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Autore: LazySoul    21/05/2020    1 recensioni
La storia è ambiantata al sesto anno.
I protagonisti indiscussi sono i pensieri e le emozioni provate da Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Pensieri che forse li porteranno ad avvicinarsi l'uno all'altra, oppure ad allontanarsi irrimediabilmente...
Estratto:
«Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è bastata?»
Ripensò a quello che gli aveva confessato sotto l'effetto del Veritaserum e le sue guance diventarono subito incandescenti per la rabbia e l'imbarazzo.
«Oh, Mezzosangue, pensi davvero che io mi possa accontentare di così poco?», mormorò lui, ora talmente vicino da farle percepire il suo odore.
E Hermione lo vide. Era lì, proprio davanti ai suoi occhi: il desiderio.
Malfoy la voleva.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di Sguardi'
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59. Sectumsempra
 
 

 

Draco Malfoy entrò nel bagno maschile del sesto piano poco prima di cena, chiudendosi la porta alle spalle con un gesto brusco.

Voleva sciacquarsi mani e viso prima di scendere in Sala Grande.

Aveva passato il pomeriggio nella Stanza delle Necessità, attaccato all'Armadio Svanitore e,a conta una volta, non era riuscito ad ottenere alcun risultato utile. 

La notte prima non era riuscito a chiudere occhio e in quel momento della giornata era più stanco che mai.

Gli era già successo nelle settimane precedenti di raggiungere una spossatezza mentale e fisica tale da non permettergli di fare altro che accasciarsi sulla prima superficie morbida e addormentarsi. Una settimana prima si era addormentato durante Difesa Contro le Arti Oscure, sulla spalla di Zabini. Blaise l'aveva preso in giro per giorni, mentre Piton aveva fortunatamente chiuso un occhio e non l'aveva ripreso in nessun modo, scatenando il malcontento tra i Grifondoro.

Non si stupì quindi quando non riuscì a trattenere oltre i sentimenti di terrore, sconforto e rabbia che covava dentro di sé dalla Vigilia di Natale, quando si era ritrovato ad accettare qualcosa di cui era, in realtà, terrorizzato.

Scoppiò a piangere senza quasi rendersi conto, il corpo scosso da forti singhiozzi.

La facciata che aveva tenuto in piedi per mesi era crollata, mostrando il suo lato più vulnerabile, che solo sua madre, Blaise Zabini e, in minima parte, Hermione Granger avevano potuto vedere.

Draco sapeva di non avere la forza necessaria per compiere un assassinio, sapeva di non avere la crudeltà necessaria. 

Lui non era spietato come sua zia Bella, non era guidato dalla ricerca di gloria e fama come suo padre. Lui non voleva il mondo a cui il Signore Oscuro aspirava, lui non voleva un mondo senza la libertà, a lui andava bene il mondo in cui aveva vissuto fino all'anno precedente.

Il suono di uno scarico che veniva tirato gli fece estrarre la bacchetta, mentre si passava la manica della divisa sugli occhi annebbiati dalle lacrime.

Capì con qualche secondo di ritardo che non c'era nessuno nei bagni, tranne Mirtilla Malcontenta, che iniziò a frignare da uno dei cubicoli.

Pensò inizialmente di scacciarla, memore dei momenti di disagio che gli aveva fatto passare il fantasma nel Bagno dei Prefetti, poi però posò la bacchetta e si appoggio con le mani alla ceramica del lavandino più vicino, mentre teneva compagnia al fantasma con i propri singhiozzi.

Non era la prima volta che gli capitavano un attacco di panico e un pianto incontrollato simili, solo che quando gli era successo le volte precedenti si trovava nella Stanza delle Necessità, dove zia Cassiopeia era riuscita a calmarlo con parole rassicuranti, suggerendogli di passare qualche minuto di fronte allo Specchio delle Brame per calmare un po' i nervi. Inutile dire che l'immagine e la sensazione di Hermione che lo abbracciava da dietro, cullandolo e dicendogli che andava tutto bene, era stata molto utile e rilassante.

