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Autore: Lady I H V E Byron    20/05/2020    2 recensioni
(Contest del "The XIII Order Forum" - "Through space and time, my heart will reach you)
Un crossover tra Kingdom Hearts e Descendants realizzato per gli amici del "The XIII Order Forum", in onore del decimo anniversario.
Le vicende dei protagonisti di Kingdom Hearts saranno legate a quelle dei Descendants...
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Re Topolino, Riku, Sora, Yen Sid
Note: Cross-over, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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8° mese: Kingdom Hearts Unchained
Tema del mese: Attraverso il tempo e lo spazio, il mio cuore ti raggiungerà sempre


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Il Keyblade di Mal poteva trasformarsi in un paio di ali meccaniche ed in un paio di artigli da drago. Il suo potere era il fulmine.
Il Keyblade di Evie poteva trasformarsi in due grandi specchi fluttuanti che potevano creare delle copie della loro portatrice. Il suo potere era l’illusione.
Il Keyblade di Jay poteva trasformarsi in una frusta. Il suo potere era il fuoco.
Il Keyblade di Carlos poteva trasformarsi in un mitra a canne mobili. Il suo potere era lo spazio.
Il Keyblade di Uma poteva trasformarsi in un tridente. Il suo potere era l’acqua.
Il Keyblade di Harry poteva trasformarsi in due grandi uncini, uno per mano, di cui uno dotato di catena per attacchi a distanza. Il suo potere era il vento.
Il Keyblade di Gil poteva trasformarsi in due tirapugni, di cui uno dotato di due lame che ricordavano le corna di un alce. Il suo potere era la terra.
Il Keyblade di Ben poteva trasformarsi in uno scudo con un rilievo della testa di suo padre da Bestia, che ruggiva ad ogni contrattacco. Il suo potere erano i campi di forza.
Il Keyblade di Jane poteva trasformarsi in un giglio dai poteri curativi. Il suo potere era la guarigione.
Il Keyblade di Doug poteva trasformarsi in un keytar con un bocchino simile a quello di una tromba in grado di emettere raggi stordenti. Il suo potere era la confusione.
Il Keyblade di Audrey poteva trasformarsi in due ponpon da cheerleader, uno rosa l’altro azzurro, i cui fronzoli potevano indurirsi come spilli. Il suo stesso Keyblade poteva dividersi in due Keyblade. I suoi poteri erano la luce e l’oscurità.
Il Keyblade di Chad poteva trasformarsi in una balestra con il potere di rallentare i movimenti di chiunque venisse colpito da una delle frecce ed in un paio di scarpe di cristallo che acceleravano il suo, di movimento. Il suo potere era il tempo.
Il Keyblade di Lonnie poteva trasformarsi in una palla catenata. Il suo potere era il ghiaccio.
 
Si erano allenati duramente, per meritare i poteri dei loro Keyblade: avevano tutti affrontato il Tuffo nel Cuore, superato delle prove, affrontato la loro ombra, ottenuto il loro Keyblade, scoperto una parte dei loro poteri, si erano fortificati, nel corpo e nella mente.
Allenamento i cui effetti ebbero modo di provare nella loro permanenza a Crepuscopoli: in poco tempo, si erano creati una notorietà tra gli abitanti che proteggevano dagli attacchi degli Heartless.
Salvare le persone da quelle creature oscure gratificava i “Paladini del Keyblade”; così li avevano chiamati gli abitanti di Crepuscopoli.
Tre ragazzi, di nome Hayner, Pence ed Olette, avevano tentato di legare con loro, riuscendo infine a stringere amicizia con i profughi di Auradon, ammirati dalle loro gesta, perfino dimenticando la “rivalità” creata nel Torneo Struggle.
Questi venivano spesso paragonati ad un ragazzo loro amico, un tale di nome Sora, anche lui possessore del Keyblade.
A sentire il suo nome, Carlos si voltava sempre da una parte, per nascondere la sua rabbia ed il suo disgusto nel venire paragonato al ragazzo che avrebbe presto o tardi incrociato il suo Keyblade con il padre Xigbar.
Ma più passavano i giorni, più le apparizioni degli Heartless divenivano sempre più frequenti, ed essi aumentavano persino di numero.
Pur essendo in tredici, i profughi di Auradon erano ancora dei neofiti del Keyblade.
