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Autore: Cris_Mar    15/05/2020    4 recensioni
Drarry ispirata al film/libro Tuo, Simon.
Harry comincia ad intrattenere una fitta e piacevole corrispondenza con un ragazzo, in completo anonimato. Col passare del tempo, la persona a cui scrive diventerà sempre più importante per lui ed il desiderio di conoscerlo sarà sempre più forte.
Ci si può innamorare di qualcuno pur non conoscendone il volto e il nome? E se il ragazzo in questione sparirebbe al minimo accenno di un incontro, come fare a scoprirne l'identità o a rivelarne la propria, senza allontanarlo per sempre?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Epilogo

 

 Qualche settimana dopo


«Ci ho messo un po' per trovare un nome decente. Il tuo era così bello da sentire, che qualsiasi cosa pensassi mi sembrava inadeguata»

Draco si girò a pancia in giù, per guardarmi meglio e mi rubò gli appunti dalle mani. Odiava quando non gli riservavo tutta la mia attenzione.

«Il mio nome l'ho scelto in due minuti. Sai qual è l'origine del nome Draco?» chiese, mentre poggiavo i gomiti sul letto, per guardarlo a mia volta.

«La costellazione del Dragone, lo so! Ma era troppo lungo e decisamente troppo rischioso. Così, hai pensato bene di usare qualcos'altro che centrasse con l'astronomia!» spiegai, con un sorriso fiero.

Sin dall'inizio, ero rimasto affascinato dal suo pseudonimo: quando finalmente Draco mi aveva confessato di essere Comet, uno dei primi misteri che mi ero impegnato a sbrogliare, era stato proprio quello, perché ero sicuro che un tipo pignolo come lui, non avrebbe mai scelto un nome a caso, solo perché suonava bene.

Draco inarcò le sopracciglia, con un sorrisetto scettico. 

«Bene, bene, vedo che hai fatto i compiti. È un vero peccato che tu non abbia sfruttato le tue capacità deduttive mesi fa!»

Sbuffai, facendo ricadere di nuovo la testa sul cuscino.

«Non posso negare di aver avuto la verità sotto gli occhi: entrambi orgogliosi, pignoli, permalosi e altezzosi... »

Draco mi lanciò il cuscino, ma avevo i riflessi pronti, lo spedii sul pavimento con un cenno della bacchetta e continuai, come se nulla fosse. «... per non parlare della storia della tua famiglia, degli impegni di Comet che coincidevano con i tuoi...»

«E ti sembra poco?!» fece Draco, sbuffando. «Praticamente mancava solo che mi firmassi!»

Aveva ragione.

Mi passai una mano sulla faccia, perchè ancora non riuscivo a capire come avessi fatto a non pensarci.

In realtà il vero problema era che, nonostante fossi sempre stato io, tra i due, quello a volersi rivelare, non mi ero mai fermato a guardarmi intorno nel tentativo di associare qualcuno a Comet... Si, volevo incontralo, volevo sapere il suo vero nome... ma mai che avessi provato a indovinare.

«A mia discolpa, ero convinto che ti piacessero le ragazze! Blaise non faceva altro che cercare di convincerti a rimorchiarne qualcuna!»

Draco si lasciò sfuggire una risata sarcastica: «Oh, non lo faceva anche con te? E poi piantala di pensare a quella disgustosa pomiciata a cui mi sono prestato una sola volta, perché io sto cercando di fingere che non sia mai successo e dimenticherei più facilmente se smettessi di ricordarmela»

Scoppiai a ridere, ripensando alla nostra primissima serata insieme all'Incantesimo.

«Ti ho mai detto che quella volta ho passato metà serata a fissarti il sedere?»

Draco rimase senza parole per qualche secondo, poi si esibì nel suo familiare sorriso malizioso. 

«Ah, bene! Quindi non sono diventato appetibile tutto a un tratto solo per il mio incredibile stile epistolare!»   

Scossi la testa, ridendo e non protestai quando si avvicinò a baciarmi con bramosia.

Stavo già per perdere la concentrazione e lasciarmi sopraffare da i nostri corpi appiccicati, quando Draco si allontanò all'improvviso.

«Quindi ti interessavi anche ad altre persone mentre ci scrivevamo? Non avrai qualche scappatella da confessarmi, vero?» mi interrogò in tono controllato, anche se gli occhi sparavano scintille.

«Draco, ho pensato che tu avessi un bel sedere, non ho cercato di rimorchiarti! E poi, sto parlando dei primi tempi, forse ci eravamo scritti due lettere appena» dissi, scocciato dall'interruzione.

Draco si rimise dritto e incrociò le braccia al petto.  «Ah- ha, certo. E così, successivamente, il mio sedere ha perso qualsiasi attrattiva?»

