Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Desma    03/06/2020    2 recensioni
Raccolta di situazioni più o meno domestiche per mostrare quel lato buffo e umano che i nostri ladri (e ispettore) preferiti solitamente non lasciano intravedere. Raccolta di one-shots in 20 capitoli.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La cena era stata semplicemente deliziosa, ma questo non la sorprendeva: dopo tanti anni di "collaborazione" (sicuramente più di quanti le piacesse ammettere) Lupin aveva imparato a conoscere i suoi gusti e il ristorante dove l'aveva portata rientrava appieno nei suoi standard.

Il cibo era stato raffinato e delicato e lo champagne aveva riempito le loro coppe con generosità, soprattutto quella di Lupin che era decisamente alticcio.

In un'altra circostanza Fujiko avrebbe trovato quella situazione una caduta di stile da parte del ladro, soprattutto perché Lupin tendeva ad allungare le mani quando beveva troppo, ma quella volta aveva assunto un comportamento pacato e persino malinconico.

Rientrati in albergo, Lupin aveva insistito per rimanere a chiacchierare nel salotto, cosa piuttosto insolita dato che dopo una cena l'uomo solitamente premeva perché andassero in camera da letto. Così erano rimasti nel salottino dell’anticamera e Fujiko si era ritrovata la testa di Lupin sul ventre mentre se ne stavano sul divano.

Giocò con i capelli dell'uomo mentre lui, in uno slancio di tenerezza la guardava come se fosse stata una stella cadente e lui un bambino che voleva acchiapparla con un retino per farfalle.

-Non ti capita mai?- le domandò ad un certo punto. 

-Che cosa? 

-Di immaginare come sarebbe stata la tua vita se le premesse fossero state diverse.

Fujiko rimase per un istante ad analizzare la domanda, cercando di capire cosa intendesse Lupin per "premesse", ma lui l'anticipò, vagamente indispettito per quel silenzio: -Ma sì, le premesse! Se fossi nata in una famiglia diversa, se non avessi avuto addosso certe aspettative, se avessi incontrato persone differenti... Insomma, le premesse! 

A quel punto la donna capì dove il ladro voleva andare a parare e, soprattutto, che quella domanda inizialmente rivolta a lei nascondeva in realtà ben altro. 

-No- rispose alla fine -Tu ci pensi? 

-Ogni tanto- ammise Lupin, chiudendo gli occhi per godersi le attenzioni che Fujiko stava dedicando ai suoi capelli -Insomma, diciamo che, come esercizio mentale, provo ad immaginarmi come sarebbe stata la mia vita con premesse diverse, appunto. Per esempio se fossi nato da una famiglia diversa e non portassi il nome Lupin, chi sarebbe stato Arsène? Che tipo di uomo sarei stato? Quali ambizioni avrei avuto e quali percorsi di vita mi sarei scelto  se non avessi avuto alle spalle una tradizione familiare così… importante?

-Sono un sacco di pensieri- ammise la donna, accarezzandogli il viso, quasi commossa dalla fragilità con cui le si stava presentando in quel momento.

-Non mi fraintendere- continuò il ladro -Sono fiero di quello che faccio e naturalmente sono consapevole di essere il migliore, ma se ad un tratto perdessi la memoria e tutto quello che sono oggi scomparisse dalla mia mente, cosa diventerei?

-Sicuramente rimarresti un gran donnaiolo!- scherzò Fujiko, strappando a quel insolito Lupin un sorriso.

-Probabilmente sì- ammise il ladro, prendendo la mano di Fujiko e baciandone delicatamente il palmo -Ma credo che cercherei di avventurarmi in una relazione stabile.

-Non ti ci vedrei proprio- commentò Fujiko, ritraendo la mano: la sola idea di un rapporto fisso le faceva venire l’orticaria.

Lupin annuì con il capo, per nulla offeso dalla reazione della donna: -Oh lo so bene, ma ricorda che quello sarebbe un altro Arsène. Sono convinto che quel Arsène avrebbe coltivato la passione per le auto da corsa e sarebbe diventato un pilota, avrebbe conosciuto una bella e dolce ragazza.

