Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    12/05/2020    21 recensioni
È passato un anno da quando i Guardiani hanno sconfitto Pitch Black.
Jack Frost è ormai una Leggenda a tutti gli effetti, e cerca di bilanciare la sua nuova posizione di Guardiano del Divertimento con la vita di tutti i giorni.
Tuttavia, l’improvvisa apparizione di un vecchio che afferma di essere Padre Tempo segnerà una brusca e inattesa interruzione dal periodo di tranquillità: secondo l'uomo, Pitch Black sta costruendo un’arma abbastanza potente da far sprofondare l’intero universo in una nuova Dark Age.
C’è solo un piccolo dettaglio: Pitch Black è ancora intrappolato nel suo regno…
(Crossover tra Le 5 Leggende, Frozen, Dragon Trainer, Ribelle - The Brave e altre opere)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo capitolo!
Vi auguriamo una piacevole lettura, e speriamo che troverete il tempo di lasciare un commento.




Capitolo 11 - You’re welcome
 
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“What can I say except you're welcome
For the tides, the sun, the sky
Hey, it's okay, it's okay
You're welcome
I'm just an ordinary demi-guy…”
Dwayne Johnson – You’re Welcome
 
C'era qualcosa di magico in un'isola: bastava quella parola a eccitare la fantasia di qualunque esploratore.
Si perdeva il contatto col resto del mondo, perché un'isola era un piccolo mondo a sé. Un mondo, forse, dal quale si poteva non tornare indietro.
Perché ogni isola era un mondo impaziente di inabissarsi, sparendo in un batter d’occhio a causa di un’eruzione vulcanica, oppure un terremoto. Era un’ entità talattica che sorreggeva sui flutti della Terra, sull'instabile. Per ogni isola valeva la metafora della nave: vi incombeva il naufragio. Specialmente nell’Anello di Fuoco che sorgeva lungo il Pacifico, anche se sarebbe stato riconosciuto con quel termine solo molti secoli dopo.
Non che a Maui importassero simili questioni. In quanto semidio, le preoccupazioni dei mortali erano divenute cosa di poco conto per uno come lui.
Certo, negli ultimi due anni aveva imparato ad affezionarsi a loro, specialmente a causa dell’influenza di colei che aveva cambiato per sempre il suo modo di vedere il mondo: Moana, la principessa dell’isola di Motunui, con la quale aveva intrapreso una missione al limite dell’assurdo per recuperare il cuore di Te Fiti e frenare l’avanzata dell’Oscurità che aveva rischiato di trasformare la Polinesia in un arcipelago desolato.
Da allora, il semidio aveva speso il resto delle sue giornate ad esplorare l’Oceano Pacifico, animato da nuovi propositi di avventura.
L’unico problema? In meno di due anni era riuscito a esplorare tutto ciò che c’era da esplorare in questo agglomerato di zolle di terra situate nel mezzo dell’oceano.
Attualmente, era sdraiato al di sopra di un’amaca che aveva costruito vicino al promontorio dell’ultima isola su cui aveva attraccato. Niente di speciale, un piccolo atollo vulcanico circondato da una barriera corallina e immerso nel verde.
Sotto di lui poggiava il suo inseparabile uncino, l’arma che gli conferiva molte delle sua abilità sovrannaturali, tra cui la capacità di mutare forma e un aumento esponenziale della forza fisica. Poteri straordinari, certo…ma a cosa servivano, quando non avevi più niente per cui usarli?
Il semidio rilasciò un sospiro annoiato, lo sguardo puntato in direzione del sole che sorgeva alto nel cielo.
Dei, avrebbe sacrificato uno dei suoi tatuaggi pur di incappare in qualcosa di eccitante. Qualcosa che potesse suscitare il suo interesse, oppure spronarlo ad intraprendere un’altra avventura…
BOOM!
Il suono di uno scoppiò lo distolse da quei pensieri. Cadde dall’amaca a causa della sorpresa e afferrò rapidamente l’uncino, pronto ad affrontare qualunque minaccia fosse stata così incauta da attentare alla sua vita.
Dopo cinque minuti di assoluto silenzio, clangori misti a ruggiti riecheggiarono da dietro la fila di palme che separava la foresta dalla punta del promontorio.
Incapace di trattenere la sua curiosità, il semidio sbirciò oltre la coltre di alberi.
Ciò che vide, una volta che i suoi occhi si abituarono alla luce riflessa dalle acque dell’isola, gli fece domandare se stesse ancora dormendo.
Sulla punta del promontorio, infatti, avevano presto posto due delle creature più strane che l’uomo avesse mai visto in tutti i suoi anni spesi a vagare per gli arcipelaghi del pacifico.
La più sgargiante apparteneva a quella che aveva tutta l’aria di essere una giovane donna con le sembianze di un uccello. Ad eccezione del volto dai lineamenti indiscutibilmente femminili, infatti, il suo corpo era quasi completamente ricoperto di piume dello stesso colore di un’ara gialloblù.
