La
cena era stata semplicemente deliziosa,
ma questo non la sorprendeva: dopo tanti anni di "collaborazione"
(sicuramente
più di quanti le piacesse ammettere) Lupin aveva imparato a
conoscere i suoi
gusti e il ristorante dove l'aveva portata rientrava appieno nei suoi
standard.
Il
cibo era stato raffinato e delicato e
lo champagne aveva riempito le loro coppe con generosità,
soprattutto quella di
Lupin che era decisamente alticcio.
In
un'altra circostanza Fujiko avrebbe
trovato quella situazione una caduta di stile da parte del ladro,
soprattutto
perché Lupin tendeva ad allungare le mani quando beveva
troppo, ma quella volta
aveva assunto un comportamento pacato e persino malinconico.
Rientrati
in albergo, Lupin aveva
insistito per rimanere a chiacchierare nel salotto, cosa piuttosto
insolita
dato che dopo una cena l'uomo solitamente premeva perché
andassero in camera da
letto. Così erano rimasti nel salottino
dell’anticamera e Fujiko si era
ritrovata la testa di Lupin sul ventre mentre se ne stavano sul divano.
Giocò
con i capelli dell'uomo mentre lui,
in uno slancio di tenerezza la guardava come se fosse stata una stella
cadente
e lui un bambino che voleva acchiapparla con un retino per farfalle.
-Non
ti capita mai?- le domandò ad un
certo punto.
-Che
cosa?
-Di
immaginare come sarebbe stata la tua
vita se le premesse fossero state diverse.
Fujiko
rimase per un istante ad analizzare
la domanda, cercando di capire cosa intendesse Lupin per "premesse",
ma lui l'anticipò, vagamente indispettito per quel silenzio:
-Ma sì, le
premesse! Se fossi nata in una famiglia diversa, se non avessi avuto
addosso
certe aspettative, se avessi incontrato persone differenti... Insomma,
le
premesse!
A
quel punto la donna capì dove il ladro
voleva andare a parare e, soprattutto, che quella domanda inizialmente
rivolta
a lei nascondeva in realtà ben altro.
-No-
rispose alla fine -Tu ci pensi?
-Ogni
tanto- ammise Lupin, chiudendo gli
occhi per godersi le attenzioni che Fujiko stava dedicando ai suoi
capelli
-Insomma, diciamo che, come esercizio mentale, provo ad immaginarmi
come
sarebbe stata la mia vita con premesse diverse, appunto. Per esempio se
fossi
nato da una famiglia diversa e non portassi il nome Lupin, chi sarebbe
stato
Arsène? Che tipo di uomo sarei stato? Quali ambizioni avrei
avuto e quali
percorsi di vita mi sarei scelto se non avessi avuto alle
spalle una
tradizione familiare così… importante?
-Sono
un sacco di pensieri- ammise la
donna, accarezzandogli il viso, quasi commossa dalla
fragilità con cui le si
stava presentando in quel momento.
-Non
mi fraintendere- continuò il ladro
-Sono fiero di quello che faccio e naturalmente sono consapevole di
essere il
migliore, ma se ad un tratto perdessi la memoria e tutto quello che
sono oggi
scomparisse dalla mia mente, cosa diventerei?
-Sicuramente
rimarresti un gran
donnaiolo!- scherzò Fujiko, strappando a quel insolito Lupin
un sorriso.
-Probabilmente
sì- ammise il ladro,
prendendo la mano di Fujiko e baciandone delicatamente il palmo -Ma
credo che
cercherei di avventurarmi in una relazione stabile.
-Non
ti ci vedrei proprio- commentò
Fujiko, ritraendo la mano: la sola idea di un rapporto fisso le faceva
venire
l’orticaria.
Lupin
annuì con il capo, per nulla offeso
dalla reazione della donna: -Oh lo so bene, ma ricorda che quello
sarebbe un
altro Arsène. Sono convinto che quel Arsène
avrebbe coltivato la passione per
le auto da corsa e sarebbe diventato un pilota, avrebbe conosciuto una
bella e
dolce ragazza.
-E
paziente- intervenne Fujiko -Stiamo
sempre parlando di te.
