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“Ci hai pensato
vero?” -disse Regina correndo dietro ad Emma, dopo che furono tornate da New York.
“Di cosa stai
parlando?” – domandò Emma.
“A lasciarmi
morire!” – rispose la mora.
“Dico ma sei
impazzita?” – chiese scioccata la bionda – “Non l’avrei permesso”
Tremotino era
stato liberato dalla sua Oscurità attraverso il cappello, grazie all’aiuto
dell’Apprendista, ma era troppa da contenere ed adesso vagava per Storybrooke
in cerca di qualcosa da offuscare. Emma era appena uscita in strada seguita da
Uncino, che era diventata la persona di cui più si fidava la bionda.
“Cosa succede?”
– chiese Regina, arrivando a sua volta, seguita da Robin.
“Lo sapresti se
non passeggiassi” – sputò Emma.
“Ti va di
litigare Swan?” – chiese la mora guardandola sconcertata, da quando erano
tornate da Lowell, e poi dalla Foresta Incantata del libro di Isaac era sempre
così scontrosa verso di lei e non ne capiva il motivo. Regina ricordava
distintamente le parole che Emma le aveva rivolto, prima che salvassero la
situazione, ma cosa significassero davvero?
“Signore,
l’Oscuro non è più nel corpo del Coccodrillo, dobbiamo capire dove sia” – disse
Hook.
E negli istanti
successivi delle spire di materia oscura, attirarono Regina nel loro turbinio.
“Regina” – disse
Emma guardandola avvolta dall’Oscurità, sollevò le mani.
“Emma” – la mora
la guardò attraverso la nube e si sentì soffocare a causa delle spire di
oscurità che iniziavano ad entrarle nelle narici.
“Mamma” – disse
Henry vedendo Regina lì.
“Allontanatevi”
– disse Emma nel momento in cui gli occhi di Regina divennero neri come la
pece, la bionda scagliò la magia sulle spire. Quelle uscirono dalla mora, che
poté vedere in brevi istanti, il braccio di Emma sollevarsi in alto, brandendo
il pugnale dello Oscuro. Il maglioncino bianco di Emma che si sollevava appena
mostrò un tatuaggio, e Regina sgranò gli occhi.
“Emma no” –disse
Regina guardando la figura bionda che si arrendeva all’Oscurità per contenerla.
Emma la guardò per un lungo istante negli occhi.
“Mamma?” – Henry
guardò sparire sua madre in quella nube, e l’unico rumore: quello del pugnale
cadere a terra. Tutti i presenti videro il nome impresso su, ma fu Regina ad
essere invasa da un senso di confusione. Le tornarono alla mente le immagini
del cigno sognato la notte prima che Henry portasse Emma a Storybrooke, le
parole di Campanellino.
“Una persona con
un particolare tatuaggio, ti porterà di nuovo ad amare e ti salverà
dall’Oscurità”
A Regina in quel
momento fu tutto chiaro, quella persona era Emma, adesso comprendeva le
sensazioni che provava quando le era accanto, tutti quei sogni ricorrenti, su
eventi che la bionda aveva vissuto, e Regina era stata costretta a sognare suo
malgrado. Crollò in ginocchio, trattenendo le lacrime.
“Mamma che
succede” – disse Henry mettendosi davanti a lei – “I tuoi occhi mamma” – vide
crearsi come una patina.
“L’Apprendista
non ha detto nulla a riguardo” – disse Killian guardando la donna – “Lui è
morto, si è preso Emma e la vista di Regina”
“Dobbiamo
trovare Merlino” – disse Henry guardando Regina, che oltre alla mancanza di
vista, era entrata come in catarsi.
“So dove trovare
Emma” – disse lasciandosi aiutare a mettersi in piedi
“Regina devi
avere pazienza” – disse Robin facendosi vicino a lei.
“Robin, pensi
che possa avere pazienza? Devo portarmi dietro mia sorella, e trovare la
Signora Oscura ah e volevo ricordarti che sono cieca” – disse sarcastica.
“Non fare così”
– poi si fece audace e chiese – “Cosa hai visto prima di perdere la vista?”
“Robin, ho visto
la madre di mio figlio afferrata da una cosa più grande di lei, ricordami di
indirizzarle uno schiaffo” – rispose.
“Mamma, basta” –
Henry prese la sua mano.
“Ti ha salvato,
bel modo di ringraziare” – disse Killian.
“Certo che la
ringrazio, ma non doveva sacrificarsi” – rispose, pensando a quello che Emma
aveva fatto, che lo sapesse?
“E’ la
Salvatrice” – disse Henry.
“Era tesoro, tua
madre adesso è l’Oscura” -spiegò Regina.
Sentiva l’aurea
che emanava Emma, e la bionda aveva compreso perché nonostante tutto quello che
Regina aveva fatto passare alla sua famiglia, ne fosse attratta. Era il
destino, la profezia, erano sempre stati lì a fare capolino nelle loro vite.