Nelle mani reggeva un paio di lunghe spade di metallo, un tipo di arma che Maui aveva visto adoperare solo dai pirati che occasionalmente visitavano quella parte dell’oceano. Oh… e stava volando.
Era letteralmente sospesa da terra, sicuramente grazie al paio di ali che spuntavano dalla sua schiena e sbattevano in maniera frenetica e ronzante, come se impazzite.
Era apparentemente impegnata a combattere con una bestia dal mostruoso aspetto demoniaco: sembrava l’incrocio tra un samoano e uno squalo bianco, alto circa due metri e mezzo e dalla pelle quasi completamente nera, percorsa da lunghe striature dorate, come dorati erano gli occhi.
Entrambi gli strani esseri continuarono a scambiarsi colpi come se non potessero fare altro, inconsapevoli di essere osservati. A pochi metri da loro, Maui intravide una strana scatola nera incastonata nel terreno, in un punto del promontorio che sembrava essere stato colpito dal lapillo di un vulcano.
La mente del semidio cominciò a correre. Doveva intervenire? Frenare lo scontro? E se sì… chi avrebbe dovuto aiutare?
La risposta a quest’ultima domanda non tardò a farsi sentire. La donna-uccello, ovviamente. Sembrava molto più amichevole della creatura che stava combattendo… e sicuramente molto più attraente.
Giunto a questa conclusione, il semidio lanciò una rapida occhiata alla versione in miniatura di se stesso che aveva tatuata sul petto.
<< Che ne dici, piccolo amico? Pronto a tornare in azione? >> chiese con un sorriso estatico.
In tutta risposta, il tatuaggio sembro sorridergli e gli fece un pollice in alto.
<< Mi hai tolto le parole di bocca >> replicò Maui, mentre stringeva la presa sul suo fidato uncino. << In questo caso…I KA HIHIA! >>
E, dopo aver pronunciato tali parole, si lanciò oltre la coltre di alberi e atterrò proprio davanti alla coppia di combattenti, sollevando una densa nube di detriti.
<< Come butta, gente? >> salutò con tono spensierato.
Dentolina e lo squalo Fearling furono costretti a retrocedere e a coprirsi il viso con un braccio, per poi sollevare nuovamente lo sguardo davanti a sé, entrambi confusi e interdetti.
<< E tu chi saresti!? >> esclamò la Fata del Dentino.
<< Chiunque vuoi che io sia, bambola >> rispose il semidio con un sorriso smagliante, prima di arricciare il volto in una smorfia. << No, mi è uscita male. È da un po' che non incontro una donna, dovremo lavorarci. >>
Prima che la Fata potesse solo pensare di rispondergli piccata, il Fearling ruggì e si batté il petto, per poi scattare all'attacco contro il polinesiano.
Di fronte alle azioni della creatura, questi recuperò il suo sorriso eccitato.
<< Okay, ragazzone… balliamo! >> esclamò, mentre caricava in avanti e procedeva a colpirla con un rapido fendente del suo uncino.
La bestia, sorpresa dalla forza di quello che aveva pensato essere un semplice essere umano, venne scagliata direttamente contro un albero, spezzandone il tronco e cadendo nel fogliame.
Maui si fermò affianco a Dentolina. << In nome degli dèi, cosa diavolo è quella cosa? >>
<< È un Fearling, un essere fatto di pura paura >> spiegò pazientemente la Guardiana, internamente sorpresa dal fatto che questo umano potesse vederla. << Per sconfiggerlo ci vogliono attacchi poderosi e ben assestati. Ha la brutta abitudine di rigenerarsi dalle... ATTENTO! >>
Lo spinse di lato, proprio mentre un grosso masso si schiantava nel punto esatto in cui erano stati fino a pochi secondi prima. Poco dopo, il Fearling furoiuscì dalla boscaglia.
Dentolina schizzò rapidissima in avanti ed eseguì una rapida giravolta su sé stessa. Subito, alcune piume cominciarono a staccarsi dal suo corpo, indurendosi a mezz’aria e assumendo una conformazione vagamente metallica.
Ad un battito degli occhi rosa, partirono spedite contro la creatura, trafiggendola in diversi punti.
Il Fearling ruggì per il dolore, ma non si lasciò certo frenare dall'attacco. Spalancò le fauci irte di denti… e con grande sorpresa di Maui, da esse ne fuoriuscì un torrente di fiamme che puntò verso di loro.
La Guardiana si scansò di lato, rapidamente imitato dal semidio. Con grande costernazione di quest’ultimo, tuttavia, il fuoco generato dalla creatura fu comunque abbastanza veloce da bruciargli una ciocca di capelli.
Sul petto del polinesiano, il piccolo tatuaggio emise un urlo silenzioso. Maui, al contrario, rimase fermo per quasi dieci secondi buoni.
Passato quel lasso di tempo, volse allo squalo un'espressione che prometteva morte.