-Come
darti torto?- sorrise Lupin -Una
donna bella, dolce e paziente, forse di nome Kasumi
o Claire e si
sarebbero sposati, avrebbero comprato una bella casa in campagna dove
far
scorrazzare i loro figli.
-Figli?-
sobbalzò Fujiko, incredula.
Qualcosa in Lupin non tornava: non era la prima volta che si comportava
in modo
insolito (a dirla tutta, per lui essere strano era la
normalità), ma mai in
quella maniera.
Fujiko
era l’unica donna al mondo che
poteva affermare di aver visto il ladro gentiluomo nei suoi momenti di
maggiore
vulnerabilità e intimità: non solo aveva
conosciuto il Lupin ubriaco o scosso
dal piacere, ma anche il Lupin triste e sconfitto, soprattutto nei
primi anni,
quando ancora non era diventato l’uomo sicuro e spavaldo che
era ora. Tuttavia
il Lupin malinconico era un’assoluta novità e
Fujiko non era certa che le
piacesse, ma soprattutto era intenzionata a capire da quale oscuro
meandro
della brillante mente del ladro fosse scaturito.
-...li
avrebbe portati a pesca la domenica
e a vedere le corse quando si fossero fatti abbastanza grandi per
apprezzarle-
Lupin nel frattempo non aveva smesso un momento di parlare e Fujiko,
immersa
nei suoi pensieri, aveva perso alcuni passaggi di quel monologo.
-Cherié-
lo
interruppe -Perché mi dici queste cose?
Cosa sta succedendo nel tuo cuore che ti spinge a pensare a tutto
questo?
Lupin
ammutolì e Fujiko seppe di aver
colto nel segno. Attese con pazienza che l’uomo riordinasse i
suoi pensieri e
trovasse le parole più corrette per esprimerli, senza fargli
pressione o
mettergli fretta e alla fine la sua attesa venne ripagata.
-Oggi
ho visto nascere un amore eterno-
confessò il ladro -Oggi, nell’anniversario della
morte di mio padre, un ragazzo
e una ragazza si sono innamorati perdutamente l’uno
dell’altra. Forse non lo
sanno ancora, ma io ho visto subito che sarebbero stati insieme per
sempre.
È
successo un’ora prima del nostro
appuntamento. Stava calando la sera e si era alzato un gran vento. Mi
è passata
davanti una ragazza con una cartella, di quelle in cui si trasportano i
disegni, indossava un cappotto rosso e si stringeva intorno al collo
una
sciarpa, che però non era lunga abbastanza da avvolgerla per
bene. Un colpo di
vento più forte degli altri le ha fatto volare via la
sciarpa e io ho fatto per
prenderla al volo, ma qualcuno mi ha anticipato. Un ragazzo di circa la
sua
stessa età, alto e bello e le sorrideva mentre gliela
restituiva. Lei lo ha
ringraziato e ha ricambiato il sorriso, poi qualcosa è
scattato tra di loro e
nei loro occhi è stato come se avessero visto la luce per la
prima volta.
Lui
si è offerto di accompagnarla per un
tratto di strada e si sono allontanati chiacchierando. Sono sicuro che
loro non
se ne siano resi conto, ma io l’ho capito ed era chiaro come
il sole che si
riflette sui tuoi bei capelli. Quei due erano destinati a stare
assieme, a
condividere una vita lunga e felice, anche se difficile certe volte, a
svegliarsi ogni mattina l’uno accanto all’altra e a
pianificare le vacanze
assieme.
È
stato uno spettacolo commovente e anche
pensarci adesso devo ammettere che mi si bagnano un po’ gli
occhi. Né mio padre
e né mio nonno sono morti nel loro letto accanto alla donna
che amavano e
questi due sconosciuti hanno appena iniziato la loro vita assieme.-
Fujiko
si passò velocemente le dita sul
viso per asciugarsi gli occhi, facendo in modo di non sbavare il trucco
su cui
aveva tanto lavorato prima di uscire, e tornò ad accarezzare
il viso di Lupin.
-Cherié-
sospirò
il ladro -Lo so bene che non avrò
un epilogo diverso da quello di mio nonno e di mio padre e mi sta bene,
ma
certe volte mi ritrovo a pensare a come sarebbe stata la mia vita e a
come si
potrebbe concludere, se le mie premesse fossero state differenti. Ma
forse mi
sto solo rammollendo con l’età e Jigen mi
prenderebbe in giro se mi sentisse in
questo momento.