E Ben, Chad ed Audrey non erano ancora forti abbastanza da poter ricostruire Auradon: Yen Sid aveva interrotto il loro allenamento, con la promessa di riprenderlo alla fine della nuova Guerra dei Keyblade.
Ma finché restavano insieme, in gruppo, potevano affrontare qualsiasi Heartless.
O così credevano.
Con un’agile piroetta, Evie credette di aver eliminato l’ultimo Shadow.
Non si era accorta che un’orda di Shadow, unita a tal punto da formare un’unica entità, stava per travolgerla.
Neanche l’urlo di avvertimento di Doug le avrebbe dato il tempo di schivare l’aggressione.
Fu una luce a dissipare quell’orda: re Topolino.
Raccontò ai profughi la situazione, che la guerra era vicina e, dunque, Crepuscopoli non era più un posto sicuro per loro.
Li condusse in una gummiship grande abbastanza per quattordici persone, nonostante le proteste di Mal, Uma, Harry, Jay e Ben, che volevano rimanere a Crepuscopoli per difenderla.
-Gli Heartless stanno diventando sempre più potenti e voi non siete ancora abbastanza forti da contrastarli.- li fece ragionare Re Topolino –Siete fondamentali per la ricostruzione di Auradon. Non posso farvi rischiare di farvi travolgere dagli Heartless!-
Li ospitò nel suo castello, sotto l’ala dell’amorevole e premurosa regina Minni; un ringraziamento ed uno sdebitamento per il loro aiuto nel cybermondo, aveva detto.
Il castello Disney era protetto dall’Oscurità dalla Prima Pietra della Luce: era un luogo adatto per proteggere i profughi di Auradon.
Presto scoprirono che anche Topolino sarebbe stato coinvolto nella Guerra del Keyblade, e con lui anche Paperino e Pippo.
Topolino aveva detto loro che se fosse successo qualcosa, sarebbe toccato a loro tredici contrastare Xehanort e fermare il suo piano folle.
Il giardino venne messo a loro disposizione per proseguire gli allenamenti con il Keyblade.
E grazie ai due scoiattolini, Cip e Ciop, avevano persino ripreso gli allenamenti virtuali per migliorare le loro abilità con armi trasformate. Avevano persino simulato dei combattimenti individuali contro le tredici Oscurità: per alcuni volti noti, per altri no. Ma erano comunque nemici, proiezioni di persone che minavano alla vita degli innocenti, strappare la luce dai loro cuori e dalle loro vite.
Come Malefica. La madre di Mal.
Era notte, mentre ci pensava: non riusciva a dormire; aveva deciso, dunque, di fare una passeggiata per i corridoi del castello. La regina Minni aveva ordinato alle guardie di lasciar girare liberamente i profughi di Auradon, senza restrizioni di tempo. Per questo Mal era tranquilla.
Ma, nello stesso tempo, era turbata.
Notò una figura, illuminata dalla luna, che rivolgeva lo sguardo verso il giardino.
-Carlos.- chiamò lei, correndo dall’amico.
Si era tolto la benda: l’occhio giallo brillava con la luce lunare.
-Non riesci a dormire?- domandò premurosamente lei; erano entrambi in pigiama, con le vestaglie.
Lui continuava a fissare la luna, malinconico. Immaginò una luna a forma di cuore al suo posto: Kingdom Hearts.
-Non lo so.- rispose, con tono triste –L’altra notte ho sognato mio padre, sai? So che anche lui verrà coinvolto nella Guerra dei Keyblade e io ho paura di perderlo, di nuovo. So che sta dalla parte di Xehanort, ma… il solo pensiero di perderlo mi sta straziando, letteralmente. Non mi sono mai sentito così solo.-
Mal gli prese una mano, colma di compassione per l’amico.
-Carlos, tu non sei solo.- rassicurò –Possiamo essere noi la tua famiglia.-
-Voi siete solo i miei amici, non siamo una famiglia.- tagliò corto lui, freddo e malinconico –Una famiglia è composta dal padre, dalla madre e dai figli. Io non avevo nulla di questo, prima di incontrare mio padre. Mal, tu non sai cosa significa essere considerati meno di zero dalla tua stessa madre.-
Anche Mal si fece malinconica. E pallida. La percorse un lieve brivido lungo la schiena.