<< Ora mi hai fatto arrabbiare >> sussurrò attraverso i denti, mentre l'amo che reggeva nella mano destra cominciò a illuminarsi di un intenso bagliore azzurro.
In pochi secondi, sotto lo sguardo costernato della Fata del Dentino, la figura umanoide del semidio lasciò posto a quella di un grosso falco dalle piume dorate.
L'uccello lanciò un grido proveniente da un altro mondo e caricò contro il Fearling, protraendo gli artigli in avanti.
Dentolina rimase interdetta per qualche istante, con un miliardo di domande che le frullavano in testa, ma fu rapida a decidere che quello non era né il luogo né il momento adatto per soffermarsi sulla questione. Anzi, forse non lo sarebbe mai stato, dato che aveva una missione urgente da compiere.
Fece un balzo e fiancheggiò il falco, attaccando dal lato opposto con le proprie spade.
I loro attacchi lo colpirono quasi all'unisono e penetrarono nella pelle di sabbia.
La Guardiana era ben conscia del fatto che, per uccidere un Fearling, era necessario un flusso costante di attacchi. Con quel pensiero in mente, evocò altre piume metalliche e cominciò a conficcarle ripetutamente nel corpo della bestia.
Il mostro cercò di fuoriuscire dalla traiettoria della Guardiana, ma i suoi tentativi vennero presto vanificati da Maui, il quale fece appello alla cospicua forza delle sue ali per tenerlo fermo.
Dopo qualche altra serie di colpi, il Fearling esplose in una miriade di granelli di sabbia, lanciando un ultimo ruggito di pura collera che risuonò per tutta la lunghezza dell'isola.
La mezza colibrì si affrettò a sbattere vertiginosamente le grandi ali per disperdere ciò che restava del mostro, mentre le piume utilizzate nell’offensiva si riattaccarono al suo corpo. Le spade seguirono a ruota, venendo prontamente assorbite dal folto piumaggio della Leggenda.
<< Be', direi che hai appena salvato la mia giornata, ragazzo! >> esclamò, rivolgendo un gran sorriso nei confronti di falco Maui.
A quella parole, l’aspetto del polinesiano tornò quello di un essere umano.
<< Ragazzo? >> fece il semidio, con un sonoro sbuffo << Posso assicurarle, signorina, che sono molto più vecchio di quello che sembro. >>
<< Ed è tua abitudine flirtare con ogni donna che incontri? >> sentenziò la donna con aria severa, i pugni poggiati sui fianchi.
Il semidio si passò una mano dai capelli, ridacchiando con aria imbarazzata.
<< Sì, penso che dovrei rispolverare le mia bilità sociali… uh, che cos'è quello?>> domandò nel tentativo di cambiare argomento, lo sguardo rivolto nei confronti della scatola misteriosa a pochi passi da loro,
<< Oh, cielo! È quello che stava cercando il Fearling... fermo, non toccarlo! >>
L'uomo, tuttavia, non sembrò curarsi delle parole della donna e afferrò l'oggetto tra le mani, cominciando a rigirarselo tra le dita.
<< Uhmmm… è una pietra magica? >>
<< Sì, ed è molto pericolosa, per questo sono venuta qui! >> replicò la Guardiana, svolazzandogli intorno << È molto importante che tu me la dia subito! >>
Maui inarcò un sopracciglio e rimase in silenzio, passando brevemente lo sguardo da lei alla scatola.
Si portò una mano al mento, assumendo un'espressione di apparente contemplazione. Dopo quasi mezzo minuto, annuì a se stesso e volse nuovamente la propria attenzione nei confronti di Dentolina.
<< Molto bene, ti darò questo oggetto...>>
<< Fantastico! >>
<< SE… mi porterai con te. >>
<< Grandio-…! Che cosa!? >>
<< Mi hai sentito bene >> replicò il semidio, con un ghigno divertito. << Ho passato gli ultimi due anni a girovagare per questo arcipelago, e mi sono reso conto di quanto sia diventato… noioso. >>
Rilasciò un sospiro affranto e puntò lo sguardo in direzione dell'enorme distesa oceanica che si trovava oltre il promontorio dell'isola.
<< Non c'è più niente da esplorare...nulla che sia in grado di fornirmi il benché minimo stimolo. Ma tu... >> disse, indicando la sua interlocutrice << Potresti essere la mia via d'uscita da questo mortorio. Quindi sì, misteriosa donna-uccello. Qualunque sia la tua missione… io sono dentro! >>
<< Ma io... ma tu... ma... ! >>
La Fata del Dentino si morse il labbro, serrò le palpebre e si portò le mani alle tempie, costringendosi a prendere un respiro profondo.
<< Tu non hai la minima idea di quello che stai chiedendo >> sibilò, fissandolo negli occhi << Questo non è un gioco, né un'avventura. Quella scatola ha un potere malvagio che va oltre ogni immaginazione e potrebbe far piombare l'intero universo in un cumulo di tenebre, orrore, paura e disperazione. >>
Maui, tuttavia, si limitò a fissarla con uno sguardo impassibile.
