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Autore: SweetPaperella    30/05/2020    7 recensioni
{CaptainSwan AU}
Storybrooke, anno 1800.
Emma Swan è una ventenne ribelle, vuole vivere di avventure, ma un errore fatale la costringe a rimanere nel suo paesino, con cinque sorelle, un figlio, una madre petulante e concentrata solo a far accasare le proprie figlie.
Killian Jones, trentenne, Conte e ufficiale di Marina, con un passato tormentato e una forte sete di vendetta.
Due destini che si incrociano, due anime tormentate, un passato doloroso mai lasciato del tutto alle spalle. Vendetta, odio, amore, amicizia e famiglia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sette - Come si arriva a un secondo bacio?


Killian’s POV

Provo dei sentimenti per Emma Swan, non posso crederci. Non voglio che ciò sia vero. La conosco da così poco tempo... E poi, poi mi ero ripromesso di non innamorarmi più, di allontanare l’amore dalla mia vita! Non posso continuare a nutrire un sentimento nei suoi confronti, non posso proprio. Devo dimenticarla, devo dimenticarla con la stessa facilità con cui si è insinuata nel mio cuore. Devo smettere di pensare a lei, ai suoi occhi color smeraldo, alla sua bocca che avrei voglia di baciare ancora. Devo smettere di pensare ai suoi capelli così soffici e profumati in cui vorrei affondare la mia mano. Devo smettere di chiudere gli occhi e immaginarmela davanti, in tutta la sua bellezza e con quello sguardo contrariato se le dico qualcosa di troppo intimo, per poi cercare di mascherare il suo rossore evidente. Devo smetterla... Ora. Devo eliminare Emma Swan dalla mia vita. E come fare? A quanto pare provare ad andare a letto con un’altra donna non ha funzionato, quindi l’altra alternativa è una: gettarmi sul rum. 
Vado con passo deciso nella stalla, dopo giorni che praticamente non esco di casa, con la paura di incontrarla ed essere ancora più fottuto; e mi dirigo verso il paese. C’è una piccola locanda a livello famigliare che fa un rum da far girare la testa anche a un pirata dei sette mari come me. È artigianale poi, un vero toccasana. Rum di prima qualità e donne. Per dimenticarmi della mia ossessione. 
Poco prima di entrare incontro Robin, non ci parliamo più da quando siamo diventati adulti e pensare che da bambini eravamo grandi amici, vedendo che è solo, lo invito a entrare con me. Accetta immediatamente. 
Mi racconta che Regina è con alcune sue amiche, tra cui Emma, per una serata tra donne. La sua futura moglie è molto indipendente e vuole mantenerla anche se sta per sposarsi e quando sarà sposata. Mi ricorda molto Emma, forse è per questo che le due vanno così d’accordo... 
NO! Non devo pensare ad Emma. Per fortuna è arrivato il mio bicchierino di rum e lo scolo in un sorso solo, chiedendo subito il successivo. 
«Amico, possiamo non parlare di donne? Pensiamo a passare una bella serata tra uomini uhm?» dico all’uomo per farlo smettere di parlare della sua donna, per carità mi fa piacere che lui sia felice, ma se lui continua a parlare di Regina, io inevitabilmente penso ad Emma. Già è così difficile smettere di farlo. 
«Qualcuna che ti fa penare?» mi chiede, ma qualcosa mi dice che conosce già la risposta e vorrei chiedergli di più, ma un barlume di lucidità che non è ossessionato da Emma Swan mi fa desistere nel farlo. Mi limito ad annuire e spero che lui capisca che non ho voglia di parlarne, se ne parlo le dò ancora più importanza e io voglio invece allontanare il pensiero.
Lui per mia fortuna lo capisce e ci concentriamo solo sul bere e parlare di altro. 
Ci ritroviamo a parlare molto e mi ricordo immediatamente perché l’uomo fosse diventato mio amico. È piacevole parlare con lui e non ci vuole molto per ritrovare la nostra complicità. Parliamo di quando eravamo bambini, delle nostre avventure in mezzo al mare o tra i boschi e di come la vita fosse più semplice. Fino a che non so come sia possibile, o forse sono stato proprio io a tirare fuori l’argomento, complice qualche bicchiere di troppo, la conversazione si è spostata su Emma e quanto sia bella. Della sua eleganza, se pur  nella sua semplicità, dei suoi modi di fare e Robin non proferisce parola, non dice nulla ma si limita a guardarmi e penso abbia capito che io sono innamorato della bionda, della migliore amica della sua quasi moglie, nonché anche sua amica di infanzia. Com’è piccolo il mondo. Emma Swan è parente e amica con Robin, il mio amico di una vita, con cui sono cresciuto e che considero un po’ il mio migliore amico, se pur ci siamo persi con il tempo. Emma, Emma, Emma. È la mia ossessione. È ovunque, mi ruba gli amici, la mente, il cuore... 
E sto ancora maledettamente pensando a lei, quindi ordino un altro bicchiere e un altro ancora e bevo fino a perdere la lucidità. Forse e dico forse é l’unico modo per smettere di pensare a lei. Ma sto decisamente bevendo troppo e me ne rendo conto troppo tardi, quando ormai non mi reggo più in piedi e sto parlando senza una logica.
L’unica cosa che ricordo prima di cadere in un sonno profondo è di essere stato caricato con forza sul mio cavallo da Robin e un altro uomo che non so dire chi sia e che lui mi abbia portato a casa della sua donna e ho visto lei, l’oggetto della mia ossessione. Emma, bella come non mai, se pur io l’abbia vista doppio per il troppo alcol ingerito e poi, il buio più totale. Non ricordo altro. Potrebbe benissimo essersi trattato di un sogno, non ne ho la minima idea onestamente.