-Hai ragione.- rivelò –Mia madre mi ha rinchiusa in una torre da quando sono nata, non mi faceva mai uscire. Ho sempre pensato per non espormi ad alcun pericolo, da madre premurosa che credevo fosse. Non la vedevo mai. Veniva nella mia stanza ogni sera, prima che mi addormentassi, e mi raccontava una storia. Parlava di un uomo, un Maestro del Keyblade, e dei suoi sei allievi. I loro nomi sono tutt’ora ignoti, ma sembra che alla scomparsa del Maestro, ognuno dei suoi sei allievi ricevette una copia di un libro, un ruolo, ed il compito di allenare altri ragazzi all’uso del Keyblade. Questi allievi scomparvero nella Guerra del Keyblade, ma pare che uno di loro, il più giovane, trovò un modo per sopravvivere nei secoli e che viva tutt’ora, per realizzare l’ultimo desiderio del suo Maestro.-
Carlos accennò una risata.
- È una storia un po’ inquietante, ma bella, nel suo genere.- commentò, tornando a guardare la luna.
-Lo sarebbe se fosse una leggenda.- Mal era ancora pallida e preoccupata; Carlos non nascose la sua preoccupazione per lei –Ma ho scoperto che è una storia vera.-
Il ragazzo si incupì.
-Che vuoi dire?-
Lei abbassò lo sguardo, mordendosi entrambe le labbra.
-L’ho scoperto in biblioteca, l’altro giorno, casualmente.-
Entrarono insieme in biblioteca. Mal tirò fuori un tomo da uno degli scaffali in alto.
-Ho chiesto alla regina Minni se avessero dei volumi che parlassero della Guerra del Keyblade e ho trovato questo.-
Le pagine erano illuminate dalla fiamma di una candela accesa sulla scrivania.
La Fata Smemorina aveva parlato loro della Guerra dei Keyblade, quando erano ancora ad Auradon, di come tutto fosse iniziato da un tradimento. Ma quella sera, la figlia di Malefica e Ade ed il figlio di Crudelia De Mon e Xigbar scoprirono più di quanto fosse stato loro insegnato.
-Guarda, qui c’è scritto tutto.- indicò la ragazza: c’era una pagina, infatti, con su raffigurate sette sagome, di cui sei indossavano maschere di animali: un unicorno, un serpente, un orso, un leopardo, una volpe ed una capra. Solo quello in mezzo indossava un cappotto uguale a quello indossato dai membri dell’OrganizzazioneXIII.
-Il Maestro dei Maestri, Super…- lesse Carlos, con un filo di voce –Ira, Invi, Aced, Gula, Ava e… Luxu.-
-Il maestro e i suoi sei allievi.- ricordò Mal; girò diverse pagine –E in questa pagina c’è scritto qualcosa a proposito di una “metempsicosi del cuore”. Si prepara un corpo, rendendolo compatibile con noi. E con compatibile si intende la quantità di Luce o Oscurità che abbiamo nel cuore. E, al momento del nostro decadimento, trasferiamo il nostro cuore nel nuovo contenitore. Ai tempi della Guerra del Keyblade era stata creata una specie di “ancora di salvataggio”, in grado di far viaggiare i cuori nel tempo.-
-Far viaggiare i cuori nel tempo?-
-A quei tempi non era stata nemmeno ultimata, ma sembra fosse perfettamente funzionante per il suo scopo. Non dice chiaramente le fasi, ma credo sia collegato col processo di metempsicosi del cuore. E guarda questa scritta, in basso.-
In fondo alla pagina, a grandi lettere, c’era infatti scritto:
 
“Attraverso il tempo e lo spazio, il mio cuore ti raggiungerà sempre.”
 
Una frase tanto inquietante quanto poetica.
Carlos vide con la coda dell’occhio l’espressione pallida e preoccupata di Mal. Qualcosa la terrorizzava.
-Mal, cosa ti preoccupa? Che succede?-
Restò in silenzio per pochi istanti. Il suo respiro tremava.
-Credo che sia per questo che mia madre mi ha tenuta rinchiusa in quella torre.- rivelò –Non per proteggermi dal mondo esterno, ma per prepararmi ad essere il nuovo contenitore del suo cuore.-
Quella notizia sconvolse Carlos.