Ma lì, in quel bagno del sesto piano non c'era zia Cassiopeia, non c'era Hermione, non c'era lo Specchio delle Brame. C'era solo lui, da solo, con i suoi pensieri.

Un singhiozzo dal cubicolo più vicino gli ricordò della presenza di Mirtilla Malcontenta.

«Perché piangi? Sento che sei triste... tanto triste», la vocina del fantasma giungeva ovattata, quasi appartenesse a un sogno.

«Lasciami in pace», disse Draco, con tono brusco, continuando a osservare la ceramica sporca del lavandino su cui cadevano le sue calde lacrime da codardo.

Mirtilla singhiozzò un paio di volte, poi parlò di nuovo: «No, no... dimmi che cosa c'è che non va... io posso aiutarti...»

Draco strinse maggiormente la presa sui bordi del lavandino, cercando di fermare i tremiti che lo scuotevano interamente: «Nessuno può aiutarmi», disse: «Non posso farlo... Non posso... non funzionerà... E se non lo faccio presto... dice che mi ucciderà».

Draco sollevò lo sguardo verso lo specchio sopra al lavandino e fu in quel momento che notò la presenza di Harry Potter, alle sue spalle, che lo fissava con quella che sembrava sorpresa.

Il viso di Potty non gli era mai sembrato tanto stupido e odioso.

Senza pensarci Draco si voltò, sfoderando la bacchetta.

Tutto il ribrezzo, l'odio e la rabbia che il Serpevrede provava verso se stesso fino a pochi secondi prima, li diresse verso quello che considerava il suo peggior nemico e, senza pensare veramente a quello che stava facendo, attaccò.

La maledizione colpì una lampada sulla parete alle spalle di Potter.

Malfoy parò facilmente il contrattacco del Grifondoro.

«No! No! Basta! Basta! BASTA!», urlò Mirtilla Malcontenta dal cubicolo in cui continuava a rimanere nascosta. Il suono della sua voce echeggiò tanto forte che a Draco sembrò di sentirlo dentro alle proprie ossa.

Continuarono quella lotta per ancora qualche secondo, Potter sbagliò mira e ruppe una tubatura che iniziò ad allagare il pavimento piastrellato del bagno e fu in quel momento che Draco perse il contatto con la realtà. Se doveva essere un Mangiamorte, se doveva essere il cattivo, se doveva essere come suo padre, allora l'avrebbe fatto nel modo che ci si sarebbe aspettati da lui.

Mosse la bacchetta, iniziando a pronunciare la Maledizione Senza Perdono che sua zia Bella prediligeva, ma Harry fu più veloce e gli scagliò contro un incantesimo che il Serpeverde non conosceva.

Un lancinante dolore e l'odore del sangue lo lasciarono privo delle poche forze che gli erano rimaste. La bacchetta gli cadde di mano e, mentre cercava di raggiungere una superficie su cui appoggiarsi, cadde sul pavimento allagato.

Inizialmente la sensazione fresca dell'acqua rispetto al bruciore che sentiva al petto gli diede sollievo, poi il dolore tornò più forte di prima e tutto quello che poté fare fu cercare di fermare con le mani che gli tremavano, le ferite che sentiva aprirsi sul suo corpo.

Sentì Potter borbottare qualcosa, lo vide nel suo campo visivo, ma era difficile pensare a qualcosa che non fosse il dolore e la sofferenza. Anche Mirtilla urlò qualcosa e fu in quel momento che si chiese cosa sarebbe successo se fosse morto.

Quando il volto di Potter venne sostituito da quello di Piton, Malfoy chiuse gli occhi e cercò un ricordo felice a cui aggrapparsi. Pensò a quando era piccolo e sua madre lo coccolava per ore, senza mai stancarsi, pensò al sorriso fiero di suo padre... Pensò a Hermione e al suo profumo.

Riaprì gli occhi solo quando sentì il bruciore diminuire e si rese conto che Piton stava rimarginando le sue ferite, pronunciando una litania che doveva essere la contromaledizione.