Emma’s POV 

Ho passato una serata davvero piacevole con Regina, una serata di sole donne mi ha fatto bene per smettere di pensare per un solo secondo a quel bacio. Da quando ho parlato con la mia amica di ciò che è successo e poi con mia sorella Elsa, sono più confusa di prima. Regina mi ha detto che secondo lei provo qualcosa di più ed Elsa mi ha detto praticamente la stessa cosa, soprattuto che non lo avrei mai baciato se non avrei provato qualcosa e ha ragione, dannazione. 
Mi piace Killian Jones.
Ma non voglio pensare a lui, voglio togliermelo dalla testa perché non ho nessuna intenzione di perdere nuovamente la testa per un uomo. Nessuna. Tanto meno per un donnaiolo come lui. 
Il fatto che stiamo passando una serata tra ragazze, senza parlare di uomini aiuta molto. Il problema sorge nel momento in cui rincasa Robin e scopro con mia grande sorpresa che non è solo, con lui c’è proprio l’uomo capace di tormentare il mio cuore e i miei pensieri. Completamente ubriaco, che sta farneticando qualcosa di incomprensibile e mi nomina non capendo che cosa io centri con i suoi deliri interiori da ubriaco. 
Robin naturalmente non sapendo dove portarlo ha pensato bene di venire a cada Mills, ma è anche vero che non possiamo farlo dormire in una delle stanze della tenuta di Regina, sua madre Cora sta per rientrare e sicuramente non sarà contenta di ritrovarsi il giorno dopo un uomo in casa ancora mezzo ubriaco o quanto meno stordito dall’alcol.
Facendomi aiutare proprio da Robin decidiamo, sotto mio suggerimento, di portarlo in un fienile poco distante da casa mia e lasciarlo dormire. 
Regina e Robin vengono con me fino al fienile e Robin che l’ha sorretto per tutto il tragitto, visto che dopo avermi visto è crollato definitivamente; distendendolo sul fieno in modo che possa stare comodo il più possibile. 
«Rimango io un po’ con lui, giusto fino a che non mi accerto che dorma completamente e torno domani mattina a vedere come sta» dico ai due. Non so perché, ma sento il dovere di stargli accanto e accertarmi personalmente che stia bene. Robin ha solo spiegato che è si ridotto in questo stato per smettere di pensare, non ha detto a chi, ma io immagino che sia per il suo passato doloroso e avverto il bisogno di stargli accanto. Starò davvero fino a che non vedo che dorme beato e profondamente per poi tornare il giorno seguente. 
Regina mi guarda con il suo solito sorriso malizioso e furbo di chi la sa lunga e io la fulmino con lo sguardo, concentrandomi subito dopo sul moribondo. Mi siedo accanto a lui e fingo anch’io di chiudere gli occhi per non sentirla fare chissà quale battuta. Sto solo aiutando un amico, nulla di più. Anzi nemmeno posso considerarlo amico forse. Sto aiutando semplicemente una persona che conosco. 
«Si fingi di essere stanca... Così facendo scappi solo da ciò che provi» mi rimprovera la mia amica e io la lascio fare, continuando a tenere gli occhi chiusi, gli aprono nuovamente solo quando sento che siano andati via.
E solo in quel momento mi giro verso di Killian e lo vedo dormire profondamente. Il suo respiro è regolare e il suo volto ora è rilassato. Non riesco a smetterlo di osservare e di notar che sia davvero bello. Non posso vedere le sue pietre celesti visto che ha gli occhi chiusi, ma non so perché riesco perfettamente a immaginarmele e mi viene da sorridere istintivamente. Poco prima che crollasse addormentato i suoi occhioni si sono puntati nei miei e ho fatto inevitabilmente un sussulto. Sono così profondi, così puri e così celesti che è impossibile non perdersi dentro di essi. Ma allo stesso tempo, a volte, sembrano un mare in tempesta. Una tempesta così selvaggia e pericolosa che è anche rischioso perdersi dentro il suo abisso. Io lo so benissimo quanto sia pericoloso. Conosco il suo passato, i suoi tormenti, la sua sete di vendetta e nonostante questo, sono qui al suo fianco, rischiando di naufragare insieme a lui e al suo passato doloroso. Io che mi ero ripromessa di non fare più i stessi errori, di fidarmi ancora. Sono invece qui, persa a guardarlo e pensare a lui come se per noi ci fosse un futuro... 
Mi maledico l’attimo dopo per questi pensieri e chiudo nuovamente gli occhi anch’io, un attimo un solo attimo prima di alzarmi e lasciarlo dormire da solo, anche perché io devo rientrare a casa da Henry. 
Un attimo, un solo attimo, che mi fa cadere senza che io possa accorgermene tra le braccia di Morfeo. 