Lo fissai, allibito, per qualche secondo.

Draco Malfoy, mi stava facendo la sua prima scenata di gelosia.

Ma la questione era piuttosto comica, dato che sembrava non rendersi conto di essere geloso di se stesso.

Riuscii a stento a trattenere una risata. 

«Aehm... vediamo... la sera del mio compleanno, ho pensato a te in quel senso ancora una volta, quindi suppongo che l'attrazione nei tuoi confronti non fosse affatto sparita. Però ho cercato di non indugiare troppo in quelle fantasie, perché mi sentivo in colpa nei confronti di Comet»

Osservai Draco, mentre cercava una falla nel mio resoconto e quando si accorse di non potersi più lamentare, cercò di darsi un tono.

«Beh, non che fosse importante, dato che ormai ti ho incastrato per bene» si vantò, soddisfatto. «Peccato solo che neanche l'attrazione che provavi per me ti abbia fatto venire quantomeno il desiderio che io fossi Comet!»

Ed eccoci di nuovo al punto di partenza, non avrebbe mai smesso di prendermi in giro per non aver scoperto da solo, la sua identità.

Sbuffai e feci per avvicinarmi a lui, per ricreare l'atmosfera di poco prima.

Ma venni distratto da un altro pensiero e mi alzai a sedere.

«Sbaglio o ti da abbastanza fastidio che io non abbia capito, da solo, chi fossi? Eppure, ho ancora decine di lettere in cui sottolineavi di non volermi dare alcun indizio» chiesi assottigliando gli occhi e scegliendo con cura le parole.

Draco arrossì e poi fece per protestare. Ma questo non fece altro che confermare i miei sospetti, così continuai:  

«Non mi pare che tu possa permetterti di farmi la predica! Non sei stato certo più perspicace di me, giusto? Sono dovuto finire sul Settimanale perché tu lo scoprissi!» insinuai facendolo innervosire e poi diedi il colpo di grazia:

«Inoltre, avevi tanti indizi quanto me, se non di più! Tu potevi restringere il campo a sole due facoltà...»

Finalmente Draco sbottò, proprio come avevo previsto.

«Per tua informazione, caro Potter dei miei stivali,» urlò, issandosi sulle ginocchia, con le mani sui fianchi.  «io ho avuto tanti sospetti, prima ancora che tu ti lasciassi sfuggire di seguire un corso tra quello di Auror e Giornalismo!»

Non potevo crederci ma era proprio quello che avevo sospettato. Misi su un espressione scettica.

«Certo, come no!» lo sbeffeggiai e Draco indicò il cuscino sul pavimento con la bacchetta e lo mandò a sbattere contro le mie braccia alzate, per tre volte di seguito.

«La prima volta che mi è passato per la mente è stato, apri bene le orecchie, quando ti ho spedito la mia prima risposta. A cena eri nervoso come un matto e te ne andasti in fretta e furia, con una scusa ridicola» raccontò e io non riuscii più a tenere a bada l'espressione sbalordita.

«Al tavolo 7, Weasley e la Granger fecero diverse supposizioni e una di queste fu: “Forse ha un appuntamento romantico e non ha voluto dircelo ”. Weasley però non riusciva a capire perché avresti dovuto nascondere una cosa del genere, perché avevi sempre parlato con lui delle tue “disastrose esperienze amorose passate”  e io pensai ironicamente che nessuno poteva aver avuto esperienze disastrose quante me. E così feci il collegamento... e se tu fossi stato come me? E tu fossi stato quel ragazzo, come me, che mi aveva scritto? E se non fossi corso via per un appuntamento, ma perché eri consapevole che di lì a un ora ti sarebbe stata consegnata la mia lettera?»

Deglutii, scioccato. «Sul serio? Ci sei arrivato così presto?»

Forse scherzava.

Quante probabilità c'erano che prendesse in considerazione proprio me? Possibile che avesse considerato probabile un ragionamento tanto campato in aria?

«Ovviamente no! Non ci sono arrivato così presto!» rispose Draco, ancora abbastanza alterato da sputare tutta la verità. 

Chiusi la bocca e mi grattai la testa.

«Ah... Quindi non è che ci hai creduto sul serio...»

Va bene, gli aveva sfiorato la mente un pensiero folle... poteva succedere...

Ma pensare proprio a me...

«Mi sono detto che stavo vaneggiando...» continuò Draco.

Scossi la testa. «Eppure non riesco a credere che-»
 
«... che solo perché un tizio misterioso mi aveva scritto non potessi prendere in considerazione proprio te, ricominciando con la mia stupida ossessione! Ah!»

Credetti di non aver capito bene. 

«Cos- Draco? Sbaglio hai appena detto...» rimasi a corto di parole.

