Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
Ricorda la storia  |       
Autore: Athelye    01/06/2020    3 recensioni
'Non perdere tempo', dovrebbe essere il motto da seguire.
Ma è un'arma a doppio taglio, in quest'estate che corre veloce, fatta di ricordi da scolpire e note da ballare ridendo, al chiaro di una falce riflessa fra i flutti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Jin Ling/Jin Rulan, Lan Jingyi, Lan Yuan/Lan Sizhui, Nuovo personaggio, Ouyang Zizhen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’aria tiepida gli accarezzava la pelle. Aveva un profumo fresco, di tranquillità. Si guardò intorno, osservando la pineta, che a terra disegnava macchie di leopardo con la sua ombra.
Si sentiva solo il dolce frinire di cicale e qualche uccello muoversi fra i rami, probabilmente delle tortore.
Sentì una mano sulla propria spalla, la sua stretta amichevole e allegra.
“Lan SiZhui, ci sei?” Il sorriso carico di energie del ragazzo lo contagiò. Altri ragazzi scesero dal piccolo pullman celeste dopo di loro, chiacchierando a bassa voce.
“Mh-mh. Tu hai preso tutto, Lan JingYi?”
Il ragazzo si sistemò un borsone su una spalla, afferrando la valigia con l’altra mano. “Sì! Dai, andiamo!”
Era l’inizio di un giugno come tanti, e quello che li aspettava erano i consueti tre mesi in quel campo estivo insieme ai ragazzi di altre scuole. L’unico dettaglio era che quella sarebbe stata l’ultima volta.
La loro ultima estate da liceali. Si prospettavano tre mesi decisamente entusiasmanti.
 
 

 

A Midsummer Night’s Dream

 
Capitolo I – Blue Monday
                                                                                                                                    
 
 
Era ancora mattina ma i raggi bruciavano già, al passaggio nelle poche chiazze di luce che sfuggivano al riparo della vegetazione. Per liberarsi almeno un poco dal caldo, Lan SiZhui si legò i capelli neri in un piccolo codino. Non li teneva particolarmente lunghi, gli accarezzavano appena le spalle, ma lo erano comunque più che a sufficienza per essere legati, anche se una ciocca scivolava sempre dalla presa e rimaneva ad accarezzargli il viso, affilato ed elegante.
Il primo giorno, dopo l’arrivo, era soprattutto dedicato all’assegnazione delle camere, divisione in gruppi di lavoro per i progetti estivi e una generale socializzazione.
Quello era un campo estivo organizzato dalle scuole più importanti della regione. Si svolgeva in un ex villaggio turistico, donato ormai una ventina d’anni prima per questo progetto dal proprietario ultranovantenne. Il posto si trovava immerso in un bosco di pini marittimi, querce e lecci, e arrivava fino al mare. Un dedalo di sentieri portava ai vari edifici e agli alloggi dei ragazzi, dei piccoli bilocali numerati, ognuno assegnato a una coppia di studenti della stessa scuola.
A differenza dei loro corrispettivi per elementari e medie (situati in altre zone della regione), l’organizzazione di quel campo estivo era lasciata in maggiore percentuale ai ragazzi stessi rispetto che agli insegnanti che avevano aderito al progetto, questo per incentivare il senso di responsabilità degli studenti.
Dopo aver lasciato i bagagli nelle proprie stanze, tutti i ragazzi dovevano radunarsi nell’edificio principale di quel campo, ovvero la mensa, per registrarsi e ritirare un badge da tenere almeno per tutta la prima settimana. Inoltre, lì venivano presentate le varie attività a cui poter prendere parte.
Ogni studente doveva applicarsi almeno a due attività: una di “svago” e una di approfondimento.
C’erano progetti sportivi, teatrali, artistici, culturali e ricreativi in generale, poi corsi di approfondimento di materie specifiche, indicati sia per chi avesse delle lacune, sia per chi avesse voluto intraprendere un determinato percorso di studi universitari. I corsi prevedevano anche dei test alla fine di ogni mese, eccetto ad agosto, in cui erano fissati per la terza settimana.
Ogni anno, iniziava il primo di giugno con gli arrivi e finiva il primo settembre con le ripartenze.
 