Annebbiato dalla stanchezza e dal dolore si lasciò accompagnare in Infermeria da Piton, dove Madama Chips accorse dal suo ufficio con sguardo preoccupato.

Non fece caso alle parole che venivano dette, lasciò che Piton lo aiutasse a sdraiarsi e non oppose resistenza quando l'infermiera gli porse da bere un'intruglio maleodorante.

Rimase in un tormentato stato di dormiveglia tutta la notte che trascorse in Infermeria; Madama Chips lo aveva informato che aveva intenzione di tenerlo in osservazione almeno fino al pomeriggio successivo, così da accertarsi che la copiosa perdita di sangue non avesse avuto effetti collaterali negativi.

Quando Blaise Zabini e Pansy Parkinson lo andarono a trovare quella mattina, Draco aveva da poco bevuto qualche goccia di essenza di dittamo e mangiato qualche fetta di pane tostato. 

Le ferite sul suo corpo si erano quasi completamente rimarginate, sarebbe rimasta qualche cicatrice, ma Madama Chips lo aveva rassicurato che sarebbero state poco visibili.

Blaise si sedette sulla sedia vicino al letto di Draco e allungò una mano per prendere quella dell'amico: «Dracuccio, non hai idea di quanto fossi preoccupato per te, come stai?»

Pansy si sedette direttamente sulle coperte al fondo del letto, osservando preoccupata il volto del biondo: «Hai un aspetto orribile».

Zabini spostò lo sguardo sulla ragazza, pronto a farle notare come quel commento fosse altamente inappropriato, ma gli si seccò la gola quando notò che la gonna di Pansy si era sollevata, permettendo la vista di una generosa porzione di coscia. 

«Abbiamo saputo che è stato Potter, è vero?», chiese la Parkinson, percorrendo con le dita la cicatrice visibile sulla guancia dell'amico.

«Rovinare così il tuo bel faccino!», rincarò la dose Zabini, distogliendo lo sguardo dalla pelle esposta della compagna di Casa per tornare a dedicare le proprie attenzioni a Draco: «Potter meriterebbe l'espulsione!»

In quel momento le porte dell'Infermeria si aprirono e Astoria Greengrass fece il suo ingresso, col volto arrossato e il respiro corto per la corsa.

«Draco!», esclamò, gettando le braccia al collo del ragazzo, nascondendo il volto contro la sua spalla.

Blaise lanciò un'occhiata infastidita a Pansy, che scrollò le spalle, sollevando gli occhi al cielo.

«Stai bene?», chiese Astoria, sciogliendo l'abbraccio.

Sui volti di Blaise e Pansy tornò ad esserci la solita espressione impassibile.

«Sono stato meglio», disse Draco, infastidito dal profumo troppo forte di Astoria.

«Cosa posso fare? Hai bisogno che ti porti qualcosa dalla stanza?», chiese la ragazza, giocando con i capelli biondi di Malfoy.

«No, dovrei uscire di qui questo pomeriggio», rispose Draco, notando con un mezzo sorriso il modo in cui Blaise, alle spalle di Astoria, le stesse facendo il verso.

«Oh, questa sì che è una buona notizia», rispose la Greengrass, baciando la fronte del ragazzo.

Dopo pochi attimi di pesante silenzio, Astoria disse di dover ancora fare colazione, così, salutati i compagni di Casa, se ne andò.

«Non la sopporto», disse Pansy, appena la ragazza fu scomparsa oltre la porta.

«É più falsa della McGranitti quando dice che non darà molti compiti», rincarò la dose Zabini, con una smorfia in volto.

«Daphne è peggio», gli fece notare la Parkinson, e Blaise annuì: «Greeny Uno è terribile, ma Greeny Due non scherza».

«State parlando della mia futura sposa», fece notare loro, Malfoy, segretamente felice di avere i suoi amici accanto a sé.

«Non farmici pensare, che mi viene da vomitare», disse subito Pansy, coprendosi la bocca con una mano, fingendo di avere dei conati.

«Futura sposa? Non essere sciocco, non ti permetterò mai di sprecare la tua vita con una così», disse Blaise, arricciando il naso per il disappunto.