Lo avevo fatto arrabbiare di proposito, per fargli vuotare il sacco, perché avevo intuito che lui, a differenza mia, avesse avuto dei sospetti. Ma non mi aspettavo proprio quest'ultima, strabiliante, rivelazione.

Draco era infastidito che non avessi pensato che Comet potesse essere lui, perché lui, invece, fin dall'inizio aveva sperato che Invisibile fossi io.

E non perché avesse delle prove concrete.

Non aveva fatto alcun ragionamento geniale, nessun collegamento inaspettato.

Aveva pensato a me... perché già aveva un interesse! E aveva voluto prendermi in considerazione.

Arrossii da capo a piedi. Alzai gli occhi per guardarlo e mi accorsi che mi dava le spalle.
 
«Dra-»

«Dimentica tutto!» urlò, fuggendo via da me, che cercavo di voltarlo. «Quello che intendevo è che, col passare del tempo, anche se non ho mai avuto alcuna certezza, hanno iniziato a combaciare diverse cose...»

«Dai, girati!»

«... la torta alla melassa, a tavola hai detto che ti piaceva tantissimo e... il fatto che non avessi una famiglia tradizionale...»

Riuscii ad afferrarlo per un braccio e lo tirai accanto a me. Draco fece finta di niente e, nonostante lo avessi steso sul letto, fissò ostinatamente il soffitto e continuò il resoconto.

«... e che i tuoi due migliori amici si fossero innamorati... la descrizione che facesti del tuo modo di vestire e poi, alla fine, il fatto che probabilmente frequentassi il mio stesso corso.»

Finalmente mi concesse un'occhiata sbieca.

«Capisco» dissi, in tono innocente, anche se non riuscivo a smettere di sorridere.

Draco sbuffò e mi tappò la bocca con una mano, arrossendo.  «Piantala di fare quella faccia!»

Tentai di strappare via la mano di Draco, ma lui resistette. Spinsi con tutte le forze ma invano: Draco mi salì addosso e continuò a tenermi la bocca chiusa.

Allora smisi di lottare.

Passarono altri dieci secondi, poi, finalmente, mi liberò.

Mi sforzai di rimanere serio. «Devo dirti due cose e giuro che non ti faranno arrabbiare» lo avvisai e Draco sospirò, per niente convinto.

«Bene» dissi, contento che tenesse a bada l'imbarazzo. «Ho appena capito perché non ho mai pensato che fossi tu...»

«Vuoi dire, oltre al fatto che sei un cretino?» borbottò Draco, mentre si rimetteva steso al mio fianco.

«Una delle cose che più mi preoccupava del nostro scambio epistolare, era la mia effettiva identità. Il fatto di essere Harry Potter...» spiegai, pronunciando il mio nome come se fosse di qualcun'altro.  «... temevo di doverlo nascondere per troppo tempo, finché non fossi stato sicuro che non sarebbe più stata un'informazione scottante. Però, in poco tempo, ho cominciato a fidarmi di te e, quando hai incominciato a piacermi sul serio, volevo solo conoscerti e vuotare il sacco, a discapito di tutto»

Mi voltai a guardarlo.  «E poi c'eri tu. Draco, probabilmente non ti ho mai odiato sul serio, e questo posso ammetterlo tranquillamente solo adesso, ma ero certo che tu lo avessi fatto. Ed ero anche certo che, solo perché tu avessi cominciato a piacermi, solo perché io credevo che fossimo diventati amici, non significava che lo credessi anche tu. Capisci? Se avessi preso in considerazione te, sarei andato nel panico. Perché mi sarei convinto che tu non avresti mai voluto stare con me. Nonostante le lettere...»  

Draco aggrottò le sopracciglia e scosse la testa:  «Capisco che una volta scoperta la mia identità, avresti potuto spaventarti... Perchè credi che sia sparito, dopo aver saputo che eri davvero tu? Pensavo che se avessi saputo di me, avresti stroncato la faccenda in un baleno! Ma una cosa è sapere, un'altra è fantasticare

Sorrisi e Draco alzò gli occhi al cielo.

«Siamo diversi, Draco. Tu hai potuto fantasticare quanto volevi sulla possibilità che io fossi Invisible, io non me lo sono concesso. Pensavo a te, sempre come a Comet, mai come a qualcun'altro. Perché non volevo dover cambiare niente di te... e se ti avessi dato un nome, avrei dovuto riflettere anche sulle complicazioni. Quando mi hai detto che non ti dispiaceva che Invisibile fossi proprio io, mi sono sentito talmente sollevato... Non sapevo neanche di essere tanto in ansia! Quante volte ti ho detto di volerti incontrare? E quante volte tu hai insistito per aspettare? Eppure, sotto quell'apparente sicurezza, ero terrorizzato!»

Draco rifletté per un po' e mi sembrò che gli fosse tornato il buonumore.