“Emma?” – Regina
era sola nella sua camera a Camelot, ma sentiva di non esserlo – “Ci sento
ancora” – disse restando come a cercarla alzando le mani.
“Sono qui” –
disse prendendole tra le sue, e portandosele al viso.
“Emma” – disse
muovendo le dita sul suo viso - “Avresti dovuto lasciarmi andare”.
“Sono la Salvatrice”
- disse – “Non potevo lasciarti andare. So tutto Regina” – disse poggiando la
fronte alla sua.
“Cosa sai?” –
chiese. Emma prese le sue dita portandole al tatuaggio sul polso.
“Questo è un
tatuaggio. Un Dente di Leone” – disse Emma.
“Sai della
profezia?” – chiese allontanandosi appena – “Come, non usare la magia oscura
Emma” – disse supplichevole.
“Parte di te era
nell’Oscuro. Non ci è stato bisogno” – sorrise – “Sono la tua Salvatrice”
“Emma, io sono
così confusa e ho paura” – tenne le sue mani nelle proprie.
“Paura di amare
ancora? Non devi averne, Regina” – le accarezzò il viso.
“Perché eri così
arrabbiata con me? Prima di sapere…” – chiese.
“Non lo so,
adesso dovrei esserlo ancora, mi meraviglio che tu non l’abbia capito prima” –
disse.
“E tu se provavi
qualcosa perché non me lo hai detto?” – disse.
“Perché non
capivo, avrei dovuto odiarti, ma più la pensavo così e più ero attratta da te,
ma non volevo” – ammise.
“Che si fa
adesso?” – chiese Regina.
“Credo che in
primis dovremo liberare Merlino, fingere che tu sia la Salvatrice, e tornare a
Storybrooke quanto prima” – spiegò.
“E noi? Insomma,
se questa è davvero la profezia io” – Emma la zittì con le sue labbra. Si
scambiarono un lungo bacio, che sfociò in qualcosa che di certo non si
sarebbero aspettate. Emma distese Regina sull’enorme letto e le tolse uno dei
suoi tanti tailleur firmati – “Em-ma”
“Sono qui” –
disse accarezzandole tutto il corpo.
“Togli qualsiasi
cosa tu abbia addosso, mi fai il solletico” – sorrise Regina tentando in modo
impacciato di non farsi vedere nuda, sentendo di esserlo, aveva fatto tutto
Emma.
“Non devi
vergognarti” – Emma le lasciò una dolce scia di baci sul collo.
“E che non so
come tu mi stia guardando, e arrossisco”
“Ti sto
guardando come si guarda la persona più bella del reame” – sorrise al suo
orecchio – “Che vuoi che ne dica Sidney, sei tu per me” – disse Emma accarezzandole
il viso e imprimendo le labbra sulle sue. Regina le strinse le braccia al collo
e approfondì il bacio. Sentì Emma tra le sue cosce, ormai nuda, e ansimò appena
quando la bionda prese tra le labbra morbide un suo seno.
“Em-ma, tu” – e
sempre per quei pochi ricordi e domande, che l’Oscuro le aveva trasmesso con la
trasformazione, la bionda capì cosa volesse la mora da lei.
“Ti guido io” –
sorrise prendendo una sua mano, portandola sul proprio seno – “Adesso devi solo
scendere dal centro, finché…”
“Finché non
sento calore” – sussultò Regina sulle sue labbra.
“Impari in
fretta” – disse sfiorandole i fianchi, e sentì le dita della mora sfiorarla,
chiuse gli occhi istintivamente e fece la stessa cosa.
La stanza si
riempì di gemiti soffocati, di ansimi profondi, delle loro labbra bramose, dei
nomi sussultati, prima di lasciarsi andare più volte al piacere.
“Em-ma” - la
strinse forte a sé, tremando ancora sotto il suo tocco.
“’Gi-na” – posò
la fronte sulla sua spalla.
Regina aveva provato qualcosa di davvero intenso, il fatto di non poter vedere Emma, ma di sentirla aveva triplicato il tutto. Aveva sentito i polpastrelli sfiorarle tutto il corpo, provocandole tantissimi brividi che la fecero eccitare all’inverosimile. Aveva percepito la lingua di Emma toccare i suoi punti più erogeni, aveva accolto le sue dita dentro di sé, con sospiri e ansimi che le riempirono la gola. La stretta sulle lenzuola del letto, le aveva permesso di sfogare appena la frustrazione mentre l’orgasmo la raggiungeva. Ed era certa che Emma, avesse sorriso proprio lì tra le sue cosce, mentre gemeva il suo nome.
Mentre
rileggevo il capitolo mi sono accorta che fosse corto, quindi l'ho
accorpato al successivo, o sarei stata certo linciata! In sostanza
spero vi sia piaciuto e che continuiate anche se silenziosi a leggere
questa ff! A domani xoxo