Quando la porta dell'Infermeria si aprì nuovamente e una scarmigliata Hermione Granger fece il suo ingresso, Blaise e Pansy si ricordarono all'improvviso di avere un importante impegno a cui non potevano mancare e, recuperate le loro borse, se ne andarono, ridacchiando tra di loro.

Malfoy avrebbe dovuto essere privo di sensi o scemo per non capire che quei due avevano intenzionalmente levato le tende in quel momento, così da lasciarlo solo nella stessa stanza con la Grifondoro.

Hermione si affacciò nell'ufficio di Madama Chips per chiedere qualche pozione che potesse diminuire i dolori del ciclo e, dopo aver ottenuto una piccola ampolla dal contenuto giallastro, notò con piacere che Malfoy era rimasto solo.

In pochi brevi passi si avvicinò a lui.

«Cosa fai qui?», chiese Draco, terrorizzato che qualcuno entrasse e li vedesse insieme, terrorizzato che Madama Chips uscisse dal suo ufficio e notasse il grado d'intimità che c'era tra di loro.

«Mi dispiace per quello che è successo. Avevo detto a Harry di non usare incantesimi di cui non conosceva l'effetto... Ti senti meglio?», chiese la ragazza, sporgendosi per osservare il volto pallido di Draco, segnato da una sottile cicatrice sulla guancia destra.

«Sì, Madama Chips dovrebbe lasciarmi andare questo pomeriggio», disse il ragazzo, spostando la mano in modo da sfiorare le dita della ragazza, premute sulle coperte del letto.

Hermione non si oppose e lasciò che le loro dita si intrecciassero: «Mi fa piacere sentirlo».

Draco indicò l'ampolla che Hermione stringeva nella mano sinistra: «Hai iniziato a drogarti, Granger?»

La ragazza abbassò lo sguardo: «Mi serviva una scusa per venire in Infermeria a vedere come stavi», ammise, con le guance arrossate dall'imbarazzo.

Malfoy sapeva di non meritare quel tipo di attenzioni dalla ragazza che aveva disprezzato e bullizzato per anni, ma era troppo egoista per allontanarla in quel momento.

«Mi fa piacere vederti», disse lui, stringendo ulteriormente la presa intorno alle dita della ragazza.

Avrebbe voluto trattenerla in qualche modo, chiederle di rimanere a tenergli compagnia, sedersi sul letto accanto a lui, parlargli di qualcosa, di qualsiasi cosa...

Non sapeva cosa sarebbe successo una volta che avrebbe compiuto la sua missione, ma era certo che non avrebbe più potuto godere della compagnia di Hermione.

Da quel momento per lei sarebbe diventato nuovamente il nemico, un Mangiamorte e quella strana tregua che avevano creato si sarebbe sgretolata.

«Ora devo andare», disse lei, lasciando le dita del ragazzo: «A breve iniziano le lezioni e non voglio arrivare in ritardo».

«Hermione?», la chiamò lui, cercando di fermarla, afferrandole nuovamente la mano.

«Dimmi», disse lei, sporgendosi su di lui: «Hai bisogno che ti porti qualcosa? Vuoi che ti chiami Madama Chips?»

Malfoy si inebriò dell'odore vagamente fruttato della pelle della ragazza e scosse la testa: «No», disse, prima di sollevare una mano e affondare le dita nella chioma riccia della ragazza: «Vorrei baciarti».

Hermione si irrigidì per qualche istante, mentre abbassava lo sguardo sulle labbra socchiuse del Serpeverde; l'incertezza ben visibile nei suoi lineamenti.

«Non penso sia una buona idea», sussurrò lei, sfiorando con le dita la cicatrice sulla guancia destra del ragazzo.

«Ho rischiato di morire ieri sera», le ricordò il ragazzo, puntellandosi col gomito destro sul materasso del lettino, per avvicinare ulteriormente il suo viso a quello della ragazza.

«Vuoi che ti baci per pietà, Malfoy?», chiese lei, sollevando un sopracciglio.