«Qual è la seconda cosa?» mi chiese, avvicinandosi subdolamente, con la chiara intenzione di distrarmi.

 «Che?» chiesi confuso, mentre mi baciava il collo. 

«Hai detto di dovermi dire due cose» alitò Draco, facendomi venire i brividi.
 
«Si... la seconda... » biascicai, attirandolo ancora più vicino.  «La... seconda è che...»

Draco rise.

«Anch'io in passato...ho avuto una specie di ossessione... per te» gli sussurrai nell'orecchio.

Era vero. Durante il sesto anno avevo spedito Dobby e Kreacher a pedinarlo. E passato notti insonni a fissarlo sulla Mappa del Malandrino.

Avevo finito per scoprire quanto Voldemort lo tormentasse, minacciando la sua famiglia.

Quella volta, in bagno, quando lo avevo sentito piangere... era stata la prima volta che avevo pensato a Draco in maniera diversa.

La prima volta che mi ero chiesto se fossimo davvero tanto diversi.

«Ah, si?» ghignò Draco, afferrandomi il volto. «Oh, ma è perfettamente comprensibile. Di cosa mi sorprendo!»

Gli sfilai via la camicia, mentre ridevo per la sua risposta arrogante e dimenticai che avremmo dovuto già essere fuori dalla stanza, perché i ragazzi ci aspettavano per andare a fare una passeggiata fuori dal Campus.

Neanche Draco parve ricordarsene.

Fare l'amore con lui, sembrava sempre troppo bello per essere vero.

E l'infinita felicità che provavo, rendeva molto difficile interessarsi a qualsiasi altra cosa.

 

Quattro mesi dopo


«Sei sicuro?» mi chiese Draco, per l'ennesima volta.

Uscii dalla cabina armadio della mia camera a Grummauld Place e lo fissai con le mani nei fianchi.

Era ancora in mutande, nonostante fossimo attesi dai Weasley, per il pranzo di Natale.

«Draco, stiamo insieme da mesi e dato che conto di restare con te a tempo indeterminato...»

«Come sei romantico, Potter» mi canzonò, sedendosi sul letto a guardarmi.

«... dovrai tirare fuori un po' di coraggio e partecipare alle riunioni di famiglia alla Tana. Ieri ho fatto storie, quando abbiamo cenato al Malfoy Manor? »

«La fai facile tu! L'unica persona che poteva minimamente preoccuparti era mia madre! Il resto della tavola era occupata dal tuo figlioccio e sua nonna, che conosci meglio tu che io! » borbottò, stendendosi sul letto.  «Senza contare che tutti sanno bene chi sono e di chi sono figlio...»

Tornai nella cabina armadio a passo di marcia, recuperai i vestiti che si era portato dietro per l'occasione e glieli lanciai addosso.

«Alla Tana ci saranno Ron e Hermione, che frequenti da un mucchio di tempo. E Andromeda e Teddy saranno felicissimi di rivederti. Quindi, come vedi, dopo le dovute presentazioni, potrai startene con loro, senza sentirti a disagio!» gli ricordai.  
«E poi parlo sempre di te, quando vado a trovarli. Ormai non pensano più niente di male da un'eternità, anzi, non vedono l'ora di dirti quanto sono contenti»

Draco spalancò gli occhi per la sorpresa e poi si coprì la faccia con una mano:  «Che vergogna!... E va bene, ma se mi pianti in asso mentre mi bersagliano di domande, ti uccido»



La Tana era caotica, affollata e chiassosa.

Draco non ci era abituato ma, notò quanto amavo quell'atmosfera e si impegnò a vedere l'amore che racchiudeva tutto quel baccano.

Reagiva proprio come Andromeda all'eccessivo entusiasmo e questo mi faceva molto ridere. Ero anche piuttosto fiducioso, perché sua zia aveva imparato presto ad apprezzare quello stile di vita, nonostante fosse tanto diverso dal suo.

Appena arrivati, Draco rubò tutte le attenzioni di Teddy, nonostante fosse tanto impacciato a occuparsi di lui.

Ormai ero sicuro che a Teddy, Draco piacesse molto.

Ne avevo avuto la conferma quando, dopo appena tre incontri, aveva cominciato a imitare il suo biondo platinato, per attirare la sua attenzione.

Probabilmente era affascinato dalle risate che suscitava, agitandosi tra le sue braccia.

Draco protestava, io ridevo e Teddy si impegnava a farmi ridere sempre di più, torturandolo: gli tirava i capelli, giocava con la sua faccia, stringendogli il naso e urlava quando non lo guardava o non lo prendeva in braccio.
 
«Abbì!» urlò tra le mie braccia, cinque minuti dopo il suo arrivo, accorgendosi di Draco. «Diamo lì!»