Killian’s POV

Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è la figura di Emma addormentata accanto a me. Non ricordo nulla della sera precedente, l’ultima cosa che ricordo è di essere uscito dal locale con Robin e di aver incontrato Regina ed Emma, ma pensavo che fosse stato un sogno, invece non lo è. 
Ciò che non so come mai ora siamo qui, solo io e lei, in questo fienile. 
Ho la testa che mi scoppia e anche la nausea a dire il vero, ma guardare Emma mi aiuta a non pensare al mio malessere fisico. È così bella, così dannatamente dolce mentre dorme che starei qui ad osservarla per ore senza mai stancarmi. 
Un giorno mio nonno mi disse che se ti piace una persona potresti passare un’intera notte o intere ore ad osservarla dormire senza stancarti e che lui riusciva ad osservare la nonna per ore e ore dormire senza stancarsi mai. Mi ha raccontato che lo faceva solo con lei e che è sempre stata l’unica che ha amato osservare. 
Io mi rendo conto che adesso provo lo stesso nei confronti di una giovane donna che nemmeno conosco così bene e con cui la maggior parte del tempo ho litigato. O meglio, lei ha litigato con me. So di essere spesse volte strafottente e malizioso, ma è il mio modo di fare e ammetto che mi diverto da morire a provocarla e vederla arrossire. È così bella quando arrossisce e si imbarazza, sembra ancora una bambina. 
Le accarezzo una guancia cercando di non svegliarla e la sua pelle morbida e profumata, mi fa subito fremere di desiderio. Penso di non aver mai avvertito desiderio solo a sfiorare la guancia di una donna, a desiderare di farci l’amore. Anzi, al contrario, sono un uomo molto esigente in fatto di donne. Emma però, rispecchia completamente il mio canone di donna ideale. Bionda, capelli lunghi e morbidi, occhi verdi, ma non un verde qualsiasi, un verde particolare, unico, che possiede solo lei. Fisico perfetto, dolce, se pur non lo ammetterebbe mai, con una classe e una eleganza, un portamento, che nemmeno lei sa di possedere. Le piace poi cavalcare, tirare con la spada, sa rispondere alle mie provocazioni, sa tenermi testa e sa giocare con me, al mio stesso gioco se vuole, se pur poi si imbarazzi. È coraggiosa, determinata e senza peli sulla lingua. Da quel che ho visto è anche una persona materna. Insomma come si fa a non perdere la testa per una così? Nemmeno un santo ci riuscirebbe a non guardarla e desiderarla. 
La mia mano delicatamente si sposta dalla sua guancia verso una ciocca di capelli che le è caduta davanti al viso e gliela sposto, posizionandola dietro all’orecchio. Ed è al quel tocco che si sveglia e la vedo sbarrare gli occhi, quasi a voler urlare e scappare via, per giunta è diventata completamente rossa, potrei quasi avere paura che il fieno prenda fuoco, dal suo imbarazzo.