Tutti i ragazzi avevano delle divise piuttosto simili, maglie bianche e pantaloncini che variavano nei colori dei dettagli e dei simboli stilizzati che rappresentavano la scuola di provenienza: alcuni avevano un loto viola, altri un sole rosso, altri ancora una peonia dorata o una bestia verde, ma i simboli erano tanti, ed elencarli tutti porterebbe via tempo inutilmente. Quello che Lan SiZhui e Lan JingYi avevano stampato sulle loro t-shirt bianche era il motivo di una nuvola blu, stemma della scuola principale di Gusu.
Quei primi giorni servivano soprattutto ad ambientarsi, e le applicazioni ai progetti andavano consegnate entro la fine della prima settimana, così da poter provare e dare un’occhiata ad alcune senza avere la fretta di decidere, anche se per la maggior parte dei ragazzi non era la prima volta lì, quindi molti sapevano già dove applicarsi. Le iscrizioni infatti erano già aperte. Quell’anno era particolarmente facile organizzarsi con le attività a partire dalla seconda settimana, dato che la scadenza era una domenica.
“Tu quali frequenterai?” Gli chiese Lan JingYi mentre erano in fila per registrarsi.
“Stavo pensando se provare qualcosa di nuovo. Tu? Sempre teatro e chimica?”
“Decisamente! Altrimenti chi farà il protagonista?”
“Lan JingYi, ci fosse stata una volta in cui hai fatto il protagonista, con tutte le estati che abbiamo passato qui!” Rise Lan SiZhui.
Quello si voltò sbuffando. Lan JingYi era un ragazzo dall’aria sempre vivace, alto più o meno quanto lui, con i capelli neri leggermente più lunghi sopra e corti dietro. Era anche il suo migliore amico fin dall’infanzia. Avevano fatto insieme ogni anno di scuola, vicini di banco inseparabili, così abituati a starsi accanto che gli estranei erano portati a chiedersi dove iniziasse l’uno e dove finisse l’altro.
Lan JingYi era ciò che di più vicino a un fratello potesse avere, forse anche per quello Lan SiZhui si divertiva a stuzzicarlo.
“Lasciami sognare, ok?!”
Dopo aver firmato la registrazione ed essersi appuntati i badge alla maglia, Lan SiZhui accompagnò l’amico a consegnare subito l’iscrizione per il club di teatro. Molti ragazzi del gruppo erano i soliti da anni, quindi fecero una piccola rimpatriata, con la promessa di divertirsi ogni giorno fino all’ultimo. Diedero immediatamente a Lan JingYi alcuni fogli con le trame degli spettacoli fra cui scegliere quello da preparare e gli diedero appuntamento per il giorno successivo per l’incontro a riguardo.
Stavano chiacchierando, diretti all’uscita, mentre un piccolo gruppo di ragazzi camminava in senso opposto, parlando animatamente fra loro. Lan JingYi e uno dei ragazzi si scontrarono inavvertitamente con un discreto colpo, cosa che fece volare di mano al Lan i fogli appena ricevuti.
L’altro si girò immediatamente con aria scocciata. “Oi, guarda dove cammini!”
Era un ragazzo abbastanza alto, poco più di Lan SiZhui, slanciato, dai capelli castani leggermente mossi un po’ più corti dei suoi, e gli occhi ambrati, che scrutarono con altezzosità il Lan che si era buttato a recuperare il fascicoletto. Nonostante lo sguardo seccato, era davvero un bel ragazzo.
“Io?!” Lan JingYi, che non brillava esattamente per pazienza e autocontrollo come il migliore amico, si accigliò notevolmente. “A me hanno insegnato le buone maniere almeno, tua madre se n’è dimenticata per caso?!”
Nel gruppetto alle spalle del ragazzo piombò il silenzio, mentre i suoi occhi si strinsero a due fessure. Fece qualche passo in avanti verso la figura accucciata sui fogli.
Lan SiZhui era certo di averlo già visto negli anni scorsi, doveva essere loro coetaneo. Notò la peonia sulla sua maglietta e i dettagli dorati sui pantaloncini suoi e dei suoi compagni. È di Lanling.
Lan JingYi nel frattempo era scattato in piedi, pronto a fronteggiare il giovane. “Che c’è, non rispondi più?”
Quello, improvvisamente serio, arrivò a pochi centimetri dal viso del Lan, poi accennò un sorriso amaro e parlò con una nota velenosa nella voce. “Cosa credi che abbia fatto mia madre?”
“Avrebbe dovuto essere più presente nella tua educazione, evidentemente.”
“Ed esattamente, tu, chi ti credi di essere per parlare così?!” Il ragazzo lo spintonò, caricando già un pugno, pronto a iniziare l’attacco.
L’altro era già pronto a rispondere, quando Lan SiZhui gli posò una mano sulla spalla. “Dai, dai, lascia perdere. Siamo tutti un po’ stanchi dal viaggio, non è il caso di prendersela, ok?”
Contemporaneamente, anche uno del gruppo di Lanling si era mosso per fermare l’amico dicendo una cosa simile. Le iridi dorate del ragazzo si posarono un istante su Lan SiZhui, per poi balenare di nuovo su Lan JingYi. Schioccò la lingua, liberandosi dalla presa e decidendo di non proseguire solo perché avevano già iniziato ad attirare l’attenzione. “Non pensare che sia di memoria corta.”
Quello fece una smorfia, mentre il gruppo passava oltre. “No dico, ma l’hai visto? Tsk. Che bastardo..”
“Non farci caso, dai.” Abbozzò un sorriso. Poi si girò indietro per osservare i ragazzi che se ne andavano verso il banco delle registrazioni e per assicurarsi che non ci avessero ripensato e stessero tornando indietro. Né lui né Lan JingYi se l’erano mai cavata male nelle poche risse in cui erano finiti, però in quel caso sarebbero stati in netta minoranza numerica.
Colse l’occhiata affilata del ragazzo con cui si era scontrato Lan JingYi, voltatosi a sua volta a guardarli andare via. Lan SiZhui ebbe la brutta sensazione che ciò che aveva detto non fosse una minaccia, ma una promessa.
 