Mi affrettai ad avvicinarmi al fuoco, dove Draco e Andromeda stavano chiacchierando.

«Scendo, scendo!» urlò e lo misi a terra. Mosse dei passi frettolosi fino alle ginocchia di Draco e allungò le braccia verso di lui.

«Dra-co» sillabai, sorridendo, mentre Draco lo guardava e apriva le braccia per prenderlo, sospirando.

«Daco! Ha-ha!» rise, già pronto a giocare con lui.

«D'accordo piccoletto, stiamo cominciando a passare un bel po' di tempo insieme, è il momento di imparare a fare il bravo bambino» disse Draco lentamente, mentre allontanava le manine di Teddy dai suoi capelli.

«Bavo bambino» ripeté Teddy, senza smettere di lottare per acciuffargli qualche ciuffo biondo.

Draco si era quasi rassegnato al fatto di doverlo tenere a bada per tutto il pranzo, ma mezz'ora dopo, Teddy venne distratto dallo scoppio di un Fuoco d'Artificio con Innesco ad acqua del Dottor Filibustier e George divenne la sua nuova persona preferita.

 

«Allora? Non è andata male, no?» dissi, una volta tornati a Grimmauld Place.

«In effetti, non posso negarlo» ammise Draco, salendo le scale lentamente.

Non potei evitare di gongolare.

Avevo sperato con tutto me stesso che quella giornata andasse bene e vedere Draco chiacchierare con il signor Weasley e imbarazzarsi delle attenzioni della signora Weasley, era stato impagabile, oltre che esilarante.

Ron ci aveva preso in giro tutto il tempo, facendo sbellicare George, Charlie e Bill, con i suoi aneddoti.

Non mi era sfuggito che ce l'avesse messa tutta a far dimenticare a tutti ciò che la famiglia Malfoy aveva sempre professato nei confronti dei Weasley... quando si era scusato formalmente, mi aveva fatto rimanere a bocca aperta.

Non glielo avevo detto, ma per mesi aveva cercato di spiegare al signor Weasley il profondo cambiamento di Draco, prima di fargli mettere piede alla Tana. Avevo insistito anche se tutta la famiglia si era prodigata in rassicurazioni fin dall'inizio, perchè volevo che Draco gli piacesse davvero e non che lo sopportassero per il mio bene.

I miei sforzi erano stati ripagati e il comportamento di Draco aveva completato l'opera: ero felice come non mai.


«Sono contento» esclamai sospirando, mentre mi lasciavo cadere sul letto di schianto.  «Sono state delle vacanze fantastiche, mi dispiace dover tornare al Campus»

Draco si spogliò e si distese alla mia destra.  «Abbiamo ancora qualche giorno, perché già quel muso lungo?»

Mi strinsi nelle spalle.  «Al Campus avremo così tanto da fare che ci resterà una manciata di ore serali, per rilassarci insieme»

Draco mugugnò e mi attirò a sé, mi strinse in silenzio per qualche minuto, poi sospirò.

«Sei felice?» chiese, più incerto di quanto ritenessi possibile.

Ricambiai la stretta e cercai il suo sguardo. «Tantissimo» dissi, convinto.

Draco affondò la faccia nella mia spalla.

«Bene» biascicò, facendomi ridere.

«Non ne eri ancora sicuro?» lo canzonai nell'orecchio.  «Eppure mi sembrava fin troppo evidente»  
 
«È bello sentirselo dire» sussurrò.

«Non hai sentito le battute di George? Dice che si nota da un chilometro che sto sotto un treno per te»

Draco ridacchiò, ma ancora non rialzò la testa.

«Questo perché sei una frana a contenerti» mi prese in giro.

«Questo perché ti amo» ribattei io, sospirando.

Draco mi abbracciò più stretto.  

«Mmpf... Anch'io...»

Spalancai gli occhi, scioccato.

Draco mi lanciò un occhiata imbarazzata. «Cioè... anch'io sono felice...»

Il mio stomaco fece le capriole.

Poteva fare il sostenuto quanto voleva adesso, ma io avevo capito cosa volesse dire... tra le righe.

Rotolai su un fianco e affondai la faccia nel cuscino, col cuore che mi martellava nel petto.

«Non dire più niente» borbottai, in maniera a malapena comprensibile.  «Lasciami crogiolare nella felicità per almeno mezz'ora»

Draco riottenne un po' di coraggio, di fronte alla mia reazione e si appollagliò sulla mia schiena.

«Non ne eri ancora sicuro? Eppure mi sembrava fin troppo evidente» disse, ripetendo ciò che gli avevo detto io pochi attimi prima.

Sorrisi nel cuscino.  