Emma’s POV 

Il mattino seguente apro gli occhi sentendo qualcuno che mi sposta delicatamente una ciocca di capelli per posizionarmela dietro all’orecchio e penso subito che sia mio figlio a farlo, se pur non sia un gesto da lui e sia troppo piccolo per pensarci... Forse Elsa...
Apro gli occhi e improvvisamente i miei vengono imprigionati dentro due meravigliosi occhi celesti, i quali riconosco immediatamente, non sono quelli di mia sorella, ma bensì di Killian Jones. Mi sono addormentata accanto a lui. Dannazione. 
Il primo istinto è quello di cacciare un urlo e scappare, ma so bene che farei la figura della pazza isterica e poi immagino che voglia una spiegazione del motivo per cui siamo in un fienile solo io e lui. 
La mia faccia si tinge immediatamente di rosso o meglio vado quasi a fuoco e abbasso lo sguardo notevolmente a disagio.
«Come stai?» mi chiede poi Killian e noto che dalla voce anche lui non sa come comportarsi, abbiamo praticamente dormito insieme, in un posto improbabile per giunta. Non ho mai dormito con un uomo. Con Neal non siamo mai stati insieme tutta la notte, dopo aver fatto l’amore o per lui era solo sesso, andavamo ognuno per la sua strada. Quindi è la prima volta che dormo fuori da casa e per giunta con un uomo. La cosa mi manda ancora ulteriormente a fuoco, se incontro ancora i suoi occhi, potrei seriamente bruciare. Ma lo faccio lo stesso. 
A quanto pare mi piace giocare con il fuoco e scottarmi. 
«Dovrei essere io a chiedetelo, quello sbronzo fino a qualche ora fa eri tu» rispondo prontamente, mettendo una certa distanza tra di noi, non vorrei che si facesse strane idee o che me le facessi io. Ho una voglia matta di baciarlo ancora. 
Emma dannazione, basta fare questi pensieri. Mi devo contenere. Sembro una ragazzina alla prima cotta. 
«Un po’ di mal di testa e la nausea. Non ricordo nulla tra l’altro di eri, come mai sia qui?»
Ecco, sapevo che prima o poi la fatidica domanda sarebbe arrivata e quindi gli racconto tutto, anche di essermi addormentata dalla stanchezza. Ovviamente non confesso nemmeno sotto tortura che l’ho guardato dormire, mi limito a dire che mi sono addormentata perché stanca, senza rendermi conto di averlo fatto. 
Lui annuisce e sembra crederci, strano ma vero non fa nemmeno una delle sue battutine a sfondo sessuale che tanto mi fanno irritare e imbarazzare allo stesso tempo e devo ammettere che sembra anche lui molto a disagio. Si porta la mano dietro all’orecchio e mi guarda, come se volesse dirmi qualcosa, ma non sa da dove iniziare a raccontare. Forse vuole parlarmi del motivo per cui si è ridotto in quello stato e lo mette a disagio ciò che mi deve dire. Ho notato che si porta la mano dietro all’orecchio ogni volta che deve affrontare qualcosa che lo rende nervoso o imbarazzato, come quando mi ha chiesto di dargli un bacio come ricompensa per avermi salvato da quel damerino con cui stavo ballando. 
«Di solito reggo bene l’alcol e so fermarmi quando so di stare esagerando, non tendo mai ad ubriacarmi... Ma... Ieri sentivo l’esigenza di dimenticare.» inizia il suo discorso così e io resto in silenzio, aspettando che continui, capisco dal suo sguardo che sta per aggiungere altro e che non è finito il suo discorso. 
«La verità è che l’ho fatto per dimenticare una donna. Non Milah, la mia ex, a lei da quando ho incontrato quest’altra ragazza non ci penso più e il nostro bacio ha scatenato in me emozioni, sensazione che credevo ormai sepolte da tempo. Emozioni e sentimenti che credevo che non avrei mai più provato, invece è bastato un bacio per far battere nuovamente il mio cuore... E io so che è sbagliato, io sono complicato e voglio vendetta per colui che ha ucciso mio fratello e rapito mia sorella... Ma nonostante questo, questa ragazza mi ha stregato e non posso fare a meno di pensare a lei.»
