche occhiata a Boruto ed un paio di volte i loro occhi si erano persino incrociati, facendola sobbalzare ed imbarazzare. Non aveva avuto una vera conversazione con lui dopo quel giorno. Si erano limitati a salutarsi. Lei aveva provato a scusarsi, però non avrebbe mai implorato perdono. Sapeva di essersi comportata male, ma se Boruto non voleva accettare le sue scuse, non poteva farci niente. Il suo passo lo aveva compiuto.

-Sarada, perchè non porti Boruto nell'altra stanza? Vedete un film, giocate...c'è il rischio che vi annoiate con noi...- propose la madre che la incitava con gli occhi ad approfittare di quell'occasione. Lei sospirò e si alzò da tavola, facendo solo un cenno al biondo per essere seguita.

Il primo piano della villa disponeva di una stanza ricreativa dove avevano un pò di tutto. Da giochi di società ai film, anche un tavolo da biliardo.

-Vuoi giocare?- indicò la struttura e il biondo sembrava sorpreso

-Ehm...non proprio, magari la prossima volta- rifiutò, anche se le sembrava tentato -Vorrei parlarti- confessò quello, andandosi a sedere sul divano -Mitsuki mi ha detto che avete rotto- iniziò, al che lei preferì di gran lunga tornare con gli adulti, per quanto si sentiva a disagio.

-Mh mh- annuì, senza dare chissà che soddisfazione

-Stai bene?- le chiese lui e dallo sguardo che le rivolse, lesse preoccupazione

-Si...nulla di eclatante- minimizzò lei

-Non devi mentire, se vuoi parlare, ti ascolto -

Sarada sollevò lo sguardo su di lui e vi lesse onestà. Arrivò a perdersi in quegli occhi così sinceri, al punto da sentirsi ridicola per aver tenuto così le distanze.

-Davvero, sto bene. Io e Mitsuki non avevamo quella connessione speciale che si richiede. Però ci siamo lasciati in buoni rapporti, ci tengo comunque a lui. E' un bravo ragazzo- disse e si stupì di quanto le parole venissero fuori facilmente

Boruto sorrise -Si è davvero in gamba-

-Anche tu lo sei- si ritrovò a dire spontaneamente e lo vide arrossire. Le venne quasi da ridere per quella reazione. Era possibile che Boruto si sentisse come lei in sua compagnia?

-Avrei dovuto venire sulla funivia- ammise ancora, sentendosi in vena di confessioni. Avvertiva chiaramente che era inutile mentire o nascondersi, perchè alla fine la verità giungeva sempre a galla, come era successo con Mitsuki, ed il rapporto con Boruto era importante per rovinarlo ancora.

-Mi sarebbe davvero piaciuto andarci con te- confessò lui guardando a terra. Nel momento successivo la stanza divenne silenziosa. I due si scrutavano senza dire una parola. Sarada stava cercando di capire a cosa pensasse Boruto e Boruto sembrava indeciso se prendere una qualche iniziativa. A cavarli dall'impiccio ci pensò Sasuke con un colpo di tosse. Sarada sobbalzò dallo spavento e avvertì chiaramente gli occhiali scivolarle verso la punta del naso. Con l'indice li riportò sopra.

-Sarada, i nostri ospiti stanno andando via-

-Davvero?- chiese Boruto, sentendosi chiamato in causa

-Avete scuola domani- risposte composto l'Uchiha, al che il ragazzo tornò a guardare sconfitto la giovane fanciulla

-A domani allora Sarada chan-

Tra saluti e proposte di replicare, l'inquilino più giovane di quella famiglia provò dentro di sè la sensazione che qualcosa stava mutando in lei. E dallo sguardo del padre ebbe l'impressione che non era l'unica ad averlo notato.

E fu così che la cena terminò.

 

*nii-san: fratellone.

 

Angolo autrice-Risposte ai commenti

 

Ben trovati!! Scusate il ritardo, ma gli impegni mi hanno tenuta lontano dal pc, soprattutto dopo la prima iniziale ripresa.

Ryanforever : Le dinamiche degli adolescenti sono le più difficili per me, perchè al momento ragiono in maniera troppo adulta, quindi devo basare le scelte di Sarada su ciò che una ragazzina farebbe. Spero di essere credibile! E grazie come sempre delle tue correzioni.

Soniacrivellaro : presto ci saranno nuove evoluzioni, diciamo che Sasuke questa volta è stato preso in contropiede ed un pò mi diverto a vederlo in difficoltà.

 

Grazie come sempre a tutti! Spero che vi piaccia anche questo capitolo!

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Dolceninfa