-E paziente- intervenne Fujiko -Stiamo sempre parlando di te.

-Come darti torto?- sorrise Lupin -Una donna bella, dolce e paziente, forse di nome Kasumi o Claire e si sarebbero sposati, avrebbero comprato una bella casa in campagna dove far scorrazzare i loro figli.

-Figli?- sobbalzò Fujiko, incredula. Qualcosa in Lupin non tornava: non era la prima volta che si comportava in modo insolito (a dirla tutta, per lui essere strano era la normalità), ma mai in quella maniera.

Fujiko era l’unica donna al mondo che poteva affermare di aver visto il ladro gentiluomo nei suoi momenti di maggiore vulnerabilità e intimità: non solo aveva conosciuto il Lupin ubriaco o scosso dal piacere, ma anche il Lupin triste e sconfitto, soprattutto nei primi anni, quando ancora non era diventato l’uomo sicuro e spavaldo che era ora. Tuttavia il Lupin malinconico era un’assoluta novità e Fujiko non era certa che le piacesse, ma soprattutto era intenzionata a capire da quale oscuro meandro della brillante mente del ladro fosse scaturito.

-...li avrebbe portati a pesca la domenica e a vedere le corse quando si fossero fatti abbastanza grandi per apprezzarle- Lupin nel frattempo non aveva smesso un momento di parlare e Fujiko, immersa nei suoi pensieri, aveva perso alcuni passaggi di quel monologo.

-Cherié- lo interruppe -Perché mi dici queste cose? Cosa sta succedendo nel tuo cuore che ti spinge a pensare a tutto questo? 

Lupin ammutolì e Fujiko seppe di aver colto nel segno. Attese con pazienza che l’uomo riordinasse i suoi pensieri e trovasse le parole più corrette per esprimerli, senza fargli pressione o mettergli fretta e alla fine la sua attesa venne ripagata.

-Oggi ho visto nascere un amore eterno- confessò il ladro -Oggi, nell’anniversario della morte di mio padre, un ragazzo e una ragazza si sono innamorati perdutamente l’uno dell’altra. Forse non lo sanno ancora, ma io ho visto subito che sarebbero stati insieme per sempre.

È successo un’ora prima del nostro appuntamento. Stava calando la sera e si era alzato un gran vento. Mi è passata davanti una ragazza con una cartella, di quelle in cui si trasportano i disegni, indossava un cappotto rosso e si stringeva intorno al collo una sciarpa, che però non era lunga abbastanza da avvolgerla per bene. Un colpo di vento più forte degli altri le ha fatto volare via la sciarpa e io ho fatto per prenderla al volo, ma qualcuno mi ha anticipato. Un ragazzo di circa la sua stessa età, alto e bello e le sorrideva mentre gliela restituiva. Lei lo ha ringraziato e ha ricambiato il sorriso, poi qualcosa è scattato tra di loro e nei loro occhi è stato come se avessero visto la luce per la prima volta.

Lui si è offerto di accompagnarla per un tratto di strada e si sono allontanati chiacchierando. Sono sicuro che loro non se ne siano resi conto, ma io l’ho capito ed era chiaro come il sole che si riflette sui tuoi bei capelli. Quei due erano destinati a stare assieme, a condividere una vita lunga e felice, anche se difficile certe volte, a svegliarsi ogni mattina l’uno accanto all’altra e a pianificare le vacanze assieme. 

È stato uno spettacolo commovente e anche pensarci adesso devo ammettere che mi si bagnano un po’ gli occhi. Né mio padre e né mio nonno sono morti nel loro letto accanto alla donna che amavano e questi due sconosciuti hanno appena iniziato la loro vita assieme.-

Fujiko si passò velocemente le dita sul viso per asciugarsi gli occhi, facendo in modo di non sbavare il trucco su cui aveva tanto lavorato prima di uscire, e tornò ad accarezzare il viso di Lupin.

-Cherié- sospirò il ladro -Lo so bene che non avrò un epilogo diverso da quello di mio nonno e di mio padre e mi sta bene, ma certe volte mi ritrovo a pensare a come sarebbe stata la mia vita e a come si potrebbe concludere, se le mie premesse fossero state differenti. Ma forse mi sto solo rammollendo con l’età e Jigen mi prenderebbe in giro se mi sentisse in questo momento.