«È bello sentirselo dire»

 

Un anno dopo


«Mi sono abituato all'idea così in fretta! Ma vi rendete conto che se me lo avessero detto qualche anno fa, avrei considerato l'opzione che Harry fosse finito succube della maledizione Imperius?!» sproloquiò Ron, mentre rifletteva sulla sua prossima mossa a scacchi.

Hermione cominciò a rassettare la tavola, spedendo i piatti nel lavandino con un cenno della bacchetta. «Beh, avevamo già cominciato a considerarlo nostro amico, Draco, no? Per questo non è stato tanto un trauma!»

Kreacher fissò i piatti svolazzare per la stanza con sguardo truce, poi schioccò le dita e riprese il controllo della situazione, costringendo Hermione a rimettersi a sedere: «Padron Harry, Kreacher pulisce!» disse, come a pregarmi di tenere a bada la mia migliore amica.

Aiutai l'elfo a mettere via gli avanzi di cibo e poi lo lasciai lavorare: «Grazie Kreacher, se hai bisogno di aiuto chiama me o Draco. E non restare alzato a rassettare fino a tardi, riposati, le pulizie di questa mattina hanno già reso tutto uno specchio!»

Kreacher annuì e trotterellò via.

«Questa volta hai fatto il passo più lungo della gamba, Blaise! Harry mi ha detto che Weasley è un asso a giocare scacchi!» disse Draco, dandogli una pacca sulla spalla. «Come farai ad accettare la sconfitta?»

Blaise sbuffò, senza rispondere.

«Allora, Neville e Hannah sono ripartiti?» chiesi a Hermione, riaccomodandomi al tavolo della cucina.

Hermione annuì:  «Si, due giorni fa. Hannah è passata in ufficio a salutarmi, sta imparando molto durante i loro viaggi. Sai, credo proprio che finirà davvero a fare la Guaritrice. E pensare che avrebbe potuto seguire il corso giusto...»

Blaise ghignò. «Anch'io ho seguito il corso sbagliato, ma non rimpiango di aver dovuto perdere tempo in qualcosa che non faceva per me, per capire a cosa dovessi realmente aspirare... Ha! Ti ho fatto fuori il cavallo!»

Ron sospirò, con aria compiaciuta: «Certo, se non avessi frequentato l'Università di Magia, non avresti mai conosciuto il Settimanale Universitario, non avresti mai cominciato a scrivere articoli velenosi e non saresti mai diventato una promessa del giornalismo. Ma sai una cosa? Tra dieci anni potrai pure diventare il rivale numero uno di Rita Skeeter, ma a scacchi farai sempre schifo, Zabini. Guarda un po': Scacco Matto!»

Scoppiammo tutti a ridere, mentre Blaise imprecava a gran voce.

«E va bene, per questa volta mi hai battuto!» si riprese subito, perché l'importante era non comportarsi da sconfitto.

Fissai Draco con un occhiata eloquente e lui sbuffò scuotendo la testa. «Piantala, che lui abbia perso non significa nulla!»

«Ho solo detto che probabilmente perderesti anche tu contro Ron, non te la prendere» dissi, facendo riferimento ad una discussione che avevamo avuto quella mattina.

Stuzzicare Draco era una delle mie attività preferite. E la cosa era reciproca.

Draco infatti, ghignò malignamente:  «Potrebbe essere, ma io non sono un montato di testa come Blaise e non sottovaluterei il mio avversario... A meno che l'avversario non fossi tu, in quel caso vincerei ad occhi chiusi!»  

Gli rifilai una gomitata di protesta, ma smettemmo di punzecchiarci, quando Blaise fece risuonare la sua risata per tutta la cucina.  «Allora ragazzi, com'è andato il primo mese di convivenza? Ero convinto che vi sareste scannati entro una settimana, eppure la casa sembra essere sopravvissuta alle vostre dispute!»

Ron e Hermione si scambiarono un occhiata d'intesa. «Non lo sai che i battibecchi sono la chiave del loro rapporto?» affermò Ron con un ghigno.

«Che?» chiesi, fissandoli. Ma nessuno mi ascoltò.

Successivamente scoprii che Blaise, Ron e Hermione avevano cominciato a tentare di scovare le fondamenta dell'attrazione tra me e Draco: dopo diverse discussioni, avevano convenuto che, impedito da ovvi contrasti di idee passate, nel nostro rapporto di scontro ci fosse sempre stato una desiderio nascosto, alimentato dal nostro continuo stuzzicarci. E che, appena eravamo riusciti a trovare un punto di incontro, il desiderio represso non aveva potuto far altro che divampare.

Per questo, secondo loro, le discussioni tra noi non erano un problema, al contrario aggiungevano un po' di pepe alla relazione.

Blaise annuì con un sorriso malizioso.  «Allora va tutto a gonfie vele?»