Resto in silenzio stavolta perché non so che cosa dire, è chiaro che sta parlando di me nonostante non me l’abbia ancora detto. Il suo sguardo è puntato nel mio ed è così intenso e profondo che sento mancarmi la terra sotto i piedi. Il mio cuore poi inizia a battere forte, se pur non vorrei che lo facesse. 
«Sei tu Emma» ed eccola la conferma. 
E non so davvero che cosa dire. È veramente sincero? Posso fidarmi di lui? Come faccio a capire che non vuole semplicemente portarmi a letto come Neal? Il problema è che non lo passo sapere e che devo fidarmi e basta e scoprirlo con il tempo. E il vero il problema è che ho intenzione di farlo, di fidarmi. 
Sono i suoi occhi il problema, è il suo sguardo il problema. È lui il problema. Perché mi irrita, lo vorrei prendere a schiaffi, ma lo vorrei anche baciare ripetutamente fino a restare senza fiato. 
«Killian io...»
«No Emma, non dire niente. Dimmi solo se vuoi provarci, se vuoi iniziare ciò che c’è tra noi. Ti chiedo di fidarti di me, non voglio farti soffrire come il tuo ex. Non so nemmeno io cos’è ciò che ci unisce, ma voglio scoprirlo insieme a te, giorno dopo giorno.» dannazione, amo il suo modo di chiamarmi per nome e ancora di più amo come sa giocare con le parole. 
«Mi irriti e vorrei prenderti a schiaffi, sei così maledettamente sfacciato, arrogante e presuntuoso... Ma comunque mi piaci, sai anche essere un gentiluomo e sei piacevole quando non ti atteggi. Mi piaci perché con te riesco a parlare con naturalezza, con nessuno avevo parlato della situazione con mia madre, nemmeno con mia sorella... Quindi so che mi pentirò, ma si. Voglio provarci anch’io. Mi piace l’avventura e mi pentirei se non ci provassi a capire che cosa siamo.» mi stupisco io stessa del mio discorso e lo guardo davvero meravigliata negli occhi, come se non avessi pronunciato io queste parole. Mi brucerò, lo so, ma non riesco a non dirgli di sì. Preferisco rischiare e provarci, piuttosto che non farlo. 
I suoi occhi si illuminano stavolta e si avvicina nuovamente a me. Io faccio lo stesso.
I nostri respiri si mescolano e i battiti del mio cuore si uniscono ai suoi. 
Colmo io per prima la poca distanza che ci divide, ma poi è lui a schiudere le labbra per primo e fare in modo che io faccia lo stesso. Insinua la sua lingua nella mia bocca e io gli faccio trovare subito la mia, per iniziare a muoverla con la sua, in una danza perfetta. 
Se il primo bacio è stato puro desiderio, fuoco. Questo secondo bacio è delicato, dolce, morbido. Nessuno dei due sente l’urgenza di separarsi, al contrario, vogliamo assaporare ogni momento e so che è così anche per lui, quando sposta la sua mano tra i miei capelli e mi attira ancora di più a sé.
Ci separiamo solo per la necessità di respirare e ci guardiamo negli occhi con intensità. A lungo, così a lungo che mi dimentico del mondo circostante per un attimo. Di Henry e che dovrei già essere a casa. 
Così mi allontano prontamente da lui, devo tornare alla realtà e da mio figlio. I sensi di colpa compaiono improvvisamente.
«Io devo andare, avrei dovuto già essere a casa, da Henry. Ci vediamo okay?» gli dico, non aggiungo altro, né quando né il luogo, ma così è più bello, tutto lasciato a caso. Voglio godermi questa cosa giorno dopo giorno, senza fare programmi. Per una volta non voglio rischiare di rovinare tutto. 
Lo guardo per l’ultima volta prima di uscire e lui mi sorride, sembra felice e mi ci sento anch’io. 
Felice. Lo sono davvero. 