Dopo qualche giorno, Lan SiZhui era arrivato alla conclusione di optare per un club di musica. Suonava la chitarra da anni e voleva focalizzarsi sul percorso di studi che aveva deciso di intraprendere all’università, quindi si registrò al corso di approfondimento di letteratura.
Diede una veloce occhiata ai nomi e alle firme prima dei suoi, e notò con piacere che sarebbe stato come essere in una classe normale, dato che si era registrata una ventina abbondante di persone. Ottimo.
In quel modo, non erano abbastanza pochi da fare in modo che il professore li fissasse uno per uno (come invece gli era capitato il secondo anno, quando si era registrato per fisica), e non erano neanche talmente tanti da rendere difficile la gestione della classe.
Soddisfatto della sua scoperta, si diresse sorridente verso uno degli edifici che ospitavano le attività di club. Nel suo caso, andò verso quello di musica, ovviamente.
Attraversò il sentiero ghiaioso, avvolto dall’aria estiva e dal cinguettare degli uccellini, e arrivò davanti alla casetta che ospitava il club di musica. Era appena il primo pomeriggio e, a giudicare dalle serrande ancora abbassate, dovevano ancora arrivare i responsabili. La porta però non sembrava chiusa, così decise di entrare per sfuggire al caldo.
Dentro l’aria era decisamente più fresca. Si mosse nella penombra, osservando i leggii ammassati disordinatamente da una parte e un discreto numero di sedie messe a semicerchio al centro della stanza. Sul fondo della sala c’era una porta accostata, probabilmente una sorta di sgabuzzino per accatastare altro materiale, da cui provenivano dei rumori come di cose che venivano spostate. Lan SiZhui non riuscì a resistere alla propria curiosità e si avvicinò per sbirciare. Era sbagliato, era terribilmente sbagliato, ma i suoi piedi si mossero più veloci dei suoi sensi di colpa.
Gettando un’occhiata all’interno, vide due ragazzi che sembravano spaventosamente vicini l’uno all’altro, ma accadde tutto così in fretta che Lan SiZhui non riuscì davvero a capire cosa stessero facendo, o cosa si stessero dicendo, prima della sua involontaria irruzione.
Già, perché nell’affacciarsi con cautela, non si era accorto di essersi leggermente appoggiato alla porta, spalancandola per errore.
I due si voltarono di scatto verso di lui, con ancora dei mezzi sorrisi sulle labbra. I tre si fissarono in un silenzio imbarazzato, e lui realizzò che quella stanzetta era più piccola di quanto avesse immaginato.
Lan SiZhui spalancò di più gli occhi, quando si rese conto che uno dei due che aveva davanti era proprio lo stesso che si era scontrato con Lan JingYi qualche giorno prima. Gli venne spontaneo chiedersi come, in tutto un campo estivo con studenti da ogni scuola dell’intera regione, potesse essere incappato nella stessa persona in così poco tempo e, soprattutto, in quel contesto. Perché sembravano piuttosto vicini quei due per non pensare male.
“Tu sei Lan SiZhui, vero?” Chiese quello, inarcando un sopracciglio, dopo averlo squadrato da capo a piedi.
Come in ogni film d’azione che si rispetti, Lan SiZhui avrebbe voluto rispondere ‘E tu devi essere..’, peccato però che non avesse idea di come si chiamasse. Già, a tal proposito, come diamine faceva quel ragazzo a conoscere il suo nome?!
Quindi beh, si trovò costretto ad annuire senza dire niente.
“Sei quello che gira sempre insieme a quel bastardo, com’è che si chiama? Lan JingYi, sbaglio?” Si avvicinò a lui, scansando l’altro ragazzo con una mano.
Wow, ha davvero una memoria di ferro per chi lo offende, pensò Lan SiZhui, con un velo di preoccupazione.
“Non sbagli, ma tu come..?”