Draco si strinse nelle spalle, come sempre restio a parlare delle sue faccende private.  «È quasi un'anno che stiamo insieme Blaise, se rischiassi di scannarlo a passarci troppo tempo insieme dovrei mollare lui e anche il lavoro!»

Ridacchiai insieme a Blaise, perché entrambi avevamo colto l'imbarazzo dietro alla risposta brusca.  

«Però ha ragione» dissi, dopo che Draco mi ebbe rifilato un'occhiataccia.  «Siamo partner all'Ufficio Auror, quindi siamo abituati a passare tanto tempo assieme. In più ho perso il conto di quante volte si sia fermato a dormire da me, in tutti questi mesi. Era una situazione già ben collaudata...»  

Blaise annuì, ma con troppa enfasi, come se non credesse realmente a ciò che stavo dicendo.

«Capisco, capisco. Tuttavia, Potter, Draco ha sempre avuto un gran caratteraccio. Ho passato anni nella sua stessa Sala Comune e non si è mai abituato a dividere uno spazio con altre persone. Si lamentava per qualsiasi cosa fuori posto e all'Università è stato un sollievo che ognuno di noi avesse stanze separate.»

Ron trattenne una risata:  «Oh, al corso per Auror, io e Harry eravamo sempre disordinatissimi e Malfoy non lo sopportava! Gli ultimi mesi è arrivato a minacciare di maledirci se non mettevamo via le scartoffie! Grazie al cielo in Ufficio abbiamo diverse postazioni...»

Hermione scosse la testa:  «Non capisco dove vogliate arrivare, ragazzi! Harry e Draco hanno trovato il loro equilibrio, in una relazione si accetta tutto dell'altra persona, no? Pregi e difetti. Draco avrà imparato a convivere con il disordine di Harry, dov'è sta il problema?»

Incrociai le braccia al petto, offeso. «Ehi! Non sono un caso perso, mi piace avere una casa vissuta ma non mi lascio mica sotterrare dal ciarpame! Io e Kreacher riordinavamo casa da cima a fondo due volte alla settimana, già prima che arrivasse Draco!» borbottai. «Decisamente i suoi cassetti sono molto più ordinati dei miei e ha fatto qualche cambiamento qua e là, ma non si è mai lamentato. Ne a me dispiace che ora si percepisca anche la sua presenza in casa. Stiamo bene, erano mesi che la consideravo casa nostra ormai, siamo felicissimi. Vero?»

Draco si passò una mano davanti al viso, arrossendo, mentre Blaise faceva un espressione vittoriosa.

«Esatto Potter, si vede da un chilometro che ve la passate una meraviglia! Ed è strabiliante, capisci? Abbiamo già analizzato il mistero dietro le vostre continue litigate che invece di logorare il rapporto, lo rafforzano...»

Draco inarcò un sopracciglio e io guardai Ron e Hermione:  «Avete analizzato che?»

Ma Blaise non fece caso all'interruzione e continuò:  «Ma è chiaro che c'è molto di più, se Draco è arrivato a compromessi con se stesso tanto da apprezzare la convivenza!»

Battei le palpebre un paio di volte, allibito e poi, ignorando le proteste di Draco, risposi: «Blaise, sul serio, ne sai qualcosa di una relazione? È ovvio che apprezza la convivenza con me, più di quanto abbia mai fatto in passato con chiunque altro! Stiamo insieme, ci amiamo. È ben diverso! Quello che dici non ha proprio senso.»

Draco sospirò, ormai rosso da capo a piedi.

Hermione si voltò a guardare Ron, che si stava palesemente sforzando di controllare la sua espressione e di non ridere.

Mentre Blaise, che possedeva decisamente delle doti recitative migliori, non fece una piega e mi rispose in maniera serissima.

«Hai ragione! In effetti è chiaro che tu sei innamorato di lui da secoli, lo hai gridato a tutta l'Università prima ancora di sapere chi fosse il misterioso Comet» si giustificò, sventolando una mano. «La verità è che avevo ancora qualche dubbio su Draco, dato che non mi ha mai parlato esplicitamente dei suoi sentimenti... Devo confessare che non ero molto convinto che durasse fra voi. Anzi, temevo che la convivenza avrebbe segnato la fine della vostra storia»

Draco strabuzzò gli occhi.  «Che vai blaterando Blaise?! Piantala di dire stronzate, o gli metterai in testa le tue cretinate!»

In realtà, non mi stava mettendo in testa proprio un bel niente, ormai lo conoscevo abbastanza da riconoscere le sue provocazioni. Per non parlare del fatto che in un anno avevo avuto tante piccole conferme dell'amore di Draco e non ero mai stato più felice.

Blaise mise su un espressione metà scettica, metà dispiaciuta:  «Scusa Draco, ma ti conosco da un eternità...»