<< Scusa, ti ho perso a metà strada >> ammise con una scrollata di spalle. << Ma credo che la tua risposta fosse un "no". Pazienza. >>
Porse la mano in avanti. Tuttavia, prima che Dentolina potesse afferrare il frammento di Crogiolo, la ritrasse subito.
<< Ma forse questa scatola non è poi così importante >> continuò con un sorriso innocente, mentre si avvicinava alla punta del promontorio e tendeva il braccio. << Penso che la getterò nell'oceano...>>
<< Nooooo! >>
Si fermò di colpo, lanciandole un ghigno consapevole. << Allora… abbiamo un accordo? >>
Se si fosse stata in un'altra situazione, la Guardiana dei Ricordi non avrebbe esitato ad infilzarlo con le proprie piume, ma c'era il rischio che il frammento di Crogiolo cadesse davvero nelle acque oceaniche, e allora sarebbe stato davvero impossibile ritrovarlo.
Certo, era anche vero che lei poteva benissimo acchiapparlo al volo, dopotutto la velocità era la sua specialità, ma non le sembrava corretto colpire quel ragazzo così a tradimento, specialmente non dopo che l’aveva aiutata a sconfiggere il Fearling.
Per quanto non le piacesse il suo atteggiamento da spaccone, doveva ammettere che era un formidabile combattente…e che, senza di lui, difficilmente avrebbe potuto attuare il suo ultimo attacco.
Prese un altro respiro e lo fissò intensamente.
<< Qual è il tuo nome? >>
Il polinesiano gonfiò il petto con orgoglio.
<< Io sono Maui! Semidio, signore dei samoani, cacciatore di mostri, vincitore del premio "uomo più sexy del Pacifico" da più di 200 anni… okay, non sono sicuro se mi abbiano assegnato il premio anche mentre ero intrappolato su quell'isola, ma a chi altri avrebbero potuto darlo? Dico bene, amico? >> disse rivolto al piccolo tatuaggio, il quale gonfio il petto a propria volta.
A quella scenetta, la Guardiana si schiaffeggiò la fronte, già parecchio esasperata.
Ora la situazione le era molto più chiara. I semidei erano individui piuttosto rari, tra i pochi esseri umani capaci di vedere gli spiriti senza il bisogno di dover credere in loro.
Dentolina ne aveva incontrati alcuni nel corso dei secoli…esperienze che si erano rivelate a dir poco sfiancanti, soprattutto a causa dell’atteggiamento di superiorità che caratterizzava la maggior parte di questi immortali.
Poi si ricordò le regole della buona creanza e si spazzolò il corpo con le mani, rizzandosi fiera e dignitosa.
<< Io sono Dentolina, la Fata del Dentino, Guardiana dei Ricordi e Terza Leggenda >> declamò << E dal momento che tu, Maui... ehm, mi hai dimostrato il tuo valore, io ti consentirò di venire con me alla ricerca dei frammenti del Crogiolo. >>
Una mezza verità come un’altra per giustificare il misfatto, qualora i suoi compagni Guardiani avessero posto domande.
<< Grande! >> esclamò il semidio, per poi lanciarle la scatola. << Ecco a te. >>
Dentolina scattò in avanti, afferrandolo rapidamente.
Gli lanciò un'occhiataccia. << Stai più attento! Poteva cadere sul serio! >>
<< Sì, sì, qualunque cosa >> borbottò il polinesiano, con un roteare degli occhi. << Quando si parte? >>
 
                                                                                                                            * * * 
 
Jack Frost sentiva tutto con estrema nitidezza.
Era come se l’ambiente circostante non fosse altro che semplice rumore di fondo, un insopportabile ronzio che continuava a risuonargli nelle orecchie sotto forma di un picchiettio rapido e costante.
Solo più tardi si rese conto che quel rumore era il battito del suo cuore. Stava pompando sangue ad una velocità allarmante, soprattutto per uno spirito immortale.
Era credenza comune che tali esseri fossero sprovvisti di un sistema vascolare o altri organi umani, ma ciò era soprattutto dovuto alla convinzione che uno spirito fosse semplicemente l’incarnazione dell’anima appartenuta ad una persona quando, in realtà, individui come Jack e il resto dei Guardiani erano stati letteralmente riportati alla vita.
<< Jack! >> esclamò una voce familiare affianco al ragazzo.
Questi sussultò, come se si fosse appena svegliato da un sogno ad occhi aperti… o forse “incubo” sarebbe stato il termine più appropriato.
Elsa era di fronte a lui, gli occhi ricolmi di preoccupazione evidente. Quando non le rispose, si avvicinò di un passo e gli afferrò delicatamente il volto, costringendolo a fissarla dritta in quelle pupille del colore del cielo.
<< Stai bene? >> chiese con esitazione.
Frost sbatté le palpebre mentre si vedeva riflesso nelle sue iridi, poi si costrinse a prendere un lungo, profondo respiro, sorreggendosi appena al bastone con entrambe le mani.