Quello lo interruppe, indicando la targhetta attaccata alla propria maglia. “Il vostro badge.”
Ah, già. Sia lui che Lan JingYi si erano appena registrati, quindi avevano il tesserino con il loro nome addosso.
Ripensò all’occhiata che il ragazzo gli aveva lanciato quando aveva fermato l’amico e sgranò gli occhi. Stava guardando il mio nome?!
“Beh, non sei curioso di sapere come mi chiamo?” Chiese quello con un sorriso divertito, mentre il suo amico tratteneva una risatina.
Ovvio, che domande. Il problema era che in quella penombra non vedeva la scritta sul suo badge. Fece quindi per avvicinarsi a sua volta di qualche passo, ma inciampò in un’asse che non aveva minimamente notato, franando addosso al giovane, preso a sua volta di sprovvista.
Con un fracasso allucinante, i due rovinarono sui leggii accatastati, finendo anche per colpire un mobile con degli spartiti, che puntualmente si rovesciarono a cascata su di loro.
L’amico del ragazzo castano spalancò gli occhi, tappandosi la bocca con una mano per non scoppiare a ridere, ma gli sfuggì ugualmente un sonoro pffffttt.
Sollevandosi leggermente, Lan SiZhui prese atto con qualche secondo di ritardo della posizione alquanto imbarazzante ed equivoca in cui si trovava. Il suo torace giaceva esattamente fra le gambe dell’altro, la t-shirt si era sollevata e lasciava scoperto parte dell’addome del ragazzo, senza contare la vicinanza con il suo viso e le mani che sembravano volerlo stringere, quando Lan SiZhui le aveva solo portate istintivamente in avanti per attutire la caduta.
In quell’esatto momento, probabilmente a causa del rumore tremendo che avevano fatto, nella stanza si precipitò un insegnante, che doveva essere entrato da poco nell’edificio. Trovandosi davanti quella scena, rimase leggermente interdetto.
“Cosa.. Sta succedendo qui?!”
Lan SiZhui cercò di scattare indietro, quando con la coda dell’occhio colse per un misero, fulmineo istante un sorriso sinistro farsi strada sulle labbra del ragazzo e svanire quello successivo, lasciando spazio a uno sguardo che sembrava davvero preoccupato.
“Professore! Io.. Non so davvero cosa gli sia preso, è successo tutto così in fretta!” La sua voce suonò radicalmente diversa dal tono fermo e sicuro che aveva prima. “Mi ha afferrato, e.. E io.. Non sono riuscito a..”
“Cos-?!” Un’aria incredula sostituì la maschera di imbarazzo che aveva Lan SiZhui.
I suoi occhi color cenere balenarono dall’insegnante sbigottito al ragazzo che mimava un’espressione fra difficoltà e paura.
“Io.. Io non ho fatto niente!!” Esclamò Lan SiZhui, riuscendo a tirarsi indietro e, più o meno velocemente, rimettersi in piedi.
Il ragazzo di Lanling venne aiutato dall’amico a rialzarsi, mentre il professore puntò i suoi occhi sull’altro. “Lan, nel mio ufficio. Ora.”
Lui boccheggiò un paio di volte, cercando le parole, ma venne ignorato dall’uomo, che uscì di buon passo dalla stanza.
Si voltò, ancora più incredulo, verso quel maledetto che l’aveva appena incastrato, accusandolo di qualcosa che non avrebbe mai e poi mai fatto.
Il ragazzo aveva di nuovo assunto quel sorriso affilato e presuntuoso. Incrociando le braccia al petto, aveva indicato la porta con un cenno della testa. “Ti conviene non farlo aspettare.”
Lan SiZhui sgranò di più gli occhi. “Tu..”
Poi scosse la testa, e si avviò velocemente fuori. Mentalmente, iniziò a contare, alternando a ogni numero un’imprecazione verso quella nuova sciagura che si era abbattuta su di lui, di cui però ora conosceva anche il nome.
Già, perché cadendo era finito proprio a un soffio dalla targhetta e, ancora in confusione, ci aveva posato gli occhi e aveva letto.
 