Arrivo a casa alla velocità della luce, sperando che nessuno sia ancora sveglio, visto che ancora è abbastanza presto, lo vedo dal cielo e dal fatto che sia ancora tinto di rosso, a significare che il sole sia sorto da poco. 
Ma le mie speranze sono vane, perché ad aspettarmi sveglia in cucina, c’è mia madre e il suo sguardo non promette nulla di buono, per niente. 
Non si alza dalla sedia, al contrario resta seduta e mi guarda, non l’ho mai vista alzare la voce, anche quando è contraria a qualcosa che facciamo è sempre rimasta perfettamente composta, fin troppo e ci dice le cose, senza mai arrabbiarsi e questo non so se mi conforta o meno. 
Nel suo sguardo non vedo rabbia, ma delusione. 
«Dove sei stata?» mi chiede con la sua calma.
«A casa di Regina, mi sono addormentata da lei, scusa non volevo spaventarti. Henry tutto bene?» chiedo, inventando la scusa di essermi addormentata a casa della mia amica, non posso certo dirgli che ho dormito in un fienile con un uomo, penserebbe subito a male e non capirebbe che non è successo niente. 
Mi guarda ancora e prima di aprire di nuovo bocca, fa un sospiro profondo. Forse é sospirando che riesce a non perdere la pazienza.
«Henry sta benissimo. Tu invece, pensi davvero che sono nata ieri? So che non hai dormito da Regina, voglio la verità.» mi dice e non so come faccia a non sapere che non sia la verità, è quello che chiamano istinto materno? So solo che non so che cosa dire, che altro aggiungere e come potermi giustificare ancora, non posso certo dirle la verità. 
«C’è un uomo di mezzo vero, chi è? Vuoi ancora una volta tornare incinta, non hai imparato niente dai tuoi errori?»
È vero c’è di mezzo un uomo, ma davvero pensa che io non abbia imparato nulla dai miei errori e che torni nuovamente incinta, è questa la fiducia che ha nei miei riguardi? Finalmente sta tirando fuori ciò che pensa. Il suo disprezzo per i miei sbagli, verso di me.
«Finalmente stai tirando fuori ciò che pensi! Avanti, dillo ciò che pensi.» esprimo a parole anche ciò che ho appena pensato. Non si può più evitare questa discussione, è ora di affrontarla una volta per tutte. 
«Emma, io penso solo che sei commenti di nuovo lo stesso errore, le persone penseranno le peggio cose di te...»
«Le persone o tu mamma? Perché a me delle persone ciò che pensano non mi interessa. Sei tu che stai sempre dietro al giudizio altrui, a me non interessa quello che questa massa di bigotti pensi di me... Tu invece che cosa pensi eh? Non rifaccio gli stessi errori, non sono così ingenua come credi, mi sono fidata di Neal è vero, ho sbagliato a non aspettare il matrimonio per farci sesso, perché chiamiamolo con il suo nome, si chiama sesso, mamma... Ma penso di aver pagato anche troppo per ciò. Non merito il tuo disprezzo per questo, per quanto dovrai ancora farmi scontare i miei errori? E poi Henry sarà anche venuto per errore, ma è la cosa più bella e luminosa della mia vita.» tiro fuori il mio dolore, ciò che per anni mi ha fatto terribilmente soffrire, ciò che mi sono tenuta dentro anche per troppo allungo. È come se qualcosa dentro di me si fosse finalmente aperto e stesse liberando tutti i pensi di negativi. Ho bisogno di dirglielo e sono contenta che abbia affrontato finalmente il discorso con me. 
«Quindi ammetti di essere stata con un uomo stanotte?» vedo che è scandalizzata da ciò che le ho appena detto, penso più per il fatto che io abbia chiamato il sesso con il suo nome e non con altri modi di dire per farmi capire, che per altro. Penso anzi dalla sua espressione e ciò che mi ha detto che non ha capito nulla del mio discorso, che la mia sofferenza per come sono andate le cose tra di noi, non l’abbia colto minimamente. E ciò mi spezza davvero il cuore perché mi fa capire che il nostro rapporto probabilmente non si potrà più recuperare. 
«No! Perché non è così! Ma tanto tu non vuoi capire vero? Per te resto sempre la sgualdrina che ha rovinato la reputazione della famiglia. E non hai capito niente di ciò che volevo realmente dirti... Ma lascia stare... Ho capito io, anche se tu non mi hai risposto.» le dico con tutta la voce che possiedo in corpo, so di averla alzata notevolmente, ma ho davvero perso la pazienza e poco male se qualcuno si sveglia. 
Prova a dirmi qualcosa, ma io non la lascio parlare, ciò che pensa di me è abbastanza chiaro e non voglio una conferma di ciò. Me ne vado in camera da Henry per aspettare che si svegli e poter tranquillizzarmi così. Solo mio figlio è in grado di calmarmi. 
Mi stendo accanto a lui e chiudo gli occhi. Per fortuna non si è svegliato per il rumore, è un dormiglione proprio come me. 
E mi torna alla mente il bacio. Killian. Le sue parole. 
E sorrido, ingenuamente sorrido. 
Ho litigato con mia madre e ho la conferma che mi reputi una sgualdrina, ma nonostante questo sono e resto felice. Non posso farne a meno. E continuo a sorridere.