Infine, sollevò il capo e annuì esitante.
<< Sto bene >> rispose con un flebile sorriso.
Lanciò un’occhiata rassicurante anche ai vichinghi e ai loro draghi.
<< Quel tipo era… una mia versione proveniente da un altro universo. Lo stesso da cui viene il Pitch Black che stiamo affrontando. Io non pensavo…che …che qualcuno come me potesse… >>
<< Tutta questa situazione è così assurda >> gemette Astrid, portandosi una mano alla fronte per frenare un inevitabile mal di testa. << E adesso che dovremo fare? E se ritorna? >>
<< Non lo farà, almeno per ora >> ribattè Hiccup, sorprendendo la moglie. << Lui stesso ha ammesso di essersi trovato in svantaggio, è ragionevole supporre che voglia riorganizzare le sue forze. Inoltre, per noi non c’è motivo di restare qui. >>
<< Come sarebbe a dire? Il Crogiolo... >> fece Jack, ma il capo di Berk lo interruppe praticamente subito.
<< Era venuto per lei. >>
Indicò la principessa dai capelli rossi, stesa fra le sue braccia.
<< È ragionevole supporre che sia collegata, in qualche modo, con il frammento. Pensateci: siamo apparsi nell’esatto momento in cui la stava attaccando, e prima di andarsene ci ha detto che “proteggerla non servirà a niente” >> spiegò pazientemente, per poi volgere allo spirito un’occhiata significativa. << Dobbiamo portarla dall’esperto di cui ci hai parlato. Magari saprà darci qualche risposta. >>
Nel mentre, Elsa si avvicinò alla ragazza e cominciò a scrutarla da capo a piedi. Le prese delicatamente il polso e fece pressione con due dita.
<< Sta bene, è solo svenuta >> disse dopo qualche attimo di silenzio, il volto adornato da un'espressione visibilmente sollevata. << Ma il suo battito cardiaco è molto accelerato. Inoltre, la sua temperatura corporea è molto più calda di quella di un essere umano. >>
Volse lo sguardo in direzione di Jack.
<< Hiccup ha ragione, dobbiamo subito portarla da qualcuno, possibilmente un guaritore >> concluse seriamente.
Lo spirito annuì comprensivo. << D’accordo. Meglio muoversi. >>
Tirò fuori il globo di neve e lo lanciò di fronte a sé.
<< Prima tu, treccina, nel caso qualcosa andasse storto. >>
<< Okay, ma non chiamarmi treccina >> sbottò Hiccup. << Andiamo, bello. >>
Sdentato gli camminò accanto e lo aiutò a trasportare Merida, entrando nel portale e venendo presto seguito da tutti gli altri.
Pochi secondi dopo, il gruppo si ritrovò all'interno di un luogo familiare solo allo Spirito dell'Inverno.
Si trattava di una stanza di notevoli dimensioni, costruita attorno a quello che aveva tutta l'aria di essere un enorme mappa mondo in ferro.
Per un attimo, Hiccup, Astrid, Elsa e i draghi credettero di essere stati catapultati in un mondo da fiaba.
Nel vuoto dell'aria aleggiavano vari oggetti dai colori sgargianti, alcuni dalle forme riconoscibili...altri che sembravano fuoriusciti direttamente dai sogni più sfrenati della mente di un bambino. Era una visione bellissima.
Con la coda dell'occhio, il trio notò alcune strane creature dalla corporatura grossa e pelosa - simili ad orsi - apparentemente impegnate nella costruzione di tali oggetti.
Ai loro piedi, spiccavano piccoli esseri poco più grandi di una mano, vestiti con buffi abiti rossi completi di cappelli a punta e campanellino.
<< Che… che posto è questo? >> sussurrò il Quinto Spirito, meravigliata.
<< Questo, amici miei >> enunciò Jack Frost, con orgoglio e fierezza << è il Polo Nord. >>
Sdentato, incuriosito dal passeggiare degli elfi, abbassò il capo per guardarli più da vicino, dilatando i grandi occhi verdi. Accanto a lui si posizionò Tempestosa, emettendo un verso chiocciante e divertito.
Come li videro e li sentirono, una delle piccole creature - già molto poco sveglie di loro - cacciò un urlo degno di un soprano e cominciò a correre in giro, prontamente imitato dagli altri
<< Ma che accidenti…! >> esclamò Hiccup, facendo un balzo indietro per non spiaccicarne qualcuno con i piedi. Per poco non perse l’equilibrio, a causa della presenza di Merida tra le braccia.
Astrid scrutò le piccole creature con evidente curiosità.
<< Okay… non è la cosa più strana che ho visto oggi >> borbottò con un tono di voce che lasciava trasparire un certo livello di esasperazione. E come darle torto, considerando la situazione in cui era stata catapultata assieme al marito?
Elsa, al contrario, aveva il volto adornato dal sorriso più grande che lo Spirito dell'Inverno le avesse visto fare dal momento in cui le aveva rivelato la sua vera identità.