-Cosa?!-
-Forse sarebbe stato quello il piano, se Ansem non mi avesse rapita. Mamma non avrebbe usato la sua Oscurità per tornare in vita dopo essere stata sconfitta da Filippo e Aqua o da Sora. Si sarebbe reincarnata… in me.-
Una notizia sconvolgente, persino per Carlos.
Mal come reincarnazione della madre Malefica?
Evie era già rimasta sgomenta alla notizia che l’uomo che aveva incontrato anni fa nelle prigioni del castello di sua madre, Terra, fosse ormai diventato contenitore del cuore di Xehanort, diventando egli stesso Xehanort; Carlos non osò immaginare cosa avrebbe provato, se Mal fosse davvero diventata Malefica.
E non solo Evie: ma tutti loro, soprattutto Ben.
In quel momento, fu lui a consolarla, mettendole una mano dietro la schiena.
-Ma non è accaduto.- le fece notare -Tu non sei come tua madre, Mal. Tu sei buona.-
Tuttavia, lo sguardo pallido e preoccupato non abbandonò la ragazza: non sembrava preoccupata per se stessa.
-Carlos…- disse, con un filo di voce -Non è solo per me stessa che sono preoccupata. Non so perché, ma sento che sei in pericolo.-
Il ragazzo inclinò la testa, quasi confuso.
-Il tuo occhio giallo, Carlos. Anche se siamo in un regno protetto dalla Luce, non è ancora svanito. Ma non hai ancora il cuore abbastanza oscuro da farti rigettare. E ho anche una brutta sensazione a proposito…- osservò di nuovo il libro, tornando alla pagina del Maestro dei Maestri e dei suoi sei allievi -Guarda questo ragazzo. Non credi che ti somigli?-
Stava indicando l’allievo con la maschera da capra, Luxu, il più giovane: la parte inferiore del volto era scoperta, come gli altri cinque allievi. Mandibola ovale, labbra piene, delle lentiggini sulle guance.
Ma Carlos non ne sembrava turbato. Non esteriormente.
Fece, infatti, spallucce.
-Non sono l’unico ragazzo con queste caratteristiche.- fece notare, con una sottile nota di ironia –E poi perché è così importante?-
-L’allievo che è sopravvissuto nei secoli, Carlos.- Mal era sempre più pallida e preoccupata –Credo sia lui, Carlos.-
-Solo perché mi somiglia? Devi essere davvero stanca, Mal…-
Stava di nuovo usando l’ironia.
Per nascondere il suo vero stato d’animo: vedere quel ragazzo, Luxu, infatti, faceva tremare il suo cuore.
Provare angoscia. Un timore quasi incomprensibile.
Come se qualcosa lo stesse risucchiando dall’interno.
Non riusciva a staccare gli occhi di dosso da quel disegno.
-Vieni, Carlos…- sentì, nella sua testa –Vieni da me…-
Non sbatté le palpebre. Le sue pupille svanirono. Le iridi divennero opache. Come fosse in trance.
Il suo cuore lo stava chiamando.
Intorno a lui regnava il buio.
Notò di non avere più il suo pigiama indosso, ma le vesti da allenamento.
L’unica luce proveniva dalla piattaforma a lui sottostante. Era tutta fatta di vetro colorato, come un rosone. Vi era raffigurato se stesso. Con gli occhi chiusi.
Era nel suo cuore. Quella era la Stazione del Risveglio. Era dal suo Tuffo nel Cuore che non vi metteva piede.
Perché era tornato lì?
Di fronte a sé notò un’altra figura: Luxu.
Nella sua veste da Veggente. E la maschera da capra che copriva solo la parte superiore del volto.
Stava sorridendo.
Avanzò verso Carlos, mentre una luce misteriosa compariva sulla sua mano: un Keyblade. Nero, con un occhio azzurro sulla lama.
-Non avere paura di ciò che sei.- gli sibilò, puntandogli il Keyblade contro.
Carlos non comprese il significato di quella frase.
Ma il ragazzo di fronte a lui era un avversario: doveva affrontarlo. Forse sarebbe tornato nel mondo reale, pensò.
Evocò anche il suo Keyblade, bianco e nero, a forma di osso, con una zampa di dalmata come lama.