Mary Margaret’s POV 

Ha frainteso tutto, o io non sono stata in grado di dirle che non è una sgualdrina per me e che le voglio bene esattamente come prima. È vero il nostro rapporto si è inclinato, probabilmente anche per colpa mia che non sono riuscita più a essere la stessa da quando è nato Henry, ma di certo non ho smesso di volerle bene. Nemmeno per un istante. 
Se mi sono arrabbiata per la sua gravidanza è solo perché ha sofferto, perché si è lasciata ingannare da un uomo che voleva solo farle del male e lei ingenuamente ci ha creduto. Non voglio che accada di nuovo, non voglio che si ritrovi nuovamente con il cuore spezzato. Quando poi ha scoperto di Henry per lei è stato devastante, ho quasi pensato che sarebbe potuta cadere in depressione. Per fortuna la mia Emma è forte e non è successo, anche perché ha avuto accanto le sue splendide sorelle che sono sempre presenti; ma ciò non toglie che è stata davvero male. Ed è compito di una madre proteggere i figli, a ogni costo. 
Ciò che mi ferisce ora però, è che lei pensi che io abbia smesso di volerle bene... Ho sbagliato tutto, ho sbagliato e adesso si sente abbandonata, rifiutata da me. Non so nemmeno in che modo siamo arrivati a questa situazione, come mai Emma pensi ciò di me. Tra noi è sorto un muro che non ci è mai stato. Abbiamo sempre avuto un rapporto invisibile e sincero, mi raccontava ogni cosa da bambina e mi raccontò anche di Neal all’epoca e fu da me che venne quando scoprì di essere incinta. E io probabilmente l’ho rifiutata, le ho passato il messaggio che non le sarei stata accanto. Ma è ovvio che le starò sempre accanto, anche se non dovessi condividere le sue scelte, le sue decisioni. 
Ho sbagliato tutto e ora devo cercare di ricucire i cocci del cuore spezzato di mia figlia e stavolta per colpa mia. 
Ma fosse l’ultima cosa che faccio, io ci riuscirò. 
 

Spazio autrice: Ciao a tutti e buon sabato, tornare alla vita di tutti i giorni mi ha fatto sbloccare con questa storia e finalmente, sono riuscita a tornare a scrivere. Io scrivo con la confusione, o quanto meno le storie che richiedono più impegno mentale, con intrighi e cose varie, perche quelle famigliari, riesco a scrivere nella quiete della mia camera. Infatti la mia raccolta di shot ha già parecchie storie pronte. Ma sono riuscita ad andare avanti anche con questa, finalmente... E quindi perché non mettere un nuovo capitolo? 
Killian vuole Emma, Emma vuole Killian e se pur hanno provato a dimenticarsi reciprocamente, non ci sono riusciti e nel fienile hanno finalmente confessato i loro sentimenti, decidendo di provarci... Al momento sembra che vada tutto bene, ma... Arriveranno presto i problemi ehehehe Non dico niente ovviamente e vi lascio leggere e godere questa inizio di relazione tra i due. 
inoltre, c'è il Pov di Mary Margaret, mi sembrava doveroso inserirlo e ci tengo a sapere che cosa ne pensate. 
Be, a presto. Con questa storia, con la mia raccolta e ovviamente con le vostre storie che non vedo l'ora di continuare a leggere.

Buon week end.
   
 
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