<< Questa è la casa di Santa Claus?! >> domandò con eccitazione a mala pena contenuta.
<< Proprio così >> le confermò Jack, internamente divertito dalla reazione della giovane donna. << E non ti dico la fatica che ho dovuto fare per ottenere la libertà d’accesso… Phil, Bob, come va? >>
I due yeti risposero al suo occhiolino e al suo sventolare la mano con dei versi burberi.
<< E loro chi o cosa sarebbero? >> domandò Hiccup, incuriosito.
<< Yeti. I fedeli operai di Babbo Natale >> spiegò Jack << Sono addetti alla costruzione e alla manutenzione dei regali. Ed è meglio non farli arrabbiare. >>
<< Io e mia sorella abbiamo sempre pensato che fossero gli elfi ad occuparsi di certe cose >> fece stupita l’ex regina di Arendelle, mentre lanciava una rapida occhiata in direzione della coppia di creature. Avevano un'aria decisamente minacciosa, ma non sembravano pericolosi.
Ogni preoccupazione venne completamente accantonata quando il suo sguardo si concentro su uno yeti apparentemente intento a suonare un bizzarro strumento musicale. Sembrava particolarmente felice del suo operato, e alcuni elfi avevano cominciato a ballare al ritmo della sua esibizione. Sì, era decisamente una scena adorabile.
<< È un po’ quello che credono tutti, prima di venire qui. Io in primis >> rispose il Quinto Guardiano.
<< Tutto molto interessante, ma vi ricordo che con noi abbiamo una persona che necessita di aiuto immediato >> intervenne il capo di Berk. << C’è un posto in cui possiamo metterla? >>
Jack richiamò l’attenzione di uno degli yeti, chiedendogli rispettosamente di portarli da Ombric. La creatura si incupì appena, ma rispose nella propria lingua rumorosa e li invitò a seguirlo.
Tuttavia, poco prima che il gruppo potesse compiere anche un solo passo, ecco che una sonora esplosione riecheggiò per tutta la lunghezza della base.
L’edifico tremò, spaventando elfi, yeti e draghi allo stesso modo. Il tutto duro per circa una decina di secondi, prima che una calma piatta tornasse a regnare nella fabbrica.
Jack reagì all'istante e cominciò a correre in direzione del punto da cui era partito il suono, rapidamente seguito da Elsa, Astrid, Tempestosa e alcuni yeti.
Hiccup li osservò allontanarsi con aria incredula.
<< Ehm, ragazzi… io qui avrei bisogno di una mano >> disse indicando la figura ancora svenuta di Merida. Com'era prevedibile, non ottenne risposta.
<< E ti pareva >> borbottò, mentre volgeva un'occhiata a Sdentato. << Ti dispiace portare un passeggero in più? >>
Il Furia Buia si limitò a scrollare le spalle e acquattò la schiena, permettendo al vichingo di issarvi sopra il corpo della principessa. Fatto questo, salì in groppa al drago e gli ordinò di seguire la moglie.
Ai piani inferiori, Jack si ritrovò di fronte ad una scena piuttosto singolare.
Il punto della fabbrica in cui attualmente si trovava…era completamente disseminato di lanuggine, pupazzi strappati e giocattoli ridotti in tanti piccoli pezzettini.
In mezzo a quella cacofonia spiccavano due ragazze dai volti leggermente bruciacchiati, affiancati dall’inconfondibile figura di Sandy.
Una era vestita con abiti di ricca fattura e aveva i capelli rossi raccolti da una corona. L'altra indossava un vestito molto più provinciale e aveva una lunga chioma dorata che le arrivava fino ai piedi, la più lunga che lo Spirito Invernale avesse mai visto.
La stanza rimase in completo silenzio per quasi un minuto buono.
<< ...ok, giuro che non avevo idea che sarebbe esploso >> disse all'improvviso la rossa, il volto adornato da un'espressione imbarazzata.
A quelle parole, Sandy si portò una mano al volto con aria esasperata, mentre la ragazza bionda fissò incredula l'apparente colpevole di tutta quella cacofonia.
<< Ma…! Sopra la cassa c'era scritto “altamente infiammabile!” >>
<< In mia difesa, non sono mai stata brava con la lingua inglese >> tentò di giustificarsi l'altra. << E poi, scusa, quale bambino vorrebbe mai ricevere sostanze chimiche infiammabili per Natale? >>
<< Be’, probabilmente uno a cui piace la scienza… >>
La bionda si bloccò di colpo, notando che non erano più soli.
Fu proprio in quel momento che Jack venne raggiunto da Elsa, Astrid, Tempestosa e gli Yeti, rapidamente seguiti da Hiccup e Sdentato.
Di fronte a quello spettacolo, l’ex-regina di Arendelle sgranò gli occhi, incredula e completamente colta di sorpresa. Puntò lo sguardo in direzione delle due ragazze, incapace di credere ai propri occhi.