Fujiko
attese per un istante che
aggiungesse altro e quando fu certa che non avesse più nulla
da dire, rispose:
-Forse hai ragione tu, Lupin. Forse stai invecchiando e più
ti avvicini all’età
in cui tuo padre è scomparso, più hai paura di
fare la sua stessa fine. Oppure,
semplicemente, la tua mente straordinaria, annoiata dai soliti schemi
che
dirigono la tua vita, cerca nuovi stimoli in qualcosa che non ha mai
conosciuto, come la normalità di una vita ordinaria. In
entrambi i casi, sono
convinta che non si tratti di debolezza, ma di umanità. Per
quanto tu sia
incredibile, cherié, sei un essere umano
e hai bisogno di ciò di cui
tutti necessitano, ossia sicurezza e stabilità. Siamo ladri
e queste due cose
ci vengono negate per definizione nella loro forma tradizionale. Le
cerchiamo
nell’adrenalina e nell’emozione dei colpi che
mettiamo a segno, ma essendo
sensazioni effimere, non possiamo fare altro che cercarle ancora e
ancora nella
speranza che non ci creino assuefazione.
Hai
ragione ad aver paura che quello che è
accaduto a tuo padre possa succedere anche a te, perché
è un’eventualità
verosimile, ed è giusto che tu ne abbia. Quella paura ti
tiene vigile e ti dà
la possibilità di cercare un’alternativa. Per
questa ragione sono certa che non
lascerai che succeda e che avrai una vita lunga e felice, alla fine. Lo
so
perché, a differenza di tuo padre e di tuo nonno, tu hai la
capacità di creare
relazioni al di fuori dell’interesse lavorativo e, anche se
quei due zucconi di
Jigen e Goemon non lo ammetterebbero mai, ti sei circondato di persone
che ti
stimano e ti vogliono bene.
Non
temere una fine infelice, mio caro
Lupin, perché sono certa che non è ciò
che il destino ha in serbo per te.-
Un
grugnito interruppe il filo dei suoi
pensieri e Fujiko abbassò lo sguardo sul viso
dell’uomo. Lupin, che fino a un
attimo prima aveva parlato senza mostrare alcun segno di stanchezza,
stava
dormendo grandiosamente, addirittura russando.
La
donna emise un sospiro, ripensando a
quello che stava dicendo e alla vulnerabilità a cui quella
conversazione l’aveva
condotta. L’indomani, quando Lupin si sarebbe svegliato,
probabilmente i
pensieri fatti riaffiorare dallo champagne sarebbero stati ricacciati
nelle
oscurità del suo inconscio e sarebbe tornato ad essere
l’affascinante e
spavaldo ladro gentiluomo di sempre. Tuttavia, Fujiko non
poté fare a meno di
percepire un senso di gratitudine per la fiducia che, seppur
nell’incoscienza
dell’alcool, Lupin le aveva dimostrato aprendole il suo cuore
a quel modo.
L’aveva
resa depositaria del contenuto del
suo animo e lei ne sarebbe stata una custode, pronta ad affrontare di
nuovo
quella questione quando Lupin se la sarebbe sentita.
Sarebbe
stata solo questione di attendere
il momento giusto, ma non c’era fretta: per quella sera
Fujiko avrebbe vegliato
sul sonno di Lupin e qualunque cosa il domani avrebbe portato, lo
avrebbero
affrontato assieme.
Nota
dell’autrice: Ciao
a tutt* e bentrovat* alla fine del
quarto capitolo della raccolta Slices of life!
Grazie mille a Fujikofran
che omaggia sempre i miei capitoli con una recensione ed è
una gioia ritrovare
le sue parole dopo la pubblicazione di un nuovo capitolo!
Mi
rendo conto di aver schiacciato
parecchio sul pedale della malinconia in questa one shot (e di essere
probabilmente uscita dal personaggio di Lupin), perciò nella
prossima,
intitolata Cuddling under a fort of blankets cercherò
di alleggerire i
toni. Nel frattempo spero che vorrete farmi sapere cosa pensate di
questo
capitolo e che ci rivedremo presto.
Un
abbraccio,
Desma