È una dichiarazione di guerra, Jin Ling?









_________________
Note dell'Autrice
BUON SALVE!
Hell, ci siamo. Che dire, si comincia! Ahahahahah! Ormai non mi posso tirare indietro, quindi here we are.
Dopo un paio di mesi di lavoro, vi presento la mia storia: è una long, è una AU, e spero che vi piacerà come è piaciuto a me scriverla, e come mi sta divertendo mandarla avanti. Perché sì, non è ancora terminata, ma non mi manca moltissimo a finirla.
Ad ogni modo, vi accompagnerò sicuramente con un capitolo a settimana almeno fino a fine estate, quindi non temete, vi romperò a lungo <3

A questo proposito, con il mio iniziale piano di pubblicazione avrei dovuto concludere il 1 settembre, ma al momento attuale sforerei alla grande come capitoli, solo con quelli già scritti, quindi vi chiedo:
Volete che pubblichi alcuni capitoli in concomitanza ad alcuni eventi, finendo quindi il 1 settembre come avevo pensato inizialmente, o volete che prosegua con il mio programma di un capitolo a settimana, portandola oltre settembre?
In base a ciò che mi direte nei commenti, deciderò come agire a partire dal primo capitolo di luglio.

Che altro mi resta da dire? Niente, solo che devo ringraziare la magica persona che mi accompagna da anni in questo mio mondo di scrittura, che corregge con pazienza anche la mia lista della spesa e che mi sopporta ogni giorno, Giò, la mia beta. Questa mia storia, come le altre, la state leggendo grazie a lei e al suo supporto.
Ringrazio moltissimo le persone che stavano aspettando con ansia di leggermi da quando l'ho annunciato, in particolar modo Valchiria, Deb e Lilith, che mi sono accanto tutti i giorni in questo delirio che è Mo Dao Zu Shi.
Infine, ma non per importanza, grazie a chi tiene in piedi la baracca, ovvero tutti i miei lettori, silenziosi e non.
Spero di non aver deluso nessuna delle persone che leggeranno.

Il prossimo appuntamento, solo per questa settimana, è a venerdì 5!
Nel frattempo mando un abbraccissimo a tutti, ci si legge!



Athelyè ~ 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi / Vai alla pagina dell'autore: Athelye