<< A… Anna!? >> esclamò << Rapunzel!? >>
<< Sandy, in nome di tutti i fiocchi di neve, che cosa… >> le venne incontro Jack, spiazzato.
Il Guardiano dei Sogni rilasciò un sospiro silenzioso e fece per rispondere al collega con il suo consueto idioma fatto di immagini fluttuanti.
Tuttavia, prima che potesse farlo...
FOOOSH!
Un portale si materializzò al centro della stanza, sorprendendo le varie persone raccolte.
Ne fuoriuscì un Nicholas Nord visibilmente provato, affiancato dalle figure di E. Aster Calmoniglio e Jack Skellington. Erano tutti e tre ricoperti di una strana sostanza nera, simile all'inchiostro.
E prima ancora che chiunque potesse domandarsi cosa diavolo stesse succedendo, un grosso tentacolo attraversò il vortice sospeso a mezz'aria, suscitando un grido allarmato ad opera del trio.
<< Chiudilo! Chiudilo! >> esclamò Calmoniglio, attaccandosi al braccio del Primo Guardiano.
Per sua fortuna, il portale sembrò quasi rispondere alle preghiere della Leggenda e cominciò a dissolversi.
L'enorme tentacolo venne tranciato di netto e cadde pesantemente a terra, agitandosi per qualche secondo, prima che una delle lame di Babbo Natale si abbattesse su di esso, costringendolo al silenzio.
<< Šostakóvič! >> imprecò Claus, ritraendo l’arma e spazzolandosi i vestiti << Non mi sono mai piaciuti i cefalopodi, sono così viscidi e su-… >>
Il vecchio si interruppe, notando il gruppo di persone da cui era circondato. Queste rimasero ferme a fissare lui, il Coniglietto di Pasqua e lo scheletro con espressioni spiazzate.
<< Santo cielo! Non siamo in ritardo per la riunione, vero? >> domandò Skellington, fissandoli con uno sguardo sinceramente preoccupato, per quanto le orbite nere gli permettessero di esprimere.
<< Riunione? Ma che… ? >>
Il Coniglio Pasquale fissò prima lo scheletro, poi i colleghi Guardiani lì presenti, poi le due donne, il Quinto Spirito, i draghi, i vichinghi e gli yeti.
<< Per mille uova sode, che cavolo sta succedendo qui dentro!? >>
FOOOOSH!
Con grande esasperazione di Jack, un secondo portale si materializzò al centro della stanza. Ne fuoriuscì Dentolina, accompagnata da un uomo la cui stazza avrebbe potuto rivaleggiare con quella dello stesso Nord.
Aveva una pelle abbronzata e coperta da numerosi tatuaggi, lunghi capelli ricci…ed era praticamente nudo.
<< Aloha! >> esclamò il nuovo arrivato, ricevendo un’occhiataccia ad opera della Guardiana della Memoria.
Il resto delle persone presenti non seppe davvero come reagire ad un simile saluto, mentre Anna, Astrid e Rapunzel arrossirono appena a causa dei muscoli scoperti dell’uomo.
Fu in quel momento che un sonoro gemito attirò l'attenzione di tutti.
Merida si risvegliò tra le braccia di Hiccup e cominciò a strofinarsi gli occhi.
<< Ugh… mamma, credo di aver fatto il sogno più assurdo di tutta la mia vita... >>
Si bloccò di colpo.
Con movimenti quasi meccanici, i suoi occhi passarono rapidamente da una parte all'altra della stanza, concentrandosi brevemente su praticamente ogni creatura lì presente.
Rendendosi conto di essere tenuta da qualcuno, alzò appena lo sguardo e incontrò gli occhi verdi del capo di Berk.
<< Ehm… ciao? >> disse questi, con un sorriso incerto.
La rossa rimase ferma e immobile a fissarlo per quasi dieci secondi buoni. E poi, procedette a colpirlo con un poderoso pugno alla mascella.
 
                                                                                                                     * * * 
 
Il portale di energia rilasciò un forte bagliore biancastro, prima di essere risucchiato all’interno del vetro da cui era stato generato, fino a sparire all’interno di una delle tasche di Mr Cold.
L’oscuro Spirito Invernale avanzò dentro quella che era a tutti gli effetti la sala del trono dell’Uomo Nero del proprio universo, il quale sedeva sulla grande sedia realizzata in ferro.
<< Vedo che sei tornato >> rimbombò improvvisamente la voce del Re degli Incubi, mentre questi sollevava lo sguardo per incontrare quello del suo secondo in comando. << Eppure… non riesco a percepire la presenza di alcun frammento. >>
Si alzò dal posto a sedere e scrutò intensamente lo spirito invernale.
<< Dimmi, Jack… i miei ordini non erano forse chiari? Non ti avevo forse ordinato di non tornare fino a quando tu e il resto dei Fearling non foste stati in grado di recuperare tutti i frammenti? >> domandò retoricamente.