Scattò in avanti, per attaccare per primo. Luxu deviò il suo colpo, ma Carlos riprese con un attacco orizzontale. Nessuno dei suoi colpi andava a segno: Luxu prevedeva ogni suo attacco e parava, deviava, contrattaccava di conseguenza.
Carlos si era impegnato più di tutti i suoi amici nell’addestramento del Keyblade: aveva lavorato a lungo sui suoi punti deboli. Infatti, era imbattuto dai suoi amici.
Ma Luxu sembrava conoscere perfettamente i suoi punti deboli.
Non era una scusa, per Carlos, di lasciarsi battere. Sentiva una grande rabbia dentro di lui. Ma quel sentimento di angoscia, di timore, non lo abbandonava un istante.
Forse era quello ad indebolirlo, constatò.
Non doveva indugiare: Luxu stava per sferrare un attacco frontale.
Carlos gli rivolse un’espressione determinata, strinse il Keyblade nella sua mano, e scattò in alto.
I due Keyblade si scontrarono: l’impatto fece leggermente indietreggiare i due custodi, oltre ad aprire le guardie.
Luxu era stato preso alla sprovvista: era il momento, per Carlos, di attaccare.
Eseguì un colpo ascendente, come se volesse dividere il suo avversario a metà.
Il colpo lo fece solo cadere; ma la maschera venne rimossa. Atterrò vicina al bordo della piattaforma.
Entrambi i Keyblade svanirono.
Carlos si avvicinò a Luxu, con aria soddisfatta, ma altrettanto furiosa.
In quel momento, anche l’altro ragazzo rivolse lo sguardo in avanti, facendo fermare Carlos.
Impallidì. E si bloccò.
Il volto di Luxu… era uguale al suo! Stessi lineamenti del volto, lentiggini, labbra carnose, sopracciglia nere. Con la sola eccezione che Luxu aveva entrambi gli occhi marroni.
-Sei stupito, vero?- sibilò, tornando in piedi; la sua voce era mutata: alla voce da ragazzo della sua età, si era sovrapposta quella di uomo adulto, quasi roca –Che noi due abbiamo lo stesso volto? Tu hai ancora paura, Carlos. Non riesci ancora ad accettarti, non è così? Credi sia stato facile anche per me, accettare il mio destino? Vuoi sapere di più su di me? Come sono sopravvissuto in tutti questi anni? Sulla Guerra dei Keyblade? Sulla leggenda del Maestro e dei sei allievi? Guarda, Carlos. Guarda… DAI MIEI OCCHI!-
Scattò velocemente in avanti, con una mano allungata in avanti: agguantò l’intero volto di Carlos, premendo le proprie dita sulla sua fronte.
Nella mente di Carlos scorsero miriadi di immagini. Per uno frammenti di sogno. Per l’altro ricordi lontani.
Carlos vide tutto: la Guerra dei Keyblade, il traditore, il Maestro dei Maestri, una misteriosa scatola nera, il Keyblade con l’Occhio Che Scruta, e Luxu. Tutte le sue reincarnazioni. Come fosse riuscito a sopravvivere dai tempi della Guerra dei Keyblade.
-Carlos? Carlos! Carlos!-
Mal stava continuando a scuotere l’amico per le spalle.
Lui sobbalzò, come se avesse sentito un rumore assordante, emettendo un lieve urlo.
Al suo urlo seguì un sospiro di sollievo.
-Oh, grazie al cielo, Carlos. Stai bene. Ti eri bloccato di fronte all’immagine di Luxu e mi sono preoccupata. Sembrava che quel disegno ti stesse ipnotizzando.-
In quel momento, fu lei a ridacchiare. E Carlos ad essere pallido.
-Carlos? Che succede? Stai male? Sei pallido…-
-Sto… bene.- guardò la luna -Sono un po’ stanco. Ed è tardi. Dobbiamo andare a dormire. Buonanotte.-
Freddo e sfuggevole. Non era da lui.
Mal non poté non preoccuparsi.
Carlos continuava a vedere quelle immagini: guerra, inganni, tradimenti. Era come se lui stesso le avesse vissute. Come se lui fosse stato Luxu.
E prima di svegliarsi dalla sua trance, aveva sentito la sua voce sibilante sussurrargli: -Attraverso il tempo e lo spazio, il mio cuore ti raggiungerà sempre…-
 
   
 
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