Fujiko attese per un istante che aggiungesse altro e quando fu certa che non avesse più nulla da dire, rispose: -Forse hai ragione tu, Lupin. Forse stai invecchiando e più ti avvicini all’età in cui tuo padre è scomparso, più hai paura di fare la sua stessa fine. Oppure, semplicemente, la tua mente straordinaria, annoiata dai soliti schemi che dirigono la tua vita, cerca nuovi stimoli in qualcosa che non ha mai conosciuto, come la normalità di una vita ordinaria. In entrambi i casi, sono convinta che non si tratti di debolezza, ma di umanità. Per quanto tu sia incredibile, cherié, sei un essere umano e hai bisogno di ciò di cui tutti necessitano, ossia sicurezza e stabilità. Siamo ladri e queste due cose ci vengono negate per definizione nella loro forma tradizionale. Le cerchiamo nell’adrenalina e nell’emozione dei colpi che mettiamo a segno, ma essendo sensazioni effimere, non possiamo fare altro che cercarle ancora e ancora nella speranza che non ci creino assuefazione. 

Hai ragione ad aver paura che quello che è accaduto a tuo padre possa succedere anche a te, perché è un’eventualità verosimile, ed è giusto che tu ne abbia. Quella paura ti tiene vigile e ti dà la possibilità di cercare un’alternativa. Per questa ragione sono certa che non lascerai che succeda e che avrai una vita lunga e felice, alla fine. Lo so perché, a differenza di tuo padre e di tuo nonno, tu hai la capacità di creare relazioni al di fuori dell’interesse lavorativo e, anche se quei due zucconi di Jigen e Goemon non lo ammetterebbero mai, ti sei circondato di persone che ti stimano e ti vogliono bene.

Non temere una fine infelice, mio caro Lupin, perché sono certa che non è ciò che il destino ha in serbo per te.-

Un grugnito interruppe il filo dei suoi pensieri e Fujiko abbassò lo sguardo sul viso dell’uomo. Lupin, che fino a un attimo prima aveva parlato senza mostrare alcun segno di stanchezza, stava dormendo grandiosamente, addirittura russando.

La donna emise un sospiro, ripensando a quello che stava dicendo e alla vulnerabilità a cui quella conversazione l’aveva condotta. L’indomani, quando Lupin si sarebbe svegliato, probabilmente i pensieri fatti riaffiorare dallo champagne sarebbero stati ricacciati nelle oscurità del suo inconscio e sarebbe tornato ad essere l’affascinante e spavaldo ladro gentiluomo di sempre. Tuttavia, Fujiko non poté fare a meno di percepire un senso di gratitudine per la fiducia che, seppur nell’incoscienza dell’alcool, Lupin le aveva dimostrato aprendole il suo cuore a quel modo.

L’aveva resa depositaria del contenuto del suo animo e lei ne sarebbe stata una custode, pronta ad affrontare di nuovo quella questione quando Lupin se la sarebbe sentita.

Sarebbe stata solo questione di attendere il momento giusto, ma non c’era fretta: per quella sera Fujiko avrebbe vegliato sul sonno di Lupin e qualunque cosa il domani avrebbe portato, lo avrebbero affrontato assieme.

 

Nota dell’autrice: Ciao a tutt* e bentrovat* alla fine del quarto capitolo della raccolta Slices of life! Grazie mille a Fujikofran che omaggia sempre i miei capitoli con una recensione ed è una gioia ritrovare le sue parole dopo la pubblicazione di un nuovo capitolo!

Mi rendo conto di aver schiacciato parecchio sul pedale della malinconia in questa one shot (e di essere probabilmente uscita dal personaggio di Lupin), perciò nella prossima, intitolata Cuddling under a fort of blankets cercherò di alleggerire i toni. Nel frattempo spero che vorrete farmi sapere cosa pensate di questo capitolo e che ci rivedremo presto.

Un abbraccio,

Desma

   
 
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