<< Sono sorte… delle complicazioni >> replicò Cold, apparentemente calmo, mentre si affrettava ad esporre quanto aveva scoperto. << Il frammento a cui davo la caccia è finito nelle incaute mani di una ragazzina mortale. Adesso è dentro di lei, cosa che le ha conferito dei…poteri. Potenti, sì, ma incontrollabili, almeno per il momento. Frost è giunto sul posto… e non era da solo. >>
Pitch rimase in silenzio per quasi un minuto buono, soppesando lo spirito con lo sguardo. Passando quel lasso di tempo, rilasciò un sonoro sospiro.
<< Be’, questo è… deludente >> commentò, mentre cominciava a scendere le scale che conducevano al trono.
Si fermò solo quando fu ad appena pochi passi dalla figura del sottoposto, sovrastandolo con la sua ombra.
Inclinò la testa di lato e arricciò ambe le labbra in un sorriso apparentemente gentile.
<< Ricordi il primo giorno in cui ci siamo incontrati, Jack? >> domandò all'improvviso, attirando l'attenzione dello spirito.
Questi dovette fare del suo meglio per sostenere quello sguardo, mantenendo un’espressione fredda e impassibile, mentre le viscere del suo stomaco si torcevano dolorosamente.
<< Sì. Avevi assalito il palazzo di Dentolina. >>
Il Re degli Incubi ridacchiò appena.
<< Bene, vedo che hai la memoria lunga >> disse con tono d'approvazione. << Anche io ricordo bene quel giorno, sai? La prima volta che il mio sguardo si posò su di te… oh, vidi tutto quello che avrei potuto sperare in un degno alleato. Un potere capace di rivaleggiare con quello degli stessi Guardiani! E cosa più importante… il potenziale per scatenare la paura nel cuore dei miei nemici. >>
Dopo aver pronunciato tali parole, lo sguardo dell'Uomo Nero si fece improvvisamente vuoto.
<< Ma ora, mentre ti guardo… penso che mi sarei potuto sbagliare >> sussurrò freddamente.
Jack fece un cenno col capo, socchiudendo le palpebre. << Mi dispiace di averti deluso. >>
La mano di Black scattò in avanti, afferrandogli il collo e sollevandolo da terra.
In un rantolio boccheggiante, Jack si divincolò e gli strinse il polso con quella libera, mentre il braccio in cui sorreggeva il bastone di ghiaccio gli scivolava lungo il fianco.
<< No, Jack >> sibilò Pitch, mentre i suoi occhi lampeggiavano di giallo. << Non lo sei. Ma credimi… lo sarai presto. >>
Jack aveva previsto sin da subito un simile scoppio d’ira. Dopotutto, l’Uomo Nero non era certo un personaggio noto per la sua pazienza. Ciononostante, le azioni di Pitch lo colsero comunque di sorpresa.
<< Ookay, Black, bella rimonta >> rantolò, cercando di ostentare un sorriso. Impresa titanica, considerato come sentiva il volto deformato dal dolore. << Ma vediamo di non far scoppiare un gigantesco pasticcio… >>
Pitch lo zittì stringendo sonoramente la presa sulla trachea, mentre viticci di sabbia nera presero a strusciargli lungo il braccio, avviluppandosi attorno alle sue dita e accingendo a penetrare nella pelle dello spirito, facendogli serrare i denti per il dolore.
Poi, all’improvvisò, tutto cessò di colpo. Il bagliore che dardeggiava negli occhi dell’Uomo Nero si dissolse di colpo.
Allentò la presa e drizzò la testa di scatto, come colpito da un fulmine. Il suo sguardo sembrava quasi perso nel vuoto.
Dopo qualche altro secondo, lasciò andare lo Spirito Invernale e sorrise malignamente.
<< Rallegrati, amico mio, perché sembra che la fortuna sia di nuovo dalla nostra parte… o meglio, dalla tua parte >> dichiarò con cupo divertimento.
Detto questo, fuoriuscì dalla stanza con passo felpato, lasciandosi dietro uno Spirito dell’Inverno intento  a massaggiarsi la gola.
<< Ugh…odio quando lo fa! >>
 

 
 
 
 
Dum, dum, duuuuuuuuum!
Che cos’avrà in mente Pitch? Lo scoprirete nel prossimo episodio!
Con questo capitolo si chiude la fase del reclutamento. Ora abbiamo tutti i protagonisti in unico posto, e i prossimi aggiornamenti si concentreranno sulla costruzione dei loro rapporti e sul loro sviluppo caratteriale.
Spero che vi sia piaciuta l’introduzione di Maui, co-protagonista del film Oceania! Considerando il livello di minaccia coinvolto, abbiamo pensato che un semidio fosse necessario per bilanciare un po’ le cose.
La sua esclamazione, poco prima del coinvolgimento con il Fearling e Dentolina, è l’equivalente hawaiano di “Alla carica!”.
E sì, nel caso ve lo steste chiedendo…Nord, Calmoniglio e Skellington erano finiti in un universo stile Lovecraft. Magari ci faremo una one shot a riguardo.
  
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