«E questo che cosa vorrebbe dire?!»  

«... e in tutti questi mesi non ho mai notato cambiamenti nel tuo modo di fare.»

«Stai cercando di farti maledire Blaise, perché ci sto...»

Diedi un paio di colpetti sul braccio di Draco, per calmarlo. Era assurdo che si facesse prendere in giro da Blaise in quel modo. «Suvvia, Draco lascial-»

«E tu non ascoltarlo!» sbottò, senza lasciarmi finire.

Blaise allora tornò alla carica.  «Quando ci troviamo tutti insieme, noto sempre la stessa cosa e cioè che Potter è visibilmente sotto un treno per te e non ha paura di ammettere di amarti tantissimo...»

Draco strinse i pugni. «Blaise, ti avverto...»

«... mentre tu stai sempre sulle tue e non dici mai una parola!» concluse lui imperterrito.

Draco si alzò in piedi con foga, rovesciando la sedia.

«Maledetto deficiente, è ovvio che lo amo! Lo amo tantissimo anch'io! Vuoi che ti prenda a pugni?»

Per un secondo cadde un silenzio teso, poi Ron scoppiò a ridere e Blaise sospirò soddisfatto.  «Ecco fatto Weasley, ora ti toccherà pagare!»

«Lo sapevo...» brontolò Hermione, scuotendo la testa.

Draco spalancò la bocca:  «Era-era un altro dei tuoi stupidi giochetti? Ma non ti stanchi mai inventarti cretinate?!»  

Mi unii alla risata di Ron.  «Fatemi capire, era tutta una farsa per ascoltare una dichiarazione d'amore di Draco?»

Hermione alzò le mani.  «Io non ne sapevo niente, ci sono arrivata solo qualche attimo fa.»

Finalmente, Ron si riprese abbastanza da parlare.  «Il fatto è che Zabini non fa altro che provocarmi. Qualche giorno fa mi ha detto: “Scommetto che non sei bravo a scacchi quanto dicono” e allora gli ho chiesto di fare una partita appena ce ne fosse stata l'occasione. Poi stasera mi ha chiesto se volevamo aggiungere alla sfida un po' di divertimento “Chi perde a scacchi deve riuscire ad estorcere a Draco una confessione d'amore in piena regola”, il che mi era sembrato impossibile, dato quanto è riservato. Non credevo che ci sarebbe riuscito.»

Blaise si atteggiò a grande stratega.  

«Per far esplodere Draco, basta provocarlo.» disse, mentre Kreacher faceva apparire davanti a noi un calice di Champagne, proprio come Blaise gli aveva richiesto ore prima, a mia insaputa. «Per di più, Potter, dopo un anno di relazione mi sono accorto che Draco ci tiene così tanto a te, da arrivare a temere di perderti. Infatti è impazzito quanto ho cercato di farti credere che il suo affetto non era sincero.»

Scossi la testa fissando il mio ragazzo, che ora si copriva la faccia con le mani, imbarazzato a morte.  

«Non dovresti preoccuparti di queste scemenze, Zabini può dire quello che gli pare, ma io che mi amavi lo sapevo già» lo canzonai.

«Sta zitto» sbottò Draco e tutti scoppiammo a ridere.

Blaise alzò il suo calice: «Un brindisi all'innamoratissima coppia del tavolo sette!»  

«Ehi! Anche io e Ron siamo un'innamoratissima coppia del tavolo sette!» protestò Hermione, anche se aveva il calice già in alto.

Ron arrossì e Blaise lo prese in giro. «Lasciamo perdere, una dichiarazione imbarazzante alla volta!»

Diedi una gomitata a Draco, che finalmente riuscì a mostrare il volto e a prendere in mano il bicchiere.

Brindai con lui, mentre gli altri erano occupati a prendere in giro Ron. «Ti amo» gli dissi a bassa voce.

«Lo so» borbottò lui arrossendo.

«Che cosa state dicendo voi due, brindiamo!» urlò Blaise alzandosi in piedi.  «A Hannah e Neville - così nessuno di voi potrà lamentarsi! -, la coppia che è riuscita a combinare qualcosa solo grazie a me!»

«Grazie a te?» dissi, scettico.

Blaise sbuffò.  «Perchè dovete sempre rovinare i miei omaggi all'amore?! E comunque sì, grazie a me! Chi è che ha detto chiaro e tondo a quei due che era palese che si piacessero?!»

Ron ci pensò un attimo su e poi confermò. «In effetti, furono Blaise e i suoi giochetti a costringerli a uscire allo scoperto»

Hermione sospirò.  «E va bene allora, a Blaise! Lo stratega più subdolo del tavolo sette!»

Blaise fece un inchino e brindammo tutti, anche se Draco lo fece con una smorfia e qualche parolaccia.
   
 
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