«Voglio che mi baci perché lo vuoi», rispose Draco, le dita della mano sinistra ancora immerse nei ricci di lei.

Hermione appoggiò le labbra sulle sue per un veloce bacio a stampo, ma il ragazzo approfittò della situazione e approfondì il contatto. Si baciarono per pochi secondi, poi Hermione si scostò con un sorriso: «Devo andare».

«Non è cambiato niente, vero?», chiese Malfoy, resistendo al desiderio di trattenere la ragazza accanto a sé ancora qualche minuto.

«No, Malfoy, non è cambiato nulla», disse lei, posando l'ampolla che conteneva l'antidolorifico nella sua borsa: «Continuo a volere le tue scuse».

Hermione se ne andò poco dopo, salutando il ragazzo con un gesto della mano, quando ormai era alla porta.

Malfoy non poteva saperlo ancora, ma per il resto di Maggio sarebbe stato troppo impegnato con l'Armadio Svanitore e non avrebbe avuto più occasione di parlare o avvicinare Hermione.

Il ricordo di quel bacio però gli avrebbe tenuto compagnia nei momenti di maggiore sconforto e agitazione, riportandolo, anche se solo per pochi secondi, ad una parvenza di tranquillità.

Madama Chips si chiuse alle spalle la porta del suo ufficio e si sedette col volto arrossato dietro alla sua scrivania. Quando aveva gettato una veloce occhiata all'Infermeria per accertarsi che il giovane Malfoy stesse bene, non aveva pensato di vederlo parlare in modo così intimo con la signorina Granger. Così come non si era assolutamente aspettata il bacio a cui aveva assistito.

Con le gote arrossate per l'imbarazzo, la donna non poté fare a meno di pensare alla propria giovinezza perduta e al suo primo e unico amore.


 

 

 

***

Buongiorno popolo di EFP!

Eccoci alla fine del penultimo capitolo!

Anche in questo caso Draco ed Hermione hanno fatto un po' quello che volevano, ma li perdono perché sono molto teneri insieme.

Per quanto riguarda la prima parte del capitolo, ho voluto provare a descrivere la famosa scena del duello tra Draco e Harry dal punto di vista di Draco, spero di esserci riuscita in modo decente, fatemi sapere! 

(I dialoghi che vedete in corsivo nella prima parte sono stati copiati dal testo originale, il resto è tutta farina del mio sacco)

Era da un po' che Pansy e Blaise non si facevano vedere, per questo ho voluto inserirli. Approfitto di questo spazio anche per spiegare perché secondo me non sopportano Astoria, ma quando vedono Hermione se ne vanno per lasciare Draco solo con lei. Sia Pansy che Blaise sono dei Purosangue, quindi sono pervenuti e hanno dei pregiudizi nei confronti dei Mezzosangue, nei mesi in cui Draco e Hermione si sono frequentati però si sono resi conto che il loro amico era felice con la Granger, per questo hanno imparato ad accettare la loro "relazione". Astoria invece si è intromessa nel loro trio troppo bruscamente e per i due è palese che Draco non prova forti sentimenti per la giovane sorella Greengrass, per questo non va loro a genio.

Oddio, toglietemi il computer, sto scrivendo troppo come al solito, chiedo umilmente perdono.

Un'ultima cosa, anzi due: 

Prima cosa: Hermione dice a Draco che le cose tra di loro non sono cambiate dopo il loro bacio perché effettivamente continuano ad avere problemi di comunicazione, oltre al fatto che Draco ha bullizzato Hermione per anni e ancora non le ha chiesto scusa. Ok, le ha chiesto scusa per la piuma che le ha rotto, le ha anche fatto un inaspettato regalo, ma questo non cambia il fatto che Draco continui ad essere il bulletto arrogante di sempre.

Seconda cosa: non potevo non inserire la scena finale con Madama Chips che assiste al loro bacio e si ricorda del suo amore passato. É stato più forte di me.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa ne pensate!

Per chi volesse seguirmi su Instagram mi può trovare come lazysoul_efp

Vi auguro una buona giornata!

Un bacio,

LazySoul

  
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